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Storia Del Sommergibile Inglese Thunderbolt Affondato A Largo Di San Vito Lo Capo (Sicilia)


Anipepper

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Salve a tutti,

è da un pò che sono iscritto a Betasom,e questa è la prima volta che scrivo qui,ma lo faccio con piacere perchè,visto che si parla di siluri di sommergibili classe T britannici,vi volevo raccontare la storia dell'affondamento del sommergibile Thunderbolt a largo del golfo di San Vito lo Capo in sicilia(tema per me molto caro), e ve lo volevo raccontare con questo video che ho realizzato su youtube, se vi va di vederlo buona visione.

 

http://it.youtube.com/watch?v=oWf3yKV4e8o

Modificato da Anipepper
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Beh dalle mie ricerche si,ma non erano solo membri dell'equipaggio,ma bensì persero la vita anche alcuni operai del cantiere Cammell Laird

 

Ah ecco....tutto si spiega. Grazie per la precisazione.

 

luca

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Ma in occasione del primo affondamento, quello del giugno 1939, vi fu davvero un numero così elevato di vittime, ben 99?

 

in quel disastro perseo la vita l'euipaggio del Thetis, operai del cantiere. personale della commissione per le prove e personale del battello successivo al Thetis che era ancora sullo scalo. Era pratica comune, allora, uscire in così tanti (almeno così dice il libro) e in effetti, ancora oggi, si usano i battelli "vicini di banchina" per addestrare il proprio personale, specie quando l'Unità è ai lavori. però esiste un limite massimo che è stato dettato a tutto il mondo proprio dopo il disastro del Thetis

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Complimenti per il bel video che trasmette molto bene, anche grazie all'azzeccato commento sonoro, l'angoscia degli ultimi istanti di quel battello e del suo equipaggio.

Ho letto molti anni fa il bel libro "Uomini sul Fondo" e mi pare di ricordare che il Thetis reclamò una centesima vittima : un palombaro durante le lunghe operazioni di recupero. Perdue mi pare fosse il suo nome. Su internet qualche tempo fa avevo trovatoun sito con qualche immagine dedicata alla tragedia del Thetis altre a quella celebre e tragica della poppa circondata dalle unità di soccorso.

Grazie ancora per il tuo video.

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in quel disastro perseo la vita l'euipaggio del Thetis, operai del cantiere. personale della commissione per le prove e personale del battello successivo al Thetis che era ancora sullo scalo. Era pratica comune, allora, uscire in così tanti (almeno così dice il libro) e in effetti, ancora oggi, si usano i battelli "vicini di banchina" per addestrare il proprio personale, specie quando l'Unità è ai lavori. però esiste un limite massimo che è stato dettato a tutto il mondo proprio dopo il disastro del Thetis

 

 

E dimostra che anche, o soprattutto dalle tragedie, si possono trarre opportuni e saggi insegnamenti. Grazie per l'esauriente spiegazione.

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purtroppo hai perfettamente ragione, brin.... e (purtroppo) dobbiamo anche essere grati alle vittime del Kursk che hanno rispolverato un problema sopito (nell'occidente) dal 68.

grazie al Kursk gli americani hanno comprato dagli inglesi le tute Mk10 (come quella che alcuni di voi hanno potuto toccare alla mostra di ancona o a taranto a scuolasom) ad esempio.

 

La centesima vittima del Thetis si chiamava effettivamente Henry Otho Perdue (non è memoria, ho solo il libro a portata di mano..), palombaro, mori quasi 3 mesi dopo il disastro del thetis nel corso dei tentativi di recupero del battello per una "pallonata" e malattie dei polmoni non precedentemente diagnosticate. dopo 8 anni di immersioni senza alcun problema...

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Grazie ancora per i complimenti fattimi,

non voglio essere chissà chi,ma è stato un video che ho fatto veramente con il cuore ,pensando alle vittime del thanderbolt,ma anche di altri sommergibili e dei loro equipaggi di cui magari ancora non si conosce la storia,era cmq una morte orribile,avrei potuto mettere tutto quello che il libro diceva,ma sicuramente sarebbe venuto un video di una durata superiore ai 20 minuti, e quindi ho cercato di prendere gli argomenti più significativi,cmq grazie sempre a tutti per l'apprezzamento.

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Sinceri complimenti, un bel video. Mi sono soffermato quasi un minuto a pensare a quegli uomini e alla loro angoscia, un commosso saluto a loro ed ai loro colleghi di tutte le bandiere.

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Visitatore Mattesini

Ho rilevato alcune inesattezze sul filmato dell’affondamento del sommergibile THUNDERBOLT (ex “Tetis”), e mi permetto di far conoscere quanto io ho elaborato sulla scorta di una relazione dell’Ufficio Storico della Marina Militare, che fu compilata nel dopoguerra con le notizie richieste alla Sezione Storica dell’Ammiragliato britannico.

 

 

Il sommergibile “Thetis” (capitano di corvetta. G.H. Bolus), di 1.090 tonnellate, affondò per incidente nella Baia di Liverpool il 10 giugno 1939. Dei centotré uomini che in quel momento si trovavano a bordo del “Thetis” vi furono ben novantanove morti e soltanto quattro superstiti. Recuperato, rientro in servizio il 26 ottobre 1940 con il nome di “Thunderbolt”. Svolse le sue prime missioni belliche in Atlantico, prima di essere trasferito nel Mediterraneo. Lasciò Malta il 9 marzo 1943 per operare lungo le coste settentrionali della Sicilia e con l’ordine di raggiungere Algeri, al termine della missione. Alle ore 12.30 del giorno 12 il “Thunderbolt” (capitano di corvetta Cecil Crouch) affondò con i cannoni il motoveliero italiano “Stefano M.”, incontrato al largo di Capo San Vito Siculo, e alle 22.19 dello stesso giorno attaccò nella medesima zona, a 2 miglia dalla costa, un convoglio colpendo con un siluro il piroscafo tedesco (ex francese) “Esterel”, di 3.100 tsl., che raggiunse ugualmente Trapani. La torpediniera italiana “Libra”, che assieme all’”Orione” era di scorta al convoglio, dette caccia al sommergibile per circa due ore con lancio di numerose bombe di profondità. Per ricercare il “Thunderbolt” uscirono dal porto di Trapani le corvette “Persefone” e “Cicogna”. Quest’ultima, che era al comando del tenente di vascello Augusto Migliorini, manovrando sul contatto ecogoniometrico, dalle 05.16 alle 08.54 del 14 marzo portò a termine una serie di attacchi fino a quando ebbe la certezza del successo. Il sommergibile, infatti, fu visto affiorare sbandato, per poi inabissarsi tra ribollio di acqua e nafta in un punto situato a 4 miglia per 338° dal faro di Capo San Vito. Decedette l’intero equipaggio, costituito da sessabntotto uomini. Recentemente lo scafo del “Thunderbolt” è stato localizzato da ricercatori subacquei a un miglio e mezzo da Capo San Vito, e a una profondità compresa tra 60 e 80 metri.

 

Nel corso della sua attività bellica, il binomio “Tunderbolt”- Comandante Crouch, conseguì i seguenti successi.:

 

15 dicembre 1940, silurò e affondo il sommergibile italiano “Tarantini” in Atlantico, a sud ovest dell’Estuario della Gironda (Bordeaux);

 

7, 10 e 11 settembre 1941, silurò e affondò a ovest di Bengasi (Cirenaica), il piroscafo italiano “Sirena” (974 tsl), la nave pattuglia ausiliaria italiana “V 224/Svan I” (388 tsl) e il piroscafo tedesco “Livorno” (1829 tsl);

 

10 ottobre 1941, silurò e affondò il motoveliero italiano “Citta di Simi” (25 tsl), a 12 miglia a nord-est di Capo Sidero (Creta);

 

25 novembre 1941, affondò con il cannone il motoveliero tedesco “L VII” (300 tsl), presso Cerigo (Grecia)

 

2 e 4 gennaio 1942, silurò e danneggiò, presso Argostoli, il

Piroscafo italiano “Anna Capano” (1216 tsl) e affondò a cannonate il motoveliero ausiliario italiano “R. 195 – Nuovo San Pietro” (32 tsl), impiegato come dragamine.

 

1, 3 e 8 febbraio 1942, operando tra le coste occidentali della Grecia e il porto di Brindisi, silurò e affondò il piroscafo italiano “Absertea” (4170 tsl), e danneggiò con il cannone il motoveliero italiano “Maria Grazia Siliato” (? tsl) e il caccia sommergibili ausiliario italiano “AS. 80 – Lancillotto Piero” (180 tsl).

 

13 e 18 febbraio, affondo con il cannone, presso le coste settentrionali della Croazia e presso Pola, il dragamine ausiliario italiano “N. 112 – Mafalda” (44 tsl) e la nave pattuglia ausiliaria italiana “F. 95 – San Giorgio” (364 tsl).

 

Francesco

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Salve a tutti,mi scuso a priori se rispondo così a tratti,ma qui a San Vito dove per ora villeggio non ho a casa internet e devo ricorrere all'internet point,ora rileggendo le precisazioni di Mattesini,vi comunico che nell'estate del 2007 c'è stato un gruppo di ricerca,di cui ho conosciuto uno dei collaboratori, che hanno fatto la spedizione sul luogo dove presumibilmente si trovava il sommergibile ma con risultato negativo,non lo hanno trovato,quindi è per questo che nel video ho scritto che il sommergibile thunderbolt inglese ancora non è stato ritrovato,cmq ringrazio per gli altri chiarimenti.

 

Ciao a tutti

Modificato da Anipepper
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  • 6 years later...

Mi sono imbattuto in questo topic inseguendo per una ricerca il piroscafo Anna Capano....

Mi è stato d'obbligo rispolverare il libro di Warren & Benson che solo adesso, dopo l'input del Dir, mi accorgo esser stato tradotto nientemeno che da Aldo Cocchia !

Innanzi tutto vivissimi complimenti al com. Anippepper per la realizzazione di questo bel video.

Confermo che, perlomeno ufficialmente,il smg Thunderbolt non è ancora stato ritrovato; l'anno scorso ero in zona, mi sono informato e non ne ho avuto notizia; segnalo inoltre che la nota subaquea Cristina Freghieri ha esaurientemente narrato in una sua pubblicazione il susseguirsi delle ricerche per localizzare il relitto. http://www.mondadoristore.it/HMS-Thunderbolt-Vissuto-Cristina-Freghieri/eai978888737645/

http://lnx.cristinafreghieri.it/index.php?option=com_content&view=article&id=82:cala-il-sipario-sul-mistero-del-sommergibile-hms-thunderbolt-dopo-sessantasette-anni-dallaffondamento&catid=30:interviste&Itemid=46

 

Avrei però qualcosa da ridire in merito all'intervento di Francesco Mattesini.

 

Ho rilevato alcune inesattezze sul filmato dell’affondamento del sommergibile THUNDERBOLT (ex “Tetis”), e mi permetto di far conoscere quanto io ho elaborato sulla scorta di una relazione dell’Ufficio Storico della Marina Militare, che fu compilata nel dopoguerra con le notizie richieste alla Sezione Storica dell’Ammiragliato britannico .................

 

....................omissis ...................


... 2 e 4 gennaio 1942, silurò e danneggiò, presso Argostoli, il Piroscafo italiano “Anna Capano” (1216 tsl) e affondò a cannonate il motoveliero ausiliario italiano “R. 195 – Nuovo San Pietro”

(32 tsl), impiegato come dragamine.

 

1, 3 e 8 febbraio 1942, operando tra le coste occidentali della Grecia e il porto di Brindisi, silurò e affondò il piroscafo italiano “Absertea” (4170 tsl), e danneggiò con il cannone il motoveliero italiano “Maria Grazia Siliato” (? tsl) e il caccia sommergibili ausiliario italiano “AS. 80 – Lancillotto Piero” (180 tsl).


....13 e 18 febbraio, affondo con il cannone, presso le coste settentrionali della Croazia e presso Pola, il dragamine ausiliario italiano “N. 112 – Mafalda” (44 tsl) e la nave pattuglia ausiliaria italiana “F. 95 – San Giorgio” (364 tsl).

Francesco

 

Vero quanto riportato per il Mafalda, affondato a cannonate dal Thunderbolt verso le 0900 del 13 febbraio nelle acque di Punte Bianche, Isola Lunga (Dugi Otok) ... ma correva l'anno 1943 e non il 1942.

In merito alle circostanze dell'affondamento del San Giorgio riproduco integralmente quanto esposto in "Navi Mercantili Perdute" 3^ ed USMM 1997:

San Giorgio: piroscafo misto - 364 tsl - Costruito nel 1914. Appartenente alla Soc. An. di Navigazione a Vapore Istria con sede a Trieste. Iscritto al Compartimento Marittimo di Trieste, matricola n°159.

Requisito dalla Regia Marina dal 12 maggio 1940 (a Trieste) all'8 settembre 1943. Per lo stesso periodo, con la sigla F 95, iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.

Affondato per incaglio durante una violenta mareggiata (bora), il 12 febbraio 1944, alle foci del Po (Po della Pila). Successivamente recuperato

 

Non è per eccesso di pignoleria nei confronti di Francesco Mattesini, ma mi ha colpito la sua relazione. Conosco molto bene le vicende del San Giorgio essendomene occupato in passato; recentemente, ho effettuato sopralluoghi sul posto, intervistando l'ex fanalista del Faro di Pila, testimone oculare dei fatti circa la sua presenza in loco nell'immediato dopoguerra (era affiorante la prua e ben visibile il cannone) e delle operazioni di rimozione, sulle quali peraltro non vi sono notizie certe. A qualche miglio di distanza, in rotta per Venezia, nelle torbide acque del delta, si trova un relitto sconosciuto dalle caratteristiche molto simili .....

Modificato da danilo43
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Recentemente lo scafo del “Thunderbolt” è stato localizzato da ricercatori subacquei a un miglio e mezzo da Capo San Vito, e a una profondità compresa tra 60 e 80 metri.

 

.... perlomeno ufficialmente,il smg Thunderbolt non è ancora stato ritrovato; l'anno scorso ero in zona, mi sono informato e non ne ho avuto notizia; segnalo inoltre che la nota subaquea Cristina Freghieri ha esaurientemente narrato in una sua pubblicazione il susseguirsi delle ricerche per localizzare il relitto. http://www.mondadoristore.it/HMS-Thunderbolt-Vissuto-Cristina-Freghieri/eai978888737645/

http://lnx.cristinafreghieri.it/index.php?option=com_content&view=article&id=82:cala-il-sipario-sul-mistero-del-sommergibile-hms-thunderbolt-dopo-sessantasette-anni-dallaffondamento&catid=30:interviste&Itemid=46

 

 

Anche se la mia memoria non è più quella di un tempo, ricordavo di aver letto in STORIA MILITARE un articolo di Pietro Faggioli sulla vicenda Thethis/Thunderbolt e qualcosa mi ronzava nell'orecchio....

Ho ritrovato il periodico (N 37, ottobre 1996); riproduco a seguire il trafiletto con questa stupefacente notizia, corredato da un disegno che illustrerebbe le condizioni attuali del battello !!!

Il "ritrovamento" sarebbe avvenuto 20 anni orsono. Come mai nessuno è al corrente ? Cristina Freghieri è una ricercatrice preparata ed accanita: non si sarebbe fatta sfuggire una tale notizia...

Chiederei agli amici trapanesi della base, in primis ad Anipepper se nel frattempo è trapelato qualcosa.

 

9 NOVEMBRE 1995, SICILIA NORD OCCIDENTALE

Il nostro gommoncino si dondola a poche miglia dalla costa, al largo di Capo San Vito, su acque limpide e trasparenti come vetro sottile. Stiamo cercando, Pietro ed io, il relitto di uno Ju 87 Stuka italiano, un "picchiatello", che mi risulta perduto in queste acque nel 1942. Avanti e indietro, l'ecoscandaglio ci rimanda i profili di fondali e relitti conosciuti, quelli del Devoti, del Lussin e poi quello molto più recente della cosiddetta "nave dei Corani". Poi una nuova traccia, lunga, stretta; è una forma strana appoggiata sul fondo. Sguardo interrogativo a Pietro che, da vecchio corallaro, conosce tutte le cose del suo mare. La carta riporta, su quel punto, a -65 metri, una massa ferrosa. La risposta di Pietro è, come il solito, pronta: "Quello è il Thetis, un sommergibile". "Ma andiamo Pietro, cosa mi racconti ... il Thetis è affondato prima della guerra in Inghilterra; una sciagura sulla quale sono stati scritti interi volumi". I suoi occhi si fanno sottili e duri perché ho dubitato di lui. Comunque altre parole non servono, indossiamo l'attrezzatura e giù, lungo la cima dell'ancorotto, nel blu. Scendiamo velocemente, abbandoniamo i colori e quello che incontriamo è un mondo in bianco e nero. L'ansia che mi opprime si dissolve appena l'atteso fondale si materia lizza quasi all'improvviso. A circa -50 c'è la cima di una collina che sale a quella quota dal fondo del Mediterraneo. Lungo i suoi fianchi ciuffi di paramuricea, la gorgonia rossa; verso la sommità, poggiato sul dolce declivio, c'è lo scafo di un sommergibile. Vedo bene solo la prua, rialzata e tondeggiante, chiaramente di modello inglese; il resto dello scafo si perde, nel blu che è diventato sempre più nero. È di colore bruno, ricoperto di chiazze di muschio e spugne rugginose. Mi fermo, conoscendo i miei limiti, mentre Pietro si allontana con la lampada lungo lo scafo, toccandolo con le mani, quasi accarezzandolo come una cosa sua, e pinneggiando scompare nel buio seguendone il lato destro. Cinque, dieci, i minuti passano e sono ormai verso il limite dell'autonomia, mi rimane l'aria per la risalita e la decompressione. Pietro ritorna e, seguendo la sagola dell'ancorotto del gommone, riguadagniamo, facendo le dovute soste, la superficie.

Sul gommone i suoi occhi brillano più del solito (credo anche i miei). È un uomo di pochissime parole e mi racconta che ha seguito lo scafo, sin quasi alla poppa, per circa cinquanta metri e mi conferma che il sommergibile, sul lato destro, è completamente integro. Ritornando indietro, sul lato sinistro, ha visto una falla, la sola, di circa un metro per due, nella parte inferiore dello scafo. Non ha avuto il coraggio di entrarvi, vista anche la mancanza d'aria ormai incombente. È salito però sulla torretta e dietro al cannone ha rivisto (era già sceso su quel relitto alcuni anni fa) una targa di bronzo con, scritto in rilievo: "THETIS - n. 1027".

La falla - ecco spiegata la grande bolla di cloro che il comandante Migliorini del Cicogna vide emergere - è esattamente sotto la mensa sottufficiali e marinai dove c'è il locale delle batterie di accumulatori. L'acqua di mare, penetrandovi, ha fatto reazione con l'acido delle batterie. Chissà se le paratie stagne interessate alla falla hanno tenuto? Anche questa volta sembra che il Thetis/Thunderbolt abbia imbarcato acqua verso la prua e, appesantendosi, ha innalzato la poppa al cielo.

Il battello e il suo equipaggio dormono laggiù tra i -60 e i -100, su una collinetta; non si sono persi nelle grandi profondità che fanno implodere gli scafi dei sommergibili. È una zona di correnti che mantengono lo scafo pulito; il battello non è appoggiato di lato, neppure indecorosamente rovesciato, sembra in agguato, è pieno di 'dignità' come si addice ad un sommergibile che ha onorato la propria bandiera.

 

 

 

 

 

 

Modificato da danilo43
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Bello il filmato! :smiley19:

Ricordo con emozione il racconto che allora la mia amica Cristina Freghieri (nella foto qui con me all'Eudi Show di marzo 2015) mi fece del ritrovamento del Thunderbolt....
Il suo libro e "Uomini sul fondo" naturalmente sono nella mia libreria...!! :wink:1zejpmo.jpg

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...Confermo che, perlomeno ufficialmente, il smg Thunderbolt non è ancora stato ritrovato....

 

...Ricordo con emozione il racconto che allora la mia amica Cristina Freghieri (nella foto qui con me all'Eudi Show di marzo 2015) mi fece del ritrovamento del Thunderbolt....

 

Qualcosa non torna ..... eppure la fonte (recentissima, in data di ieri) è la stessa ....

Allego link all'articolo giornale SICILIA 5 agosto 2010

http://lnx.cristinafreghieri.it/attachments/article/91/CT0508-MO26-026.pdf

Modificato da danilo43
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Salve a tutti e rieccomi qua,per levare ogni dubbio,io sono di Trapani e parlando di recente con la Guardia Costiera di San Vito lo Capo, (perchè anche a me sono arrivate queste voci sul fatto che sia stato ritrovato il relitto), come hanno riferito e postato i comandanti prima di me,vi confermo che il relitto non è stato ritrovato ufficialmente,ma vi confermo pure che alcuni Sanvitesi conoscono la sua posiazione,quindi la storia di Pietro Faggioli potrebbe essere attendibile,perchè anche io sapevo di un vecchio corallaro che conosceva le coordinate,sicuramente mi direte"ma allora perchè non la dicono?"forse e sottolineo forse per evitare che venga cannibalizzata o venga disturbato il riposo dei soldati che sono all'interno e forse onde evitare che vada a finire come è successo alla coda del caccia BF-109 rinvenuto a San Vito nel 2003

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Ciao Anipepper, non avermene ma presumo che anche quella del corallaro sia una leggenda metropolitana.

Le batimetriche entro 100 metri si trovano comprese entro 1.2 / 1.7 nm dalla costa di San Vito Lo Capo ... e con i moderni metodi di pesca è conosciuto ogni sasso del mare di casa. Il rapporto del comandante Migliorini parla inoltre di una distanza notevolmente maggiore

Fonte attendibile mi conferma che Il battello non è mai stato ritrovato, giace alla quota di circa 1200 1300 metri; nemmeno i ricercatori americani hanno accettato di investire sulla ricerca.. acque italiane battello inglese.. e la marina inglese non si è mossa...

Chiedo poi ai sommergibilisti in servizio se sia effettivamente plausibile per i colleghi britannici la presenza a bordo di una targa che ricordi il nome dell'unità nel precedente affondamento. Mi ricorda tanto la questione dell' INNOMINABILE.

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Ciao Danilo43, nessun problema, per quanto riguarda la Cristina Freghieri,io l'ho conosciuta di presenza quando venne a carcare il relitto e mi disse che non erano riusciti a trovare nulla,lo dico non per mettere in discussione i ricordi di Marpola,ma solo percercare di fare chiarezza.

Io con tutto il cuore spero che il relitto non venga mai ritrovato, va bene che un recupero sarebbe impossibile e costoso a quella profondità, onde evitare la fine che potrebbe fare qui in sicilia(non so se conoscete la storia della coda del BF-109).

Io come Presidente dellamia Associazione "Gruppo Storico Rievocativo Trapanese",in collaborazione alcomune di San Vito lo CApo abbiamo in progetto di dedicare una via al Comandante Migliorini e di apporre una targa in memoria delle vittime.

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...Le batimetriche entro 100 metri si trovano comprese entro 1.2 / 1.7 nm dalla costa di San Vito Lo Capo e con i moderni metodi di pesca è conosciuto ogni sasso del mare di casa...

 

non so se conoscete la storia della coda del BF-109).

 

Conosco bene le vicende del BF 109 mat. 19586 e a comprova di quanto detto sopra, Antonio dichiarò di averlo incocciato a ben 600 metri di profondità.

Non l'ho ancora in programma, ma avrei piacere di incontrarti alla prossima venuta a Trapani. Danilo

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Chiedo poi ai sommergibilisti in servizio se sia effettivamente plausibile per i colleghi britannici la presenza a bordo di una targa che ricordi il nome dell'unità nel precedente affondamento. Mi ricorda tanto la questione dell' INNOMINABILE.

Dal testo di Warren & Benson, al cap.XVII si legge: mi dica Northwood, lei è superstizioso ? (anche i flemmatici anglosassoni ne sono colpiti :wink: ) ..... Al sommergibile erano state asportate tutte le lamiere superiori appena era giunto in cantiere da Anglesey e ora appariva scheletrico ... lo scafo fu vuotato e rimesso in ordine; fu tolta qualsiasi traccia della precedente vita del sommergibile.

E in fatto di riconoscimento di targhette ne avrei molte da raccontare; alcuni di voi ne sono al corrente....passo e chiudo !

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