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Navigazione In Acque Basse


Davide Pastore

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Chiaritemi un dubbio: come si regolava la Regia Marina per quanto riguarda la navigazione in acque basse?

 

Spiego con un esempio: ho la nave che pesca, poniamo, 10 metri. Fino a che punto era ritenuto saggio spingersi?

Magari, fino ad acque profonde 30, o 20, o 15, o 11 metri?

Oppure: tenendo 20, o 10, o 5, o 1 metro di acqua libera sotto la chiglia?

Considerando anche che esistono le maree.

 

Immagino non ci fosse una Tavola Della Legge scolpita nel marmo, ma ritengo ci fosse come minimo una "base comune di esperienze condivise" tale per cui ogni capitano avrebbe saputo entro quali profondità era lecito spingersi senza preoccupazioni, e quando invece la cosa presentava rischi accettabili o meno.

 

Qualche idea?

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Una risposta invero esaustiva :s05:

 

 

Era evidente che fosse una battuta..........in attesa di risposte illuminanti.

Mi spiace. A volte un sorriso non fa male, sopratutto negli ultimi tempi...........per questo la "faccina" arrabiata mi sembra

esagerata. Ma , ripeto, non era mia intenzione.........

 

Restiamo in attesa di risposte esaustive.

 

Sandro

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Non esisteva - e non esiste - una "regola generale" per la navigazione in bassi fondali: dipende dalla manovra che la nave sta facendo, dal tipo di propulsione, dalla natura del fondale e da altri fattori.

Mi spiego meglio:

Per una nave di dimensioni perlomeno medie (ossia da quelle di un cacciatorpediniere a salire, ca 100 m di lunghezza e pescaggio in proporzione), è sempre buona norma mantenere - in manovra - almeno 3 / 4 metri di acqua libera sotto la chiglia e le sue appendici (timoni, eliche, assi portaelica, alette di rollio ecc.). In particolari condizioni sono state fatte - e vengono fatte - manovre con distanze anche più ridotte, ma questa non è la norma. Difatti, in presenza di fondali sabbiosi o fangosi, le prese a mare per i condensatori e altre apparecchiature ausiliarie potrebbero "aspirare" fango e sabbia dal fondo, con danni - anche gravi - facilmente immaginabili.

Una nave con propulsione diesel (come la maggioranza degli attuali mercantili) può anche manovrare con meno acqua libera tra la chiglia e il fondale, in quanto la natura dell'apparato propulsivo non prevede i condensatori (e le relative prese a mare) tipici di un apparato motore con caldaie e turboriduttori. Tuttavia, anche una nave a propulsione diesel ha delle prese a mare al di sotto del galleggiamento (per il raffreddamento di apparecchiature ausiliarie, l'immissione di acqua nelle casse di zavorra ecc.) quindi bisognerà sempre prestare attenzione al pescaggio e alla natura del fondale.

E' ovvio, difatti, che con un fondale roccioso non ci sono problemi di aspirazione, ma un conto è "toccare" sulla sabbia e un conto "toccare" su rocce e e scogli...

Se la nave è a rimorchio, con l'apparto motore spento e le prese a mare non attivate le cose cambiano, ma vale comunque la regola dei 3 /4 metri di cui ho detto prima, magari ridotti anche 3 ma a non meno di due: bisogna tenere conto che per il rimorchiatore valgono le stesse considerazioni di cui sopra, e quindi esso dovrà avere acqua libera al di sotto della chiglia per almeno due metri.

Bisogna anche considerare che - su bassi fondali - va mantenuta una velocità ridotta: uno scafo dislocante, in velocità, genera una sorta di "onda di pressione" nell'acqua che, a seconda dei casi, potrebbe dar luogo a un "rimbalzo" più o meno sensibile con conseguenti influenze sulla velocità, sulla manovrabilità e sul corretto mantenimento della rotta da parte dello scafo stesso. Questo è il motivo per cui i Registri Navali richiedono che le prove ufficiali di velocità vengano effettuate su fondali di almeno 70 / 80 metri di profondità.

 

In ogni caso, l'applicazione del marinaresco "buon senso" non guasta mai... come recita la parte finale di un noto adagio del passato:

 

... tu dagli eventi prenderai consiglio,

lesto e sicuro in subito periglio

e non dimenticar che all'uomo dice Dio

aiutati tu che poi ti aiuto anch'io ...

Modificato da Alagi
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1001 grazie per la risposta.

 

Non esisteva - e non esiste - una "regola generale"

Non ne avevo dubbi (vedi quello che ho scritto) ma mi interessava sentire qualche osservazioen in merito.

 

 

è sempre buona norma mantenere - in manovra - almeno 3 / 4 metri di acqua libera sotto la chiglia

Domanda importante: Intendi dire "manovra" nel senso di "A - mi muovo a passo di lumaca stanca, facendo attenzione" oppure "B - ci vado tranquillo" ?

 

Perchè a me interessa questo secondo caso: tanto per capirci, ho davanti una carta nautica e vorrei capire quale linetta rappresenta il limite a cui è meglio non avvicinarsi.

 

(Nel caso la risposta valida sia la B, devo dire che 3-4 metri mi sembrano ben pochi!!

Da profano, avrei detto una decina almeno (non si sa mai...).

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Domanda importante: Intendi dire "manovra" nel senso di "A - mi muovo a passo di lumaca stanca, facendo attenzione" oppure "B - ci vado tranquillo" ?

(Nel caso la risposta valida sia la B, devo dire che 3-4 metri mi sembrano ben pochi!!

Da profano, avrei detto una decina almeno (non si sa mai...).

 

La risposta è la A: per "manovra" si intende un ormeggio, un affiancamento a una banchina, l'accosto a un altro scafo, mantenendo quella velocità minima che consente - per l'appunto - di "manovrare", cioè di far sì che lo scafo risponda al timone, quindi 3 o 4 nodi al massimo. Su fondali così bassi, comunque, non ci va "tranquillo" nessuno... neanche la classica lumaca stanca!

In mare aperto, secche e bassi fondali è meglio lasciarli alla larga: correnti, mare "lungo" e il vento possono giocare brutti scherzi! In porto, un'avaria alle macchine o al timone può avere un certo tipo - ridotto - di conseguenze; al largo, dalla Meloria a Kerkenah con tutto quello che c'è in mezzo, c'è da lasciarci la pelle.

 

Ciao!

Maurizio

Modificato da Alagi
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In mare aperto, secche e bassi fondali è meglio lasciarli alla larga

Sì, d'accordo, però questo come si traduce all'atto pratico?

 

Tanto per sparare un numero: secondo te (quindi, parere personalissimo) un ammiraglio che avesse portato la sua squadra su un fondale con, diciamo, dieci metri di acqua libera sotto la chiglia, sarebbe stato una persona ragionevole o un pazzo che cercava il disastro?

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Sì, d'accordo, però questo come si traduce all'atto pratico?

 

Tanto per sparare un numero: secondo te (quindi, parere personalissimo) un ammiraglio che avesse portato la sua squadra su un fondale con, diciamo, dieci metri di acqua libera sotto la chiglia, sarebbe stato una persona ragionevole o un pazzo che cercava il disastro?

 

Sicuramente poco accorto, propenso ad un rischio eccessivo e nel complesso irresponsabile. Dipende poi che cosa venisse fatto: una tranquilla navigazione, su rotta rettilinea, in tempo di pace e con tempo buono può anche comportare un transito su una zona con dieci metri di acqua libera sotto la chiglia.

In tempo di guerra, in presenza di insidie aeronavali nemiche e - soprattutto - la necessità di poter manovrare per evitarle, sconsigliano certamente un' "operatività" di questo genere. In effetti, tanto per fare esempi a noi noti , nella zona di Kerkenah le rotte erano praticamente obbligate e frequentate solo da mercantili e unità militari di limitato dislocamento (ct e torpediniere).

S. e. & o., non mi risultano azioni navali - perlomeno nella seconda guerra mondiale - condotte da unità maggiori in fondali così limitati. Una volta, per errore, abbiamo portato una barca a vela a toccare il fondo in una caletta di Menorca: non è successo niente perchè il fondo era sabbioso, ma la sensazione del ponte che "si alza" sotto i tuoi piedi è terrificante, credimi... Non è la barca che prende il fondo, è il fondo che si prende la barca... Non oso pensare cosa si prova quando il fondo si "prende" un incrociatore!

Comunque, ad esempio, la n.b. Missouri si incagliò nei pressi di Hampton Roads a gennaio del 1950, quindi queste cose possono anche accadere... Ti suggerisco questo volume:

 

John A. Butler

Strike Able-Peter - the stranding and salvage of the USS Missouri

Annapolis, USNI, 1995

 

E' un autentico compendio di tutti i rischi che possono materializzarsi portando all'incaglio una nave di grosse dimensioni!

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Sicuramente poco accorto

OK. E se invece fossero venti? O trenta? O magari cinquanta?

Quale è secondo te la profondità accettabile per una navigazioen tranquilla?

 

(cioè: devo disegnare questa benedetta cartina segnando le acque dove la tal nave non dovrebbe spingersi, per cui...)

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OK. E se invece fossero venti? O trenta? O magari cinquanta?

Quale è secondo te la profondità accettabile per una navigazioen tranquilla?

 

(cioè: devo disegnare questa benedetta cartina segnando le acque dove la tal nave non dovrebbe spingersi, per cui...)

 

Non meno di cinquanta / sessanta metri: ma, soprattutto, tieni presente che bisogna sempre avere la possibilità di poter accostare liberamente a dritta, a sinistra, invertire la rotta, zigzagare ecc. Cioè non bisogna avvicinarsi troppo a dei bassi fondali (anche se abbiamo parecchia acqua sotto di noi) quando questa "vicinanza" ci impedirebbe di effettuare una qualsiasi manovra, sia evasiva sia offensiva. Nella pratica, bisogna sempre avere quattro o cinque miglia "libere" tutto attorno, se si vuole operare in piena libertà di movimento. Non a caso, le azioni in acque basse sono demandate a unità leggere, spesso non dislocanti, a mezzi insidiosi e d'assalto ecc.

Bisogna inoltre ricordarsi dell'effetto del "rimbalzo" dell'onda di pressione sulle caratteristiche del moto della/delle unità considerate, come ho detto precedentemente.

Detto in soldoni, una divisione di incrociatori con le relative unità di scorta si terrebbe a parecchia distanza da qualsiasi fondale di questo genere.

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Non meno di cinquanta / sessanta metri

Wow! :s12:

Ammetto di essere parecchio sorpreso Cioè, mi rendo penosamente conto di non capirne nulla :s19: )

 

 

Nella pratica, bisogna sempre avere quattro o cinque miglia "libere" tutto attorno

Suppongo tu intenda "5 miglia misurate da dove non si tocca, oppure 60 metri di profondità, quale delle due cade prima", giusto?

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Suppongo tu intenda "5 miglia misurate da dove non si tocca, oppure 60 metri di profondità, quale delle due cade prima", giusto?

 

Esatto!

Poi - sempre applicando il famoso "buon senso" - queste misure possono anche diminuire un po', però la regola generale è questa.

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