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Il Centro Militare Veterinario


Visitatore luciano pietri

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Visitatore luciano pietri

Riesco nell'intento di raccontare la Storia del Centro Miltare Veterinaro solo grazie alla fattiva collaborazione e cortesia del Comando del Centro Militare, che mi ha fornito importante documentazione, dell'Amministrazione Provinciale di Grosseto che mi permette l'uso degli atti del Congresso "La terra promessa" da Lei organizzato nel 1998 e la Casa Editrice Vallecchi di Firenze che mi ha concesso l'uso delle immagini pubblicate nel 2004 sul libro di Rodolfo Puletti "La Maremma, i suoi cavalli e la Cavalleria".

Un sentito ringraziamento a tutti.

 

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IL CENTRO MILITARE VETERINARIO E LA SUA STORIA

 

Si deve risalire alla fine del Risorgimento per andare alle origini di quello che ora è il Centro Militare Veterinario di Grosseto. È proprio nell'ultima fase del processo di unificazione nazionale, infatti, che emerse l'esigenza di riorganizzare la produzione, l'allevamento e l'addestramento dei cavalli che all'epoca erano particolarmente necessari ai reggimenti di cavalleria.

Gli stabilimenti fino ad allora esistenti non riuscivano più ad assicurare il crescente fabbisogno annuale dell'esercito del Regno d'Italia e fu per questo motivo che nel 1864 furono incaricate apposite commissioni di studiare la possibilità di impiantare sul territorio dello Stato Italiano alcuni depositi dove sarebbe stata fatta convogliare la produzione ippica nazionale.

È dell'11 novembre 1870 il Regio Decreto che istituisce quattro nuovi depositi di allevamento dei cavalli e tra questi c'è quello di Grosseto. L'opzione per la Maremma maturò in considerazione del fatto che nella scelta dei terreni sui quali sarebbero sorti i depositi di allevamento dei cavalli venne ritenuto conveniente orientarsi sull'utilizzo di aziende demaniali appartenenti ai cessati regimi e già incorporati nel demanio dello Stato.

 

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nota 1

"Il Deposito Allevamento cavalli nacque sul terreno dell'Agenzia dei Regi Possessi"

 

Il Deposito Allevamento Cavalli di Grosseto, infatti, nacque sul terreno dell'Agenzia dei Regi Possessi, una vasta tenuta, situata a circa quattro chilometri dal capoluogo, a cavallo della strada che da Grosseto conduce a Castiglione della Pescaia. la tenuta era appartenuta ai Granduchi di Toscana che la utilizzavano per la caccia. Quando fu destinata al Deposito Allevamento Cavalli, si estendeva, complessivamente, su circa 4.442 ettari ed era composta soprattutto da paludi, boscaglie e plaghe improduttive, rese deserte e inospitali per l'imperversare della malaria.

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L'arrivo del Deposito Allevamento Cavalli, ente dell'Arma di Cavalleria, significò soprattutto la trasformazione della tenuta di caccia in una razionale e importante azienda agricola il cui funzionamento era assicurato da personale militare e civile, sulla base di un regolamento emanato nel 1881.

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Agli inizi del '900, poi, un'altra struttura storica grossetana fu acquisita dal Demanio dello Stato: il fabbricato "ex Vivarelli", uno stabilimento civile industriale dove venivano costruite le caratteristiche pompe idrauliche a vento che ancora oggi si possono trovare, disseminate sul territorio maremmano.

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In quella costruzione dell'ottocento, su quattro piani, che si trova nel cuore del centro storico di Grosseto, in via Mazzini e dove oggi ha sede la lcale sezione ANMI, il Deposito Allevamento Cavalli trasferì gli uffici della direzione e gli alloggi dei propri ufficiali. D'altra parte la città era soggetta ad una minore incidenza della malaria di quanto non fosse la tenuta demaniale con i suoi terreni paludosi.

L'attività del Deposito restò sostanzialmente immutata fino al 1924, quando il servizio ippico dell'Esercito venne definitivamente staccato dall'Arma di Cavalleria.

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nota 1

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A partire dal 1924 tutti i Depositi Allevamento Cavalli avviarono una nuova attività, quella della produzione dei muli destinati, soprattutto, ai reparti alpini.

Per l'occasione i Depositi modificarono anche la propria denominazione assumendo, nel 1926, quella di Depositi Allevamento Quadrupedi e, nel 1931, quella di Centri Rifornimento Quadrupedi che rimase fino al 1954, quando intervenne una radicale modifica del sistema di approvvigionamento dei cavalli per l'esercito.

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I Cavalli per la guerra e le "Maremmane"

 

Nel frattempo, però, la struttura grossetana, dalla sua nascita, aveva vissuto tutte le campagne di guerra, incrementando la produzione e rifornendo quadrupedi necessari per le esigenze belliche.

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Al momento opportuno il Deposito si adattò anche all'allevamento di bovini da carne, di razza maremmana, che veniva inviata allo stabilimento militare di Casaralta, in provincia di Bologna, dove veniva impiegata per la produzione delle tipiche scatolette militari.

Le esigenze dell'esercito cambiano, il cavallo perde sempre più la sua importanza strategica di fronte ai mezzi meccanizzati e il 30 giugno del 1954 una legge, la 549, finì per sopprimere tutti i Centri di Rifornimento Quadrupedi. Per le esigenze dell'esercito rimase Grosseto, costituito nel 1955 in Posto Raccolta Quadrupedi, a cui era collegata la Sezione di Posto Raccolta Quadrupedi che si trovava a Persano, già sede di uno dei primi quattro Depositi.

Ancora nel 1954, in occasione della riforma agraria, la tenuta demaniale fu notevolmente ridimensionata e fu portata alle dimensioni attuali, poco meno di 560 ettari. Il resto dei terreni della tenuta furono ceduti ad Enti agricoli vari.

Il centro di Grosseto era così riuscito a sopravvivere ai tagli, anzi aveva raccolto in sé tutta la tradizione che sul finire del XIX secolo era appartenuta, con alterne vicende, ai Depositi Allevamento Quadrupedi di Persano, Palmanova, Scardia, Mirandola e Bornova. Nel 1972 il Posto Raccolta Quadrupedi ereditò definitivamente l'ultima delle grandi tradizioni: la Sezione di Persano fu soppressa e la "razza governativa di Persano" fu trasferita a Grosseto. Da quel momento, dunque, la Tenuta demaniale non fu più solo uno spazio destinato alla raccolta di animali che provenivano da altri allevamenti, ma iniziò ad avere una vera e propria attività di produzione.

 

 

Un centro per l'allevamento ed il rifornimento dei quadrupedi

 

Appena sette anni dopo, nel 1979, il Posto Raccolta Quadrupedi divenne "Centro Militare di Allevamento e Rifornimento Quadrupedi" e tale rimase fino al 1996, con funzioni di approvvigionamento, allevamento, addestramento e rifornimento dei muli per i reparti alpini, produzione del cavallo di Persano e di altre razze per le esigenze sportive delle Forze Armate e, infine, produzione, allevamento e rifornimento di cani pastore tedesco impiegati nei vari reparti dell'esercito.

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IL CENTRO MILITARE VETERINARIO OGGI

 

A partire dal 1996 il Centro ha assunto i compiti del disciolto Centro Militare di Allevamento e Rifornimento Quadrupedi, ma è stata eliminata l'attività di approvvigionamento, allevamento, addestramento e rifornimento dei muli per i reparti alpini dal momento che questi ultimi non hanno più bisogno di questo animale. Ormai nel Centro Militare Veterinario ne rimangono solo pochi esemplari, quasi a testimonianza di una presenza di fondamentale importanza nella storia delle Forze Armate.

Quello di Grosseto è rimasto l'unico centro, in tutta Italia, in cui si producono e si allevano i cavalli che vengono utilizzati dall'esercito per scopi istituzionali, dall'attività sportiva agonistica all'addestramento degli allievi delle accademie militari, dal momento che l'equitazione è considerata attività addestrativa utile per la formazione del carattere dei futuri ufficiali.

Il Centro Militare Veterinario di Grosseto è probabilmente l'allevamento equino più importante su scala nazionale. Coniuga la tradizione del cavallo con le più moderne tecnologie e metodologie di allevamento.

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Cento fattrici per un grande e importante allevamento

Il Centro ha a sua disposizione un centinaio di fattrici di cui una trentina sono di razza governativa di Persano, undici di razza maremmana e una quindicina di razza anglo-araba sarda. Per il resto sono presenti fattrici di razze diverse, dal puro sangue inglese alla razza da sella francese. Sei, invece, sono gli stalloni il cui seme viene utilizzato per la produzione del Centro che ogni anno fornisce circa settanta animali.

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I puledri prodotti a Grosseto vengono allevati nel Centro Militare Veterinario per tre anni, vengono ammansiti e dopo il terzo anno sono inviati alla Scuola di Cavalleria di Monte Libretto, a Roma, per l'addestramento che dura circa un anno, dopodiché il cavallo viene inviato al "premio allevamento" ed infine è pronto per essere avviato all'attività sportiva o agli enti addestrativi delle Forze Armate.

Naturalmente l'attività di allevamento del Centro è accompagnata, come sempre è avvenuto nel corso degli anni, dall'attività agricola che può usufruire di 480 ettari, destinati a coltivazioni, pascoli e paddok, che contribuiscono a fornire le migliori condizioni di alimentazione per i quadrupedi.

 

Insieme ai cavalli, i pastori tedeschi

 

Una particolare attività che si è ben inserita nella tradizione del Centro è quella dell'allevamento e dell'addestramento dei cani che oggi si avvale di undici fattrici e di due cani stalloni. È un tipo di lavoro che negli ultimi anni sta avendo un suo sviluppo e sta prendendo la strada di una propria specializzazione.

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Da circa quindici anni, infatti, nella Tenuta demaniale vengono allevati cani pastore tedesco che sono sempre stati addestrati per il servizio di guardia alle infrastrutture militari. Nel corso degli anni la professionalità degli addetti del Centro è cresciuta al punto che oggi le attitudini dei cani possono essere individuate già nei cuccioli e gli animali possono essere addestrati anche per la ricerca di persone, ma soprattutto per la ricerca di esplosivi e per la difesa personale finalizzata ad accompagnare i servizi di guardia e di pattuglia dei militari.

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Attraverso queste specializzazioni più tipicamente militari potranno essere coperti quegli spazi lasciati vuoti dagli speciali addestramenti seguiti dalle unità cinofile delle forze dell'ordine.

 

Il Centro Veterinario e la Scuola di Mascalcia

 

Un compito che si è aggiunto a quelli tradizionali, è derivato dalle funzioni svolte dalla disciolta Scuola di Corpo Veterinario Militare di Pinerolo. Il Centro Militare Veterinario, infatti, provvede anche alla formazione militare e professionale del personale del Corpo Veterinario attraverso corsi di aggiornamento professionale per gli ufficiali dei corpi tecnici e logistici, corsi per i Capitani veterinari di complemento in congedo, prossimi alla promozione, corsi tecnico-applicativi per i Tenenti veterinari di nuova nomina in servizio permanente e corsi per Allievi ufficiali di complemento. Inoltre il Centro è sede della "Scuola di Mascalcia" ed è in grado di provvedere alla formazione tecnico professionale di maniscalchi militari e civili.

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Con lo sviluppo dell'allevamento e dell'addestramento dei cani, il Centro Militare Veterinario ha inziato anche a svolgere corsi di formazione per conducenti cinofili.

L'intensa attività formativa, svolta ad alto livello, consente al Centro di collaborare con istituti universitari di veterinaria per attività di ricerca scientifica che viene favorita dalla possibilità di avere a disposizione un vastissimo parco quadrupedi. Numerosi sono anche i veterinari neolaureati che svolgono all'interno del Centro l'attività di tirocinio. Nel corso dell'anno, poi, la Tenuta demaniale è oggetto di visite di studio da parte di studenti universitari accompagnati dai docenti e, in estate, per i migliori sessanta studenti dell'ultimo anno delle facoltà di veterinaria italiane, viene organizzato, all'interno delle strutture del Centro Militare Veterinario, un campus universitario di quindici giorni.

 

Un rapporto "forte", tra il Centro e la Maremma

 

Da quasi 130 anni, ormai, la Maremma convive con il Centro Militare Veterinario e mai un connubio tra un'attività militare e un territorio è stato più azzeccato. La provincia di Grosseto, infatti, è da sempre terra di cavalli: il clima, il terreno, tutto è perfettamente in sintonia con quanto è necessario all'allevamento di questo animale. Il legame tra il Centro e il territorio può dunque rafforzarsi proprio facendo perno sul cavallo e sulle professionalità che gravitano intorno al mondo degli sport equestri. Tra l'altro l'attività del Centro Militare Veterinario, proprio perché prevede l'allevamento di cavalli allo stato semibrado, consente la sopravvivenza di alcune figure antiche e tradizionali, per la Maremma, come la figura del buttero che ancora oggi viene impiegati per la doma e per guidare sui pascoli i branchi di cavalli.

È per questo motivo che sono stati avviati dei contatti tra il Centro Militare Veterinario, la Provincia e la Regione e si sta studiando la possibilità concreta di organizzare corsi di formazione professionale finalizzati alla creazione di professionalità tipiche, legate al mondo del cavallo, da quella degli artieri ippici, addetti cioè a seguire il cavallo, fino agli operatori zootecnici, gli assistenti degli allevamenti, e ai preparatori di giovani cavalli, coloro, cioè, che hanno il compito di domare, ammansire e portare gli animali al premio allevamento. Tutte professionalità di cui non si può assolutamente fare a meno in una terra che voglia scommettere sull'ambiente e sul cavallo in particolare.

 

 

L'evoluzione del Centro Militare Veterinario

 

1870 Un decreto regio istituisce il Deposito Allevamento Cavalli di Grosseto

1926 Da due anni è stato avvaiato l'allevamento dei muli e il nome del Deposito viene mutato in Deposito Allevamento Quadrupedi

1931 La denominazione viene mutata in "Centro Rifornimento Quadrupedi"

1955 La riforma dell'anno precedente ha come conseguenza la trasformazione del Deposito di Grosseto nell'unico Posto Raccolta Quadrupedi in Italia

1979 Sette anni prima era stata portata a Grosseto la produzione della Razza governativa di Persano e il nome del Posto Raccolta Quadrupedi fu modificato in quello di Centro Militare di Allevamento e Rifornimento Quadrupedi

1996 Nasce il moderno Centro Militare Veterinario

 

L'alluvione del '66

 

La storia dell'attuale Centro Militare Veterinario ha sempre accompagnato di pari passo quella della Maremma, nella buona e nella cattiva sorte. È così che il 4 novembre del 1966 anche la tenuta demaniale e il fabbricato ex Vivarelli furono allagate dalle acque dell'Ombrone. Tutto il personale del Posto Raccolta Quadrupedi fu impegnato nelle difficili operazioni di soccorso alle persone, alle famiglie residenti nella tenuta e ai branchi di quadrupedi - cavalli e muli - che furono spostati nelle zone più elevate. Fu in quell'occasione che il Direttore, gli ufficiali, i sottufficiali, i butteri gli impiegati e gli operai del deposito meritarono l'encomio del Capo e Ispettore del Corpo Veterinario dello Stato e un riconoscimento da parte del Ministero della Difesa.

 

L'organico del Centro

 

Il Centro Militare Veterinario si avvale di personale militare e civile. È comandato da un Colonnello veterinario coadiuvato da Ufficiali del Corpo veterinario e da altri Ufficiali del Servizio di Amministrazione e d'Arma. Ci sono poi dei sottufficiali generici e specializzati, tra cui i sottufficiali maniscalchi. Infine la truppa per tutti gli incarichi per il sostegno logistico del Centro. Il personale civile è composto da impiegati e da operai tra cui un posto di rilievo particolare, per la tipicità del lavoro svolto, è occupato dai butteri.

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nota 1. l foto della nota 1 provengono da Rodolfo eletti,La Maremma,i suoi cavalli e la cavalleria, Firenze,Valecchi 2004.

 

Le foto senza nessuna indicazione sono tratte da pubblicazione concessa dal Comando del Centro Militare Veterinario

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Visitatore luciano pietri

oggi il centro sembrerebbe quasi fuori dal tempo invece è pulsante di attività forse come non mai.

Sono stati addestrati circa 150 cani che vanno a scovare l'esplosivo e sono tutti impegnati nei vari teatri dove il nostro Esercito è presente.

Vedere quei cani, a cui manca solo la parola, cercare, trovare gli esplosivi e mettersi in sicurezza fino a che non arriva l'addestratore è un'esperienza da vivere.

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Grazie per la tua interessante ricerca e le bellissime immagini; meno male che questo Centro e i suoi magnifici animali sia sopravvissuti ai tagli degli ultimi dieci anni. Ho avuto modo di conoscere un vecchio colonnello di cavalleria ora mancato, presidente del Gruppo UNUCI della mia città per molti anni che aveva fatto la Scuola se non ricordo male a Pinerolo negli anni '30 e che aveva vissuto, a cavallo, numerose avventure africane forse più simili a quelle del Far West che a quelle delle guerre moderne; ancora pochi anni fa ricordava con affetto il suo cavallo, Ciccio, che l'aveva più volte tolto dagli impacci nelle missioni notturne in AOI. Purtroppo è un mondo quello della vecchia cavalleria che viveva nei ricordi e racconti di quei protagonisti che con la loro scomparsa si perderà. Per ora almeno da queste parti sopravvivono numerosi racconti degli Alpini sui loro amati muli.

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Visitatore luciano pietri
Grazie per la tua interessante ricerca e le bellissime immagini; meno male che questo Centro e i suoi magnifici animali sia sopravvissuti ai tagli degli ultimi dieci anni. Ho avuto modo di conoscere un vecchio colonnello di cavalleria ora mancato, presidente del Gruppo UNUCI della mia città per molti anni che aveva fatto la Scuola se non ricordo male a Pinerolo negli anni '30 e che aveva vissuto, a cavallo, numerose avventure africane forse più simili a quelle del Far West che a quelle delle guerre moderne; ancora pochi anni fa ricordava con affetto il suo cavallo, Ciccio, che l'aveva più volte tolto dagli impacci nelle missioni notturne in AOI. Purtroppo è un mondo quello della vecchia cavalleria che viveva nei ricordi e racconti di quei protagonisti che con la loro scomparsa si perderà. Per ora almeno da queste parti sopravvivono numerosi racconti degli Alpini sui loro amati muli.

 

Verissimo quello che dici Charlie

anche qui abbiamo una bella aneddotica sui muli e anzi una storia vera te la racconto.

Forse non si sa ma ho lavorato molti anni prima in SIP e poi in Telecom.

Circa negli anni 8o una squadra di guardafili entrò nei campi del Centro Raccolta Quadrupedi per sostituire un palo del telefono che si era rotto.

Uno dei componenti della squadra aveva fatto il militare negli alpini come conduttore di mulo.

Durante il lavoro, ad una certa distanza, una mandria di muli pascolava tranquilla e il collega cantava a squarciagola come era solito fare quando lavorava in campagna.

Ad un certo momento un mulo è uscito dalla mandria, con le orecchie ritte, immobile ad ascoltare quel canto, poi è partito a tutta velocità verso la squadra che lavorava creando un certo allarme finchè l'ex alpino ha esclamato "oddio è gigi, il mio mulo."

L'animale ha ignorato gli altri, è arrivato dal suo amico l'ha lavato per intero a forza di leccate e poi si è messo a rotolare in terra come impazzito.

Dopo più di dieci anni si era ricomposta una coppia affiatata.

Il mio collega, per anni, appena poteva andava a trovare il mulo e gli portava erba fresca che lui sceglieva di volta in volta.

Non chiedete come è finita, il collega ancora c'è, anziano ed in pensione ma il mulo.....ha raggiunto altri pascoli.

Modificato da luciano pietri
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Caro Luciano, il tuo racconto è troppo bello, commovente e davvero degno di pubblicazione. E' l'ulteriore dimostrazione che gli animali a differenza di diversi appartenenti al genere umano hanno anima, cuore e dignità. Li ritroveremo tutti nei verdi pascoli. Grazie Luciano.

Modificato da Charlie Bravo
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Visitatore UPS2

Gran bel lavoro Luciano! :s20: Ho recentemente visto un servizio in TV sul Centro Militare Veterinario, ma il tuo topic è molto più esaustivo!! :s20: :s20:

... A presto!

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