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Gli Uomini Della Kriegsmarine


steeljackal

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Tra il 1939 e il 1945 circa 1.5 milioni di uomini hanno servito nella Kriegsmarine. Di questi, più di 65,000 persero la vita, più di 105,000 furono dispersi e oltre 21,000 i feriti. Al termine della guerra nel Maggio 1945, a malapena la Kriegsmarine sopravvisse. Solo due considerevoli corazzate erano ancora operative. Il resto della flotta era andato perso in mare, distrutto nei porti, o affondato dagli stessi equipaggi.

Sempre meno vascelli erano disponibili, uomini reclutati e addestrati a combattere per mare ricevettero un’arma e fu loro ordinato di combattere una battaglia per terra. Questi uomini hanno avuto un ruolo critico nel corso del conflitto, servendo lungo il vallo atlantico, in unità antiaeree e di artiglieria in tutta l’Europa, come marinai, ingegneri, tecnici, e addetti alle comunicazioni.

 

Dei 40,600 che hanno servito sugli U-boot, 30,246 furono i morti e i dispersi, e oltre 5,000 i prigionieri.

Gli equipaggi degli U-boot erano temuti e considerati altamente pericolosi dagli alleati (fama dovuta alla propaganda e al mito che li avvolgeva) e per questo furono rilasciati solo dopo periodi di detenzione più lunghi rispetto gli altri marinai, soldati e aviatori tedeschi. Alcuni erano ancora in prigionia nel 1948, anche dopo che molti dei noti prigionieri ex membri delle SS furono rilasciati.

Gli uomini che hanno servito sugli U-boot erano per lo più volontari e molto giovani. Hanno sopportato condizioni atroci, confinati in spazi ristretti, in un umido e scuro ambiente per settimane. Hanno viaggiato in ogni angolo del Globo, dall'Artico al Sud Atlantico e fino al Pacifico. Hanno respirato aria impura, umida e a volte tossica, dormito e lavorato nello stesso sporco, indossato per giorni gli stessi fracidi abiti. Mangiato cibo ammuffito e generalmente con condizioni di salute che peggioravano nel corso delle pattuglie. L'effetto psicologico che tutto questo aveva su un individuo, sommato alla costante tensione e paura dovuta alla propria vulnerabilità in battaglia, attendendo la prossima detonazione sotto attacco con cariche di profondità, portava gli uomini a lasiare il porto per la pattuglia senza speranza di farne ritorno.

 

Nel corso del conflitto con lo sviluppo della tecnologia Alleata, la paura divenne realtà, molti U-boot furono affondati mentre lasciavano i porti o poco dopo. Molti di questi a causa dell'inesperienza degli equipaggi. Molti veterani erano deceduti in battaglia o promossi a ranghi elevati. Molti morirono in orribili e terribili circostanze. Cacciati e distrutti in gelide acque, trovando la morte lontano da casa, sepolti nei loro U-boot inabissandosi lentamente verso il fondale, attendendo che cedesse lo scafo, che la fredda acqua salata riempisse il battello, o che finisse l'aria.

 

Tuttavia gli U-boot arrivarono vicini a vincere la battaglia dell'Atlantico. Persero la guerra forse anche per causa della propaganda che venne fatta fin dall'inizio. Una propaganda così efficace, che in molti ci credettero, e percepivano l'Ubootwaffe come killer assetata di sangue che silurava navi ospedale e riservava raffiche di mitra ai superstiti sulle scialuppe di salvataggio. In realtà l'Ubootwaffe combatté una guerra pulita al pari delle controparti Alleate. Molti marinai alleati sonno sopravvissuti alla guerra grazie al coraggio, alla determinazione e all'onore che gli equipaggi degli U-boot hanno dimostrato di fronte al nemico. Questo comprende il salvataggio di centinaia di sopravvissuti di una nave attaccata, sotto l'attacco dell'aviazione alleata. Inviando coordinate di vascelli danneggiati, rischiando di rivelare la posizione del sommergibile, per il soccorso dei sopravvissuti. Ci sono molte storie relative a incidenti di vario tipo, ma solo una vera, riguardante ufficiali brutali che hanno fatto mitragliare scialuppe di salvataggio. Questi a fine conflitto furono incriminati e fucilati per i loro crimini.

 

Sfortunatamente quest'ultime sono le immagini che si sono impresse nelle menti delle persone. La grande maggioranza dei membri della Marina, non erano membri del partito Nazional Fascista, ma normali marinai che passavano lunghi periodi lontani dalla terra ferma e dalla politica, che pensavano a fare bene il loro dovere e alle donne che avevano lasciato.

Modificato da steeljackal
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grazie steel, una bella testimonianza che fà il verso a U96 e rispecchia quanto mi hanno raccontato sugli equipaggi tedeschi. d'altronde lo stesso Doenitz non è che amasse Hitler.

 

E' una tesi che si ripete spesso su questo (e altri) forum: la storia la fanno i vincitori ...

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