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Gruppo Navale Nato Inviato Nelle Acque Somale


brin

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Come diceva CB, i pirati non sono stati minimamente intomoriti dalla presenza delle forze navali occidentali, russe e cinesi, anzi sembra di capire che abbiano addirittura esteso il loro raggio d'azione, arrivando a minacciare il traffico anche al largo della costa del Kenya.

 

Due le vittime di oggi, una delle quali una superpetroliera da 300 mila tonnellate! Dall'ANSA:

 

NAIROBI - E' in vista delle coste somale la superpetroliera saudita sequestrata da pirati domenica, 800 km a sud est di Mombasa (Kenya), e quindi ad un migliaio di chilometri dall'area dove normalmente operano i sequestratori. La Sirius Star, questo il nome del supertanker, fa rotta verso il 'covo' storico dei pirati di quelle lande, il porto di Eyl, nel Puntland, regione semiautonoma del nord est del Kenya. Dove di certo non potrà né attraccare, né avvicinarsi troppo: é lunga 330 metri, e una stazza di 318.000 tonnellate.

 

Oltre ad un ricco carico: due milioni di barili petrolio, più di un quarto della produzione quotidiana dell'Arabia Saudita, che valgono oltre 100 milioni di dollari. L'equipaggio è composto da 25 persone: britannici, croati, sauditi e filippini, mentre il capitano, stando alle ultime informazioni giunte da Varsavia, è un polacco. Stanno tutti bene. Ma il sequestro a latitudini così lontane dal normale campo d'azione della filibusta somala rischia di mettere in crisi l'apparato militare antipirateria messo in piedi da Nato -che già è operante- ed Ue, i cui vascelli arriveranno ai primi di dicembre. Oltre alla presenza della quinta flotta Usa, affiancata da altre navi alleate.

 

Tutte le fonti militari, infatti, si dichiarano sorprese non solo per l'enormità (fisica ed economica) dell'obiettivo, ma per dove è avvenuto il sequestro. Già è difficile pattugliare il Golfo di Aden, e le acque al largo della Somalia, fino al nord del Kenya. Ma se i pirati operano 1.000 km a Sud, tutte le strategie vanno riviste. Intanto oggi la Gran Bretagna ha annunciato di avere consegnato alle autorità keniane otto sospetti pirati che un suo vascello che opera nella missione militare Nato aveva catturato la scorsa settimana. Nello scontro, due sospetti pirati erano stati uccisi.

 

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PECHINO - Un cargo di Hong Kong è stato sequestrato dai pirati nel Golfo di Aden. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Xinhua (NUova Cina).

 

Il nome del cargo, secondo quanto comunicato dal Centro di ricerca e soccorso marittimo cinese, è 'Delight'. L'imbarcazione, con a bordo 25 membri d'equipaggio (nessuno cinese né di Hong Kong), trasporta 36.000 tonnellate di farina. Era diretta in Iran, destinazione finale il porto di Bandar Abbas.

 

Questo ennesimo sequestro ad opera di pirati è avvenuto nel Golfo di Aden vicino alle coste dello Yemen alle 15:00 ora italiana.

 

Foto della nave dal sito della US Navy

 

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Vedremo come evolverà la situazione...

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Caro Brin a me sembra di vedere il seguito di Restore Hope; con una sceneggiatura peggiore se possibile.

Su qualche forum estero si dibatte sui perchè e sui percome non si riesce ad arginare questa sorta di offensiva. Non conosco i dettagli, non ho risposte ma di certo le misure intraprese non funzionano. Non funzionano della grossa, meglio prenderne atto alla svelta. Oppure smettiamo la farsa a mandiamogli la Comunità di S. Egidio, sia detto col massimo rispetto.

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Su qualche forum estero si dibatte sui perchè e sui percome non si riesce ad arginare questa sorta di offensiva. Non conosco i dettagli, non ho risposte ma di certo le misure intraprese non funzionano. Non funzionano della grossa, meglio prenderne atto alla svelta.

 

Ricordiamo prerò che le navi NATO sono lin loco per l'Operazione Allied Provider, ovvero il loro compito principale è scortare i mercantile con gli aiuti alimentinari. Tutte le scorte a questi mercantili sono state effettuate con successo.

 

Certo è impressionante il ritmo degli attacchi ed il fatto che per la prima volta si siano impadroniti di un'unità anche al largo della costa del Kenya. Forse bisognerebbe fare come la fregata indiana.....

 

Interessante è anche notare ciò che è stato dei sette pirati catturati, prontamente consegnate alle competenti autorità kenyane.

 

Il problema della pirateria in Mediterraneo, se la memoria non mi inganna, su risolto con l'occupazione francese di Algeri ...

Non penso sia proponibile, in questo momento, nulla di simile.

 

Si, ma la pirateria non cessò istantaneamente. Il problema è che Carlo Felice poteva inviare il Des Geneys a bombardare Tripoli perchè c'era un bey da impressionare; nel nostro caso. Mica serve per forza occupare Eyl, poi....basterebbe un bel passaggio aereo, anche se sorgerebbero problemi circa la possibile incolumità di navi ed equipaggi.

Modificato da brin
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Intanto è confermato che a partire dall'8 dicembre giungerà un aforza navale della UE che dovrebbe sostituire il Gruppo Navale NATO.

 

(ANSA) - PARIGI, 19 NOV - L'operazione navale dell'Ue nel Golfo di Aden contro i pirati somali 'comincera' l'8 dicembre'' prossimo. Lo ha annunciato oggi il ministro della difesa francese Herve' Morin. 'Abbiamo proposto ai nostri partner europei di avviare l'8 dicembre questa missione, che e' stata decisa e organizzata in meno di tre mesi'', cui parteciperanno 'da cinque a sei' navi da guerra dell'Ue. Le navi faranno servizio di scorta.

 

Intanto sembra che la Sirius Star abbia gettato l'ancora a Harardhere, località situata leggermente più a sud della abituale base di Eyl.

 

La Sirius Star

 

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tra le tante cose a cui non dovrei pensare e invece mi convolgono c'è anche la soluzione alla pirateria.

 

escludendo, per il momento, l'invasione della Somalia o anche solo delle sedi dei pirati, l'unica altra opzione è l'intervento in mare. osservando la carta del pacifico e pensando che i signori si sono spinti anche a 400 miglia, la situazione è davvero non semplice. (e non considero le regole di ingaggio che sono un problema politico)

 

bisogna coprire una superficie grande 2 volte il Mediterraneo alla ricerca di unità veloci ma, immagino, di facile confusione con i pescherecci locali finche a bassa velocità.

un sistema tipo V-RMTC potrebbe sicuramente aiutare, coadiuvato dai satelliti militari che, però, non so se coprono continuamente e per intero la zona. non so se sia possibile applicare operazioni di intelligence nei territori somali ma ritengo che l'omertà regni sovrana.

il contraltare di queste difficoltà è il dispiegamento di una flotta, che però non ha basi degne di questo nome in zona; Djubuti è troppo piccola e Diego Garcia troppo lontana.

 

Insomma, per come la rigiro c'è sempre un problema che sembra insormontabile e l'unica soluzione è il dispiegamento di una costosa formazione composta da una portaerei per assicurare interventi a largo raggio e una serie di fregate/pattugliatori d'altura con capacità elicotteristica che abbia serie capacità di intervento.

 

con quest'ultima frase intendo l'imbarcare sulle fregate/pattugliatori degli elicotteri anticarro con tutti i problemi di non marinizzazione che poi nasceranno...

 

ovvio che questi sono pensieri personali

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e pensando che i signori si sono spinti anche a 400 miglia, la situazione è davvero non semplice. (e non considero le regole di ingaggio che sono un problema politico)

 

Arrivando tra l'altro ad operare al largo delle coste del Kenya.

 

un sistema tipo V-RMTC potrebbe sicuramente aiutare, coadiuvato dai satelliti militari che, però, non so se coprono continuamente e per intero la zona. non so se sia possibile applicare operazioni di intelligence nei territori somali ma ritengo che l'omertà regni sovrana.

il contraltare di queste difficoltà è il dispiegamento di una flotta, che però non ha basi degne di questo nome in zona; Djubuti è troppo piccola e Diego Garcia troppo lontana.

 

Sarebbe un'ottima idea. Credo che il problema sarebbe trovare Paesi dell'aerea capaci tecnicamente e disponibili politicamente a partecipare ad operazioni di quel tipo. E non credo ci siano troppi Paesi coin questi requisiti, perlomeno africani. Una strada percorribile potrebbe essere quella di coinvolgere i Paesi arabi e l'India.

 

Non male la possibilità di imbarcare elicotteri d'attacco, come si diceva qualche post fa.

 

In questa vicenda è interessante vedere come le unità NATO presenti nell'area da mesi non abbiano mai aperto il fuoco (almeno dalle dichiarazioni :s41: ) mentre gli indiani arrivano e in men che non si dica affondano una nave madre pirata, complimenti per la diplomazia :s03:

 

Il minimo che si possa dire è che hanno il grilletto facile :s03: :s03: :s30: :s30: , anche se personalmente credo che, al di là dei possibili caveat politici, quello indiano sia il modo più corretto di reagire.

 

Sembra inoltre ci sia un cambiamento di rotta anche a riguardo del trattamnento dei prigionieri: mentre prima li lascivano andare, ora li consegnano alle autorità competenti, come recentemente avvenuto per i sette consegnati alle autorità di Nairobi.

Modificato da brin
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Il Contrammiraglio Gumiero ha incontrato il comandante della task force americana a Gibuti. Dal sito della Nato:

 

Djibouti, 17 Nov. 2008 - Rear Admiral Giovanni GUMIERO, Italian Navy, Commander of Standing NATO Maritime Group 2 (SNMG2) and of the NATO Task Group conducting the anti-piracy Operation Allied Provider, met in Djibouti with Rear Admiral Philip GREENE, US Navy, Commander of Combined Joint Task Force-Horn of Africa (CJTF HOA).

 

Over the past several weeks, SNMG2 and CJTF HOA have coordinated and synchronised their missions around the Horn of Africa, providing greater security to maritime traffic and contributing to the achievement of long-term stability of the region.

 

CJTF HOA has been operating in the region for the past six years and is made up of more than 13 nations providing support to security building operations in the area.

 

During the meeting, Rear Admiral Gumiero and Rear Admiral Greene had the opportunity to exchange operational impressions and discuss several issues concerning common aspects of their mission as both commands have played an important role in improving stability and security in the region.

 

SNMG2 was deployed to the region as the result of a United Nations Secretary General request to provide escort protection for ships of the World Food Programme as they transit the pirate infested waters off the coast of Somalia. NATO’s mission in the area will terminate when responsibility will be assumed by a European Union Naval Force expected to deploy in December.

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Foto di oggi. Il cacciatorpedieniere della Marine Nationale Jean de Vienne, classe Georges Leygues, in transito a Suez per aggiungersi alle Forze Navali Occidentali già presenti :

 

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... nel frattempo gli impresari somali che si sono impadroniti della petroliera saudita, nella loro magnanimità, hanno concesso uno sconto del 25% sul riscatto visto la comune appartenenza ...

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La pirateria stà tornando a far parlare di sè!Chi l'avrebbe mai detto!

 

Già. E la patria della pirateria moderna dovrebbe essere l'Indonesia, ed il Sud-Est asiatico in genere, anche se temo che presto la Somalia le ruberà la palma.

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Continua la scorta da parte delle unità NATO ai mercantili del Programma alimentare mondiale che, viene sottolineato, sono giunte tutte sane e salve ai porti di destinazione:

 

Indian Ocean - A convoy of three World Food Program (WFP) chartered vessel is transiting form Mombassa towards Somali ports escorted by NATO ships, to deliver over 21,000 tons of humanitarian aids.

 

Two NATO navy ships operating in Operation Allied Provider are escorting these three vessels, in order to protect them against piracy.

 

The Hellenic frigate HS Themistokles is escorting MV Victoria (carrying 4.300 metric tons of aids) and MV Rabbana (carrying 6.000 metric tons of aids).

 

The Turkish frigate Gokova is escorting MV As Salaam, carrying 11.000 metric tons of aid.

 

Both warships belong to the Standing NATO Maritime Group 2, under Command of RAdm. Giovanni Gumiero, Italian Navy who is conducting NATO’s anti piracy operation Allied Provider from the flagship of the NATO Force, the Italian destroyer ITS Durand De Le Penne, currently conducting surveillance in the Gulf of Aden together with the British frigate HMS Cumberland.

 

La fregata turca Gokova

 

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E' di conforto sapere che almeno questa parte sta funzionando. Dalla rassegna de Il Foglio di oggi c'è qualche interessante dato sparso su questa "industria" somala:

 

- il "giro d'affari" dei pirati supera i 50 milioni di dollari cioè una quarantina di milioni di euro cioè una ottantina di miliardi delle vecchie lire.

 

- tutti i trasporti di greggio dal Golfo Persico e l'Occidente sono a portata dei pirati come ha dimostrato la cattura della Sirius Star

 

- Il centro delle attività criminali si trova nella regione del Puntland nel porto di Eyl sorto nel 1997 (si vede che Restore Hope ha funzionato bene anche in questo caso - n.m.), la consorteria di pirati più potente si fa chiamare Marines Somali o anche Difensori delle Acque Territoriali Somale. davanti al Porto di Eyl che "da lavoro" a 2000 persone (le vecchie case sono state trasformate in locande, le donne cucinano, anziani e ragazzini fanno la guardia, i giovani sono arruolati nelle squadre d'assalto) ci sono 12 navi sequestrate con qualche centinaio di marinai a bordo.

 

- Mediamente le trattative durano 1-2 settimane. L'incasso medio è di 1-2 milioni di dollari. I pirati si fanno pagare in contanti a bordo sembra siano attrezzati con macchinette per contare i soldi e dispositivi per verificare i falsi.

 

- Il 30% del bottino va agli equipaggi, il 20% ai capi, il 20% serve a finanziare le future azioni, il 20% a foraggiare le autorità locali, il 10% alla popolazione. Con tale liquidità le gang si rifanno la casa, comprano la jeep, prendono moglie, sperperano nei bordelli ( ma per caso questi sono venuti a copiare il mestiere qui in Italia? - n.m.)

 

- I capi pensano a reinvestire in tre modi: solitamente riciclano in Nord America, Scandinavia e Golfo Persico attraverso complici somali sul posto; trafficano in khat; commerciano in carbone da legna con gli Emirati Arabi e altri paesi del Golfo; altri riciclano trafficando in armi e clandestini.

 

- Alcune compagnie di navigazione come come la Maersk danese per evitare il problema ha deciso di cambiare rotta tornando a quella del Capo di Buona Speranza; la prossima a prendere questa decisione sarà la Frontline Shipping che è la più grande compagnia del mondo per il trasporto del greggio. A rimetterci sarà il consumatore: la circumnavigazione allunga il viaggio di due o tre settimane con un costo maggiorato di circa 500-700 mila dollari.

 

- Tuttavia anche la Sirius Star aveva scelto la rotta del capo di Buona Speranza ma è stata lo stesso raggiunta a 450 miglia a sud est della costa somala.

 

- Interessante questo calcolo : una nave costretta a passare in quelle zone deve pagare circa 20000 dollari di aggravio sulle polizze assicurative. Considerando che ci sono circa 20000 passaggi all'anno fa un surplus di 400 milioni di dollari ogni 12 mesi. Anche se i pirati incassasero 150 milioni di dollari l'anno come ha dichiarato il Ministro degli Esteri kenyota viene il dubbio che non siano loro cioè i pirati i soli beneficiari di questa attività.

 

- Un'altra soluzione è l'imbarco di guardie armate a bordo. Però ci sono porti in cui non possono attraccare navi con personale armato a bordo. Intanto si è creato un nuovo mercato che offre sistemi di protezione che non richiedono l'uso di armi: un apparato che spara onde sonore, potenti idranti. Gli iraniani, risparmiando, hanno steso del filo spinato lungo le fiancate. Una evoluzione più sofisticata (da Willy il Coyote direi ... n.m.) sarebbe quella di creare una barriera elettrificata.

 

- Al momento stazionano nel Golfo di Aden navi militari di 15 nazioni. Operano in base a regole NATO o ONU. In pratica dovrebbero avere la fortuna di arrivare sul posto nel momento in cui i pirati si accingono ad attaccare. Una volta che una nave è in mano ai pirati la decisione su se e come intervenire spetta sollo alla nazione di origine della nave e dell'armatore.

 

- L'Unione Europea lancerà l'8 dicembre una missione anti pirateria con 5 o 6 nav. Controllare quel tratto di mare con i sistemi attualmente messi in campo è comunque quasi impossibile: serviorebbero satelliti, grande lavoro di intelligence ( ne basterebbe uno piccolo mica siamo alle prese col GRU - n.m. ), unità studiate per adattarsi alle caratteristiche del nemico e il coordinamento che attualmente non esiste.

 

- Continuando così le cose il Paese che rischia di più è l'Egitto: nel 2007 ha fatturato col Canale di Suez 5,2 miliardi di dollari, terza risorsa di valuta estera dopo turismo e rimesse di emigranti.

 

Spero di non aver annoiato ma ho trovato diverse cose piuttisto gustose ed interessanti.

Modificato da Charlie Bravo
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Spero di non aver annoiato ma ho trovato diverse cose piuttisto gustose ed interessanti.

 

Tutt'altro: sono informazioni davvero utili ed interessanti e non poco impressionanti. Una delle cose da sottolineare è che pare di capire che neanche adottando la rotta del Capo si riuscirà a risolvere il problema in modo definitivo... :s06:

 

Intanto c'è da segnalare la sosta del De La Penne in Oman ed il rifornimento effettuato con la nave ausiliaria tedesca che fa parte del Gruppo NATO. Dal sito della Marina:

 

Il cacciatorpediniere Durand de la Penne, nave ammiraglia del Secondo Gruppo Marittimo Permanente della Nato al comando del Contrammiraglio Giovanni Gumiero, ha effettuato una sosta operativa a Salalah, nell'Oman meridionale.

 

La nave italiana si trova nelle acque dell'Oceano Indiano con l'operazione Allied Provider nell'ambito della quale avolge l'opera di contrasto al fenomeno della pirateria ed è attivamente impegnata anche in supporto al Programma Alimentare Mondiale (WFP) scortando le navi con cui le Nazioni Unite fanno giungere derrate alimentari in Somalia.

 

Successivamente alla sosta a Salalah la nave rifornitrice tedesca Rhoen ha effettuato un rifornimento in mare con Nave Durand de la Penne e la fregata britannica Cumberland.

 

Le foto.

 

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Per chiudere in bellezza...

 

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Modificato da brin
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Intanto si chiariscono i dettagli della missione della UE. Si chiamerà EUROFOR Atalanta, sarà a guida inglese, sarà composta da 5 unità, di cui 3 fregate (ed un rifornitore suppongo), oltre a velivoli da pattugliamento marittimo che si aggiungeranno all’Orion spagnolo già in loco. Intanto un po' tutti fanno il loro balletto: i russi, che annunciano di voler riaffittare una base navale nello Yermen, gli iraniani, la Lega Araba, e chi più ne ha più ne metta...

 

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=25-11-2008&pdfIndex=9

 

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=25-11-2008&pdfIndex=8

 

Sull’altro versante è da notare la mozione presentata al Senato che prevede una quanto mai necessaria revisione delle regole d’ingaggio che, udite udite, non escluderebbe neppure possibili interventi offensivi contro le loro basi…..

 

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=25-11-2008&pdfIndex=10

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Sull’altro versante è da notare la mozione presentata al Senato che prevede una quanto mai necessaria revisione delle regole d’ingaggio che, udite udite, non escluderebbe neppure possibili interventi offensivi contro le loro basi…..

Alcune fonti parlano addirittura (non per uno specifico stato) della necessità di utilizzare truppe di terra. :s12: Notizia che è da prendere per quello che è, i giornalisti sono soliti prendere pan per focaccia. (neanche buoni ad aver capito male e scambiare i gruppetti di marines a bordo delle navi per un contigente d'invasione :s03: )

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In effetti... Ci trasportiamo la Demi Brigade di Gibuti: hanno sempre voglia di menar le mani... :s03:

 

Certo è che è necessario che si cambi registro. Io non escluderei neppure, previo accurato lavoro di preparazione, un intervento delle forze speciali o dell'aviazione, anche se ci sarebbero le naturali controindicazioni..

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Mah a livello militare colpire le basi dei pirati a terra, con dei raid delle FS miranti sopratutto alla distruzione dei loro barchini è una cosa logica e sensata.

 

A livello politico però vorrebbe dire dare il colpo di grazia al governo di transizione e regalare la Somalia alle Corti Islamiche. Penso che qua nessuno voglia un secondo A-stan no?

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A livello politico però vorrebbe dire dare il colpo di grazia al governo di transizione e regalare la Somalia alle Corti Islamiche. Penso che qua nessuno voglia un secondo A-stan no?

 

Ovviamente ci deve essere la volontà politica di intervenire. E' una conditio sine qua non. In caso contrario vanno più che bene le crociere di scorta che stiamo conducendo ora, anche se è chiaro che si tratta di palliativi.

 

Le possibilità di ordine puramente militare sono svariate ma temo sia la valutazione politica e diplomatica ad essere ardua. Penso però che l'ultima cosa di cui si sente la necessità, ma proprio l'ultima, è mettere militari occidentali a terra in quei posti.

 

Sempre se politicamente, tecnicamente e operativamente possibile si potrebbe porre rimedio a questo interessando del problema da un lato la Lega Araba e l'Unione Africana (che dovrebbe avere a Mogadiscio circa 2000 soldati), consentendo dall'altro il ritiro delle truppe etiopiche (previsto comunque per inizio 2009). Da parte occidentale ci si potrebbe limitare a fornire assetti di supporto, componente aeronavale etc. Ammesso e non concesso, lo ripeto, che quei paaesi abbiano la capacità di farlo ed la volontà di andarsi ad immischiare in una situazione di quel tipo.

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Qualche aggiornamento da Defencetalk:

 

MOGADISHU: The leader of Somali pirates holding a huge Saudi oil tanker denied Monday that the hijackers had lowered their ransom demand, insisting they still wanted 25 million dollars for the ship's release.

 

"We have not changed the amount of the ransom, it remains at exactly 25 million dollars. If we want to change it, it will have to be agreed unanimously with all the people involved," Mohamed Said told AFP.

 

Said, the leader and spokesman of the group holding the ship, was reached by phone in the coastal village of Harardhere, off which the Sirius Star was anchored after its capture in the Indian Ocean on November 15.

 

He denied reports that the ransom had been lowered and warned against any forceful rescue of the huge tanker carrying around 100 million dollars worth of crude oil they seized in a space of 16 minutes.

 

"We are moving the ship from time to time and from place to place for tactical reasons. It's like a war game. We are not taking the ship too far," Said explained.

 

"We still have enough people on the ground and on the ship. Nobody can terrorise us. Any attempt to take the ship by force is futile."

 

Tensions mounted Sunday between the pirates and hardline Islamist Shebab fighters who threatened to attack the hijackers ahead of a November 30 deadline they set for the Saudi owners of the vessel to pay ransom.

 

The Shebab (youth) armed group, which controls much of southern and central Somalia, has in recent days positioned fighters in and around Harardhere.

 

Islamist leaders have stressed that piracy is a capital offence under Islam and officially condemned the surge in acts of piracy in Somalia's waters, which has begun to disrupt international trade.

 

But Said told AFP at the weekend that his men were not afraid of the Shebab.

 

"We are the Shebab of the sea and we can't be scared by the Shebab of the land," he said. "If anybody attempts to attack, that would be suicide."

 

The seizure of the Sirius Star has sparked alarm around the world, and foreign navies have sent patrol ships off the dangerous Somali waters to try and stem the spiralling crime.

 

On Monday, maritime groups called on the United Nations to mount an international naval blockade to halt the surge of piracy off the lawless Horn of Africa state.

 

"Maybe we should have the UN coordinating naval action off Somalia. It could impose a blockade along the Somali coast," said Peter Swift of the London-based International Association of Independent Tanker Owners (Intertanko).

 

"We have asked (the UN) for a long time for naval support for merchant shipping to protect the seafarers and world trade," he said, adding they had requested naval help and aerial patrols.

 

NATO Secretary General Jaap de Hoop Scheffer said the alliance was not considering any naval blockade to combat piracy.

 

"Blocking ports is not contemplated by NATO," he said, adding that such action has not been endorsed by the UN Security Council. "This is, at the moment, not in the cards."

 

Shipping companies alarmed by rampant piracy are now re-routing around South Africa, despite the deterrent of higher costs, industry groups said Monday.

 

Two major players, Odfjell of Norway and A.P. Moeller-Maersk of Denmark, have already announced that part or all of their fleets will sail around the Cape of Good Hope instead of through the pirate-infested Red Sea.

 

"It is unfortunate that at a time like this when the global economy is such, that shipping companies would have to take measures which would incur more cost. There would definitely be delays of up to two to three weeks," said Thomas Timlen from the Denmark-based Baltic and International Maritime Council.

 

Somalia's Gulf of Aden and Indian Ocean waters have seen nealry 100 vessel attacks this year, which has threatened to choke one of the world's busiest maritime trade routes.

 

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Ti dirò che questi a me sembrano dei guappi col senso degli affari. Per di più conoscono benisssimo i loro polli cioè noi, cioè l'occidente. Il quale occidente mi sembra affrontare il problema con la stessa lena con cui ci si occupa degli scippi in Italia; ovviamente con lo stesso esito finale...se poi la parolina magica è ONU, tra una conferenza e l'altra, siamo proprio a posto. Ripeto mandiamogli la Caritas che facciamo migliore figura. E costa anche molto di meno.

Modificato da Charlie Bravo
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Qui sembra che la Marina Indiana abbia preso un lieve abbaglio con l'affondamento di quella "nave pirata", che sembra non fosse tale :

 

November 25, 2008, 1:05 pm

Pirate ‘Mother Ship’ or Thai Trawler?

By Graham Bowley

 

As if things weren’t chaotic enough in the Gulf of Aden: a suspected

pirate ship that was sunk last week by the Indian Navy now appears to

have actually been a Thai fishing trawler, according to CNN, which

cites the ship’s owner.

 

Last week, the Indian Navy reported that one of its warships, the INS

Tabar, which had been deployed to the region to repulse the growing

pirate threat, encountered a flotilla of three pirate vessels some 320

miles south west of the Omani coast. The Tabar fought a battle at sea,

sinking one suspect vessel — what it called the “mother ship” — and

forcing the pirates to abandon a second as they fled.

 

The sinking seemed to be an important blow against the pirates, most

of whom are based in Somalia and who now roam across vast areas of the

Indian Ocean and the Gulf of Aden, attacking seemingly at will.

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Evidentyemente hanno il grilletto un po' troppo facile.... :s14: :s12:

 

Il quale occidente mi sembra affrontare il problema con la stessa lena con cui ci si occupa degli scippi in Italia; ovviamente con lo stesso esito finale...se poi la parolina magica è ONU, tra una conferenza e l'altra, siamo proprio a posto.

 

Ripeto mandiamogli la Caritas che facciamo migliore figura. E costa anche molto di meno.

 

Condivido. Il medico pietoso fa la ferita infetta. Il problema è che, mentre prima si poteva tranquillamente fregarsene di quanto avveniva da quelle parti, ora c'è la necessità di fare qualcosa, e di farlo in modo credibile. Non ho soluzioni; ho tante ipotesi: attaccare le basi, (a fondo intendo), mettere in piedi un vera e propria squadra navale che pattugli qulle acque (ma già ora le navi non fanno certo difetto, eppure il problema persiste), ritornare al vecchio sistema dei convogli. Sicuramente si potrebbe iniziare a riunire le varie unità presenti sotto un unico comando, capace di coordinare in modo opportuno e razionale le forze disponibili.

 

Purtroppo li mandiamo: col risultato che o sono barbaramente uccisi (come la povera Suor Leonella Sgorbati), o sono rapiti (come i due operatori umanitari rapiti nei mesi scorsi, e come le due Suore rapite questo mese).... :s06: :s06:

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Già Brin tocchi in capitolo doloroso e come mi pare avessimo già detto quelle povere persone temo si troverebbero in prima linea nel caso di azioni.

Ho citato la Caritas in quanto più domestica e diplomatica e non attiva ed esposta come i missionari ( sto facendo un giro di parole fuori misura ... ).

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Già Brin tocchi in capitolo doloroso e come mi pare avessimo già detto quelle povere persone temo si troverebbero in prima linea nel caso di azioni.

Ho citato la Caritas in quanto più domestica e diplomatica e non attiva ed esposta come i missionari ( sto facendo un giro di parole fuori misura ... ).

 

Già, CB; lo faccio anche perchè, a parte il silenzio stampa richiesto dal MAE, a volte ho l'impressione, (solo l'impressione), che ci siano ostaggi di serie A e di serie B. Mi scuso per l'OT.

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Visitatore Marcuzzo

Sposto qui il topic che ho aperto ieri per continuità di discussione:

 

Somalia, I Pirati Tornano A Colpire. Abbordata una nave cargo yemenita

 

Fonte: TgCom

 

I pirati somali tornano a colpire lungo le coste somale, abbordando un'altra imbarcazione, una nave cargo yemenita, identificata come MV Amani, nel golfo di Aden. Lo ha reso noto Andrew Mwangura, coordinatore dell' 'African Seafarers' Assistance Programme', un gruppo di assistenza ai marinai. La notizia dell'ultimo attacco giunge dieci giorni dopo che un gruppo di uomini armati somali hanno sequestrato la supepetroliera saudita Sirius Star.

 

Mwangura ha identificato la nave cargo come la MV Amani, ma al momento non sono disponibili ulteriori dettagli. La notizia dell'ultimo attacco da parte dei pirati giunge dieci giorni dopo che un gruppo di uomini armati della Somalia ha sequestrato una super petroliera saudita. Il sequestro della Sirius Star -- che trasporta petrolio per 100 milioni di dollari e conta a bordo 25 membri dell'equipaggio provenienti da Gran Bretagna, Polonia, Croazia, Arabia Saudita e Filippine -- ha attirato l'attenzione del mondo sulle spregiudicate azioni dei pirati nello Stato del Corno d'Africa. I numerosi sequestri verificatisi nel 2008 hanno visto milioni di dollari di riscatti, hanno fatto decollare i prezzi delle assicurazioni marittime e lasciato ancor oggi nelle mani dei pirati una decina di imbarcazioni con oltre 200 ostaggi.

 

Le compagnie di trasporto marittimo di tutto il mondo hanno chiesto alle Nazione Unite di istituire un blocco navale della costa della Somalia per rispondere alle azione di pirateria. Lo ha reso noto l'Associazione internazionale degli armatori di petroliere che ha anche chiesto che siano rese note le regole per intercettare i pirati. "Se la pirateria non si ferma avrà un forte impatto sul commercio mondiale", ha aggiunto un rappresentante.

 

La NATO ha già inviato alla fine di ottobre una flotta di quattro navi da guerra nelle vicinanze della Somalia e l'Unione Europea comincerà la sua missione l'8 dicembre. Intanto il segretario generale della Lega Araba, Amr mu##a, ha proposto anche la formazione di una forza araba per contrastare la pirateria al largo delle coste somale, da costituire nell'ambito del Trattato di difesa araba comune e delle leggi dei paesi arabi. Questa forza potrebbe cooperare con le altre presenti nella regione per proteggere la sicurezza dei movimenti nel Mar Rosso.

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Grazie per l'aggiornamento. Speriamo che non prestasse servizio per il Programma Alimentare Mondiale: sarebbe un duro colpo al prestigio della NATO, che fino a qualche tempo fa si vantava (giustamente) del fatto che le navi con gli aiuti umanitari erano tutte giunte indenni ai loro porti di destinazione.

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Ripercorrendo il post mi chiedevo se, viste le limitazioni ad altre possibili azioni, l'ipotesi di ricorrere ai convogli scortati sia così impraticabile. Le rotte all'ingrosso sono due; quella di Suez e quella del Golfo Persico. Le unità navali presenti in zona sono ormai piuttosto numerose e ogni convoglio non richiederebbe la scorta di molte unità. E' poi da considerare che gli eventuali tempi di attesa per la formazione dei convogli dovrebbero essere comunque concorrenziali con la rotta del Capo di Buona Speranza o con un allontanamento dalla costa tale da essere in sicurezza. Visti i costi delle polizze e i rischi chi usufruirebbe della protezione dei convogli potrebbe comunque contribuire ai costi comunque risparmiando. Consideriamo poi che Gibuti, salvo veti dei noti e vivaci cugini, consente la presenza di una componente di pattugliamento/ricognizione aerea anche significativa a costi contenuti. Non dovrebbe essere poi impossibile stabilire un protocollo operativo anche con Marine non NATO/Occidentali in modo da operare in maniera integrata.

Ovviamente in alternativa a tutto ciò ci sarebbe l'opzione del Colonnello Kurtz ...

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Ripercorrendo il post mi chiedevo se, viste le limitazioni ad altre possibili azioni, l'ipotesi di ricorrere ai convogli scortati sia così impraticabile. Le rotte all'ingrosso sono due; quella di Suez e quella del Golfo Persico. Le unità navali presenti in zona sono ormai piuttosto numerose e ogni convoglio non richiederebbe la scorta di molte unità.

 

Non dovrebbe essere poi impossibile stabilire un protocollo operativo anche con Marine non NATO/Occidentali in modo da operare in maniera integrata.

 

Consideriamo poi che Gibuti, salvo veti dei noti e vivaci cugini, consente la presenza di una componente di pattugliamento/ricognizione aerea anche significativa a costi contenuti.

 

Credo che sia un'ipotesi da prendere in considerazione. Però presuppone la costituzione di un organo di comando e controllo, che coordini l'attività di scorta delle varie unità disponibili.

 

No, non dovrebbe essere impossibile; anzi mi stupisco che una azione del genere non sia già stata messa in atto...

 

Al momento ci dovrebbe essere sicuramente un Orion spagnolo.

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Scusate un'osservazione fuori dal coro; mi metto dal punto di vista dei pirati:

1) perchè mai dovrebbero rinunciare ad un'attività redditizia ?

2) cosa rischiano ? se gli va bene è tutto ok, se gli va male ed incontrano un elicottero o una nave della "Coalizione" girano di bordo e se ne vanno tranquilli;

3) noi, se fossimo a rischio fame e miseria, cosa faremmo ?

 

... non ho poi capito cosa è successo effettivamente con la nave indiana.

Ciao.

 

Odisseo

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Nessuno impedisce ai pirati di fare i pirati. Niente e nessuno deve impedire a noi di impallinarli a dovere. :s02:

 

Sembra che la fregata indiana abbia scambiato un motopesca tailandese per una "nave appoggio" dei pirati.

 

Oltre al chiedersi che ci faceva un'unità thailandese al di là delle Andamane, ovvero all'altro capo dell'Oceano Indiano ( :s03: :s03: ), non si riesce a capire troppo bene qual'è la situazione; probabile l'ipotesi sottolineata in neretto. Dall'ANSA:

 

NEW DELHI - L'Ufficio marittimo internazionale (Bmi) con sede a Kuala Lumpur (Malaysia) ha dichiarato oggi che la notte fra il 18 e 19 novembre scorso nelle acque del Golfo di Aden la fregata indiana 'INS Tabar' colpì e affondò un peschereccio thailandese scambiandolo per un'imbarcazione di pirati somali. Nell'incidente, secondo l' autorità, sono morti 15 pescatori e uno solo si è salvato.

 

Il peschereccio, fa sapere l'autorità internazionale, era stato catturato dai pirati nel Golfi di Aden il 18 novembre. Responsabili della marina di New Delhi dichiararono poi di aver colato a picco l' imbarcazione in risposta a un attacco dalla "nave madre" dei pirati. Citando l'armatore del peschereccio thailandese, Noel Choong, direttore del centro di osservazione sulla pirateria del Bmi, ha detto che dei 16 membri dell'equipaggio, uno è morto con certezza, 14 sono tuttora dispersi mentre uno solo è stato tratto in salvo.

 

INDIA; ABBIAMO RISPOSTO AD UN ATTACCO

La marina militare dell' India ha assicurato oggi che la nave affondata dalla sua unità 'INS Tabar' il 19 novembre nel Golfo di Aden è stata colpita in risposta a un "atteggiamento ostile". L'India replica così all'Ufficio marittimo internazionale (Bmi), che poco prima ha dichiarato che in quell'occasione la fregata indiana affondò un peschereccio thailandese scambiandolo per un'imbarcazione di pirati somali e che in quell'occasione sono morti 15 pescatori. "La nostra fregata ha chiesto a più riprese alla nave di fermarsi. Ma dopo molti avvertimenti, gli occupanti della nave nemica hanno minacciato di far esplodere la fregata se si fosse avvicinata. Pirati sono stati visti sul ponte della nave armati di lanciarazzi", ha dichiarato da New Delhi il portavoce della marina indiana, comandante Nirad Sinha, che ha aggiunto che la 'Tabar' ha aperto il fuoco solo dopo essere stata bersagliata da tiri. Secondo il Bmi, che ha sede a Kuala Lumpur (Malaysia), il peschereccio thailandese affondato per errore dagli indiani era stato catturato il 18 novembre dai pirati somali.

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Solo che, a questo punto, mi sembra che le regole d'ingaggio siano diverse ed impediscano di impallinarli ... e che i pirati lo hanno ben capito.

Ciao.

 

Per alcuni. Ma se leggi i vecchi interventi noterai che anche dalle commissioni del nostro Parlamento sono state presentate mozioni per modificare le regole d'ingaggio. E poi non tutti hanno queste limitazioni, caso della fregata indiana docet. Il punto principale non è questo: dato che basta un elicottero in volo per farli desistere. Il punto è che bisogna trovare un buon sistema per scortare in modo sicuro ed efficiente le navi mercantili.

Modificato da brin
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Sembra essere confermato che l'unità affondata dalla fregata indiana era effettivamente un pescheccio.

 

NEW DELHI - L'Ufficio marittimo internazionale (Bmi) con sede a Kuala Lumpur (Malaysia) ha dichiarato oggi che la notte fra il 18 e 19 novembre scorso nelle acque del Golfo di Aden la fregata indiana 'INS Tabar' colpì e affondò un peschereccio thailandese scambiandolo per un'imbarcazione di pirati somali. Nell'incidente, secondo l' autorità, sono morti 15 pescatori e uno solo si è salvato.

 

Il peschereccio, fa sapere l'autorità internazionale, era stato catturato dai pirati nel Golfi di Aden il 18 novembre. Responsabili della marina di New Delhi dichiararono poi di aver colato a picco l' imbarcazione in risposta a un attacco dalla "nave madre" dei pirati. Citando l'armatore del peschereccio thailandese, Noel Choong, direttore del centro di osservazione sulla pirateria del Bmi, ha detto che dei 16 membri dell'equipaggio, uno è morto con certezza, 14 sono tuttora dispersi mentre uno solo è stato tratto in salvo.

 

INDIA; ABBIAMO RISPOSTO AD UN ATTACCO

La marina militare dell' India ha assicurato oggi che la nave affondata dalla sua unità 'INS Tabar' il 19 novembre nel Golfo di Aden è stata colpita in risposta a un "atteggiamento ostile". L'India replica così all'Ufficio marittimo internazionale (Bmi), che poco prima ha dichiarato che in quell'occasione la fregata indiana affondò un peschereccio thailandese scambiandolo per un'imbarcazione di pirati somali e che in quell'occasione sono morti 15 pescatori. "La nostra fregata ha chiesto a più riprese alla nave di fermarsi. Ma dopo molti avvertimenti, gli occupanti della nave nemica hanno minacciato di far esplodere la fregata se si fosse avvicinata. Pirati sono stati visti sul ponte della nave armati di lanciarazzi", ha dichiarato da New Delhi il portavoce della marina indiana, comandante Nirad Sinha, che ha aggiunto che la 'Tabar' ha aperto il fuoco solo dopo essere stata bersagliata da tiri. Secondo il Bmi, che ha sede a Kuala Lumpur (Malaysia), il peschereccio thailandese affondato per errore dagli indiani era stato catturato il 18 novembre dai pirati somali.

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Nuove e belle foto provenienti dal sito NATO. Il nostro De La Penne e la fregata britannica Cumberland si riforniscono dal rifornitore tedesco Roehn.

 

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Il nostro bravo Contrammiraglio Gumiero saluta e ringrazia dal De La Penne l’unità tedesca

 

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Foto della sosta in Oman del De La Penne

 

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Aggiornamenti. Dal sito della Marina:

 

Il cacciatorpediniere Durand de la Penne, al comando del Capitano di Vascello Fabrizio Simoncini, nave di bandiera del Secondo Gruppo Marittimo Permanente della Nato al comando del Contrammiraglio Giovanni Gumiero, ha scortato da Mombasa (Kenya) a Berbera (Somalia) un mercantile che trasportava oltre 11000 tonnellate di aiuti umanitari del Programma Alimentare Mondiale (WFP).

 

Le due navi si sono incontrate nelle acque antistanti Mombasa. Prima di intraprendere la navigazione la squadra di sicurezza di Nave Durand de la Penne è stata trasferita a bordo del mercantile con l’elicottero AB-212 per istruire l’equipaggio sulle procedure da seguire.

 

La nave italiana si trova nelle acque del Corno d’Africa dall’ottobre scorso nell’ambito dell’operazione Allied Provider svolgendo anche attività di contrasto alla pirateria.

 

Le foto. Dal sito NATO.

 

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Sempre bello vedere il DlP con la bellezza di 2 canister (magari vuoti :s03: ) su 8 per Teseo o Milas. Per fortuna non possiamo vedere i quantitativi di Aspide e SM1-MR oltre a quelli delle artiglierie :s41:

 

C'è il rischio che siano indotti in tentazione... :s03: :s03:

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