Visitatore Salvatore Todaro Inviato 25 Marzo, 2008 Segnala Share Inviato 25 Marzo, 2008 (modificato) ecco alcune opere gestite dai vostri colleghi Marinai durante la guerra questa è la batteria della Milmart (Milizia marittima d'artiglieria, erede delle Milizia di art da costa), Margottini in ricordo del C.V. Carlo Margottini, Oro al VM alla memoria - 4 pezzi scudati in barbetta da 152-50 con ricoveri munizioni ipogeici la batteria situaata a Capo Alì (ME), chiudeva l'accesso sud dello stretto di Messina interfacciata dalla batteria Conteduca di Pellaro (RC) di pari potenza per capire quanto fosse imponente un'installazione per 152 altra postazione Milmart, obice da 305 in installazione a pozzo (circonferenza circa 20 m), siamo sempre a sud dello stretto altra batteria costiera MS 724 in zona Campo Italia, con direzione tiro. (accesso nord dello stretto) ricordo che la piazza Messina / Reggio era autonoma, quindi riguardo la difesa, dotata di personale della MM osservatorio di batteria costiera, detto anche telegoniometro altra batteria costiera antisbarco in zona Capo Peloro, notare il simbolo Milmart, ed il motto credere obbedire combattere, presente in quanto la Mimart faceva pate della MVSN- Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale stazione semaforica Spuria, oggi è presente un radar dela Marina (sistema VTS) Modificato 25 Marzo, 2008 da Salvatore Todaro Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
malaspina* Inviato 25 Marzo, 2008 Segnala Share Inviato 25 Marzo, 2008 Grazie belle foto ed interessanti notizie. M'immagino che la batteria sia dotata anche di sotterranei, sono accessibili? Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Visitatore Salvatore Todaro Inviato 25 Marzo, 2008 Segnala Share Inviato 25 Marzo, 2008 (modificato) si la prima batteria si, ricoveri munizioni ipogeici non tanto grandi, i locali sono molto accessibili dato che la batteria versa in stato di abbandono. (ancora si può vedere qulche scritta dell'epoca inneggiante al motto della Milmart (d'acciaio i cuori come i cannoni) ecc le altre batterie hanno solo le riservette di pronto impiego nei vani attorno la piazzola, come si può ben vedere Modificato 25 Marzo, 2008 da Salvatore Todaro Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Odisseo Inviato 25 Marzo, 2008 Segnala Share Inviato 25 Marzo, 2008 :s68: Abito in mezzo a tutto il sistema dei forti umbertini e delle batterie costiere che si posono vedere nel bel servizio di S. Todaro ... e non sono mai riuscito a trovare il tempo di visitarli. :s68: Grazie per il reportage :s20: . Saluti. Odisseo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Visitatore Salvatore Todaro Inviato 25 Marzo, 2008 Segnala Share Inviato 25 Marzo, 2008 (modificato) quando vuoi fammelo sapere!!!! il nostro Fam fronte a mare (circa 15 batterie antinave e antisbarco, esistenti e nn + esistenti,+ opere accessorie) e Fat fronte a terra (circa40 bunker + opere accessorie), sono ricchissimi di opere, molto + che in altre parti, ma come sempre abbandonate o valorizzate pochissimo. diciamo pure che nn frega niente a nessuno. e poi anche gli erroneamente detti " forti "umbertini, nn sono altro che batterie costiere di fine 800 facenti parte di un sistema antivansivo di artiglieria da costa da 149 o 280 mm in barbetta a tiro diretto, anche le opere + antiche futono armate con questi pezzi, vedi il tamburo quadrangolare 800esco che circonda la torre di Capo Peloro, che tu conosci di certo, così come il castello del SS Salvatore approfitto anche per pubblicizzare un'altra opere di difesa costiera purtroppo in abbandono. si tratta della torre del tipo "Martello" risalente a inizi 19 sec, sembra un secchiello capovolto ma in realtà e una torre costiera armata con un pezzo di artglieria ad avancarica in barbetta. ecco brevemente le mie considerazioni tecniche questa particolare opera militare risale ad epoche piuttosto recenti, essendo probabilmente stata edificata dagli Inglesi attorno al 1805 -1810, i quali in seguito ad alcuni attacchi navali contro alcune coste della Corsica, difese da piccole torri costiere francesi, si accorsero che tali strutture erano molto ben resistenti alle palle di cannone. Decisero perciò di adottare quel modello di torre costiera nonostante per essi ed in generale fosse già da molto tempo sorpassata in quanto non rientrava più fra le fortificazioni tradizionali ed efficienti. Iniziò così a prendere piede l’edificazione delle Martello Towers. Il nome era forse originato dall’impiego universale, oppure dallo storpiamento del nome della prima torre francese che fu oggetto dell’attacco o del conseguente riadattamento Inglese, ovvero torre delle Mortelle. L’appellativo di torre martello ebbe successo e da quel momento si estese a tutte le torri costiere. L’edificazione delle torri iniziò dal 1804 in tutta Europa, sino a diventare la fortificazione basilare del piano di difesa costiera britannico. Di esse una mezza dozzina fu edificata in Sicilia, a Messina oltre questa ne esisteva una seconda andata persa come altre due a Milazzo. Dal punto di vista tecnico-costruttivo, la torre Mazzone che era in grado di ospitare una ventina di uomini, presenta una pianta circolare ed una forma identica ad un secchio rovesciato. In pratica un tozzo tronco di cono privo di qualsiasi sporto. Al piano di campagna la torre non supera il diametro di 15 - 20 di metri per 10 metri d’altezza distribuiti in tre piani di cui uno ipogeo e l’ultimo dotato di unica piazzola per cannone.Notevole lo spessore murario che varia dai 4 m della base ai quasi 2 del parapetto, caratteristiche che insieme alla scarpatura dei muri ed alla tondità dell’ estradosso della torre, conferivano alla struttura la capacità di assorbire e neutralizzare l’ impatto dei colpi delle artiglierie nemiche deviandoli. La torre era inoltre capace di assorbire i contraccolpi prodotti dal tiro delle proprie artiglierie, scaricandone gli effetti sul robusto pilastro centrale, tramite un apposito sottoaffusto. La nota distintiva di questa torre è appunto il suddetto pilastro, perfettamente cilindrico e coincidente con l’asse verticale della stessa, che oltre quello di supporto della struttura aveva il compito si sostenere il perno di brandeggio del cannone. L’ingresso della torre orientato verso terra era un tempo accessibile mediante una scaletta volante retrattile. Il piano intermedio che era quello destinato alla logistica (cucine –armi- riscaldamento –dormitorio ecc è dotato di prese d’aria e luce utili per il ricambio d’aria e l’illuminazione, ed un’unica finestra. L’approvvigionamento idrico era assicurato da un condotto verticale che consentiva di attingere l’acqua potabile nella cisterna realizzata nel sottostante locale ipogeo, che a sua volta era utilizzato come deposito viveri e munizioni.L’ultimo piano scoperto si raggiunge tramite una stretta scala curva, ricavata nello spessore del muro, esso era concepito per il posizionamento di un cannone da 24 libbre in barbetta pesante circa 2.500 kg (in alternativa montava il 32 libre di 3000 chili) e capace di scagliare palle di quasi 12 kg ad una distanza massima di qualche migliaio di metri. Il pezzo era brandeggiabile a 360° e protetto dal parapetto alto circa 2 metri (dal quale potevano essere utilizzate armi portatili grazie ad una banchina) sovrastato solo dalla volata del cannone incavalcato su affusto navale a cassa modificato, con due ruote anteriori ed una slitta a frizione al posto di quelle posteriori. l’affusto poggiava su un paio di robusti travi paralleli, fungenti da rotaie e montanti verso il centro della torre sopportati a entrambe le estremità da due coppie di rotelle trasversali di ferro che scorrevano su apposite piste anulari destinate al brandeggio del pezzo. Di esse la prima stava fissata appena al di sotto del parapetto, mentre la seconda, molto più piccola, in testa allo sporto del pilastro. Una leggera spinta bastava perciò a far girare il pesante cannone in ogni direzione. La reazione retrograda provocata dallo sparo provocava la risalita dell’affusto sul sott’affusto, la cui notevole pendenza unitamente alla resistenza della slitta dell’affusto ne fermava la corsa. Una cremagliera sulla quale si impegnavano dei nottolini di arresto bloccava il cannone al massimo del rinculo, impedendogli di ridiscendere nella posizione iniziale. Era possibile perciò caricarlo in piena sicurezza completamente defilati dal massiccio parapetto. Una sottostante banchina. Tale sistema di affustamento era piuttosto ingegnoso e in un certo qual modo precursore dei sistemi di posizionamento, rinculo e brandeggio utilizzati verso la fine del 19° secolo ed oltre. A differenza di altre tipologia di torri costiere e fortificazioni varie più antiche, dotate di strumenti di autodifesa ravvicinata, nelle torri Martello ad eccezione di rudimentali spalti realizzati accatastando il terreno di riporto del fossato, non esiste alcun accorgimento utile a tale scopo. Non vi è infatti nessun sistema di difesa aggettante, ficcante o radente come piombatoie, feritoie verticali (quelle esistenti sono più che altro delle prese d’aria e luce), o bertesche ecc. Il fatto di non poter colpire eventuali incursori arrivati fin sotto la torre, (ciò anche a causa della pianta circolare che ne impediva l’ individuazione) lascia dedurre che la progettazione di tali fortificazioni, peraltro dotate di potenti artiglierie montate su agili affusti, era studiata e concepita esclusivamente allo scopo di combattere a distanza contro navi nemiche evitandone l’avvicinamento alla costa. le sforacchiature presenti sono dovute ai mitragliamenti e scheggimaneti provocati dafli aerei angloamericani nel secondo conflitto mondiale. infatti la spiaggia in sui sorge la torre, fu una di quelle utulizzate dalle truppe italotedesche durante l'operazione lehrgang, ovvero le attività di disimpegno dell'esercito dell'asse dalla siclia alla calabria, a partire già dal luglio 43 Modificato 25 Marzo, 2008 da Salvatore Todaro Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
walter leotta Inviato 28 Maggio, 2008 Segnala Share Inviato 28 Maggio, 2008 mi ero perso il topic- grazie mille per le informazioni e le immagini Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Visitatore Salvatore Todaro Inviato 30 Maggio, 2008 Segnala Share Inviato 30 Maggio, 2008 figurati, ma quello che vedi è niente, ti assicuro Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
walter leotta Inviato 30 Maggio, 2008 Segnala Share Inviato 30 Maggio, 2008 approfitto della tua gentilezza domanda, anzi domande... ma a Catania, paese d'origine dei miei, il museo dello sbarco è aperto, funzionante operativo? mentre quello della piazzaforte di Augusta ha riaperto i battenti? walter Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Visitatore Salvatore Todaro Inviato 30 Maggio, 2008 Segnala Share Inviato 30 Maggio, 2008 a Catania è aperto tutti i giorni tranne la domenica mi pare, ti consiglio di andare,merita davvero, c'è un sacco di roba anche inerente la Marina. Qullo di Augusta mi pare di no ,ma nn ne sono sicuro, puoi chiedere qui http://www.impavidus.it/ Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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