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Sommergibili Italiani Dal Secondo Dopoguerra Ad Oggi


BUFFOLUTO

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un paio di puntualizzazioni (ma sono davvero dei piccoli dettagli..) sui disegni bellissimi:

 

in vela ho notato cha hai inserito l'asta della bandiera. l'asta non è parte integrante della vela ma viene inserita nell'all'oggiamento di uno dei candelieri (in genere il primo a dx nave ma non sempre).

l'antenna UHF (la clessidra per intenderci) vedo che è alzata in entrambe le configurazioni del disegno. non ricordo che avvenissi quando lo stilo era ammaianto per cui il primo disegno potrebbe non essere corretto.

in ultimo lo spazio per il piastrone di appontaggio del DSRV mi sembra un po corto ma, soprattutto, non c'è il portello

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un paio di puntualizzazioni (ma sono davvero dei piccoli dettagli..) sui disegni bellissimi:

 

in vela ho notato cha hai inserito l'asta della bandiera. l'asta non è parte integrante della vela ma viene inserita nell'all'oggiamento di uno dei candelieri (in genere il primo a dx nave ma non sempre).

l'antenna UHF (la clessidra per intenderci) vedo che è alzata in entrambe le configurazioni del disegno. non ricordo che avvenissi quando lo stilo era ammaianto per cui il primo disegno potrebbe non essere corretto.

in ultimo lo spazio per il piastrone di appontaggio del DSRV mi sembra un po corto ma, soprattutto, non c'è il portello

 

- l'asta della bandiera l'ho inserita per rendere più realistico il disegno e penso che poteva essere messa in posizioni diverse

- per quanto riguarda l'antenna UHF, probabilmente non dovrebbe vedersi quando l'alberetto è completamente ammainato; ho fatto una simulazione su PHOTOSHOP e chiaramente è risultato

che l'antenna UHF (la clessidra) sporge dal bordo superiore della vela; ho pensato che il sostegno di questa antenna potesse essere posta in posizione orizzontale nella vela; comunque nel dubbio modificherò il disegno per renderlo conforme a quello che si vede nelle fotografie

- per quanto riguarda il piastrone di appontaggio del DSRV, confesso la mia ignoranza in materia, per cui

dovresti essere più esplicito in modo da consentirmi le modifiche

- poiché ho intenzione di realizzare un disegno del lato sinistro del battello gradirei avere maggiori dettagli sul percorso del cavo da rimorchio in entrambe le versioni

 

i disegni li ho realizzati con la tua preziosa collaborazione e per questo ti ringrazio

 

Buffoluto

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in questa foto (sempre da delfini d'acciao ma scattata dall'amm Guastadisegni) si vede bene il percorso del cavo di rimorchio nei battelli post grandi lavori.

12.jpg

 

ma ne abbiamo parlato diffusamente in questo post

https://www.betasom.it/forum/index.php?s=&a...st&p=274845

 

proprio qui, in quella foto iniziale del bagnolini, sono convinto che sia una installazione intermedia tra quela senza garitta di prora e quiella con la garitta. la parte vicino alla vela è rimasta originale ed è variato solo il percorso precedente.

ho una foto (ma mi sa che e a ravenna, dovrai portar eun po di pazioenza) in cui il portellonon c'è ancora e il cavo, dopo avere costeggiato il cufficone, prosegue sulla mezzeria della coperta fino alla vela

 

edit: come non detto, l'avevo pubblicata sul sito

notarta.jpg

Modificato da Totiano
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- per quanto riguarda il piastrone di appontaggio del DSRV, confesso la mia ignoranza in materia, per cui dovresti essere più esplicito in modo da consentirmi le modifiche

 

a qusta pagina ho pubblicato il disegno del piastrione quotato, dove si vede che il portello non è inserito nella struttura ma vi è appoggiato sopra

http://www.delfinidacciaio.it/costruzione.html

Modificato da Totiano
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In occasione del VII anniversario di BETASOM

mi è stato assegnato un Nastrino Comunicazioni;

sono grato dell’evento e ringrazio il Comando di Flottiglia

per l’onore che mi è stato concesso

Comandante Buffoluto

 

Sommergibile "Attilio Bagnolini" 505

 

01bagnolini1968005b26ag.jpg

 

02bagnolini1968001x1606.jpg

 

03bagnolini1968006c.jpg

 

04bagnolini1968002c.jpg

 

05bagnolini1968003b1968.jpg

 

bagnolini1968disb1968ne.jpg

Modificato da BUFFOLUTO
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come promesso ho sostituito i due disegni del post 97 di pag. 5, dedicato al "Toti",

in maniera di renderli più attinenti alla realtà; per quanto riguarda l'elica del battello

dall'esame di alcune foto sembra che il senso di rotazione sia destrorso; nel caso

mi sia sbagliato è sempre possibile provvedere ad una correzione

 

saluti

Buffoluto

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una prima foto del Bagnolini nel 1990 (sono le foto dell'equipaggio al Disarmo) in cui si vede chiaramente la parte terminale del cavo di rimorchio

bagnolini1990.jpg

 

ed una del Dandolo nel 1989

dandolo1989.jpg

 

fammi un fischio se ne servono altre!

 

 

le due foto sono molto opportune, perché mi accingo a fare un disegno del "Dandolo";

mi puoi confermare che in quel periodo mancava la scaletta sul lato sinistro della vela?

 

grazie

Buffoluto

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le due foto sono molto opportune, perché mi accingo a fare un disegno del "Dandolo";

mi puoi confermare che in quel periodo mancava la scaletta sul lato sinistro della vela?

 

grazie

Buffoluto

 

non è mai esistita sul lato sinistro, ma solo sul lato dritto. era pero prevista (poi eliminata perche diventata superflua con la creazione della garitta a prora) una seconda scaletta, pieghevole, che veniva riposta all'interno della vela e disposta per schedere dal lato sinistro della vela. la riconosci in alcune foto perchè ha una spedie di corrimano

 

A proposito di Dandolo, battello su cui sono nato (sommergibilisticamente parlando), aveva una modifica sugli scarichi bassi dei gas di scarico, un convogliatore che deviava i fumi verso poppa.

 

 

radio3.jpg

 

radio31.jpg

la foto viene, cone sempre, da www.delfinidacciaio.it

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ho provveduto a modificare il disegno del post 107 di pag. 6, dedicato al Bagnolini;

la modifica si è resa necessaria in quanto avevo disegnato in maniera non corretta

la scaletta sul lato sinistro della vela, che è rimovile e perciò munita di corrimano;

ho provveduto anche ad inserire una nota in proposito nella didascalia del disegno;

non mi stanco mai di ringraziare tutti coloro che mi forniscono informazioni e materiale

fotografico ed in questo il Comandante Totiano è sempre in prima linea

 

saluti

Buffoluto

Modificato da BUFFOLUTO
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davvero interessante l'imagine del Varo, se su aviazione e marina non hanno sbagliato foto è prpprio senza portello di prora...

per l'immagine dove affermi "probabilmenti anni 80" ti confermo che l'anno in cui è stata scattata era il 1988

nel disegno, invece, lo stilo di emergenza è un potroppo lungo e basso.

 

foto bellissime!

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Ti posto quella che fu una caratteristica unica del Dandolo a fne anni 70/primi anni 80. in quel periodo si stava testando la testa del siluro A184 ed era stato montato un traliccio sulla parte prodiera della vela, sul quale veniva ospitata la testa del siluro. Se qualcuno avesse altre foto/dettagli sarebbero i benvenuti, ovviamente!

 

19702.jpg

la foto è nel mio archivio ma non è mia. In archivio è in una cartella che denominai foto_dandolo_fabio ma temo di averne smarrito l'indirizzo...

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davvero interessante l'imagine del Varo, se su aviazione e marina non hanno sbagliato foto è prpprio senza portello di prora...

per l'immagine dove affermi "probabilmenti anni 80" ti confermo che l'anno in cui è stata scattata era il 1988

nel disegno, invece, lo stilo di emergenza è un potroppo lungo e basso.

 

foto bellissime!

 

poiché dalle informazioni che mi hai dato risulta che l' antenna d' emergenza installata tra i due scarichi

aveva capacità H. F. e non riuscendo a valutare bene la sua reale lunghezza dalle foto in mio possesso, forse ho esagerato, per cui mi riprometto di correggere il disegno; sono curioso di sapere se la frequenza H.F. era utilizzata solo in ricezione oppure anche in trasmissione; colgo l'occasione per chiedere chiarimenti sul sistema di ricezione V.L.F., rappresentata da un'antenna a forma di fuso, che si vede sporgere dalla vela: ho letto un bell'articolo sulla R. M. che spiega che è possibile solo la ricezione delle V.L.F. con sommergibile immerso a quota operativa bassa, filando in mare un'antenna piuttosto lunga,

che a fine ricezione del messaggio deve essere recuperata; devo ritenere quindi che il fuso abbia la funzione di svolgere ed avvolgere il filo delll' antenna?

I battelli della classe Toti avevano la possibilità di lanciare in immersione messaggio radio satellitari

mediante boe inviate in superficie?

 

sono quasi pronto per il POST da dedicare al MOCENIGO, devo solo fare qualche ritocco

 

saluti

Buffoluto

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Lo stilo di emergenza non aveva una grande capacità, non ricordo i dati precisi ma era sicuramente meno performante dell'antenna grande, anche se poteva sia trasmettere che ricevere.

 

Nessuna antenna a filare era installata sui Toti, che avevano la sola capacità in ricezione VLF sulla "loop" ovvero il fuso che sta in vela. all'interno racchiude diverse centinaia di metri di cavo che fungono da antenna ma rimangono fissi dentro. Pero ti confermo la quota relativamente bassa (poche decine di metri)

 

C'era la possibilità di imbarcare e lanciare le di boette satellitari (che sono un apparato a se stante, teoricamente potrei averle anche su un gommone ..) ma non ricordo se ne sono mai state imbarcate

 

 

spero che tra i tuoi Aviazione e Marina possa esistere una qualche foto del Dandolo con la testa del siluro in vela...

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Caro Giovanni,

riprendo il mio contributo con qualche altra foto sempre tratta dal mio archivio.

 

Il Longobardo ripreso forse a Taranto.

v778.jpg

 

Il Priaroggia a La Spezia nel 1974.

priaroggia1974.jpg

 

A Cagliari in una mia foto della fine degli anni Settanta.

u493.jpg

 

In banchina a Messina.

v777.jpg

 

Un dettaglio del Romei ripreso da me a Cagliari probabilmente nel 1979-80.

u475.jpg

 

Due mie foto a Cagliari.

Il Bagnolini alla fine degli anni Settanta.

u375.jpg

 

Col Mocenigo negli stessi anni.

u364n.jpg

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comandante Totiano

ho provveduto a sostituire il disegno del Dandolo;

molto utili le tue informazioni che cercherò di organizzare

in un apposito POST dopo quello che dedicherò al Mocenigo;

a questo proposito vorrei un ulteriore chiarimento riguardo al sistema

di scarico dei gas adottato dai vari battelli:

per quanto riguarda il Dandolo vorrei sapere se gli scarichi alla base della vela

erano bilaterali e se sugli altri battelli vi era qualcosa di analogo sempre alla base della vela;

 

grazie

Buffoluto

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comandante Gichiano

complimenti per il NASTRINO e per le belle fotografie

alle quali ci hai abituato da tempo; poiché non appena finirò

con la classe Toti, mi dedicherò agli ultimi quattro sommergibili

di provenienza USA, le tue foto mi potrebbero essere utili

per poter realizzare alcuni disegni, tempo permettendo.

 

saluti

Buffoluto

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....che cercherò di organizzare in un apposito POST dopo quello che dedicherò al Mocenigo;

potrebbe venirne fuori davvero un bel post, a similitudine dell'approfondimento su S.Giorgio e S.Marco

 

a questo proposito vorrei un ulteriore chiarimento riguardo al sistema

di scarico dei gas adottato dai vari battelli:

per quanto riguarda il Dandolo vorrei sapere se gli scarichi alla base della vela

erano bilaterali e se sugli altri battelli vi era qualcosa di analogo sempre alla base della vela;

 

il sistema di scarico è uguale per tutti e 4, con feritori di forma all'incirca triangolare su entrambi i lati della vela (per gli scarichi bassi) e dalle "corna" per gli scarichi alti.

 

unica differenza i gia citati diffusori del Dandolo, che furono piu una iniziativa personale che una sperimentazione vera e proria. Provo a entrare nel dettaglio:

sugli altri 3 battelli nella defensa della vela è ricavato un foro che va a coincidere con la valcola deviatrice dei gas di scarico; questo foro ha delel lamelle per dare una certa direzionalità verso poppa ai gas di scarico. Come gia citato il Dandolo ha un "proseguimento" della condotta della valvola deviatrice, che sorpassa la defensa e indirizza decisamente verso poppa i gas di scarico.

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C’ è una cosa che mi sfugge nella storia del Toti; mi è sembrato di capire che il battello a fine 1991, fu posto in disarmo e poi rimesso in servizio; i miei appunti indicano novembre 1997 l’anno della riserva e 16 giugno 1999 la data del disarmo, mi puoi chiarire qualcosa?

 

credo di dover correggere qualche dettaglio sulle varie date del primo disarmo. la foto che segue mi fu consegnata in occasione del primo disarmo dal comandante che sbarcava, pertanto il passaggio in RTD deve essere avvenuto dal primo gennaio 1992

 

totierba.jpg

foto da delfinidacciaio.it

Modificato da Totiano
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velaclassetoti1968.jpg

 

velaclassetoti1990.jpg

 

Comandante Totiano

chiedo un altro pò della tua pazienza per riproporti i disegni della vela della classe Toti

riferiti ai due periodi pre e post ammodernamento; come potrai notare mi servono

ulteriori chiarimenti:

non sono riuscito a vedere in nessuna fografia del primo periodo gli scarichi bassi sulla vela,

gli ho immaginati così come gli ho disegnati e contrassegnati col numero 12

forse sono stati realizzati in seguito??????

 

con il numero 10 ho contrassegnato qualcosa che ho riportato dal disegno della rivista RID,

è forse un sensore??????

 

non ho visto in nessuana foto del periodo preammodernamento il velox;

è stato installato in seguito?????

 

il numero 13 mi sembra che sia un foro di spurgo, perché ho notato in alcune immagini

in navigazione uscire un getto di acqua

 

ti ringrazio

Buffoluto

Modificato da BUFFOLUTO
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Comandante Totiano

chiedo un altro pò della tua pazienza per riproporti i disegni della vela della classe Toti

riferiti ai due periodi pre e post ammodernamento; come potrai notare mi servono

ulteriori chiarimenti:

sai che ti rispondo sempre ben volentieri!

 

 

non sono riuscito a vedere in nessuna fografia del primo periodo gli scarichi bassi sulla vela,

gli ho immaginati così come gli ho disegnati e contrassegnati col numero 12

forse sono stati realizzati in seguito??????

la forma è simile, sono solo leggermente piu grandi e sono sempre esistiti. o almeno lo sono da quando, ai primi anni 70, la valvola "A" di scarico (quella che sta a cavallo ello scafo, di costruzione tedesca) fu sostituita con una di costruzione italiana.

 

con il numero 10 ho contrassegnato qualcosa che ho riportato dal disegno della rivista RID,

è forse un sensore??????

è un fanale di navigazione

 

non ho visto in nessuana foto del periodo preammodernamento il velox;

è stato installato in seguito?????

il velox è stato ammodernato, prima i sensori erano sui 4 "angoli" della vela, all'incirca sulla mezzeria. dammi un minuto che cerco una foto...

 

edit: in questa foto si vede uno dei quattro sensori ed è quel cerchio in mezzo alla vela proprio sotto la numero "6"

pinna.jpg

la foto è sempre da www.delfinidacciaio.it

il numero 13 mi sembra che sia un foro di spurgo, perché ho notato in alcune immagini

in navigazione uscire un getto di acqua

non proprio, è lo scarico della refrigerazione dei motori diesel

 

aggiungo anche che:

- il bativelocigrafo è quel sistema che consente di misurare la velocità del suono in acqua, fondamentale per carpire i segreti della propagazione del sonar in acqua

- la presa d'aria dei diesel si chiama "canna snorkel", i piu precisi aggiungono anche "induzione"

Modificato da Totiano
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ripropongo riveduti e corretti i disegni del POST 82 di pag. 5

 

toticlassedisegno.jpg

 

velaclassetoti1968.jpg

 

velaclassetoti1990.jpg

 

NOTE RIASSUNTIVE

 

- I battelli della classe “Toti” furono tutti varati senza la garitta di prora, che fu realizzata in seguito

ed aveva la forma del guscio di tartaruga; il “Toti”, primo ad entrare in servizio, probabilmente

fu l’ ultimo ad essere sottoposto alla modifica.

 

- Il “Toti” fu il primo ad essere dotato dei sei trasduttori del sistema M.P.D.; “Dandolo” e “Mocenigo”

li ricevettero dopo la loro consegna alla M.M.; il “Bagnolini” li imbarcò molto tempo dopo e per un certo

periodo solo quelli anteriori.

 

- L’ antenna filare H.F., sicuramente a causa del rumore idrodinamico generato durante la navigazione

in immersione, fu sbarcato alla fine degli anni ’70; fu quindi installato uno "stilo" di emergenza V.H.F./H.F.

tra le due "corna" dei gas di scarico; inoltre l’ altra antenna V.H.F. a stilo aveva anche capacità HF.

 

- Lo stilo di emergenza non aveva una grande capacità, non ricordo i dati precisi ma era sicuramente

meno performante dell'antenna grande, anche se poteva sia trasmettere che ricevere.

 

- Il sistema “velox” fu sostituito con uno più moderno nel corso degli anni.

 

- Mocenigo: dagli anni ‘80 aveva un ferro di cavallo pitturato di rosso sotto la stella in vela. distintivo ottico 514.

 

- Dandolo: da fine anni ‘70 installo dei collettori sugli scarichi bassi dei motori diesel

e fece un trattamento di fresatura sull'elica. distintivo ottico 513.

 

- Toti: nella parte anteriore della vela fu saldata una bandella di rinforzo, sul groppone (primi anni ‘90)

fu installata la chiave per soccorso. distintivo ottico 506.

 

- Un’ ulteriore cosa "tollerata", per un certo periodo, era una vignetta sulla vela; ricordo solamente

il coniglietto di playboy del Dandolo, la luna di "quelli della notte" per il Toti.

 

- Il radar post 1985. cambiò la parte inferiore che da rastremata assunse la forma di un cilindro

con calotte alle estremità.

 

- Altre caratteristiche, come la mimetizzazione delle antenne, la colorazione del nasone e

delle piastre di copertura degli idrofoni, lo colorazione o meno del corrimano dipendevano

del comandante e non hanno un periodo preciso.

 

- In seguito ai lavori effettuati alla fine degli anni ’70, la garitta di prora fu inserita in un piastrone,

che aveva lo scopo di poter permettere in emergenza l’ appontaggio del DSRV.

 

- Per i corrimano di prora, se il battello è immerso la draglia anteriore viene fissata a lato del piastrone,

in modo da consentire l'appontaggio del DSRV in emergenza.

 

- In testa al timone verticale superiore c'è una specie di snodo, a cui fanno capo le draglie

che collegano i 4 timoni e impediscono alla proboscide dell'A184 di finire sull'elica;

sullo stesso snodo finiva la vecchia antenna filare H.F.

 

- il velox è un "sonar" passivo che rileva i rumori sui 360° non è sensibilissimo ma consente

di avere una situazione immediata nelle vicinanze del battello, quindi l'arrivo di un siluro o

l’ immissione di una boetta attiva in acqua.

 

- La scaletta non è mai esistita sul lato sinistro, ma solo sul lato dritto; era però prevista

(poi eliminata perché diventata superflua con la creazione della garitta a prora) una seconda scaletta,

pieghevole, che veniva riposta all'interno della vela e disposta per scendere dal lato sinistro della vela.

 

- A proposito del “Dandolo”; aveva una modifica sugli scarichi bassi dei gas di scarico,

un convogliatore che deviava i fumi verso poppa.

 

- Il “Dandolo” a fine anni ‘70/primi anni ’80, nel periodo in cui si stava testando la testa del siluro A184,

era stato dotato di un traliccio sulla parte prodiera della vela, sul quale veniva ospitata la testa del siluro.

 

 

Per rendere più agevole la consultazione di notizie, che possono ritenersi utili ed interessanti,

ho riassunto le conversazioni che sono intercorse tra il sottoscritto ed il Comandante Totiano

Devo ancora apportare alcune modifiche ai disegni della classe "Toti" e poi ho finito

Buffoluto

Modificato da BUFFOLUTO
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ho nuovamente modificato e sostituito tutti i disegni della classe "Toti"

ora mi dedicherò alla classe "Gazzana Priaroggia"

 

comandante Asteria

veramente bella ed interessante l' immagine a colori del "Giada",

mi manca una foto del battello con il distintivo d'identificazione

dipinto sulla vela, l'unica che ho postato è in occasione del suo disarmo

 

saluti Buffoluto

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Sommergibili classe “Gazzana Priaroggia”

 

1952 – 2 battelli (“Giada”, “Vortice”)

 

1960 – 5 battelli (“Giada”, “Vortice”, “Tazzoli”, “Da Vinci”, “Torricelli”)

 

1970 – 10 battelli (“Tazzoli”, “Da Vinci”, “Torricelli”, “Calvi”, “Cappellini”, “Morosini”,“Toti”, “Bagnolini”, “Dandolo”, “Mocenigo”)

 

Nell’esaminare la consistenza della flotta subacquea nella tabella, all’inizio degli anni ‘70 poteva apparire naturale sperare in un profondo impulso per lo sviluppo dell’arma subacquea italiana, soprattutto grazie ad una serie di costruzioni nazionali, che si erano rivelate di buona qualità e che avrebbero potuto dare alla Marina Militare quell’ autonomia necessaria, per poter finalmente abbandonare il mercato estero.

 

I quattro battelli classe “Toti” non erano numericamente sufficienti per assolvere i compiti per cui erano stati progettati e costruiti, per cui si auspicava la realizzazione di una nuova serie di unità, che in sostituzione di quelle ormai obsolete, avrebbero dato all’arma subacquea quella condizione di innovazione e modernità tanto desiderata.

 

Nella realtà le cose non andarono così, perché i nuovi battelli non furono giudicati completamente idonei all’assolvimento dei compiti loro affidati, si preferì così ricorrere allo studio di un nuovo modello di sommergibili con dislocamento e autonomia maggiori e con capacità operative più ampie, che non sarebbe stati pronti prima dell’inizio degli anni ’80.

 

Poiché inoltre sei dei dieci battelli erano inequivocabilmente obsoleti, perché erano scafi realizzati tra il 1943 ed il 1944, si dovette frettolosamente risolvere il problema, ricorrendo ancora una volta all’ inesauribile mercato U.S.A., con l’acquisizione prima di due battelli classe “Tench” e poi con due della classe “Tang”.

 

Sommergibili classe “Tench”

 

I sommergibili della classe “Tench” differivano dalle precedenti classi “Gato” e “Balao” solamente per particolari secondari quali: posizione diversa dei doppi fondi e casse di nafta, motori elettrici con accoppiamento diretto all’asse portaelica, la torretta di dimensioni maggiori e l’artiglieria potenziata.

 

Originariamente costituita da 146 battelli, ne furono completati solamente 33, in quanto era evidente che l’esito della guerra evolveva in favore degli alleatati; 29 entrarono in servizio tra il 1944 ed il 1946; quattro di quelli, la cui costruzione era stata sospesa (SS 490 “Volador”, SS 523 “Grampus”, SS 524 “Pickerel”, SS 525 “Grenadier”), in vista della crisi in Corea, furono completati nel corso del periodo 1948÷1951 direttamente nella versione “Guppy” II, che prevedeva tra l’altro diversi profili per la prora, con disegno arrotondato, e per la falsa torre.

 

All’inizio degli anni ’60 “Pickerel” e “Volador” subirono la trasformazione in GUPPY III, la cui variazione più apparente fu la modifica della falsa torre e l’adozione del sistema PUFFS (Passive Underwater Fire-control Feasibility System), che elaborava i dati provenienti da tre sensori (il primo a prora, il secondo a poppavia della falsa torre, il terzo ad estrema poppa), i quali determinavano passivamente, sfruttando l’elettroacustica, la distanza del bersaglio; l’installazione di tre nuovi alberi (due per l’induzione e lo scarico dello Schnorkel e l’altro per l’antenna ESM), l’imbarco di nuovi motori elettrici a basso numero di giri, una maggior presenza di elementi delle batterie, nuove apparecchiature elettroniche ed elettroacustiche, potenziamento dei sistemi di refrigerazione e condizionamento, imposero l’allungamento dello scafo, per cui i battelli vennero tagliati in due tronconi all’ altezza del locale di manovra.

 

“Volador” e “Pickerel” furono ceduti in temporaneo prestito all’ Italia ed il 18 agosto 1972 furono consegnati alla Marina Militare nella base navale di Charleston nel South Carolina; alla fine di agosto 1972 i due battelli partirono per New London per completare l’addestramento e contemporaneamente dalla stessa base partirono per l’Italia il 30 settembre per

giungere a Taranto il 18 ottobre; al termine della loro vita operativa in Italia furono restituiti alla U.S.Navy.

 

Caratteristiche tecniche all’ entrata in servizio

 

lunghezza f.t.: 95,00 m

larghezza max.: 8,31 m

immersione media: 4,70 m

dislocamento: sup. 1.845 t; imm. 2.415 t

apparato motore:

4 gruppi elettrogeni da 1.350 HP ciascuno

2 MM.EE.PP. da 1.370 HP ciascuno

1 gruppo ausiliario da300 HP

2 linee d’asse

velocità max.: sup. 20,2 nodi; imm. 8,75 nodi

autonomia: sup. 11.000 mg a 10 nodi; imm. 100 mg. a 2 nodi

equipaggio: 10 uff. e 71 sottufficiali e comuni

armamento:

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

4 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

28 siluri

1 0 2 deck guns 5”/25

 

Caratteristiche tecniche dopo la trasformazione in GUPPY III

 

lunghezza f.t.: 98,00 m

larghezza max.: 8,4 m

immersione media: 5,2 m

dislocamento: sup. 1.975 t; imm. 2.450 t

apparato motore: 4 Motori Diesel 6.400 HP; 4 motori elettrici 5.400 HP

2 linee d’asse

velocità max.: sup. 20 nodi; imm. 15 nodi

autonomia: sup. 14.000 mg a 10 nodi

equipaggio: 87 effettivi

armamento:

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

4 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

 

“Gianfranco Gazzana Priaroggia” 502 ex SS 490 “Volador”

 

Cantiere di costruzione: Portsmouth Navy Yard, Kittery, ME

Impostazione: 15 giugno 1945

Costruzione sospesa: gennaio 1946

Costruzione ripresa: agosto 1947

Varo: 21 maggio 1948

Consegna U.S.Navy: 1 ottobre 1948

Convertito in GUPPY II: 1948

Convertito in GUPPY III: San Francisco 1963

Consegnato a M.M.I.: Charleston (South Carolina): 18 agosto 1972

Partenza per l’ Italia: New London 30 settembre 1972

Arrivo a Taranto: 18 ottobre 1972

Disarmo: non disponibile

Radiazione: 31 dicembre 1983

 

“Primo Longobardo” 501 ex SS 524 “Pickerel”

 

Cantiere di costruzione: Boston Navy Yard, Boston, Ma

Impostazione: 8 febbraio 1944

Varo: 15 dicembre 1944

Consegna U.S.Navy: 4 aprile 1949

Convertito in GUPPY II: 1949

Convertito in GUPPY III: Pearl Harbour 1962

Consegnato a M.M.I.: Charleston (South Carolina): 18 agosto 1972

Partenza per l’ Italia: New London 30 settembre 1972

Arrivo a Taranto: 18 ottobre 1972

Disarmo: non disponibile

Radiazione: 31 maggio 1981

 

Fonti consultate:

Mario Cecon “L’evoluzione del sommergibile in Italia dal 2° dopoguerra – R.I.D. n° 11 - novembre 1993

Michele Casentino “Dal trattato di pace alla legge navale” Lo sviluppo della Marina Militare dal 1945 al 1975-

Supplemento alla RivistaMarittima n° 4 – aprile 1996

Stato Maggiore della Marina – Ufficio Documentazione e Attività Promozionali “Le unità della Marina Militare” ed. 1983

Alessandro Turrini “Almanacco dei sommergibili” tomo III supplemento alla Rivista Marittima n° 2 - febbraio 2003

Michele Cosentino “Sommergibilisti in America” Rivista Marittima marzo 2005

G. Giorgerini e A. Nani “ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861÷1995” U.S.M.M.

http://it.wikipedia.org/wiki

http://www.navsource.org/archives/08/08247.htm

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sommergibili classe "Tench" configurazione GUPPY II

 

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SS 524 "Pickerel" in fase di emersione con angolazione di 48°da una profondità di 150 piedi (45,7 m)

durante prove di valutazione al largo della costa di Oahu, Hawaii, l' 1 marzo 1952.

Scopo dell' operazione era mettere in grado gli esperti dei sommergibili della Marina di valutare capacità e

caratteristiche subacquee dello "Snorkel" imbarcato nella configurazione GUPPY

 

 

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Sommergibili classe “Livio Piomarta”

 

Nel corso degli anni ’70 dopo l’acquisizione del “Gazzana Priaroggia” e del “Longobardo”, ex sommergibili U. S. Navy classe “Tench”, furono trasferiti alla Marina Militare, in temporaneo prestito, altre due unità americane, in questo caso della classe “Tang”, per sostituire il “Torricelli”, il “Cappellini” e il “Morosini”.

 

Sommergibili classe “Tang”

 

La classe ”Tang” era composta da sei battelli, che furono realizzati nel dopoguerra, avendo come riferimento i sommergibili germanici classe “XXI”, alcuni dei quali erano stati catturati e trasferiti negli Stati Uniti.

 

Furono dotati di caratteristiche molto spinte; la velocità massima in immersione, grazie alla forma dello scafo e due Motori Elettrici molto potenti, era di 18,3 nodi, superiore di quella in emersione, ragione per cui furono concepiti come sottomarini; i primi quattro battelli (SS 563 “Tang”, SS 564 “Trigger”, SS 565 “Wahoo”, SS 566 “Trout”) furono equipaggiati con quattro motori stellari di nuova concezione con asse verticale classificati “pancake”, che non dettero buoni risultati e furono sostituiti con tre Motori Diesel a cilindri contrapposti di dimensioni maggiori, per cui fu necessario l’ allungamento dello scafo di 9 piedi (2,7 m) (per l’ SS 567 “Gudgeon” e l’ SS 568 “Harder” l’ allungamento dello scafo fu effettuato in fase di costruzione); erano stati inoltre progettati per poter imbarcare motori diesel a circuito chiuso in immersione e addirittura per poter ospitare un impianto nucleare in maniera da imprimere al battello una velocità in immersione di 25 nodi.

 

“Tang”, “Wahoo”, “Gudgeon” e “Harder” furono sottoposti a ulteriori lavori di allungamento dello scafo di 18 piedi (5,49 m) per permettere l'installazione di un nuovo tipo di sonar passivo, che determinò una lunghezza di questi battelli di 296 piedi (90,24 m).

 

Un’ altra innovazione di queste unità era l’assenza della torretta, perché le funzioni di comando e controllo avvenivano in camera manovra.

 

Erano dotati del sistema PUFFS (Passive Underwater Fire-control Feasibility System), che elaborava i dati provenienti da tre sensori (“FWD Dome”, “MIDSHIP Dome”, “AFT Dome”), i quali determinavano passivamente, sfruttando l’elettroacustica, la distanza del bersaglio.

 

I battelli di questa classe furono continuamente afflitti da molti problemi, che richiesero molti interventi prima di poter raggiungere la completa efficienza.

 

L’ “Harder” il 22 ottobre 1963 entrò nel cantiere navale di Charleston per un periodo di ammodernamento durante il quale lo scafo fu allungato di 18 piedi (5,49 m), la struttura fu ridisegnata, fu dotata di nuovi motori e furono migliorate le apparecchiature elettriche ed elettroniche; i lavori furono completati nel 1967.

 

Caratteristiche tecniche (versione originale)

 

lunghezza f.t.: 82,00 m

larghezza max.: 8,3 m

immersione media: 5,2 m

dislocamento: sup. 1.821 t; imm. 2.260 t

apparato motore:

4 gruppi elettrogeni “pancake” da 1.1000 HP ciascuno

In seguito sostituiti con 3 gruppi elettrogeni Fairbanks-Morse 38-D8-1/8-10

2 MM.EE.PP. da 2.300 HP ciascuno

2 linee d’asse

velocità max.: sup. 15,5 nodi; imm. 18,3 nodi

autonomia: sup. 11.500 mg a 10 nodi; imm. 130 mg. a 3 nodi

quota operativa max.: 210 m

equipaggio: 8 ufficiali, 75 sottufficiali e comuni

 

armamento:

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

2 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

22 siluri

 

“Livio Piomarta” 515 ex SS 564 “Trigger”

 

Cantiere di costruzione: Electric Boat Co., (Groton, Connecticut U.S.A.)

Impostazione: 24 febbraio 1949

Varo: 14 giugno 1951

Consegna U.S.Navy: 31 marzo 1952

Cancellato dal registro U.S.Navy: 2 luglio 1973

Consegnato a M.M.I.: San Diego (U. S. A.) 10 luglio 1973

Partenza per l’ Italia: non disponibile

Arrivo a Taranto: 19 aprile 1974

Disarmo: 28 febbraio 1986

Radiazione: 15 ottobre 1988

 

“Romeo Romei” 516 ex SS 568 “Harder”

Cantiere di costruzione: Electric Boat Co., (Groton, Connecticut U.S.A.)

Impostazione: 30 giugno 1950

Varo: 14 giugno 1951

Consegna U.S.Navy: 19 agosto 1952

Cancellato dal registro U.S.Navy: 20 febbraio 1974

Consegnato a M.M.I.: Philadelphia (U.S.A.) 22 febbraio 1974

Partenza per l’ Italia: 5 aprile 1975

Arrivo a Taranto: 7 maggio 1975

Disarmo: 31 maggio 1988

Radiazione: 31 ottobre 1990

 

Caratteristiche tecniche (durante il servizio nella M. M. I.)

 

lunghezza f.t.: 84,7 m (“Piomarta”), 90,2 m (“Romei”)

larghezza max.: 8 m

immersione media: 5,6 m

dislocamento: sup. 1.970 t; imm. 2.700 t

apparato motore:

3 gruppi elettrogeni Fairbanks-Morse 38-D8-1/8-10

Potenza: 4500 HP

2 MM.EE.PP.

Potenza: 5600 HP

2 linee d’asse

velocità max.: sup. 18 nodi; imm. 18 nodi

quota operativa max.: 210 m

equipaggio: 82 effettivi

 

armamento:

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

2 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

 

Fonti consultate:

Mario Cecon “L’evoluzione del sommergibile in Italia dal 2° dopoguerra – R.I.D. n° 11 - novembre 1993

Michele Casentino “Dal trattato di pace alla legge navale” Lo sviluppo della Marina Militare dal 1945 al 1975-

Supplemento alla RivistaMarittima n° 4 – aprile 1996

Stato Maggiore della Marina – Ufficio Documentazione e Attività Promozionali “Le unità della Marina Militare” ed. 1983

Alessandro Turrini “Almanacco dei sommergibili” tomo III supplemento alla Rivista Marittima n° 2 - febbraio 2003

Michele Cosentino “Sommergibilisti in America” Rivista Marittima marzo 2005

G. Giorgerini e A. Nani “ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861÷1995” U.S.M.M.

http://it.wikipedia.org/wiki

http://www.navsource.org/archives/08/08247.htm

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Grazie per questa panoramica sui Tang della MM. Questi bei battelli furono gli ultimi dal disegno per così dire convenzionale e avevano nelle prime versioni parecchio in comune con i Guppy III; i successivi Barbel, ultima classe di SS convenzionali USA, incorporava già le esperienze del mitico Albacore che sarebbero poi state utilizzate dalla seconda generazione di SSN in avanti.

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Grazie per questa panoramica sui Tang della MM. Questi bei battelli furono gli ultimi dal disegno per così dire convenzionale e avevano nelle prime versioni parecchio in comune con i Guppy III; i successivi Barbel, ultima classe di SS convenzionali USA, incorporava già le esperienze del mitico Albacore che sarebbero poi state utilizzate dalla seconda generazione di SSN in avanti.

 

Il tuo intervento è alquanto opportuno, perché anche se nelle intenzioni, si voleva creare una classe di sottomarini, nella realtà, secondo il mio modesto parere, si è solo ottenuto un miglioramento delle classi precedenti; basta osservare il disegno per comprendere che lo scafo era convenzionale con il classico timone e le due eliche; ho fatto il calcolo della riserva di spinta e mi risulta essere circa il 20%, troppo alta per un sottomarino; basta poi confrontare il disegno con quello dei "Toti" per poter apprezzare tutte le differenze

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Fantastiche queste foto Buffoluto; anche per via delle date... Sulla cessione dei Tang c'è una "leggenda" che dice che a noi servivano dei battelli, per esempio i Tang, e alla US Navy servivano certe cosette della MM. Fatto sta che comunque altri Tang vennero ceduti ai Turchi ... in quel caso forse agli americani serviva il Bosforo ...

Mi manca un passaggio però: perchè visto che gli ex americani (Balao/Half-Guppy) erano a fine vita non si pensò di produrre qualche altro Toti magari aggiornato invece di acquisire altri ex americani? Perchè c'è tutto quel tempo tra l'entrata in servizio dell'ultimo Toti e il primo Sauro ?

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i manca un passaggio però: perchè visto che gli ex americani (Balao/Half-Guppy) erano a fine vita non si pensò di produrre qualche altro Toti magari aggiornato invece di acquisire altri ex americani? Perchè c'è tutto quel tempo tra l'entrata in servizio dell'ultimo Toti e il primo Sauro ?

 

la tua perplessità al riguardo è anche la mia; non ho voluto approfondire l'argomento per mancanza di informazioni certe; la mia personale supposizione è che la classe "Toti" era nata per costituire un nucleo di sommergibili d' agguato, che era il ruolo che avevano assunto i sommergibili italiani durante la grande guerra in Adriatico e che non produsse grandi risultati; i Toti pur dotati di apparecchiature moderne e sofisticate avevano limitata autonomia e soprattutto erano molto pochi per poter coprire tutta la costa italiana; evidentemente la Marina Militare cambiò i programmi e si orientò verso battelli con autonomia maggiore e dotati di più elevata velocità subacquea; per dare la possibilità di realizzarli su progetto nazionale occorreva tempo e i battelli americani servirono a questo; comunque penso proprio che il Comandante Totiano ne sappia molto più di noi.

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la tua perplessità al riguardo è anche la mia; non ho voluto approfondire l'argomento per mancanza di informazioni certe; la mia personale supposizione è che la classe "Toti" era nata per costituire un nucleo di sommergibili d' agguato, che era il ruolo che avevano assunto i sommergibili italiani durante la grande guerra in Adriatico e che non produsse grandi risultati; i Toti pur dotati di apparecchiature moderne e sofisticate avevano limitata autonomia e soprattutto erano molto pochi per poter coprire tutta la costa italiana; evidentemente la Marina Militare cambiò i programmi e si orientò verso battelli con autonomia maggiore e dotati di più elevata velocità subacquea; per dare la possibilità di realizzarli su progetto nazionale occorreva tempo e i battelli americani servirono a questo; comunque penso proprio che il Comandante Totiano ne sappia molto più di noi.

 

 

La stessa Base ne sa di più. quando fu organizzato il raduno a Taranto nel 2007 tra i nostri graditissimi ospiti/anfitrioni vi era anche l'amm. Patrelli Campagnano, decano dei sommergibilisti. Tra i tanti aneddoti (che abbiamo anche filmato e sono disponibili nel DVD che realizzammo a ricordo dell'evento) egli racconta anche questa storia. ai tempi (siamo nei primi anni 70) era il comandante dei sommergibili ed aveva raccolto le lamentele circa i limiti dei Toti, che oramai avevano cominciato a evidenziare pregi e difetti. quando fu il momento di rinnovare in grande stile la componente sommergibilistica, lo Stato Maggiore della Marina era propenso ad impostare una nutrita serie di Toti migliorati (progetto 1077, c'è qualcosa anche su questo nel forum).

 

Al che impostò una "ferrea" battaglia affinche lo stato maggiore invertisse la rotta e, una volta convinto, fu proposto un nuovo modello di sommergibile il cui progetto di massma era stato stilato dal futuro amm. (GN) Ruzzier. Il progetto si ispirava molto agli ex-USA ma rivedeva tutto in chiave di tecnologia allo stato del'arte e con una carena che suscitò i migliori commenti dagli istituti di idrodinamica americani: era nato il Sauro.

 

il problema, a quel punto, era la realizzazione pratica del progetto e la realizzazione del battello e, tutto sommato, fu una cosa abbastanza rapida. il sauro fu impostato (ovvero la prima lamiera posta in cantiere) nel 1974 mentre i Toti erano stati consegnati nel 1969. Un ulteriore problema era rappresentato dal testare i primi 2 battelli per verificarne le potenzialità e credo fu per questo che arrivarono Romei e Piomarta.

 

PS i rapporti di quel meraviglioso raduno li trovate qui: https://www.betasom.it/forum/index.php?show...t=0&start=0

 

mentre la recensione del DVD realizzato è qui: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=16180

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