NightRider Inviato 29 Maggio, 2009 Segnala Share Inviato 29 Maggio, 2009 Tratto dal libro "La grande strage" Storie di Alpini e soldati del circondario di Susa nella prima guerra mondiale, di Giorgio Jannon Dopo nove mesi di guerra, i nostri soldati avevano ormai imparato a riconoscere il tipo di morte che gli stava arrivando dal cielo o lungo i pendii di avvallamenti e creste montuose.Ogni colpo sparato dai nemici produceva un suono che indicava la distanza e le dimensioni del proiettile.Qualcuno lo chiamo': "il rumore della guerra moderna. Piu' il calibro del proiettile era piccolo piu' piu' il sibilo era acuto e regolare. Piu' il calibro aumentava,piu' il sibilo diventava basso di tono e piu' irregolare.Se i piccoli calibri assomigliavano a una tela strappata violentemente quelli grossi assomigliavano a un treno che passava poco lontano.Tutti i proiettili che venivano sparati da un cannone scendevano di tono fino allo scoppio.Se la traettoria era sufficientemente lunga si potevano raggiungere le due ottave,un passaggio dalla nota piu' alta a quella piu' bassa avveniva "enarmonicamente" attraversando tutte le sfumature.Gli effetti acustici delle bombe chiamate "shrapnel",quando scoppiavano erano invece molto diversi.I proiettili erano regolati a tempo,mediante una miccia che si accendeva automaticamente nel momento dello sparo e che continuava a bruciare durante tutta la traettoria.L'esplosione avveniva a qualche metro dal bersaglio e il sibilo si trasformava in una sorta di miagolio rabbioso che veniva sopraffato dal rumore dello scoppio. Anche quel miagolio che stupi' i primi soldati che l'udirono discendeva enarmonicamente,ma di un'ottava soltanto.Lo strano suono che divenne cosi' famigliare ai nostri soldati,non aveva ovviamente origine dalla presenza di un gatto nelle vicinanze ma dalla spoletta,come venne spiegato,lanciata in aria come un secondo proiettile. La voce della mitragliatrice aveva invece qualcosa di legnoso un " toc,toc,toc," a cui seguiva una specie di sciaa,simile all'acqua che scorre fra le pietre.I fucili Austriaci quando sparavano dalle loro trincee,venivano avvertiti con un rumore a due tempi.Ai nostri soldati sembrava facessero " tech-pum" (mentre quelli Italiani davano un unico colpo secco e sordo). I loro proiettili in aria sembravano tanti uccelli canterini "ziuuuu, ziuuuu". Le granate,quando venivano lanciate dall'alto in basso percorrevano traiettorie oblique con un lungo "vuuu" e sembravamo grossi mosconi insidiosi e invisibili. Quando poi le granate colpivano qualcosa i crepiti della roccia centuplicavano i proiettili che scizzavano in ogni direzione pericolossimi. C'era un rombo continuo che si sentiva fra un rombo e l'altro dei cannoni era il "tech tach trach" degli otturatori dei fucili aperti e chiusi a ogni sparo che rinculava sulla spalla. Se si era a 300 o 400 metri dal colpo dell'avversario si poteva essere obiettivi diretti. Alla fine,quando l'assalto veniva lanciato i rumori si confondevano e quello delle baionette che si infilavano nelle carni,era il piu' assordante di tutti,ma lo sentiva soltanto chi veniva ferito o perdeva la vita,spesso nel fango di una trincea, in mezzo ad altri corpi abbandonati nelle posizioni innaturali della morte. Mi sono imbattuto in questo estratto mentre cercavo di stabilire un itinerario da fare in moto (enduro) lungo le fortificazioni nella zona del Moncenisio, lo condivido con voi ripensando alle soste in rispettoso silenzio fatte in precedenza vicino ai luoghi di quelle battaglie. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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