Vai al contenuto

Articolo Da "storia Militare" Mese Gennaio


Alagi

Messaggi raccomandati

  • Risposte 111
  • Created
  • Ultima Risposta

Top Posters In This Topic

La Graf Spee aveva una protezione verticale di appena 80 mm pertanto i cannoni inglesi da 152 e 203 mm potevano fare male , molto male ad una corazza cosi' leggera mentre le 2 " corazzate " italiane avevano scarse possibilita' di infliggere danni seri alle 3 corazzate inglesi

 

Potevano far male ma non fecero la bua. Invece la Spee fece tanta bua alle navi inglesi. A tenere "imbottigliata" la Craf Spee c'erano solo gli incrociatori leggeri HMS Ajax ed HMNZS Achilles, ambe due danneggiati. La nave tedesca non aveva subito tutti questi danni.

 

Il virgolettato sulle corazzate italiane è alquanto strano. Intanto la Royal Sovereign era un pezzo da museo della Prima Guerra mondiale. Inoltre la divisione degli incrociatori italiana era li a prendersi il sole. La guerra si fa con quello che si ha e raramente con quello che si vorrebbe. Sicuramente gli inglesi al posto della vecchia Royal Sovereign avrebbero preferito avere una Vanguard. Ma quello avevano e quello mandavano. Sicuramente al posto della Warspite avrebbero preferito una divisione di KGV. Sicuramente ancora masticavano amaro e volevano torturare lentamente i responsabili della cancellazione delle G3 ed N3 ed i geni che avevano rallentato lo sviluppo della FAA. Ma mandarono avanti le vecchie Warspite, Malaya (veterane dello Jutland ove avevano incassato tutto ed il contrario di tutto) e la vetusa Royal Sovereign.

Sul discorso dei danni seri, come ho detto prima la KGV scaricò l'inferno sulla Bismark ma non l'affondo. Non aveva abbastanza mordente. Ma la rese buona per essere silurata (od autoaffondanta scegli te la versione). Bastava provarci.

Link al commento
Condividi su altri siti

Visitatore Mattesini

Per rispondere a brin, riporto dalla bozza del mio libro, in preparazione, sulla Battaglia di Creta, quanto segue:

 

"Alle 13.12 [del 22 maggio 1941] il contrammiraglio Rawlings, sulla "Warspite", vide verso levante gli scoppi delle granate dei cannoni contraerei degli incrociatori della Forza B, che si stavano difendendo da un attacco di bombardieri in picchiata Ju 87 del 2° Stormo Stuka, e venti minuti più tardi si verificò contro la Forza A1 un attacco di due cacciabombardieri Bf 109 della 8^ Squadriglia del 3° Gruppo del 77° Stormo Caccia (8/JG.77), pilotati dai tenenti Wolf-Dietrich Huy e Kurt Ubben. I velivoli tedeschi, sbucanti da una nube solitaria, diressero contro la Warspite, e il tenente Huy, la colpi sul fianco destro, presso il fumaiolo, con la sua bomba da 250 chili che, centrando la zona dei cannoni da 152 e dei 102 mm, e distruggendo la 4^ e la 6^ batteria, mise fuori combattimento metà dei pezzi contraerei della nave da battaglia e danneggiò il locale caldaie n. 3, che per il fumo dovette essere evacuato. Trentuno uomini dell’equipaggio rimasero uccisi e altri ventiquattro furono feriti.

Il successo conseguito dal tenete Huy costituì un colpo durissimo per la corazzata, in quanto la "Warspite" – che nella notte sul 24 giugno 1941 sarebbe stata nuovamente colpita ad Alessandria da una bomba da 1.000 chili sganciata durante un attacco di venticinque velivolo Ju. 88 del I e II./LG.1 – rimase fuori combattimento per ben sette mesi.

La "Warspite" fu anche attaccata da alcuni Bf 110 del 1° Gruppo del 26° Stormo Distruttore (I./ZG.26), uno dei quali, della Squadriglia Comando (Stab/ZG.26) con ai comandi il tenente Fritz von Wuthenau’s, fu abbattuto.

E’ da osservare che, per la lontananza degli aeroporti in Egitto, nessun aereo da caccia della R.A.F. e della F.A.A. si trovava sul cielo delle navi al momento dell’attacco tedesco, e anche dopo. Infatti, per la loro limitata autonomia, i caccia britannici sarebbero stati assenti sul cielo della flotta durante tutta la giornata, e ciò contribuì indubbiamente a facilitare i successi della Luftwaffe."

Modificato da Mattesini
Link al commento
Condividi su altri siti

Visitatore Mattesini

L'impressione che ne traggo è che siamo difronte alla solita scusa che tenta di spiegare il totale fallimento delle unità maggiori della Regia Marina.

 

____________________________

 

Sono convinto anche io che lo scopo di diramare, sulla battaglia di Punta Stilo, nuovi elementi forniti da taluni documenti britannici, sia una scusante per dimostrare la presunta bontà del tiro italiano. Pertanto la mia interpretazione dell'episodio, trattato da Storia Militare e discusso in questa sede, corrisponde esattamente a quella a cui è arrivato Albion of Avalon.

Link al commento
Condividi su altri siti

.

 

Il virgolettato sulle corazzate italiane è alquanto strano. Intanto la Royal Sovereign era un pezzo da museo della Prima Guerra mondiale. Inoltre la divisione degli incrociatori italiana era li a prendersi il sole. La guerra si fa con quello che si ha e raramente con quello che si vorrebbe. Sicuramente gli inglesi al posto della vecchia Royal Sovereign avrebbero preferito avere una Vanguard. Ma quello avevano e quello mandavano. Sicuramente al posto della Warspite avrebbero preferito una divisione di KGV. Sicuramente ancora masticavano amaro e volevano torturare lentamente i responsabili della cancellazione delle G3 ed N3 ed i geni che avevano rallentato lo sviluppo della FAA. .

 

La guerra si fa con quello che si ha :s10: ma qui non siamo in guerra , stiamo semplicemente parlando :s20:

Detto cio' è vero che la Royal Sovereign era una corazzata della prima guerra mondiale ma le Cavour / Cesare che erano ?

Dreadnought della " prima generazione " ( nel senso di quelle con pezzi da 305 ) rimodernate ma pur sempre con armamento e corazzatura inferiori persino alla vecchia Royal Sovereign !

Dire che erano inferiori alle corazzate inglesi mi bare un ovvia banalita' !

 

 

Giorgerini ( non l' eretico Cernuschi , eh ) scrive al riguardo

 

" le corazzate italiane , se prese sotto il tiro efficace di quelle avversarie avrebbero avuto non poche probabilita' di avere la peggio , meno probabile il contrario "

 

Osservanodo i dati relativi ai pezz da 320 direi che di rischi le corazzate britanniche ne correvano assai pochi :s68:

Link al commento
Condividi su altri siti

mi chiedo spesso quanti tra di voi sono andati per mare e hanno affrontato sul mare situazioni di crisi.

 

questo a parte, senza negare che le navi maggiori della Regia Marina potevano avere un'altro peso nella guerra in Mediterraneo, l'episodio della Bismark lascia trasparire una certa imprecisione delle salve britanniche. e la Bismark era immobilizzata dal siluuro dello swordfish sui timoni.

 

E questo mi porta a pensare anche un'altra cosa: nelle note caratteristiche del personale (una specie di pagella) la marina inglese annota come voce anche se l'individuo in questione è fortunato. Sarebbe interessante scoprire cosa dicevano a riguardo le note di Cunningam

Link al commento
Condividi su altri siti

questo a parte, senza negare che le navi maggiori della Regia Marina potevano avere un'altro peso nella guerra in Mediterraneo, l'episodio della Bismark lascia trasparire una certa imprecisione delle salve britanniche. e la Bismark era immobilizzata dal siluuro dello swordfish sui timoni.

 

Pure durante il bombardamento navale di Genova ( febbraio 41 ) i danni alle navi italiane ormeggiate in quel porto furono scarsi

, la corazzata rimodernata Duilio non subi' danni ( ed anche questa era ormeggiata ! )

Modificato da Tuco
Link al commento
Condividi su altri siti

Visitatore Mattesini

Voglio ricordare che le corazzate della classe "King George V", per quanto criticabili nella ripartizione delle artiglierie e del loro calibro, furono quelle che nel corso di battaglie navali combattute nella seconda guerra mondiale ottennero i risultati più eclatanti.

 

La "Prince of Wales", una volta affondata la "Hood", si battè in modo egregio con la "Bismarck" e il "Prinz Eugen", colpendo la corazzata tedesca con tre granate da 356, per poi restare, sebbene gravemente danneggiata, in vista delle unità nemiche;

 

la "King George V", assieme alla "Rodney", eliminò successivamente la "Bismarck";

 

infine, il tiro della "Duke of York", risultò fatale alla "Scharnhorst", senza che la corazzata britannica fosse sfiorata dai proietti da 280 sparati dai tanto decantati cannoni delle artiglierie principali dell'incrociatore da battaglia tedesco.

 

Quanto ai cannoni da 381 delle corazzate tipo "Ramillies" e "Warspite", a parte l'efficienza dimostrata nella notte di Capo Matapan, ricordo quanto la "Resolution" e la "Valiant" hanno fatto (assieme alla "Hood") contro la flotta francese a Mers el Kebir, e il grande successo conseguito a Narvik dalla stessa "Warspite", che con i suoi cannoni eliminò di gran parte dei dieci cacciatorpediniere tedeschi che si trovavano in quel fiordo.

 

Certo, sparare contro Genova, senza quasi vedere dal largo il bersaglio su cui indirizzare i colpi, non fu agevole alle due navi da battaglia della Forza H (“Renown†e “Malayaâ€); ma ai britannici interessava soltanto il risultato morale, per beffeggiare l'avversario in casa propria, e questo risultato, piaccia o no, lo ottennero pienamente.

Link al commento
Condividi su altri siti

Inoltre la divisione degli incrociatori italiana era li a prendersi il sole.

 

Qui Albion ha perfettamente ragione. Perchè mai Campioni si scordò di avere a disposizione le unità della VII Divisione di Sansonetti? Il Comandante di una Flotta, non dovrebbe forse utilizzare in uno scontro tutte le unità navali che compongono la sua squadra, trovando per ciascuna di esse un compito adatto alle loro caratteristiche?

 

La verità, credo, è che mancarono lo spirito e la tradizione...Lo spirito dell'iniziativa individuale, lo spirito ad attaccare l'avversario con coraggio e decisione, lo spirito di concepire piani audaci e riuscire brillantemente a metterli in pratica, retagggio da secoli del nostro avversario.

 

Ciao Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

La guerra si fa con quello che si ha :s10: ma qui non siamo in guerra , stiamo semplicemente parlando :s20:

Detto cio' è vero che la Royal Sovereign era una corazzata della prima guerra mondiale ma le Cavour / Cesare che erano ?

 

Due corazzate rimodernate mentre la Royal Sovereign no.

Il momento dello scontro fra i "pesanti" si ha con una Warspite totalmente rimodernata, una Malaya parzialmente rimodernata e le tue navi italiane ricostruite.

Di fatto erano pari fra di loro.

 

Dreadnought della " prima generazione " ( nel senso di quelle con pezzi da 305 ) rimodernate ma pur sempre con armamento e corazzatura inferiori persino alla vecchia Royal Sovereign !

Dire che erano inferiori alle corazzate inglesi mi bare un ovvia banalita' !

 

Ma erano rimodernate. Erano più veloci della RS, colpivano più da lontano e la loro blindatura aveva 30 anni in più di migliorie tecniche. La RS era nelle stesse identiche condizioni del 1917 e per questo era notevolmente svantaggiata. Le navi italiane potevano scegliere quando e come colpirla grazie ad i vantaggi che ho elencato sopra. Per intenderci quando le Revenge vennero impostate gli effetti del tiro parabolico erano ignoti. Quando venne rimodernata la Cesare aveva 135mm di corazza sul ponte contro i 120mm della classe Revenge. Indovina cosa succede quando un colpo buca quella corazza? Esatto. HMS Hood 2, la vendemmia. Casualmente gli stessi identici problemi che aveva la Hood.

Quindi non starei solo a guardare il calibro del cannone, ma guarderei all'insieme dei dati disponibili come disposizione della corazzatura, portata dei cannoni, velocità della nave, addestramento dell'equipaggio e tante cose.

Punta Stilo rappresenta per due motivi una occasione perduta per la Regia Marina.

1) perde l'occasione di fare del danno alla Royal Navy.

2) non prende gli opportuni provvedimenti alla luce del fallimento del sistema C3 e di coordinamento con l'aviazione.

Link al commento
Condividi su altri siti

Pure durante il bombardamento navale di Genova ( febbraio 41 ) i danni alle navi italiane ormeggiate in quel porto furono scarsi

, la corazzata rimodernata Duilio non subi' danni ( ed anche questa era ormeggiata ! )

 

Non mi pare che preso di mira qualche nave in particolare quanto il porto in generale. Se prendevano una nave era un bonus in più, ma lo scopo non era quello. Lo scopo era di dare uno schiaffo in faccia all'Italia e far capire a tutti che chi comandava nel Mediterraneo era la Royal Navy. Il messaggio fu recepito piuttosto bene da Franco.

Le scuse di Iachino sono notevoli, ma quello che il mondo vide era che la Royal Navy poteva permettersi di bombardare uno dei maggiori porti italiani e senza fretta tornare a casa (sulla rotta di Gibilterra fermarono ed ispezionarono 2 mercantili neutrali) senza che l'Italia potesse farci nulla.

Link al commento
Condividi su altri siti

Non mi pare che preso di mira qualche nave in particolare quanto il porto in generale. Se prendevano una nave era un bonus in più, ma lo scopo non era quello. Lo scopo era di dare uno schiaffo in faccia all'Italia e far capire a tutti che chi comandava nel Mediterraneo era la Royal Navy. Il messaggio fu recepito piuttosto bene da Franco.

 

Si Albion ha ragione. Gli inglesi dimostrarono, come i francesi nel 1940,l che la Regia Marina e la Regia Aeronautica non erano in grado di difendere le coste italiane! Lo scopo era politico-diplomatico non militare!

 

Ciao luca

Link al commento
Condividi su altri siti

Due corazzate rimodernate mentre la Royal Sovereign no.

Il momento dello scontro fra i "pesanti" si ha con una Warspite totalmente rimodernata, una Malaya parzialmente rimodernata e le tue navi italiane ricostruite.

Di fatto erano pari fra di loro.

 

Ma li hai visti i dati su corazzatura e armamento di quelle navi ?????

Erano " pari " per la propaganda inglese e per chi ancora se la beve

Link al commento
Condividi su altri siti

Non mi pare che preso di mira qualche nave in particolare quanto il porto in generale. Se prendevano una nave era un bonus in più, ma lo scopo non era quello. Lo scopo era di dare uno schiaffo in faccia all'Italia e far capire a tutti che chi comandava nel Mediterraneo era la Royal Navy.

 

Infatti poter distruggere ormeggiati nel porto qualche decina di mercantili , la Duilio etc etc erano robetta da nulla , chissa' perche' Sommerville nel suo rapporto lodo ' i suoi artiglieri , forse perche' tirando un bel po' di colpi in mare uccisero tanti pesci :s20:

Link al commento
Condividi su altri siti

Visto che la Cesare prese parte alla battaglia, interrompo un attimo le discussioni tecniche postando una schermata dal sito della flotta russa del Mar Nero.

Tratta di una certa corazzata russa Novorossisk ... costruita a Nikolaiev:

 

image1mk0.jpg

 

Secondo voi è un errore oppure :s01: ho qualche virus nel mio pc ? :s10:

Link al commento
Condividi su altri siti

Ma li hai visti i dati su corazzatura e armamento di quelle navi ?????

Erano " pari " per la propaganda inglese e per chi ancora se la beve

 

Si.

Correggimi se sbaglio

Giulio Cesare

Velocità 28 nodi

Corazzatura 280mm verticale 135mm orizontale.

Portata cannoni 28,600 metri

 

Royal Sovereign

Velocità 23 nodi

Corazzatura 330mm verticale 125 orizontale.

Portata cannoni 27000 metri (con il supercharge che a Punta Stilo non era disponibile saliamo a 40.000 ma serviva pure il radar)

 

Quindi era la Giulio Cesare a stabilire sia la distanza d'ingaggio che il quando. Due particolari non da poco.

Ok se la Cesare andava a 20.000 metri dalla Royal Sovereign si faceva la bua. Ma non vedo il perché doveva serrare le distanze visto che gli poteva ballare intorno.

I problemi erano altri. La Regia Marina parlava di colpire a lunga distanza ma non si esercitava a sufficienza ne esercitava un qualità e controllo sufficienti. Sappiamo tutti i problemi che si avevano coi i proiettili ed le eccessive tolleranze permesse. Sulle lunghe distanze i problemi di questo genere vengono fuori.

Obbietterai che la corazzatura verticale della RS è superiore. Vero ma ininflunte. Visto che la dottrina italiana prevedeva l'ingaggio alla massima distanza il tiro diventa parabolico e qui entra in gioco la corazzatura orizontale e non quella verticale (esempio qui http://uk.youtube.com/watch?v=3ib7jnRXHV4&...eature=related).

La classe Revenge invece nasce con altre idee. Che la distanza di ingaggio sia fra i 6 e gli 8 mila metri e che il tiro sia teso.

Non a caso l'Ammiragliato sa perfettamente questo ed alla prima occasione utile toglie la RS dalla prima linea e la relega a scorta convogli nell'atlantico e poi la cede ad i Sovietici. Se vai a vedere la storia delle R nella seconda guerra mondiale le troverai scarsamente impiegate in ruoli di prima linea. Togliendo Punta Stilo solo come batterie per il fuoco controcosta.

 

Su Genova. Lo scopo di Genova non era massacrare quello che c'era in porto (infatti non mandarono in volo gli aerei con il ruolo di osservatori) ma quanto far capire a tutti che la Royal Navy faceva quello che gli pareva, quando le pareva e che gli italiani non potevano farci nulla. Franco che era a colloquio con Mussoli (ed Hitler? non ricordo) recepì perfettamente il messaggio. Era l'equivalente della testa di cavallo nel letto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Franco che era a colloquio con Mussoli (ed Hitler? non ricordo) recepì perfettamente il messaggio. Era l'equivalente della testa di cavallo nel letto.

 

Si Albion, Franco era a collloquio solo con Mussolini; con Hitler si era già visto, e fu proprio Hitler a volere che Mussolini provasse a convincere Franco, dato che lui non c'era riuscito....

 

Ciao Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

Ok se la Cesare andava a 20.000 metri dalla Royal Sovereign si faceva la bua. Ma non vedo il perché doveva serrare le distanze visto che gli poteva ballare intorno.

 

Perche' altrimenti non si centrava un tubo :s07:

Sparare da una nave in movimento ( diciamo 20 nodi ) ad un altra nave in movimento ( 20 nodi ) ad una distanza di oltre 20.000 metri ti sembra uno scherzo ?

I cannoni inglesi ed i suoi sistemii di tiro erano migliori eppure la Warspite a Punta Stilo mise a segno un colpo e uno solo che lo stesso Chunningham defini' un colpo fortunato

Cunningham da quello scontro dedusse che per colpire il nemico toccava stringere le distanza cosa che gli italiani con le Cesare/ Duilio non potevano fare sia perche' avvicinandosi rischiavano di essere polverizzati dal nemico ( a causa delle loro corazze sottili e dei cannoni nemici piu' potenti ) sia' perche' non avrebbero tirato piu' sullla blindatura orizzontale ma sulla spessa corazza verticale

 

 

 

 

 

 

 

Un aspetto da rilevare per comprendere la difficolta ' di colpire bersagli mobili a distanza

La velocita' d' uscita di un cannone da 320 era 830 m/sec l , per raggiungere un bersaglio situato a 22 km impiegava 26,5 secondi

Link al commento
Condividi su altri siti

Tuco, se è per questo è nostra tradizione avere navi veloci, bene armate e poco protette. Il valore che avevano in più le nostre corazzate rimodernate era proprio quella velocità di 29 nodi che avrebbe consentito loro di accettare e rifiutare il combattimento a seconda del vantaggio o dello svantaggio di cui avrebbero goduto.

 

Una cosa è certa: le artiglierie, le direzioni di tiro, i sistemi ottici e di puntamento britannici erano superiori ai nostri, come i mezzi tedeschi erano uperiori agli inglesi in questo specifico settore.

 

Ciao luca

Link al commento
Condividi su altri siti

Non sempre è possibile sfruttare la superiore velocità.

A volte può esser necessario comunque dare battaglia, ad esempio, se il nemico taglia la strada verso i propri porti, o se si sta difendendo un convoglio, o se si devono difendere le coste ...

L'eterno dilemma fra cannone e corazza ...

Saluti.

Link al commento
Condividi su altri siti

Tuco, se è per questo è nostra tradizione avere navi veloci, bene armate e poco protette. Il valore che avevano in più le nostre corazzate rimodernate era proprio quella velocità di 29 nodi che avrebbe consentito loro di accettare e rifiutare il combattimento a seconda del vantaggio o dello svantaggio di cui avrebbero goduto.

 

Una cosa è certa: le artiglierie, le direzioni di tiro, i sistemi ottici e di puntamento britannici erano superiori ai nostri, come i mezzi tedeschi erano uperiori agli inglesi in questo specifico settore.

 

Ed appunto fu la velocita'ad essere utilizzata , nel senso di rompere il contatto e di ritirarsi dopo il colpo subito dalla Cesare :s06:

 

Riguardo alle artiglierie italiane è da notare che i nostri 381 fecero cilecca anche a distanze modeste ( inferiori a 9000 metri durante gli scontri della Seconda Sirte )

Secondo Iachino i 381 mm nostrani erano piu' precisi dei 320 mm :s12:

Altro che pensare di colpire qualcosa ad oltre 22.000 metri :s05:

Link al commento
Condividi su altri siti

Riguardo alle artiglierie italiane è da notare che i nostri 381 fecero cilecca anche a distanze modeste ( inferiori a 9000 metri durante gli scontri della Seconda Sirte ) Secondo Iachino i 381 mm nostrani erano piu' precisi dei 320 mm Altro che pensare di colpire qualcosa ad oltre 22.000 metri

 

Qui sono concorde almeno in parte: anche le artiglierie da 381 delle Veneto avevano grosse tare...Non sarei così drastico nei giudizi, ma è sicuro che furono pezzi di grosso calibro quantomeno mediocri....

 

Ciao Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

Perche' altrimenti non si centrava un tubo :s07:

 

La dottrina d'impiego della navi italiane prevedeva l'ingaggio alla distanza massima e le navi italiane furono costruite intorno a questo principio.

Poi che, come al solito per i comandi italiani, alle enunciazioni di principio non seguissero i fatti è un altro discorso.

 

Sparare da una nave in movimento ( diciamo 20 nodi ) ad un altra nave in movimento ( 20 nodi ) ad una distanza di oltre 20.000 metri ti sembra uno scherzo ?

 

Problema che veniva risolto con l'uso di "computer" analogici già prima della prima guerra mondiale. Il problema stava nella dispersione della salva non nell'acquisizione del bersaglio. Ma torniamo al solito problema della logistica (mo sembra che io sogni logistica la notte) e tecnica.

Tecnica perché la Regia Marina pur di raggiungere distanze estreme aveva creato dei cannoni con una notevole velocità di uscita del proiettile e, nel caso della ricalibrazione del pezzi da 305 a 320, aveva assottigliato la canna. Questo comportava problemi di vibrazione della canna stessa che causava una imprecisione nel tiro.

Logistica perché le tolleranze ammesse erano eccessive (qui mi piacerebbe che Mattesini dicesse qualcosa o mi dicesse dove reperire qualcosa poiché ho sentito parlare di cifre dell'ordine del 1% di tolleranze per pezzi usciti dalla Innocenti) e la qualità delle polveri non omogenea.

Questi due fattori facevano si che le salve fossero estremamente disperse e, di conseguenza, poco efficaci.

A questo dobbiamo unire il fatto che per carenza di fondi esercitazioni a fuoco a distanze estreme si facevano di rado (sostituire l'anima al cannone costa) e quindi il personale non aveva le idee ben chiare su cosa doveva fare per correggere i problemi di sopra.

 

I cannoni inglesi ed i suoi sistemii di tiro erano migliori eppure la Warspite a Punta Stilo mise a segno un colpo e uno solo che lo stesso Chunningham defini' un colpo fortunato

 

Qunto durò lo scontro? Un sette (7) minuti se non ricordo male. Mettere a segno un colpo in quelle condizioni è una impresa. Ma quello che impressionò più gli inglesi era l'enorme dispersione delle salve italiane, mentre gli italiani notarono che le salve inglesi erano molto raccolte. Questa è la differenza.

 

Cunningham da quello scontro dedusse che per colpire il nemico toccava stringere le distanza cosa che gli italiani con le Cesare/ Duilio non potevano fare sia perche' avvicinandosi rischiavano di essere polverizzati dal nemico ( a causa delle loro corazze sottili e dei cannoni nemici piu' potenti ) sia' perche' non avrebbero tirato piu' sullla blindatura orizzontale ma sulla spessa corazza verticale

 

Cunningham risponde al problema posto dalla dottrina italiana di ingaggio a distanza con l'assunto nelsoniano che bisogna sempre chiudere la distanza. Cunningham non ha la più pallida idea di come siano le corazzature italiane ne di quanto siano efficienti i cannoni italiani. Sa solo che se deve fare la bua agli italiani deve chiudere la distanze ed agisce di conseguenza. Invece Supermarina conferma la dottrina di ingaggio a distanza onde poter sfruttare gli effetti del fuoco parabolico. Legittimo, ma non segue un aumento delle esercitazioni a fuoco a distanze elevate ed è questo uno dei veri problemi della Regia Marina. Inoltre nessuno si chiede perché gli incrociatori erano a spasso.

 

 

 

 

 

Un aspetto da rilevare per comprendere la difficolta ' di colpire bersagli mobili a distanza

La velocita' d' uscita di un cannone da 320 era 830 m/sec l , per raggiungere un bersaglio situato a 22 km impiegava 26,5 secondi

 

Problema che viene considerato fin dai primissimi "computer" analogici della Royal Navy del 1896.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ed appunto fu la velocita'ad essere utilizzata , nel senso di rompere il contatto e di ritirarsi dopo il colpo subito dalla Cesare :s06:

 

Riguardo alle artiglierie italiane è da notare che i nostri 381 fecero cilecca anche a distanze modeste ( inferiori a 9000 metri durante gli scontri della Seconda Sirte )

Secondo Iachino i 381 mm nostrani erano piu' precisi dei 320 mm :s12:

Altro che pensare di colpire qualcosa ad oltre 22.000 metri :s05:

 

Una nave da guerra è una piattaforma di tiro che deve essere stabile.

Il massimo fu la Vanguard che durante le esercitazioni NATO riusciva ad essere in condizioni di combattere mentre le Iowa no.

Le navi italiane non tenevano il mare. Ma questo non perché l'Italia non era in grado di costruire una nave come la Vanguard ma perchè il mediterraneo è un mare piccolo e calmo rispetto al Nord Atlantico od il Mar del Nord.

Se la nave non è stabile ti risulta difficile colpire qualcosa. Quello che accadde nella Sirte. Il mare era grosso, Vian faceva un enorme uso di fumo e non si riusciva ad inquadrare bene il bersaglio. Non era il cannone che non fungeva ma l'insieme cannone-nave che era deficitario. Inoltre Iachino non si comporta con decisione. Visto che parliamo di Punta Stilo, non abbiamo una Warspite che si tuffa nella mischia dei mezzi sottili facendo fuoco con tutti i suoi pezzi secondari.

Ma qui torniamo al solito problema dottrinale. Supermarina non voleva un simile comportamento mentre l'Ammiragliato lo pretendeva.

Link al commento
Condividi su altri siti

Qui sono concorde almeno in parte: anche le artiglierie da 381 delle Veneto avevano grosse tare...Non sarei così drastico nei giudizi, ma è sicuro che furono pezzi di grosso calibro quantomeno mediocri....

 

Ciao Luca

 

http://www.navweaps.com/Weapons/WNIT_15-50_m1934.htm

 

E consiglio pure la lettura di questa discussione:

 

http://warships1discussionboards.yuku.com/topic/5135?page=1

Link al commento
Condividi su altri siti

"Yeah the Italians built some excellent ships. But you can build the most excellent ships in the world, and still not win if you have poor people manning them or leading them. And timid leadership was a big factor on the part of the Italians."

 

Grazie del link...Temo che l'amico abbia centrato il tema ed il problema...

 

Ciao Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

Visitatore Mattesini

Per ora questo:

 

Riporto quanto è scritto in WIKIPEDIA sulle artiglierie principali delle corazzate classe “Cavour†e classe “Littorioâ€

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Conte_...e_da_battaglia)

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Littor...e_da_battaglia)

 

 

Corazzate Classe “CAVOURâ€

L'armamento principale nei lavori di ricostruzione vide l'eliminazione della torre a centronave e la sostituzione degli altri calibri da 305/46 mm con pezzi da 320/44 mm, per cui la configurazione finale presentò un totale di 10 cannoni da 320/44 mm suddivisi fra due torri trinate, disposte a prua ed a poppa, e due torri binate sopraelevate, anch'esse una a prua ed una a poppa. La gittata massima di questi cannoni che sparavano proiettili del peso massimo di 525 kg era di 28.600 metri all'elevazione di 27 gradi. Le torri binate che avevano un peso di 539 tonnellate mentre il peso di quelle trinate era di 733 tonnellate e la velocità di brandeggio era di 5 gradi al secondo. L’armamento principale con l'aumento del calibro e con la maggiore elevazione tuttavia non migliorò, poiché alla maggior gittata non corrispose una buona precisione del tiro.

 

Corazzate classe “LITTORIOâ€

Le Littorio ebbero uno dei complessi di armamento più potenti e moderni mai installati su di una corazzata. I cannoni da 381mm. Modello 1934 nonostante l'alzo limitato a soli 30 gradi erano le armi a più lunga gittata – sia pure per pochissima differenza - mai avute da una nave da battaglia (se si esclude l'armamento missilistico), e oltre a questo la loro alta velocità iniziale e la pesantezza della munizione (oltre 880 kg) consentivano una capacità perforante eccellente, confrontabile con i migliori cannoni da 406 e 460 mm e sensibilmente superiore a quanto i cannoni moderni tedeschi e francesi calibro 380 mm erano in grado di offrire. Una corazza da 350 mm. era perforabile ad oltre 25 km, a breve distanza la perforazione possibile ammontava a circa 80cm.

Tuttavia, non erano presenti solo vantaggi. I cannoni italiani avevano una cadenza di tiro assai ridotta, la dispersione del tiro era assai rilevante e se nessun colpo pare sia mai andato a segno nelle numerose battaglie sostenute, non si può certo affermare che la colpa fosse dovuta solamente alla mancanza di radar, che tra l'altro ad un certo punto della guerra venne installato. I cannoni avevano anche una ridotta riserva di munizioni e la vita utile dell'anima del cannone era relativamente breve, con un totale stimato di crca 140 colpi sparabili senza degrado inaccettabile delle qualità balistiche, all'incirca la metà dei contemporanei cannoni stranieri.

A parte questo, la perforazione delle corazze verticali era assai elevata a causa della traiettoria molto veloce dei proiettili, ma questa era anche molto tesa data la ridotta elevazione: non c'è da stupirsi se la perforazione di armature orizzontali, essenziale nel tiro curvo da lunga distanza, fosse tutt'altro che impressionante, decisamente inferiore a quella dei cannoni da 381 inglesi (anch'essi elevabili a 30 gradi) e appena migliore di quelli tedeschi.

Link al commento
Condividi su altri siti

Concordo con Albion in pieno: quelle artiglierie avevano gravi difetti (come una qualsiasi arma fatta da mano umana, d'altronde). Ripeto in più ciò che ho scritto sopra: "Yeah the Italians built some excellent ships. But you can build the most excellent ships in the world, and still not win if you have poor people manning them or leading them. And timid leadership was a big factor on the part of the Italians."

 

Ciao Luca

Modificato da brin
Link al commento
Condividi su altri siti

Concordo con Albion in pieno: quelle artiglierie avevano gravi difetti (come una qualsiasi arma fatta da mano umana, d'altronde). Ripeto in più ciò che ho scritto sopra: "Yeah the Italians built some excellent ships. But you can build the most excellent ships in the world, and still not win if you have poor people manning them or leading them. And timid leadership was a big factor on the part of the Italians."

 

Che le navi italiane fossero eccellenti è difficile da credere se una componente fondamentale ( armamento ) era tanto scadente :s12:

 

Riguardo a questo giudizio

". But you can build the most excellent ships in the world, and still not win if you have poor people manning them or leading them. And timid leadership was a big factor on the part of the Italians."

 

è necessario fare alcune considerazioni .

 

E' vero che la Regia Marina difettava d' addestramento ma cio' avveniva per problemi di ... soldi .

Se i soldi sono pochi tendi ad economizzare il consumo di nafta , se il denaro manca cerchi di non usurare i macchinari per evitare spese di riparazioni/manutenzione e via dicendo

 

Riguardo alla " timidezza " dei capi questi ultimi sapevano benissimo che l' Italia non era in grado di rimpiazzare le perdite , che il nemico era piu' forte e che disponeva di mezzi che noi non si aveva ( portaerei , radar ,etc )

Una condotta piu' offensiva della guerra sarebbe stata possibile ma il rischio era di ritrovarsi senza piu' navi nel giro di qualche mese perdipiu' senza nessuno scopo strategico

Link al commento
Condividi su altri siti

Concordo con Albion in pieno: quelle artiglierie avevano gravi difetti (come una qualsiasi arma fatta da mano umana, d'altronde). Ripeto in più ciò che ho scritto sopra: "Yeah the Italians built some excellent ships. But you can build the most excellent ships in the world, and still not win if you have poor people manning them or leading them. And timid leadership was a big factor on the part of the Italians."

 

Non sono parole mie. E' una frase riportata da una discussione che mi ha segnalato Albion. Le navi esaminate da un aspetto generale e complessive erano discrete, ed alcune classi erano addirittura ottime: ad esempio le Littorio, gli Zara, i Garibaldi, i Soldato, le Orsa, le Gabbiano eccetera. Ripeto viste da un punto di vista generale non particulare.

 

è necessario fare alcune considerazioni . E' vero che la Regia Marina difettava d' addestramento ma cio' avveniva per problemi di ... soldi .Se i soldi sono pochi tendi ad economizzare il consumo di nafta , se il denaro manca cerchi di non usurare i macchinari per evitare spese di riparazioni/manutenzione e via dicendo

 

Concordo; non si spendeva abbastanza per l'esercizio, con tutti i soldi risucchiati in nuove costruzioni.

 

Riguardo alla " timidezza " dei capi questi ultimi sapevano benissimo che l' Italia non era in grado di rimpiazzare le perdite , che il nemico era piu' forte e che disponeva di mezzi che noi non si aveva ( portaerei , radar ,etc ) Una condotta piu' offensiva della guerra sarebbe stata possibile ma il rischio era di ritrovarsi senza piu' navi nel giro di qualche mese perdipiu' senza nessuno scopo strategico

 

Una flotta allo scoppio delle ostilità deve essere confrontata con la flotta nemica, e conseguentemente dal rapporto tra le due, bisogna decidere che atteggiamento strategico seguire; i responsabili di SUPERMARINA scelsero come strategia quella delle Fleet in being; legittimo, assolutamente legittimo. Il noto documento del Duce recitava prima dell'entrata in guerra: "Offensiva per mare e per aria in tutti i settori". Delle due l'una. Riguardo alla fleet in being, ricordiamoci comunque che a Taranto "i fagiani stettero nel nido..."

 

Ciao Luca

Modificato da brin
Link al commento
Condividi su altri siti

Una flotta allo scoppio delle ostilità deve essere confrontata con la flotta nemica, e conseguentemente dal rapporto tra le due, bisogna decidere che atteggiamento strategico seguire;

 

Secondo me una flotta ( ma il discorso deve valere per tutte le FF.AA ) deve agire in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi .

 

LA direttiva mussoliniana " offensiva su tutta la linea del Mediterraneo ed oltre " non era un obiettivo , era il parto di uno che di strategia e di guerra non sapeva nè capiva alcunche '

Link al commento
Condividi su altri siti

Però aveva in delega dal Re il Comando Supremo, ed era effettivamente responsabile della condotta della guerra, emanando le direttive al Capo di Stato Maggiore Generale, che a sua volta li emenava ai Capi di Stato Maggiore delle altre FF. AA..

 

Sulla mia frase di prima: mi correggo, veramente una flotta dovrebbe essere confrontata con quella nemica prima dello scoppio della guerra, e da questa valutazione preliminare bisognerebbe trarre poi le conclusioni ed i piani per il raggiungimento dei vari obbiettivi.

 

, era il parto di uno che di strategia e di guerra non sapeva nè capiva alcunche '

 

Quoto in pieno.

 

Ciao Luca

Modificato da brin
Link al commento
Condividi su altri siti

Visitatore Mattesini

Riguardo alla Flotta sorpresa nel porto di Taranto, la notte dell'11 novembre 1940, occorre dire che, se fosse uscita in mare per fronteggiare il nemico a distanza, secondo la tattica del "Fleet in being", cosa che Cavagnari aveva fatto quasi sempre fino a quel momento, il colpo nemico sarebbe caduto nel nulla.

 

Ma la Flotta restò in porto per uno scopo ben preciso, che era poi quello che ne aveva determinato il concentramento a Taranto di quasi tutte le navi più potenti e di scorta. Bombardare nei giorni immediatamente successivi il porto di Suda (Creta), con la 1^ Divisione incrociatori pesanti, sostenuta nel basso Ionio dai due nuclei della 1^ e della 2^ Squadra (ammiragli Campioni e Iachino), la prima, con le due corazzate veloci "Littorio" e "Vittorio Veneto", a breve distanza, e la seconda un pò più arretrata.

 

Questa operazione, doveva iniziare il 12 o 13 novembre, subito dopo il rientro ad Alerssandria della Mediterranean Flee, che aveva scortato convogli a Malta e prelevato nel Canale di Sicilia unità di rinforzo provenienti dall'Inghilterra, in modo da non doversela trovare tra i piedi, nel corso dell'operazione di bombardamento. Ma questa "intelligente" prospettiva venne a mancare, proprio in seguito al disastro di Taranto. Ancora una volta gli inglesi avevano sfruttato il loro innato spirito di niziativa e la loro vera innata intelligenza tattica.

 

Così restammo con le pive nel sacco!

Modificato da Mattesini
Link al commento
Condividi su altri siti

Che le navi italiane fossero eccellenti è difficile da credere se una componente fondamentale ( armamento ) era tanto scadente :s12:

 

Riguardo a questo giudizio

 

 

è necessario fare alcune considerazioni .

 

E' vero che la Regia Marina difettava d' addestramento ma cio' avveniva per problemi di ... soldi .

Se i soldi sono pochi tendi ad economizzare il consumo di nafta , se il denaro manca cerchi di non usurare i macchinari per evitare spese di riparazioni/manutenzione e via dicendo

 

Sempre scuse.

 

Riguardo alla " timidezza " dei capi questi ultimi sapevano benissimo che l' Italia non era in grado di rimpiazzare le perdite , che il nemico era piu' forte e che disponeva di mezzi che noi non si aveva ( portaerei , radar ,etc )

Una condotta piu' offensiva della guerra sarebbe stata possibile ma il rischio era di ritrovarsi senza piu' navi nel giro di qualche mese perdipiu' senza nessuno scopo strategico

 

Nuovamente scuse, anche se questa volta possono essere parzialmente accolte.

Vero, dopo il 10 maggio la Regia Marina non ha nessuna convenienza ad affrontare in campo aperto la Royal Navy. Anche in caso di vittoria della Regia Marina la Royal Navy può ripianare le sue perdite mentre l'Italia avrebbe enormi problemi.

Ma succedono una serie di cose. Barham a fondo, Alessandria, Creta e Giappone. Tutti fatti che si verificano, grossomodo, contemporaneamente e di cui la Regia Marina non se ne approfitta. Barham, Warspite, PoW, Repulse, QE, Valiant sono o in riparazione per lunghi periodi o sul fondo del mare. L'occasione d'oro della Regia Marina che ha di fronte un avversario indebolito e può dargli se non il colpo di grazia una seria botta al morale. Invece cosa fa? La patetica azione di Iachino contro Vian che pompa il morale delle unità da battaglia della Royal Navy e la ancora più patetica performance durante Pedestal (ovviamente parlo delle unità di superficie). Un incrociatore vale Malta? Io penso di si, Iachino, Da Zara e Supermarina pensavano di no.

I problemi della Regia Marina sono anche tecnici. Si sapeva che come probabile avversario si avrebbe avuta la Royal Navy e la Marina Francese e che ci sarebbero stati molti convogli per il nord Africa. Non ci vuole mica la sfera di cristallo per saperlo. Invece di costruire tante navi adatte al ruolo di scorta con zampette belle lunghe si perde tempo a costruire navi con le gambette corte ed inadatte al ruolo di scorta. Si costruiscono navi veloci per il ruolo di "incursione" ma poi si sperimenta la storia della fleet in being che sa più di scusa.

Sui radar.

I giapponesi a Savo avvistano prima le navi americane dotate di radar. Perché gli italiani non si addestrano al combattimento notturno visto che era noto che la Royal Navy lo faceva? Aerei. La portaerei non era necessaria, bastava un serio collegamento fra Marina ed Esercito. Il meccanismo per il quale la nave che aveva bisogno di copertura aera doveva avvisare supermarina che a sua volta avvisava superaereo che a sua volta avvisava il comando locale che a sua volta mandava l'aero era idiota anche sulla carta. Perché dopo Punta Stilo non venne modificato al volo? I problemi di coordinamento di Punta Stilo perchè non vengono risolti?

Link al commento
Condividi su altri siti

Sempre scuse.

 

Le scuse possono essere assurde o verosimili , a me sembrano verosimili .

La Regia Marina avrebbe potuto e dovuto esercitare molto di piu' navi ed equipaggi ma facendolo si sarebbe ritrovata con riserve di nafta ancora meno consistenti di quelle che ebbe all' inizio della guerra , con macchinari logori e via dicendo .

Altro fatto apparentemente incredibile , le scorte di siluri erano tali che i sommergibili italiani ebbero l' ordine di tirarne il meno possibile

I siluri costavano un occhio della testa ed i poveracci hanno problemi con i soldi :s05:

 

 

Dubito che la Royal Navy avesse problemi del genere :s10:

Link al commento
Condividi su altri siti

La verità pure e semplice era che l'Italia e la sua Marina non avrebbero mai potuto sostenere e vincere una guerra contro una Marina come la Royal Navy, frutto di una grande nazione industrializzata, perchè l'Italia non era una grande nazione industrializzata e perchè l'Italia non possedeva le condizioni essenziali per il raggiungimento del potere marittimo. Cito un noto pezzo di dell'Ammiraglio Thaon di Revel:

 

"Sorge ... spontanea la domanda se .... sia la politica nostra che non è in armonia col nostro apparecchio militare marittimo, o se sia quest'ultimo discorde dalla politica nostra, e incapace perciò di assumersi tutti quegli obblighi vitali e supremi di cui il Paese ama di immaginare investita la propria potentissima Marina .... dunque o cambiare la Marina mettendola, in relazione alla politica; o cambiare la politica, mettendola in relazione alla Marina".

 

Entrammo in guerra non preparati, senza piani veri, sperando che altri avrebbero pugnato e vinto per noi, contro la nazione con il più grande impero coloniale del mondo; fu un tragico errore; tuttavia una volta entrati in guerra, le Forze Armate fecero il tutto il possibile, tutto quanto le disponibilità di mezzi e risorse permisero di fare (credo).

 

Ciao Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

Ah dimenticavo, grazie Comandante Mattesini per la gentile risposta su Taranto. Ignoravo totalmente che fosse prevista un'operazione del genere. Grazie ancora pertanto.

 

Saluti Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

La verità pure e semplice era che l'Italia e la sua Marina non avrebbero mai potuto sostenere e vincere una guerra contro una Marina come la Royal Navy, frutto di una grande nazione industrializzata, perchè l'Italia non era una grande nazione industrializzata e perchè l'Italia non possedeva le condizioni essenziali per il raggiungimento del potere marittimo.

 

Sostanzialmente è cosi '

L' Italia dell epoca era , per usare una definizione attuale , un Paese in via di sviluppo

 

Piu' che stupirsi della debolezza italiana ci sarebbe da meravigliarsi delle grossa difficolta' britannica a liquidare noi e le non molte forze che la Germania disloco ' nel settore Mediterraneo / africano

Link al commento
Condividi su altri siti

Concordo in pieno Tuco. Ed anche la frase dell'ammiraglio di Revel è attualissima, anche se scritta nel 1913, subito dopo una guerra, quella di Libia, dove l'Italia dimostrò di saper bene usare il potere marittimo...

 

Ciao Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

La verità pure e semplice era che l'Italia e la sua Marina non avrebbero mai potuto sostenere e vincere una guerra contro una Marina come la Royal Navy, frutto di una grande nazione industrializzata, perchè l'Italia non era una grande nazione industrializzata e perchè l'Italia non possedeva le condizioni essenziali per il raggiungimento del potere marittimo.

 

Non è questione di garbo e di buona creanza (di questo potranno casomai essere orgogliosi i tuoi).

E' che dimostri un equilibrio nell'esprimere le tue tesi che non è in registro con l'età.

Devo dire che non mi è capitato di conoscerne tanti così. A qualsiasi età.

Modificato da marat
Link al commento
Condividi su altri siti

Confermando ciò che ho scritto sopra, sull’incapacità da parte nostra, di affrontare una guerra vittoriosa di lungo periodo contro l’Inghilterra, vorrei tornare su alcuni aspetti della dottrina strategica. La migliore strategia che la nostra Marina avrebbe potuto assumere fu quella che assunse, ovvero quella dell’offensiva-difensiva, non ve ne erano altre possibili a mio parere. Non fu sbagliata l’idea, che era quasi sicuramente la sola possibile, fu errata l’attuazione dell’idea. Infatti, una volta scelta una strategia come quella offensiva-difensiva che ben si confaceva alle nostre possibilità e capacità, non si predisposero le adeguate esigenze di pianificazione strategica, di esecuzione tattica, di comando, di mezzi e di risorse che erano necessaria ed indispensabile premessa per poter attuare la dottrina strategica indicata . La strategia dell’offensiva ad oltranza fino al totale annientamento della flotta avversaria, era limitata unicamente a due grandi Marine come la Royal Navy e l’US Navy, che potevano disporre di tutti gli elementi necessari per il pieno esercizio del potere marittimo, ed infatti riuscirono ad annientare, quasi totalmente, le forze navali tedesche e giapponesi. Non la Regia Marina: la nostra Marina, alla data dell’8 settembre 1943, quando eseguendo fedelmente gli ordini del Governo del Re si consegnò agli Alleati, non era certo una Marina invitta, ma non era di certo totalmente sconfitta; disponeva ancora di consistenti aliquote di naviglio moderno, delle quali l’avversario doveva tenere conto nella sua strategia di lungo periodo. Soprattutto nell’ultima parte del conflitto, le Forze navali vennero risparmiate per scopi non militari ma bensì politici, che valsero probabilmente al Paese condizioni di pace meno severe e più flessibili.

 

Ciao Luca

Link al commento
Condividi su altri siti

a proposito di forze in campo..questa era la prima linea della Royal Navy al 1° settembre 1939 (dati ancora da verificare ma vicini alla realtà), più circa 180 caccia e 57 sommergibili

 

7 portaerei

 

1 unità classe Ark Royal

91 Ark Royal [16.12.38]

1 unità classe Hermes

I95 Hermes [19.2.24]

2 unità classe Courageous

50 Courageous [12.16], 77 Glorious [11.16]

1 unità classe Eagle

94 Eagle [16.9.18]

1 unità classe Argus

I49 Argus [16.9.18]

1 unità classe Furious

47 Furious [26.6.17]

 

15 navi da battaglia e incrociatori da battaglia

 

2 unità classe Nelson

28 Nelson [15.8.1927], 29 Rodney [7.12.1927]

1 unità classe Admiral

51 Hood [5.3.1920]

5 unità classe Queen Elizabeth

00 Queen Elizabeth [22.12.14], 02 Valiant [13.1.16], 03 Warspite [8.3.16], 05 Barham [19.8.15], 01 Malaya [1.2.16]

5 unità classe R

05 Royal Sovereign [5.1916], 06 Revenge [3.1916], 07 Ramillies [5.1917], 08 Royal Oak [5.1916], 09 Resolution [8.1916]

2 unità classe Renown

34 Repulse [18.8.1916], 72 Renown [20.9.1916]

 

15 incrociatori pesanti

 

2 unità classe City

90 York [6.5.30], 68 Exeter [23.7.31]

2 unità classe Dorsetshire

40 Dorsetshire [30.9.30], 78 Norfolk [1.5.30]

4 unità classe London

69 London [31.1.29], 39 Devonshire [18.3.29], 73 Shropshire [19.3.29], 96 Sussex [12.9.29]

5 unità classe Kent

65 Berwick [15.2.28], 57 Cumberland [23.1.28], 55 Suffolk [31.5.28], 54 Kent [22.6.28], 56 Cornwall [10.5.28]

2 unità classe Cavendish

I86 Hawkins [19.7.19], I81 Frobisher [3.10.24]

 

42 incrociatori leggeri

 

10 unità classe Southampton

83 Southampton [6.3.37], 76 Newcastle [5.3.37], 21 Glasgow [9.9.37], 24 Sheffield [25.8.37], 19 Birmingham [18.11.37], 11 Liverpool [2.11.38], 15 Manchester [4.8.38], 62 Gloucester [31.1.39], 35 Belfast [6.7.39], 16 Edinburgh [3.8.39]

4 unità classe Arethusa

26 Arethusa [21.5.35], 71 Galatea [3.9.35], 97 Penelope [12.11.36], 12 Aurora [8.11.37]

3 unità classe Leander

20 Neptune [23.1.28], 85 Orion [31.5.28], 22 Ajax [22.6.28]

2 unità classe E

I66 Emerald [14.1.26], I52 Enterprise [31.3.26]

8 unità classe D

I44 Danae [18.7.18], I45 Dauntless [2.12.18], I46 Dragon [16.8.18], I74 Delhi [7.6.19], I92 Dunedin [10.19], I99 Durban [1.9.21], I30 Despatch [2.6.22], I92 Diomede [24.2.22]

1 unità classe Cavendish

I98 Effingham [9.7.25]

5 unità classe Capetown

I87 Cairo [24.9.19], I82 Calcutta [21.8.19], I88 Capetown

[14.10.22], I67 Carlisle [16.11.18], I89 Colombo [18.6.19]

5 unità classe Ceres

I58 Cardiff [26.6.17], I59 Ceres [2.6.17], I43 Coventry [8.2.18], I41 Curacoa [18.2.18], I42 Curlew [14.12.17]

3 unità classe Caledon

I53 Caledon [7.3.17], I61 Calypso [21.6.17], I60 Caradoc [16.6.17]

1 unità posamine classe Adventure

Adventure []

Modificato da walter leotta
Link al commento
Condividi su altri siti

grazie per la segnalazione, non lo conoscevo e l'ho subito messo in memoria

 

per quanto riguarda i miei dati sto elaborando la mastodontica ultima edizione del libro

British & Empire Warships of WWII, più di 750 pagine con tutte le unità impiegate, dalla portaerei al motoscafo personale dell'ammiraglio...

 

tra portaerei, navi da battaglia, inc, caccia, sommergibili, fregate e corvette viaggiamo su poco meno di 2.000 unità !!!!!!!

 

ps cosa vuol dire SNIP

Link al commento
Condividi su altri siti

Per integrare le cifre fornite da Walter Leotta ecco alcuni dati relativi alla produzione navale britannica ed italiana durante la guerra :

 

cacciatorpediniere : 240 contro i 5 ( cinque ! ) italiani

incrociatori : 33 contro i 3 italiani

sommergibili :167 contro i 28 italiani

portaerei : 14 contro le 0 italiane

 

http://en.wikipedia.org/wiki/Military_prod..._II#Naval_ships

 

 

se poi vogliamo inserire i dati della produzione americana :s12:

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...

  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,5k
×
×
  • Crea Nuovo...