Vai al contenuto

Tragedia Piroscafo Oria 13-2-44. 4.200 Italiani Morti


Messaggi raccomandati

Amico Ferretti,

credo che fra vincere e perdere una guerra ci sia ancora diversità di conseguenze. Certo non quelle di un tempo, dato che non ci sono più colonne di prigionieri ridotti in schiavitù o scannamenti collettivi celebrati dopo la vittoria.

Tuttavia, prescindendo dal fatto che degli scannamenti é cambiata più la forma che la sostanza, le conseguenze permangono per molte decine di anni anche nel civilizzatissimo mondo che viviamo. E riguardano -tra l'alro- la sovranità effettiva di quelli che hanno perso, la loro capacità di scegliere in piena libertà il proprio futuro o di prendere autonoma posizione nelle dispute internazionali.

Nel nostro paese, che a sovramercato é stato segnato da una guerra civile mai superata nel sentire dei più, e sulla quale ha operato più l'utlizzo strumentale degli eredi delle due parti che la disponibilità ad un approfondimento e ad una meditazione, gli effeti sono destinati a durare molto più a lungo che altrove.

I morti, da noi, non sono mai i nostri morti, sono sempre i morti degli "altri". Anche quando sono vittime inermi sono sempre vittime della barbarie degli "altri". I morti dei bombardamenti, i morti dell'Oria e delle mille storie simili, sono semplicemente rimossi, perché celebrarli comporterebbe una valutazione del comportamento di chi la guerra l'ha vinta. E questo non solo non ci è consentito, ma non ce lo vogliamo nemmeno consentire. Gli schieramenti e le alleanze, a distanza di tanti anni, si sono intersecati in maniera oramai inestricabile, e non consentono l'esposizione di opinioni che sarebbero scomode o controproducenti; le vecchie bandiere fanno il loro poco onorevole lavoro di tenere irregimentate le opinioni e di utilizzarle all'unico scopo di assicurare panorami elettorali controllabili, ma non hanno alcun interesse a eleborare una rivisitazione critica e ormai serena di avvenimenti trascorsi oramai da settant'anni (rifletta, Ferretti, alla stramberia delle perpetuazione di schieramenti ormai fossili: é come se nel 1930 ci fossimo scannati ancora fra Piemontesi, Borbonici e nostalgici dei Lorena).

Temo che questo paese troverà una sua normalità solo quando le generazioni che hanno vissuto la guerra (non solo quella calda, forse, ma anche quella fredda) avranno materialmente lasciato posto alle successive. Il prezzo da pagare, inevitabilmente, sarà l'oblio. Anche dei morti dell'Oria.

Link al commento
Condividi su altri siti

Purtroppo non posso che concordare con l'amico Michele (Marat): da qualunque parte si guardino certi problemi, vale in ogni caso quanto da lui affermato.

Se aggiungessi qualcosa, ripeterei inutilmente quanto già detto da lui in termini assolutamente condivisibili. Tempo fa, discutendo di analoghi problemi con altri appassionati del settore, dicevo che non soltanto la storiografia, ma la stessa valutazione e rivisitazione di un periodo storico e di determinati eventi, necessitano nella pratica di almeno un secolo per poter esprimere giudizi oggettivi, sereni e liberi da polemiche, condizionamenti, prese di posizione preconcette e quant'altro.

Facevo l'esempio dell'era napoleonica, che ha potuto beneficiare di opere e studi approfonditi solo sul finire del secolo XIX°, in assenza di coloro che avevano conosciuto direttamente Napoleone, come pure di coloro che di Napoleone avevano sentito parlare da chi direttamente lo aveva a sua volta conosciuto.

Tuttavia, per quanto è nelle nostre odierne possibilità, nei confronti degli eventi della seconda guerra mondiale dobbiamo comunque cercare di procedere con la massima serenità di giudizio e la mente quanto più possibile sgombra da preconcetti o contrapposizioni ideologiche.

E' un dovere degli "storici" e un diritto di coloro che leggono e approfondiscono quanto gli storici ricercano e scrivono, anche se “storico” è un termine assai abusato – almeno nella lingua italiana - per indicare coloro che, a vario titolo, si interessano di storia, che è cosa assai diversa dall’essere degli storici. A mio avviso, il processo è molto lungo, e solo i nostri posteri potranno serenamente giudicare se uno studioso dei nostri giorni può o meno essere considerato uno “storico”.

Modificato da Alagi
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 weeks later...

Nel corso dei miei lavori di ricerca più recenti mi sono occupato prima di tre navi mercantili consegnate dalla Francia di Vichy all’Italia intorno alla metà del 1941. Bene, guarda caso una delle tre è la AVEYRON, poi italiana CAPO PINO, poi tedesca PETRELLA, affondata al largo della Baia di Suda a Creta l’8 febbraio 1944 dal sommergibile inglese SPORTSMAN con 2647 vittime, per la quasi totalità prigionieri italiani.

 

Poi ho compiuto una ricerca su una dozzina di navi mercantili spagnole noleggiate o trasferite dal regime franchista al Terzo Reich nel 1941-43, e guarda caso una tra queste, il MARIA AMALIA poi tedesca KERTSCH poi ancora MARGUERITE, viene affondata nei pressi di Argostoli il 13 ottobre 1943 dal sommergibile inglese UNRULY oppure dal TROOPER oppure su un campo minato. Anche qui si ebbero circa 550 vittime, prigionieri italiani provenienti da Cefalonia.

 

Credo perciò che il meglio che io possa fare, di fronte alla tragedia dell’ORIA – definita giustamente da Achille Rastelli nel libro sulle “Torpediniere (ex Ct.) tipo Pattison e Orlando” del 1994 citato da Marat “il maggior disastro marittimo avvenuto nel Mediterraneo” – credo, dicevo, che il miglior contributo che io possa dare alla ricostruzione dell’evento sia la documentazione del perché una piccola nave norvegese di 2000 tonnellate si sia trovata nel febbraio del 1944 all’appuntamento con la tragedia nel Mare Egeo.

 

Devo dire ancora che sono rimasto esterrefatto nel leggere che nessuno dei testi classici in materia menziona questo enorme sacrificio umano. Sono stati scritti diversi libri sui 6000 morti del WILHELM GUSTLOFF nel Baltico nel 1945 e sui 3000 del LANCASTRIA nel Golfo di Biscaglia nel 1940. Ma né Roger Jordan (“The World’s Merchant Fleets 1939”, Chatham 1999, citato da Mattesini), né Jürgen Rohwer (“Allied Submarine Attacks of WW2”, Greenhill Books, 1997), e neppure Reinhart Schmelzkopf ("Fremde Schiffe in deutscher Hand 1939-1945", Strandgut, Cuxhaven, 2004), nessuno di questi parla delle vittime dell’ORIA (Schmelzkopf omette anche quelle del MARGUERITE); e infine neppure il Miramar Ship Index ricorda i caduti dell’ORIA. Una specie di coazione al silenzio che francamente lascia perplessi. Ma c’è di peggio: ho voluto riprodurre qui le poche righe dedicate all’evento da "La Marine Marchande française 1943-1945" di Marc Saibène, Jean-Yves Brouard, Guy Mercier, Marines Editions, 2001 che ha il coraggio di affermare che la gran parte dei 4000 prigionieri di guerra a bordo poterono essere salvati, e colloca Capo Sounion a Creta anziché nell’Attica. Non ho parole.

 

Torniamo allora alla storia della nostra nave. ORIA è un mercantile di 2127 tsl, 1256 tsn e 3540 tpl, varato dal cantiere inglese Osbourne, Graham & Co., a Sunderland il 17 giugno o il 9 novembre 1920 e completato nel novembre 1920 o nel gennaio 1921 per l’armatore norvegese D/S A/S Garonne, facente parte del gruppo Fearnley & Eger di Oslo. Mantiene lo stesso nome e lo stesso armatore fino a quando il 22 giugno 1940 viene internata a Casablanca (Marocco) dalle autorità francesi all’antivigilia dell’armistizio francese con Germania e Italia (la Norvegia era stata pochi giorni prima completamente occupata dai tedeschi). La nave viene poi spostata a Port Lyautey per decongestionare il porto di Casablanca. Il 24 giugno 1941 la Francia di Vichy confisca la nave, sotto forti pressioni tedesche, e l’affida in gestione alla Société Nationale d’Affrètements di Rouen con il nome di SAINTE JULIENNE. La nave viene quindi portata in convoglio, sotto scorta della marina militare francese, dal Marocco a Marsiglia, affrontando quindi il passaggio dello Stretto di Gibilterra, con l’obiettivo finale di consentirne la consegna ai tedeschi. Il Terzo Reich premeva infatti da tempo per ottenere da Vichy la consegna delle numerose navi ex norvegesi, ex danesi, ex greche (queste ultime destinate all’Italia) rimaste nelle mani dei francesi nel Marocco, nel Senegal (Dakar), in Algeria (Orano), e via via concentrate a Marsiglia.

 

Con gli accordi di Nevers del 27/28 agosto 1942 tra Pierre Laval, capo del governo di Vichy e Karl Kaufmann, nuovo Alto Commissario del Reich per la navigazione marittima, quest’ultimo ottiene la cessione di 29/30 navi danesi, greche e norvegesi per 115.000/127.000 tonnellate di portata lorda. In questo modo Vichy mantiene (ancora per poco) il controllo sull’intero naviglio francese, che tuttavia dopo lo sbarco alleato in Nord Africa dell’8 novembre 1942 verrà interamente assegnato al Reich con il nuovo accordo Kaufmann/Laval del 20/22 novembre 1942.

 

Tornando agli accordi di Nevers, i tedeschi assegnano una denominazione in codice a ciascuna delle navi di cui è prevista la consegna: ORIA viene denominata NORDA IV, perché NORDA era la denominazione in codice assegnata alle navi da carico ex norvegesi. Il protocollo prevede che le navi confiscate da Vichy vengano prima restituite pro forma ai loro armatori di origine e poi da questi immediatamente assegnate alla Germania, che esercita così il “diritto della potenza occupante”. Il 19 novembre 1942 SAINTE JULIENNE viene restituita all’armatore norvegese a Marsiglia, e riassume il nome ORIA per mantenere in piedi la finzione giuridica. Il 22 novembre successivo è a Genova, dove viene presa in gestione dall’armatore tedesco Mittelmeer Reederei GmbH di Amburgo, come molte delle altre navi ex francesi: la Mittelmeer utilizzava equipaggi sia tedeschi che italiani che greci, ma in genere non francesi.

 

Quanto alla perdita della nave per incaglio il 13 febbraio 1944 nel mare Egeo vicino a Capo Sounion, devo dire che se l’isolotto su cui è avvenuto l’affondamento è davvero quello di Neso Patroklou, ricordo di averlo visto un paio di anni fa quando sono stato a Capo Sounion. E’ un isolotto scosceso molto vicino alla costa in una zona caratterizzata da bassi fondali, quindi molto facile a raggiungere anche con piccoli natanti dalla terraferma: non certo una zona remota, ma anzi una tra quelle più turisticamente sviluppate dell’Attica.

 

Quanto infine al sottomarino olandese DOLFIJN, che il 31 gennaio aveva attaccato ORIA senza successo a ovest di Stampalia lanciando tre siluri esplosi a fine corsa, risulta dal Rohwer che il successivo 4 febbraio avrebbe attaccato in superficie nel Mar Egeo un motoveliero italiano (?), ma avrebbe poi abbandonato l’attacco perché il motoveliero aveva risposto al fuoco. Nulla che si possa riferire alla tragedia di Capo Sounion, come ha già scritto Francesco Mattesini.

 

Francesco De Domenico

 

 

 

doc0001lm4.jpg

 

doc0002pk5.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 months later...

Devo aggiungere che il "motoveliero italiano" attaccato dal sommergibile olandese DOLFIJN nel Mar Egeo il 4 febbraio 1944 non era affatto un motoveliero italiano, come mi pareva abbastanza ovvio. Era il cacciasommergibili tedesco UJ 2141, ex nave pattuglia GA (Griechenland Attika) 41, ex schooner greco TASSIA CHRISTA. Una vera e propria nave-civetta o Q-ship, appartenente alla 21. U-Jagdflottille e armata con 1x88 mm, 1x37 mm, 4x20 mm, 2 lanciarazzi, 2 lanciabombe di profondità. Sfido che il battello olandese si sia trovato di fronte ad una risposta di fuoco inaspettata.

Modificato da de domenico
Link al commento
Condividi su altri siti

da base artica marco,

comfermo pure io l´oppinione di MARAT, certi passati sono nei ricordi solo di chi sa valutare esempi umani, avendone il pieno rispetto .

saluti marco.

http://www.warsailors.com/singleships/oria.html

merchantgermanorianc6.jpg

boatp47fv2.jpg

D/S Oria

Updated Febr. 12-2009

 

To Oria on the "Ships starting with N" page.

 

Crew List

 

 

 

Manager: Fearnley & Eger, Oslo

Tonnage: 2127 gt, 3540 tdwt

Signal Letters: LCUS

 

Built by Osbourne, Graham & Co., Ltd., Sunderland (222) in 1920.

 

 

 

Captain: Bjarne Rasmussen

 

 

 

Related item on this website:

Norwegian Guestbook message - From the grandson of 2nd Engineer Johan B. K. Hoel, who died while interned.

 

 

 

Some of her voyages are listed on this original document received from the National Archives of Norway.

 

 

 

Some Convoy Voyages:

 

Oria is listed in Convoy HN 6 from Norway to the U.K. in Dec.-1939/Jan.-1940. As will be seen when following the link, several Norwegian ships took part. See also the page listing ships in all HN convoys.

 

In March-1940 she's listed, together with the Norwegian Granli, in Convoy 74 KS, departing Casablanca on March 9, arriving Brest on the 15th, and the following month, she appears in Convoy OB 125, which originated in Liverpool on Apr. 8 and joined up with Convoy OA 125 on Apr. 10, the combined convoy forming the Gibraltar bound Convoy OG 25, which arrived there on Apr. 16 (see my page naming ships in all OG convoys). Oria's destination is given as Casablanca, where she arrived Apr. 18, having started out from Milford Haven on the 9th. From Casablanca, she later headed to Dakar and Rufisque, then back to Dakar and on to Bordeaux, with arrival the latter on May 31 (according to the above archive document), leaving again on June 10, arriving Casablanca June 19. For this voyage she's listed in Convoy 64 X, which left Verdon on June 12. The Norwegian Europe, Inger Lise and Vigør are also included - ref. external links below.

 

 

 

Related external links:

Convoy 74 KS - The site also has OB 125 and 64 X.

 

 

 

Interned - 1940:

 

Oria was one of the 26 Norwegian ships interned in North and West Africa 1940-1942 - my page Interned Ships has the names of all 26.

Not all sources agree on the facts, though they all agree she was renamed Ste Julienne after having been requisitioned by the Vichy French.

 

Here is what my various books say about Oria:

 

"Sjømann - Lang Vakt" by Guri Hjeltnes says she was interned in Port Lyautey. Note that the archive document states she had arrived Port Lyautey from Casablanca on Sept. 11-1940.

 

"Nortraships flåte" says she was interned June 22-1940, requisitioned June 24-1941, sunk in the Aegean Sea Febr. 13-1944. (The archive document also states she was seized on June 24-1941).

 

Roger W. Jordan's "The World's Merchant Fleets 1939" states she was seized in Casablanca June 24-1941, later in German service (from Nov. 22-1942) under the name Oria, wrecked outside Cape Sunion, Aegean, Febr. 12 or 13-1944, while trying to escape a submarine attack.

 

"Skip og menn", Birger Dannevig says she sailed under the French flag until Dec. 29-1942, when she was transferred to the Germans. Sunk in the Aegean Sea Febr. 12-1944.

 

A French visitor to my website has told me that (presumably according to French records) Oria was seized in Port-Lyautey in July-1940. Under French flag at Port Lyautey June 24-1941 (as Ste Julienne). She sailed from Port Lyautey to Casablanca in June or July-1941. Sailed from Casablanca in convoy on July 24-1941. At Oran July 27.

 

There's a thread on my Ship Forum about Oria, starting with this query. One of the replies, which is in German, says she departed Bordeaux for Casablanca on June 10-1940 (agreeing with the details found on the archive document) and was still there when France fell later that month. The poster says she was managed by Soc. Nationale d’ Affrétements when she had the name Ste Julienne but was taken over by the Germans in Marseilles on Nov. 24.-1942 and given the name Norda IV, Mittelmeerreederei GmbH., Hamburg, departing Marseilles for Italy on Nov. 25 and was again given back her old name of Oria, same German managers. See also the thread starting with this query, as well as this thread.

 

As mentioned, some sources say she was sunk while trying to escape a submarine attack. There seems to be some disagreement on this as well. Theodor Dorgeist, who posted one of the messages, says that Oria on Febr. 11-1944 at 17:40 departed Rhodes for Piræus with 4200 Italian prisoners, 30 guards and 60 German soldiers, but stranded in a storm on Febr. 12, broken down on the Gaidaroneos Reefs (? German is not my strongest language, I also believe she had different managers by then), afterpart capsized and sank, forepart under water to the foremast (?). By Febr. 14, 49 prisoners, 6 soldiers(?) and 5 crew (including the captain and 1st Engineer) had been rescued. So according to this post the "trying to escape a submarine attack" theory is incorrect.

 

Another response to one of the Oria queries on my Forum refers to a website on Dutch submarines (ref. external link below) which indicates the Dutch Dolfijn may have attacked Oria on Jan. 31-1944 at 8:18 hrs. "3 torpedoes were fired but they missed the target and exploded at the end of their runs. Position: West of Stampalia." The poster says Stampalia is 10-20 miles from Rhodes.

Modificato da bussolino
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 11 months later...

Mi sono registrato sul foro di Betasom per contattare il sig. Guido Ferretti al fine di conoscere come comunicare con il frate di Rodi Don Cesare Andolfi. Questo per accertare se mio fratello S.Ten.Art. Cutino Marcello era nell'elenco degli imbarcati sulla nave Oria essendo stato di stanza nell'isola di Rodi ed avendomi il Ministero della Difesa dichiarato disperso in mare nel febbraio 1944.

In attesa ringrazio per la collaborazione ed invio i migliori saluti.

 

F. Cutino

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 months later...

Salute a tutti... anche io ho un parente dato disperso il 9/9/43 a Rodi...e lavorando come telegrafista del 250° al Com.Generale presumo di Campochiaro difficilmente credo sia morto il 9 piutosto credo sia stato imbarcato su uno di quei piroscafi mai arrivato a destinazione (rimane il dubbio sulla data del 9 come il giorno in cui e' dato per disperso).... avete un parere da darmi...anche per approfondire la ricerca.Vi ringrazio in anticipo complimentandovi per il sito.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 months later...

IMPORTANTE AGGIORNAMENTO SULLA VICENDA DELL'ORIA

buongiorno,

mi faccio vivo dopo lungo tempo per informare che, dato il silenzio delle autorità italiane, un gruppo di splendidi Cittadini Greci sta attivando la realizzazione di un monumento sul luogo della prima fossa comune dei Caduti dell'Oria e organizzando il recupero dei resti umani ancora visibili.

L'iniziativa è a carico della Municipalità greca, nessuno chiede denaro, ma solo una approvazione ufficiale italiana e la doverosa opinione dei parenti.

 

sto costituendo assieme agli Amici greci una lista di parenti dei Dispersi, per muoverci ufficialmente, e soprattutto per concordare azioni condivise.

Ci sono varie ipotesi oltre alle lettere ufficiali alle nostre Autorità, tra cui contatti con la RAI, ma il rischio della spettacolarizzazione del dolore richiede che prima ci sentiamo tra di noi.

 

tutti i parenti che hanno scritto sul forum e tutti coloro che avessero notizie utili, possono contattarmi alla mail

 

ghirardelli@studiosap.it

 

michele ghirardelli

nipote di un disperso

 

grazie, Amici di Betasom MOLTO MERITO E' VOSTRO

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 4 months later...

Durante le ricerche sulla fine di mio nonno in forza alla Div.Regina come Telegrafista e dato per disperso il 9 settembre del 43..(il suo nome come quello di altre migliaia e ricordato nel sacrario Oltremare di Bari)mi sono imbattuto in questo forum dove ho seguito le discussioni apprezzando la disponibilita e competenza di tutti..Le mie ricerche hanno portato a qualche chiarimento Classe 1917 richiamato in servizio nel 1940 e partito da Bari per Rodi lo stesso anno assegnato alla46° Comp.Telegrafisti del Genio nella 50 Div. Regina,effettivo alla 250 Comp.misto Genio,trasferito al Q.g. di FF AA il 31/10/42 disperso il 9/9/43..ora qui vorrei un vostro parere circa gli ultimi avvenimenti che potrebbero averlo coinvolto nell'ultimo presumo giorno della sua vita: Preso prigioniero a Campochiaro e ucciso poco dopo o imbarcato sul piroscafo Doninzetti con la fine che tutti conosciamo..oppure...??Vi ringrazio anticipatamente di cuore

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 weeks later...

Buongiorno a tutti. Mi associo a questa discussione in quanto anche mio nonno si trovava in quel maledetto piroscafo Oria. Finalmente dopo innumerevoli ricerche sono riuscito a trovare la lista degli imbarcati di quella notte, la potete scaricare dal sito www.dodecaneso.org/tragedie.htm mio nonno si chiamava Tonet Umberto. Mi sembra comunque a dir poco sconcertante che non si sia mai parlato attraverso i media di questa immane tragedia due volte e mezza quella del strafamoso Titanic con 1500 vitime.

Link al commento
Condividi su altri siti

Buongiorno a tutti. Mi associo a questa discussione in quanto anche mio nonno si trovava in quel maledetto piroscafo Oria. Finalmente dopo innumerevoli ricerche sono riuscito a trovare la lista degli imbarcati di quella notte, la potete scaricare dal sito www.dodecaneso.org/tragedie.htm mio nonno si chiamava Tonet Umberto. Mi sembra comunque a dir poco sconcertante che non si sia mai parlato attraverso i media di questa immane tragedia due volte e mezza quella del strafamoso Titanic con 1500 vitime.

 

 

 

da base artica, marco

 

........................! :s05: politica e nato! :s12:

certi vasi (pandora) non si desiderano aprire, vedi anche questioni confini o rappresaglie su civili...

 

saluti marco

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 7 months later...
  • 5 years later...

mi faccio vivo dopo lungo tempo per informare che, dato il silenzio delle autorità italiane, un gruppo di splendidi Cittadini Greci sta attivando la realizzazione di un monumento sul luogo della prima fossa comune dei Caduti dell'Oria e organizzando il recupero dei resti umani ancora visibili.

L'iniziativa è a carico della Municipalità greca, nessuno chiede denaro, ma solo una approvazione ufficiale italiana e la doverosa opinione dei parenti.

E' stata fatta una commemorazione dei caduti l'11 febbraio sia a capo Sounion che nel comune di Seravazzi in Toscana, da cui provenivano molti dei caduti. Un interessante articolo su Difesa on Line presenta anche lo stato delle ricerche al momento nonché il monumento eretto a Capo Sounion di cui si accennava.

 

Nel 1955 il relitto fu smembrato dai palombari greci per recuperare il ferro, mentre i cadaveri di circa 250 naufraghi, trascinati sulla costa dal fortunale e sepolti in fosse comuni, furono traslati, in seguito, nei piccoli cimiteri dei paesi della costa pugliese e, successivamente, nel Sacrario dei caduti d’Oltremare di Bari. I resti di tutti gli altri morti, invece, giacciono ancora in fondo al mare.

 

http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/laffondamento-delloria-e-le-responsabilit%C3%A0-tedesche-ennesima-pagina-di-una

 

Però resta il fatto che non mi risulta che alcun media di rilievo nazionale abbai riportato la notizia nè ricordato l'evento.

 

 

 

 

 

 

Modificato da malaparte
Link al commento
Condividi su altri siti

Cara Malaparte, grazie per averlo ricordato, ma quel che mi meraviglia in questa discussione iniziata nel lontano 2007 è che la ricerca della sconosciuta documentazione riportante il tragico e dimenticato evento sia stata indirizzata prevalentemente verso fonti d'oltralpe. Nemo propheta in patria !

L'opera citata da Marat "Torpediniere (ex Ct) tipo Pattison e Orlando" di Ermanno Albertelli Editore, Parma 1994, di Achille Rastelli, che ha destato sorpresa in alcuni blasonati utenti, si rifà infatti alla primaria fonte della MM “Avvenimenti in Egeo dopo l'armistizio” USMM 1993, 2° ed. - ristampa del volume compilato nel 1972 dall'amm. Aldo Levi, revisore amm. Fioravanzo.

Ne riporto il laconico testo, corredato dal citato Doc.N. 41, a firma del CF Capo Ufficio Assenti e Reduci – Ministero della Difesa – Marina, in data 22 gennaio 1948.

 

Salvo la denominazione del p.fo norvegese “Orion” anziché Oria, la relazione è sufficientemente esaustiva a chiarire qualsiasi dubbio.

 

LmjipA.jpg

 

AKhLXN.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

Forse lo sapete già, ma esiste da tempo un sito dedicato a questa tragedia: https://www.piroscafooria.it/

 

Sono da un po' di tempo sulla loro "mailing list", e proprio in questi giorni si parlava, tra l'altro, della possibilità di ritrovamento delle liste degli imbarcati sulla Donizetti e sul Petrella.

Link al commento
Condividi su altri siti

C'è da dire che da qualche anno a questa parte (grosso modo, oserei dire da quando la storia dell'Oria è apparsa in questo forum: Betasom è stato forse il primo "luogo" in cui se ne sia parlato, su Internet), la storia di questa tragedia ha avuto molta più risonanza. Se ne è parlato anche sulla televisione nazionale, nel programma "La vita in diretta" (

), e via via che familiari e discendenti delle vittime sono stati rintracciati in tutta Italia, la loro storia è stata raccontata dai media "locali", e, sempre a livello perlopiù locale, sono sorte iniziative per ricordarlo (esempio: http://www.luccaindiretta.it/versilia/item/86754-alle-scuderie-granducali-si-commemora-il-naufragio-del-piroscafo-oria.html http://www.ecodibergamo.it/stories/bergamo-citta/naufragio-oria-si-allunga-la-lista-dei-mortiin-un-video-limbarco-dei-soldati-_1166116_11/ http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2012/07/02/piroscafo_oria_militari_italiani_ricerche_web_grecia_naufragio.html http://www.regione.toscana.it/-/la-regione-toscana-sostiene-il-progetto-sul-piroscafo-oria). In alcuni Comuni si sono intitolate delle vie alle vittime.

 

Nel mio paese, la sezione del periodico comunale dedicata all'Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra ricorda molto spesso questa tragedia (anche perché un membro della sezione locale è appunto un discendente di un caduto dell'Oria; sul questa nave non morirono miei compaesani, mentre uno di essi perì un un'altra simile tragedia svoltasi in Egeo, quella della Sinfra).

 

Un poco per volta...

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 11 months later...

Oggi ricorre, come tutti gli anni, l'anniversario di una delle più grandi tragedie del mare di tutti i tempi. Il 12 febbraio 1944, infatti, come è ben ricordato da questo topic, affondava il piroscafo "Oria", trascinando negli abissi del Mar Egeo 4200 giovani vite, soldati italiani diretti ai lager nazisti. Questa atroce inaudita e sconosciuta tragedia accadeva appena quattro giorni dopo il siluramento di un altro piroscafo, il "Petrella", con 2550 vittime!!!... I naufragi dell' "Oria" e del "Petrella" sono le due più grandi e terribili tragedie della storia del Mar Mediterraneo: il Titanic causó "solo" 1550 vittime.

Oggi me lo ha ricordato il mio ex comandante carrista.

Non dimentichiamoli!

Link al commento
Condividi su altri siti

Non dimentichiamoli!

Infatti...bisognerebbe ben meditare su queste grandi tragedie e sulle loro cause: oltre 6.700 Vittime!

Modificato da Alfabravo 59
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 5 years later...

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,5k
×
×
  • Crea Nuovo...