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I Pirati Sequestrano Nave Italiana


Totiano

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basta una semplice ricerca per avere info su questo nuovo problema:

 

i pirati somali hanno sequestrato il rimorchiatore d'altura Bucaneer della Micoperi di Ravenna con a bordo equipaggio misto di 16 persone tra cui 10 italiani.

stava rimorchiando 2 chiatte da singapore a suez ed è stata attacacta a 70mg al largo di Aden e le procedure anti pirateria non sono state sufficienti a respingere l'attacco.

 

sembra che stiano tutti bene, le navi militari stanno convergendo in zona ma, stavolta, erano troppo lontane in relazione ai 6 minuti che sembra siano stati sufficienti per l'abbordaggio

 

este_11171640_23130.jpg

fonte foto: repubblica.it

 

a cosi poca distanza dal lutto di Buttazzoni è un'altro colpo alla societa ravennate (che ha base operativa a ortona)

 

questo il link al sito di micoperi

http://www.micoperi.com/index.php?id=5

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Ho visto la notizia; dal momento che ai tempi di internet nessun luogo è lontano e sufficentemente nascosto e che questi pirati sembrano essere ben collegati col resto del mondo (e magari conoscono anche l'italiano) mi auguro che qualsiasi informazione sulla faccenda sia adeguatamente e preventivamente messa in sicurezza.

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Visitatore luciano pietri

In queste occasioni vengono naturali pensieri contrastanti. Ovviamente tutto il mio appoggio all'equipaggio sequestrato, ovviamente un pensiero all'equipaggio di nave Maestrale che si trova in prima linea ma un 'idea , che sarà contestata di sicuro, mi batte nel capo da ieri: per avere la pace prepara la guerra.

Ricordando che uno dei compiti istituzionali delle Marine Militari è garantire la libera navigazione in acque internazionali, direi che sarebbe ora di usare tutta le tecnologia possibile per pianificare un intervento "convincente" su questi pirati moderni. Più passa il tempo e più possiamo notare una maggiore "professionalità" in questi abbordaggi che sono arrivati adesso anche molto distanti dalle coste, segno evidente di una gestione accurata di questo nuovo business.

Direi che il mondo civile deve fare di tutto per la soluzione definitiva , anche con interventi militari ma anche con interventi non convenzionali.

Però sono altrettanto sicuro che la mia proposta è già superata dagli eventi in certi ambienti.

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Il giorno di Pasqua questi argomenti possono sembrare fuori luogo ... però !

 

La pirateria è un problema che per secoli ha afflitto il Mediterraneo; spagnoli, papalini, cavalieri di Malta, borbonici, veneziani, etc etc, non riuscirono mai a venirne a capo.

Le scorte non sono sostenibili a lunghissimo termine (e non piacciono agli armatori), le incursioni in territorio "nemico" risolvono il problema per un breve periodo, pagare un tributo ai pirati (soluzione più in voga per secoli nel Mediterraneo) non sembra accettabile ...

La fine della pirateria nel Mare Nostrum avvenne solo con l'occupazione stabile e defitiva (colonizzazione) della sponda meridionale da parte delle potenze europee.

E' una soluzione che ci possiamo permettere oggi in Somalia ?

 

Sicuramente una bella distruttiva incursione nei villaggi da cui partono i pirati - con tanto di giornalisti embedded per documentare - farebbe contenta l'opinione pubblica, le televisioni, i giornali, qualche forza armata che sta arrugginendo ... ma sposterebbe il problema solo di qualche mese, poi ricomincerebbero.

Ci sarebbe un'altra soluzione che in Mediterraneo era impossibile, spostare i traffici su altre (più costose) rotte e lasciare al suo tragico destino la Somalia ... tanto ci può pensare l'Etiopia.

 

... un bel problema.

 

Saluti.

 

Odisseo

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x curiosità quali sarebbero le procedure anti pirateria? c'è qualke probabilità di riuscire a nn essere abbordati o appena si avvistano ci si puo fare il segno della croce?

 

le stesse dettate dal buon senso: aumentare la velocità, armare le manichette anctincendio per sparare acqua in pressione e impedire l'arrembaggio, effettuare repentini cambi di direzione....

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Non capisco: perché non si organizzano nei porti vicini (Aden, Massaua...) dei veri e propri convogli scortati poi da unità militari appena entrano in acque infide? Il vecchio sistema dei carri dei coloni americani in funzione anti-pellerossa...Capisco l'aumento dei costi dovuto al possibile allungamento dei tempi in attesa che si formi il convoglio (che poi con un po' di organizzazione non dovrebbe essere granchè) ma ora il costo delle coperture assicurative, la necessità di seguire rotte sempre più distanti dale coste, ecc., rende comunque sempre costosi i trasporti quindi le merci (quindi la faccenda grava in definitiva su noi consumatori ...)

Siccome però escludo che la mia sia una genialata a cui nessuno aveva pensato....perchè non si fa?

Ed è vero, come ho letto, che "il comando della Quinta flotta americana , che ha la competenza del monitoraggio di quella vasta area ha recentemente auspicato che la risposta alla minaccia dei pirati venga affidata a società private dotate dei mezzi idonei a contrastare i ripetuti attacchi" ? (A. Armaroli, Il Reduce d'Africa, 1° trim. 2009)

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dipende da tanti fattori, brunetto. quanta è la determinazione dei pirati e quanta quella del comandante della nave attaccata.

ieri sera al telegiornale (non ricordo quale) il presidente di Micoperi, una persona che sono orgoglioso di conoscere, ha detto una cosa sensata:

i pirati non vengono ad uccidere, cercano soldi

 

questo significa che le loro armi difficilmente le useranno contro un prezioso carico, che cercheranno di mettere a rischio il meno possibile.

 

per quanto riguarda le tattiche impiegate (di cui mi sembra avessimo gia parlato) quella dei convogli sarebbe una buona soluzione, che credo non venga messa in pratica per mancanza di volonta delle compagnie ad assogettarsi. se una volonta concreta ci fosse stata la avrebbero gia messa in campo. E come dice odiesseo, anche radare al suolo la Somalia temo conterebbe davvero poco....

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Visitatore luciano pietri

Concordo in pieno che dare una bella ripassata alla Somalia non risolverebbe il problema, anzi potrebbe farlo lievitare.

Però una semplice considerazione si impone: all'inizio di questo periodo di pirateria, gli attacchi e gli abbordaggi avvenivano a breve distanza dalla costa.

Tutti comandanti cambiarono rotta, passarono più distanti e il problema sembrava risolto.

Adesso gli attacchi, come l'ultimo ai danni del rimorchiatore ravennate, avvengono a distanze ragguardevoli, mi sembra sulle 70 miglia, quindi in zona non operativa per dei gommoni o comunque dei barchini.

A parere mio vuol dire che adesso esiste una nave che dà appoggio ai pirati e non dovrebbe essere impossibile individuare questa base avanzata.

Con i mezzi di ricerca e scoperta che esistono oggi non dovrebbe essere particolarmente difficile individuare e bloccare una nave che staziona in un raggio abbastanza breve dal punto di attacco, quindi non dovrebbe essere impossibile creare una rotta di sicurezza, mantenerla sicura e difenderla.

Se tutto questo comporta anche sparare qualche colpo di cannone, direi che siamo giunti al momento di spararli.

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Visitatore ERICH TOPP U-552

...."Convogli scortati" ??....no, perchè i costi lievitano e le compagnie non vogliono "assoggettarsi" !....

 

...."Scorte private" ??....qui i "costi" non aumentano ??.... :s07:

 

....i pirati cercano "soldi" ??....diamogli del "piombo" !!.... :s05:

 

....francesi e americani non hanno fatto tante "chiacchere"....sono intervenuti con le loro Forze Speciali....noi viceversa....come detto nei tg odierni, al momento scartiamo l'impiego di un "atto di forza"....viene da pensare che attenderemo (dopo le dichiarazioni dei pirati a seguito dell'intervento dei Navy Seal per liberare il Comandante americano, che diventeranno ancora più ostici) qualche nuova loro mossa....magari la "decapitazione" di qualche nostro connazionale....!? :s06:

 

....quando a "qualcuno" interessa, non ci pensa due volte ad effettuare "attacchi preventivi" contro qualche "Stato Sovrano", anche contro qualsiasi "risoluzione dell'ONU" (e poi, nessuno protesta !)....TUTTI sanno benissimo dove sono le basi dei pirati....tutti sanno dove bisognerebbe andare a colpire....tutti già da tempo hanno orientato i propri satelliti su quelle zone e costantemente osservano dall'alto la situazione....inutile negarcelo !!....

 

....le Compagnie pensano che i "convogli" gli possano costare troppo ??....bene....allora che si arrangino e che non vengano a piangere miseria !!....

 

....gli altri hanno già liberato gli ostaggi....ora tocca a noi....senza tanti "discorsi"....siamo noi che addestriamo le maggiori Forze Speciali degli altri paesi, in testa americani e israeliani....siamo noi che possiamo vantare di disporre il Reparto Speciale Antiterroristico più letale e addestrato del mondo....e sarebbe ora di iniziare ad impiegarlo per cercare di "curare" i nostri "interessi"....!!

 

....serve solo pronunciare un nome....

 

....COM.SUB.IN....!! :s43:

 

 

 

 

:s67: Mau

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Il problema fondamentale è che manca la volontà politica di fare qualcosa e di impegnarsi a fondo, con le consuete scusanti di carattere giuridico e diplomatico. Se è vero che, per tutta una serie di motivi, le contromisure messe in atto si sono dimostrate non sufficienti per arginare il fenomeno, credo anche che certi aspetti potrebbero essere quantomeno migliorati: 1) un miglior coordinamento tra le varie Marine presenti nell'aerea, che pare oggi non sia troppo efficace, visto anche che attualmente nella stessa area operano due task group occidentali, uno a guida UE (di cui fa parte la nostra Maestrale) ed uno a guida americana, oltre a svariate unità fornite da mezzo mondo (Cina, Russia, Giappone, Corea, India etc); 2) un maggior coinvolgimento dei Paesi dell'area (penso ad Arabia, Oman, Emirati, Egitto, Paesi che hanno tutti gli interessi per ristabilire una navigazione regolare) e delle organizzazioni internazionali come l'Unione Africana (che non riesce a formare il contingente che dovrebbe dare il cambio agli etiopici nelle aree sotto il controllo del governo di transizione), 3) provare ad esportare le reti di vigilanza e controllo del traffico (la nostra esperienza con il V-RMTC potrebbe essere un buon modello).

 

In ogni caso, come ammesso pressochè da tutti (dal Comandante della 5a Flotta americana al Ministro degli Esteri del Governo di transizione somalo), il fenomeno nasce a terra e solo a terra lo si può stroncare. Non si tratta di mettere a ferro e fuoco la Somalia, ma solo di condurre attacchi mirati contro le basi sulla costa, che sono perfettamente note, attraverso un massiccio uso di forza speciali, elicotteri ed attacchi aerei di precisione volti alla distruzione dei barchini, delle installazioni ed alla liberazione delle navi tenute in ostaggio e dei relativi equipaggi; certo non risolverebbe il problema, visto che sicuramente un'iniziativa del genere avrebbe effetti sia pratici che temporali limitati, ma quantomeno comunicherebbe in modo chiaro che si è decisi e determinati ad affrontare e risolvere il problema, (cosa che non si ottiene certamente pagando riscatti su riscatti che servono solo ad alimentare il fenomeno), sperando che, prima o poi, l'autorità centrale, faticosamente ricostruitasi, riesca a riconquistare l'effettivo controllo del suo territorio, stroncando e recidendo le molte collusioni di funzionari pubblici o signori della guerra che consentono queste azioni.

 

....gli altri hanno già liberato gli ostaggi....ora tocca a noi....senza tanti "discorsi"....siamo noi che addestriamo le maggiori Forze Speciali degli altri paesi, in testa americani e israeliani....siamo noi che possiamo vantare di disporre il Reparto Speciale Antiterroristico più letale e addestrato del mondo....e sarebbe ora di iniziare ad impiegarlo per cercare di "curare" i nostri "interessi"....!!
!!

 

In quanto ad un blitz da parte nostra, in tempi recenti l'unico condotto da noi di cui ho memoria o notizia è quello che in A-stan portò alla liberazione dei due agenti del Sismi, operazione condotta da Col Moschin e SAS. Il nostro Governo, a ragione o torto, è solito agire diversamente, ma ricordiamoci non siamo i soli a pagare, solo che gli altri pagano e tacciono, mentre da noi si scatenano le solite polemiche, servizi giornalistici, interrogazioni parlamentari etc.

 

Le Forze Speciali non mancano di certo e sono tra le migliori al mondo (RIAM, COMSUBIN, Col Moschin, GIS, RAO, Cervino); bisogna vedere se l'Autorità politica ha la volontà di utilizzarle, e di rendere pubblico che lo ha fatto. (Cosa che volendo potrebbe benissimo evitare di fare, come avviene per la TF 45 in Afghanistan).

 

Non capisco: perché non si organizzano nei porti vicini (Aden, Massaua...) dei veri e propri convogli scortati poi da unità militari appena entrano in acque infide? Il vecchio sistema dei carri dei coloni americani in funzione anti-pellerossa...Capisco l'aumento dei costi dovuto al possibile allungamento dei tempi in attesa che si formi il convoglio (che poi con un po' di organizzazione non dovrebbe essere granchè) ma ora il costo delle coperture assicurative, la necessità di seguire rotte sempre più distanti dale coste, ecc., rende comunque sempre costosi i trasporti quindi le merci (quindi la faccenda grava in definitiva su noi consumatori ...)

Siccome però escludo che la mia sia una genialata a cui nessuno aveva pensato....perchè non si fa?

 

 

Il sistema dei convogli, o quantomeno delle scorte dirette, è stato impiegato durante la missione NATO guidata dal De La Penne. L'obbiettivo era scortare i mercantili che trasportavano gli aiuti messi a disposizione della Somalia dal Programma alimentare mondiale, navi che sono giunte tutte indenni e cariche a destinazione.

Modificato da brin
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Visitatore UPS2

Chi era a Sestri Levante alla recente riunione di Presidenti ANMI, ed ha avuto la fortuna di seguire l'interssante conferenza del Dott. Giorgerini sull'argomento in discussione, credo sia consapevole di cosa e come muove l'attuale pirateria nel Golfo di Aden e zone limitrofe. Abbia ben compreso quali motivi inducano gli uni ad attaccare e gli altri a pagare; quali , poi, i limiti per gli interventi "manu militari".

Rammento la conclusione dell'intervento e citando a braccio " (omissis)... Un giovane Ammiraglio alla fine disse <Questo significa che la pirateria ce la dobbiamo tenere così com'è> . Questa è, al momento, la posizone degli organismi Internazionali"

( I presenti e che frequentano il forum e che erano presenti mi correggano se del caso)

Le soluzioni di forza, se non definitive, implicano solo un'escalation della violenza per cui credo sia necessario ben valutare questa opzione (alla quale, soprattutto sull'onda dell'emozione, non sono del tutto contrario); ciò che ho sempre pensato è che a quella gente vada sottratta "la terra sotto i piedi", cioè i motivi per i quali certe azioni sono compiute. Volgarmente parlando: ho abbiamo il coraggio di dire ( e fare) che sono tutti da ammazzare, con un lavoro "fatto bene" e senza ipocrisie alla "intervento di pace" o cerchiamo di risolvere il problema a monte... Molto a monte!

... E qui il problema si fa enorme: da dove viene il terrorismo e perchè?... Un bel "compito" dove, sono certo, ognuno di noi ha la sua risposta e risoluzione!

 

Mi scuso fin d'ora per certe affermazioni "forti", ma non volevo essere frainteso; per quanto mi riguarda si tratta di un esercizio accademico, non di una convizione.

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Brevemente, come tin tutte le vicende di carattere internazionale con cui ci si scontra come in questo caso, mai più proverbio è più azzeccato:

 

IL MEDICO PIETOSO FA LA PIAGA PUZZOLENTE!

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Probabilmente, l'unico organismo che potrebbe fare qualche cosa, è l'ONU (ogni altra iniziativa sarebbe considerata un atto di forza unilaterale). Proporre una forza internazionale sarebbe la cosa migliore poichè si sfrutterebbe meglio il naviglio impiegato.

I porti più vicini sarebbero la base ideale per poter intervenire più velocemente

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Probabilmente, l'unico organismo che potrebbe fare qualche cosa, è l'ONU (ogni altra iniziativa sarebbe considerata un atto di forza unilaterale). Proporre una forza internazionale sarebbe la cosa migliore poichè si sfrutterebbe meglio il naviglio impiegato.

I porti più vicini sarebbero la base ideale per poter intervenire più velocemente

 

 

Daccordo: ma poi questa Forza deve intervenire e non limitarsi a fare da spauracchio! Perchè per rimanere in termini di proverbi CAN CHE ABBAIA NON MORDE...e questo chi delinque lo sa!

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Brevemente, come tin tutte le vicende di carattere internazionale con cui ci si scontra come in questo caso, mai più proverbio è più azzeccato:

 

IL MEDICO PIETOSO FA LA PIAGA PUZZOLENTE!

 

Caro Moreno, credo tu abbia azzeccato il problema, ma permettimi una mia personale considerazione: il "medico" in questo caso come in altre situazioni internazionali e' costretto ad essere "pietoso" perche' impostogli dal sistema; il mondo non si divide piu', da qualche decennio, in bianchi e neri, o cristiani e musulmani, ma solamente tra ricchi e poveri. E' il motivo per il quale per paesi come il Kuwait si interviene in un modo, e per altri come Etiopia, Somalia, Ciad ed altri, infestati da guerre civili con bambini mutilati e donne incinte sgozzate, si fa finta di non vedere e sentire. Esiste, credo, una catena internazionale di interessi di serie A e di serie B, con una classifica stilata da potenti compiacenti con lo scopo di mantenere il divario socio-politico-finanziario tra paesi ritenuti "pozzi di petrolio" da salvaguardare per risorse naturali, ed altri da "salvaguardare" come "clienti poveri", che hanno bisogno dei ricchi. A intenditor poche parole..........

Sgt NP

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Visitatore UPS2
Probabilmente, l'unico organismo che potrebbe fare qualche cosa, è l'ONU (ogni altra iniziativa sarebbe considerata un atto di forza unilaterale). Proporre una forza internazionale sarebbe la cosa migliore poichè si sfrutterebbe meglio il naviglio impiegato.

I porti più vicini sarebbero la base ideale per poter intervenire più velocemente

 

Vi siete risposti da soli... Il Dott. Giorgerini, in quella conferenza, sosteneva che l'ostacolo più grande ad ogni inziativa era proprio... l'ONU!

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L'ammiraglio Gumiero, che ha guidato in quelle acque il secondo Gruppo Navale NATO, dichiarò che era come inseguire con un camion un ladro che fuggiva in bicicletta. Immagine che credo0 renda bene l'idea.

 

Vi siete risposti da soli... Il Dott. Giorgerini, in quella conferenza, sosteneva che l'ostacolo più grande ad ogni inziativa era proprio... l'ONU!

 

Da notare che è proprio grazie a due risoluzioni approvata dal Consiglio di Sicurezza (ed al tacito consenso del Governo somalo di transizione), che le unità navali presenti possono entrare in quelle che sono le "acque territoriali somale", ed in teoria avrebbero mano libera anche per operare contro le basi ed installazioni poste in terraferma.

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Visitatore UPS2
Da notare che è proprio grazie a due risoluzioni approvata dal Consiglio di Sicurezza (ed al tacito consenso del Governo somalo di transizione), che le unità navali presenti possono entrare in quelle che sono le "acque territoriali somale", ed in teoria avrebbero mano libera anche per operare contro le basi ed installazioni poste in terraferma.

 

 

Come sempre avulso da qualsiasi "vis polemica", ma anche in questo caso il "in teoria" spiega tante cose...

Mia colpa non poter (per spazio e tempo) riportare più approfonditamente quella interessantissima conferenza che verteva proprio su questo argomento. Ovviamente l'illustre conferenziere parlava con approfondita cognizione di causa, avendo egli stesso partecipato ad un importante incontro ad livello internazionale sulla questione.

Detto per sommi capi ( e di ciò, ulteriormente, mi scuso): ogni soluzione prospettata andava sistematicamente ad urtare con quanto previsto dai regolamenti delle Nazioni Unite, fino a quando, appunto il "giovane ammiraglio" (testuale, se la memoria non mi inganna!) non si è espresso come precedentemente citato...

Come sempre, ai posteri l'ardua sentenza!

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Le bandiere multinazionali (o nazionali) spiegate al vento, i pantaloni degli ufficiali che garriscono sui ponti delle portaerei, le chiatte da sbarco si muovono, i fucilieri prendono terra e liberano i sequestrati, dopo aver fatto strage degli odiati pirati.

Bene, ognuno può apportare tutte le modifiche che vuole al film che ho proiettato nelle righe precedenti: e poi ?

 

Può darsi che io sia un ingenuo, ma il male non sta semplicemente nelle persone fisiche dei pirati, ma nelle culture che li esprimono, se non riusciamo (con le buone o con le cattive ... fate voi) a modificare la cultura somala, ad un pirata ne succederà un altro, magari più furbo, più attrezzato, più sfuggente, più tecnologico ...

 

Bene la preoccupazione di liberare, in un modo o nell'altro (per me fa lo stesso), gli ostaggi dei pirati, ma è necessario pensare anche al dopo; altrimenti tra sei mesi ci ritroveremo con un'altra nave sequestrata a domandarci che fare, con la sola utilità di poter riempire righe sul forum.

 

... anche se nessuno di noi, nei fatti, può nulla.

 

Ciao.

 

Odisseo

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Se intervengo come nazione sovrana, di mia iniziativa e senza l'avallo dell'ONU, sono un paese prepotente e tutti gli altri mi trattano come tale. Se si aspetta l'ONU, allora bisogna intervenire con i piedi di piombo (perchè le limitazioni imposte sono talmente alte che non si raggiunge mai pienamente l'obbiettivo - nell'area del golfo, siamo in movimento dai tempi della guerra Iraq-Iran). Il problema si risolverebbe una volta per tutte in una sola maniera, senza pensare agli interessi (petrolio ) ma è meglio che la tenga per me perchè farei la figura del guerrafondaio). A questo punto, senza garanzie di successo, facciamo tornare le nostre navi nel mediterraneo, risparmiando fondi per la marina stessa.

Ovviamente, questo è il mio pensiero che non voglio imporre agli altri.

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Come sempre avulso da qualsiasi "vis polemica", ma anche in questo caso il "in teoria" spiega tante cose...

Mia colpa non poter (per spazio e tempo) riportare più approfonditamente quella interessantissima conferenza che verteva proprio su questo argomento. Ovviamente l'illustre conferenziere parlava con approfondita cognizione di causa, avendo egli stesso partecipato ad un importante incontro ad livello internazionale sulla questione.

Detto per sommi capi ( e di ciò, ulteriormente, mi scuso): ogni soluzione prospettata andava sistematicamente ad urtare con quanto previsto dai regolamenti delle Nazioni Unite, fino a quando, appunto il "giovane ammiraglio" (testuale, se la memoria non mi inganna!) non si è espresso come precedentemente citato...

Come sempre, ai posteri l'ardua sentenza!

 

No, per carità...nessun problema. Sarebbe interessante avere il testo di quanto relazionato da Giorgerini e dall'Ammiraglio per farne elemento di discussione nel nostro forum. Le pubblicano per caso queste conferenze (magari sul sito ANMI)?

 

farei la figura del guerrafondaio

 

non sei il solo... :s03:

Modificato da brin
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Faccio una premessa, lungi da me aver la presunzione di fare il capo stratega, mi sembra di aver visto nel problema diverse chiavi che non aprono niente. 1) l'Onu ha fatto una risoluzione solo e ripeto solo per entrare in acque territoriali somale per inseguire i pirati, ma non per attaccarli in terraferma 2) nonostante in quel braccio di mare passi la metà delle merci planetarie ai Paesi rivieraschi sembra non importare niente. Perche'? Perchè la Somalia è stata abbandonata a se stessa, è stato terreno fertile del fondamentalismo, visto che lì la vita umana ha meno valore di una noce di cocco, e....guarda caso adesso c'è la grande scoperta che dietro i p..irati o p...escatori c'è la mano di Al Queda, adesso si spiega perchè gli Usa hanno mandato un emissario a parlare con il governo ufficiale(che conta poco) per riallacciare una parvenza di unità di intenti per sconfiggere la pirateria. E....intanto si preparano i piani per gli attacchi, ma nessuno incomincia perchè morirebbero troppi civili!! Il XX secolo ci ha insegnato che dei civili non gliene frega un c...o a nessuno. Chi ci capisce è bravo ma sarei curioso di sapere quale è il vero motivo economico che spinge tutti a lasciar perdere. Che ne pensate?

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E, ahimè, aboliamo anche le forze speciali, se non c'è la volontà di impiegarle, mai.

 

Almeno una volta si: quando si tratto' di liberare i due agenti del Sismi in Afghanistan. D'altronde l'intervento si spiega anche con l'estrema delicatezza degli ostaggi.

 

1) l'Onu ha fatto una risoluzione solo e ripeto solo per entrare in acque territoriali somale per inseguire i pirati, ma non per attaccarli in terraferma

 

Se non sbaglio, una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza, approvata nel dicembre scorso, ha autorizzato anche, previo consenso delle autorità somale, il proseguimento delle azioni di contrasto alla pirateria anche in cielo e sulla terraferma.

 

Anche nel nostro Senato, su proposta di Rutelli, hanno approvato - forse per non metterla mai in pratica - una mozione dai contenuti simili.

 

Link da Republica http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/e...provazione.html

 

La risoluzione votata dall'Onu era stata fatta circolare la scorsa settimana dagli Stati Uniti: le nazioni che chiederanno all'Onu di partecipare alla caccia ai pirati dovranno essere autorizzate dal TFG, il governo federale transitorio somalo: secondo il testo della risoluzione questi paesi "potranno prendere tutte le misure necessarie in Somalia, incluso nello spazio aereo, allo scopo di interdire chi utilizza il territorio somalo per pianificare, facilitare e mettere in atto atti di pirateria o assalti armati in mare".

E' una formula diplomatica, non esplicita ma inequivocabile, per autorizzare il cosiddetto "diritto di inseguimento" per cui una operazione militare iniziata in mare potrà essere proseguita anche sulle coste e all'interno della Somalia. La risoluzione prevede che le misure messe in atto dalla flotta autorizzata dall'Onu dovranno rispettare "le leggi umanitarie e i diritti umani", un paragrafo che è stato inserito per rispondere alle preoccupazioni dei paesi (come l'Indonesia) che temono per le vittime civili delle operazioni militari contro i pirati.

Modificato da brin
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Visitatore UPS2
No, per carità...nessun problema. Sarebbe interessante avere il testo di quanto relazionato da Giorgerini e dall'Ammiraglio per farne elemento di discussione nel nostro forum. Le pubblicano per caso queste conferenze (magari sul sito ANMI)?

 

Purtroppo non credo dato che si trattava dell'annuale incontro dei Presidenti di Gruppo della Liguria. Evento ufficiale sì, ma di stretto carattere locale. Erano, comunque, presenti, oltre allo scrivente, almeno altri tre Comandanti in quella occasione.

 

So con buona approssimazione che una conferenza con lo stessa tema sarà tenuta dallo stesso Giorgerini a Rapallo, data da destinarsi; se la memoria mi assisterà, sarà mia cura avvisare gli Utenti del forum.

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....... Chi ci capisce è bravo ma sarei curioso di sapere quale è il vero motivo economico che spinge tutti a lasciar perdere. Che ne pensate?

 

Forse non hai letto la mia considerazione; la riposto qui sotto:

 

CITAZIONE (malaspina @ Apr 14 2009, 08:45 AM) post_snapback.gifBrevemente, come tin tutte le vicende di carattere internazionale con cui ci si scontra come in questo caso, mai più proverbio è più azzeccato:

 

IL MEDICO PIETOSO FA LA PIAGA PUZZOLENTE!

 

Caro Moreno, credo tu abbia azzeccato il problema, ma permettimi una mia personale considerazione: il "medico" in questo caso come in altre situazioni internazionali e' costretto ad essere "pietoso" perche' impostogli dal sistema; il mondo non si divide piu', da qualche decennio, in bianchi e neri, o cristiani e musulmani, ma solamente tra ricchi e poveri. E' il motivo per il quale per paesi come il Kuwait si interviene in un modo, e per altri come Etiopia, Somalia, Ciad ed altri, infestati da guerre civili con bambini mutilati e donne incinte sgozzate, si fa finta di non vedere e sentire. Esiste, credo, una catena internazionale di interessi di serie A e di serie B, con una classifica stilata da potenti compiacenti con lo scopo di mantenere il divario socio-politico-finanziario tra paesi ritenuti "pozzi di petrolio" da salvaguardare per risorse naturali, ed altri da "salvaguardare" come "clienti poveri", che hanno bisogno dei ricchi. A intenditor poche parole..........

Sgt NP

 

A intenditor poche parole........vuol dire che certe cose "nascoste" dai governi non si possono citare in pubblico, e tanto meno su forum pubblici. Non possiamo neanche scrivere qualche parola allusiva che riconduca al concetto, per non incombere nell "Intelligence Web Searching". Comunque, cosa successe proprio in Somalia negli anni '90 lo sappiamo tutti.............

 

Sgt NP

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Visitatore ERICH TOPP U-552

....non mi sembra che americani e francesi abbiano controbattuto sui discorsi di "leggi e diritti umanitarie", ne tantomeno mi sembra che abbiano un autorizzazione scritta da parte del Governo Somalo, dove si dice che fanno parte della "lista" di nazioni autorizzate ad perseguire i pirati anche oltre le acque internazionali....!?

 

....loro non hanno fatto tanti discorsi....son partiti e sono andati a liberare i propri connazionali !!....

 

....C'ero anch'io alla conferenza di Giorgerini e confermo quanto già detto da Michele....a pranzo ero vicino al Prof. e li ho chiesto se quel "giovane Ammiraglio", fosse chi già io, Luca a Michele avevamo immaginato....con un sorriso sul viso, Giorgerini mi ha risposto affermativamente (e ora non chiedete chi fosse, perchè questa è veramente un informazione che si può definire "classificata")....

 

....estirpare alla radice il problema della pirateria, sarebbe veramente difficile, perchè comporterebbe troppe perdite umane soprattutto tra i civili (a priscindere da loro orientamento)....poi ci sarebbe l'Onu, che "romperebbe" troppo....quindi rimango dell'idea che l'unico modo per cercare di tutelarsi, sia quello di organizzare dei "convogli" scortati....anche a costo di rallentare un pò il traffico....convogli che devono essere annunciati pubblicamente e preventivamente, in modo tale che chiunque si trovi sulla loro rotta senza un autoriozzazione, non appena scorto all'orizzonte e "agganciato" ai sistemi d'arma, sarà inevitabilmente distrutto senza avviso di sorta !!....

....se poi, per qualche motivo, qualche nave dovesse in ogni modo essere catturata indebitamente....le forze speciali, non appena pianificato il tutto, partirebbero, libererebbero gli ostaggi e la nave e tornerebbero alla base...."costi, quel che costi" (ovviamente per i pirati e/o i civili)....

 

....faglielo una volta....faglielo due....vedreste che quelli smetterebbero, anche perchè non potrebbero aver scampo !!....

 

....si muniscono di nuovi mezzi più tecnologici ??....

 

....ma perchè, invece di discutere sui modi per contrastare questa piaga, non si cerca di capire come fanno questi 4 pescatori/contadini a procurarsi le armi ??....con che soldi ??....ma soprattutto....chi è che gliele fornisce ??....non mi sembra che da quel che si vede a volte in tv, le loro armi siano di "produzione" Al Queda....!?

....forse c'è qualche nazione che pur di esaurire le proprie scorte di magazzino, organizza anche delle campagne di "saldi"....con la differenza che invece di dare a quella gente delle scarpe, fornisce loro del "piombo"....!! :s06:

 

....opssss....forse non dovevo dire questa cosa....!? forse tra chi vende le armi ci sono anche americani, francesi, inglesi, tedeschi....e chissà....magari (visto che proprio in quelle "zone", non sarebbe la "prima volta"....ricordate le famose "mine" antiuomo di qualche lustro fa ?? :s43: )....anche proprio noi italiani....?? :s07: :s12: :s14:

 

 

 

:s67: Mau

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Buonasera a tutti

 

l'argomento è “tristemente” interessante e vorrei proporre una mia breve riflessione.

A parer mio le armi non servono a niente. Anzi! I “pirati” hanno dimostrato di non aver paura di niente e di non aver nulla da perdere, perciò sarebbe per loro un “invito a nozze” oltre che far fare un “salto di qualità” (nel senso di peggio) alla situazione e a destabilizzare ulteriormente l'area.

La scorta delle navi militari è lecita, ma deve essere di “autorevolezza” e non di “forza”.

Chissà quali interessi ci sono in ballo, probabilmente non abbiamo il quadro completo della situazione politico-economica.

E allora, che cosa fare?

Rispondo con una domanda... Perchè uno decide di fare il pirata? Per disperazione, per divertimento, per fame, per soldi?

Probabilmente per tutto... Poi i figli di p... ci sono d'appertutto, ma la maggior parte probabilmente lo fa per sopravvivere e fare il pirata diventa un “facile” mestiere “per mangiare”... Capisco che ci vuole tempo e che un bel missile a testata superprotonica “risolve il problema velocemente”, ma... e se si provasse a migliorare la vita della gente e a cambiargli la prospettiva di vita? Probabilmente molti problemi -e non solo questo- si risolverebbero...

Perciò “mano dura” con i “cervelli” che sfruttano questa situazione e “carota” con i semplici pirati...

Chi è il “regista” di tutto questo? Tocca all'intelligence scoprirlo e debellarlo... “Senza testa” il serpente non fa paura a nessuno! Altro che cannonate e marines...

Salutoni a tutti

Roberto

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E perchè no, l'atto di forza? il problema è che si ci sono le navi armate, ma le regole di ingaggio non permettono l'uso di tanto armamento. Non capisco perchè, in questi giorni (e non in questo topic), ho sentito tante critiche all'azione delle forze speciali americane e francesi. Forse bisognerebbe criticare chi, sempre di più, sta cercando di ridurre al silenzio le forze militari, che sono pagate e finanziate, per proteggerci da chi ci fa la guerra (il sequestro di navi e cittadini italiani è per me atto di guerra vera e propria, a prescindere dalla necessità o no)

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....non mi sembra che americani e francesi abbiano controbattuto sui discorsi di "leggi e diritti umanitarie", ne tantomeno mi sembra che abbiano un autorizzazione scritta da parte del Governo Somalo, dove si dice che fanno parte della "lista" di nazioni autorizzate ad perseguire i pirati anche oltre le acque internazionali....!?

 

....loro non hanno fatto tanti discorsi....son partiti e sono andati a liberare i propri connazionali !!....

 

Infatti; ognuno applica le regole che decide di applicare, ed alcuni non si fanno pregare: basta pensare alla fregata indiana che distrusse a cannonate una presunta nave madre pirata (che si rivelò poi si essere un innocuo battello da pesca), alle incursioni delle cannoniere volanti americane AC-130 in concomitanza coll'offensiva delle truppe etiopi nel 2006, ai blitz di questi ultimi giorni messi in atto da americani e francesi (che anche in passato hanno liberato i loro ostaggi in questoi modo).

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le stesse dettate dal buon senso: aumentare la velocità, armare le manichette anctincendio per sparare acqua in pressione e impedire l'arrembaggio, effettuare repentini cambi di direzione....

 

 

Le tue informazioni non sono proprio esatte !!!

 

O meglio,questo e quello che fanno gli equipaggi delle Baleniere giapponesi contro GreenPeace...!!!

 

Un mio carissimo amico che naviga da diversi anni mi ha raccontato molti aneddoti sui pirati,lui stesso subì due attacchi, su navi diverse.

 

Spesso i pirati attaccano con due barche , posizionandosi davanti le navi,petroliere o grossi cargo,stanno una a dritta nave ed una a sinistra stendendo un grosso cavo di polipropilene o comunque un cavo galleggiante,per far si che la nave in questione "investendo" il cavo trascina con se le due barche dei pirati che si posizionano, a causa della velocità della nave stessa,una a dx ed una a sxperfettamente schiacciate a scafo dalla tensione del cavo ,poi i pirati abili scalatori si arrampicano sulle murate mentre uno dei malviventi spara una raffica di mitra per intimare al comandante che "loro" fanno sul serio !!!

Il comandante della nave intima a i suoi uomini di andare tutti nelle proprie cabine e di chiudersi a chiave,poi aspetta che i delinquenti vengano da lui per recuperare il denaro ,che si sà, e una notevole cifra !!!

 

Vi siete mai chiesti perchè le navi di compagnie CINESI non vengono quasi mai attaccate ???

 

Perchè quelle compagnie sulle loro navi montano(le leggi cinesi lo permettono),delle linee elettrificate con un alto voltaggio,ma con un basso amperaggio provocando,per contatto , un notevole elettro-shock,che fa cadere in mare gli aggressori !!!

 

Allora io mi chiedo.....

 

Perchè l'onu o gli stati piu colpiti da questi attacchi da parte dei pirati non autorizzano le compagnie a munirsi di questi "accorgimenti" anti-pirateria !!!

 

Quanto devono ancora rischiare i marinai di mezzo mondo ??? :s68:

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Riporto un interessante articolo pubblicato oggi su Virgilio Salvadanaio, vuoi vedere che alla fine si tirano lunghe le trattative non per salvaguardare gli ostaggi ma per aumentare le parcelle???

 

 

 

Ogni sequestro nel Golfo di Aden costa circa il triplo del riscatto effettivo

 

Quanto costano i pirati? Se l'è chiesto la Bbc, che prova a fare i conti in tasca a ogni assalto nel Golfo di Aden e dintorni.

Il conto complessivo non comprende solo il riscatto per la nave e l'equipaggio, ma tutta una serie di spese collaterali.

Le cife finora pagate per il riscatto vanno da 1 a 3 milioni di dollari. L'intera operazione di salvataggio può invece costare tre volte tanto. Vediamo come e perché.

 

Prima di tutto c'è bisogno di un negoziatore professionista per patteggiare con i pirati. Costa tra i 2.500 e i 5.000 dollari al giorno. Moltiplicate questo onorario per i 2-3 mesi di durata media della trattativa e vi farete un'idea dell'esborso per questa voce.

Bisogna aggiungerci la consulenza legale, necessaria soprattutto per evitare che gli accordi con i pirati violino le leggi locali. Si tratta di cifre spesso a sei zeri.

 

L'eventuale scorta della marina yemenita costa 50mila dollari per tre giorni.

C'è poi la bolletta telefonica. Le trattative si svolgono con telefoni satellitari, anche perché i pirati utilizzano quello in dotazione alla nave appena assaltata. In breve, fatture da 40-60mila dollari non sono rare.

 

Finita la trattativa, bisogna consegnare il riscatto. E' un lavoro pericoloso, quindi le agenzie private di security presentano parcelle tra i 250mila e i 500mila dollari per svolgere il lavoro.

 

Il malloppo è generalmente paracadutato sul ponte della nave in ostaggio, il che significa noleggiare un aereo e personale esperto. Costa parecchio. E ci sono pure i costi assicurativi in caso si sbagliasse mira e il "pacchetto" finisse sul fondo dell'Oceano.

 

Pare tuttavia che questo sia il metodo più sicuro. Infatti, in caso di consegna via mare, "si ha bisogno di un maggior numero di uomini armati perché c'è il rischio di essere attaccati da altri pirati, cosa che si è puntualmente verificata quelle poche volte che si è scelto questo metodo". Parola di Guillaume Bonnissen, esperto di assicurazioni navali.

 

Viene poi il costo indiretto di non utilizzo della nave nel periodo del sequestro. Ogni giorno di mancato noleggio provoca danni tra i 20mila e i 100mila dollari.

E va considerato che se anche una nave non è abbordata dai pirati, le aggressioni degli ultimi mesi hanno fatto crescere i costi assicurativi un po' per tutti: si parla di polizze tra i 25mila e i 30mila dollari per un viaggio in "acque pericolose".

 

Altrnative? Evitare il Golfo di Aden e circumnavigare l'Africa. Cioè prolungare il viaggio di un paio di settimane - con i relativi costi - e rischiare comunque di essere attaccati dai pirati lungo le coste dell'Africa orientale, più sicure ma non del tutto.

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  • 2 months later...
Visitatore Marcuzzo

Fonte: corriere.it

 

Sulla nave italiana in mano ai pirati somali mancano cibo e acqua

«Liberateci o moriremo di stenti»

L'appello del comandante della Buccaneer: «Sono finiti i farmaci»

 

NAIROBI (KENYA) - Drammatica telefonata con Mario Iarloi, comandante della Buccaneer, la nave italiana sequestrata l’11 aprile nel golfo di Aden dai pirati somali e ancorata al largo di Las Qorey, villaggio di pescatori nel Puntland, la parte settentrionale dell’ex colonia italiana. Le condizioni di vita sono tragiche, l’equipaggio del rimorchiatore d’altura (dieci italiani, un croato e cinque rumeni) si sente abbandonato, è ammalato e sta impazzendo e sei dei sedici marittimi sono stati portati a terra, probabilmente distribuiti in vari villaggi sulla costa, per nasconderli nel caso di un improbabile blitz delle teste di cuoio italiane. Sarà quindi più difficile recuperarli al momento del rilascio. Non si conoscono i loro nomi.

 

«Siamo inguaiati, stiamo male. Liberateci altrimenti chiederemo a loro di spararci – si dispera il comandante con una voce che sembra spezzata dalle lacrime - . Ci stiamo ammalando; molti soffrono di depressione e qualcuno di cuore. Non ci sono medicine. Tempo fa erano arrivati farmaci per il fabbisogno (di uno dei membri dell’equipaggio che soffre di cuore, ndr), ma in questa storia infinita sono quasi terminate. Io non sono un dottore; non ci sono dottori; non riesco a curare persone che non so neppure cos’hanno oppure a curarle solo guardandole in faccia. O guardando che danno i numeri. Non riescono più a parlare come persone ragionevoli. Tra l’altro non ragiono più neanche io. E’ una situazione assurda e non abbiamo la forza di andare avanti. C’è gente che si sta abbandonando a se stessa. Non c’è più da mangiare. Giusto qualcosa per sostenere il fisico; stiamo lavandoci con acqua di mare. Siamo oltre le nostre forze. Per favore liberateci da questa situazione, altrimenti chiederemo noi stessi che ci ammazzino. Anche loro sono nervosi e ogni tanto sparano. E’ successo anche oggi. Una pallottola mi ha sfiorato la testa. Non ce la facciamo più e vogliamo andare a casa; e vogliamo andarci subito. Stiamo facendo sei ore dentro la plancia senza aria condizionata (in quell’area il caldo è insopportabile e le temperature superano con grande facilità i 40 gradi, ndr)». Il comandante Iarloi durante la telefonata racconta che non c’è più acqua potabile (“beviamo acqua bollita”) e neppure cibo (“mangiamo riso e pane che ci cucina il cuoco”).

 

Ha poi smentito che siano stati consegnati i viveri che erano stati inviati con un camion partito da Gibuti (“Non abbiamo ricevuto niente”) e che invece era stato assicurato fossero arrivati a destinazione. A proposito delle trattative il comandante dice di non sapere nulla: «Non ci informano di questo. Se non ci sono delle trattative che le facessero, che telefonassero a questi signori. Si mettessero d’accordo e facessero quello che devono fare. Sono 51 giorni che lo devono fare». A questo punto irritatissimo Iarloi urla al telefono: «E ci siamo rotti le scatole di stare su ‘sta ca##o di barca. Non ce la faccio più e le passo la persona che è accanto a me», cioè il pirata che parla italiano. Proprio lui un paio di giorni prima in un’altra telefonata al Corriere aveva assicurato che non c’è nessuna trattativa in corso. «Questi – aveva dichiarato riferendosi agli ostaggi e manifestando un certo nervosismo -. Vogliono tornare a casa, ma nessuno si è fatto vivo con noi».

 

Massimo A. Alberizzi

 

E' stato creato anche un gruppo su Facebook.

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Visitatore ERICH TOPP U-552

....Già una quindicina di giorni fa, questa notizia fu diramata da un TG in prima serata, terminando dichiarando che la Farnesina aveva chiesto il "silenzio stampa" in quanto erano in atto delle trattative con i pirati....

 

....volevo già da subito esternare dei "pensieri" in merito sul nostro forum, ma....come in precedenza, anche ora eviterò ogni tipo di "allusione" e/o "opinione"....Valeria, come al solito è già riuscita ad esternare dei "pensieri" in maniera molto più "diplomatica", rispetto a quanto potrei dire io, quindi....

 

....quoto Valeria....e mi rammarrico delle condizioni a cui sono sottoposti i nostri connazionali, mentre diversamente qui da noi, chi di dovere, non fa altro che "giocare" alla "gara delle elezioni"....!! :s06:

 

 

:s67: Mau

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Salve,Il comandante Mario Iarlori lo conosco molto bene,si sente la sua mancanza al bar della stazione ritrovo di marinai in forza e pensionati.

Al cessa lavori veniva in tuta a prendersi un caffe',scambiava con piacere quattro chiacchere con tutti.

 

 

Spesse volte sento da persone anche amici ''tu sei marittimo e chissa quanti soldi prendi'',ma nessuno puo' immaginare cos'è,ambiente di lavoro rumoroso e con temperatura ambiente che supera i 55 gradi,sentite qui

e poi capita un viaggio in zone dove ti devi chiudere a chiave per riposare perchè possono salire a bordo

E intanto continuano''ti puoi permettere un macchinone'' :s05:

 

 

Ciao.

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Non amo l'attuale Governo italiano, le mie simpatie politiche stanno da tutt'altra parte (l'avrete capito da un pezzo), ma per una volta "spezziamo una lancia" in suo favore.

 

E' facile, seduto nella mia poltrona girevole presidenziale, immerso nell'aria condizionata (fuori ci sono ancora 30 gradi), pensare che nessuno si muove, nessuno fa niente, nessuno agisce.

Forse ... per agire bisogna avere un quadro preciso della situazione.

Forse ... bisogna avere almeno il 99% di possibilità di liberare gli ostaggi VIVI e VEGETI; riaverli morti o feriti non sarebbe nei desideri di nessuno.

Forse ... stanno lavorando in sordina.

Forse ... contano di pagare un riscatto per riaverli (meglio pagare per dei vivi che per riavere indietro i cadaveri).

Forse ... nei film con Silvester Stallone tutto fila liscio, nella realtà NO, mai.

Forse ...

... preferisco aspettare, finchè c'è una speranza: alla Farnesina non ci stanno dilettanti, se il governo o il ministro o l'opposizione hanno preoccupazioni elettorali, questo non vale per i funzionari.

 

Andrò controcorrente, ma prima di vedere all'opera COMSUBIN, GIS, SOF, San Marco, Folgore e così via, credo nella diplomazia, nella capacità di mediare, di trovare un compromesso per realizzare il fine: SALVARE QUELLE VITE UMANE.

 

Scusatemi, non ho certezze.

 

Buonanotte dalla caldissima Itaca.

 

Odisseo.

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Visitatore Marcuzzo

Gli ultimi aggiornamenti sulla vincenda:

 

Da Newsfood.com

 

Continua il sequestro del Bucaneer, la nave italiana catturata dai pirati somali l' 11 Aprile

"Mio figlio sta morendo di fame, i pirati lo uccideranno" Denuncia di uno dei padri dei marinai del Bucaneer

 

Grido d'allarme di Pasquale Vollaro: le cose vanno malissimo, il Il governo deve intervenire prima che sia troppo tardi. Risposta della Farnesina: la situazione è fluida, teniamo aperti tutti i canali per risolvere la situazione è salvare gli ostaggi

 

© Matteo Clerici/NEWSFOOD.com - 22/06/2009

 

Pasquale Vollaro è un uomo disperato. Il signor Vollaro, di Torre del Greco, Napoli, è il padre di Giovanni, uno dei marinai del Bucaneer, il rimorchiatore sequestrato dai pirati somali.

 

Il sequestro è iniziato l' 11 Aprile ed il peso della situazione incide grandemente sui sequestrati e sulle loro famiglie: "La voce di mio figlio era quella di un uomo sfinito, allo stremo delle forze. Mi è sembrato di parlare con un vecchio invece che con un giovane forte e sano. Ho avuto una stretta al cuore quando mi ha detto che sul Buccaneer le cose vanno malissimo. I pirati hanno fatto scendere a terra i sei marinai romeni, tengono a bordo solo i dieci italiani che vengono trattati come bestie: Giovanni mi ha detto che mangiano solo una piccola porzione di riso al giorno, e che l'acqua da bere scarseggia e dev'essere bollita perché è lurida. Pensa che prima o poi ammazzeranno lui e i compagni, è terrorizzato.

 

Ma il signor Vollaro è anche arrabbiato

 

E' arrabbiato per l'arroganza che i somali dimostrano verso di loro ( "Ho parlato anche con uno dei pirati che lo tengono in ostaggio. Conosceva l'italiano e mi chiamava Napoli. Proprio così: Napoli. E rideva, mi sfotteva quel disgraziato che ha preso mio figlio e altri 15 ragazzi innocenti", ricorda) ma sopratutto non digerisce l'inazione delle autorità nostrane: " Il governo deve intervenire prima che sia troppo tardi".

 

Il governo italiano, da parte sua, prende tempo.

 

La Farnesina ricorda "il complesso e fluido contesto politico somalo", dove i traballanti politici di Mogadiscio devono fare i conti con il crescente potere delle milizie islamiche e si auspica "Una soluzione perseguita attraverso tutti gli opportuni canali che garantisca l'incolumità degli ostaggi".

 

Il presidente Napolitano, da parte sua, segue con attenzione l' evolversi della situazione ed "apprezza il senso di responsabilità con cui le famiglie stanno affrontando la situazione".

 

Dichiarazioni ragionevoli e pacate, ma che possono suonar vuote a chi da 55 giorni ha un parente o una persona cara nelle mani dei banditi; e più il tempo passa, più le cose peggiorano: " Questa attesa ci sta uccidendo, non ce la facciamo più", dice Alfonso Borrelli, zio di un altro membro dell'equipaggio sotto sequestro.

 

 

Da Liberoreporter.it

 

Pirateria. Speranze per il Buccaneer. In Somalia nasce il 'comitato di sorveglianza antipirateria'

 

Per le milizie e i gruppi armati impegnati a contendersi il territorio somalo reperire risorse economiche rimane vitale per comprare armi, patteggiare gli aiuti alimentari e sostenere il proprio clan. Recentemente il business più redditizio a cui si dedicano è quello degli aiuti internazionali e i finanziamenti con i quali l’Occidente cerca di tamponare l’aggravarsi della crisi, un modo per evitare di risolvere alla radice il problema.

 

In Somalia questo l'hanno capito e stranamente c'è stata una recrudescenza del fenomeno della pirateria nell'ultimo biennio. Il clamore internazionale che esso suscita in tutto il mondo, serve infatti a far giungere nel Paese del Corno d'Africa nuovi aiuti internazionali che rendono ben di più delle stesse azioni piratesche.

Ogni volta che i Paesi «donatori» per la Somalia si incontrano, viene sempre stanziata una cospicua somma di denaro per gli aiuti umanitari e da un po’ di tempo anche in chiave antipirateria.

E' questa infatti la nuova voce inserita nell'agenda di ogni incontro.

Gli interventi umanitari dell'Italia in Somalia, finanziati finora con circa 26 milioni di euro nel biennio 2007-2008 e poi con una successiva erogazione di oltre 43milioni di euro nell'arco degli ultimi quattro anni, collocano saldamente l'Italia tra i primi cinque di questo gruppo di donatori del Paese africano.

Purtroppo il governo somalo di transizione, TFG, del Presidente Sharif Ahmed forse non riuscirà a gestire fino in fondo questi aiuti ma una buona parte li riceverà e chissà potrebbe riuscire a distribuirli anche se appare difficile visto che controlla solo una piccola parte del territorio somalo; il resto è in mano ai miliziani islamici.

Il 10 giugno scorso in un rapporto dell'Unione africana, UA, pubblicato in prima pagina dal quotidiano panarabo “al Hayat”, l'organizzazione africana si diceva molto preoccupata per la precaria situazione generale nel Paese.

Nel documento è scritto chiaramente che: “La popolarità del presidente somalo Ahmed continua a scemare, giorno dopo giorno, da quando è stato eletto a gennaio”.

“L'appoggio garantitogli dal suo clan, gli Abgal, sottoclan degli Hawiye - continua il rapporto dell'UA - non è all'altezza dei pericolo che si trova ad affrontare”.

Inoltre il rapporto afferma che il Presidente somalo avrebbe ricevuto aiuti finanziari da alcuni Paesi Occidentali per ottenere l'appoggio del suo clan, sia morale sia militare. Circa 20mila giovani volontari Abgal avrebbero così risposto all'appello del presidente di arruolarsi nell'esercito e nella polizia, ma la maggior parte di questi sono attratti soprattutto dai soldi e dalle armi, e solo poco più di un centinaio di loro combatte veramente.

Questo spiegherebbe anche l'enorme divario tra i combattenti islamici, che si battono per uno scopo, e le milizie governative, che combattono per denaro e non credono affatto nel governo e nei suoi ministri, sottolinea in particolare il rapporto.

Tuttavia, continua il rapporto del'UA, l'opposizione non ha le capacità per rovesciare il governo transitorio fino a quando saranno presenti le forze africane. Per costituire un pericolo reale, gli islamici hanno bisogno di altri 6 mesi. Per ora i combattimenti stanno garantendo agli islamici una notorietà che tornerà loro utile per ottenere sostegno all'estero ed esperienza militare, necessaria per i prossimi conflitti, sottolinea il rapporto.

Un quadro davvero allucinante quello dipinto dal rapporto dell'UA ma che rispecchia la realtà.

Il governo somalo ha i mesi contati eppure l'Italia e altri Paesi continuano ad erogare aiuti economici pur sapendo che forse difficilmente arriveranno a destinazione.

Forse l'operazione nasconde altre verità e intenti.

Di recente è stata promossa la proposta di istituire una Guardia Costiera somala sotto l’egida del governo di transizione somalo, dimenticando sempre che per ora esso ha il controllo solo di alcuni quartieri della capitale. Quindi sarà stanziato un nuovo flusso di denaro che i «donors» occidentali dovrebbero devolvere al TFG.

Un fatto questo che ha risvegliato enormi interessi; il rischio, che gran parte di questo denaro finisca nelle mani di chissà quali personaggi, è fortissimo.

Subito dopo la conferenza internazionale sulla Somalia svoltasi nei giorni scorsi a Roma, dove è nata la proposta, nel porto di Harardhere, che è il più importante covo pirati sulla costa orientale somala, si è creato spontaneamente un «Comitato di sorveglianza antipirateria» che avrà il compito di contrastare il fenomeno e mediare i riscatti.

Sagole Ali, portavoce da sempre dei «Somali Marine», la gang di pirati che hanno base ad Eyl, l'altro importante covo pirata sulla costa somala, ne fa parte. Questo dovrebbe essere indicativo per tutti e far capire quale è il vero intento dell'operazione “guardia costiera somala”.

D'altronde i «Somali Marine» sono niente di meno che la banda dei pirati che ha catturato il rimorchiatore Buccaneer sequestrato l'11 aprile scorso nel Golfo di Aden. La nave è tuttora nelle loro mani e con essa sono trattenuti in ostaggio anche i 16 marinai dell'equipaggio di cui 10 italiani a bordo e 5 romeni e un croato.

I pirati quindi si trasformano in Guardie Costiere?

Indubbiamente chi legge avrà abbozzato un sorriso!

Ebbene non ci si deve stupire.

A questo punto entra in gioco la convenienza e l’opportunità. Potrebbe essere un mezzo che permetta di ottenere la liberazione dei marittimi italiani ostaggi da oltre due mesi dei pirati somali.

Questa è la vera chiave di lettura per comprendere anche il netto rifiuto delle autorità della regione del Puntland, sulle cui coste hanno le basi i pirati e per questo è considerata la nuova Tortuga, ad ogni forma di mediazione su base economica con i pirati ma invece disponibili a un'azione militare per liberare gli ostaggi del Buccaneer.

Il governo, autoproclamatosi, della regione autonoma del Puntland per mezzo delle sue strutture amministrative e di polizia in passato ha svolto sempre un ruolo di mediazione nelle trattative con le bande di pirati, intascando ovviamente un compenso per l'opera prestata, oggi invece, è contrario a qualunque accordo e spinge verso una soluzione militare. Un modo questo per apparire credibile agli occhi della Comunità internazionale e sedersi poi al tavolo degli aiuti e partecipare al banchetto.

Però il gioco è stato scoperto! Quando all'inizio di maggio il sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver si è recata in missione nella regione per trattare il rilascio degli ostaggi del Buccaneer c'è stato l'epilogo della vicenda. La Boniver ha accusato a chiare lettere il presidente del Puntland, Abdirahaman Mohamed Farole, di essere d'accordo con i pirati e ha chiesto che gli ostaggi del Buccaneer fossero liberati immediatamente e senza condizioni. Aggiungendo che qualsiasi atto ostile compiuto nei loro confronti sarebbe stato ritenuto come un atto ostile compiuto contro l'Italia.

A riprova di questo i rappresentanti del Puntland sono stati significativamente i grandi esclusi alla conferenza internazionale sulla Somalia svoltasi a Roma.

Il Puntland era avvisato e da allora tante cose sono accadute ma ai 10 marinai italiani non è stato torto un capello. Dei loro compagni di sventura, i 5 romeni e il croato, da quando sono stati sbarcati a terra non si è saputo più nulla ma dei 10 marittimi italiani, la Farnesina continua ad informare le loro famiglie in Italia assicurando che i loro cari stanno bene e presto ritorneranno a casa.

Forse per fine mese come ha recentemente affermato il sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti in un colloquio telefonico avuto con le famiglie dei marittimi campani.

Nel bel mezzo di questi giochi di denaro e di potere ci sono quindi gli ostaggi del Buccaneer e ovviamente i circa 200 marittimi delle oltre 15 navi catturate e ancora trattenute dai pirati. L'intuito porta a pensare che la pirateria nel mare del Corno d'Africa dimostra un grave pericolo per gli interessi commerciali legati alla navigazione. In altri posti del mondo come il Borneo e l'Indonesia il fenomeno è piuttosto ampio ma in quei luoghi non è scattato l''allarme rosso '. Nel mare della Somalia invece è stata inviata una flotta internazionale in armi i cui costi per mantenerla sono davvero altissimi mentre la loro presenza appare relativamente utile. In molti però tendono a mascherare questa “relativa utilità” nel fatto che la flotta non ha un coordinamento unico ma bensì suddiviso. Per pattugliare un mare così ampio ci vorrebbero almeno 500 navi da guerra che ora invece sono appena 25.

Senza considerare che l'area dove agiscono i pirati si sta allargando ancora di più.

Gli abbordaggi si stanno verificando anche al largo dell'arcipelago delle Seychelles.

Non è questo il modo per difendere la libertà di navigazione e di libero commercio; se si continua su questa strada la comunità internazionale rimarrà per sempre presa nel gioco dei pirati e di iniziative come quella delle sedicenti Guardie Costiere.

Sarebbe opportuno una convinta e decisa azione politica internazionale congiunta per promuovere una mediazione tra tutte le parti coinvolte in Somalia.

 

Ferdinando Pelliccia

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  • 4 weeks later...
Visitatore Marcuzzo

Da LiberoReporter.it

 

Alcuni familiari degli ostaggi del rimorchiatore Buccaneer inviano, alla nostra redazione, una lettera diretta alle massime cariche dello Stato: non ce la fanno piu.

In questa vicenda c'e troppa confusione e la mancanza di chiarezza rende ancor piu insopportabile il passare dei giorni.

Dalle parole scritte trapela solo una grande disperazione.

 

Al Presidente della Repubblica Italiana

Giorgio Napolitano

 

Al Presidente del Senato

On Renato Schifani

 

Al Presidente della Camera dei Deputati

On. Gianfranco Fini

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

On. Silvio Berlusconi

 

Al Ministro degli affari Esteri

On. Franco Frattini

 

 

LETTERA APERTA

13 Luglio 2009

 

Egregi Presidenti, Egregi Ministri,

ancora una volta siamo costretti a rivolgerci a Voi per avere un po' di chiarezza per quanto riguarda l'intrigata vicenda del rimorchiatore oceanico Buccaneer ostaggio dei pirati somali dall'11 aprile scorso. Su quella nave ci sono i nostri figli, i nostri mariti, i nostri fratelli, i nostri papa e noi siamo disperati, non vediamo un barlume di luce ne un qualche indizio che possa farci capire come realmente stanno le cose. Nei giorni scorsi, in occasione del G8, si sono susseguite le dichiarazioni di esponenti del Governo che rassicuravano un buon andamento delle trattative e si auspicava un'immediata soluzione e di contro ieri sera una dichiarazione del Ministro Frattini "l'unica strada e evitare il blitz militare" che ci ha fatto gelare il sangue. Ci siamo chiesti a chi si rivolge il Ministro? Si rivolge forse a qualcuno che vuole fare un blitz? Di chi si tratta? Ma siamo ancora all'ipotesi di un blitz? Questa situazione ci ha distrutti, ci sentiamo come canne al vento, non ci sono mai notizie certe, e tutto pare essere sempre il contrario di tutto. Chiediamo solo di poter capire se ci sono speranze concrete nel riportare a casa i nostri familiari oppure se siamo ancora a livello di confuse ipotesi. Da parte dell'armatore questa mattina e stata fatta una dichiarazione "Stanno tutti bene. Vengono trattati umanamente. Previsioni non se ne possono fare, ma siamo fiduciosi. Hanno fretta di tornare - ha aggiunto Bartolotti - ma ci sono delle procedure da rispettare. Abbiamo tutti la convinzione che di tempo ne passera ancora poco, ma ci vorrebbe la sfera di cristallo".

La sfera di cristallo? Ma ci chiediamo se chi sta lavorando per ottenere la liberazione degli ostaggi sente la questione cosi aleatoria, possibile che a distanza di tre mesi si stia ancora brancolando nel buio?

Vi chiediamo di avere delle risposte chiare, chiediamo di poterci interfacciare con qualcuno che ci possa dare degli elementi per capire cosa sta succedendo realmente, specialmente dopo un cosi lungo silenzio da parte dei nostri famigliari, le telefonate sono cessate, esiste solo un terribile e angosciante silenzio.

Siamo cittadini Italiani e in un momento cosi tremendo vorremmo avere uno Stato che si occupi della nostra tragedia, uno Stato che ci sia vicino davvero.

 

La presente lettera viene inviata al giornale LiberoReporter per la pubblicazione.

 

Distinti saluti

 

Pasquale Volaro

Antonella Borrelli

Rosaria Montella

 

__________________________________

 

Da CnrMedia.com

 

I MARINAI DEL BUCCANEER "STANNO BENE"

 

 

 

Ai microfoni di CNR Media l'armatore Silvio Bartolotti rassicura sulle condizioni dei marinai del cargo italiano sequestrato in Somalia, ma aggiunge che sono ancora incerti i tempi del rilascio. ASCOLTA l'intervista

 

I marinai italiani della Bucanneer , da 91 giorni nelle mani dei pirati somali: “Stanno tutti bene. Vengono trattati umanamente. Previsioni non se ne possono fare, ma siamo fiduciosi.” Così Silvio Bartolotti, armatore della Micovir di Ravenna ai microfoni di CNR-TV. Bartolotti ha anche aggiunto di riuscire a parlare spesso al telefono con i nostri marinai “Hanno fretta di tornare - ha aggiunto - ma ci sono delle procedure da rispettare. Abbiamo tutti la convinzione che di tempo ne passerà ancora poco, ma ci vorrebbe la sfera di cristallo... Ci sono equipaggi tenuti lì da un anno e mezzo... Li sento spesso al telefono, hanno fretta di tornare a casa, ma ci sono delle procedure da seguire... Più che essere sicuri di come vivono a bordo non possiamo fare... siamo sempre riusciti a mandar loro le medicine di cui avevano bisogno”.

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Mi rifiuto categoricamente di commentare, riceverei un ban ad eternum... :s05:

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  • 4 weeks later...

ho ricevuto questo messaggio da uno dei siti su facebook dedicati ai rapiti.

 

"Finalmente nella tarda serata di domenica 09/08/2009 sono stati liberati i marittimi del buccaneer! I marittimi sono su una nave militare italiana!"

 

in effetti le notizie sembrano contrastanti ma tutte concordano sulla liberazione

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ho ricevuto questo messaggio da uno dei siti su facebook dedicati ai rapiti.

"Finalmente nella tarda serata di domenica 09/08/2009 sono stati liberati i marittimi del buccaneer! I marittimi sono su una nave militare italiana!"

in effetti le notizie sembrano contrastanti ma tutte concordano sulla liberazione

Su TG3 è appena passato il servizio che conferma la liberazione.

Meno male.

Saluti.

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