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La Navigazione Astronomica


Visitatore Marcuzzo

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Visitatore Marcuzzo

Dopo aver parlato della Stella Polare ed avervi quindi preparati a parlare di stelle affrontiamo un argomento un pò ostico ma meraviglioso qual'è la navigazione astronomica. Accuminzammu :s03:

 

Fonte: Associazione Peter Pan

 

Questo topic tratterà 5 capitoli quali:

1 - Riconoscere il Nord

2 - Il calcolo della Latitudine con l'osservazione della Stella Polare

3 - Le coordinate degli astri

4 - La retta di altezza e il punto determinativo

5 - Le tavole H.O. 249

 

1 - Riconoscere il Nord

 

Durante le interminabili ore di navigazione notturna, quando l'orizzonte è sufficientemente sgombero da luci rosse, bianche e verdi, quando il mare calmo e una leggera brezza ci permettono di godere pienamente del silenzio e degli infiniti spazi (che qui nessuna "siepe il guardo esclude"), ben riparati dalle nostre cerate, magari con il pilota automatico che ci solleva dal dover seguir la rotta... Finalmente ci ritroviamo ad osservare il cielo. La prima emozione è quella di osservare un cielo diverso da quello cui siamo abituati: lo sguardo ormai abituato al buio e la completa assenza di inquinamento luminoso (vedrete che tra un po' troverete fastidiosa anche la lampadina da 15 W in punta d'albero) ci rivelano un universo ben più vasto e popolato di quello che oramai eravamo abituati a considerare, confinato tra i muri del palazzone di fronte e offuscato dalle luci dei lampioni.

 

Migliaia di stelle ci sembrano luminosissime e ci stupiamo come bambini davanti all'immensa nuvola luminosa della Via Lattea. Beh, dopo la scontata osservazione "che cielo stellato questa notte", potremmo anche lasciarci tentare dall'assegnare un nome ad almeno alcuni di quei puntini luminosi.

 

La Stella Polare ... Senz'altro è il primo astro che ci viene in mente. E adesso ci accorgiamo di non avere alcuna pallida idea di come fare a distinguerla in quel mare di lampadine.

 

Un'idea potrebbe essere : se è la Polare, starà al Polo Nord... Osserviamo quindi verso il Nord che ci indica la bussola. E poi? Non è che in direzione Nord di stelle ce ne sia una sola!

 

Qualcuno ricorderà che la Polare ha a che fare col Piccolo Carro. E forse con un po' di fatica ed immaginazione, guardando verso il Nord indicato dalla bussola, magari riuscirà a riconoscere quella che potrebbe essere la costellazione del Piccolo Carro (ma sarà quella giusta? le stelle ci sono, ma non sono più luminose delle altre, anzi...) e quindi assegnerà l'etichetta a quella stella li.

 

Ma senza bussola? Se non ci facciamo aiutare dall'ago magnetico, come fare ad orientarsi in questo oceano di luce?

 

Star01n.gif

 

Potremmo aiutarci con una mappa stellare... Ma non è facile riconoscere la grafica delle carte (in genere nero su bianco, con linee che definiscono le costellazioni e nomi bene in vista) nel cielo.

 

Con cartine come quelle riportate in questa pagina, invece, potremmo cominciare ad allenare l'occhio ad identificare sulla mappa nera e senza linee e nomi le stesse costellazioni riportate sulla carta sinottica.

 

Questo tipo di mappa l'ho incontrato per la prima volta su "Il libro delle stelle" di P.L.Brown , edito da Mursia.

 

Dopo il primo istante di smarrimento anche di fronte alla cartina muta, con un minimo di pazienza ci ritroviamo ad essere capaci di riconoscere le costellazioni che ci interessano.

 

Ed ora possiamo provare a guardare di nuovo verso il nostro cielo.

 

Come prima costellazione suggerisco di cercare il Grande Carro o Orsa Maggiore (bizzarro come in quella specie di tegame qualcuno abbia potuto riconoscerci un orso). E' la più facile da identificare in quanto composta da sette stelle molto luminose in una parte di cielo piuttosto pulita, ed individuandola ci faremo un'idea delle dimensioni reali delle costellazioni che ora possiamo rapportare alle nostre mappe.

 

Star01b.gif

 

Soffermiamoci un attimo sul Grande Carro. Guardiamo con attenzione il timone: la seconda stella, Mizar, se la osserviamo attentamente, forma una doppia visibile ad occhio nudo (presso gli arabi era una prova per verificare la vista, un po' come i cartelli dell'oculista) con la compagna Alcor.

 

E adesso che siamo sicuri di aver identificato il Carro, cerchiamo questa benedetta Polare.

 

Se tracciamo idealmente una retta da b (Merak) ad a (Dubhe), le due stelle che formano "il cofano posteriore" del carro, e prolunghiamo circa cinque volte la sua lunghezza, ci ritroviamo in una parte di cielo piuttosto sgombera, con una sola stella di una certa luminosità. Questa è, appunto, la Stella Polare (magnitudine 2.2).

 

Adesso che abbiamo la Polare possiamo subito riconoscere il Piccolo Carro, e ci accorgiamo di quanto ben poco evidente sia questa costellazione, composta per lo più da stelle deboli, di magnitudine inferiore a 3 (ed è per questo che non è il Piccolo Carro, bensì il Grande ad indicare la Polare).

 

A proposito... Era questa la stella che avevate individuato con l'aiuto della bussola?

 

A questo punto è fatta. Con lo stesso metodo, tracciando rette ideali tra stelle già individuate, una dopo l'altra, con calma, eccoci a riconoscere tutte le nostre lampadine.

 

Star00b.gifStar00a.gif

 

Queste due mappe sono tratte da "L'Universo" di D. Bergamini e dei redattori di TIME LIFE - edito da Mondadori.

 

Adesso che abbiamo imparato a riconoscere il Grande Carro e la Polare, cerchiamo Cassiopea... Si trova dal lato opposto dell'Orsa maggiore rispetto alla Polare.

 

Impariamo a riconoscerla, la sua forma a W è facilmente identificabile, e potremo utilizzarla per ritrovare la Stella Polare quando per qualche motivo il Grande Carro ci fosse nascosto alla vista.

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2 - Il calcolo della Latitudine con l'osservazione della Stella Polare

 

La navigazione astronomica è ormai da anni inutilizzata. Chiunque voglia calcolare il punto nave sarebbe un pazzo a portarsi dietro un sestante (valore oltre i 6.000.000 di lire) e una edizione aggiornata delle effemeridi (le tavole dove si trovano i dati indispensabili per eseguire i calcoli di navigazione astronomica valore circa 100.000 lire, ingombro cm 30x25x4), piuttosto che un "comune" GPS (costo inferiore a 800.000 lire) il quale senza alcun calcolo è in grado di fornire con precisione di alcuni metri non solo la posizione, ma anche indicazioni in tempo reale di rotta, velocità, quota, e quant'altro il più o meno sofisticato software di cui l'apparecchietto fosse dotato fosse in grado di indicare (senza spendere capitali si possono facilmente reperire GPS in grado di visualizzare su un cartina digitalizzata direttamente sul display il punto nave e quindi di seguire una rotta anche composta da più tratte spezzate).

 

Stelle1.gif

 

Resta però il fascino di sapere come facevano gli antichi navigatori che non solo non disponevano di GPS, ma neanche di radiogoniometro o ecoscandaglio o anche della semplice bussola (importata dalla Cina in tempi relativamente recenti).

 

Inoltre, fortunatamente, per noi moderni che abbiamo le idee chiare sul fatto che la terra sia sferica e non piatta almeno concettualmente, i principi della navigazione astronomica non sono poi così complessi da non meritare un minimo, se non proprio di studio, almeno di interesse o curiosità.

 

Intanto vediamo cosa erano in grado di fare gli antichissimi, i navigatori che oltre al GPS, non possedevano neppure un cronometro sufficientemente preciso, e neanche le tavole delle effemeridi (almeno non gli aggiornamenti periodici).

 

Con il sestante si può misurare l'altezza H di una stella. L'altezza è l'angolo compreso tra la stella, il centro della Terra e l'orizzonte dell'osservatore (nella figura è l'angolo indicato con H).

 

NOTA BENE: Data l'enorme distanza che ci separa dalle stelle, tutti i raggi che da esse provengono sono praticamente paralleli per cui l'osservatore O osserva la stella S come se fosse nella posizione S1.

 

Nella figura in particolare si osserva che se la stella S è esattamente al Nord (la Stella Polare), essendo le rette C (centro della Terra) - S e O - S1 parallele, i due angoli complementari dell'altezza misurata H e della latitudine f (90°-H) sono uguali da cui discende che l'altezza misurata H della stella Polare è proprio uguale alla latitudine dell'osservatore.

Più semplice di così ...

E gli antichi ben così navigavano:

 

Erano in grado di trovare con precisione solo la latitudine (non con la Polare, perché in effetti non è, purtroppo, esattamente al Nord), e quindi navigavano per paralleli. Ad es., se Cristoforo Colombo voleva arrivare a Santo Domingo (circa 18° Lat. Nord) e si trovava nelle Azzorre (circa 38° Lat Nord), non faceva altro che scendere di latitudine sino ad incrociare il 18° parallelo e quindi proseguiva mantenendosi su questo fino a ritrovarsi a Santo Domingo.

 

Ovviamente il metodo era funzionale ma non certo praticissimo. Ben lungi da seguire la rotta più breve (e sfido anche il più esperto dei nostri naviganti a calcolarla, se rinuncia a tutto quanto consegue la nozione acquisita che la terra è sferica), il buon Cristoforo era però certo che prima o poi sarebbe arrivato a destinazione, e all'epoca non era poco.

 

Stelle4.gif

 

Come già detto non è con la Polare che si poteva trovare con precisione la latitudine, ma con qualunque stella (compreso il sole) di cui fosse nota la declinazione d, aspettandone il passaggio allo Zenit, l'operazione non era poi più di tanto difficoltosa.

 

Osservando di volta in volta le figure di vede che la latitudine f si trova con semplici somme e sottrazioni di angoli:

 

I caso (sopra): f = 90°+H+d

 

II caso (a fianco): f = 180°-(90°-H)-d = 90° + H - d

 

III caso (sotto): f = 90°- H - d (in questo caso è Lat Sud)

 

Stelle2.gifStelle3.gif

 

Resta da spiegare due punti:

 

La declinazione delle stelle d è fissa (o almeno varia molto lentamente a causa della precessione degli equinozi) e corrisponde alla loro latitudine (sulla sfera celeste anziché sulla Terra) per cui non è necessario portarsi dietro un librone ma solo alcuni appunti che ne riportino il valore per qualche stella (un ventina, disperse alle varie latitudini, sono più che sufficienti).

 

Il passaggio dell'astro allo Zenit è quella condizione particolare che avviene quando l'osservatore, il centro della Terra e la stella giacciono sullo stesso piano. In pratica questo avviene per ogni astro solo per pochi secondi ogni giorno e si verifica quando l'altezza della stella smette di crescere (era zero al sorgere dell'astro) e ricomincia a diminuire (ritornerà a zero quando la stella tramonterà). La tecnica consisteva nel tenere d'occhio la stella col sestante più o meno quando si calcolava che sarebbe passata per lo zenit (più o meno sempre alla stessa ora, modificata in funzione della strada che si è fatta in direzione ovest o est dall'ultima osservazione).

 

Ed inoltre, visto che un grado di latitudine corrisponde a 60 miglia marine, è evidente che un errore di 1' di grado nell'osservazione corrisponde ad un errore di un miglio nella valutazione della latitudine.

 

Ad es. la Stella Polare non è esattamente al Nord (d = 90°) ma ne dista di circa 44' (d Polaris = 89°15'.9) e quindi considerando semplicemente f = H si sbaglia al massimo di 44x2 = 88 miglia marine. Questo è un buon motivo a spiegazione del fatto che nei tempi passati era molto difficile riuscire ad atterrare su isolette di piccole dimensioni che non fossero in contatto visivo tra loro.

 

In realtà è possibile (ovviamente) correggere l'errore causato dalla declinazione della Polare, ma ce ne occuperemo quando descriveremo l'uso delle tavole delle effemeridi.

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3 - Le coordinate degli astri

 

Come sulla Terra è possibile assegnare due coordinate f (fi) di Latitudine e Longitudine l (lambda) ad ogni punto sulla superficie, così si possono assegnare coordinate equivalenti per localizzare gli astri sulla sfera celeste. Nessun problema per quello che riguarda la Latitudine, essendo naturale scegliere come Polo Nord e Polo Sud della sfera celeste l'intersezione tra questa e l'asse terrestre, ovviamente con il Sud ed il Nord concordi a quanto è sulla Terra. In questo modo è immediato definire l'equatore celeste come proiezione sulla sfera celeste dell'equatore terrestre. La Latitudine astrale così definita si dice Declinazione d e come sulla Terra ci sono i paralleli di Latitudine, così si tracciano idealmente nel cielo i paralleli di Declinazione.

 

Meno immediata è la definizione dell'equivalente della Longitudine, dal momento che sulla Terra si è scelto un meridiano di riferimento convenzionale (Greenwich) che, ovviamente, non ha un corrispondente in cielo.

Per convenzione si fa passare il cerchio orario (l'equivalente celeste del meridiano) fondamentale per il punto di intersezione tra l'eclittica (l'orbita apparente del Sole) e l'equatore celeste. Tale punto è detto "Punto Vernale" o "punto di Ariete" e corrisponde alla posizione del sole nell'equinozio di primavera. Si indica con P che è il simbolo della costellazione dell'Ariete e, data la somiglianza di questo simbolo alla g (gamma) greca, viene anche detto "punto g". L'angolo misurato in senso antiorario da 0° a 360° ( o da 0h a 24h ) dal cerchio orario che contiene il punto P al cerchio orario che contiene l'astro si dice Ascensione Retta a dell'astro.

 

Stelle5.gif

 

Il punto P è così chiamato perché nell'antichità l'equinozio primaverile cadeva nella costellazione dell'Ariete. Oggi, a causa della precessione degli equinozi, cade nella costellazione dei pesci.

 

La precessione degli equinozi è quel movimento detto di "nutazione" dell'asse terrestre che ogni circa 26.000 anni (anno platonico) fa compiere a questo un'oscillazione completa. La nutazione vale circa 50" di grado ogni anno e il punto P si sposta quindi dello stesso valore anticipandosi ogni anno rispetto all'anno precedente (ed è per questo che si chiama "precessione")

 

tabellarm4.jpg

 

Le coordinate orarie locali, cioè riferite alla posizione dell'osservatore e a poli ed equatore terrestri sono:

 

Declinazione d definita come sopra

 

L'angolo orario T che è l'angolo tra il meridiano che contiene l'osservatore e quello che contiene la stella.

 

Il meridiano che contiene l'osservatore ( e anche i due Poli terrestri, lo Zenit ed il Nadir)si chiama "Meridiano superiore"

 

Lo Zenit è il punto della sfera celeste situato esattamente sulla verticale dell'osservatore.

 

Il Nadir all'opposto è il punto della sfera celeste situato esattamente sotto i piedi dell'osservatore.

 

Stelle7.gif

 

stelle002.gifstelle001.gif

 

L'angolo orario locale LHA di P è la somma di GHA di P e della longitudine Est, la differenza se la longitudine è Ovest.

L'ascensione retta della stella o SHA (angolo orario siderale) è l'angolo tra il meridiano celeste fondamentale e il cerchio orario che contiene la stella.

L'angolo orario locale LHA di a è la differnza tra GHA di P e l'ascensione retta SHA di a (alfa).

 

Stelle6.gif

 

Le coordinate orizzontali o altazimutali, cioè riferite alla posizione dell'osservatore e al suo orizzonte sono:

 

L'altezza H come prima definita, dirò meglio: Altezza H di un astro è l'arco verticale dell'astro compreso tra l'orizzonte e l'astro. E' la grandezza che si misura col sestante.

 

L'Azimut è la direzione verso cui l'osservatore rileva l'astro. O meglio è l'arco di orizzonte compreso tra il Nord e il punto dove la verticale dell'astro incontra l'orizzonte.

 

Il parallelo di altezza (giusto una curiosità) si chiama anche Almincantarat.

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4 - La retta di altezza e il punto determinativo

 

Abbiamo visto come si può calcolare la nostra latitudine con l'osservazione della Stella Polare o di qualunque altra stella in condizioni particolari (passaggio allo Zenit).

Questo però non ci basta.

Deve pur esserci un metodo per calcolare esattamente la nostra posizione (e non solo la latitudine).

Facciamo alcune osservazioni, ricordando quanto avevamo visto per il calcolo della latitudine con l'osservazione della Polare:

 

* Tutti gli osservatori che si trovano sul medesimo parallelo (e quindi alla stessa distanza dal Polo Nord) osservano la Stella Polare con la medesima altezza.

* Un osservatore che osservasse la Polare con un'altezza inferiore di 1 primo di grado ad un altro si troverebbe, rispetto a questo, ad una distanza dal Polo Nord superiore di un miglio marino (ricordando che per definizione il miglio marino equivale ad un primo di latitudine).

* Un osservatore che osservasse la Polare con un'altezza maggiore di 1 primo di grado ad un altro si troverebbe, rispetto a questo, ad una distanza dal Polo Nord inferiore di un miglio marino.

 

Diamo poi una prima definizione:

 

Si dice piede subastrale di un astro quel punto sulla superficie terrestre da cui passa la retta ideale che congiunge il centro della terra con l'astro.

 

Osserviamo subito che il piede subastrale della Stella Polare è proprio il Polo Nord.

 

Veniamo subito al sodo:

 

Se noi conoscessimo l'esatta posizione del piede subastrale di una qualsiasi stella, misurandone l'altezza potremmo individuare la nostra posizione disegnando un cerchio sulla superficie terrestre, distante ( 90°-H ) x 60 NM (un grado equivale a 60 primi e quindi 60 miglia marine) da questo punto.

Basterà una seconda osservazione di una seconda stella per individuare la nostra posizione quale intersezione dei due cerchi (in realtà le intersezioni sarebbero 2 ma una di queste sarebbe lontanissima dalla nostra posizione e quindi potremmo facilmente escluderla).

 

Purtroppo, però, per poter disegnare direttamente questi cerchi, dovremmo farlo su un mappamondo, e questo è senz'altro poco pratico.

 

Stelle8.gif

 

Ma, se noi consideriamo un punto qualsiasi, abbastanza vicino alla nostra posizione (un'idea più o meno di dove siamo ce l'avremo pure, no?), e ci calcoliamo quale dovrebbe essere l'altezza misurata osservando una certa stella da quel punto, confrontando questa altezza calcolata con quella realmente osservata, possiamo sapere quanto più o meno distanti dal punto subastrale siamo rispetto a questo punto (che da ora in poi chiameremo determinativo).

A questo punto ci basta sapere in che direzione è questo punto rispetto a noi.

 

ATTENZIONE : data la grande distanza tra noi e il punto determinativo (avremo cura di osservare stelle che abbiano un'altezza sull'orizzonte compresa tra i 30° e i 50°, che significano una distanza dal punto determinativo non inferiore a 2.400 NM), questa direzione è la stessa sia per noi che per tutti gli osservatori che sono nella stessa zona, il che equivale a poter disegnare quei famosi cerchi come rette perpendicolari alla direzione (Azimut) nella quale osserviamo la stella.

 

Noi ci troveremo su una retta distante tante miglia marine quanto sono i primi di grado di differenza tra l'altezza calcolata e quella osservata.

 

 

Facciamo un esempio pratico:

 

Se alle 10.00 del 12 Agosto 2001, utilizzando le Tavole delle Effemeridi, io ho calcolato che dal punto determinativo D io dovrei osservare la stella a con un Azimut di 040° e un'altezza di 35° 20' , mentre, a in quel medesimo istante, io (che sono nel punto O) osservo la stessa stella con un'altezza di 35° 12' (l'Azimut, ovviamente, è lo stesso), vuol dire che io mi trovo su una retta perpendicolare alla direzione 040° (e quindi orientata per 130°) e distante 8 NM (Nautical Miles, cioè Miglia Marine) da una retta a questa parallela che passi per il punto determinativo D.

 

Facile trovare il punto facendo l'intersezione tra questa e un'altra retta (ad esempio il parallelo di Latitudine, se come seconda stella utilizzo la Polare) ottenuta con l'osservazione di una seconda stella.

 

Stelle9.gif

 

Resta ancora da vedere come si fa a calcolare l'Altezza Calcolata Hc sul punto determinativo.

Esistono diversi tipi di tavole delle effemeridi, adatte all'uso per la navigazione marina quali le H.O. 214 o per quella aeronautica, H.O. 249.

Queste ultime sono più semplici da usare, in quanto basta conoscere la latitudine approssimata al valore intero e l'angolo orario locale, le tavole forniscono direttamente e senza alcun calcolo i valori dell'Altezza Calcolata Hc e dell'Azimut Zn.

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5 - Le tavole H.O. 249

 

Vediamo come usare le Sight Reduction Tables for Air Navigation (Selected Stars) edite dal Defense Mapping Agency - USA.

 

Queste tavole riportano su ogni pagina i valori dell'altezza calcolata per alcune stelle, scelte tra le più cospicue e ovviamente tra quelle visibili a quella latitudine e per quel particolare LHA (Angolo Orario Locale).

Queste stelle sono inoltre disposte in modo da formare angoli sufficientemente ampi da poter essere utilizzate per una triangolazione.

 

Stelle10.gif

 

Utilizzare la tavola è piuttosto semplice:

 

Innanzitutto ricordiamo che il punto determinativo per il quale vogliamo calcolare Hc lo scegliamo noi, e può essere ovunque, basta che sia più o meno dove pensiamo di essere. In pratica basta che sia sulla stessa cartina dove riteniamo poter essere localizzati.

Chi ha compilato le tavole ha quindi pensato di realizzarle per valori interi degli angoli di latitudine e di LHA, pertanto basterà che il nostro punto determinativo si trovi su un parallelo preciso (Lat. 45°00'00", cioè senza primi e secondi) e (e qui dovremo fare due conti) ad una longitudine tale da far si che il LHA che ci calcoleremo assuma anch'esso un valore intero.

 

Cosa è il LHA?

 

Il Local Horair Angle è l'angolo orario locale, cioé la distanza angolare tra noi e il famoso punto P(punto di ariete o punto g).

Per calcolarlo occorre trovare il GHA, cioè il Greenwich Horair Angle, la distanza angolare tra il meridiano di Greenwich e il punto P. Questo si misura in senso orario partendo dal meridiano dell'osservatore sino al cerchio orario di P, in questo modo al passare dl tempo (la Terra gira da W ad E ), il LHA aumenta. Una volta ottenuto il GHA, basterà sommare (o sottrarre se Long. W) la nostra longitudine e avremo l'angolo orario locale LHA.

 

In pratica si procede così:

 

Supponiamo di voler fare i conti per il giorno 12 Agosto 2001, alle ore 22.30 e più o meno nella zona di Genova (siamo intorno al valore di 9° di Long. E )

 

1. Sulla tavola a andiamo a cercare l'anno e il mese - Ad Agosto 2001 troviamo 309°40'.

2. Sulla tavola b cerchiamo il giorno (12) e l'ora (22) - troviamo il valore 201°11'.

 

Stelle11.gif

 

3 Sulla tavola c andiamo a trovare il valore che corrisponde a 30' e 00" - Leggiamo 7° 31'

 

stelle12.gif

 

Eseguiamo la somma dei valori trovati:

 

309° 40' +

201° 11' +

7° 31' =

517° 82'

 

Ovviamente semplifichiamo gli 82' che diventano 1° e 22' e tiriamo via un angolo giro (360°) ai 518° 22' che così diventano 158° 22'.

 

A questo valore dobbiamo aggiungere la longitudine del nostro punto determinativo (che era circa 9° E). Per far tornare i conti, scegliamo un punto di longitudine 8° 38' E, in questo modo finalmente LHA = 158°22' + 8° 38' = 167°

 

Con questo valore di LHA torniamo alle nostre tavole alla pagina relativa alla Lat. 44° Nord e non abbiamo che da scegliere la stella.

 

Ad es. per Polluce leggiamo Hc 46° 47' - Zn 266°

 

stelle13.gif

 

Hc è la nostra altezza calcolata e Zn è l'Azimut.

 

Come avrete notato, in tutte queste operazioni non abbiamo mai considerato (e le tavole non li riportano neppure), i secondi di grado e comunque le frazioni inferiori al primo.

Questo comporta necessariamente uno scadimento della precisione del calcolo, che così eseguito risulta approssimato di circa 10 NM. Questa precisione è in genere sufficiente per la navigazione aerea, mentre per la marina le esigenze sono diverse.

 

E' possibile salvare tutti gli appunti di navigazione astronomica in formato Microsoft Word 2000 in un solo file STELLE.ZIP

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Infine vi rimando ad un LINK molto interessante ai fini degli studi di quanto sopra.

 

500 euri sul mio conto prego :s03: :s03: :s03:

Quasi quasi faccio la proposta al Direttivo della fondazione dell'Accademia Navale Betasom!!! :s01:

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Visitatore Marcuzzo

Per chi volesse approfondire maggiormente l'argomento consiglio il libro "Navigazione Astronomica" di Aldo Nicoli, diffusissimo negli istituti nautici professionali; modernamente strutturato e di lettura facile e scorrevole, è di sicuro giovamento non solo a chi naviga "per mestiere", ma anche all'appassionato che voglia affinare le proprie conoscenze.

 

Formato: 24x17 cm

Pagine: 349

Prezzo: €19,00

Del Bianco Editore

 

EDT_B_88-900564-4-4.jpg

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Visitatore Marcuzzo

Hai ottimi testi, già a livello professionale. Purtroppo, chi si accosta a questo mondo per la prima volta, necessita di testi di chiara lettura, e personalmente ho trovato il testo di Nicoli perfettamente propedeutico al passaggio al Manuale dell'Ufficiale di Rotta.

La cosa più antipatica però è studiare in assenza di una persona preparata che ti dia le dovute basi!!! :s68:

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  • 2 weeks later...

La spiegazione di Marcuzzo merita sicuramente un plauso e per coloro che si vogliono accingere a fare il punto nave astronomico oltre alla spiegazioni teoriche hanno sicuramente bisogno di una buona pratica: sia per le esecuzioni dei calcoli dove un segno algebrico o un caso particolare può cambiare in parte lo svolgimento degli stessi, sia per la misurazione dell'altezza istrumentale che va fatta con molta professionalità.

Per quanto riguarda la mia esperenza personale mi permetto di raccontare un curioso episodio che mi è accaduto durante una classica Navigazione oceanica tra Gibilterra e Norfolk ( Stati Uniti ) ed è rivolta sopratutto a coloro che non credono più alla Navigazione Astronomica o meglio alla sua utilità in tempi così tecnologici : ero imbarcato in qualità di 1° ufficiale su una bulk carrier ( una nave adibita a carichi alla rinfusa ) per l'ccasione si andava negli Stati Uniti a caricare carbone fossile per le centrali ENEL per l'esattezza il carico previsto era di circa 50.000 tonnellate.

Ormai l'estate si era conclusa e mentre eravamo in navigazione, oltreppasate le isole Azzorre, una pertubazione Atlantica ci investì in pieno ed una serie di fulmini si abbattè sulla nostra unità danneggiando in modo irreparabile tutta la strumentazione elettronica per la navigazione di cui era dotata la nave rimanendo funzionante solo un radar: quindi niente satellitare, niente LORAN C, niente Radiogoniometro, niente che potesse in oceano darci la possibilità di determinare il punto nave per la prosecuzione della navigazione senza il pericolo di trovarsi parecchio lontani dalla rotta che ci avrebbe portati a Norfolk.

Forse anche io fino a quel giorno avevo sottovalutato la grande importanza che avrebbe avuto nella mia professione la Navigazione Astronomica e messomi all'opera con due osservazioni giornaliere di stelle durante i crepuscoli e con l'ausilio di osservazioni del Sole durante il giorno sono riuscito a portare la nave a destinazione con grande soddisfazione mia e degli altri Ufficiali che con me hanno collaborato a tutto ciò.

Quindi a tutti coloro che si affacciano a questo affascinante mondo della Navigazione Astronomica gli auguro di non demordere davanti alle prime difficoltà e che questo patrimonio deve essere conservato e tramandato insieme alla passione che vi deve accompagnare lungo questo cammino.

Non ho altresì dubbi che con l'inesauribile Marcuzzo avrete una spinta in più per imparare bene questa arte del Navigare, da parte mia rimango a disposizione per qualsiasi delucidazione in merito e ricordate che.. le stelle dicono sempre la Verità......

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Visitatore Marcuzzo

Ti ringrazio per il tuo prezioso intervento Apha Centauri. Purtroppo sono molti i navigatori, professionali compresi, che si affidano esclusivamente all'elettronica sottovalutando il calcolo del punto nave manuale. L'aneddoto che hai riportato è la prova tangibile che se l'elettronica viene a mancare determinate conoscenze sono indispensabili.

Grazie per la tua disponibilità!!! :s02:

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Un lavoro notevole,veramente! Grazie! Come si dice a Roma "mi hai tolto la sete col prosciutto" perciò,se a qualcuno può interessare ho trovato il libro di Aldo Nicoli qui www.libreriauniversitaria.it/c_html_page.php?name=home.htm e l'ho ordinato.

 

Buona notte

 

Marcovinicio

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La cosa si sta facendo davvero seria e molto.. ma direi molto interessante...

 

esistono dei programmi per PC per abituarsi ad osservare le stelle?

 

un mio amico riusciva a vedere sul PC quello che in quel momento era la volta stellare sopra di lui...

 

purtroppo ho perso il contatto.. se avete qualche dritta... grazie

 

e :s20: :s20: :s20: grande bel lavoro!!

 

fly37

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Visitatore Marcuzzo
La cosa si sta facendo davvero seria e molto.. ma direi molto interessante...

 

esistono dei programmi per PC per abituarsi ad osservare le stelle?

 

un mio amico riusciva a vedere sul PC quello che in quel momento era la volta stellare sopra di lui...

 

purtroppo ho perso il contatto.. se avete qualche dritta... grazie

 

e :s20: :s20: :s20: grande bel lavoro!!

 

fly37

 

Certo Fly, esiste un bellissimo programma chiamato Stellarium, di cui feci un post nel dicembre scorso. Ecco il LINK, e buon divertimento a tutti!!! :s02:

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Visitatore Marcuzzo
Grazie infinite... sei stupendo e la tua cooperazione mi manda subito "alle stelle"..

 

grazie

 

fly37

 

Grazie per lo stupendo, ma inizio a preoccuparmi... :s03: :s03: :s03:

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