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Quiz Ad Personam


marat

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Quiz molto speciale riservato a Odisseo, Marcuzzo e Asteria, e aperto a chiunque altro ne abbia voglia.

La "riserva" sta in questo: che se Odisseo, Marcuzzo e Asteria ci azzeccano non vincono niente, e se non ci azzeccano vincono dieci mesi di pesciate.

 

Luogo e data, please ...

 

 

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Modificato da marat
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Quiz molto speciale riservato a Odisseo, Marcuzzo e Asteria, e aperto a chiunque altro ne abbia voglia.

La "riserva" sta in questo: che se Odisseo, Marcuzzo e Asteria ci azzeccano non vincono niente, e se non ci azzeccano vincono dieci mesi di pesciate.

 

Luogo e data, please ...

Confermo che la chiesa sullo sfondo è la neogotica cattedrale di Acireale.

La data dovrebbe essere compresa tra il 5 e l'8 agosto 1943, probabilmente il 6 agosto.

 

Le foto postate sotto sono mie e senz'altro più recenti (intorno al 1983)

 

auednc.jpg

 

2wp04le.jpg

 

Ciao.

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E' Acireale, ovviamente. E la data é ricompresa fra il cinque e l'otto agosto del '43. L'ora é intorno alle tre del pomeriggio (l'orologio del campanile s'era rotto da pochi minuti).

Se fate lo sforzo di indovinare il giorno esatto e mi dite pure il reparto del militare britannico, in premio pubblico due altre immagini dell'episodio (domani però, adesso non posso proprio).

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Va bene, ve la siete cavata tutti e tre.

La data é l'otto agosto, erano le tre, c'era un sole che sulle basole ci si cuocevano le uova, e l'inglese é uno ... scozzese della 51^ Highlanders (i testi parlano di 50^ sulla linea di costa e di 51 sulle pendici dell'Etna, ma in città sono tutt'ora visibili "marche" a vernice riferite alla 51^).

Poco prima i tedeschi avevano fatto saltare il ponte sulla ferrovia su cui passava la ss 114 Catania- Messina, ma gli inglesi (pardon: scozzesi) ci avevano messo poco a superare l'ostacolo. Dopo pochi minuti dopo che quell'immagine era stata presa, lo Sherman che si vede sulla sinistra si é portato poco più avanti sul fondo della piazza e ha ingaggiato un breve scambio di colpi con un anticarro tedesco piazzato (a 8-900 metri di distanza) in cima alla strada che si vede sul fondo della piazza nella prima delle fotografie che posto qui appresso (i calcinacci che si vedono nella fotografia con il fante scozzese sono effetto del tiro del pezzo tedesco). Il numero dei bossoli a terra testimonia che tutta la faccenda dev'essere durata assai poco.

 

 

Le fotografie sottostanti provengono da Historia-Storia & Militaria. Quella sopra mi é stata inviata per mail e non ne conosco la provenienza

 

w562.pngaci32xc7.jpg

 

aci31be2.jpg

Modificato da marat
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Delle prime due fotografie mi ha stupito la nitidezza che é assolutamente inconsueta per le immagini dell'epoca, tutte "velate" dalla patina del tempo come succede con la terza. Questo me le rende molto attuali, e ha impressionato pure le mie figlie che hanno visto improvvisamente la guerra in mezzo a posti che, anche se non sono loro a pieno titolo, conoscono centimetro per centimetro.

Io sono nato cinque anni dopo quei giorni, ma i racconti che ancora mi suonano nelle orecchie me li fanno sentire come se li avessi direttamente vissuti. E siccome quando ho registrato quei racconti ero un bambino senza alcun condizionamento, mi sento una sorta di registratore assolutamente neutrale che si é portato dietro una opinione di primissima mano di quella guerra e di come la gente la sentiva.

Ma questi sono discorsi da meditazione, da fare con la dovuta ponderazione.

Se vogliamo buttarla sull'allegria invece qualche volta vi racconto di come traducevamo da ragazzi le scritte in inglese che trovavamo ancora per i casolari di campagna.

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Visitatore UPS2
Se vogliamo buttarla sull'allegria invece qualche volta vi racconto di come traducevamo da ragazzi le scritte in inglese che trovavamo ancora per i casolari di campagna.

 

Sì, dài Michele, racconta... Dato che le foto non le vedo! :s01:

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Le fotografie sottostanti

Ne vedo due, ma mi pare di capire che dovrebbero essere tre...

 

Se vogliamo buttarla sull'allegria invece qualche volta vi racconto di come traducevamo da ragazzi le scritte in inglese che trovavamo ancora per i casolari di campagna.

 

Sì, dài Michele, racconta... Dato che le foto non le vedo! :s01:

Concordo!

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Visitatore Marcuzzo
Se vogliamo buttarla sull'allegria invece qualche volta vi racconto di come traducevamo da ragazzi le scritte in inglese che trovavamo ancora per i casolari di campagna.

 

Annàcati!!! :s02:

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Le prime esplorazioni sulle tracce della guerra le compimmo in città. I residui delle macerie erano spariti da prima che nascessimo, ma qualche facciata con i buchi delle schegge c’era, e noi amavamo indovinare nella natura di quei buchi l’evidente traccia che lascia un bombardamento navale. C’era molto più sugo a parlare delle bordate della Warspite (che ci aveva davvero fatto visita, e ben prima dell’invasione) che di una anonima bomba d’aereo.

Quando scoprimmo che sugli stipiti di molte delle scuole che frequentavamo c’erano degli strani segnali con numeri e lettere che si riferivano al passaggio e all’annotazione di qualcosa di inusuale, ci buttammo con passione nella decrittazione dei geroglifici. Come se avessimo scoperto le tracce del passaggio dell’esercito di Giorgio Maniace, e non di un paio di reggimenti di scozzesi che avevano tirato poche fucilate una ventina d’anni prima.

Ciò malgrado l’impresa di decrittazione fu ardua. Negli anni sessanta non era ancora arrivata la modernizzazione delle tre “I”, e l’inglese lo studiava solo qualche testa balzana, oltre che Giorgio, che un autentico cognome inglese lo portava a testimonianza che le guerre finiscono sempre e per fortuna qualche uomo e qualche donna tornano a mettere la testa a posto (o a perderla del tutto, ma non per tirare schioppettate).

Insomma, quando parlando di Spencer Tracy lo chiamavamo Spingi e Trasi lo facevamo per ridere, quando raccontavamo che al tempo della guerra le Senior Service erano conosciute come Signor Sérvici lo facevamo per prendere in giro i nostri genitori, ma quando pronunciavamo Ochio per Ohio e Massacusét per Massachussetts eravamo persuasi di possedere un’ottima pronuncia americana.

Le “marche” sugli stipiti delle scuole ci appassionarono per poco, e siccome quelli erano ancora tempi che si andava allo scapicollo per campagne, cominciammo metodicamente la ricognizione di quelle. Della guerra era rimasto quasi niente: l’unica cosa davvero importante era un camion assai ben conservato che rimase per moltissimi anni dietro un cancello lungo la provinciale che scendeva a rotta di collo al mare, e che ci fece litigare per una infinità di tempo sul fatto che dovesse essere classificato come tedesco o come americano (fintanto che frugando a testa in giù nel confano non trovammo da qualche parte la scritta Opel).

Scoprimmo che di scritte in campagna ne erano rimaste molto di più che in città. E per quanto possa sembrarvi strano, di strano non c’è nulla. Quando la campagna c’era ancora, fra Catania e Acireale era un susseguirsi ininterrotto di limoneti. Erano appezzamenti di modesta estensione, visto che i limoni erano impiantati più fitti che nella foresta amazzonica. Ogni appezzamento era diviso dagli altri da una muro a secco alto al minimo due metri e mezzo, era recintato sulla strada da un altro muro, era spesso terrazzato con ulteriori muri anche all’interno. Insomma quella era una campagna che aveva più muri che un borgo medievale fortificato, e andando in giro per viottoli avevi un panorama che non andava oltre un metro e mezzo a sinistra e un metro e mezzo e dritta.

Scoprimmo che, sotto i rovi, quelle pietre erano piene di scritte in inglese, che erano in pratica dei veri tazebao. Al contrario che le scritte di città erano abbastanza illeggibili: per lo più tracciate con la calce, vent’ani di piogge le avevano ridotte all’osso. Insomma non ci capivamo niente, ma in quel labirinto di pietre e in quel ginepraio di rovi, ideali l’uno e l’altro per una guerra di agguati e trabocchetti sentivamo fischiare in continuazione le pallottole, e ci scambiavamo ordini e messaggi in un linguaggio che teneva conto della necessità di non farci comprendere dai tedeschi che avrebbero potuto essere acquattati due metri più in là.

Insomma quando finalmente trovammo una di quelle scritte miracolosamente intatta, ci sentimmo come Schliemann a tr##a, e giurammo che, nonostante il nostro inglese, non ci saremmo dati pace fintanto che non ne avessimo compreso i più intimi significati.

Andò così. Su un casolare diruto, a lato di un bivio dal quale si dipartiva un viottolo ancora più stretto degli altri, visibilissima sull’intonaco e nemmeno toccata dal muschio dell’esposizione a tramontana, c’era la scritta NOT CHECKED FOR MINES, tutto maiuscolo e a stampatello. Inutile dire che il significato di MINES lo capimmo immediatamente, ma sul resto ci perdemmo il sonno per settimane.

Di ipotesi ne facemmo a dozzine, ma il maledetto latino e l’ancora più maledetto greco che traducevamo a scuola non ci davano nessuna traccia utile.

Fino a che un giorno di primavera, io e Achab ci trovammo per l’ennesima volta di fronte alla scritta, e simultaneamente ci illuminammo di immenso. E, senza nemmeno confessarci i percorsi che nel nostro cervello s’erano dipanati, ci sillabammo reciprocamente la soluzione arcana. Facile, imbecilli, come non averci pensato prima ?

Anzi no, gli imbecilli erano quelli che non avevano capito, e noi a loro non glie l’avremmo raccontata mai: che schiattassero nella loro prosopopea.

Era chiaro: c’era la campagna, c’era il muro della casa che nascondeva il viottolo, il viottolo era in ombra e nascosto fra alberi e siepi. “NON CACARE PERICOLO DI MINE” era l’ordine che l’uffciale , preoccupato della sorte dei suoi uomini aveva dato, e che l’ordinanza aveva immediatamente trascritto.

Da Aldo, Giovanni e Giacomo ante litteram ne ricavammo anche una traduzione meno rozza e meglio esplicativa. Che più o meno suonava così: “Ragazzi ci rendiamo conto, il luogo è magnifico, non ce n’é di simili per chilometri qui intorno, ma i tedeschi sono infami, hanno sganciato mine dappertutto, volete che non ne abbiano messo qualcuna anche qui sotto i rovi ? Sù ragazzi, lasciate perdere, tenetevela per un’altra volta, questo non è proprio il posto giusto!".

Se qualcuno pensa che mi sia inventato una sola parola di quella traduzione, che vi possa pigliare un torcibudella la prima volta che andate per viottoli di campagna.

Modificato da marat
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Capisco: la "storiella" era quello che era e assolutamente indegna di questo forum. Ma me l'avete chiesta voi, e io non avevo mai detto che era di quella volta che mi trovai a silurare una petroliera al largo di Capo Horn.

Quindi rientro nei ranghi, mi ricompongo, rinuncio da ora in poi alle mie memorie, in special modo se coprofile, e chiudo il post con l'ultima delle immagini che mi hanno inviato sull'occupazione di Acireale (e di cui sconosco la fonte).

Il militare, perlomeno a giudicare dall'elmetto appoggiato a sinistra, é tedesco. Avete un'idea del mezzo sul quale é impalcato ? Io no.

 

 

aci4vt3.png

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Capisco: la "storiella" era quello che era e assolutamente indegna di questo forum.

 

Dalle "condizioni d'uso " di Betasom:

 

Un esempio di quest'ultima categoria possono essere le risposte del tipo "Complimenti, ma dove le trovi?", "Molto Interssante", "Fantastica", "Grazie", inserite in un topic contenente immagini o un articolo di approfondimento. Questo tipo di commenti, principalmente diretti a chi ha postato, non aggiungono nulla alla discussione, ma al contrario, se ripetuti da chiunque gradisca la foto o l'articolo in questione, rischiano di far morire la discussione. Il modo migliore per evitare questo, pur manifestando il nostro gradimento è commentare il motivo del nostro apprezzamento, cercando quindi di stimolare la discussione e proporre nuovi spunti di ricerca/approfondimento. Esempio: "Interessante la foto della torre 1 della corazzata Roma, credevo che solo le corazzate inglesi avessero fregi sui tappi di volata dei 381 mm. Chissà se esiste un sito che raccoglie immagini dei fregi Italiani?"..

 

Per una volta che abbiamo obbedito...Io il racconto me lo sono pure stampato ( a proposito di altro argomento in trattazione qui dentro), ma non sono in grado di aggiungere nulla di costruttivo...è perfetto così com'è, Signore.

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..Io il racconto me lo sono pure stampato ( a proposito di altro argomento in trattazione qui dentro)

 

Ossignore, e dove altro é che si tratta di coprolalia in questo forum ?

In verità era a quello che pensavo, Signora, rilevando le mancate risposte: temevo di sollevare una gazzarra, e non avendola sollevata un po' me ne stupivo.

Devo ringraziarla dell'aggettivo che ha voluto usare: ma é del tutto fuori misura, per quanto gentile.

Una o due altre volte mi sono applicato con un filo di attenzione in più: questa era proprio buttata giù in dieci minuti e senza crederci.

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Visitatore Marcuzzo
“NON CACARE PERICOLO DI MINE” era l’ordine che l’uffciale , preoccupato della sorte dei suoi uomini aveva dato, e che l’ordinanza aveva immediatamente trascritto.

 

Mi era venuta in mente una battutaccia, ma se la dico vengo bannato dal forum!!! :s20: :s20: :s20:

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Visitatore UPS2

Un po' tardi, ma comunque grazie per questi cinque godibilissimi minuti che leggere il tuo racconto mi ha regalato...

 

Se poi, ti capitasse di "ricordare" qualcos'altro...

 

Michele II

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Per gli interessati all'argomento, segnalo un libro magari non conosciutissimo ma che io ho trovato interessante, di Gianfranco Ciriacono, Le stragi dimenticate: gli eccidi americani di Biscari e Piano Stella. v. http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri27.htm.

Riguarda la strage dei militari prigionieri di guerra dopo la presa dell'aeroporto di Biscari, e quella di 7 braccianti di Piano Stella (l'unico a salvarsi del gruppo fu il nonno dell'autore, allora tredicenne). E' corredato da molto materiale iconografico, mappe, documenti dall'Archivio Naz. Americano della Corte Marziale, tante fotografie. Costa 15/ 16 € , io l'ho ordinato direttamente all'autore, l'indirizzo è sul link.

Modificato da malaparte
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segnalo un libro magari non conosciutissimo ma che io ho trovato interessante, di Gianfranco Ciriacono, Le stragi dimenticate: gli eccidi americani di Biscari e Piano Stella.

 

 

Ho il libro da qualche anno. E' scritto male, ma quel che conta é la documentazione, e sui fatti che riporta non ne ne conosco altri.

Più volte ho avuto la tentazione di presentarlo sul forum, ma me ne sono sempre astenuto per le considerazioni che passo ad elencare, e che ho ritenuto non mi avrebbero consentito la necessaria serenità:

 

- I fatti di cui si parla sono documentati, perché sono stati oggetto di procedimenti penali celebrati da corti americane.

 

- Gli autori sono stati ritenuti colpevoli dei fatti addebitati, ed é quindi pacifico che si tratti di crimini di guerra.

 

- La conoscenza degli episodi di cui si parla é assai diffusa negli Stati Uniti. Esistono parecchie monografie dedicate, e gli esiti di quei processi sono spesso citati nei lavori di diritto penale militare.

 

- La conoscenza che si ha nel nostro Paese dei fatti é equivalente a zero. Non mi é mai accaduto di leggere

una citazione o un riferimento di alcun tipo. Di anni ne ho vissuto abbastanza, di epoche politiche di diverso orientamento pure, e le antenne ho sempre cercato di tenerle in efficienza.

 

- Posso capire che per un Paese che sta in guerra perpetua da settant'anni (gli Stati Uniti) gli studi sul codice penale militare di guerra siano assai floridi. Posso anche capire che in un Paese (il nostro) che ha rimosso l'ultima guerra fatta e anzichè ripartire dalla comprensione di ciò che l'ha generata (la guerra e la sconfitta) ha preferito raccontarsi che passava di lì per caso, venga considerato dannoso tutto ciò che va contro la gigantesca archiviazione portata felicemente a termine.

Posso capire che chi ha perso tutto non abbia interesse a recuperare i pochi spiccioli avanzati che il curatore fallimentare gli possa rimettere in mano.

Non posso ammettere che un intero Paese, in tutte le sue componenti, scelga di chiudere dietro una porta tutto ciò che, sia esso stato carnefice o vittima, fa parte della sua storia accertata.

Modificato da marat
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Visitatore UPS2

Non mi stancherò mai di ripetere che vorrei avere la tua lucida razionalità per affrontare tanti, se non tutti, gli argomenti.

Purtroppo so solo "boffonchiare" suoni inarticolati e l'unica soddisfazione è leggerti!

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- I fatti di cui si parla sono documentati, perché sono stati oggetto di procedimenti penali celebrati da corti americane.

 

- Gli autori sono stati ritenuti colpevoli dei fatti addebitati, ed é quindi pacifico che si tratti di crimini di guerra.

 

-

 

Stando a quel che dice il libro citato, il cap. Compton (uccisione di 36 POW all'aeroporto) venne assolto in quanto aveva obbedito all'ordine di Patton (nessuna clemenza contro chi, fino a poco prima, aveva sparato contro gli americani). Il serg. West (45 italiani e 3 tedeschi uccisi " a freddo"durante una marcia di trasferimento, lontano, nel tempo e nello spazio, dall'azione bellica) condannato all'ergastolo, scontò 18 mesi poi tornò a combattere in Italia. Nessun processo nei confronti degli uccisori dei 7 braccianti (non fu possibile identificare gli autori).

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Stando a quel che dice il libro citato, il cap. Compton (uccisione di 36 POW all'aeroporto) venne assolto in quanto aveva obbedito all'ordine di Patton (nessuna clemenza contro chi, fino a poco prima, aveva sparato contro gli americani). Il serg. West (45 italiani e 3 tedeschi uccisi " a freddo"durante una marcia di trasferimento, lontano, nel tempo e nello spazio, dall'azione bellica) condannato all'ergastolo, scontò 18 mesi poi tornò a combattere in Italia. Nessun processo nei confronti degli uccisori dei 7 braccianti (non fu possibile identificare gli autori).

 

Esattamente, Signora.

Ho volutamente sorvolato sulla sentenza (e sulle motivazioni in essa contenute) che ha mandato assolto Compton: mi bastava dire che il fatto era comunque accertato, e potevo permettermi di non dire che accertata era anche la natura dell'ordine proveniente da Patton.

Se l'avessi detto, e se mi fossi addentrato nel dettaglio, non sarei stato misurato. E non lo sarei stato nemmeno se mi fossi dato delle risposte sulle ragioni dei nostri silenzi.

Modificato da marat
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Ovviamente meglio non é, e lo sappiamo bene entrambi.

Ma la faccenda non é risolvibile con le nostra povere forze, almeno non qui e non adesso. Non mi scandalizzo perché qualcuno in guerra spara a qualcun altro, nemmeno se il qualcun altro é disarmato e si é arreso. Se ne ammazza trentotto in una volta non lo considero trentotto volte più colpevole di quello che si accontenta di farne secco uno solo. E non fingo di indignarmi se un generale esplicitamente ordina di "passare per le armi tutti quelli che si siano arresi solamente quando si trovavano a meno di mille metri dai suoi uomini".

Mi limito ad annotare che ci sono morti con diritto di memoria e morti che quel diritto non ce l'hanno. Che l'azione penale per certi delitti é imprescrittibile, e per altri improponibile. Che per taluni crimini c'é obbligo di esecrazione, per altri facoltà, e per altri ancora se proprio é necessario può bastare un'avemaria. Meglio se equamente suddivisa fra sparati e sparatori, che non avevano altro modo per far trionfare giustizia e verità.

Dobbiamo dircelo, Signora: tutto questo, tutta questa oscena asimmetria di giudizio, anche se riferita alle donne e agli uomini scannati senza ragione, farebbe parte del gioco se vivessimo quegli anni, se avessimo i piedi nel fango e le bombe ci scoppiassero sulla testa.

Ma sprofondare nelle nostre poltrone, il cane acciambellato sui piedi, mille miglia lontani da tutte i Biscari e i Piano Stella del mondo, e mille mglia distanti anche dalle Bagdad, dalle Gaza, dalle Herat, unicamente indecisi fra la settimana bianca e un'acquisto di Telecom che si comprano ormai a prezzi stracciati, e poi improvvisamente assurgere ad arbitri supremi del bene e del male del mondo, unicamente in funzione delle filastrocche che ci propinano i multicolori ciarlatani dietro cui ci intruppiamo nella convinzione di manifestare in tal modo la nostra libertà di arbitrio, ecco Signora: questo mi fa montare un'ira sorda che é meglio tenere a bada. Perché ha davvero poco di umano.

Chiudiamola qui. Non é meglio, anzi é una sconfitta. Ma chiudiamola qui.

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Mi limito ad annotare che ci sono morti con diritto di memoria e morti che quel diritto non ce l'hanno. Che l'azione penale per certi delitti é imprescrittibile, e per altri improponibile. Che per taluni crimini c'é obbligo di esecrazione, per altri facoltà, e per altri ancora se proprio é necessario può bastare un'avemaria. Meglio se equamente suddivisa fra sparati e sparatori, che non avevano altro modo per far trionfare giustizia e verità.

Dobbiamo dircelo, Signora: tutto questo, tutta questa oscena asimmetria di giudizio, anche se riferita alle donne e agli uomini scannati senza ragione, farebbe parte del gioco se vivessimo quegli anni, se avessimo i piedi nel fango e le bombe ci scoppiassero sulla testa.

 

Signore, Lei , credo, sa perfettamente che tasti sta toccando. Non occorre bibliografia.

E concordo, in assoluto.

Stavo per scrivere stupidaggini sugli anni che io e Lei abbiamo vissuto (Lei sa dove vivo ed ho vissuto) Ma lasciamo perdere, erano proprio e solo stupidaggini.

Un po' vittimistiche.

Modificato da malaparte
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Ovviamente meglio non é, e lo sappiamo bene entrambi.

Ma la faccenda non é risolvibile con le nostra povere forze, almeno non qui e non adesso. Non mi scandalizzo perché qualcuno in guerra spara a qualcun altro, nemmeno se il qualcun altro é disarmato e si é arreso. Se ne ammazza trentotto in una volta non lo considero trentotto volte più colpevole di quello che si accontenta di farne secco uno solo. E non fingo di indignarmi se un generale esplicitamente ordina di "passare per le armi tutti quelli che si siano arresi solamente quando si trovavano a meno di mille metri dai suoi uomini".

Mi limito ad annotare che ci sono morti con diritto di memoria e morti che quel diritto non ce l'hanno. Che l'azione penale per certi delitti é imprescrittibile, e per altri improponibile. Che per taluni crimini c'é obbligo di esecrazione, per altri facoltà, e per altri ancora se proprio é necessario può bastare un'avemaria. Meglio se equamente suddivisa fra sparati e sparatori, che non avevano altro modo per far trionfare giustizia e verità.

Dobbiamo dircelo, Signora: tutto questo, tutta questa oscena asimmetria di giudizio, anche se riferita alle donne e agli uomini scannati senza ragione, farebbe parte del gioco se vivessimo quegli anni, se avessimo i piedi nel fango e le bombe ci scoppiassero sulla testa.

Ma sprofondare nelle nostre poltrone, il cane acciambellato sui piedi, mille miglia lontani da tutte i Biscari e i Piano Stella del mondo, e mille mglia distanti anche dalle Bagdad, dalle Gaza, dalle Herat, unicamente indecisi fra la settimana bianca e un'acquisto di Telecom che si comprano ormai a prezzi stracciati, e poi improvvisamente assurgere ad arbitri supremi del bene e del male del mondo, unicamente in funzione delle filastrocche che ci propinano i multicolori ciarlatani dietro cui ci intruppiamo nella convinzione di manifestare in tal modo la nostra libertà di arbitrio, ecco Signora: questo mi fa montare un'ira sorda che é meglio tenere a bada. Perché ha davvero poco di umano

 

Signore: c'ho pensato, non creda. l'unica cosa che posso fare è riprendere in prima linea questo argomento (topic...topic..d'accordo...) per riproporre,carognescamente, la faccenda e divulgarla "nel mio piccolo". Dopodichè, ovviamente, passo e chiudo.

Aggiungo solo una cosa: non è vero che la storia è scritta dai vincitori. la storia è cancellata dai vincitori: più economico, più sicuro, meno a rischio di essere svergognati. Perchè raramente c'è un Tacito o gente così.

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entro in punta di piedi ed esco subito...

l'evento è tragico e si presta traquillamente a flame gigantesche. eppure lo avete trattato in maniera preziosa, evidenziando i fatti ma senza polemiche.

è proprio cosi che (penso) dovrebbe essere vista la storia. grazie, semplicemente e doverosamente

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