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Le Palle Di Fuoco


marat

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Al punto diametralmente opposto della filosofia progettuale del Dragone c’è il Fireball.

La prima sta dritta perché ha un camion pieno di piombo sotto la chiglia, la seconda pesa tutta intera quanto la metà del proprio equipaggio e sta dritta per i miracoli che questo compie.

Per dare un’idea del rapporto peso/potenza di questi due esempi estremi, il Dragone ha una velatura di 27 mq. (oltre spy) che devono tirarsi dietro 1.700 (millesettecento) chili di barca; il Fireball ha una velatura di 14 mq. (oltre spy) che se te tirano poco più di 80 (ottanta).

Il Fireball venne pensato come nuova barca olimpica degli anni ’70, e fu progettato perché fosse costruibile da chiunque, in modo da allargare al massimo il numero dei paesi partecipanti, sino ad allora penalizzati (quelli poveri) dall’alto costo delle barche. Venne battuta alla scelta finale dal 470, barca di opposte logiche industriali costruita in regime di semimonopolio.

Resta un esempio geniale di una barca dalle prestazioni superlative assemblabile in qualsiasi garage e con strumenti elementari. E’ diffusa in tutti i paesi anglosassoni, in Giappone, in Francia, in Olanda, in Svizzera, nella Repubblica Ceca. In Italia ci sono state flotte importanti di costruzione amatoriale a Napoli e a Catania. Oggi che la costruzione amatoriale è quasi scomparsa ha diffusione localizzata in Lazio, Liguria e Piemonte.

Barca stretta, bassa, bagnata, scomoda, di difficile messa a punto, che suscita detestazione o amore incondizionato senza mezze misure, è in grado di regalare accelerazioni e spunti di velocità impressionanti per la sua dimensione, e sopporta equipaggi di peso e prestanza atletica molto diversi tra loro.

 

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Visitatore UPS2

Grazie C.te Marat, ancora una volta riesco a vedere le Vostre bellisime foto! ...Certo che i due signori della seconda foto non mi sembrano molto "impegnati" nell'esercizio velico... Pur essendo totalmente digiuno di cose "veliche", se quello che vedo è la dote richiesta, sarò certamente in grado di fare la mia parte!! :s03:

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Certo che i due signori della seconda foto non mi sembrano molto "impegnati" nell'esercizio velico... Pur essendo totalmente digiuno di cose "veliche", se quello che vedo è la dote richiesta, sarò certamente in grado di fare la mia parte!! :s03:

 

 

Il guaio della vela é proprio questo.

Se il vento non c'é sembra che sia uno sport da buontemponi.

Se di vento ce n'é troppo, e tu senti che ti manca il fiato e avverti che hai gli ultimi spiccioli di energia, non puoi fare niente. Non puoi spegnere il motore, non puoi sollevare il piede dall'acceleratore, no puoi far calare i giri, non puoi buttarti per terra, non puoi alzare la mano e dire basta, non puoi fare nessuna maledetta cosa che ti permetta di tirare il fiato. E' esattamente questo il motivo per cui sono persuaso che, fatto da ragazzi, sia uno sport che ti forma il carattere come nessun altro.

Modificato da marat
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Comincia a raccontare, la cosa mi interessa :s02:

 

 

Un paio te le racconterò.

Il concetto delle ossa rotte però è abbastanza semplice da capire. La vela da regata in aque protette (quella d'altura é un'altra cosa, e, elettronica a parte, può essere paragonata a quella dei tempi eroici) si divide fra quella su barche grandi oppure a chiglia e quella che si fa sulle derive acrobatiche.

Quella che si fa sulle barche grandi, o su quelle piccole ma a chiglia fissa, sul piano fisico é pesante solo relativamente. E' chiaro che se devi recuperare centinaia di metri quadri di vela (vedi Coppa America) non ti diverti, e se devi lavorare ai verricelli devi avere centinaia di ore di palestra alle spalle. Ma sono momenti in una regata, non é un lavoro continuo.

Sulle derive acrobatiche é invece il tuo peso che impedisce alla barca di rovesciarsi. E tu questo lavoro lo fai o al "trapezio", i piedi sul bordo e il corpo appeso fuori bordo ad un cavo d'acciaio che sta aggangiato ad un imbrago tipo paracadutista dentro il quale stai infilato; o con i piedi infilati sotto una cinghia, il sedere appoggiato al bordo esterno e il tronco in fuori che si regge lavorando esclusivamente di addominali. Le due posizioni non sono a scelta, e sono dettate dal regolamento di ogni singola barca.

Ora considera che delle due quella molto più massacrante é la seconda, perchè puoi stare ore appeso agli addominali senza un secondo di requie. Considera che ad ogni momento l'intensità del vento e il passaggio sull'onda variano la componente di raddrizzamento che devi applicare, e che tu ... non puoi sbagliare, se non vuoi metterti la barca per cappello. Considera infine che sul Fireball, dove ho regatato per una quindicina d'anni, devi fare questo lavoro da galera veneta in un pozzetto pieno di spigoli, così poco profondo che quando ci stai seduto comodamente perchè non c'è vento ti raccogli le ginocchia in bocca, e dove quando cambi mure ti vai ad ammagliare come un tonno in una selva di cime, bozzelli e paranchi. Ce n'é da maledire il progettista per il resto dei suoi giorni.

Modificato da marat
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... E' per questo che ho una sconfinata ammirazione per chi va in Vela ed io ne sono rimasto assolutamente profano! :s01:

 

Guarda che la vela ha anche una cosa che altri sport non hanno. Hai sempre la possibilità di far fare a chi é più giovane di te il lavoro sporco. Basta solo evitare le derive arobatiche, ma si può fare agonismo anche su barche piccole e cominciando anche alla nostra età. Qualche Olimpiade fa il timoniere della Star delle Bahamas aveva la tenera età di settanta anni: aveva risolto portandosi un prodiere che di anni ne aveva venticinque. Quindi dacci dentro, che mica abiti a Courmayeur......

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Visitatore UPS2

Non è per tirarmene "vigliaccamente" fuori (... o forse sì? :s02: ), ma ho diversi prolemini da risolvere, primo fra tutti una perniciosa ernia del disco che metto già a dura prova con lo scooter... Non parliamo poi di trovare qualcuno che mi "rimorchi" in mare! :s03:

Grazie per la "stima" e per la "sferazata", ma forse è meglio che resti a guardare le tue bellisime foto!

Michele2 (se mi è concesso)

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Non è per tirarmene "vigliaccamente" fuori (... o forse sì? :s02: ), ma ho diversi prolemini da risolvere, primo fra tutti una perniciosa ernia del disco che metto già a dura prova con lo scooter... Non parliamo poi di trovare qualcuno che mi "rimorchi" in mare! :s03:

Grazie per la "stima" e per la "sferazata", ma forse è meglio che resti a guardare le tue bellisime foto!

Michele2 (se mi è concesso)

 

Così, nell'ordine che viene:

- Anche io ho la mia fedele ernia del disco. Ma l'ho usata al contrario: come pretesto per non andare in motorino. In barca non c'è stata una sola volta che mi sia ricordato di averla. Anzi, ci sono state volte che sono salito con il mal di schiena e sono sceso dritto come un fuso.

 

- Ho cercato (e trovato) scuse molto più infami dell'ernia per non andare in barca: "non ho tempo, stare appresso alla barca mi stressa, le domeniche le devo dedicare al circolo o alla federazione". Risultato: guardo gli altri esattamente come te, e con mille giustificazioni in meno di te.

 

- Trova il modo, inventati qualcosa, ma vai in barca. Nessuno dice che devi andare a fare l'equilibrista: vai su una barca tranquilla. Ti renderai conto che, sul volgere degli anni nostri, é una straordinaria terapia per lo spirito.

 

Con amicizia

Da Michele3 a Michele2

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Visitatore UPS2

Pleonastico riconoscere la verità in ciò che dici; come "velatamente" accennato è chiaro che ho accampato pretesti!

Qualche anno fa (... molti anni fa!) c'era un mio amico che andava in Laser, forse avrei dovuto fare il primo passo allora.

E sono consapevole che una sana attività marinara non potrebbe che giovarmi, ... ma tant'è!

Ricambio i sentimenti espressi,

Michele 2

 

P.S.: perchè Michele 3? Io sono 2 perchè (per me) tu sei 1 !! :s01:

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