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Idrocorsa Macchi


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Titolo: Idrocorsa Macchi – Macchi seaplane racers

Autore: Giorgio Apostolo (con Gianni Cattaneo)

Casa editrice: La Bancarella Aeronautica, Torino

Anno di edizione: 2007

Pagine: 96, Centinaia tra fotografie, tavole e disegni in b/n e a colori, brossura (italiano / inglese)

Dimensioni (cm): 21 x 30

Prezzo originale: € 25,00

Reperibilità: facilissima

 

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Il Trofeo “Schneider”, una gara di velocità riservata esclusivamente agli idrovolanti, è stata una delle competizioni aeronautiche che – a livello internazionale – tra gli anni Venti e gli anni Trenta catalizzarono maggiormente l’interesse non soltanto degli appassionati, ma anche del grosso pubblico e delle testate giornalistiche.

La conquista della “Coppa Schneider” (infine definitivamente assegnata all’Inghilterra nel 1929) costituì quindi un “impegno” progettistico e industriale che coinvolse, con la realizzazione di idrovolanti sempre più veloci e tecnologicamente avanzati, tutte le principali potenze aeronautiche dell’epoca, le relative forze aeree e le più importanti ditte costruttrici del settore.

In Italia, l’azienda “leader” di quel periodo fu sicuramente l’Aeronautica Macchi che – progressivamente – progettò e costruì tutta una serie di “idrocorsa” i quali, a ragione, possono essere considerati tra le più interessanti, innovative ed avanzate macchine di questa particolare categoria.

Con Idrocorsa Macchi, Giorgio Apostolo e Gianni Cattaneo hanno realizzato un ottimo volume che – pur inserito nell’ormai ben nota serie “Ali d’Italia” – rappresenta anche un’opera a se’ stante e ottimamente realizzata: sino ad oggi, difatti, mancava uno studio monografico sui velivoli e sulle vicende della partecipazione italiana alla “Coppa Schneider”, uno studio che abbinasse a testi documentati e autorevoli un’ampia messe di dati tecnici nonché fotografie e tavole di prim’ordine.

La storia e le vicende delle varie edizioni del Trofeo sono alternate all’approfondita descrizione tecnica dei velivoli Macchi che presero parte alla competizione, a raffronti con gli analoghi “idrocorsa” francesi, britannici e statunitensi del periodo e a cenni biografici sui più importanti piloti che, come nel caso di Mario De Bernardi (vincitore della competizione nel 1926) e Francesco Agello (che conseguì il record assoluto di velocità per idrovolanti nel 1934), divennero beneficiari di una popolarità analoga a quella oggi destinata a sicuramente meno meritevoli calciatori o cantanti.

Non manca anche la descrizione di alcuni gustosi episodi quali, ad esempio, l’introduzione di fiaschi di Chianti negli USA (all’epoca – 1926 – in pieno regime proibizionistico) occultati all’interno dei serbatoi di riserva dei galleggianti di un M 39, o la definizione di “somari vapore”, attribuita all’ing. Castoldi, riferita alla scarsa affidabilità dei motori Fiat AS2 e AS3 che equipaggiavano gli “idrocorsa” Macchi durante l’edizione veneziana (1927) del Trofeo “Schneider”.

La parte finale del volume è interamente dedicata al Macchi-Castoldi MC 72 e alla conquista, nell’ottobre del 1934, del record assoluto di velocità per idrovolanti che – con 711,462 km/h – resiste da allora imbattuto per macchine di questa categoria propulse da motori a pistoni.

Il corredo iconografico – come ormai da tempo sono abituati i lettori delle pubblicazioni della “Bancarella Aeronautica” – è di qualità elevatissima, con fotografie nitide, di grande formato, spesso inedite e riferite tanto ai velivoli quanto ai vari esponenti e piloti del mondo aeronautico del periodo. Non mancano anche le riproduzioni a colori di numerosi manifesti pubblicitari e propagandistici che contribuiscono a riportare i lettori nella particolare atmosfera delle manifestazioni aeronautiche dell’epoca.

Le tavole al tratto, opera di Giovanni Paulli e Roberto Gualdoni e riferite ai vari “idrocorsa” della Macchi (M 32, M 33, M 39, M 52, M52R, M67 e MC 72), sono realizzate nelle tradizionali scale modellistiche 1:32, 1:48 e 1:72. Idrocorsa Macchi, inoltre, è arricchito da numerose tavole a colori fuori testo di Robert S. Hirsch che – sebbene realizzate negli anni Settanta – mantengono inalterata la loro validità, tanto tecnica quanto semplicemente “artistica”.

Due unici appunti possono essere indirizzati all’impaginazione, caratterizzata da una certa “frammentarietà” (tuttavia giustificata dall’essere i testi completamente bilingui in italiano e in inglese), e all’assenza di qualche vista d’insieme a colori degli “idrocorsa” Macchi attualmente conservati al Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle.

Si tratta, in definitiva, di un’opera di elevatissima qualità, la cui completezza è arricchita da una “nota modellistica”, da una ricca e documentata bibliografia e da un’impostazione generale che ne rende piacevolissimi la lettura e l’approfondimento.

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