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La Barca In Vetroresina


Visitatore Marcuzzo

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Buona parte delle unità da diporto sono costruite in vetroresina. La costruzione avviene per stampi e controstampi su cui vengono stratificati la resina e il supporto. Il primo strato, che nella barca finita è la superficie dello scafo, si chiama gel-coat ed è pigmentato. La sua levigatezza gli deriva dallo stampo su cui è appoggiato che viene cosparso dì cera o altri materiali che ne permettono il distacco. Quando lo scafo è completamente solidificato è dunque già colorato e perfettamente liscio. Questo meraviglioso prodotto, che ha consentito all'industria nautica di espandersi rapidamente, ha mostrato di avere anche qualche difetto, tra cui la permeabilità, cioè l'assorbimento, dell'acqua, che, seppure inferiore al legno, comporta nella stragrande maggioranza dei casi, risultati negativi maggiori, l’osmosi.

 

La protezione e la pulizia dello scafo

 

L’imbarcazione in secco è opportuno porla al riparo da eventuali acquazzoni e dall’umidità della notte. Il rimessaggio in un capannone ben attrezzato è la condizione più idonea. Puliremo accuratamente la barca, facendo un lavaggio energico e l’asciugheremo perfettamente (per evitare che possibili crepature all'interno, non forniscano l'umidità che stiamo combattendo). Si procede alla completa asportazione dell’antivegetativo e del gel-coat dalla carena, avendo cura, nelle zone sospette, di essere maggiormente energici. Questo può essere fatto con vari metodi che vanno dalla sabbiatura alla discatura con moletta, all’uso di una carteggiatrice orbitale usando una grana molto grossa di carta o meglio ancora dì una carteggiatrice a carroarmato, dove il nastro di carta ha una azione volvente di grande efficacia e di ottimo risultato finale. La grana della carta, sia per l’orbitale che per il carroarmato, sarà di 50, ma per il tipo di lavoro che fanno, la superficie trattata avrà una levigatezza maggiore di quanto dice il numero stesso della carta. Con un po’ di manualità e pazienza si ottengo risultati decisamente buoni e in tempi estremamente ridotti.

 

Preparazione della superficie

 

Le bolle, i rigonfiamenti dell'osmosi, saranno aperti al fine dì liberare anche l'eventuale ristagno di acqua all'interno, e puliti, ingrandendoli fino ad avere la sicurezza che tutta la parte cariata sia completamente asportata e si vada a trovare nuovamente, sui bordi del cratere, la perfetta consistenza della laminazione. Faremo un buon lavaggio, possibilmente con acqua calda a pressione, per portare via tutte le impurità dei residui dell'osmosi e la polvere del lavoro fatto. Il lavaggio è estremamente importante sia in questa fase iniziale che dopo alla fine della deumidificazione. Il liquido che si è formato all’interno della stratificazione si scioglie solo con acqua e allora tutta l’energia della pressione e dell’insistenza con cui operiamo ci assicura dì sciogliere anche quelle cristallizzazioni che si possono essere formate. E' importante notare che i solventi siano essi aggressivi o blandi, non hanno nessuna efficacia per la pulitura. Non disponendo di idropulitrice a caldo, un secchio, una spugna e una manichetta, lavorano altrettanto bene, ma sarà necessariamente più laborioso.

 

Trattamento antialga

 

La lunga permanenza in acqua dell’imbarcazione, provoca sullo scafo la formazione di incrostazioni di carattere vegetale, che a lungo andare tolgono velocità alla barca a causa dell’aumento dell’attrito dello scafo sulla superficie dell’acqua. Sarebbe buona norma pulire lo scafo di volta in volta ci si accorge della presenza d’eccessiva incrostazione, mettendo in secco la barca e pulendola con un idrogetto ad alta pressione, ma ovviamente molto spesso manca il tempo di farlo. In questo caso si può ovviare all’inconveniente, applicando in maniera uniforme su tutta la superficie che resta immersa in acqua, un buon antivegetativo. Questo prodotto, che si presenta come una vernice, una volta applicato non permette la formazione d’alghe ed incrostazioni vegetali per almeno un anno, poi ovviamente bisognerà ravvivare la sua protezione, con una nuova mano di prodotto.

 

Tratto da Grupposiluro.it

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