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Operazione "mezzo Giugno"


Bubbe

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....Dopo ben 66 anni....

 

Operazione "Mezzo Giugno"

 

La battaglia di mezzo giugno fu un doppio scontro aeronavale della seconda guerra mondiale, che ebbe luogo tra il 12 ed il 16 giugno 1942 e coinvolse la Regia Marina italiana e la Royal Navy britannica.

 

RN_Littorio_battleship_outside_of_La_Spezia_naval_base_(1942).jpg

La corazzata Littorio nel porto di La Spezia nel 1942.

 

BedouinSinking-orgn3.jpg

Il caccia britannico HMS Bedouin, sbandato dopo essere colpito dal fuoco degli incrociatori Raimondo Montecuccoli ed Eugenio di Savoia. Qualche ore dopo, fu finito da un aerosilurante SM-79.

 

Mussolini_in_rivista_alla_flotta.jpg

A bordo della corazzata Littorio, Benito Mussolini, accompagnato dal segretario del partito fascista Vidussoni, dal Capo di Stato Maggiore della Regia Marina, ammiraglio Riccardi, e dal Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio Iachino, passa in rassegna le rappresentanze degli equipaggi delle navi che hanno partecipato all'operazione del Mediterraneio orientale il 13-14-15 giugno 1942 (Taranto, 21 giugno 1942).

 

Premesse

Il periodo successivo all'attacco condotto con i siluri a lenta corsa (i cosiddetti "maiali") ad Alessandria d'Egitto e alla seconda battaglia della Sirte fu senz'altro il migliore per le forze dell'Asse. La totale assenza di corazzate nella Mediterranean Fleet le impediva di contrastare la flotta italiana in mare aperto.

A soffrire maggiormente di questa situazione era l'isola di Malta, la cui resistenza dipendeva dagli approvvigionamenti che poteva inviare il Regno Unito attraverso la sua flotta.

La seconda battaglia della Sirte aveva avuto risultati assai modesti per la Mediterranean Fleet se si considera che solo 5000t delle 26 000 t predisposte erano giunte nel porto de La Valletta. Tuttavia Malta continuava ad avere un'importanza strategica e psicologica per i comandi britannici.

Da Malta si potevano in effetti disturbare i rifornimenti per le truppe italo-tedesche di Rommel di stanza in Nordafrica.

Inoltre Winston Churchill aveva compreso come Malta ivestisse una notevole importanza soprattutto sotto il profilo psicologico e come la sua resistenza valesse quanto una battaglia vinta.

Per questi motivi i comandi della Royal Navy decisero di allestire un'operazione in grande stile per rifornire l'isola.

 

Ordini di battaglia

 

Forze britanniche da Gibilterra:

 

-Forza X (scorta diretta al convoglio) Incrociatore leggero Cairo, 9 cacciatorpediniere, posamine veloci Abdiel e Welshman

-Forza H (copertura all'operazione) corazzata Malaya, portaerei Argus e Eagle, incrociatori leggeri Kenya, Charybdis e Liverpool e da 7 cacciatorpediniere

 

Forze britanniche da Alessandria:

 

-Mediterranean Fleet (scorta al convoglio) (ammiraglio Philip Vian) 2 incrociatori pesanti (Newcastle e Birmingham), 8 incrociatori leggeri (Cleopatra, Dido, Hermione, Euryalus, Arethusa) e 26 cacciatorpediniere

 

Forze navali italiane:

 

-7ª Divisione incrociatori leggeri (da Palermo) (ammiraglio Alberto Da Zara) incrociatori leggeri Raimondo Montecuccoli ed Eugenio di Savoia e cacciatorpediniere, Alfredo Oriani, Malocello, Premuda, Ugolino Vivaldi e Ascari

 

(da Taranto) (Ammiraglio di Squadra Angelo Iachino)

 

9ª Divisione corazzate (Ammiraglio di Divisione Giuseppe Fioravanzo) corazzate Littorio e Vittorio Veneto;

3ª Divisione incrociatori pesanti (ammiraglio di divisione Angelo Parona) Trento e Gorizia,

8ª Divisione incrociatori leggeri (ammiraglio di divisione Raffaele de Courten) Giuseppe Garibaldi e Duca d'Aosta

Cacciatorpediniere Alpino, Pigafetta, Aviere, Bersagliere, Camicia Nera, Corazziere, Geniere, Folgore, Freccia, Legionario, Mitragliere e Saetta.

 

Operazione "Harpoon" e "Vigorous"

 

Il piano inglese consisteva in una doppia operazione che avrebbe dovuto rifornire l'isola attraverso due convogli che partirono rispettivamente dalle basi di Gibilterra e di Alessandria d'Egitto.

Il primo convoglio (operazione Harpoon) era composto da 6 mercantili (Troilus, Orari, Burdwan, Tanimbar, Kentucky e Chant), che, partito direttamente dalla Gran Bretagna, avrebbe dovuto rifornirsi a Gibilterra per poi trasferirsi a Malta, scortato dalla Forza X e da altre unità minori. La copertura era fornita dalla Forza H.

Il convoglio WM 11 (operazione Vigorous) era composto da undici mercantili (Aagtekirk, Ajax, Bhutan, Bulkoil, City of Calcutta, City of Edinburgh, City of Lincoln, City of Pretoria, Elizabeth Bakke, Potaro, Rembrandt) scortati da un totale di 8 incrociatori, praticamente tutta la Mediterranean Fleet. Al comando di questa scorta c'era l'ammiraglio Philip Vian. Il convoglio avrebbe dovuto partire da Alessandria per portare i rifornimenti a Malta.

Una curiosità è data dalla presenza in questa forza navale della corazzata Centurion. Infatti quest'unità era in disuso ma, per ingannare le forze dell'Asse, fu approntata in maniera tale da apparire un'unità in piena efficienza dal momento che le altre le due corazzate Queen Elizabeth e Valiant erano state affondate nell'attacco degli uomini rana italiani ad Alessandria d'Egitto (9 dicembre 1941).

 

Battaglia di Pantelleria

 

Quando il convoglio dei mercantili con tutta la scorta lasciò Gibilterra il 12 giugno, esso fu immediatamente avvistato degli agenti italiani che controllavano la zona. Immediatamente Supermarina e i comandi tedeschi predisposero tutte le contromisure di quella che appariva sin da subito un chiaro tentativo in grande stile di portare soccorso a Malta.

La battaglia nota come battaglia di Pantelleria fu in realtà solo la parte della battaglia di mezzo giugno che si svolse nel Mediterraneo Occidentale. In particolare, la Regia Marina, oltre alle forze navali di squadra, utilizzò sommergibili e MAS, e chiese la cooperazione della Regia Aeronautica e della X Luftflotte (CAT) di stanza in Sicilia.

Queste unità furono poste nello stretto di Sicilia, in agguato tra la Sardegna e Capo Bon. Il 14 giugno era salpata da Palermo la 7ª Divisione Navale agli ordini dell'ammiraglio Alberto Da Zara, destinata ad operare direttamente contro le forze di superficie nemiche.

Lo stesso giorno il convoglio britannico fu oggetto dei primi attacchi delle forze aeree italiane provenienti dalla Sardegna e dalle forze aeree tedesche provenienti dalla Sicilia. 18 bombardieri, 32 aerosiluranti e moltissimi caccia si lanciarono in ondate successive sul convoglio. Un aerosilurante italiano affondò il Tanimbar, mentre un altro danneggiò gravemente il Liverpool. Il piano britannico prevedeva che il grosso della forza navale partita da Gibilterra (le due portaerei, il Malaya e gli altri incrociatori) scortassero le navi mercantili sino allo stretto di Sicilia e che quindi tornassero alla base. Secondo le valutazioni fatte dai comandi britannici gli italiani avrebbero utilizzato solamente dei MAS e delle siluranti. Ignoravano pertanto che la squadra italiana fosse in navigazione.

Così ridotta la squadra inglese fu intercettata alle 5:39 del 15 giugno dalle unità italiane dell'ammiraglio Da Zara quando l'Raimondo Montecuccoli e l'Eugenio di Savoia aprirono il fuoco sulle navi in avanguardia poco a sud di Pantelleria. Qui le unità italiane, attaccando a fondo la squadra britannica, danneggiarono gravemente i cacciatorpediniere HMS Bedouin e HMS Partridge (il Bedouin praticamente distrutto, sbandato ed a rimorchio dal Partridge fu poi affondato da un aerosilurante S.M.79, mentre lo stesso Partridge fu rimorchiato sino a Gibilterra). Ventotto uomini del Bedouin persero la vita; piu di 200 furono fatti prigionieri. I mercantili Kentucky, Chant e Burdwan furono danneggiati dagli attacchi aerei italo-tedeschi, abbandonati dai britannici e definitivamente affondati dai colpi di cannone e dai siluri del Montecuccoli, del Ascari e dell' Alfredo Oriani.

Anche l'incrociatore Cairo e il dragamine Hebe furono colpiti dalle unità pesanti italiane. Nella squadra italiana l'Ugolino Vivaldi, che si era lanciato in direzione dei mercantili, fu colpito dai cacciatorpediniere britannici e prese fuoco. L'intervento immediato del Malocello e del Premuda, che si misero a girargli intorno nascondendolo con una cortina fumogena, e la furiosa reazione con cannoni e siluri dello stesso Vivaldi che, seppure immobilizzato e in preda all'incendio, non esitò a contrattaccare, permisero all'unità italiana di salvarsi.

Sfuggita alla squadra italiana, la sera del 15, ciò che rimaneva della forza britannica incappò in un campo di mine presso Malta.

A causa di ciò i britannici persero altri tre cacciatorpediniere, mentre il mercantile Orari perse parte del suo carico. Così malridotto, ciò che rimaneva dell'operazione Harpoon raggiunse Malta, con i soli piroscafi Orari e Troilus. Il posamine Welshman, che aveva lasciato il convoglio il giorno 14, per dirigere su Malta ad alta velocità, fu l'unica altra nave a portare a destinazione il suo carico.

Quello che restava della Forza X lasciò Malta il 16 giugno per rientrare a Gibilterra il 19, dopo essersi ricongiunta con la Forza H, senza ulteriori perdite.

 

Operazione Vigorous

 

Il gruppo britannico che costituiva l'operazione Vigorous salpò da Alessandria d'Egitto il 12 giugno, formato dalla Mediterranean Fleet e dal convoglio MW 11. Immediatamente la forze aeree italo-tedesche avvistarono le navi inglesi e iniziarono un fitto bombardamento che aveva come obiettivo principali gli incrociatori e i mercantili.

In seguito a questi attacchi fu affondata la nave HMS Grove da due siluri del sottomarino tedesco U77 e due mercantili furono costretti a dirigersi verso Tobruk. A questo punto Supermarina decise di contrastare il tentativo inglese impiegando la propria squadra da battaglia.

Contemporaneamente alla squadra dell'ammiraglio Da Zara che salpava da Palermo, il 14 giugno salpò da Taranto una squadra, al comando dell'ammiraglio Iachino, composta dalle corazzate Littorio e Vittorio Veneto, dagli incrociatori pesanti Trento e Gorizia, dagli incrociatori leggeri Giuseppe Garibaldi e Duca d'Aosta e dai cacciatorpediniere Alpino, Pigafetta, Aviere, Bersagliere, Camicia Nera, Corazziere, Geniere, Folgore, Freccia, Legionario, Mitragliere e Saetta. Per la prima volta nella storia la squadra italiana disponeva di un apparecchio radar di fabbricazione tedesca che fu installato a bordo del Legionario. Tuttavia, dal momento che l'apparecchio non era stato ancora pienamente sviluppato e che era la prima volta che gli italiani lo utilizzavano,il suo apporto fu limitato ad evitare l'insidia aerea.

Verso le 5 del 15 giugno un gruppo di aerosiluranti britannici sorvolò gli incrociatori che precedevano la corazzate, in linea obliqua dal lato destro del Trento, passando tra il Gorizia e il Duca d'Aosta, per finire sul lato sinistro del Garibaldi e il Corazziere, allontanandosi facendo un giro largo e scomparendo all'orizzonte. Forse per la sorpresa e l'oscurità nessuna unità aprì il fuoco contro gli aerosiluranti inglesi, nonostante vigesse l'ordine tassativo di aprire il fuoco e sparare contro qualsiasi velivolo (nemico-amico non segnalato) che si avvicinasse alla navi in navigazione. Non così il Garibaldi, che aperì il fuoco, dopo aver avuto la visuale di tiro libera dall'ingombro del Corazziere sulla sua sinistra. Solo uno di questi velivoli venne all'attacco puntando sull'incrociatore Trento e lanciò un siluro dalla distanza di 800 metri. L'incrociatore non sparò un solo colpo e non effettuò alcuna virata estrema per evitare il siluro, cosi fu colpito in pieno, all'altezza dell'albero poppiero, rimanendo immobilizzato e avvolto da una nube di fumo nero e di vapore sprigionatasi dalle caldaie. Gli altri aerosiluranti, verosimimilmente, andarono ad attaccare le corazzate.

Rimasto solo con la scorta di due cacciatorpediniere (Saetta e Pigafetta), l'incrociatore Trento tentò di riparare i danni e di predisporre il tutto per essere rimorchiato, quando alle 10 fu affondato da un sommergibile nemico. Nel momento stesso dell'affondamento del Trento, il resto della squadra italiana fu oggetto di un attacco congiunto di aerosiluranti inglesi e dei quadrimotori da bombardamento americani B24 Liberator, che per la prima volta fecero la loro apparizione sullo scacchiere del Mediterraneo.

Nel frattempo l'ammiraglio Vian, venuto a conoscenza della presenza di una squadra italiana da battaglia nella sua zona d'operazione, decise di rinunciare a raggiungere Malta. L'ammiraglio inglese aveva capito che la sua formazione non era in grado di affrontare la squadra da battaglia italiana.

Sulla strada del ritorno le navi inglesi furono oggetto di altri attacchi italo-tedeschi. Alle 17:30 4 S.M.79 danneggiarono gravemente il cacciatorpediniere HMAS Nestor tanto che alcune ore dopo affondò. Qualche ora dopo il sommergibile tedesco U-205 affondò l'incrociatore Hermione.

Anche il ritorno delle navi italiane a Taranto non fu semplice. Infatti alcuni aerosiluranti inglesi attaccarono le navi italiane riuscendo addirittura a colpire la Littorio senza peraltro causare gravi danni.

In conclusione il convoglio WM 11 perse 2 piroscafi (Aagtekirk e Bhutan), mentre gli altri furono costretti a rientrare alla base di partenza.

 

Conclusioni

 

In conclusione la battaglia di mezzo giugno si risolse in una grossa affermazione delle forze dell'Asse. L'obiettivo delle due operazioni congiunte era rifornire Malta ma i risultati furono assai deludenti.

Nell'operazione Harpoon gli inglesi persero quattro mercantili su sei e due cacciatorpediniere, mentre molte altre navi erano state danneggiate. Inoltre la quantità di materiale scaricata, essenziale per la sopravvivenza dell'isola, era insufficiente.

Nell'operazione Vigorous le cose andarono anche peggio poiché gli inglesi persero due piroscafi, un incrociatore e due cacciatorpediniere. Ma il dato più evidente fu che il convoglio inglese non poté raggiungere Malta.

Gli italiani da parte loro persero la Trento con parte del suo equipaggio riuscendo però ad evitare il rifornimento dell'isola.

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Visitatore UPS2

Bel riassunto degli avvenimenti, una utile rinfrescata alla memoria. :s20:

Inevitabilemte il pensiero va a chi, in quei giorni e nei seguenti, pagò il prezzo più alto compiendo il proprio dovere, indipendentemente dalla parte: ONORI AI CADUTI!

:s67:

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L'ho appena inserito nelle ricorrenze della pagina di Wikipedia, credo sia importante il ricordo di questo evento!.... :s01:

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Modificato da Bubbe
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Visitatore seicolpi

Tratto dal sitto www.regiamarina.net

 

La Battaglia di mezzo giugno

2 - 16 giugno 1942

 

Ancora una volta gli inglesi cercarono di provvigione l'isola di Malta. Questa volta la strategia involse due convogli simultanei, uno originante da Alessandria ed uno da Gibilterra. Il convoglio da Alessandria partì il 13 di Giugno ed era composto di 8 incrociatori, 27 cacciatorpediniere di scorta a dieci navi mercantili. Avendo penduto tutte le navi da battaglia (corazzate), gli inglesi cercarono di ingannare le forze dell'Asse usando la vecchia nave bersaglio Centurion armata di cannoni di legno e torrette di prezzolato. A differenza di altre occasioni, le forze aeree dell'asse furono in grado di localizzare il convoglio inglese quasi immediatamente, causando l'affondamento di una nave ed il danneggiamento di un'altra. Nel frattempo, la flotta italiana fu messa in guardia.

Il 14 Giugno, una squadra navale Italiano lascio la Sicilia, mentre una seconda parti' da Taranto. Le corazzate Littorio e Vittorio Veneto, gli incrociatori Gorizia, Trento, Garibaldi ed Aosta, scortati da dieci cacciatorpediniere si avventurarono nel Mediterraneo. La mancanza di scorta, a questo punto nella guerra, era oramai cronica. Il gruppo navale da Taranto fu prontamente avvistato da un sommergibile inglese. Immediatamente, forze aree britanniche condussero numerosi attacchi. Durante uno di questi attacchi l'incrociatore Trento fu immobilizzato da un siluro aeronavale.

midjunekr6.jpgLa battaglia di mezzo giugno

 

Susseguentemente, la squadra navale italiana fu soggetta ad ulteriori attacchi, includenti la prima apparizione sul fronte Mediterraneo dei B-24 Liberator (liberatore) americani. L'unico successo fu un colpo diretto ad una delle torrette della Littorio che facilmente sostenne l'impatto. Le forze dell'asse affondarono il cacciatorpediniere Hasty (U-Boat) e danneggiarono l'incrociatore Newcastle (E-Boat). L'ammiraglio Vian, che aveva ritenuto che gli italiani erano in ritirata, realizzò che la situazione era a sfavore degli inglesi ed immediatamente ordino una azione evasiva che in pratica può essere considerata una ritirata.

Il 16 di giugno, il Trento immobilizzato, fu affondato da un sommergibile inglese che causò la perdita di gran parte dell'equipaggio. Forze aere dell'asse affondarono le cacciatorpediniere Airedole e Nestar e danneggiarono l'incrociatore Arethusa e Birmngham, mentre un U-Boat tedesco affondò l'incrociatore Hermione.

A causa della ritirata britannica, la squadra navale italiana fu ordinata in porto. la Littorio ricevette un colpo da parte di un siluro aeronavale, che non causò perdita di velocità'. Sul Mediterraneo Occidentale, sul quella che è a volte menzionata quale la battaglia di Pantelleria, gli inglesi lasciarono Gibilterra con due portaerei, quattro incrociatori e dieci cacciatorpediniere in difesa di 6 navi mercantili.

midjune2wg1.jpgLa battaglia di Pantelleria

 

Il 14 Giugno, al prima nave mercantile fu affondata da forze aeree dell'Asse, mentre l'incrociatore Liverpool fu danneggiato. Come di prassi, vicino alla costa tunisina, le forze britanniche si divisero con la maggior parte della flotta ritornando a Gibilterra. Nel frattempo, Supermarina mandò la VII divisione navale da Palermo, comprendente l'Eugenio di Savoia ed il Montecuccoli e 5 cacciatorpediniere. Il 15 Giugno gli Italiani avvistarono gli inglesi poco al sud di Pantelleria.

I resoconti bellici italiani ed inglesi sono diversi, soprattutto per quanto riguarda la causa e l'entità' delle perdite. Comunque le unita' navali britanniche, ed in particolare i caccia HMS Bedouin e HMS Partridge, ricevettero numerosi colpi a bordo ad opera degli incrociatori italiani. Il Bedouin fu poi affondato da un aerosilurante S 79. La gran parte dei danni ai mercantili fu invece opera degli aerei dell'asse, che danneggiarono la nave americana Kentucky ed affondarono la Chant. Il 16 di giugno, solamente il Weshman, il Cairo e 4 cacciatorpediniere arrivarono a Malta con la sola nave mercantile superstite, il Trailis. Molte delle perdite inglesi furono causate dai campi minati italiani.

Indubbiamente, la battaglia di mezzo-giugno fu' una vittoria italiana, anche se la flotta italiana utilizzo gran parte delle scarse risorse di combustibile. La mancanza di nafta, in gran parte dovuta alla erratica distribuzione tedesca, divento' cosi' drammatica che questo scontro navale vide l'ultimo impiego delle corazzate italiane.

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