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Il Carenaggio Delle Navi


torricelli

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Uno dei problemi che affliggono maggiormente tutti i galleggianti e le strutture immerse in acqua è il cosiddetto "fouling", che "deriva dal verbo inglese "to foul", letteralmente "sporcamento", "insudiciamento", "incrostazione", si riferisce al fenomeno dell'accumulo e deposito di organismi viventi (biofouling), animali e vegetali, o di altri materiali su superfici dure".

 

In campo marittimo si fa riferimento in particolare alle incrostazioni che ricoprono la superficie di galleggianti (navi, quale che sia il materiale di costruzione, metallo, legno, vetroresina o ferro-cemento) o strutture permanenti o semoventi parzialmente o talmente sommerse (strutture portuali in calcestruzzo, piattaforme petrolifere off-shore, palificazioni di supporto strutture complesse, ecc.) che rimangono sommerse in ambiente acqueo e marino (si parla quindi di "marine fouling").

 

Il "fouling" è sostanzialmente dannoso, in particolare, per le strutture navali, in quanto può creare le condizioni per cui le superfici siano soggette a corrosione localizzata. Oppure, costituendo uno strato a rugosità irregolare e grossolana, può produrre effetti negativi sulla velocità di avanzamento della nave, sia per carene veloci, come possono essere quelle delle navi militari, delle portacontenitori sia per carene di navi più "lente", come cisterne e bulk carriers, per le quali la componente "di attrito" della resistenza all'avanzamento è preponderante rispetto a quella cosiddetta "d'onda".

 

Per far fronte a questi problemi le carene della navi vengono protette con opportuni cicli di pitturazione che si prefiggono di evitare sia la corrosione (gli strati di pittura a diretto contatto con la superficie, in particolare quella metallica) sia, soprattutto la formazione e l'attacco da parte di organismi sia vegetali che animali (ad esempio alghe e i cosiddetti ben noti "denti di cane") che possono dar luogo, intaccando gli strati sottostanti del ciclo di pitturazione, la superficie di base stessa. Detti cicli, solitamente comprendono, a contatto con la superficie (in particolare metallica) prodotti anticorrosivi, per andare poi ad uno o più strati delle cosiddetta pittura “antivegetativa” o “antifouling”.

 

Una nave esce dal cantiere di costruzione avendo già applicato alla carena il ciclo protettivo. Questo è “progettato”, tenendo conto del tipo di nave a cui è applicato, per una certa “durata”: gli strati di “antivegetativa”, infatti, con il passare del tempo, rilasciano sostanze che impediscono l’attacco di organismi viventi, ma proprio a causa di questo si assottigliano e dopo un certo periodo di tempo rischiano di lasciare scoperti gli strati di anticorrosivo, che per loro natura non possono opporsi al proliferare del “biofouling”.

 

A questo punto diventa imperativo immettere la nave in un bacino per ripristinare il ciclo di pitturazione inizialmente applicato. Si arriva quindi alle operazioni di “carenaggio”.

 

carenaggio1.jpg

 

carenaggio2.jpg

 

 

Quando la nave viene immessa in bacino e questo viene svuotato, la prima operazione da effettuare è un lavaggio ad alta pressione (200-300 bar) della superficie di carena con acqua dolce per rimuovere tutti i cloruri ed i sali ed in generale e tutte quelle sostanze che impedirebbero l’adesione del nuovo ciclo di pitturazione agli strati sottostanti.

 

carenaggio3.jpg

 

Dopo di questo, si osserva se vi sono zone dello scafo (dell’opera viva ma anche dell’opera morta) ove il ciclo di pitturazione non sia stato completamente rimosso (sia per “asportazione meccanica”, dovuta a frizione, ad esempio, contro i parabordi delle banchine, sia a cedimenti localizzati del ciclo di pitturazione precedente). In tal caso, si può effettuare una “sabbiatura a spot” (“spot blasting”) sia tradizionale (“sand blasting”) che con acqua dolce ad altissima pressione (“High Pressure water blasting”) per rimuovere localmente il vecchio ciclo, dove questo non aderisca più alla base metallica, e possibilmente ricreare condizioni ottimali per “l’ancoraggio” del nuovo ciclo protettivo. Ovviamente tutto questo vale se lo il ciclo di pittura inizialmente applicato non sia totalmente compromesso. In tal caso è necessaria una sabbiatura molto più estesa ed approfondita.

 

carenaggio4.jpg

 

Fatto questo è necessario ripristinare localmente la protezione delle lamiere, applicando quindi, sempre “a spot” (l’operazione è normalmente definita “touch up”) sulle superfici trattate mediante blasting, gli strati di pittura anticorrosiva previsti per il ciclo protettivo.

 

carenaggio5.jpg

 

A questo punto, dove gli strati di antivegetativa risultano più consumati, si effettuano solitamente dei veri e propri “ritocchi”, così come, sull’opera morta, si trattano tutte le superfici che nel frattempo hanno subìto un trattamento simile a quello descritto in precedenza, ove necessario, senza evidentemente dover “riparare” i danni all’antivegetativa che non è applicata sulla parte sempre emersa dello scafo.

 

carenaggio6.jpg

 

carenaggio7.jpg

 

A questo punto si procede ad applicare un “full coat”, ossia una ”mano piena” (o più di una, a seconda dello spessore del film di pittura richiesto a specifica) di antivegetativa sull’opera morta e di pittura protettiva sull’opera morta. Si procede inoltre a ripitturare i dettagli a scafo (marche di bordo libero, marche d'immersione, etc,) e a lucidare l'elica (a meno che l'armatore non voglia risparmiare...)

 

carenaggio9.jpg

 

carenaggio9bis.jpg

 

Il lavoro è completato. Dopo aver atteso il necessario “curing time” (il tempo necessario affinché la pittura applicata, spesso bi-componente, reagisca chimicamente e “asciughi” in modo opportuno, secondo le istruzioni del produttore) è possibile “dare acqua al bacino”…

 

carenaggio10.jpg

 

…e la nave può riprendere tranquillamente il mare….

 

Stefano / Torricelli

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da base artica, marco

ciao torricelli, finalmente qualc´uno che parla di lavori da .....legione straniera :s25: , lavori che ho fatto x 12 anni in italia che x il mondo, a partire da sabbiatore (nei doppi fondi.. :s22: .) a spruzzatore nelle cisterne prodotti chimici, x poi quando finito lavoro vederti comparire ingeniere di terra con saldatore appresso che ti dice che devono ancora saldare qualche tubo dimenticato..... :s05: :s14: ! be dimentichiamo, sicuramente sai che finche la nave ee in manutenzione il tutto ricorda un girone dantesco dell´inferno ma poi partita la nave tuti si ricordano e parlano come se fosse stata l´amante.

penso che sovente la dove si sputa l´anima poi si ama quando non la si ha piu a portata di mano (sperando che non torni mai piu) :s03:

salutoni marco

Modificato da bussolino
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da base artica, marco

ciao torricelli, finalmente qualc´uno che parla di lavori da .....legione straniera :s25: , lavori che ho fatto x 12 anni in italia che x il mondo, a partire da sabbiatore (nei doppi fondi.. :s22: .) a spruzzatore nelle cisterne prodotti chimici, x poi quando finito lavoro vederti comparire ingeniere di terra con saldatore appresso che ti dice che devono ancora saldare qualche tubo dimenticato..... :s05: :s14: ! be dimentichiamo, sicuramente sai che finche la nave ee in manutenzione il tutto ricorda un girone dantesco dell´inferno ma poi partita la nave tuti si ricordano e parlano come se fosse stata l´amante.

penso che sovente la dove si sputa l´anima poi si ama quando non la si ha piu a portata di mano (sperando che non torni mai piu) :s03:

salutoni marco

 

Come ti capisco!! Beh..avrei anche da parlare dei lavori di ripitturazione all'interno di casse zavorra (con annessi ripristini stratturali..iniziati a lavori di pitturazione quasi terminati!) o di altre cose carine che solo, come l'hai definita tu, in quella bolgia infernale che è un cantiere di riparazione può essere!! :s68:

Eh si..di queste "amanti" ne ho avute parecchie :s03: :s03:

a presto!

stefano

Modificato da torricelli
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Ottimo lavoro, Com.te Torricelli!

La si può solo invitare a pubblicare ulteriori lavori di questo genere, che abbinano un testo esaustivo a ottime e esplicative immagini.

Mi compiaccio! :s20: :s20:

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davvero complimenti Stefano, eccellente articolo!

qualche domanda tecnica, nella speranza di non annoiare i presenti:

fate i controlli sullo spessore del film di pittura o vi regolate su altri parametri?

non impiegate prodotti antivegetativi sull'elica?

 

PS: è la bimba dove sei imbarcato, vero?

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davvero complimenti Stefano, eccellente articolo!

qualche domanda tecnica, nella speranza di non annoiare i presenti:

fate i controlli sullo spessore del film di pittura o vi regolate su altri parametri?

non impiegate prodotti antivegetativi sull'elica?

 

PS: è la bimba dove sei imbarcato, vero?

 

Grazie, troppo buono Marco!

Rispondo con piacere

1. dipende molto dal cantiere ove si fa l'applicazione...nei cantieri seri fanno sia misurazioni di WFT (wet film thickness, ossia lo spessore della mano di pittur fresca) sia del DFT (Dry Film Thickness), con un banalissimo "spessiemetro" digitale magnetico, per verificare la rispondenza alla specifica tecnica di riferimento..in altri, beh...si fidano della "mano" degli applicatori e del controllo finale sul quantitativo di pittura "consumata" effettivamente...si ha un tot di metri quadrati di superficie, un tot di litri di pittura, si calcola la resa (Quantità pittura/superficie) e la si confronta con la resa media del prodotto applicato..se le cifre tornano (cosa che accade praticamente sempre) si conviene che la specifica sia rispettata...

2. negativo, l'elica rimane così com'è..essendo un organo sempre in movimento il "fouling" è poco presente (a meno di lunghi periodi all'ancora o all'ormeggio in acque molto calde)...quando la nave è in secca l'aspetto è solo opaco per la presenza di vari microorganismi..basta un bella lucidatura (che peraltro si può fare anche a nave galleggiante) ed il gioco è fatto...

 

Questa è la stessa elica precedente, ripresa durante una successiva entrata in bacino (ad una distanza di 2.5 anni...come vedi l'unico problema che si presenta è di tipo "cosmetico"!! :s02:

 

immagine2368.jpg

 

3. Non sono "imbarcato" nel vero senso della parola...non come marittimo...vado a bordo come ""technician" o (come a volte vengo mooolto pomposamente definito) "superintendent"....(di cosa non l'ho mai saputo!). Sono spesso a bordo delle 2 "piccole" (due gemelle, 2500 TEUs,) ma mi capita di saltare anche su cisterne, chimichiere, bulk carriers e supply vessels...secondo l'estro di chi mi ci manda!! :s68:

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Interessantissimo articolo quello trattato, conosciuto a grandi linee, ma non così dettagliato e chiaramente descritto.

Ovvio che aspettiamo anche altre lezioni come questa sempre inerenti la vita delle navi.

Grazie per ora.

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:s20: Belle foto ed interessante articolo chiaro e conciso. :s20: Alla via così! :s03:

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Signori, se continuate a farmi tutti 'sti complimenti, nonstante l'età, mi farete arrossire!! :s03:

 

Vi ringrazio di cuore ma..fa parte del mio lavoro..ci mancherebbe solo che non lo conoscessi!!! :s68:

Modificato da torricelli
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Caro Torricelli,

mi unisco ai complimenti di chi mi ha preceduto e da profano ti chiedo: la zona dell'opera viva che appoggia sulle taccate di legno del bacino, come fate a pulirla e verniciarla ? I toppi di legno vengono spostati ?

La pulizia dell'elica e' una questione di manutenzione o influisce anche sul rendimento ?

Grazie.

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Caro Torricelli,

mi unisco ai complimenti di chi mi ha preceduto e da profano ti chiedo: la zona dell'opera viva che appoggia sulle taccate di legno del bacino, come fate a pulirla e verniciarla ? I toppi di legno vengono spostati ?

La pulizia dell'elica e' una questione di manutenzione o influisce anche sul rendimento ?

Grazie.

 

Caro Anteo

innanzi tutto ti ringrazio di cuore per i compliementi...e andiamo a bomba alle tue domande!

1. La carena in corrispondenza della taccate?!..verranno pitturate...al prossimo bacino!! I tacchi di legno non vengono spostati perchè sarebbe troppo laborioso (e dispendioso..)... si accetta di avere delle piccole zono di fondo non trattate..se durante il bacino successivo queste non finiranno di nuovo esattamente in corrispondenza della taccate, allora verranno trattate...

2. la pulizia dell'elica ne migliora evidentemente il rendimento, in modo non sostanziale, tuttavia sensibile, soprattutto per carene veloci...è ovvio che se durante i 20-25 anni di vita media di una nave l'elica non venisse mai pulita/lucidata non solo ci sarebbe una perdita di rendimento ma qualche "camolatura" o problema di corrosione ci sarebbe di sicuro!!

A presto!

Stefano

Modificato da torricelli
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Ottimo Torricelli,

per 10 anni ho lavorato in una coop che si occupava di naviglio militare (le più grandi sono state le nuove MTF e MTC) e quindi ne ho visto di cotte e di crude, specialmente quando tra un ciclo e l'altro passava troppo tempo e i mezzi rimanevano per molto tempo fermi (pensa alle brttoline inutilizzate).

Sicuramente, questi lavori fatti su unità navali più grandi, comportano sforzi lavorativi superiori però il concetto è lo stesso.

Un problema, per via della sicurezza sul lavoro, è l'utilizzo di apparecchiature e abrasivi consentiti, sicuri e poco inquinanti. Mi ricordo che tanti anni fa si usava la sabbia silicea (pericolosa per le sue polveri), poi la graniglia metallica (ma da asportare subito dopo poichè aveva il difetto di formare grumi arruginiti, e nelle ultime volte che ho seguito i lavori, una sabbia speciale proveniente dall'Australia, che aveva la capacità di fare poca polvere, di essere riutilizzata e che aveva anche un'ottima resa.

Tutti materiali, però, da utilizzare con dotazioni di sicurezza adeguate.

Si Torricelli, mi hai fatto tornare indietro di 10 anni

:s20: :s20: :s20: :s20: :s20: :s20: :s20: :s20: :s20:

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che strano bulbo, Carlo, ha qualche funzione particolare?

 

A giudicare dall'avviamento delle linee d'acqua a poppavia del bulbo, direi che questo è stato applicato successivamente..la carena è nata senza..poi si è deciso di applicarne uno, magari per migliorare l'idrodinamicità della carena (può sembrare un controsenso visto quanto è tozzo, ma in pratica può servire per allungare la linea d'acqua al galleggiamento) o forse solo per avere un supplemento di "spinta" a prora.. ovviamente priviliegiando la semplicità di costruzione anziche l'avviamento idrodinamico locale...

Modificato da torricelli
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Visitatore seicolpi

Non so se sia una particolarità di quella serie di navi oppure di tutte quelle della società. Le due gemelle lo hanno uguale e le nuova nave uscita l'anno scorso dai cantieri navali di Pesaro (Syn Zube) idem con patate e cicoria. Le due gemelle della nuova nave lo stesso, quindi in linea di massima credo che il progetto di costruzione sia sempre lo stesso leggermente modificato in altri particolari.

 

Un commento a caldo di quando vidi la nuova nave ad Ancona per i lavori: "Mamma mia quanto è brutta, soprattutto la prua"

 

Un commento di mio padre sul bulbo: "Sto bulbo fa veramente schifo! Quasi era meglio senza".

 

In effetti un bulbo quadrato non ha tanta idrodinamicità...

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Non so se sia una particolarità di quella serie di navi oppure di tutte quelle della società. Le due gemelle lo hanno uguale e le nuova nave uscita l'anno scorso dai cantieri navali di Pesaro (Syn Zube) idem con patate e cicoria. Le due gemelle della nuova nave lo stesso, quindi in linea di massima credo che il progetto di costruzione sia sempre lo stesso leggermente modificato in altri particolari.

 

Un commento a caldo di quando vidi la nuova nave ad Ancona per i lavori: "Mamma mia quanto è brutta, soprattutto la prua"

 

Un commento di mio padre sul bulbo: "Sto bulbo fa veramente schifo! Quasi era meglio senza".

 

In effetti un bulbo quadrato non ha tanta idrodinamicità...

 

Conosco il cantiere e non mi meraviglio delle stranezze :s03: ..però rimango dell'opinione che sia qualcosa che sia stato aggiunto (anche in sede progettuale) successivamente. Il bulbo così fatto è certamente non idrodinamico, ma tenete conto del fatto che l'azione del bulbo è sostanzialmente quella di creare un "treno d'onda" sfasato rispetto a quello prodotto dalla carena e che "riduca" il cavo (dell'onda) in corrsipondenza della poppa, riducendo di conseguenza, in qualche misura, la componente d'onda (perdonate la ripetizione) delal resistenza al moto

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Visitatore seicolpi

Ho controllato nel mio archivio fotografico e vedo che la cuginetta ha un bulbo più "umano", forse è proprio la serie che ce li ha così orribili

Val_fiorita_aug.jpg

 

Questa invece è la gemella di quando sono andato in giro per il Mediterraneo a fare danni. Anche qui il bulbo è normale

N_Ruby.JPG

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