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Pubblicazione Battaglia Di Mezzo Giugno


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Comandanti,

sabato invece di andare come la maggior parte al mare, insieme a Maridesigner abbiamo preferito fare rotta su Arezzo per dare un occhiata alle bancherelle del mercato dell'antiquariato più grande d'Italia.

Purtroppo la calura estiva, aveva decimato i venditori e sinceramente i banchi esposti al sole, avevano delle temperature che non ti permettevano i "frugare" con calma.

Comunque sono riuscito a trovare una pubblicazione edita nel 1942 dal Ministero della Marina e curata dal CC Marc'antonio Bragadin, intitolata 15 GIUGNO xx VINCE SUL MARE ROMA.

Un opuscolo esaltante le vicende che portarono al vittorioso scontro delle nostre forze navali con quelle della Royal Navy intente a proteggere un convoglio in trasferimento da Gibilterra a Malta.

Tra le tante foto, tra l'altro la maggior parte note, ma dipinte colori ho trovato questa:

 

bedouinsl1.jpg

 

Per chi "mastica" storia navale, riconoscerà questa nota foto per quella del Bedouin in affondamento, invece la didascalia trovata nella pubblicazione dice:

 

Il CT Nerissa sotto il tiro del Montecuccoli si abbatte e affonda.

 

Eveidentemente alla luce dei fatti attualmente sono propenso a pensare ad un refuso, in quanto l'Hms Nerissa non affondò in quello scontro, ma bensì fu un altro caccia a trovarsi a mal partito con gli incrociatori della 7° Divisione, il Hms Partridge.

 

Per meglio compredere questa didascalia inserisco un passo trovato nell'opuscolo e una breve sintesi dell'accaduto, tratto dal libro di Martino Aichner Storia degli Aerosiluranti italiani.

 

 

 

Secondo M. Bragadin

 

 

Azione di fuoco da parte degli incrociatori della 7° Divisione e del ct Malocello, agli ordini dell'Ammiraglio Da Zara:

 

“...I nostri Direttori di tiro concentrano tutto i fuoco sul cacciatorpediniere di testa, e non passa molto che esso – ripetutamente colpito – rallenta la corsa ed infine rimane immobile ed agonizzante sul mare. Forza sul secondo, ora! Ancora alcuni minuti di fuoco ed una salva del Malocello lo prende in pieno al galleggiamento. La nave istantaneamente sabanda e si abbatte sul fianco, mostrando ai nostri, giubilanti, la chiglia rossa di minio. Sulla prora la sigla distintiva G.65. Si tratta quindi del ct Nerissa, uno dei più moderni e grandi caccia nemici (è stato varato nel 1940 e disloca circa 2000 tonnellate) armato con sei cannoni da 120 mm e dieci lanciasiluri.

Ma un altro grido fi giubilo si leva subito dal petto dei nostri marinai. In quel frattempo, infatt, quattro nostri aerosiluranti attaccano il primo caccia, rimasto immobile poco lontanto e gli danno il colpo di grazia definitivo. Due siluri gli eslpodono sui fianchi, e la nave si spacca in due tronconi che in pochi secondi scompaiono nell'abisso. Si saprà dai naufraghi salvati dalla nostra nave ospedale - che era il ct Bedouin, un altro supercaccia modernissimo, entrato in servizio nel 1940, di 1900 t. di dislocamento, armato con 8 pezzi da 120.”

 

[b]Versione inglese degli eventi tratta dal libro di Martino Aichner “Storia degli aereosiluranti italiani”.[/b]

L'autore, siluratore col suo S.79 del ct Bedouin e da esso abbattuto in questa fase, chiede conferma all'ammiragliato inglese sull'evento in argomento. Di seguito la lettera di risposta.

 

“ Caro signore,

in risposta alla vostra lettera, ecco il racconto delle ultime ore del Bedouin.

Gli orari si riferiscono alla zona – 3.

Alle 0640 del 15 giugno 1942 incrociatori italiani aprono il fuoco sul convogli alla distanza di oltre venti chilometri. Le navi britanniche non potevano rispondere al fuoco, poiché la distanzna era eccessiva per i loro cannoni da 4,7 e 4 pollici. Il Bedouin e il Partridge aprirono il fuoco sugli incrociatori verso le 0645, ma in un quarto d'ora tutte e due le navi furono danneggiate ed immobilizzato: la battaglia per loro era finita.

Alle 07.45 il Partridge era pronto a ripartire alla velocità di dodici nodi.Si apprestava a rimorchiare il Bedouin, ma i preparativi della manovra furono interrotti da due cacciatorpediniere italiani dovettero essere evitati. Alle 1000, tuttavia, il Partridge riuscì ad agganciare il Bedouin. Essi incontrarono il convoglio alle 1145, sperando sempre di rimettere in moto almeno una macchina del Bedouin, ma più tardi si dovette abbandonare ogni speranza. Alle 1320 si scorse di nuovo la squadriglia italina, e i due cacciatorpediniere si stavano chiramente avvicinando alle navi inglesi; inoltre, la zona brulicava di bombe di profondità ( forse indendeva dire mine).

Di comune accardo, il Partridge si liberò dal proprio rimorchio e levò una cortina di fumo intorno al Bedouin. Quando gli incrociatori furono vicini, il Partridge cercò di sottrarsi al fuoco nemico e verso le 1400 riuscì a prendere il largo ponendosi in salvo.

Alle 1425 un aereo italiano silrò il Bedouin, che sprofondò in pochi minuti all'incirca nella posizione 36° 12' N – 11° 37' E. E dopo aver tentato di abbattere il suo assalitore.

Nella sua relazione il Comandante del Bedouin afferma:

“...Ma alle 1415 circa un S.79 appare in mezzo al fumo al traverso di dritta e sganciò un siluro alla distaza di circa cinquecento metri. Gli sparammo con tutte le armi di bordo eccettuati i cannoni “Y” e sapemmo più tardi di averlo abbattuto ...Cinque minuti dopo esser stata colpita, la nave affondò senza fare rumore.”

Il Comandante del Bedouin era il CV B.G. Scurfield.

Modificato da malaspina
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Siete veramente bravi a trovare questi reperti dai tavoli dei librai. Voglio provarci anch'io! Ma temo che ormai non ci sia rimasto molto, con voi in giro...

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