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Classe Marcello (1937)


Totiano

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Sommergibili classe " Marcello "

 

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da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti

 

Caratteristiche generali della classe " Marcello " :

Tipo: Sommergibile di grande crociera (poi "Oceanici")

Dislocamento:
- in superficie: 1060,00 t
- in immersione: 1313,00 t
Dimensioni:
- Lunghezza: 73,00 m
- Larghezza: 7,20 m
- Immersione: 5,10 m
Apparato motore superficie: 2 motori Diesel CRDA (per i smgg. Veniero, Mocenigo, Cappellini e Faà di Bruno motori FIAT) 2 eliche
- Potenza: 3.200 cv (FIAT 3.000 cv)
- Velocità max. in superficie: 17,4 nodi
- Autonomia in superficie: 2.500 miglia a 17 nodi - 7.500 miglia a 9,4 nodi (9.760 miglia a 8 nodi in sovraccarico)
Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CRDA
- Potenza: 1.100 cv
- Velocità max: 8,0 nodi
- Autonomia in immersione: 8 miglia a 8,0 nodi - 120 miglia a 3 nodi
Armamento:
- 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm
- 4 tls AD da 533 mm, 6 siluri da 533 mm
- 2 cannoni da 100/47 mm (300 colpi per i cannoni)
- 4 mitragliatrici 13.2 affusti binati a scomparsa (3.000 proiettili)
Equipaggio: 7 ufficiali, 50 tra sottufficiali e marinai
Profondità di collaudo: 100 m

 

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Schema delle modifiche delle torrette succedutesi nel tempo per i battelli classe " Marcello" da

"I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia 2013-14

Unità della classe " Marcello " :

Regio sommergibile MARCELLO (2°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 04.01.1937, Varo: 20.11.1937, Consegna: 05.03.1938, Affondato:
febbraio 1942, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile DANDOLO (1°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 14.06.1937, Varo: 20.11.1937, Consegna: 25.03.1938, Radiazione: 01.02.1948

Regio sommergibile VENIERO (2°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 23.01.1937, Varo: 14.02.1938, Consegna: 06.06.1938, Affondato: 7 giugno 1942, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile PROVANA (2°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 03.02.1937, Varo: 16.03.1938, Consegna: 25.06.1938, Affondato: 17 giugno 1940, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile MOCENIGO (2°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 19.01.1937, Varo: 20.11.1937, Consegna: 14.08.1938, Affondato: 13 maggio 1943, Radiazione: 23.09.1949

Regio sommergibile NANI (2°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 15.01.1937, Varo: 16.01.1938, Consegna: 05.09.1938, Affondato: 7 gennaio 1941, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile BARBARIGO (2°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 06.02.1937, Varo: 12.04.1938, Consegna: 19.09.1938, Affondato: fine giugno 1943, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile EMO (2°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 16.02.1937, Varo: 29.06.1938, Consegna: 14.10.1938, Affondato: 10 novembre 1942, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile MOROSINI (1°)
Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone
Impostazione: 02.03.1937, Varo: 28.07.1938, Consegna: 09.11.1938, Affondato: 10 agosto 1942, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile Comandante CAPPELLINI (1°) poi tedesco U.IT. 24 e giapponese I 503
Cantiere: O.T.O. - La Spezia
Impostazione: 25.04.1938, Varo: 14.05.1939, Consegna: 23.09.1939, Affondato: 2 settembre 1945, Radiazione: 27.02.1947

Regio sommergibile Comandante FAA' DI BRUNO
Cantiere: O.T.O. - La Spezia
Impostazione: 28.04.1938, Varo: 18.06.1939, Consegna: 23.10.1939, Affondato: 8 novembre 1940, Radiazione: 18.10.1946

 

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Generalità di classe
Questa classe fu una riproduzione in serie della classe " Glauco " (2°); 
(link alla classe) oltre ad un lieve potenziamento dell'armamento di mitragliere e ad una differente sagoma della torretta, i " Marcello " ebbero, nella maggior parte, motori CRDA che dettero migliori prestazioni dei FIAT della stessa potenza.
Tutte le unità della classe, nel corso del secondo conflitto mondiale, eseguirono in modo vario la modifica della torretta ma sempre con la tendenza, per quanto possibile, a diminuirne il volume ed abbassare le difense dei periscopi allo scopo di render la sovrastruttura dello scafo meno visibile.
Le prestazioni di questi battelli furono veramente ottime e confermarono le aspettative che la buona riuscita della classe " Glauco " aveva lasciato sperare; nella guerra al traffico convogliato in Oceano furono certamente i battelli italiani che meglio risposero alle esigenze di quel tipo d'impiego, pur non arrivando ad eguagliare i tipi " VII " tedeschi che furono appositamente progettati per l'attacco ai convogli.
Con accorgimenti di vario genere la dotazione di combustibile venne aumentata, senza compromettere la stabilità e le qualità nautiche.
Dal marzo al maggio 1943 il Cappellini ed il Barbarigo eseguirono importanti lavori di adattamento per essere adibiti a trasporto di materiali pregiati per e da l'Estremo Oriente.


Attività di classe
Le undici unità furono poste alle dipendenze del Secondo Gruppo sommergibili (Napoli) ripartite nella 21^ e 22^ Squadriglia alle quali, nel 1939, si aggiunse la 23^ formata con le unità di più recente costruzione.
In dipendenza del rapido aggravarsi della situazione mondiale e dell'avvenuto inizio delle ostilità in Europa, queste unità non effettuarono crociere addestrative ma eseguirono intenso allenamento singolo ed esercitazioni a ritmo serrato.
Nel 1941 tutti i battelli dotati di motori FIAT vennero riuniti nella 12^ Squadriglia (La Spezia); alle tre squadriglie di Napoli, prima citate, cominciarono ad affluire, in sostituzione di essi, i sommergibili classe " Marconi " man mano che vennero consegnati alla R. Marina.
Alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, la classe " Marcello " costituiva certamente nel suo insieme il gruppo più omogeneo ed efficiente di unita subacquee atte all'impiego incondizionato.
In un primo tempo questi sommergibili furono impiegati in Mediterraneo per agguati in zone delimitate nelle acque dei maggiori porti del nemico e lungo le principali vie di comunicazione degli avversari.

 

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Regio sommergibile

MARCELLO (2°)
Nulla vita sine victoria
(La vita é nulla senza vittoria)

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone
Impostazione: 4 gennaio 1937
Varo: 20 novembre 1937
Consegnato : 5 marzo 1938
Affondato : febbraio 1941
Radiazione: 18 ottobre 1946

 


Attività operativa
In previsione dell'imminente entrata in guerra, il 5 giugno 1940 l'unità, al comando del capitano di corvetta Luigi Donini, prese il mare per portarsi in agguato offensivo nel tratto di mare prospiciente Capo Palos, ma fu costretta al rientro per una perdita di cloruro di metile dall'impianto di condizionamento, che aveva intossicato gran parte dell'equipaggio. Dopo le riparazioni l'unità riprese il mare. Fino all'ottobre 1940, effettuò tre missioni offensive in Mediterraneo, senza conseguire risultati di rilievo.
Il 31 ottobre 1940 il Marcello , al comando del capitano di corvetta Carlo Alberto Teppati, salpò da Napoli e il 5 novembre attraversò lo Stretto di Gibilterra senza inconvenienti. Postosi in agguato al largo dell'Irlanda, il 17 gennaio 1941 avvistò un convoglio e si portò all'attacco; individuato dalla scorta avversaria, fu sottoposto ad un intenso bombardamento con lancio di numerose bombe la cui esplosione provocò una lesione alla cassa di assetto AV.
Costretto ad interrompere la missione, nella navigazione di rientro attaccò con il cannone ed affondò il piroscafo belga Portugal da 1.550 tsl (20 gennaio 1941).
Durante l'azione, un'ondata di eccezionale violenza trascinò in mare quattro inservienti del cannone, tre dei quali vennero tratti in salvo.
Rientrato a Bordeaux, il Marcello salpò il 6 febbraio 1941 per una nuova missione, ma non diede più notizie. Presumibilmente l'unità fu affondata, in data compresa tra il 7 febbraio ed il 6 aprile 1941 dal cacciatorpediniere britannico Montgomery o da un aereo "Sunderland" della RAF. Non vi furono superstiti fra i 55 uomini d'equipaggio.

 

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Regio sommergibile

DANDOLO (1°)

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone
Impostazione: 14 giugno 1937
Varo: 20 novembre 1937
Consegnato: 25 marzo 1938
Radiazione: 1 febbraio 1948

 


Attività operativa
Al comando del capitano di corvetta Riccardo Boris, l'unità cominciò la sua attività in guerra con una missione di agguato offensivo nelle acque di Capo Palos dove, il 13 giugno 1940, avvistò una formazione francese composta da tre incrociatori scortati da numerosi cacciatorpediniere. Si portò all'attacco e lanciò due siluri contro l'incrociatore Jean De Vienne, che riuscì ad evitarli con tempestiva manovra.
Dopo altre missioni venne destinato nella base atlantica di Bordeaux, a disposizione di Betasom. Il 16 agosto 1940 attraversò lo Stretto di Gibilterra senza incidenti e, portatosi al largo delle Azzorre, il 17 agosto attaccò con siluro il piroscafo da carico britannico Ilvington Court di 5.187 tsl, che affondò, ed il 21 colpì con il cannone la cisterna Hermes, da 3.678 tonnellate, danneggiandola. Il 31 gennaio 1941 attaccò con due siluri la petroliera britannica Pizarro di 1.367 tsl, che affondò rapidamente.
Nell'estate del 1941 l'unità rientrò in Mediterraneo, attraversando lo Stretto di Gibilterra il 2 luglio, con navigazione in superficie, ed arrivò a Napoli il giorno 7. Al comando del tenente di vascello Walter Auconi, nello stesso mese compì una missione esplorativa nelle acque tunisine.
Nel settembre compì una missione di agguato nella zona di mare compresa fra Capo Palos e Capo Casine; rientrò a Napoli dopo cinque giorni senza aver conseguito contatti con unità nemiche. Nei primi giorni di novembre l'unità fu inviata in crociera offensiva lungo le coste dell'Algeria e del Marocco, con agguati prolungati nelle zone di Algeri, Capo Ferrat e Melilla; il giorno 4 attaccò, col cannone e con i siluri, la petroliera francese Tarn (4.220 tsl) che, benché gravemente danneggiata, poté arrivare in Algeria.
L'8 novembre 1941 si portò nelle vicinanze del porto di Melilla dove, avvistato il piroscafo spagnolo Castillo De Oropesa (6.600 tsl), lanciò un siluro che affondò il mercantile. Proseguita la sua missione lungo le coste marocchine sino a tutto il giorno 3, il Dandolo diresse quindi per il rientro.
Nel mese di dicembre effettuò una missione di trasporto materiali bellici a Bardia.
Il 21 luglio 1942 il Dandolo, al comando del capitano di corvetta Alberto Campanella avvistò la portaerei britannica Eagle fortemente scortata. Serrate le distanze si portò all'attacco e riuscì a lanciare una salva di quattro siluri disimpegnandosi in immersione. Sottoposto a violenta caccia, il battello fu costretto ad interrompere la missione e a rientrare alla base in seguito alle avarie riportate.
Al comando del tenente di vascello Giacomo Scano, il 27 novembre 1942, il Dandolo penetrò nella rada di Philippeville e lanciò due siluri contro due corvette in perlustrazione, mancando il bersaglio.
Il mattino del 1° gennaio 1943, a nord di Bougie, lanciò quattro siluri contro un piroscafo, con esito non accertato.
Il 25 aprile 1943 mentre navigava in superficie a nord di Capo Fer, fu fatto segno al lancio di tre siluri da parte di un sommergibile avversario, ma riuscì ad evitarli.
Il 16 luglio 1943, al comando del tenente cli vascello Aldo Turcio, il Dandolo, in missione di pattugliamento al largo di Siracusa, avvistò una formazione navale composta da due incrociatori e quattro cacciatorpediniere. Si portò all'attacco e lanciò una salva di quattro siluri contro la seconda unità della fila l'incrociatore britannico Cleopatra danneggiandolo gravemente.
Il giorno successivo il sommergibile fu attaccato da un aereo, con lancio di bombe il cui scoppio causò diversi danni (due di esse si incastrarono nelle contro-carene senza esplodere). L'aereo fu ripetutamente colpito dalla pronta reazione di fuoco e fu visto allontanarsi visibilmente in difficoltà.
L'armistizio colse l'unità a Taranto, dove stava effettuando un turno di lavori, al termine dei quali, nel febbraio 1944, fu inviata nelle Bermude, dove disimpegnò intensissima attività addestrativa antisom. Nel 1945 fu dislocata a New London e poi a Guantanamo. Rientrò in Italia nel dicembre dello stesso anno ed il 18 ottobre 1946 venne radiata. Nel 1949 fu demolito.
L'attività del Dandolo fu di 18 missioni offensive nel Mediterraneo, 3 in Atlantico, 15 operative di trasferimento tra porti nazionali e una cli trasporto materiale bellico in porto d'oltremare. In ottemperanza al Trattato di Pace questa unità avrebbe dovuto essere consegnata agli Stati Uniti in conto riparazione danni di guerra: ma, a seguito della rinuncia da parte di Washington, l'unità fu demolita.
Alla radiazione, nel 1948, il Dandolo poteva vantare una delle attività operative più intense della flotta con ben 322 giorni di navigazione, 44.486 miglia di navigazione in superficie e 5.290 in immersione per un totale di 39 missioni.

 

 

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(via Marcello Risolo)


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(via Marcello Risolo)

 

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Il Dandolo  in navigazione nei primi anni di vita, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

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Il Dandolo  al rientro a Cagliari da una missione di guerra nel 1943, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

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Il Dandolo in primo piano con dietro Brin, Onice e Marea, a Taranto in disarmo nel 1946, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

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Regio sommergibile

Sebastiano VENIERO (2°)

 


Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone
Impostazione: 23 gennaio 1937
Varo: 14 febbraio 1938
Consegnato : 6 giugno 1938
Affondato : 7 giugno 1942
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
Dopo alcune missioni compiute in Mediterraneo, il 2 luglio 1940 l'unità, al comando del capitano di corvetta Folco Buonamici, salpò dalla Spezia e nella notte tra il 7 e l'8 luglio attraversò lo Stretto di Gibilterra. Nella notte tra il 27 ed il 28 luglio ripassò lo stretto in immersione, non avendo avuto occasione di attaccare naviglio mercantile in Atlantico, e rientrò alla base.
Non appena fu approntata la base atlantica, il Veniero, al comando del capitano di corvetta Manlio Petroni, partì dalla Spezia, attraversò il 3 ottobre lo stretto e si trasferì a Bordeaux.
Durante la sua prima missione atlantica, il 13 dicembre 1940, al largo della Scozia, attaccò con siluro ed affondò il piroscafo greco Anastassia, di 2.833 tsl.
Il 23 marzo 1941, in navigazione di rientro alla base e nonostante avesse una grave avaria ad un Diesel, attaccò ed affondò la nave da carico britannica Agnete Maersk di 2.014 tsl.
In altra missione, compiuta al largo di Capo San Vincenzo, attaccò, il 30 maggio, un cacciatorpediniere britannico, con esito incerto. Attaccato a sua volta e fatto oggetto del lancio di oltre 30 bombe di profondità, riuscì ad allontanarsi.
Il 16 giugno attaccò una petroliera da 3.500 tsl ed il piroscafo britannico Ariosto da 7.300 tsl, facenti parte di un convoglio fortemente scortato; sottoposto a caccia, il Veniero riuscì a sganciarsi senza aver potuto accertare l'esito degli attacchi.
Il 12 agosto 1941 ripassò lo stretto e, sebbene sottoposto ad azione aerea nemica rientrò incolume in Italia.
Impiegato nuovamente in missioni nel Mediterraneo, nel dicembre 1941 effettuò una missione di trasporto materiali a Bardia, e si presentò all'imboccatura del porto quando già la base era caduta in mani nemiche riuscendo comunque a ritirarsi e a rientrare alla base.
La sera del 17 maggio 1942 l'unità, al comando del capitano di corvetta Elio Zappetta, lasciò Cagliari per portarsi ad operare in una zona d'agguato a sud delle Baleari. Alle ore 16.45 del 29 maggio lanciò il segnale di scoperta di un convoglio; dopo di allora non si ebbe più alcuna sua notizia.
È ipotizzabile che la sua scomparsa sia avvenuta in una data compresa tra il 29 maggio e il 23 giugno 1942 (quasi certamente il 7 giugno), in una zona imprecisata del Mediterraneo occidentale, a sud della congiungente Maiorca-Sardegna, ad opera di aerei nemici. Con l'unità scomparvero anche i 58 membri dell'equipaggio.
Il Veniero aveva compiuto 7 missioni offensive in Mediterraneo, 4 in Atlantico, 2 operative di trasferimento tra porti nazionali ed una di trasporto materiale bellico.

 

 

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(via Marcello Risolo)

 

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(via Marcello Risolo)

 

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Il sommergibile Veniero in manovra nel bacino di Betasom nel 1941, da "I sommergibili italiani 1940-1943 - parte 2^ - Oceano" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2014 - Storia Militare Dossier

 

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Regio sommergibile

Andrea PROVANA (2°)

Omnia omnium bene agere
(Far tutto per il bene di tutti)

 


Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone
Impostazione: 3 febbraio 1937
Varo: 16 marzo 1938
Consegnato : 25 giugno 1938
Affondato : 17 giugno 1940
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
Questa unità ebbe vita brevissima. Infatti, durante la sua prima missione in guerra al largo di Orano, alle ore 16.30 del 17 giugno attaccò col lancio di due siluri un convoglio di cinque unità mercantili francesi, diretto da Orano a Marsiglia, scortato dagli avvisi Commandant Bory e La Curieuse. Individuato e sottoposto a violenta caccia fu costretto ad emergere e venne speronato ed affondato dall'avviso La Curieuse il quale rimase seriamente danneggiata nella collisione, ma poté rientrare in porto ad Orano malgrado avesse imbarcato 150 t. d'acqua su un dislocamento di circa 600.
Non ci furono superstiti tra i 62 membri dell'equipaggio, scomparsi tutti nella sciagura con il Comandante, capitano di corvetta Ugo Botti.

 

di seguito il link ad un post con altre informazioni sull'affondamento del sommergibile Provana

 

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(via Marcello Risolo)


Smg.PROVANA.varo.16.03.1938-I.sommergibili.di.Monfalcone-Turrini-RM.11.1998.jpg

(via Marcello Risolo)

 

Smg.PROVANA-varo.16.03.1938-Museo.Navale.VE_via.M.Mascellani.jpg

Il momento del varo del sommergibile Andrea Provana, collezione A. Turrini

 

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Il sommergibile Provana a Monfalcone il 16 marzo 1938 subito dopo il varo, collezione Museo Navale di Venezia via Marco Mascellani

 

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Il sommergibile Provana, in entrata a Taranto probabilmente nell'inverno 1939 o 1940, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994

 

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Regio sommergibile

MOCENIGO (2°)
Semper paratus
(Sempre pronto)

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone
Impostazione: 19 gennaio 1937
Varo: 20 novembre 1937
Consegnato : 14 agosto 1938
Affondato : 13 maggio 1943
Radiazione: 23 settembre 1949

Attività operativa
Entrato in guerra al comando del capitano di corvetta Vittorio Carminati, dopo alcune missioni compiute in Mediterraneo, prevalentemente lungo le coste algerine e tunisine, il 24 novembre 1940, al comando del capitano di corvetta Alberto Agostini, salpò dalla Spezia per portarsi nella base atlantica di Betasom. Il 30 novembre intraprese l'attraversamento dello Stretto di Gibilterra in immersione e nonostante alcune difficoltà e avarie proseguì la navigazione, sfuggendo alle unità di pattugliamento britanniche che lo sottoposero, dalle ore 10.00 alle ore 14.00 del 2 dicembre, ad una dura caccia con lancio di 40 bombe di profondità, il cui scoppio non provocò danni al battello.
Entrato nella zona assegnata, il mattino del 21 dicembre, in pattugliamento al largo delle coste africane, intercettò il convoglio "OG 47" composto da una decina di piroscafi fortemente scortati, diretto verso Lisbona. Si portò all'attacco e lanciò due siluri contro un piroscafo di nazionalità non accertata, che venne forse gravemente danneggiato, ed altri due contro il piroscafo Mangen di 1253 tsl che, colpito da un siluro, si capovolse rapidamente ed affondò. Invertita la rotta, il Mocenigo lanciò altri due siluri contro un piroscafo da carico, senza bandiera e con caratteristiche pressoché analoghe a quelle dell'unità affondata in precedenza che venne probabilmente danneggiato. Disimpegnatosi coll'immersione, fu sottoposto a caccia dalla quale riportò danni non gravi.
Il giorno successivo, nel pomeriggio a circa 270 miglia a ponente di Oporto, aprì il fuoco contro il piroscafo armato britannico Sarastone, di 2.473 tsl; il piroscafo rispose al fuoco ed il battello venne colpito alla torretta. Durante il combattimento, nel quale anche il piroscafo ebbe a subire ingenti danni, scomparvero in mare il secondo capo Serafino Sacchi e tre marinai, strappati dalle onde, particolarmente violente. La sera del 2 dicembre, l'unità raggiunse Bordeaux. Nel marzo effettuò una seconda missione senza ottenere risultati positivi.
II 16 agosto 1941, dopo 4 missioni in Atlantico, il Mocenigo prese il mare da La Pallice e, navigando in superficie, il giorno 23, riattraversò lo Stretto di Gibilterra ed il 28 agosto rientrò alla Spezia.
Nel dicembre 1941. durante una missione di trasporto materiali bellici a Derna subì attacchi aerei, senza riportare danni.
Al comando del capitano di corvetta Paolo Monechi, il 14 marzo 1942, a nord di Capo Falcon colpì con un siluro la petroliera francese Sainte Marcelle, di 1518 tsl, che fu vista in fase di affondamento.
Il 20 dello stesso mese, superato lo schermo protettivo antisom, lanciò tre siluri contro la portaerei Argus, con esito negativo.
Il 18 maggio lanciò tre siluri contro una unità riconosciuta come incrociatore, probabilmente danneggiandola.
Al comando del tenente di vascello Alberto Longhi, il giorno 19 novembre 1942, al largo di Cap de Fer, il Mocenigo lanciò quattro siluri contro un piroscafo, con probabile esito positivo.
Il 14 dicembre dello stesso anno, al largo di Bona, lanciò una salva di 4 siluri contro l'incrociatore britannico Argonaut che venne gravemente danneggiato.
Il 13 maggio, alle ore 14.45. l'unità ormeggiata al molo della Capitaneria di Porto cli Cagliari per piccoli lavori di manutenzione, affondò per attacco aereo; morirono cinque uomini dell'equipaggio.

 

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Monfalcone 20 novembre 1937 il Mocenigo pronto al varo.

da "I sommergibili italiani 1895-1962" di P.M. Pollina - USMM - 1963

 

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(via Marcello Risolo)

 

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Il sommergibile Mocenigo durante una successiva fase dell'allestimento a Monfalcone.

da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

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Il sommergibile Mocenigo durante una prova motori il 29 settembre 1938.

da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

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Il sommergibile Mocenigo fotografato dal Brin in Atlantico nel giugno del 1941.

da "Sommergibili in guerra " di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994

 

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Il sommergibile Mocenigo rientra a Cagliari il 2 maggio 1943 dopo un ciclo di lavori a Castellamare di Stabia.

I lavori hanno portato all'ulteriore riduzione del volume della torretta ed alla modifica della mimetizzazione.

da "Sommergibili in guerra " di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994

 

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Cagliari il 23 maggio 1942, il sommergibile Mocenigo rientra alla base dopo una missione di guerra

dove aveva lanciato una salva di siluri contro un incrociatore nemico senza colpirlo.

a "Sommergibili in guerra " di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994

 

a questo link una discussione sul Nonno del c.te Nightrider, imbarcato sul Mocenigo LINK

 

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Regio sommergibile

NANI (2°)

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 15 gennaio 1937

Varo: 16 gennaio 1938

Consegnato: 5 settembre 1938

Affondato: 7 gennaio 1941

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Al comando del capitano di corvetta Gioacchino Polizzi, questo battello effettuò tre missioni in Mediterraneo, senza conseguire risultati di rilievo.

Il 29 settembre 1940 salpò da Napoli per portarsi ad operare in Atlantico, a disposizione di Betasom. Iniziò l'attraversamento dello Stretto di Gibilterra in immersione alle prime ore del 4 ottobre. Giunto in zona di operazioni durante la notte del 5 ottobre, ad una cinquantina di miglia da Capo Spartel, mentre si avvicinava ad un piroscafo completamente illuminato, per controllarne la nazionalità, avvistò una massa scura, che risultò poi essere il "trawler" Kingston Sapphire, di 356 tsl, adibito alla vigilanza dello Stretto. L'unità, colpita da due siluri lanciati dal Nani affondò rapidamente.

Dall'11 al 27 ottobre il sommergibile sostò nella zona di operazioni a nordovest di Madera, senza effettuare alcun avvistamento. Il giorno 27, in navigazione verso la base di Bordeaux, avvistò il piroscafo britannico Maggie di 1.583 tsl, isolato e senza bandiera, e lo affondò con il cannone. Raggiunto il limite di autonomia, il Nani diresse su Bordeaux, che raggiunse il 4 novembre.

Inviato in missione nel dicembre 1940, il giorno 17 fu costretto a rientrare alla base per sbarcare l'ufficiale in seconda ed un cannoniere, rimasti feriti dagli urti provocati da un violento colpo di mare che aveva investito la plancia. Sostò poi alla fonda a Pauillac (Gironde) e nella notte fra il 17 ed il 18, nel corso di un allarme aereo, abbatté un velivolo incursore.

Salpò da Bordeaux il 20 dicembre per riprendere la missione interrotta e portarsi al largo della Gran Bretagna. Dal 3 gennaio 1941 non dette più sue notizie. Da fonte ufficiale britannica risulta che l'unità venne affondata il 7 gennaio dalla corvetta Anemone, a sud-est dell'Islanda.

 

 

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(via Marcello Risolo)

 

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Altra foto dell'allestimento del sommergibile Nani, con affiancato un battello classe " H " in manutenzione,

da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

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Il sommergibile Nani a Venezia nell'estate del 1939, collezione A. Fraccaroli da "I sommergibili italiani 1940-1943 - parte 2^ - Oceano" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2014 - Storia Militare Dossier 

 

 

 

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Regio sommergibile

BARBARIGO (2°)

Par animo gloria

(Pari all'animo la gloria)

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 6 febbraio 1937

Varo: 12 giugno 1938

Consegnato : 19 settembre 1938

Affondato : giugno 1943

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Al comando del capitano di corvetta Giulio Ghiglieri svolse attività bellica sin dal primo giorno di guerra, effettuando una missione di agguato a 10 miglia dalla costa algerina: rientrò alla base il giorno 13 senza aver conseguito avvistamenti.

Svolse altre due missioni in Mediterraneo, nella seconda delle quali il 2 luglio subì una prolungata caccia antisom e riportò avarie agli impianti di bordo con perdita di nafta dalle casse esterne, per cui il battello fu costretto a rientrare alla base.

Destinato alla base atlantica di Bordeaux, alle prime ore del 14 agosto 1940 entrò nello Stretto di Gibilterra con navigazione in immersione, e si portò nelle acque di Madera mantenendo l'agguato per 15 giorni. In questa zona colpì ripetutamente con il cannone il piroscafo da carico britannico Aquila, da 3.255 tsl, dannegiandolo.

Da Bordeaux riprese il mare il 14 ottobre e tre giorni dopo, mentre stava ancora navigando verso la zona di operazioni, fu oggetto cli un attacco aereo con lancio di bombe che esplosero lontane. Il 23 ottobre diede inizio all'esplorazione offensiva a ponente dell'Irlanda ed il 30 dello stesso mese avvistò un mercantile che non poté attaccare per l'elevata velocità mantenuta dallo stesso. L'11 novembre lanciò contro un cacciatorpediniere di scorta ed una portaerei; l'esito non poté essere accertato, ma dalla documentazione britannica non risultano affondamenti di unità militari in quell'occasione. Dopo 33 giorni cli permanenza in mare, rientrò a Bordeaux.

Al comando del capitano di corvetta Francesco Murzi il 5 maggio 1941 attaccò, con esitò non accertato, il piroscafo britannico Manchester Port.

Alle ore 12.30 del 24 luglio 1941, avvistato un piroscafo all'orizzonte, l'unità si pose all'inseguimento ed alle ore 00.34 del 25, dalla distanza di 1000 metri, lanciò un siluro che colpì sotto il fumaiolo, causando l'arresto ma non l'affondamento del piroscafo. Dopo che l'equipaggio si fu posto in salvo, il Barbarigo con 49 colpi di cannone ridusse la nave ad un relitto con incendio a bordo e in via di affondamento. Il piroscafo era il britannico Macon, di 5.135 tsl. Nella notte successiva il Barbarigo affondò col siluro la petroliera Horn Shell di 8.272 tsl.

II 23 gennaio 1942 affondò il piroscafo spagnolo Nauemar da 5473 tsl, che navigava senza bandiera, con merci di contrabbando.

Al comando del capitano di corvetta Enzo Grossi, l'unita raggiunse la zona di operazione, al largo di Capo San Rocco, il 17 maggio 1942 ed il pomeriggio del 18 avvistò un piroscafo da carico che risultò poi essere il brasiliano Comandante Lyra, di 5.052 tsl: nel corso della notte lo attaccò col siluro e col cannone colpendolo, tanto da ritenerne prossimo l'affondamento. Il piroscafo venne invece soccorso dalla Task Force 23 statunitense e venne rimorchiato in porto dal rimorchiatore brasiliano Perdigao.

Il giorno successivo il Barbarigo avvistò il cacciatorpediniere Moffett e l'incrociatore statunitense Milwaukee, che il comandante Grossi scambiò, a causa della non perfetta visibilità, per una corazzata del tipo "Maryland" o "California"; lanciò contro l'incrociatore due siluri che egli ritenne avessero colpito ed affondato quell'unità che aveva scambiato per una nave da battaglia. Solo nell'autunno del 1962, dopo minuziose ricerche, si poté accertare che l'unità attaccata era in realtà l'incrociatore Milwaukee e che l'azione aveva avuto esito negativo.

Dopo l'attacco, il Barbarigo si allontanò per levante e il 22 venne attaccato da un aereo che gli lanciò contro otto bombe, che non causarono danni, pur esplodendo in prossimità del battello. Proseguendo nella missione, nella notte tra il 28 ed il 29 maggio 1942 colò a picco il piroscafo da carico britannico Charlbury, di 4835 tsl.

Il 30 maggio, ormai al limite dell'autonomia, il Barbarigo iniziò la navigazione di ritorno a Bordeaux, ove giunse il 16 giugno.

Durante la successiva missione al largo delle coste americane, il 1° ottobre 1942 l'unita fu attaccata da due aerei: la pronta reazione di bordo abbatté un velivolo. Durante la stessa missione, il 6 ottobre lanciò quattro siluri contro un'unità militare che venne ritenuta una nave da battaglia della classe "Mississippi": in realtà si trattava della corvetta britannica Petunia la quale, secondo le indagini fatte nel dopoguerra, notò le scie dei siluri ma non poté porsi in caccia avendo le apparecchiature di bordo antisom non funzionanti. Tuttavia nessun siluro colpì il bersaglio, essendo stati questi regolati ad una profonditi di 6 metri.

Al comando del tenente di vascello Roberto Rigoli, il 24 gennaio 1943 l'unita salpò da La Pallice, e si portò ad operare al largo della costa brasiliana. Nelle acque di Bahia, il 24 febbraio, colò a picco, col siluro e il cannone, il piroscafo Monte Igueldo di 3.453 tsl. Nel corso dell'attacco e quando già il piroscafo stava affondando, il Barbarigo fu attaccato da un aereo statunitense tipo "Consolidated", che sganciò tre bombe, tutte esplose senza danno per il battello.

Nel pomeriggio del 2 marzo affondò col siluro il piroscafo passeggeri brasiliano Alfonso Penna di 3.540 tsl, e nel pomeriggio del giorno successivo attaccò ed affondò la nave statunitense Staghound di 8.591 tsl. Rientrò a Le Verdon nel pomeriggio del 3 aprile, avendo al suo attivo l'affondamento di tre navi mercantili per un totale di 15 584 tsl.

In base agli accordi con la Marina germanica, il Barbarigo fu destinato, nella primavera del 1943, ad essere trasformato in unita trasporto materiali strategici. Ultimata la trasformazione e al comando del tenente di vascello Umberto De Julio, il 16 giugno salpò da Bordeaux per Singapore con 130 t di materiali e 5 miliardi di Lire. Dopo la partenza, non diede più sue notizie. Si ritiene che l'unità sia affondata tra il 16 ed il 24 giugno, in un punto sconosciuto dell'Atlantico, per cause ignote. Non ci furono superstiti.

 

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Un dettaglio della falsatorre del sommergibile Barbarigo poco prima del varo, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

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Altra immagine del Barbarigo poco prima del varo, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

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Il sommergibile Barbarigo durante la prova motori a tutta forza effettuata prima della consegna alla Regia Marina, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

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Il sommergibile Barbarigo a Napoli nell'estate 1940, collezione A. Fraccaroli, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

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(via M. Risolo)

 

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Il sommergibile Barbarigo al rientro a Bordeaux da una missione in Atlantico, mostra gli evidenti danni causati dal mare grosso allo scafo leggero. La scritta sulla falsatorre denuncia i presunti responsabili, seconde l'equipaggio, di quei danni, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

 

Bordeaux 16 giugno 1942 rientro del sommergibile Barbarigo a Betasom dopo la sua prima missione nelle acque del Brasile, e nelle immagini successive il dettaglio della falsatorre dove è stata disegnata la sagoma della corazzata americana che si riteneva affondata, ed anche un particolare della bandiera issata sulla falsatorre con indicato il tonnellaggio della nave da battaglia da 32.000 t 

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Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

 

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"I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Equipaggio sulla torretta del sommergibile Barbarigo.jpg

Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

 

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"I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

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"I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

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"I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

 

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Il sommergibile Barbarigo, si scosta dal pontile di Bordeaux, in partenza per l'ultima missione, da cui non darà più notizie, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

 

 

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Regio sommergibile

EMO (2°)

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 16 febbraio 1937

Varo: 29 giugno 1938

Consegnato : 14 ottobre 1938

Affondato : 10 novembre 1942

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Al comando del capitano di corvetta Carlo Liannazza, compì la sua prima azione bellica il 6 luglio 1940 quando, nel corso di un pattugliamento lungo la costa marocchina, avvistò una grande formazione britannica composta da una portaerei, due navi da battaglia e numerosi incrociatori e cacciatorpediniere diretta a levante; l'Emo diede inizio alla manovra d'attacco, ma non poté portarla a compimento a causa di un'accostata della formazione.

Il 27 agosto salpò da Napoli per Bordeaux, attraversò lo Stretto di Gibilterra in immersione e nelle acque dell'Atlantico affondò il piroscafo britannico Saint Agnes, di 5.199 tsl. Il 3 ottobre raggiunse la base di Bordeaux.

Partito il 31 ottobre per portarsi ad operare nelle acque nord-orientali dell'Irlanda, il 2 ed il 3 novembre l'Emo fu investito da fortissimi colpi di mare che strapparono dalla torretta il sottocapo Giuseppe De Giobbi e causarono l'invalidità del Comandante, per cui il battello rientrò alla base ed il comando fu assunto dal tenente di vascello Giuseppe Roselli Lorenzini.

Il 5 dicembre l'unità salpò nuovamente ed il 14 raggiunse la zona a ponente della Scozia; rientrò alla base il 1° gennaio senza risultati di rilievo.

Nella missione dal 3 al 22 marzo 1941, alla ricerca di un convoglio nemico segnalato dall'aviazione germanica, il giorno 9 fu attaccata da un aereo con lancio di bombe che esplosero vicinissime; le esplosioni bloccarono i timoni di profondità mentre l'Emo si trovava a circa 20 metri di quota per cui il battello prima affiorò e poi precipitò fino a 110 metri, al di sotto della quota massima operativa. Stabilizzato l'assetto e riemerso dopo qualche ora, il 12 l'Emo raggiunse la zona assegnata ed il 14 avvistò, e nella notte affondò col siluro, il piroscafo britannico Western Chiefdi 5.759 tsl, in navigazione isolata. Il 18 avvistò il piroscafo da carico britannico Clan Maciver, di 4.500 tsl, contro il quale lanciò un siluro che colpì il bersaglio. Il piroscafo reagì tentando di speronare l'Emo e poi di colpirlo con il cannone, ma l'unità riuscì a sottrarsi alle offese con una rapida immersione e si allontanò.

Durante una successiva missione al largo dello Stretto di Gibilterra, compiuta dal 19 maggio al 20 giugno 1941, l'Emo intercettò, il 6 giugno, un convoglio fortemente scortato. Lanciò due siluri contro un mercantile di 3.000 tsl e uno di 1900 tsl, che ritenne di avere affondato. Le indagini, eseguite sulla scorta della documentazione storica, non hanno però consentito di accertare l'affondamento di queste due unità che probabilmente, danneggiate, poterono raggiungere ugualmente un porto alleato.

Il 20 agosto salpò da La Pallice per rientrare in Italia; attraversato lo Stretto di Gibilterra il giorno 27, con navigazione in superficie, giunse a Napoli il 1° settembre.

Dal 1° ottobre al 12 dicembre operò presso Mariscuolasom Pola interrompendo, dall'8 al 10 novembre l'attività addestrativi per compiere una missione antisom in Alto Adriatico, in occasione di un trasferimento cli nostre unità di superficie da Trieste a Venezia. Nel dicembre effettuò una missione di trasporto di materiale bellico a Bardia, senza poter però sbarcare il materiale in quanto la base era caduta, nel frattempo, in mano nemica.

In missione al largo di La Galite, l'Emo, al comando del tenente di vascello Giuseppe Franco, il 12 agosto 1942 avvistò una formazione navale britannica fortemente scortata. Si portò all'attacco e lanciò tre siluri contro un incrociatore, che ritenne d'aver colpito. Dalla documentazione avversaria però non si sono ricavati elementi relativi ai risultati cli questo attacco.

Salpato da Cagliari il 7 novembre 1942 per agguato in una zona a sud della Sardegna, nella notte del 10 ricevette l'ordine cli spostarsi a nord cli Algeri per contrastare lo sbarco anglo-americano in Algeria.

Alle ore 12.00 del giorno 10, nel corso della manovra di attacco di unità nemiche, fu avvistato dal cacciasommergibili britannico Lord Nufffield che lo sottopose ad intensa caccia con lancio di bombe le cui esplosioni provocarono gravi avarie per cui l'Emo fu costretto ad emergere. Cominciò subito il combattimento con il cannone ma, non potendo manovrare per avaria ad entrambi i motori Diesel, fu costretto ad autoaffondarsi. I superstiti furono raccolti dall'unità britannica; 14 componenti dell'equipaggio perirono nel duro combattimento.

 

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Il sommergibile Emo durante la costruzione, il 1 marzo 1938, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti.

 

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(via M. Risolo)

 

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Il sommergibile Emo durante il varo a Monfalcone, il 29 giugno 1938,  da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999.

 

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L'Emo in secco in un dei bacini della base di BETASOM nel 1941,  collezione M. Cicogna via "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier.

 

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L'Emo in manovra, nella Baia di Suda (Creta) il 5 gennaio 1942; in secondo piano la torpediniera Cassiopea alla fonda, collezione N. Siracusano via "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier.

 

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Il sommergibile Emo in manovra nel Mar Piccolo di Taranto con lievi modifiche della falsatorre, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti.

 

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Gli ultimi istanti del sommergibile Emo, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier.

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Regio sommergibile

MOROSINI (1°)

Ex undis signum victoriae

(Dalle onde il segno della vittoria)

 

 

Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone

Impostazione: 2 marzo 1937

Varo: 28 luglio 1938

Consegnato : 9 novembre 1938

Affondato : tra l'8 e l'11 agosto 1942

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa

Al comando del capitano di corvetta Alfredo Criscuolo, il 15 giugno 1940, in agguato nelle acque cli Capo Palos attaccò senza successo una unità militare francese. Il giorno successivo attaccò un piroscafo di medio tonnellaggio, contro il quale lanciò un siluro da posizione ravvicinata, non potendo però controllare, per le particolari condizioni del mare e di luce, l'esito dell'attacco.

Il 26 ottobre 1940 l'unità salpò da Napoli per Bordeaux. Il 31 iniziò l'attraversamento dello Stretto di Gibilterra ed il 28 novembre, dopo un periodo di 15 giorni di agguato all'altezza di Tangeri, raggiunse la base di Betasom.

Dal 22 gennaio al 24 febbraio 1941, l'unità eseguì una missione a ponente dell'Irlanda, non conseguendo risultati utili.

Al comando del capitano di corvetta Athos Fraternale, il 14 maggio, al largo dell'Islanda, avvistò la petroliera britannica Vancouver di 5.727 tsl, contro la quale effettuò un'azione di fuoco interrotta subito a causa dell'inferiore velocità del battello. Nella notte del 15 il Morosini fu oggetto di un attacco aereo, con lancio di numerose bombe che non provocarono danni all'unità.

L'8 luglio l'unità dette inizio ad una nuova missione nelle acque a ponente dello Stretto di Gibilterra e nella notte fra il 14 ed il 15 luglio affondò il piroscafo da carico britannico Rupert de Lairinaga di 5.358 tsl, isolato, e il piroscafo passeggeri Lady Somers, requisito dalla Royal Navy, di 8.194 tsl.

Nel dicembre l'unità, in missione a 250 miglia dall'Isola Palma (Canarie), fu sottoposta a preciso lancio di bombe antisom il cui scoppio provocò gravi avarie al battello che fu costretto al rientro.

Durante una successiva missione, stando l'unità in navigazione verso la zona di operazione, a nordest dell'Isola Guadalupa (Antille), l'11 marzo 1942 affondò col siluro il piroscafo britannico Stangarth di 5.960 tsl. Il giorno 16 affondò la cisterna olandese Oscilla ed il 23 la britannica Peder Bogen, da 8.620 tsl.

Nuovamente in missione dal 2 giugno per operare in una zona compresa tra San Salvador (Bahamas) e Puerto Rico (Antille), l'unità, al comando del tenente di vascello Francesco D'Alessandro, raggiunse la zona il 28 giugno ed il 30 comunicò a Betasom di aver affondato col siluro e col cannone una motonave isolata, che risultò essere il piroscafo danese Tysa, da 5.327 tsl. Il 31 luglio segnalò di aver attaccato con il siluro, senza successo, un'unità militare, probabilmente una cannoniera. Dopo di che non diede più sue notizie.

Da fonte britannica si è appreso che l'11 agosto 1942, alle ore 16.15, un aereo sganciò quattro bombe di profondità contro un sommergibile in superficie, che fu visto subito immergersi, ma non venne constatato l'esito dell'attacco. È da presumere che l'unità sia affondata in data imprecisata tra l'8 e l'11 agosto 1942 nel Golfo di Biscaglia. Non ci furono superstiti fra i componenti d'equipaggio.

 

 

Smg.MOROSINI_pronto.varo_Sommergibili.italiani.fra.le.2.GM-1990_800.jpg

Una bella immagine del sommergibile Morosini pronto al varo, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

Di seguito due immagini del varo a Monfalcone del sommergibile Morosini, collezione M. Risolo

Smg.MOROSINI_varo_M.Risolo-Betasom.jpg

 

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C.R.D.A. di Monfalcone, 28 luglio 1938, varo del sommergibile Morosini, e sullo sfondo, il transatlantico Stockholm in costruzione, da "Gli squali dell'Adriatico" - Vittorelli Edizioni - 1999, via M. Risolo.

 

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Il Morosini a Venezia poco prima dell'inizio del conflitto, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.MOROSINI_foto.ricordo.equipaggio_Sommergibili.italiani.fra.le.2.GM-1990_800.jpg

Foto ricordo dell'equipaggio del Morosini al rientro da una missione in Atlantico,. In prima fila al centro con basco e baffetti alla D'Artagnan c'è il comandante Athos Fraternale, foto di Piunti da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

Di seguito tre immagini che riprendono l'operazione di rifornimento di nafta in mare tra Finzi e il Morosini, in secondo piano, effettuata nel marzo 1942 al largo dei Caraibi, collezione M. Skwiot 

Smg.MOROSINI-FINZI_rifornimento-2_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.MOROSINI-FINZI_affiancati-1_Sommergibili.in.Guerra-1994_800.jpg

da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

 

Smg.MOROSINI-FINZI_rifornimento-0_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

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Regio sommergibile

Comandante CAPPELLINI (1°)  poi U.IT 24 e I-503
Nec aspera terrent
(Non mi spaventano le difficoltà)

 

 

Cantiere: O.T.O., La Spezia
Impostazione: 25 aprile 1938
Varo: 14 maggio 1939
Consegnato : 23 settembre 1939
Affondato : 2 settembre 1945
Radiazione: 27 febbraio 1947

Attività operativa
Nell'imminenza dell'intervento italiano nel conflitto, Maricosom dispose che il Cappellini si portasse ad operare in Atlantico. Salpato da Cagliari il 6 giugno 1940, al comando del capitano di corvetta Cristiano Masi, nella notte del 14 giugno, in prossimità di Capo Negro (a sud di Punta Almina); fu dapprima avvistato dal trawler britannico Arctic Ranger, successivamente dal cacciatorpediniere Vidette, con lancio reciproco di siluri, andati a vuoto. Il Cappellini riuscì a far perdere le proprie tracce, ma, avvistato da un altro cacciatorpediniere britannico mentre navigava in acque territoriali spagnole, fu costretto a riparare nel porto di Ceuta da dove, dopo qualche giorno, riuscì a riprendere il largo e a rientrare alla Spezia.
Al comando del capitano di corvetta Salvatore Todaro, il 29 settembre l'unità ritentò la missione, ed il 5 ottobre effettuò il passaggio dello Stretto di Gibilterra navigando in immersione. Nella notte tra il 15 ed il 16 affondò, col siluro, il piroscafo da carico armato Kabalo, di 7.545 tsl. Il comandante Todaro prese a rimorchio la scialuppa con i naufraghi e diresse verso le Azzorre; allorché si aprì una falla nella scialuppa, i naufraghi vennero imbarcati a bordo del Cappellini e sbarcati, il giorno 19 ottobre, nell'Isola di Santa Maria delle Azzorre.
Il 5 gennaio 1941, mentre si trovava in missione d'agguato nelle acque fra le Canarie e la costa africana, il Cappellini affondò col cannone il piroscafo britannico Shakespeare, di 5029 tsl. Il giorno 14 attaccò con siluro, poi col cannone, il piroscafo armato britannico Eumaeus, di 7.472 tsl, trasformato in incrociatore ausiliario. Il duello di artiglieria fra le due unità durò per oltre due ore, ed alla fine l'Eumaeus fu affondato.
Durante una successiva missione nelle acque a ponente della Scozia, il 21 aprile 1941 il Cappellini, nonostante una grave avaria ad un motore Diesel, attaccò due grandi piroscafi passeggeri e ritenne di aver colpito e affondato una unità.
Divenuto comandante il tenente di vascello Aldo Lenzi, il battello, durante una missione al largo delle Azzorre, lanciò cinque siluri contro il piroscafo da carico britannico Miguel de Larrinaga, di 5.231 tsl. Due armi colpirono il bersaglio, che probabilmente affondò (2 dicembre 1941).
Al comando del tenente di vascello Marco Revedin, al largo di Capo San Rocco affondò la motonave svedese Tisnaren, di 5447 tsl (19 maggio 1942) ed il giorno 31 affondò la cisterna brasiliana Dinsdale, di 8214 tsl.
Il 13 settembre 1942 partecipò all'azione umanitaria di salvataggio dei naufraghi del piroscafo britannico Laconia, silurato ed affondato dal sommergibile tedesco U 156 Il piroscafo trasportava, oltre ai 436 uomini di equipaggio, 248 militari britannici, 80 fra donne e bambini, 1800 prigionieri di guerra italiani e 160 militari polacchi. Il Cappellini riuscì a trarre in salvo 49 italiani, 19 inglesi ed un polacco, assistendo anche numerose imbarcazioni cariche di naufraghi, che vennero poi raccolti da unità francesi su indicazioni fornite dal sommergibile italiano.
In base agli accordi intercorsi tra Roma e Berlino, il battello venne trasformato in sommergibile da trasporto materiali strategici.
L'11 maggio 1943, al comando del capitano di corvetta Walter Auconi, partì per Singapore con un carico di 195 t di materiali (munizionamento speciale, pezzi meccanici ecc.). Poiché aveva imbarcato la quantità massima possibile di nafta, cominciò la navigazione con una riserva di spinta del 3,5%. Arrivò a Sabang il 9 luglio con i depositi di nafta praticamente esauriti. Rifornito in porto e scortato dalla nave coloniale nazionale Eritrea, il 10 dello stesso mese raggiunse Singapore da dove, dopo aver sbarcato il carico ed imbarcato 156 t di gomma, stagno, tungsteno, ripartì per Sabang (21 agosto). Sostò in questo porto per attendere il sommergibile Giuliani; poi, con vari pretesti, fu trattenuto in attesa che la situazione politica in Italia si chiarisse.
L'8 settembre i Giapponesi si impossessarono dell'unità e la consegnarono ai Tedeschi, che la denominarono U.IT. 24. Alla resa della Germania, il Cappellini fu incorporato nella Marina nipponica, che lo denominò I 503. Alla fine del conflitto passò in mani statunitensi. Affondò al largo di Kobe il 2 settembre 1945.

Inserisco di seguito due link ai testi sul C.te Salvatore Todaro:
Salvatore Todaro di Gianni Bianchi
Il Comandante Salvatore Todaro di Armando Boscolo
uno dei tanti presenti su Betasom che trattano sempre del C.te Todato Link

 

ed invece uno dedicato al Cappellini ed al suo equipaggio da parte di uno di loro Attilio GHEZZI con foto ricordo inedite

 

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Smg.CAPPELLINI_pronto.al.varo-1_Sommergibili.italiani.fra.le.2.GM-1990_800.jpg

Il sommergibile Cappellini pronto al varo il 14 maggio 1939,  da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

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La Spezia, 14 maggio 1939 varo del sommergibile Comandante Cappellini, collezione F. Petronio da "I sommergibili italiani 1940-1943 - parte 1^ - Mediterraneo" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013 - Storia Militare Dossier 

 

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(via M. Risolo)

 

Smg.CAPPELLINI_navigazione.lento.moto_Sommergibili.italiani.fra.le.2.GM-1990_800.jpg

Il sommergibile Comandante Cappellini in navigazione a lento moto, prima del conflitto,  da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

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Un particolare del Cappellini a Bordeaux nel novembre 1940, collezione M. Skviot da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

 

Di seguito tre immagini che resero celebre il Cappellini ed il suo comandante, il capitano di Corvetta Salvatore TODARO. Le foto ritraggono i naufraghi del piroscafo belga Kabalo affondato dal sommergibile Cappellini nella notte tra il 15 e 16 ottobre 1940, che vengono recuperati a bordo dopo un primo tentativo di rimorchiare le imbarcazioni di salvataggio non andato a buon fine per le pessime condizioni del mare. Il comandante Todaro dopo aver accolto a bordo la maggior parte dei naufraghi li farà sbarcare sulla costa dell'isola di Santa Maria nell'arcipelago delle Azzorre. L'azione seppur lodevole a carattere umanitario venne aspramente criticata dai comandi sia italiano che tedesco per il rischio che lo stesso Todaro aveva fatto correre al suo equipaggio.

Smg.CAPPELLINI_naufraghi.Kabalo-1_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.CAPPELLINI_naufraghi.Kabalo_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.CAPPELLINI-Todaro_naufraghi.Kabalo_In.guerra.sul.mare-2005_800.jpg

Il capitano di Corvetta Salvatore TODARO parla con i naufraghi, da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005

 

Smg.CAPPELLINI_falsatorre.modif_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

Particolare della falsatorre del Cappellini dopo le modifiche per diminuirne le dimensioni,  da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.CAPPELLINI_tutta.forza_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

Il Cappellini procede ad alta andatura nel corso di una missione in Atlantico,  da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.CAPPELLINI-Eumaeus_riparaz.danni.combat-01.1941_BETASOM.La.guerra.negli.Oceani.1940-1943-2003_800.jpg

L'equipaggio del Cappellini intento a riparare i danni subiti durante lo scontro del 14 gennaio 1941 con il piroscafo armato Eumaeus da "BETASOM La guerra negli Oceani 1940-1943" di F. Mattesini - USMM - 2003

 

Smg.CAPPELLINI-Todaro_recupero.naufraghi.Kabalo_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

Il capitano di Corvetta Salvatore TODARO, comandante del Cappellini,  da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.CAPPELLINI_La.Luz-20.01.1941_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

Il Cappellini all'ormeggio nel porto di La Luz il 20 gennaio 1941. Danneggiato nel corso di un lungo cannoneggiamento, al termine del quale ha affondato l'incrociatore ausiliario britannico Eumaeus di 7.572 tsl, il battello è stato costretto ad entrare nel porto spagnolo per effettuare le riparazioni più urgenti. Rientrerà a Bordeaux il 30 gennaio 1941,  da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

Smg.CAPPELLINI_Gironda.primavera-1941_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

Bordeaux 6 giugno 1941. Il Cappellini al rientro dalla sua 5 missione in atlantico, da "BETASOM -I sommergibili italiani negli oceani" di E. Ando - 1997

 

Smg.CAPPELLINI_ormeggio.bordeaux-1941_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

 Le Verdon, agosto 1942. Il Cappellini all'ormeggio in attesa di partenza per una missione, da "BETASOM -I sommergibili italiani negli oceani" di E. Ando - 1997

 

Smg..CAPPELLINI_StrettoMalacca-12.07.1943_BETASOM-I.smgg.italiani.negli.oceani-1997_800.jpg

Stretto di Malacca, 12 luglio 1943. Il Cappellini ripreso dall’Eritrea tra Sabang e Singapore, da "BETASOM -I sommergibili italiani negli oceani" di E. Ando - 1997

 

Smg.U.IT.24_ex.CAPPELLINI_Singapore-02.1944_BETASOM-I.smgg.italiani.negli.oceani-1997_800.jpg

Acque di Singapore, febbraio 1944. L' U.IT-24 (ex-Cappellini) in mano­vra sotto bandiera tedesca, da "BETASOM -I sommergibili italiani negli oceani" di E. Ando - 1997

 

Smg.U.IT.24_ex.CAPPELLINI_indonesia_coll.F.Petronio-I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

L' I-503 (ex U.IT-24, ex Cappellini) in acque indonesiane. Catturato dai giapponesi a Sabang (Sumatra) nel settembre 1943, fu da questi ceduto ai tedeschi, salvo tornare in mano giapponese il 10 maggio 1945 venendo denominato I 503. Ritrovato dagli americani a Kobe nel settembre 1945, fu affondato al largo delle coste del  Giappone nell'aprile dell'anno successivo, collezione F. Petronio da "I sommergibili italiani 1940-1943 - parte 1^ - Mediterraneo" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013 - Storia Militare Dossier 

 

 

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Regio sommergibile

Comandante FAA' DI BRUNO

 

 

Cantiere: O.T.O., La Spezia

Impostazione: 28 aprile 1938

Varo: 18 giugno 1939

Consegnato : 23 ottobre 1939

Affondato : 8 novembre 1940

Radiazione: 18 ottobre 1946

 

Attività operativa dal link https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=19597

 

All'entrata dell'Italia nella 2^G.M. (10.6.40), il Faà Di Bruno, al comando del C.C. Aldo ENRICI, risulta assegnato alla 12ª Squadriglia del 1° Gruppo Sommergibili, di base alla Spezia.

Dopo un paio di missioni in Mediterraneo (dal 10 al 16 giugno e dal 15 al 23 luglio 1940, al largo di Orano), il battello viene destinato ad operare in Atlantico. Assegnato a BETASOM, il Comando dei Sommergibili Italiani di sede a Bordeaux, il Faà Di Bruno parte dalla Spezia il 28 agosto 1940 e passa lo stretto di Gibilterra fra il 2 e il 3 settembre. L'attraversamento, in immersione, è travagliato a causa delle forti correnti sottomarine: con l'ecoscandaglio in avaria, per due volte il battello sprofonda a 140 metri, strisciando anche sul fondo, ma fortunatamente senza danni.

Passato lo Stretto, il battello si porta in agguato a sud delle Azzorre, dove rimane dal 8 al 24 settembre. In questo periodo effettua cinque avvistamenti, tre dei quali seguiti da attacchi contro due grossi piroscafi (8 e 19 settembre) e contro la petroliera inglese Auris di 8.000 t (9 settembre), danneggiando forse i primi due ma sicuramente la petroliera. Quest'ultima è destinata ad essere vittima dei sommergibili italiani: il 28 giugno 1941 sarà affondata, con 4 siluri, dal Smg. Da Vinci (Com.te C.C. Ferdinando CALDA) a nord di Madera. Il giorno 24 settembre lascia la zona e dirige per Bordeaux, dove giunge il 5 ottobre 1940.

Il 31 ottobre il Faà Di Bruno parte per la sua prima e, purtroppo, unica missione tutta atlantica: pattugliamento ad ovest della Scozia. Gli viene assegnata la zona fra i paralleli 57°20' e 58°20' N, a ponente del 20° meridiano ovest. Previsto rientro: 5 gennaio 1941.

Ma dopo la partenza il battello non da più notizie di se. Le cause della sua perdita sono tuttora sconosciute. Potrebbe essere stato affondato dall'avversario, ma potrebbe anche essersi perduto per un'avaria, magari dovuta al mare grosso, che in quella stagione affligge il Nord Atlantico; oppure per una causa interna, come, ad esempio, l'esplosione di gas idrogeno dagli accumulatori. Non si sa neppure se il battello sia riuscito a raggiungere la zona assegnatagli.

Nel dopoguerra, sulla base della documentazione inglese, si è creduto di poter attribuire il suo affondamento al cacciatorpediniere inglese HMS Havelock, il quale aveva rapportato di aver attaccato, il giorno 8 novembre, nel punto di lat. 56°01'N e long. 17°50'W, un sommergibile in immersione e di aver visto affiorare rottami, bolle d'aria e chiazze di nafta.

Più tardi, pero, considerato che il fatto riferito dall'Havelock era avvenuto in una zona molto distante da quella che il Faà Di Bruno avrebbe dovuto raggiungere o attraversare, uno studio più accurato delle posizioni e degli eventi ha fatto individuare nel Smg. Marconi il battello attaccato da Ct. Inglese; dal quale attacco, comunque, il Marconi era uscito quasi indenne.

Pertanto, non è possibile neanche definire quando il battello si è perduto, se non rifugiandosi dietro la generica e burocratica indicazione di -data imprecisata fra il 31.10.40 e il 5.1.41-.

 

Con il Faà Di Bruno, primo nostro battello affondato in Atlantico, sono scomparsi:

 

- Cap.Corv. Aldo ENRICI, Comandante

- Ten.Vasc. Corrado BISA, Ufficiale in 2ª

- Cap. GN Sergio ZIGROSSI, Direttore di Macchina

- S.T.V. Loris SANTON

- G.M. Vittorio ARNONE

- Ten. GN Piergiorgio PINNA

- Ten. GN Carlo FRUMENTO

 

- C°2ª Romeo BICCHIERI

- C°2ª Riccardo PASSERONI

- C°3ª Lilio CECCANTI

- C°3ª Teodoro LANZILLO

- 2°C° Aristide DE MARCELLO

- 2°C° Eligio FRUSTA

- 2°C° Mario NOVELLI

- 2°C° Osvaldo PATRUCCO

- Sgt. Alfredo AVIGLIANO

- Sgt. Carlo CHIARUGI

- Sgt. Valentino CHIESA

- Sgt. Francesco RAFFA

- Sc. Pasquale AGOSTO

- Sc. Libero BAGARINI

- Sc. Edmondo DE BARBIERI

- Sc. Giovanni DONATO

- Sc. Armando GERI

- Sc. Giuseppe MOTTINI

- Sc. Francesco VELLAN

- Com. Amilcare ANELLI

- Com. Enrico BORIOLI

- Com. Venanzio BULGHERINI

- Com. Battista CORSETTI

- Com. Giuseppe COZZOLINO

- Com. Mario DE SIMONE

- Com. Antonio FILIPPIN

- Com. Vincenzo FORLENZA

- Com. Pasquale GAMBONE

- Com. Angelo GIASTI

- Com. Alessandro GIUSSO

- Com. Michele LA FRANCESCA

- Com. Carmelo LA PLACA

- Com. Francesco LEONARDI

- Com. Andrea LOFFREDO

- Com. Corrado LORENZINI

- Com. Romeo MAMINI

- Com. Antonino NICOLOSI

- Com. Gregorio PAGNOTTA

- Com. Giovanni PAINI

- Com. Giuseppe PALAZZO

- Com. Cesare POZZI

- Com. Giacinto PRATOLA

- Com. Michele RICEVUTI

- Com. Salvatore TRAPANESE

- Com. Angelo TROIAN

- Com. Vincenzo VENDOLA

- Com. Antonio VILLA

- Com. G. Teodoro ZANDONELLA

 

Galleria Fotografica

 

medffabrunov.jpgmeedfaabrunov.jpg

 

Smg.FAA.di.BRUNO_pronto.varo-1_Sommergibili.italiani.fra.le.2.GM-1990_800.jpg

Il sommergibile Comandante Faà di Bruno pronto al varo verso la fine del 1939, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

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(via M. Risolo)

 

Smg.FAA.di.BRUNO_navigazione.fine-39a_A.Fraccaroli-via-STORIA.Militare_800.jpg

Il sommergibile Comandante Faà di Bruno verso la fine del 1939, foto di A. Fraccaroli da "I sommergibili italiani 1940-1943 - parte 1^ - Mediterraneo" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013 - Storia Militare Dossier 

 

Smg.FAA.di.BRUNO_navigazione-1_Sommergibili.italiani.fra.le.2.GM-1990_800.jpg

Un altra immagine del Faà di Bruno in navigazione poco prima del conflitto, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

Smg.TORELLI-FAA.di.BRUNO_arrivo.bordeaux-05.10.1940_I.sommergibili.italiani.1940-1943_2013-14_800.jpg

Bordeaux 5 ottobre 1940. L'arrivo dei sommergibili Torelli, a sinistra, e Faà di Bruno, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier

 

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Altra immagine dell'arrivo del Faà di Bruno a Bordeaux, da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005

 

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