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Photoshop - Alcune "dritte"


Alagi

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Rispondo alle domande di Buffoluto indicando primaditutto come opero per realizzare disegni a colori e profili di navi.

 

Parto da dei disegni fatti a mano (miei oppure piani originali dell'ANB e altre fonti che rilevo allo scanner ad alta definizione - da 400 a 1200 dpi - in formato jpg).

Procedo poi a modificare i disegni e ad aggiungere i dettagli in ambiente Photoshop CS3 (attualmente utilizzo la suite CS3 per tutti i programmi di grafica di Adobe ma entro fine anno passerò alla CS5, che è appena uscita).

Una volta che il disegno è terminato (formato jpg, modalità colore o scala di grigio), passo il disegno in modalità "bitmap" e registro la tavola con l'estensione "tif": questa procedura rende il bianco "trasparente", lasciando evidenti solo i tratti. A questo punto, esporto il disegno "tif" in Illustrator CS3 (che è il programma di grafica a colori della suite di cui sopra) e procedo alla colorazione. Il file così ottenuto viene registrato in formato "eps" (che è quello comunemente utilizzato dai fotolitisti per l'impaginazione; nella fattispecie, con il fotolitista di "Storia militare" lo stiamo utilizzando da diversi anni).

Tuttavia, registro il file anche con la classica estensione "pdf": difatti, i programmi di grafica di Adobe (ossia Photoshop, Illustrator e Acrobat) producono files "intercambiabili" che possono essere utilizzati indifferentemente nei più comuni applicativi per l'impaginazione.

 

Il mio metodo per realizzare i disegni con Photoshop CS 2, consiste nel preparare uno schema di base grezzo ed elaborarlo in formato jpeg; che alterno con il formato psd, che è molto utile perché supporta i livelli e li mantiene, anche dopo essere salvato; quando ho terminato il disegno procedo alla colorazione in formato jpeg.

Sostanzialmente è il procedimento che seguo io. Tuttavia, dato che - come ho spiegato più sopra e come dettaglierò di seguito - per colorare un disegno al tratto conviene utilizzare un programma specifico quale "Illustrator", una volta completata tutta la lavorazione in bianco e nero al tratto (nel corso della quale sono stati utilizzati i livelli, registrando il file in formato psd) conviene unificare i livelli e registrare il file in formato jpg. Il file così ricavato sarà molto più "leggero" informaticamente e consentirà di essere gestito meglio nella successiva fase di trasformazione in "bitmap" e registrazione con l'estensione tiff, come indicato più sopra.

 

L’inconveniente che si verifica con questo metodo si manifesta quando al termine della lavorazione procedo a modifiche e ritocchi; in questi casi il colore s’inquina col manifestarsi di pixel sbiaditi che si discostano dalla colorazione base.

E' un problema derivante dall'algoritmo di Photoshop (presente in particolare nelle versioni più vecchie del programma): va però tenuto presente che Photoshop è - essenzialmente - un programma di fotoritocco, quindi ottimizzato per il restauro e la modifica di fotografie e non per la colorazione di disegni tecnici. In particolare, Photoshop utilizza un sistema grafico lineare o a curve predefinite, quindi risulta difficile realizzare con precisione aree colorate circolari, ellittiche a più curve ecc.

Per la colorazione Adobe ha difatti prodotto Illustrator, che utilizza algoritmi di grafica vettoriale. Ciò consente quindi di realizzare curve singole o anche multiple utilizzando il metodo dei punti di ancoraggio (con lo strumento penna - ad esempio, si clicca sul punto iniziale e su quello finale di una curva e, con il solo movimento più o meno ampio del mouse, si ottiene una curva perfetta dell'ampiezza desiderata).

In aggiunta, e cosa ancora più importante, Illustrator è ottimizzato per la gestione del colore, e non si verificheranno mai gli inconvenienti di "inquinamento" del colore riportati da Marcello.

Al pari di Photoshop, Illustrator gestisce i colori in tutti i formati (RGB, CMYK ecc.), ma il fatto di essere un programma dedicato lo rende estremamente migliore di Photoshop per la colorazione di disegni e altri lavori di grafica non in b/n.

 

Da poco tempo però ho iniziato a elaborare i disegni con il formato BMP alternandolo comunque al psd, quando ho necessità di lavorare su livelli diversi; terminato il lavoro trasformo il file in formato jpeg; ho verificato che se trasferisco via internet il file originale, la qualità dell’immagine resta immutata, se procedo ad una riduzione la qualità scade in funzione della riduzione effettuata.

Il formato bmp non è indicatissimo per lavorare sui disegni in ambiente photoshop, meglio restare sui "classici" jpg e psd (e ferme restando le limitazioni di cui ho detto circa la colorazione di disegni tecnici utilizzando Photoshop). Se per "riduzione" si intende una riduzione nelle misure dei files (tanto "reali" in cm o pixel, quanto - soprattutto - di densità in dpi, che poi è il dato che fa la differenza) un decadimento della qualità grafica non potrà essere evitato. Difatti, con la riduzione della densità di un'immagine (dpi sta per "dots per [square] inch, ossia punti [o pixel] per pollice quadrato) ci saranno meno punti in totale a comporla, e di questo risentirà la qualità del colore, come pure la definizione delle linee nere del disegno originale al tratto.

 

Non sono completamente certo che passando al formato BMP abbia completamente risolto il problema, per cui chiedo se esistono altre alternative e vorrei sapere in quale formato è consigliabile archiviare i file.

Buffoluto

Come ho detto, il formato bmp non è il migliore per l'archiviazione (ed è gestito con difficoltà in sede di stampa professionale presso fotolitisti, tipografie e case editrici). Una volta completato un disegno in ambiente Photoshop conviene archiviarlo nel formato psd, se si vuole mantenere la possibilità di lavorare in futuro sui livelli. Viceversa, se un disegno è terminato e si sa che non andrà più modificato, conviene unificare i livelli e archiviare il file in formato jpg: ciò consente una fortissima riduzione (anche dell'80% in taluni casi), delle dimensioni del file, con conseguenti benefici di occupazione degli spazi liberi sull'hard disk del computer o su una memoria esterna.

Una cosa importante: i files ricavati da lavorazioni in ambiente Photoshop (siano essi disegni o soprattutto fotografie) NON andranno mai registrati con l'estensione "tif". Questa estensione aumenta spropositatamente le dimensioni informatiche del file, rendendone farraginosa l'apertura e la gestione, senza contare un maggior utilizzo della memoria libera. Purtroppo molti archiviano i propri files grafici con questo formato perchè pensano che a un maggior "peso" in kb corrisponda una migliore qualità dell'immagine: non è vero, la qualità rimane uguale ma i tempi di lavorazione si allungano, si consuma memoria e non si ha assolutamente nessun beneficio.

 

Ho notato che ci sono disegni in TIFF, GIF e PNG, si può sapere qualcosa di più sulle caratteristiche di questi formati finalizzati alla realizzazione e conservazione dei disegni?

i principali formati per files grafici sono i seguenti:

- jpg (o jpeg)

- bmp

- tif

- gif

- png

Su questi argomenti esistono buoni files descrittivi in italiano su Wikipedia (evidentemente compilati da professionisti del settore)

http://it.wikipedia.org/wiki/Joint_Photogr...c_Experts_Group (jpg)

http://it.wikipedia.org/wiki/Windows_bitmap (bmp)

http://it.wikipedia.org/wiki/Tagged_Image_File_Format (tif)

http://it.wikipedia.org/wiki/Graphics_Interchange_Format (gif)

http://it.wikipedia.org/wiki/Portable_Network_Graphics (png)

Per l'archiviazione dei disegni realizzati con Photoshop, l'estensione di gran lunga migliore è la jpg (o psd se, come detto, si vogliono mantenere i livelli).

L'estensione tif, come abbiamo visto, non apporta alcun beneficio (anzi...!); l'estensione bmp comporta una modifica del file con una maggior "puntinatura" (bitmap) dei dati, un po' come avviene su uno schermo televisivo. Va quindi evitata perchè ne risente in particolare la nitidezza dell'immagine, ma anche la qualità del colore ne è in qualche certa misura affetta.

Le estensioni gif e png sono utilizzate soprattutto per inserire immagini all'interno di siti internet e nella grafica web più in generale. Vanno quindi bene se di un disegno è previsto l'utilizzo in un sito (e quindi a definizioni basse, tra i 72 e i 150 dpi), ma sono assolutamente pessime per la riproduzione a stampa in buona o superiore qualità.

 

Il mio suggerimento è quindi quello di realizzare i disegni in ambiente Photoshop e - successivamente - di passare alla loro colorazione con Illustrator.

Va anche detto che la versione CS2 del programma (che - se non sbaglio - è quella utilizzata da Buffoluto) comincia ad essere un po' datata e soffre di taluni bugs che sono stati corretti nelle versioni successive (CS3 e CS4). E' appena uscita la versione CS5 che dispone di funzionalità assolutamente innovative e che supera di gran lunga tutte le altre (spero di potermela procurare quanto prima e sostituire la mia CS3... :s10:).

Come ho scritto all'inizio, un file jpg realizzato con photoshop andrà modificato in bitmap (nel menù a tendina "Immagine", sottomenù "Metodo") e registrato con l'estensione tif per la successiva esportazione in Illustrator. In questo caso cambia quindi completamente la filosofia operativa, ma i risultati sono ottimi: una volta colorato il disegno in Illustrator il file andrà registrato con l'estensione eps; il risultato "visivo" sarà questo:

immagine1g.png

è evidente la "puntinatura" delle linee al tratto nere derivanti dalla trasformazione in bitmap attuata precdentemente.

Tuttavia, in sede di stampa professionale e/o editoriale il formato eps viene gestito in estensione pdf, con innegabili vantaggi sulla nitidezza dei tratti (e mantenendo inalterate le tonalità dei colori prescelte in fase di esecuzione):

immagine2hal.png

 

Spero di essere stato di aiuto :s01:

 

Maurizio

Modificato da Alagi
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La domanda sorge spontanea: ma se avete bisogno di elaborazioni vettoriali per tenere la qualità alta, come di norma si usa fare in grafica, perchè non usate solo illustrator?

 

L'originale al tratto del disegno, perlomeno nel mio caso, non è generato al computer ma nasce da un originale fatto a mano:

Parto da dei disegni fatti a mano (miei oppure piani originali dell'ANB e altre fonti che rilevo allo scanner ad alta definizione - da 400 a 1200 dpi - in formato jpg)

L'originale va ripreso allo scanner (come ho detto il formato jpg è il migliore in questo caso), e un file in tale formato viene elaborato al meglio in ambiente "Photoshop" per correzioni, aggiunte, miglioramenti ecc. finchè è ancora un disegno solamente in bianco e nero al tratto.

"Illustrator" serve, in questo caso, esclusivamente per la colorazione.

Diverso sarebbe il caso se il disegno non esistesse e andasse realizzato direttamente col computer: allora "Illustrator" potrebbe venire utilizzato come un programma CAD, creando primaditutto il disegno al tratto e successivamente colorandolo. La procedura di elaborazione di disegni al tratto fatti a mano e rilevati allo scanner è invece molto più lunga in "Illustrator" piuttosto che in "Photoshop". :s02:

Modificato da Alagi
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Capito, non avevo afferrato che il disegno venisse importato dall'esterno :s02:

C'è da aggiungere una cosa, che appartiene però alla sfera "soggettiva" piuttosto che a quella "tecnica": personalmente, per i disegni di base preferisco partire dai piani costruttivi o da disegni espressamente realizzati con rapidograph e carta lucida anzichè fare tutto da zero con un programma CAD.

I profili di navi realizzati al CAD per le basi al tratto, per quanto perfetti e ineccepibili sono - a mio avviso - estremamente freddi e impersonali: l'emozione trasmessa da un disegno di qualità fatto a mano (e mi riferisco ai grandi illustratori del recente passato o in attività: Arthur D. Baker III, Paul S. Silverstone, John Roberts, Elio Andò, Franco Gay, tanto per citarne alcuni...) è assolutamente superiore, sempre a mio avviso, a quella generata da un disegno fatto con il CAD. :s01:

Modificato da Alagi
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Non comprendo, i programmi CAD elaborano curve ISO abbastanza complesse (mai quanto quelle di programmi per la modellazione tridimensionale che lavorano con le superfici e non coi solidi) che possono essere addolcite alla bisogna, è forse la perfezione del tratto che ti lascia deluso?

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Non comprendo, i programmi CAD elaborano curve ISO abbastanza complesse (mai quanto quelle di programmi per la modellazione tridimensionale che lavorano con le superfici e non coi solidi) che possono essere addolcite alla bisogna, è forse la perfezione del tratto che ti lascia deluso?

Esatto, certi disegni CAD sono troppo perfetti e non umani. :s03:

Ma, come ho detto, si tratta di una mia valutazione estremamente soggettiva. Ci sono ottimi disegnatori CAD nel campo navale (come ad esempio Valerio Manlio Gay - figlio di Franco) che realizzano bellissimi disegni secondo una filosofia diversa dalla mia ma, nel suo campo, altrettanto se non anche più valida.

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Rispondo alle domande di Buffoluto indicando primaditutto come opero per realizzare disegni a colori e profili di navi.

 

 

 

Spero di essere stato di aiuto :s01:

 

Maurizio

 

Caro Maurizio hai dato un grande contributo a chiarirmi le idee in merito; devo però fare una precisazione:

il disegno elaborato con Illustrator, che non ho, è tipicamente tecnico ed assolutamente professionale;

quello che mi piace di Photoshop è la sfumatura creata nelle linee del disegno e nelle aree di confine

delle diverse colorazioni, che danno un effetto di morbidezza all'immagine accostandole alla fotografia e

mi diverte moltissimo elaborare i miei disegni in questa maniera; dopotutto è facile apportare modifiche,

nonostante i difetti che ho evidenziato; i disegni così creati hanno caratteristiche inconsuete e stampate

hanno un effetto che mi soddisfa.

 

Ora non mi resta altro che mettere in pratica i tuoi preziosi consigli, grazie

Marcello

Modificato da BUFFOLUTO
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  • 1 year later...
Visitatore Caio Duilio

Un incoraggiamento al nostro Alagi, affinchè continui ad aiutare coloro che non conoscono in modo completo l'applicazione di alcuni software. Grazie all'Alagi per la sua capacità di spiegare e raccontare con semplicità e chiarezza, catturando la curiosità e l'interesse del pubblico, riuscendo ad appassionare anche i profani. Nella vita quotidiana, ci vorrebbe sempre più gente che mette a disposizione le proprie conoscenze e condividerle con gli altri senza tenerle chiuse in un cassetto, come fanno molti soloni negli uffici, e tirarle fuori soltanto quando vuole dimostrare ad altri suoi pari che lui sa molto di più.

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Quanto avete ragione :s20: . Nella mia personale classifica seguono a ruota gli sviolinatori :s35: :s54: :s03:

 

 

Io la canestra la tengo linda e sgombra, come si conviene ad un Signore come Lei. Mi sono stufato di stare a sferruzzare ai piedi della scaletta senza costrutto.

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Scusate ma non riesco a tenermi (in senso ASSOLUTAMENTE METAFORICO, si intende) ...E' stata una delle mie più piacevoli scoperte universitarie, dato che per "ovvie ragioni" al Liceo questo passo non compariva mai... :s10: :s68: E invece sarebbe utilissimo per risvegliare l'attenzione dei ragazzotti!!! :s03:

Da Wikipedia (che non è che sia il massimo, ma insomma..)

 

"Dante quindi inizia a descrivere i dannati che si nicchia, si rannicchiano, e che scuffano col muso, cioè sbuffano, e si picchiano con le loro stesse mani. Le pareti del fosso sono coperte da muffa per i vaporacci che vi si "appastano" dal fondo, dove è così buio che Dante deve salire proprio sopra, sul ponticello, per vedere qualcosa. Solo allora riconosce la gente tuffata nello sterco, che pareva provenire da tutte le latrine del mondo (privadi, francesismo per indicare le latrine). Dante scruta e vede uno che ha il capo "sì di mer#a lordo" che non si capiva nemmeno come avesse i capelli, se normali da laico o con la chierica se religioso. E il dannato gli si rivolge insolentemente: "Perché se' tu sì gordo / di riguardar più me che li altri brutti?" (vv. 118-119), al quale Dante risponde che lo fissa "Perché, se ben ricordo / già t' ho veduto coi capelli asciutti, / e se' Alessio Interminei da Lucca" (vv. 120-122). Anche qui un dannato di nuovo descritto con tono infamante e con la menzione completa del nome, per non lasciare dubbi. Il dannato dice solo che si trova lì per via di tutte le lusinghe che disse, delle quali la sua bocca non si "stuccò" mai, cioè non fu mai stanca. Apprendiamo così di essere nella bolgia dedicata agli adulatori. Viene così a delinearsi anche il contrappasso, sebbene anche in questo caso la pena abbia più un senso di infamia che di punizione dolorosa. Basti pensare come oggi si indichino volgarmente gli adulatori come "leccaculo" per capire una possibile connessione con gli escrementi."

 

già t'ho veduto coi capelli asciutti,

e se' Alessio Interminei da Lucca:

però t'adocchio piú che li altri tutti".

Ed elli allor, battendosi la zucca:

"Qua giú m'hanno sommerso le lusinghe

ond'io non ebbi mai la lingua stucca".

[...] di quella sozza e scapigliata fante

che là si graffia con l'unghjie merdose

e or s'accoscia, e ora è in piedi stante

 

Ecc ecc. (canto XVIII)

 

Scusate la digressione...

Modificato da malaparte
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