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Sarà Questo Il Destino Delle Case Di Marina A Bocca Di Serchio?


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Un altro pezzo di storia "militare" che se ne va...

 

...sarei proprio curioso di vederlo, il "piano di recupero"

 

In un secondo e mezzo giù la Motofides

Si chiude un'era e un'altra se ne apre.

Oggi comincia la bonifica dell'area poi sarà predisposto il piano di recupero

di Giovanni Parlato

 

FILMATO

 

MARINA DI PISA. Alle 16,17, il capannone delle presse della ex Motofides è crollato. Abbattuto da 25 chili di dinamite divisi in duecento cariche. Tutto in un secondo e mezzo. La terra ha tremato quando il gigante è caduto sollevando una nuvola di polvere. Con quest’esplosione si chiude un’era, quella della fabbrica che prima aveva costruito idrovolanti e aerei (la Cmasa) e dopo aveva costruito componenti per auto Fiat. E si apre un’altra era: quella del porto di Marina di Pisa. All’evento hanno assistito le autorità, dal sindaco Paolo Fontanelli al presidente della Provincia Andrea Pieroni. C’erano anche gli imprenditori che hanno accettato la scommessa di costruire un porto alla foce dell’Arno: i fratelli Mario e Manrico Marianelli, Elio Panchetti e Sandro Picchioni. Imprenditori che, complessivamente, investiranno una cifra che si aggira intorno ai cento milioni di euro. «Senza di loro il progetto non avrebbe mai visto la luce», ha detto il sindaco che può essere soddisfatto per avere raggiunto un importante traguardo che faceva parte del suo mandato.

 

E Manrico Marianelli confida che tutto cominciò «con una burla». L’i mprenditore dice ancora oggi «di essere nato conciatore ed è quella la mia passione» e ricorda che un giorno telefonò a Stefano Bottai, attuale presidente della Borello spa proprietaria dell’area ex Motofides. «Gli dissi che volevo comprare la Fiat di Marina, ma era una burla - racconta Manrico Marianelli - invece, Stefano Bottai prese la palla al balzo e iniziò la trattativa. Ed ora eccoci qua. Io e mio fratello abbiamo avuto il piacere di dimostrare che, oltre a lavorare la pelle, sappiamo fare altre cose. Siamo stati sempre all’attacco e ancora alla nostra età ci piace andare avanti, accettare l’azzardo». Da oggi, comincia la bonifica dell’area. Saranno abbattuti con le ruspe gli altri capannoni e un ruolo di primo piano spetterà alla Provincia che dovrà poi certificare l’a vvenuta bonifica in conformità al progetto approvato, certificazione necessaria per consentire la realizzazione delle opere previste.

 

 

«Riguardo invece alla predisposizione del piano attuativo di recupero dell’area - afferma Andrea Pieroni, presidente della Provincia, facendo riferimento a quanto fatto - siamo entrati nel merito degli aspetti di nostra competenza relativi alla viabilità, alla difesa della costa, all’approvvigionamento idrico, al contenimento del rischio idraulico». Enti locali e imprenditori guardano al futuro porto come occasione di potenziamento dell’e conomia sia per il litorale che per la città. Il porto s’inserisce nello sviluppo di alcuni settori trainanti come il turismo e la cantieristica pisana che sta conquistando importanti fette di mercato.

 

(Il Tirreno - LINK)

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Già...anch'io sono rimasto male di questo abbattimento. E' vero che ci faranno un porto turistico, ma un minimo di salvaguardia della storia andava fatta.

Comunque non c'è da meravigliarsi. Pensate che nel comune di Pomarance PI, vicino a casa mia hanno fatto una variante ad un ponte sulla SR 439, lasciando il vecchio ponte in cemento armato isolato una cinquantina di metri dalla nuova struttura. Era stato sotituito perchè non più adeguato alle nuove viabilità, ma non in pericolo di immediato crollo. Comunque è stato fatto saltare...dopo si sono accorti che era stato progettato dall'Ing. Nervi!

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