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Strategie A Tutto Risparmio


Visitatore Marcuzzo

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Si è concluso con un successo (in termini di risparmio) a fine gennaio scorso il viaggio inaugurale della portacontainer Ms Beluga Sky Sails, salpata dalla Germania verso il Venezuela. La nave, che al tradizionale metodo di propulsione a motore affianca la vela, è approdata nel porto di Amburgo. Grazie alla forza del vento, nella sua lunga traversata oceanica la “Beluga” ha risparmiato il 20% del carburante, ovvero 1.550 euro al giorno. Il sistema innovativo cui si è ricorsi consiste in un enorme kite (via di mezzo tra aquilone e paracadute) grande come un campo di calcio, collegato alla nave tramite un cavo e gestito da un computer di bordo, così da sfruttare i venti d’alta quota. La società costruttrice sostiene che la nuova tecnologia potrà essere applicata anche a superyachts e pescherecci. Di fronte all’impennata dei prezzi del petrolio, si cerca di correre ai ripari: la voce carburante incide fino al 60% sulle spese di una compagnia di navigazione. C’è chi prende drastici provvedimenti riducendo la velocità delle navi, come hanno già fatto le maggiori compagnie di trasporto container del mondo, tra cui la giapponese Nyk, Maersk e tre compagnie della The New World Alliance. Lo scorso dicembre, presso la Far Eastern Freight Conference, che riunisce le compagnie container operanti tra Asia ed Europa, è stato calcolato che, passando da 24 a 21 nodi di velocità, si arriva a un risparmio del 30% sui costi sul carburante.

 

Questa percentuale rimarrebbe ferma tenendo conto che, per mantenere lo stesso livello di servizio, occorrerebbe aggiungere una nave ad ogni rotazione. La proposta è stata accolta con favore e il numero delle navi che fanno la spola tra Asia ed Europa è stato subito incrementato.

Il presidente della Nippon Yusen Kaisha, gruppo armatoriale che conta 740 unità, oltre che maggiore compagnia giapponese nel settore container, ha detto che il prezzo del bunker è cresciuto in 5 anni da 164 dollari per tonnellata a 500; secondo le stime del manager in un solo giorno una portacontainer consuma 200 tonnellate di combustibile, ovvero 100.000 dollari quotidiani. Le conclusioni sono d’obbligo:

meglio diminuire la velocità, fare aspettare qualche giorno in più i clienti, piuttosto che ridurre i bilanci in rosso. Il presidente della NYK ha

annunciato che il gruppo armatoriale da lui presieduto, insieme all’affiliata Monohakobi Technology Institute e la società navalmeccanica Tsuneishi Holdings Corporation, avrebbe messo a punto “MT-Fast” un nuovo sistema per ridurre il consumo di fuel delle navi fino al 4%. Si tratterebbe di un dispositivo da installare sullo scafo subito prima dell’elica, che regolando il flusso d’acqua intorno ad essa, ne migliorerebbe

le prestazioni.

Intanto il 28 febbraio scorso a Bruxelles è stata presentata “Victoria”, la nave più “pulita” del mondo, di proprietà del gruppo petrolifero BP.

 

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Tratto da "Vita e Mare" 1/2008

Modificato da Marcuzzo
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...mmmm a me nn piacciono...

Poco affidabili poco pratiche siamo ritornati alla vela!! :s14: :s14:

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