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Fosco Maraini Sul Vespucci


malaparte

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Conoscevo Fosco Maraini come orientalista, fotografo, alpinista, curioso del mondo (anzi, direi la sua vera professione è stata quest’ultima). Ora che sto leggendo la sua autobiografia “Case, amori, universi” (Mondadori) mi si conferma come scrittore acuto e creativo, uno che ha cose da dire e le sa dire. Ma non è questo il punto. L’autobiografia è in terza persona, Fosco si dà il nome di Clè, e gioca coi nomi, leggermente trasformando quelli veri delle tante persone che ha conosciuto. A un certo punto, si scopre, al capitolo 10, che Maraini è stato insegnante di inglese, in crociera sul Vespucci.

 

Le cose, a quanto pare, sono andate così: Clè nell’estate del 1934 venne chiamato dalla contessa “Ouspensky” ; da altre parti del libro, si capisce che si tratta della Olsoufieff (fuggita dalla Russia nel 1917, madre di numerosi figli –tra cui, ricordo, il TV Alessio, morto poi a Capo Bon – e che “in pochi anni riuscì a trovare dei mariti di grosso calibro sociale , o di sicuro avvenire professionale, per le sue tre figlie”…). Essendo Maraini perfettamente bilingue, e appartenente a un’ottima e rinomata famiglia, la Olsoufieff , a nome di un alto ammiraglio suo amico, gli chiese di passare un paio di mesi sul Vespucci per conversare in inglese con gli allievi dell’Accademia. Proposta ovviamente accettata.

Anche Maraini viene preso dal fascino del veliero, soprattutto quando, dopo una prima iniziale navigazione a motore, si passa a quella a vela. Le lezioni si svolgevano a gruppetti in un posticino tranquillo che aveva scovato: sulla coffa di trinchetto :s68: (da cui il titolo del capitolo), a gruppetti di 8/10 allievi. Qualche volta però, se il mare era un po’ burrascoso, si stava meglio sulla coffa dell’albero maestro.

Di conserva , a qualche miglio di distanza , seguiva la nave sorella Cristoforo Colombo, sui cui era imbarcato un altro insegnante, anche lui bilingue, “rampollo d’una nota famiglia della nobiltà fiorentina” (ci giurerei che era Giovanni Corsini, quello di “Lunga fuga verso il Sud”). :s02:

Descrive la navigazione, la rotta seguita, le curiosità della nomenclatura marinara…Vi trascrivo due brani:

 

IL NOSTROMO:

 

Re della Vespucci era forse l’ammiraglio Paladini, che si vedeva ogni tanto comparire lontano nella sua uniforme bianca, sereno, diafano come un bellissimo doge, silenzioso e nobile, dalla carnagione vagamente tinta di sole, ma dalla capigliatura candida come neve?No! E allora era forse il Signor Giorgetti (direi Giorgini, ve l’ho detto che gioca sui nomi!), energico, loquace, dalla faccia scavata come un corsaro, gran maestro nell’arte della vela? Neppure ! E allora chi era il sovrano, il pontefice, il navarca del bellissimo veliero, scivolato dritto dritto in mare da una stampa inglese dell’Ottocento? Be’, ci voleva poco a capirlo, era il nostromo Brandimarte.

Piccoletto, tarchiato, rivestito di una sorta di sozza uniformastra sopravvissuta a infiniti cimenti, principalmente oleosi, lo si trovava quasi costantemente presente e in piedi vicino alle pazienze dei vari alberi, con la sua formidabile arma, un fischietto di metallo lucido e a bulbo, dal quale ricavava sinfonie, concerti di fischi modulati dall’altissimo al basso secondo la sua volontà e ispirazione – un vero Paganini del sifolo.

Gli ufficiali davano i comandi generici, ma il nostromo Brandimarte era colui che ne dirigeva l’esecuzione per gli aspetti circoscritti e materiali. I suoi fischi formavano un autentico linguaggio, seguivano un invisibile spartito che teneva, chissà dove, in testa, e segnavano i movimenti dei complessi balletti di cui gli allievi erano i ballerini, magari sospesi a venti e più metri dalla tolda e dal mare, mentre scioglievano e raccoglievano le vele. […]

 

L’ARRIVO A IRAKLION / CANDIA:

Il comandante era infatti riuscito a entrare in porto con mezza velatura a riva, con il vento ancora portante; poi a far calare tutto al momento giusto, e infine, profittando dell’abbrivio, a raggiungere la boa d’ormeggio assegnatagli, senza fare uso dei motori. Operazione di straordinaria finezza ed eleganza”

 

 

- Curiosità mondana: delle tre sorelle Olsoufieff, Olga sposò Giovanni Corsini, Daria sposò Junio Valerio Borghese….e…la terza??

 

 

- per ammiraglia 88: a te il gioco di identificare chi erano l’ammiraglio “Paladini” e il nostromo “Brandimarte”. Quanto a Giorgini, vedo dal tuo sito che è stato comandante nel 1935 . Forse, si tratta di una confusione di Maraini (che ha scritto il libro moltissimi anni dopo:è uscito nel 1999). Se ti interessa, lo trovi facilmente in libreria, in ed.Oscar Mondadori; però è un bel volumotto sostanzioso, sono settecento pagine; se a te magari interessa particolarmente solo il cap. 10, nella tua città lo trovi sia alla Bibl. Civica che al MART.

Modificato da malaparte
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Molto interessante, non sapevo di questo imbarco del Maraini.

Però siamo nel 1935, non nel '34.

Infatti, dati alla mano:

 

- l'ammiraglio imbarcato nelle campagne estive, se c'è, è solitamente il Com.te dell'Accademia. L'Amm. di Squadra Riccardo Paladini (il cognome è esatto) assunse il comando livornese il 01.11.1934, quindi dopo la campagna estiva di quell'anno.

- quest'ultima campagna (svolta senza l'ammiraglio fra i piedi) vide sì il Vespucci scorrazzare nel Mediterraneo Orientale, senza però che approdasse a Candia.

- viceversa consta che nel '35 - con Paladini a bordo - il Vespucci, assieme al Colombo, toccò il porto cretese.

 

Per la cronaca, in quella crociera il veliero era comandato dal CV Aristotile Bona.

 

 

Mondanità: mi risulta che Olga Olsoufieff ebbe non tre, ma quattro figlie. Oltre alle menzionate Olga e Daria, v'erano Alexandra, sposata con Andre Busiri Vici d'Arcevia, e Maria, maritata a Marco Guglielmo Michahelles. Peraltro sul Faccialibro c'è un gruppo di discendenti della Contessa Olga.

Modificato da GM Andrea
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Santo cielo, e il tutto in neanche un'ora per rispondere??

:s07:

Ma quanti neuroni ha il ragazzo??? :s68: :s20:

Però pensavo....il ragazzo ha tanti neuroni...ma (consolatorio :s10: intendiamoci solo consolatorio.... :s14: )qualcuno, NON RICORDO CHI, ha detto che "cultura è ciò che rimane quando si è dimenticato tutto"..da anni, direi da decenni ,è il mio vero consolatorio motto...L'adotterei come firma, SE MI RICORDASSI come si fa...

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. Basta sapere dove cercare :s02:

 

NON RICORDO dove, comunque all'ingresso di una biblioteca universitaria americana , credo di ricordare che fosse della Ivy League, c'è scritto:

 

Metà della ricerca consiste nel sapere dove fare ricerca.

Chapeau...e piantiamola coi complimenti.

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- L'Amm. di Squadra Riccardo Paladini (il cognome è esatto) .

-

Mi accorgo solo ora dell'appunto; pensavo a un gioco boiardesco: Brandimarte, Paladini, ecc...ma non escludo che appunto lo pseudonimo ( che non sia il nome :s14: ) del nostromo possa essere stato ispirato dal nome dell'ammiraglio. In effetti, compaiono personaggi col nome vero, ma molti no (la moglie Topazia diventa "Malachite", la figlia Dacia è "Dafne"...insomma.... :s14: )

Sarebbe interessante sapere ( se non sbaglio, c'è in giro un topic apposito) se le descrizioni degli ufficiali date da Maraini corrispondono.... :s10:

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  • 3 weeks later...
... A un certo punto, si scopre, al capitolo 10, che Maraini è stato insegnante di inglese, in crociera sul Vespucci. ...

 

... gli chiese di passare un paio di mesi sul Vespucci per conversare in inglese con gli allievi dell’Accademia. Proposta ovviamente accettata.

Anche Maraini viene preso dal fascino del veliero, soprattutto quando, dopo una prima iniziale navigazione a motore, si passa a quella a vela. ...

 

Di conserva , a qualche miglio di distanza , seguiva la nave sorella Cristoforo Colombo, sui cui era imbarcato un altro insegnante,...

 

IL NOSTROMO:

... era il nostromo Brandimarte.

Piccoletto, tarchiato, rivestito di una sorta di sozza uniformastra sopravvissuta a infiniti cimenti, principalmente oleosi, lo si trovava quasi costantemente presente e in piedi vicino alle pazienze dei vari alberi, con la sua formidabile arma, un fischietto di metallo lucido e a bulbo, dal quale ricavava sinfonie, concerti di fischi modulati dall’altissimo al basso secondo la sua volontà e ispirazione – un vero Paganini del sifolo.

Gli ufficiali davano i comandi generici, ma il nostromo Brandimarte era colui che ne dirigeva l’esecuzione per gli aspetti circoscritti e materiali. I suoi fischi formavano un autentico linguaggio, seguivano un invisibile spartito che teneva, chissà dove, in testa, e segnavano i movimenti dei complessi balletti di cui gli allievi erano i ballerini, magari sospesi a venti e più metri dalla tolda e dal mare, mentre scioglievano e raccoglievano le vele. […]

 

L’ARRIVO A IRAKLION / CANDIA:

Il comandante era infatti riuscito a entrare in porto con mezza velatura a riva, con il vento ancora portante; ... senza fare uso dei motori. Operazione di straordinaria finezza ed eleganza”

 

 

Che belle frasi, una più bella dell'altra, musica (per stare in tema di fischietto) per le mie orecchie. Vedo solo adesso questo topic e vedo che in parte hai, e abbiamo, già avuto risposte.

 

Riepilogo un po' di notizie che ho trovato e che confermano alcune cose.

 

- Brandimante è stato un nostromo del Vespucci. Lo è stato però solo dal 1930 al 1931;

- il C.C. Giorgini è stato Comandante solo dal 14 al 23 settembre 1935 (che brevissimo periodo!);

- nel racconto si dice che le navi procedevano assieme ... l'itinerario del 1935 è lo stesso per entrambe le navi scuola;

- c'è da ricordare che solo fino al 1943 il Colombo è stata una delle "nostre" Unità, che avrebbe quindi potuto navigare con il Vespucci (varato però solo nel 1931), quindi il campo per forza si restringe dal 1931 al 1943 (non prima e non dopo);

- nell'itinerario effettuato nel 1935 era prevista, per entrambe le navi, la sosta a Iraklion (= Candia), quella nominata dal nostro autore;

- la sosta a Candia è durata dal 15 al 20 luglio;

- nella Campagna Addestrativa del 1935 il Comandante è stato il C.V. Bona.

 

Che altro aggiungere, se non che mi è piaciuta molto la descrizione che fa del nostromo e del fischietto, che se volete vedere o appronfondire un po' trovate qui :s20:

 

Bella anche l'immagine della nave che non fa uso di motori e viene descritta come "elegante". :s20:

 

Grazie per la segnalazione del libro. Mi recherò sicuramente in biblioteca, quel capitolo "deve" essere mio! :s02:

 

Roberta

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