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Classe 600 Serie Perla (1935)


Totiano

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Sommergibili classe " 600 " serie Perla

 

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da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti

 

Caratteristiche generali della classe "600" serie "Perla":

 

Tipo: Sommergibile di piccola crociera

 

Dislocamento:

- in superficie: 695,00 t (piccole differenze nel tonnellaggio fra le unità costruite da cantieri diversi)

- in immersione: 855,00 t

Dimensioni:

- Lunghezza: 60,20 m

- Larghezza: 6,45 m

- Immersione: 4,70 m

Apparato motore superficie: 2 motori Diesel FIAT (per i sommergibili Perla, Gemma, Berillo, Onice, Iride, MM.TT. della CRDA per Diaspro, Turchese e Corallo mentre MM.TT. Tosi per Ambra e Malachite), 2 eliche

- Potenza: 1.400 cv

- Velocita max. in superficie: 14,0 nodi (lievi variazioni in velocità ed autonomia fra i sommergibili dotati di motori diversi)

- Autonomia in superficie: 2.500 miglia a 12 nodi - 5.200 miglia a 8,0 nodi

Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CRDA (per i sommergibili Perla, Gemma, Berillo, Onice, Iride, Diaspro, Turchese, e Corallo mentre MEP Marelli per Ambra e Malachite)

- Potenza: 800 cv

- Velocita max: 7,5 nodi

- Autonomia in immersione: 7 miglia a 7,5 nodi - 74 miglia a 4 nodi

Armamento:

- 4 tls AV da 533 mm, 4 siluri da 533 mm

- 2 tls AD da 533 mm, 2 siluri da 533 mm

- 1 cannone da 100/47 mm

- 2 mitragliatrici 13.2 singole

Equipaggio: 4 ufficiali, 40 tra sottufficiali e marinai

Profondità di collaudo: 80 m

 

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Unità della classe "600" serie "Perla":

 

Regio sommergibile PERLA

Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone

Impostazione: 31.08.1935, Varo: 03.05.1936, Consegna: 08.07.1936, Catturato: 9 luglio 1942, Radiazione: 18.10.1946

 

Regio sommergibile GEMMA

Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone

Impostazione: 07.09.1935, Varo: 21.05.1936, Consegna: 08.07.1936, Affondato: 8 ottobre 1940, Radiazione: 18.10.1946

 

Regio sommergibile BERILLO

Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone

Impostazione: 14.09.1935, Varo: 14.06.1936, Consegna: 05.08.1936, Affondato: 2 ottobre 1940, Radiazione: 18.10.1946

 

Regio sommergibile DIASPRO

Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone

Impostazione: 29.09.1935, Varo: 05.07.1936, Consegna: 22.08.1936, Radiazione: 01.02.1946

 

Regio sommergibile TURCHESE

Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone

Impostazione: 28.09.1935, Varo: 19.07.1936, Consegna: 21.09.1936, Radiazione: 01.02.1946

 

Regio sommergibile CORALLO

Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone

Impostazione: 01.10.1935, Varo: 02.08.1936, Consegna: 26.09.1936, Affondato: ?? dicembre 1942, Radiazione: 18.10.1946

 

Regio sommergibile AMBRA

Cantiere: O.T.O. - La Spezia

Impostazione: 28.08.1935, Varo: 28.05.1936, Consegna: 04.08.1936, Affondato: 9 settembre 1943, Radiazione: 27.02.1947

 

Regio sommergibile ONICE

Cantiere: O.T.O. - La Spezia

Impostazione: 27.08.1935, Varo: 15.06.1936, Consegna: 01.09.1936, Radiazione: 18.10.1946

 

Regio sommergibile IRIDE

Cantiere: O.T.O. - La Spezia

Impostazione: 03.09.1935, Varo: 30.07.1936, Consegna: 06.11.1936, Affondato: 22 agosto 1940, Radiazione: 18.10.1946

 

Regio sommergibile MALACHITE

Cantiere: O.T.O. - La Spezia

Impostazione: 31.08.1935, Varo: 15.07.1936, Consegna: 06.11.1936, Affondato: 9 settembre 1943, Radiazione: 18.10.1946

 

link a L'amm. Sandroni descrive il periplo dell'Africa effettuato dal smg Perla

 

elaborazione in 3D del Perla al LINK

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Generalità di classe

I "Perla" rappresentarono, all'atto pratico una ripetizione della serie "Sirena"; le modifiche ad essi apportate rispetto alle unità della serie precedente consistettero in un ingrandimento della falsa torre nella parte superiore; nell'istallazione di motori di tipo più moderno e nell'impianto di un radiogoniometro manovrabile dall'interno dello scafo. Le migliorie apportate e la sistemazione delle nuove apparecchiature di condizionamento d'aria implicarono un leggero aumento del dislocamento nei confronti dei "Sirena"; l'aumento della dotazione di combustibile fece inoltre aumentare l'autonomia di queste unità rispetto alla serie precedente.

L'Iride e l'Ambra, rispettivamente nel 1940 e nel 1942, effettuarono importanti lavori di adattamento per il trasporto di mezzi d'assalto; leggermente diverse furono le modifiche ad essi apportate, ma in ambo i casi i cassoni per i "maiali" (o SLC, Siluri a lenta corsa) furono sistemati immediatamente a proravia e poppavia della torretta, il cannone venne sbarcato e la torretta resa più adatta allo speciale impiego delle unità.

La serie confermò in pieno le ottime qualità della classe "600" anche in climi tropicali ed eccezionale fu la prestazione fornita dal Perla che, all'evacuazione dell'A.O.I., riuscì a circumnavigare felicemente l'Africa e a raggiungere la base italiana atlantica di Bordeaux a similitudine di altre unità di tipo oceanico

 

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Attività di classe

Le unità, una volta pronte, andarono a completare le squadriglie di sommergibili da "600" dei gruppi di La Spezia (12^' e 13^) e di Messina (34^ e 35^) ed iniziarono la loro attività addestrativa sia con esercitazioni in acque metropolitane sia con crociere di resistenza prevalentemente nel Dodecaneso e, in misura minore, lungo il litorale dell'Africa Settentrionale Italiana. Queste crociere ebbero inizio subito dopo l'addestramento iniziale delle unità e pertanto dalla fine del 1936 a tutto il 1937 si svolsero a ritmo serrato.

Durante la guerra di Spagna sette unità della serie compirono dieci missioni speciali con una permanenza in mare di 120 giorni complessivi; Iride e Onice furono inoltre ceduti in prestito per circa tre mesi alla Marina Spagnola ed operarono in modo autonomo.

Perla e Gemma, nel 1938 furono inviati in Mar Rosso e rimpatriarono l'anno successivo sostituiti da Onice, Berillo e Iride che a loro volta rientrarono nelle acque metropolitane prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale. L'Ambra e il Malachite fra il 1938 cd il 1940 furono per lunghi periodi dislocati fuori delle sedi metropolitane sostando prevalentemente a Tobruch.

Allo scoppio delle ostilità quattro unità si trovavano dislocate a La Spezia, tre a Cagliari, due ad Augusta ed una, il Perla, a Massaua ove era tornato dopo i lavori effettuati in Italia.

L'attività bellica di questi battelli ebbe inizio con agguati offensivi, come per le altre unità subacquee in Mediterraneo, con partenza prevalentemente da Cagliari, Augusta e Messina.

 

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Regio sommergibile

PERLA

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone
Impostazione: 31 agosto 1935
Varo: 3 maggio 1936
Consegnato : 8 luglio 1936
Catturato: 9 luglio 1942
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
Varato a Monfalcone il 3 maggio 1936, in tale data fu posto a disposizione del Comando Marina di Pola per il periodo dei lavori di allestimento e delle prove di collaudo.
Fu consegnato alla Marina l'8 luglio 1936 e dislocato ad Augusta nell'ambito della 35^ Squadriglia di Messina. Nello stesso anno l'unità effettuò una crociera addestrativa che la portò a toccare i porti di Tobruk, Bengasi, Porto Bardia, Lero, Rodi, Scarpanto, Stampalia, Calino, Patmo, Portolago, con rientro ad Augusta.
Nella successiva crociera addestrativa, nel 1937, l'unità operò prevalentemente in porti nazionali con rientro a Taranto da dove, nel 1938, fu inviata in Mar Rosso per addestramento in clima caldo. Rientrata in Italia nel 1939, nel 1940 venne nuovamente dislocata a Massaua, dove si trovava allo scoppio delle ostilità.
Il 19 giugno, al comando del tenente di vascello Mario Pouchain, lasciò Massaua per portarsi in agguato nel Golfo di Tagiura, dove doveva rimanere fino al 9 luglio. L'impianto di condizionamento di bordo cominciò ben presto a non funzionare correttamente, per cui la temperatura all'interno del battello salì rapidamente. Il comando di bordo dispose per la pulizia dei filtri pur sapendo che l'operazione avrebbe comportato una certa perdita cli cloruro di metile, ma sapendo anche che, secondo i dati tecnici in possesso dell'unità, le conseguenze che il fluido refrigerante poteva produrre sull'equipaggio potevano divenire gravi solamente con concentrazioni di gas tali che non potevano essere raggiunte neppure se il gas dell'intero impianto si fosse completamente scaricato all'interno del battello.
Durante la notte del 21 giugno, dopo la pulizia dei filtri, cinque uomini dell'equipaggio accusarono malessere ed il giorno successivo le loro condizioni andarono peggiorando, con gravi sintomi di squilibrio psichico. Il giorno 22 l'ufficiale in seconda ed altri uomini cominciarono a dare segni di alterazione mentale. Il Comandante decise comunque di proseguire nella missione, portandosi in zona operativa la sera dello stesso giorno. Nel frattempo a Massaua era rientrato il Ferraris con l'equipaggio semiavvelenato dal cloruro di metile, per cui venne ordinato al Perla di rientrare immediatamente alla base. Sulla rotta di rientro, altri membri dell'equipaggio, tra cui lo stesso Comandante ed il Direttore di Macchina, si ammalarono e nella giornata del 24 giugno oltre la metà dell'equipaggio era completamente inefficiente e molti uomini dovettero addirittura essere legati. Nelle ore diurne, durante le quali il battello era costretto a rimanere posato sul fondo, la temperatura interna raggiunse i 64°.
Il 26 morì un marinaio ed il Comandante decise allora di emergere, di forzare l'andatura e raggiungere al più presto la base, ma l'unità venne immediatamente individuata da un cacciatorpediniere britannico e costretta nuovamente ad immergersi per sfuggire alla caccia antisom, effettuata con lancio di numerose bombe di profondità, che non provocarono danni al battello. Nella notte il Perla emerse e continuò la navigazione verso Massaua; ma a 20 miglia circa da Sciab Sciach, si arenò e, nonostante tutti gli sforzi per disincagliarlo, rimase bloccato.
Il 27 giugno una formazione navale britannica individuò il battello e lo sottopose al fuoco dei cannoni di bordo, contrastato dal Perla, che rispose con l'arma di bordo e venne poi fortunosamente salvato dalla distruzione dall'intervento di una formazione di aerei "S. 81" che bombardò la formazione nemica, costringendola ad allontanarsi. Prontamente soccorsa, l'unità fu in seguito disincagliata e rimorchiata a Massaua dove fu sottoposta solo a sommari lavori i riparazione, stante la scarsa potenzialità della base.
Con l'approssimasi della caduta di Massaua in mano nemica. fu deciso di inviare tutte le unità ivi presenti in Francia, nella base di Betasom (Bordeaux). La Marina germanica si incaricò del loro rifornimento in mare e così il 1° marzo 1941 il Perla lasciò Massaua per la nuova sede in condizioni di efficienza decisamente scadenti.
Subito dopo la partenza da Massaua, l'unità, al comando del tenente di vascello Bruno Napp, venne attaccata da un aereo britannico Bristol "Blenheim" che la sottopose a bombardamento con lancio di bombe di profondità, che non produssero danno. Nella navigazione fu rifornita per ben tre volte; fra le unità rifornitrici vi fu anche l'incrociatore corsaro tedesco Atlantis. Il Perla arrivò a Bordeaux dopo 81 giorni di navigazione e dopo aver percorso oltre 13 000 miglia.
Dopo quattro mesi di grandi lavori in questa base, salpò da Le Verdon il 20 settembre, attraversò lo Stretto di Gibilterra ed il 3 ottobre 1941 giunse a Cagliari.
L'11 maggio 1942 a levante dell'Isola di La Galite, l'unità, al comando del tenente di vascello Giovanni Celeste, attaccò a distanza ravvicinata il posamine veloce Welshman e lanciò contro l'unità, da distanza ravvicinata, due siluri che, per errata valutazione della velocità sostenuta dal posamine mancarono il bersaglio.
Il pomeriggio del 9 luglio 1942 l'unità, al comando del tenente di vascello Gioacchino Ventura, avvistò, in vicinanza di Beirut, un'unità di vigilanza costiera e l'attaccò col lancio di due siluri che furono però evitati. Sottoposto immediatamente a caccia antisom con lancio di numerose bombe, fu costretto ad emergere per le avarie riportate. Il Comandante decise di autoaffondare il battello ma per le avarie riportate alcuni sfoghi d'aria non funzionarono per cui la corvetta britannica Hyacinth riuscì ad interrompere le manovre per l'autoaffondamento, a catturare il Perla e a rimorchiarlo a Beirut.
Rimesso in efficienza e ribattezzato P 712, il battello fu in seguito ceduto alla Marina ellenica, nella quale rimase in armamento con il nome di Matrozos fino al 1947.
Durante il conflitto l'unità compì 8 missioni esplorative-offensive e percorse 6.845 miglia che, sommate a quelle percorse in Oceano, assommano a circa 20 000 miglia.

 

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Due immagini molto nitide del sommergibile Perla catturato e successivamente internato nel porto di Beirut (fonte Imperial War Museum)

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https://www.iwm.org.uk/collections/item/object/205145732

 

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https://www.iwm.org.uk/collections/item/object/205145731

 

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Regio sommergibile

GEMMA

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 7 settembre 1935

Varo: 21 maggio 1936

Consegnato : 8 luglio 1936

Affondato: 8 ottobre 1940

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Subito dopo la consegna alla Marina venne assegnato alla 35^ Squadriglia di Messina. Nello stesso anno il Gemma effettuò una lunga crociera addestrativa nel Dodecaneso, che venne poi ripetuta nel 1937.

Durante la guerra di Spagna effettuò una missione di 9 giorni, dal 27 agosto al 5 settembre 1937. Nel 1938 fu inviato nel Mar Rosso e rientrò a Taranto l'anno successivo.

Allo scoppio del secondo conflitto mondiale il Gemma, al comando del capitano di corvetta Guido Lanza Cordero di Montezemolo, fu dislocato a Lero, da dove operò nelle acque settentrionali dell'Egeo, senza incontrare traffico nemico.

Nell'espletamento della quarta missione di agguato, nel Canale di Scarpanto, mentre effettuava uno spostamento in una nuova zona assegnatagli dal Comando Marina dell'Egeo, fu silurato e affondato, alle prime ore dell'8 ottobre 1940, dal sommergibile italiano Tricheco, che, non avendo ricevuto comunicazione dello spostamento per l'inadeguatezza del servizio radiotelegrafico, lo aveva ritenuto un'unità nemica.

Non vi furono superstiti; perdettero la vita il Comandante, 4 ufficiali, 12 sottufficiali e 27 tra sottocapi e comuni. Complessivamente il battello aveva compiuto 4 missioni di guerra e percorso 3.460 miglia.

 

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Regio sommergibile

BERILLO

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 14 settembre 1935

Varo: 14 giugno 1936

Consegnato : 5 agosto 1936

Affondato: 2 ottobre 1940

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Dopo la consegna il battello venne posto alle dipendenze della 35^ Squadriglia di Messina, ma con sede ad Augusta. L'addestramento ebbe inizio con una crociera che comprese i porti di Tobruk, Bengasi, Marsa el Hilal, Porto Bardia, Lero e Napoli.

Durante la guerra civile in Spagna effettuò tre missioni speciali, nel gennaio, nell'agosto e tra l'agosto e il settembre del 1937, rispettivamente di 18, 11 e 9 giorni; nel corso della seconda, il 14 agosto, lanciò due siluri contro un piroscafo, senza colpire.

Nel 1938 fu dislocato a Massaua; rientrò a Taranto nella primavera del 1939.

Fu nuovamente dislocato nella sede di Augusta, da dove iniziò l'attività bellica, effettuando alcune missioni di agguato nel Mediterraneo centrale senza venire in contatto con unità avversarie.

Per l'espletamento della quarta missione di guerra l'unità, al comando del tenente di vascello Camillo Milesi Ferretti, salpò dalla base cli Augusta il giorno 8 settembre 1940. La sera del 1° ottobre l'unità si trovava a nord di Sidi el Barrani sulla rotta prestabilita ed in attesa di una formazione navale britannica precedentemente segnalata. Alle ore 03.00 del 2 ottobre avvistò i cacciatorpediniere britannici Havock e Hasty e, nonostante avesse i motori Diesel in avaria, manovrò in superficie con i motori elettrici per portarsi all'attacco e lanciò tre siluri, che però furono evitati. Individuato e costretto ad immergersi, subì una scarica di bombe che provocarono gravi avarie con conseguente rapida discesa fino alla quota di 140 metri.

Fu allora posta in atto la rapida emersione, ma appena in affioramento il battello fu centrato dal fuoco delle artiglierie delle navi nemiche. Con l'unità ormai completamente fuori combattimento, venne provveduto al suo autoaffondamento, che avvenne alle ore 06.00 dello stesso giorno. I naufraghi vennero raccolti dai caccia britannici; nell'azione perirono due sottufficiali. Complessivamente il Berillo aveva compiuto 5 missioni di guerra e percorso 4.298 miglia

 

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Il sommergibile Berillo in navigazione.

da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

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Regio sommergibile

DIASPRO

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 29 settembre 1935

Varo: 5 luglio 1936

Consegnato : 22 agosto 1936

Radiazione: 1 febbraio 1948

 

Attività operativa

Il 27 settembre del 1936 fu posto alle dipendenze di Maricosom nella 35^ Squadriglia di Messina.

Nel periodo prebellico effettuò crociere addestrative annuali in Mediterraneo.

Durante la guerra in Spagna operò in due missioni speciali, la prima dal 5 agosto al 15 agosto 1937, durante la quale, il giorno 13, lanciò contro un piroscafo senza colpire, e la seconda dal 25 agosto al 5 settembre; nel corso di questa missione, il 1° settembre, al comando del capitano di fregata Giuseppe Mellina, silurò e affondò una grande cisterna repubblicana di circa 6200 tsl, diretta ad Alicante e navigante sotto il falso nome di Woodford.

Dislocato a Cagliari, effettuò la sua prima missione di guerra nel luglio 1940, portandosi in agguato a nord dell'Asinara, senza ottenere risultati.

Il 1° settembre 1940, nell'espletamento di una missione di agguato in una zona di mare compresa tra Capo Spartivento e l'Isola di La Galite per l'intercettazione della "Forza H" di Gibilterra, il Diaspro fu sottoposto a durissima caccia da parte di reparti aeronavali britannici; il 1° settembre fu ripetutamente mitragliato da un aereo dal quale si disimpegnò in immersione.

Il 21 luglio 1941, al comando del tenente di vascello Antonio Dotta, lasciò la base di Cagliari per portarsi ad operare al largo di Capo Bougaroni; alle ore 23.00 del giorno 22, trovatosi al centro di una formazione navale britannica composta da una nave da battaglia, una portaerei e sette cacciatorpediniere lanciò, quasi contemporaneamente, da distanza molto ravvicinata, quattro siluri di prora e due di poppa, disimpegnandosi in profondità. L'esito dell'attacco non fu accertato, ma vennero chiaramente udite le esplosioni delle armi. Allontanatosi dalla zona, il Diaspro effettuò il prescritto segnale di avvistamento che consentì successivi attacchi aerei e navali al convoglio. Nell'azione il battello danneggiò il cacciatorpediniere australiano Nestor.

Nuovamente in mare, il 29 settembre 1941, nonostante che sulla zona imperversassero forti piovaschi, l'unità avvistò ed attaccò la scorta avanzata di un reparto costituito da unità maggiori, lanciando due siluri poppieri contro un cacciatorpediniere, e disimpegnandosi quindi in immersione.

L'8 novembre 1942, durante la navigazione di avvicinamento alla zona operativa di Capo Bougaroni, entrò in collisione, in immersione, con il sommergibile Alagi. L'incidente, che per il Diaspro non comportò conseguenze, fu molto grave per l'Alagi che, per le avarie riportate, fu costretto a rientrare alla base.

Il giorno 12, agli ordini del comandante Dotta, ora capitano di corvetta, il Diaspro penetrò nella baia di Bougie e da distanza ravvicinata lanciò contro una grande motonave una salva di quattro siluri elettrici, che però fallirono il bersaglio. Il Diaspro riuscì a lanciare un altro siluro, di poppa, anch'esso con esito apparentemente sfavorevole.

Il 13 luglio 1943, nelle acque di Cap de Fer l'unità, al comando del tenente di vascello Alberto Donato, intercettò un grande piroscafo, scortato da due corvette, contro il quale lanciò in successione due coppie di siluri rilevando, dopo circa due minuti e mezzo di corsa delle armi, due esplosioni non attribuibili ad armi antisom. Sottoposto a caccia, riuscì a dileguarsi in immersione, lasciando la zona il giorno successivo per il rientro a Cagliari.

Il 18 agosto dello stesso anno lanciò, senza esito, due siluri contro due cacciatorpediniere britannici ed il mattino successivo, in navigazione verso Napoli, intercettò ancora due cacciatorpediniere contro i quali lanciò quattro siluri elettrici. Circa un'ora dopo l'attacco, il Diaspro poté constatare che uno dei cacciàtorpediniere era in avaria, ma non poté ripetere l'attacco in quanto aveva esaurito i siluri.

L'8 settembre 1943 il battello si trovava in missione offensiva nel Basso Tirreno quando ricevette l'ordine di cessare le attività belliche e, per sopraggiunta avaria ad un motore termico, di rientrare a Cagliari.

Sottoposto a lavori, nel marzo 1944 raggiunse Taranto, da dove operò in attività addestrativa antisom per le unità nazionali.

Dal 17 al 22 luglio 1944 il Diaspro, al comando del tenente di vascello Emilio Botta partecipò ad una missione speciale sbarcando un gruppo di operatori a Zante ed un altro a Cefalonia. Rientrò a Brindisi dopo 122 ore di navigazione.

Nell'aprile 1945 fu inviato a Malta con compiti di addestramento antisom per le forze aeronavali britanniche.

Al termine del conflitto rientrò a Taranto dove fu radiato e demolito.

L'attività bellica del Diaspro fu di 30 missioni di guerra, 23 missioni di trasferimento operativo tra porti nazionali, una missione per trasporto operatori durante la guerra di Liberazione. Dal 1° maggio al 10 settembre 1942, assegnato alla Scuola Sommergibili di Pola, aveva effettuato 32 uscite addestrative con allievi.

 

per la storia del sommergibile Diaspro vedere anche al link https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=19447

 

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Regio sommergibile

TURCHESE

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 28 settembre 1935

Varo: 19 luglio 1936

Consegnato : 21 settembre 1936

Radiazione: 1 febbraio 1948

 

Attività operativa

Varato a Monfalcone il 19 luglio 1936, il 15 ottobre fu posto alle dipendenze di Maricosom per la 35^ Squadriglia di Messina.

Iniziò la propria attività addestrativa sia con esercitazioni in acque metropolitane sia effettuando crociere di resistenza nel Dodecaneso, che cominciarono subito dopo l'addestramento iniziale e si svilupparono tra il 1936 e 1937 con ritmo serrato.

Nell'ottobre del 1938 fu posto a disposizione della Scuola Comando e nella primavera del 1939 venne dislocato a Cagliari.

Nel secondo conflitto mondiale effettuò la sua prima missione di guerra, al comando del tenente di vascello Gustavo Miniero, al largo di Capo Creus, dal 17 al 19 giugno 1940, senza venire in contatto con unità avversarie.

Nella notte del 12 luglio 1940 il Turchese (capitano di corvetta Gustavo Miniero) in navigazione di rientro a Cagliari, avvistò una unità nemica intenta alla posa di mine, contro la quale lanciò in successione tre siluri, due dei quali furono visti passare sotto lo scafo senza esplodere. L'unità attaccata poté disimpegnarsi, grazie alla sua maggiore velocità.

L'attività del Turchese proseguì incessante, con missioni di agguato offensivo nel Canale di Sicilia e lungo la costa nordafricana, senza risultati di particolare rilievo.

Il 7 settembre 1943 il battello partecipò allo schieramento posto in atto da Maricosom lungo le coste tirreniche della Calabria e della Campania, con compito anti-sbarco, schierandosi con altre dieci unità a copertura delle coste. L'8 settembre, in ottemperanza agli ordini, interruppe la missione in atto e diresse su Bona, ove giunse il 12 mattina.

Durante la navigazione verso Bona, alle ore 21.30 del giorno 11 il Turchese riportò notevoli danni in seguito ad un attacco aereo tedesco.

Rimorchiato a Biserta, poi a Malta, ad Augusta e a Taranto, ed infine a Brindisi, rimase inutilizzato fino al termine del conflitto. Fu quindi radiato e demolito.

In guerra l'unità effettuò 32 missioni offensive e 26 di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo complessivamente 33 153 miglia.

 

 

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Regio sommergibile

CORALLO

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 1 ottobre 1935

Varo: 2 agosto 1936

Consegnato : 26 settembre 1936

Affondato: ?? dicembre 1942

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Assegnato inizialmente alla 34^ Squadriglia di Messina, svolse subito una intensa attività addestrativa nell'Adriatico e nel Dodecaneso.

Nel 1937 e nel 1938 compì due campagne addestrative ed il 15 ottobre dello stesso anno passò a disposizione della Scuola Comando. Nel 1939 fu dislocato a Cagliari a disposizione del VII Gruppo Sommergibili.

Diede inizio all'attività bellica nel settembre 1940, schierato al largo di Alessandria in agguato offensivo. II 17 settembre 1940, nel tardo pomeriggio, il Corallo, al comando del capitano di corvetta Loris Albanese, avvistò una formazione navale zigzagante con direttrice di marcia su Alessandria, composta da una portaerei del tipo "Illustrious", un incrociatore pesante e vari cacciatorpediniere. Portatosi prontamente all'attacco, il Comandante lanciò contro la portaerei due siluri prodieri ad una distanza di circa 1500 metri, disimpegnandosi quindi in quota per evitare di essere speronato da un cacciatorpediniere della scorta. Dopo 75 secondi vennero udite due esplosioni e subito dopo il Corallo venne sottoposto a violenta caccia antisom. In questa fase l'unità assunse l'assetto silenzioso travasando e sbarcando l'acqua di assetto e compenso con l'aria compressa. Dovendo periodicamente far sfogare internamente le casse, la pressione interna aumentò notevolmente. Nel momento in cui emerse, la pressione interna scaraventò violentemente in mare l'ufficiale in seconda (tenente di vascello Alfredo Gatti), che aveva aperto il portello e che rimase ucciso.

Il 28 aprile 1942, al comando del capitano di corvetta Gino Andreani, il Corallo intercettò, al largo di Bona, un motoveliero ed uno sciabecco e li affondò a colpi di cannone; i tredici membri dei due equipaggi furono presi a bordo e fatti prigionieri. Le due piccole unità erano le golette Dar es Salam, di 138 tsl, e lo sciabecco Tunis, di 41 tsl.

Il 7 giugno dello stesso anno un'azione del genere venne compiuta al largo delle coste tunisine contro il motoveliero Hady M'hammed di 26 tsl, che venne affondato col cannone; i 6 membri dell'equipaggio furono tratti prigionieri.

Il 10 dicembre 1942 l'unità, al comando del tenente di vascello Guido Guidi, salpò da Cagliari per portarsi in agguato in una zona di mare compresa tra Bona e Biserta, con l'ordine di eseguire, nella notte del 13, una puntata offensiva nella rada di Bougie. Intercettata dalla cannoniera britannica Enchantress e costretta ad emergere, fu speronata ed affondata. Non ci furono superstiti tra i 53 componenti dell'equipaggio.

In guerra il Corallo effettuò 23 missioni offensive e 25 di trasferimento operativo tra porti nazionali, percorrendo complessivamente 23.718 miglia.

 

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Il sommergibile Corallo in costruzione sullo scalo.

da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

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Il sommergibile Corallo durante l'allestimento a Monfalcone il 1 settembre 1936

da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994

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Regio sommergibile

AMBRA

 

 

Cantiere: O.T.O. - La Spezia

Impostazione: 28 agosto 1935

Varo: 28 maggio 1936

Consegnato : 4 agosto 1936

Affondato: 9 settembre 1943

Radiazione: 27 febbraio 1947

 

Attività operativa

Dislocata a Messina nell'ambito della 34ì Squadriglia, l'unità svolse una intensa attività adclestrativa con crociere in Mediterraneo, toccando porti del Dodecaneso e della Libia.

Partecipò alla guerra di Spagna compiendo una missione dal 29 agosto al 6 settembre 1937.

Nel 1940, rientrato da Tobruk, il battello fu dislocato a Taranto, alle dipendenze del IV Gruppo; allo scoppio del secondo conflitto mondiale, l'unità effettuò numerose missioni protettive nel Golfo di Taranto ed esplorative davanti ad Alessandria.

Il 31 marzo 1941, al comando del tenente di vascello Mario Arillo, al largo di Alessandria intercettò una nave che il Comandante giudicò una grande petroliera fortemente scortata e procedente verso Alessandria. Alle ore 02.44 l'Ambra lanciò tre siluri sul bersaglio, rimanendo poi in superficie per osservare il risultato. Dopo alcuni minuti fu scorta una grande fiammata seguita da due esplosioni. Il sommergibile si disimpegnò dalla immediata caccia antisom con rapida immersione. L'unità colpita era l'incrociatore britannico Bonaventure di 5.450 t che, probabilmente già danneggiato in precedente azione dal sommergibile Dagabur, affondò. I superstiti dell'incrociatore furono raccolti dal cacciatorpediniere Hereward, ma 23 ufficiali e 115 altri membri dell'equipaggio perdettero la vita.

Nel periodo marzo-aprile 1942 l'unità effettuò lavori che la resero idonea al trasporto dei mezzi speciali subacquei S.L.C. (siluri a lenta corsa, o "maiali"). Dopo un adeguato periodo di addestramento, il 29 aprile, al comando del tenente di vascello Arillo, salpò dalla Spezia per Lero per imbarcarvi gli operatori e per approntarsi alla prevista missione contro la base di Alessandria.

Il mattino del 9 maggio l'unità lasciò la base di Portolago (Lero) e diresse verso l'obiettivo assegnato, che raggiunse la sera del 14 nonostante alcuni inconvenienti tecnici a bordo. Alle ore 20.25 ebbe inizio l'operazione di fuoriuscita degli operatori ed alle 21.05 l'Ambra, a compito ultimato, diresse per il ritorno alla Spezia, dove giunse il giorno 24.

Nel dicembre del 1942 il battello effettuò un'altra missione di trasporto operatori subacquei. Salpò dalla Spezia il 4 dicembre 1942 con tre S.L.C. e relativi equipaggi e dieci operatori Gamma muniti di bauletti esplosivi, aventi il compito di attaccare le unità da guerra e mercantili presenti nella rada e nel porto di Algeri. Dopo una navigazione resa particolarmente difficoltosa dalle avverse condizioni del mare, il giorno 11, essendo il tempo notevolmente migliorato, l'unità raggiunse, arditamente e con perigliosa navigazione subacquea, il punto previsto, distante poco più di un miglio dall'imboccatura sud del porto; posatosi su un fondale di 18 metri, diede inizio alle manovre di fuoriuscita degli operatori e dei mezzi. Alle ore 02.54 del 12 riprese la rotta per il rientro alla Spezia ove giunse alle ore 11.20 del giorno 15. Nell'azione, gli operatori subacquei affondarono ad Algeri tre piroscafi (Ocean Vanquisher, di 7174 tsl; Berto di 1493 tsl; Empire Centaur, di 7041 tsl). Il piroscafo Harmattan, di 6587 tsl, fu danneggiato.

Al comando del capitano di corvetta Renato Ferrini il 14 luglio 1943 l'Ambra partì dalla Spezia con l'ordine di attaccare le navi nemiche ormeggiate ad Augusta. Trasportava tre barchini M.T.R. e rispettivi equipaggi. La missione non poté essere però portata a compimento in quanto l'Ambra, giunto a 45 miglia circa da Capo Spartivento calabro, fu attaccato da un aereo antisom che in picchiata sganciò alcune bombe che esplosero nelle immediate vicinanze del sommergibile, causando alcune avarie che impedirono al battello di immergersi. Interrotta la missione, l'unità diresse su Messina, che raggiunse il giorno 19 e quindi si trasferì sotto scorta a Napoli ed alla Spezia.

All'atto dell'armistizio l'Ambra era ai lavori. Autoaffondato il giorno 9 settembre, risulterebbe successivamente recuperato dai Tedeschi e nuovamente affondato

durante un bombardamento degli Alleati. Recuperato nel maggio 1946, fu radiato e demolito.

L'attività bellica dell'Ambra fu di 23 missioni, di cui 3 speciali, e 3 trasferimenti operativi tra porti nazionali; furono percorse 19 637 miglia. L'unità è stata decorata di M.A.V.M.

 

 

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Regio sommergibile

ONICE

 

 

Cantiere: O.T.O. - La Spezia

Impostazione: 27 agosto 1935

Varo: 15 giugno 1936

Consegnato : 1 settembre 1936

Radiazione: 1 febbraio 1948

 

Attività operativa

Varato alla Spezia il 15 giugno 1936 e consegnato alla Marina il 1° settembre dello stesso anno, fu assegnato alla 34^ Squadriglia di Messina. Nel 1937 effettuò una lunga crociera addestrativa nel Tirreno, nello Ionio e nel Dodecaneso.

Durante il conflitto spagnolo compì una missione della durata di 15 giorni nell'agosto del 1937, nel corso della quale, il 17 agosto, lanciò un siluro contro un piroscafo, senza colpire. Venne poi ceduto alla Marina dei Nazionalisti per tre mesi e 10 giorni ed operò con il nominativo di Anguilar Tablada; compì tre missioni in questa veste, tra l'ottobre 1937 e il febbraio 1938 e, durante la seconda, effettuò un lancio contro un piroscafo, con esito negativo.

Assegnato alla sede della Spezia nel 1939, fu successivamente dislocato, per qualche tempo, a Massaua ed, al rientro in Italia, a Messina.

Nel 1940 effettuò alcune missioni di esplorazione nel Canale di Sicilia, senza poter venire in contatto con unità navali avversarie. Il 28 settembre 1940, durante una manovra nel porto di Messina entrò in collisione con la nave Diana, per cui fu avviato presso i Cantieri del Quarnaro per le necessarie riparazioni, al termine delle quali raggiunse la base di Lero.

In missione di pattugliamento nelle acque a nord di Creta, nelle vicinanze del Canale del Caso, dal 7 al 9 marzo 1941, l'unità, al comando del capitano di corvetta Gustavo Lovatelli, avvistò, nella notte dell'8, alcune navi da guerra, tra le quali un incrociatore, contro il quale lanciò due siluri, che però fallirono il bersaglio.

Il 21 maggio dello stesso anno, a sud di Caso, avvistò una formazione di tre cacciatorpediniere avversari che attaccò con il lancio di tre siluri, ma anche l'esito di

questa missione è da considerare nullo in quanto non c'è alcun riscontro nella documentazione britannica, che riporta solo azioni di caccia preventiva antisom svolta in quelle acque, senza peraltro accennare a perdite subite.

Il 28 settembre 1941 l'Onice fu dislocato a Bengasi con il compito di effettuare uscite giornaliere di esplorazione nelle acque dove prevalentemente transitavano le unità nazionali ed il traffico di rifornimento. Nello svolgimento di questo compito, il 10 ottobre impegnò in combattimento, con il cannone e col siluro, un sommergibile britannico che riuscì, però, a disimpegnarsi.

Rientrato a Messina il 14 dello stesso mese, operò in seguito in azioni esplorative nel Canale di Sicilia. Nell'espletamento di queste missioni, il 16 marzo 1942, l'unità, al comando del capitano di corvetta Bruno Zelick, fu fatta segno al lancio di un siluro da parte di un sommergibile avversario; la pronta reazione dell'Onice, con rapido fuoco di cannone e lancio di siluri, costrinse l'avversario a disimpegnarsi in immersione. II 28 aprile, fu l'Onice ad attaccare una grande unità subacquea contro la quale lanciò due siluri che furono evitati dall'avversario.

Distaccato a Taranto dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia, l'Onice, nell'imminenza dell'inizio delle operazioni dell'VIII Armata britannica nella zona di Reggio-Villa S. Giovanni, fu inviato a schierarsi in agguato lungo le coste calabre; ma alle ore 18.30 clell'8 settembre 1943 ricevette l'ordine da Maricosom di dirigere su Malta.

Partito da Malta il giorno 6 ottobre, si trasferì a Napoli, per fornire energia elettrica al porto e poi salpò per Augusta ed infine per Taranto, dove eseguì un turno di lavori al termine dei quali nel giugno 1944, fu dislocato alle Bermude, dove svolse intensa attività addestrativa antisom in favore di reparti aeronavali statunitensi. Durante questa attività, che terminò nel dicembre 1945, l'Onice operò dapprima a New London e poi a Portland.

Fu radiato il 1° febbraio 1948 e successivamente demolito.

Durante il conflitto, fino all'8 settembre 1943, l'unità compì 20 missioni offensive, 14 operative di trasferimento e numerose altre di agguato protettivo, percorrendo complessivamente 27 899 miglia.

 

 

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Il varo del sommergibile Onice da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

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Il sommergibile Onice nel periodo bellico con la mimetizzazione di guerra e dopo la modifica della falsa torre.

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Regio sommergibile

IRIDE

(fino al 02.07.1936 IRIS)

 

 

Cantiere: O.T.O. - La Spezia

Impostazione: 3 settembre 1935

Varo: 30 luglio 1936

Consegnato : 6 novembre 1936

Affondato: 22 agosto 1940

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Varato alla Spezia il 30 luglio 1936, fu consegnato alla Marina il 6 novembre dello stesso anno ed assegnato alla 12^ Squadriglia della Spezia. Nel 1937 e nel 1938 l'unità effettuò crociere addestrative, svolgendo intensa attività nelle acque del Dodecaneso e toccando Tobruch.

Durante la guerra di Spagna, l'Iride compì una missione dal 24 agosto al 5 settembre 1937; il 29 agosto lanciò contro una unità avversaria e il giorno seguente, nelle acque dell'Isola di Ibiza, attaccò col siluro, mancandolo, il cacciatorpediniere britannico Havock, scambiato per unità repubblicana e fu poi sottoposto per nove ore a caccia da parte di unità britanniche. Successivamente fu temporaneamente ceduto per due mesi e 19 giorni alla Marina dei nazionalisti e operò con il nome di Gonzales Lopez, al comando del tenente di vascello Junio Valerio Borghese; effettuò due missioni, nell'ottobre 1937 e nel gennaio 1938, rispettivamente di 8 e 9 giorni, arrivando al lancio, durante la seconda, per due volte, il 19 gennaio e il 22 gennaio, senza conseguire risultati.

Nel 1939 fu inviato in Mar Rosso, con base a Massaua.

Rientrò in Italia prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale e venne assegnato alla 13^ Squadriglia della Spezia.

Il 14 giugno 1940 salpò da questa base per compiere al largo di Tolone la sua prima missione di guerra e rientrò alla Spezia il giorno 13 senza essere venuto in contatto con unità nemiche. Nella successiva missione del 23 giugno l'unità, al comando del tenente di vascello Francesco Brunetti, operò nel Golfo del Leone, dove avvistò un piroscafo armato con rotta su Marsiglia; portatosi all'attacco, lanciò due siluri che fallirono il bersaglio.

Nel luglio 1940 l'unità passò alle dipendenze di Supermarina e fu sottoposta a lavori di adattamento che la resero idonea al trasporto di mezzi d'assalto (S.L.C.), con la sistemazione di due cassoni immediatamente a proravia e a poppavia della torretta e con lo sbarco del cannone.

Assegnata alla X Flottiglia, il 16 agosto 1940 partì da Messina per una missione speciale, che aveva come obiettivo le navi dislocate nella base di Alessandria. Il 21 agosto l'Iride arrivò nel Golfo di Bomba e si riunì con la torpediniera Calipso e la motocisterna Monte Gargano, che trasportavano i mezzi d'assalto e gli operatori. Nei giorni 21 e 22 agosto il sommergibile doveva effettuare una immersione di prova a 30 metri di quota per verificare l'efficienza delle apparecchiature; il 22 agosto, alle ore 12.00, mentre si dirigeva al largo per le prove di immersione, fu attaccato da tre aerei siluranti britannici. Dato il basso fondale, fu necessario affrontare gli assalitori in emersione con il fuoco di bordo: colpito da un siluro, l'Iride affondò rapidamente in un fondale di solo 14 metri, diviso in due tronconi. Nel troncone poppiero rimasero intrappolati dieci uomini, chiusi nella camera di lancio poppiera. Dopo 36 ore di durissimo lavoro, nel quale si distinse particolarmente il maggiore del Genio Navale Teseo Tesei, gli operatori subacquei dei mezzi d'assalto riuscirono a portare alla superficie otto uomini, due dei quali morirono successivamente per embolia traumatica: persero la vita 33 persone.

Complessivamente l'unità compì 4 missioni di guerra e 3 operative di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo 2.915 miglia.

 

 

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Regio sommergibile

MALACHITE

 

 

Cantiere: O.T.O. - La Spezia
Impostazione: 31 agosto 1935
Varo: 15 luglio 1936
Consegnato : 6 novembre 1936
Affondato: 9 febbraio 1943
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
Varato nei Cantieri del Muggiano il 15 luglio 1936 e consegnato alla Marina il 6 novembre dello stesso anno, fu assegnato alla 13^ Squadriglia della Spezia.
Nel 1937 partecipò ad una campagna addestrativa nei porti della Grecia, del Dodecaneso e a Tobruch.
Durante la guerra di Spagna, l'unità operò in una missione speciale tra il 24 agosto e il 4 settembre 1937: il 29 agosto fu sottoposto a caccia antisom.
Tra il 1938 ed il 1940 fu per lunghi periodi a Tobruch. Rientrato in Italia, fu posto alle dipendenze del IV Gruppo Sommergibili, con sede a Taranto. All'inizio del secondo conflitto mondiale il Malachite passò alle dipendenze del X Gruppo di Augusta.
Alla fine di giugno effettuò una missione offensiva al largo di Majorca, per controllare gli accessi al Golfo del Leone.
La sera del 24 giugno, il Comandante, capitano di corvetta Renato d'Elia, avvistò a grande distanza un gruppo di navi mercantili, che non poté attaccare. Lasciò la zona d'agguato la sera del 27, per rientrare a Taranto.
La notte del 19 giugno 1941, al comando del tenente di vascello Enzo Zanni, mentre pattugliava una zona di mare al largo di Creta, avvistò un incrociatore britannico scortato da cacciatorpediniere, in posizione tale da consentire l'attacco in superficie; benché ostacolato dall'azione antisom delle unità di scorta, lanciò due siluri contro l'unità maggiore, che le passarono a poche decine di metri di poppa. Sottrattosi alla caccia con rapida immersione, il Malachite fu impossibilitato a ripetere l'attacco.
La sera del 3 luglio 1941 avvistò nuovamente un incrociatore britannico (probabilmente il Phoebe) scortato da due cacciatorpediniere e diretto verso Tobruk. L'unità si portò all'attacco e lanciò un siluro che colpì, probabilmente, un cacciatorpediniere di scorta. L'esito dell'azione non fu mai accertato.
Il 24 novembre 1942, al comando del tenente di vascello Alpinolo Cinti, l'unità, in missione nella rada di Philippeville, avvistò un gruppo di tre piroscafi scortati e, poco lontano, un secondo gruppo di navi composto da una grande petroliera e dalla scorta. Portatosi all'attacco, il Malachite lanciò due siluri contro un piroscafo del primo gruppo ed uno contro la petroliera. Trascorso il tempo previsto furono udite tre esplosioni. Anche in questo caso non poté essere osservato l'esito dei lanci; la documentazione ufficiale britannica, pur non facendo diretto riferimento all'azione, conferma alcuni danneggiamenti avvenuti quel giorno nella zona di Philippeville.
Il 22 gennaio 1943 il battello, in missione d'agguato in una zona compresa fra Capo Carbon e Capo Bougaroni, avvistò un convoglio diretto a Bona. Portatosi a distanza utile, lanciò quattro siluri elettrici contro un grande cacciatorpediniere e si disimpegnò con rapida immersione. Dopo 80 secondi dal lancio vennero udite distintamente due forti esplosioni. Di questa azione però non si trova riferimento alcuno nella documentazione britannica, per cui è arduo esprimere una valutazione in merito ai risultati conseguiti.
Il 2 febbraio 1943 il Malachite lasciò Cagliari per una missione di trasporto di incursori del Battaglione "San Marco", da sbarcare sulla costa algerina. La sera del 6 inviò a terra, con tre battellini, undici operatori che sbarcarono a Capo Matifou; atteso inutilmente il loro ritorno, il mattino successivo diresse per il rientro.
Alle 11.00 del giorno 9, in prossimità di Cagliari (3 miglia a sud di Capo Spartivento), il battello fu oggetto del lancio cli quattro siluri da parte del sommergibile olandese Dolfijn, in agguato in quelle acque. Colpito da un siluro al centropoppa sul lato sinistro, il Malachite affondò in brevissimo tempo; solo 13 furono i sopravvissuti, tra cui il Comandante.
L'unità compì in guerra 22 missioni esplorative-offensive e 14 di trasferimento tra i porti nazionali, percorrendo complessivamente 29.085 miglia.


Malafoto.jpg
Articolo sul relitto


Due immagini della falsatorre del sommergibile Malachite subito dopo la prima trasformazione del 1941
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SmgMALACHITEdettagliotorrettapostSommergibiliinguerra-1994.jpg
da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994

 

 

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