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L'ultima Missione Dell'u977


walter leotta

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Ieri il quotidiano Repubblica in un articolone (due pagine) a firma Corrado Augias dal titolo "Fuga sotto i mari per salvare il Reich" riporta a galla la storia, o leggenda, della fuga dei gerarchi nazisti in Spagna o Argentina.

Lo fa annunciando a breve l'uscita in Italia del libro "Oltremare sud" scritto dagli storici spagnoli Juan Salinas e Carlos De Napoli. In poche parole, secondo i due autori, sull'U977 - arresosi nel Mar della Plata il 17 agosto 1945, tre mesi dopo la resa della Germania - si sarebbero imbarcati alcuni gerarchi nazisti (Goebbels, Bormann, Krebs e addirittura lo stesso Hitler).. Non solo. Nel corsa della sua ultima crociera l'U977 avrebbe affondato l'incrociatore brasiliano BAHIA (perduto il 4 luglio 1945, ufficialmente a causa di un incidente) e una non meglio precisata (almeno nell'articolo di Augias) corvetta americana. A sostegno delle loro tesi, gli autori sostengono che sul corposo dossier statunitense di 700 pagine riguardante la fuga dei gerarchi nazisti nell'immediato dopoguerra vige ancora - a distanza di 62 anni - il segreto militare..

 

L'U977 nel mar del Plata

 

u977jf2.jpg

Modificato da walter leotta
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Visitatore Mattesini

Una buona descrizione della missione delll’U 977 si trova in Clay Blayr, “Hitler U-Boat Warâ€, Volume II, pag.674-676.

 

Il comandante del sommergibile, tenente di vascello Schäffer, trovandosi in Norvegia, subito dopo la resta della Germania riunì il suo equipaggio per comunicargli la sua intenzione di andare ad arrendersi in Argentina. Una parte dell’equipaggio accettò di far parte di questo progetto, ed il sommergibile, salpato il 10 maggio 1945, non fece altro che transitare per l’Atlantico fino a raggiungere il 17 agosto la sua destinazione, dopo 108 giorni di mare, e aver percorso una navigazione di 7.644 miglia.

 

Tutto il resto è fantasia.

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Buongiorno Francesco,

 

li ho anch'io quei due interessanti volumi.. così come sono convinto che tutta la storia dell'U977 sia una colossale bufala (ovviamente per quanto riguarda il trasbordo dei personaggi in questione: altre fonti invece riferiscono di quadri preziosissimi, riserve auree e chi ne ha più ne metta)....

 

vista la firma di Augias, comunque, non mi stupirei se a breve - anzi ne sono certo - a breve seguirà un "documentatissimo" servizio sulle reti Rai.. si accettano scommesse...

 

Walter Leotta

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premesso che ritengo che sull'U977 non si sia imbarcato nessuno, anzi siano sbarcati i marinai sposati ai quali il comandante aveva concesso il permesso di raggiungere le famiglie prima della partenza del battello per l'Argentina.,,,,,,,

 

Il battello è partito dalla Norvegia nei primi giorni di maggio e quindi in teoria Krebs avrebbe avuto il tempo di raggiungere Bergen o la costa baltica per imbarcarsi ....Il problema è che Krebs prefer' suicidarsi all'interno del bunker il 1° maggio....

 

Gli autori del libro ritengono che il suicidio di Krebs (o quello di Goebels, Hitler) sia stato una messinscena per coprire la fuga.. la leggenda circola da sempre complice il fatto che di alcuni gerarchi non si seppe assolutamente più nulla (vedasi Bormann.. oppure Mengele)...

Modificato da walter leotta
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se fosse uscito un libro dal titolo "Bormann è morto" chi l'avrebbe letto?

 

invece con un'opera dal titolo: "La sapete l'ultima? Hitler ha 118 anni, vive in Paraguay, ha tre figli e gode di ottima salute"......altro che due pagine su Repubblica e una puntata in tv dal titolo: "I grandi misteri della storia".....

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Ieri a Bologna ho trovato il libro "Oltremare sud" messo in bella evidenza........ nelle prime 50 pagine viene spiegato come Hitler non è morto...... mi sembra più un libro per GLI AMANTI DELLE STORIE che per i CULTORI DELLA STORIA... ecco spiegato le ragioni del successo: ben otto edizioni.. al termine della lettura il commento finale

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Qui ormai, tra Hitler cha scappa in sommergibile, gli americani che non sono mai stati sulla luna, le torri gemelle minate dalla CIA, Elvis che è ancora vivo, e Moggi & Giraudo innocenti vittime di un complotto, non ci si capisce più nulla!!! :s03:

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La fuga di Hitler e la sua morte in Argentina alla fine degli Anni Cinquanta non mi entusiasmano anche se porterò a compimento la lettura del libro...

 

sommergibileeu9.jpg

 

 

sul fatto che gli USA non fossero a conoscenza dell'attacco a Pearl Harbour... ho i miei dubbi.. tantissimi dubbi....... (non parlo delle Torri Gemelle per evitare reprimende).......

Modificato da walter leotta
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mi arrendo.. non riesco a leggere il libro... troppe ipotesi (e fantasie)...

 

in sostanza: delle 100 persone presenti nel bunker a Berlino nell'aprile 1945, almeno 30 si salvano (Hitler e Bormann compresi).. all'inizio di maggio 5 o 6 Uboote - tra cui U977, U530, U3037 - salpano per l'Argentina dove è attiva una rete di simpatizzanti nazisti - nel corso del viaggio affondano SICURAMENTE (!!??) l'incrociatore brasiliano Bahia e la corvetta statunitense PE56 Eagle..... prima di consegnarsi alle autorità argentine nell'agosto 1945, gli Uboote sbarcano sulla coste i capi nazisti e il tesoro della Banca centrale del Reich (in qualsiasi storia l'oro c'è sempre)....... ovviamente i servizi segreti USA sanno tutto ma non intervengono perchè nel dopoguerra la Germania può essere utile contro l'Unione Sovietica.......

 

Hitler muore negli anni 50, Bormann nel 1959....500 pagine per raccontare tutto questo..

Modificato da walter leotta
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  • 10 months later...

da marco, scusate ma non vorrei sembrare il sapientone rom... . ma si tratta di solita notizia...da spiaggia estiva in merito u977. inoltre la storia di Hitler e c. che scappano da berlino con un idrovolante dal fiume spree e presa da un romanzo di le carre.

 

molto piu interessante ed invece vera la storia del U234.----------- http://it.wikipedia.org/wiki/U_234

tanti ma tanti anni fa ho conosciuto il signor fehler (ora morto per ragioni d´eta) e al contrario di quello che si legge era ..un uomo al di fuori della norma anche per gli alleati. era ad esempio ex ufficiale a bordo dell´inncrociatore coraro ausiliare ATLANTIS, poi addetto a missioni ....di carattere poco ortodosso ma portate a termine con successo

L'U-234 è stato un sommergibile della Kriegsmarine, appartenente alla classe Tipo X, la cui ultima missione è stata quella di consegnare uranio e altri progetti e armi avanzate della Germania nazista, al Giappone.

Il sommergibile si arrese agli Stati Uniti d'America il 15 maggio 1945 all'USS Sutton, che lo condusse al porto di Portsmouth nel New Hampshire.

In origine gli ordini che il capitano dell'U 234, il Kapitanleutnant Johann Heinrich Fehler (1910-1993), ricevette, furono quelli di trasportare un carico importante che conteneva materiali che potevano risvoltare le sorti della guerra a favore dell'Asse. Il suo carico era quindi destinato al Giappone, e precisamente all'imperatore Hirohito.

L'U234, di base a Kiel, secondo gli ordini dell'ammiraglio Karl Dönitz, avrebbe dovuto percorrere il seguete tragitto: innanzitutto inoltrarsi nell'Oceano Atlantico, passando per il mare del Nord, raggiungere quindi il capo di Buona Speranza e quindi sfociando nell'Oceano Indiano, raggiungere la base di Penang in Malesia, dove avrebbe sbarcato l'importante carico contenuto nella sua stiva.

Il 25 marzo 1945 l'U 234 partì per la sua importante missione, lasciando il porto di Kiel e con la rotta che puntava verso la base di Kristiansand, in Norvegia, dove si dovevano stivare altri fusti chimici. Tra il 15 e il 16 aprile, il sommergibile ripartì nuovamente.

Con l'8 maggio 1945, la guerra per la Germania finì, con la sua resa, il nuovo capo provvisorio del governo tedesco, l'ammiraglio Dönitz, impartì il seguente ordine: "Interrompere tutte le attività militari e consegnarsi agli Alleati".

Il comandante del sommergibile, si riunì con il suo equipaggio e decise di arrendersi e consegnarsi al nemico, fatto salvo per i due giapponesi, che fedeli alla loro tradizione, si suicidarono con del Luminal il 10 maggio. Le loro salme furono lasciate in mare, assieme ad alcune scatole di materiale per i giapponesi.

Il 15 maggio 1945 il sommergibile venne intercettato nelle acque vicino a Terranova, dalla nave statunitese USS Sutton, che scortò il sommergibile fino a Portsmouth, nel New Hampshire, dove già negli anni precedenti erano stati condotti altri U-Boot tedeschi che si erano arresi: l'U 805, l'U 873 e l'U 1223.

Il carico fu prelevato e studiato con molta cura, mentre l'equipaggio della nave fu condotto in un'altra base della marina americana per degli interrogatori.

 

Alcuni studiosi affermano che gran parte del generale successo che ebbero gli Stati Uniti nel dopoguerra, fu anche dovuto alle tecnologie che essi furono in grado di ottenere dall'U234.

 

Il sommergibile invece, dopo aver svolto il suo compito, oramai martoriato e inglorioso, venne affondato il 19 novembre 1947 a circa 40 miglia al largo di Provincetown nel Massachusetts, dopo essere stato colpito da 2 siluri lanciati dal sottomarino USS Greenfish durante un'esercitazione.

 

DA http://www.storiain.net/arret/num72/artic5.asp

 

Nel marzo del 1945 un U-Boot tedesco punta sul Giappone con un carico

di armi sofisticate e ossido di uranio destinato all'alleato nipponico

 

LA MISSIONE SEGRETA DELL'U-234:

INTELLIGENCE SOTTOMARINA

 

di ALBERTO ROSSELLI

 

 

Storia di una delle più romanzesche e meno note missioni compiute da un'unità della flotta subacquea tedesca

 

Nel febbraio 1945, il Kapitanleutnant Johann-Heinrich Fehler (1910-1993) venne incaricato di effettuare al comando dell'U-234 (1), una lunga e pericolosa missione segreta in Estremo Oriente. Secondo gli ordini impartiti dall'ammiraglio Karl Doenitz, l'unità, di base a Kiel, avrebbe dovuto attraversare il Mare del Nord e percorrere l'Oceano Atlantico da nord verso sud, fino a doppiare il capo di Buona Speranza. Inoltratosi in Oceano Indiano, il sommergibile avrebbe poi navigato in direzione nord-est fino e raggiungere la base di Penang (Malesia) o, in alternativa, quella di Jakarta (Giava), dove avrebbe dovuto consegnare ai giapponesi un quantitativo di circa 150 tonnellate di armi speciali,

Disegno a colori dell'U-Boot tipo XB

 

attrezzature militari d'avanguardia e materiali indispensabili per proseguire la loro disperata lotta contro le dilaganti forze aeronavali e terrestri anglo-americane, ormai prossime ad attaccare direttamente la madrepatria (2). Nella fattispecie, facevano parte del prezioso carico tre modernissimi caccia a reazione Messerschmitt Me262 e Me163, opportunamente smontati ed imballati in casse; un aliante da bombardamento Henschel HS-293, diversi propulsori aeronautici a reazione Junkers; una tonnellata di posta e di documenti segreti; alcune centinaia di chilogrammi di piani di costruzione per armi telecomandate (V1 e V2), cacciatorpediniere delle classi 36C e Z51, unità d'attacco M e S, sommergibili dei Tipi II, IX, X, XI, XXI e XXIII. Più progetti per bombe teleguidate Lorenz 7H2, ordigni Lufte 7D e radar FUG 200 Hohehtweil per aerei da caccia notturna. Completavano il carico una decina di scatole metalliche corazzate contenenti un totale di 560 chilogrammi di ossido di uranio (U235).

La sera del 25 marzo 1945, dopo avere preso a bordo la quasi totalità del materiale, il comandante Fehler (ex ufficiale prede a bordo dell´incrociatore corsaro ausiliare ATLANTIS http://www.sharkhunters.com/EPFehler.htm ) fece salire sulla sua unità 12 passeggeri straordinari, che sarebbero andati ad affiancare i militari e gli scienziati di Tokyo nella costruzione, nell'assemblaggio e nell'utilizzo degli ultimi ritrovati della tecnica tedesca inviati da Berlino. Facevano parte del gruppo il generale della Luftwaffe Ulrich Kessler (incaricato di istruire i piloti giapponesi sui nuovi Me262 e Me163); l'Oberleutnant Erich Menzel della Luftwaffe (esperto in impianti radar e da navigazione notturna); l'Oberstleutnant Fritz von Sandrart della Flak (progettista di sofisticati sistemi di rilevazione aerea); l'Oberleutnant Heinrich Hellendorn della Flak; il Fregattenkapitan Gerhard Falcke (ingegnere ed architetto navale della Kriegsmarine) e il capitano Richard Bulla (ex pilota idrovolante dell incrociatore ATLANTIS). esperto in armamenti aerei e navali. A bordo del battello prese posto anche Kay Niescheling, un agente dei servizi segreti della Kriegsmarine, al quale i nazisti avevano affidato il compito di smascherare l'organizzazione spionistica russa di Richard Sorge che da anni operava in Giappone fornendo a Mosca informazioni e notizie ai danni della Germania. Facevano parte della spedizione anche alcuni scienziati civili, tra cui il dottor Heinz Schlicke (un tecnico specializzato nella costruzione di radar, impianti a raggi infrarossi e contromisure elettroniche, e già direttore dello specifico comparto della Kriegsmarine di Kiel); l'ingegnere August Bringewalde, braccio destro di Willi Messerschmitt e già a capo della produzione dei bireattori da caccia Me262, e l'ingegnere Franz Ruf, esperto nella costruzione di particolari componenti aeronautici. Completavano infine la nutrita pattuglia due ufficiali di marina giapponesi, presenti in Germania con funzioni di collegamento e studio: il tenente Tomanaga Hideo (un aviatore della Marina nipponica che era giunto in Germania nel 1943 a bordo del sommergibile I-29) (3) e il tenente dell'aviazione Shoji Genzo, che in precedenza aveva svolto l'incarico di attaché militare presso diverse ambasciate nipponiche in Europa.

Verso la mezzanotte del 25 marzo, L'U-234 lasciò il porto di Kiel, facendo rotta verso la base tedesca di Kristiansand, in Norvegia, dove il battello avrebbe dovuto imbarcare alcuni fusti contenenti un particolare "preparato chimico", destinato ai laboratori di fisica giapponesi. Dopo una breve e straordinariamente tranquilla navigazione (nella primavera del 1945 il Mare del Nord era sottoposto ad una continua ed attenta sorveglianza da parte delle forze aeronavali alleate), il comandante Fahler riuscì a raggiungere il porto scandinavo, dove prese contatto con alcuni alti ufficiali dei servizi segreti e della Wehrmacht che avevano già provveduto a trasferire in un deposito dello scalo lo speciale carico proveniente da una località segreta situata tra le montagne norvegesi.

Dopo avere rifornito di nafta il sommergibile e caricato su quest'ultimo i misteriosi fusti, la notte tra il 15 e il 16 aprile 1945, l'U-234 lasciò Kristiansand. Tuttavia, dopo 25 giorni dalla sua partenza, l'U-234, che stava ormai navigando nelle acque dell'Oceano Atlantico, ricevette dalla radio una notizia destinata a sconvolgere tutta la missione. L'8 maggio 1945, la Germania si era infatti arresa agli alleati. Due giorni più tardi il comandante Fehler captò anche un secondo ordine, impartito dallo stesso ammiraglio Doenitz (che nel frattempo era stato nominato capo provvisorio del governo tedesco) e indirizzato a tutte le unità navali tedesche ancora operative: "Interrompere tutte le attività militari e consegnarsi agli Alleati". La particolarità della situazione e l'estrema delicatezza della missione, misero il comandante Fehler in seria difficoltà, costringendolo ad escogitare una soluzione non certo contemplata dai manuali. Dal momento che l'unità tedesca aveva a bordo due ufficiali giapponesi il cui paese era ancora in armi contro gli anglo-americani, e un notevole quantitativo di prodotti e armi segrete precedentemente acquistati e pagati da Tokyo, Fehler decise di consultarsi con tutti i suoi passeggeri straordinari, primi fra tutti i due ufficiali nipponici e l'ufficiale tedesco di grado più elevato, cioè il generale Kessler. Ad essi il comandante riferì di volere ottemperare agli ordini ricevuti dall'ammiraglio Doenitz (cioè arrendersi) non prima però di avere dato modo ai due giapponesi di sfuggire in qualche modo alla cattura. Cosa più facile a dirsi che a farsi. Trovandosi l'U-Boot in mezzo all'Atlantico settentrionale, Fehler scartò l'ipotesi di raggiungere lo scalo alleato più vicino (il porto canadese di Halifax), preferendo dirigendosi più a sud verso un approdo situato lungo la costa orientale statunitense: manovra che gli avrebbe consentito di guadagnare tempo e di pensare ad una soluzione per gli ospiti, che per inciso, nel corso del colloquio con l'ufficiale tedesco, avevano dichiarato di non volersi consegnare al nemico e di volere, nel caso di una cattura dell'unità, distruggere tutto il prezioso carico destinato alla madrepatria e poi togliersi la vita. Rendendosi conto di non potere trovare alcuna soluzione pratica al problema, dopo un paio di giorni di navigazione, i tenenti Tomanaga Hideo e Shoji Genzo ringraziarono il comandante tedesco per la sua lealtà, consigliandogli di eseguire gli ordini ricevuti e di consegnare il battello agli alleati. Entrambi gli ufficiali nipponici si dichiararono, infatti, pronti a suicidarsi con una dose di veleno (Luminal) di cui si erano dotati prima della partenza. E fu così che il 10 maggio, i due graduati giapponesi, fedeli alle loro antiche tradizioni, si rinchiusero in una cabina e si tolsero la vita. Il comandante Fehler e il suo equipaggio provvidero poi a rilasciare, con tutti gli onori militari, le due salme in mare (il tenente Tomanaga sprofondò negli abissi con la sua spada da samurai al fodero). Terminate le esequie, Fehler decise di liberarsi in tutta fretta della maggior parte del carico destinato al Giappone. Vennero gettati in mare otto dei nuovi siluri acustici imbarcati, casse di progetti e di documenti e altri materiali pesanti. Tuttavia, una parte degli involucri erano stati stivati troppo in profondità all'interno dello scafo e ai tedeschi risultò impossibile portarli sul ponte e liberarsene. Tanto è vero che, una volta catturato il sommergibile, gli americani ritroveranno al suo interno la quasi totalità del carico, compresi i preziosi cofanetti contenenti l'ossido di uranio.

Il 15 maggio 1945 l'U-234, che nel frattempo, navigando in emersione e con un segnale di resa sulla torre (secondo le direttive impartite dall'ammiraglio Doenitz), si era ormai avvicinato parecchio alle coste statunitensi, venne intercettato ed abbordato nei pressi di Terranova dal pattugliatore statunitense Sutton (DE-771) che lo scortò per quattro giorni, affidandolo poi in custodia al cutter Argo. Quest'ultima unità trasferì il sommergibile tedesco a Portsmouth, nel New Hampshire, scalo nel quale si trovavano già altri U-Boot tedeschi precedentemente arresisi (l'U-805, l'U-873 e l'U-1223). Giunto nel porto, l'U-234 venne perquisito con molta attenzione da un gruppo di ufficiali della Marina e dei servizi segreti americani che già in precedenza (circa un mese prima) attraverso alcune intercettazioni radio, avevano avuto sentore di un invio da parte tedesca all'alleato giapponese di un "carico bellico molto particolare". Svuotato il sommergibile e ritrovato tutto il materiale, incluse almeno 10 scatole metalliche sigillate contenenti l'ossido di uranio, gli ufficiali americani ebbero finalmente una conferma ai loro sospetti. Con grande rapidità essi comunicarono nei minimi dettagli i risultati della loro ricerca al Comando di Washington che impartì subito ordini severissimi onde evitare che qualsiasi notizia sul ritrovamento delle cassette contenenti l'ossido di uranio potesse trapelare ed andare in pasto alla stampa. Nell'arco di poche ore, tutta la zona intorno alla banchina presso la quale era ormeggiato l'U-234 venne transennata e circondata da un centinaio di soldati della marina in assetto da combattimento. Il sommergibile venne coperto con reti mimetiche, ampi teli impermeabili, e messo a disposizione di un gruppo di ingegneri e scienziati del Dipartimento di Sicurezza statunitense. Per settimane e settimane, i tecnici effettuarono ulteriori e minuziose ricerche a bordo del sommergibile, passando al setaccio lo scafo fino nei doppifondi. Tutto il carico e tutti i carteggi, anche quelli apparentemente meno significativi, già sbarcati e accatastati in un magazzino vennero passati al vaglio, furono catalogati e chiusi in apposite casse. In seguito, il materiale ritrovato venne trasferito a bordo di un convoglio di camion scortato da autoblindo e camionette in un deposito segreto della Marina, dove venne ulteriormente studiato da un équipe di scienziati. Contemporaneamente, il comandante dell'U-234, l'intero equipaggio e i passeggeri straordinari vennero tradotti in un'altra base (non identificata) della Marina e sottoposti a lunghi interrogatori da agenti dei Servizi Segreti della Marina e dell'Esercito e dell'FBI.

Nonostante la segretezza e la rapidità con le quali vennero svolte queste operazioni, la stampa statunitense, insospettita da alcune voci, riuscì a scoprire parte della storia. Secondo quanto riportato dal libro di Joseph M. Scalia (Germany's Last Mission to Japan: The Failed Voyage of U-234) - scritto sulla base delle testimonianze fornite dal capo radiotelegrafista dell'U-234, Wolfang Hirschfeld e dal comandante di fregata della Royal Canadian Navy, James Lamb - le casse contenenti i caccia Me262 vennero trasferite presso la base aerea di Wright Field, Dayton (Ohio), dove l'ingegnere Bingewald provvide a ricostruirne un esemplare che, a quanto pare, volò nel maggio/giugno 1945. In seguito Bringewald diventerà il direttore del progetto per la costruzione del nuovo caccia a reazione F-105 Thunderchief.

Nel dopoguerra anche l'ingegner Schlicke (che nel frattempo era stato rimpatriato) ritornò negli States per lavorare sui materiali capaci di assorbire il suono e le onde elettriche (il famoso e ormai noto progetto Stealth). Dopo il 1946, egli prestò la sua opera presso l'U.S. Office of Naval Research e più tardi anche in alcune industrie private, dove proseguì e sviluppò ulteriormente i suoi studi, iniziati durante la guerra in Germania, sulle leghe "spugnose" atte a neutralizzare le onde radar. Una carriera molto simile la intraprese anche l'ingegnere Ruf, anch'egli molto esperto in materia. Avvolta nel mistero risulta invece la sorte dei contenitori di ossido di uranio. Secondo Scalia, i servizi segreti statunitensi avrebbero trasferito il materiali presso i laboratori di Oak Ridge dove sarebbero stati utilizzati per alcuni esperimenti. Altri sostengono che le casse vennero inviate in due non specificati magazzini segreti, situati a Brooklyn e nel Kansas. Rimane un interrogativo: sarebbero stati in grado i giapponesi, ai quali l'ossido era stato inviato, di utilizzare tale materiale per un "progetto atomico"?. A questo riguardo, il ricercatore statunitense Robert Wilcox si è dichiarato molto scettico, sostenendo che l'ossido di uranio sarebbe stato forse adoperato dagli scienziati nipponici (assai indietro, sia rispetto agli americani che ai tedeschi, nella ricerca nucleare) come semplice catalizzatore per la produzione di metanolo sintetico (additivo adoperato per incrementare la potenza dei motori aeronautici ad iniezione), o per altri scopi sconosciuti.

Noto fu invece il destino del sommergibile tedesco. Lo scafo, ormai martoriato e menomato, dell'U-234 venne infatti affondato dagli americani il 19 novembre 1947 a 40 miglia ad est di Provincetown (Massachusetts) da due siluri lanciatigli contro dal USS Greenfish (SS-351) nel corso di un'esercitazione.

_______________________________________

 

NOTE:

 

(1) L'U-234 fu costruito tra il 1 ottobre 1941 e il 2 marzo 1944 a Kiel presso i cantieri F.Krupp Germaniawerft AG, l'U-234 era un'unità appartenente alla categoria posamine oceanici (Tipo XB). Il sommergibile, il cui progetto risaliva al 1938, era il primo di una serie di otto battelli specificatamente destinati al rilascio di ordigni lungo le coste nemiche e lungo le rotte più battute dai convogli avversari. L'U-234 dislocava in emersione 1.763 tonnellate e 2.710 in immersione e che misurava, fuori tutto, 89,9 metri di lunghezza. L'unità era equipaggiata con due motori (diesel e elettrici) DF46 e 2 E"AEG" rispettivamente da 4.200/1.100 HP che gli consentivano una velocità di 16,4 nodi in emersione e di 7 in immersione. L'U-234 aveva una dotazione normale di 368 tonnellate di nafta e poteva immergersi fino a 150 metri di profondità. I sommergibili di Tipo XB erano dotato di due soli tubi lanciasiluri prodieri da 533 con una dotazione massima, teorica, di 15 siluri e di 30 pozzi atti al contenimento di 66 mine subacquee. Come armamento difensivo, essi disponevano di una mitragliera AA da 37 mm. e 2 AA da 20 singole. L'equipaggio era composto da 52 tra ufficiali e marinai. A partire dal 1943, tutti i battelli della serie furono dotati di apparecchiatura schnorkel che consentiva ad essi di navigare in immersione utilizzando anche i propulsori a nafta. Nel corso del conflitto, tutti gli U-Boot del Tipo XB vennero persi in azione, ad eccezione dell'U-234 e dell'U-219 che, trovandosi l'8 maggio 1945 in Estremo Oriente, venne catturato dai giapponesi e rinominato I-505.

 

(2)

L'ammiraglio Karl Doenitz

 

Verso la primavera del 1943 la Marina tedesca poté iniziare a far conto su un considerevole numero di nuovi sommergibili oceanici a grande autonomia adatti ai collegamenti senza scalo tra Europa ed estremo Oriente. Si trattava delle unità appartenenti alla classe "IX D2" i cui primi esemplari, derivanti dalla serie "IX C", erano entrati in servizio già nell'autunno del 1942. Doenitz pensò quindi di utilizzarne immediatamente un certo numero. Modificate nello scafo per poter trasportare all'occorrenza circa 315 tonnellate di materiali, le prime unità furono pronte per il grande viaggio nella primavera del '43. Nel luglio di quell'anno, L'U-Boot 501 raggiunse Penang, dove nel frattempo il Fregatten Kapitan Wilhelm Dommes (già comandante dell'U-178) aveva assunto per ordine di Doenitz la direzione della prima Base Sud dei sommergibili germanici operanti in Oceano Indiano.

Tra il gennaio e il giugno del 1944, partirono da Bordeaux e da Brest in direzione di Penang l'U-177, 196, 198, 852, 859, 860, 861, 863, 871, seguiti dal "IX D2" 510, dai "IXC" 537, 843 e dai "VII F" 059 e 1062. L'intensificata sorveglianza aerea e navale inglese, americana e sudafricana portò alla perdita di 8 sommergibili durante la loro navigazione verso l'Oriente. Ciononostante, le 7 unità che riuscirono a raggiungere la Malaysia (sbarcando tra l'altro un discreto quantitativo di materiali richiesti urgentemente da Tokyo: metalli pregiati, attrezzature per l'industria, macchinari di precisione, motori aeronautici e progetti per nuovi mezzi militari, sommergibili compresi) vennero subito riforniti di nafta, acqua, viveri, e stivate all'inverosimile dei prodotti di cui difettava invece l'industria tedesca: gomma, tungsteno, molibdeno, rame, sostanze vegetali, chinino e oppio.

 

(3) Per tutta la durata della guerra, per il trasporto dei materiali strategici da e per il Giappone vennero adoperati sommergibili tedeschi e perfino italiani, ma pochissimi giapponesi. Il Giappone fu sempre restio a privarsi di proprie unità anche per approvvigionarsi di ciò di cui necessitava. Tra il 1942 e il 1944, Tokyo inviò in Germania (o meglio verso le basi francesi dell'Atlantico: Bordeaux, Brest e Lorient) qualche sommergibile (sembra cinque), ma a quanto pare soltanto tre (l'I-30, l'I-8 e l'I-29) riuscirono a compiere la lunga traversata, almeno in un senso. L'I-30 (al comando del capitano Shinobu Endo) dopo avere effettuato una crociera al largo del Madagascar, raggiunse, il 5 agosto 1942, Bordeaux. Mentre l'I-8, salpato da Penang giunse a Kiel nel febbraio del '44, dopo 61 giorni di viaggio trasportando un equipaggio che doveva prendere in consegna un nuovo modello di U-Boot.

 

BIBLIOGRAFIA

Joseph M. Scalia, Germany's Last Mission to Japan: The Failed Voyage of U-234.

Erich Groner, 'German Warships 1815-1945', vol. 2 ' U-boats and mine warfare vessels'

Geoffrey Jones, William Kimber 'Autumn of the U-Boats', Ltd, London, 1984

P. Tarrant, 'The last year of the Kriegsmarine. May 1944-May 1945'

Maurice Role, HISTORIA, Settembre 1990, n. 525, pagg. 6-17, 'Les puissances de l'Axe et le Japon'

Anthony J.Watts, 'Axis Submarines', Arco Publishing, New York, 1977

Gaylord T.M. Kelshall, 'The U-Boat War in the Caribbean', Paria Publishing Co. Ltd, Port-of-Spain (Trinidad and Tobago), 19880

Erminio Bagnasco, I Sommergibili della Seconda Guerra Mondiale, Ermanno Albertelli Editore, Parma 1973

 

 

 

While under construction at Kiel in 1942, the German submarine U-234 suffered bomb damage. Afterwards it was decided not to use it as a mine-layer, and it was rebuilt as a Japan-transporter. It would only make one voyage – and would never reach Japan – but that single voyage would create a mystery that lasted over 50 years.

 

Extraordinary cargo

At 90 metres (294 feet) long and 22,000 tons fully loaded, the U-234 was one of the titans of the German undersea fleet and, in March 1945, was the largest U- boat still in Nazi hands. On 25 March, it left Kiel and, a few days later, reached Kristiansand in Norway. Its ultimate destination was Japan.

 

The U-boat was loaded with examples of the finest of Germany's war technology: an entire dismantled Me-262 jet fighter, V-2 missile components, plans for other armaments and, most extraordinary of all, 550 kilograms (1,213lb) of uranium oxide – enough raw material for two atomic bombs. In addition, there were some unusual passengers: several high-ranking German experts and two Japanese officers.

 

Run silent, run deep

U-234 embarked from Kristiansand on 15 April, 1945, the day before the Soviet Army launched its offensive against Berlin. The U-boat proceeded submerged for the first 16 days and surfaced only because of a severe storm. From then on, it usually ran two hours on the surface at night and spent the balance of the time submerged at depths of between 40 and 100m (130-330ft).

 

The U-boat had orders not to make any attacks. The voyage proceeded without incident, except for the time when, unobserved, the submarine almost rammed a large enemy steamer. The first sign that something was amiss was when the Goliath signal station stopped broadcasting and, shortly after, no further signals were received from the Nauen station.

 

Then on 4 May, U-234 received the fragment of a broadcast from British and American stations about the elevation of Admiral Karl Dönitz, former U-boat chief, to supreme command in Germany following the death of Adolf Hitler.

 

Hoisting the black flag

The U-boat finally surfaced on 10 May in order to receive complete signals. When they came, the men on the submarine initially thought it was all a trick. The radio message from the German High Command told them that the war was over and that all U-boats were to surface, hoist black flags on their periscopes and proceed to Allied ports where they would surrender. Which port would depend on their position at the time.

 

There was considerable discussion among the officers and passengers on U-234 as to which port they should head for. The talk was particularly heated because, at the time the surrender signal was received, U-234 was exactly on the dividing line that determined whether it should proceed to the British Isles or to a North American port.

 

The U-234's commanding officer, Kapitanleutnant Johann Heinrich Fehler, thought that if they surrendered to Canada or Britain, they would be imprisoned and it could be years before they were returned to Germany. The Americans, on the other hand, would probably simply send them home. So Fehler decided to turn the U-234 over to the US authorities, but he had to make sure that the Canadians didn't get to them first.

 

The fate of the Japanese

Inside the U-boat, the atmosphere was dreary. Nobody wanted to surrender. But for two of the passengers, surrender meant more than an indeterminate period of imprisonment.

 

Lieutenant Commander Hideo Tomonaga, a leading Japanese submarine designer, and Lieutenant Commander Genzo Shoji, an aircraft expert, had gone to Germany to study its weaponry, and were now accompanying some of it back to Japan. (Whether they also knew of the uranium cargo remains one of the unsolved mysteries of U-234.)

 

Kapitanleutnant Fehler explained to them that he had to surrender because he had to obey his high command just as they would have to follow theirs. They informed him of their resolve to commit suicide. Fehler tried to dissuade them, but the pair requested that they be allowed to remain undisturbed in their cabin, which was granted. Before going to their cabin, they distributed numerous gifts among the officers and passengers. Fehler received a Samurai sword, which he later threw overboard, and a sizeable sum in Swiss francs.

 

An officer later recalled: 'They returned to their bunks, where they took Luminol, a very powerful barbiturate, lay down and pulled the curtains. We knew they were killing themselves, and that was their right. They took more than 36 hours to die.'

 

The Japanese officers were buried at sea on 11 May. Letters of thanks and appreciation addressed to Fehler were found afterwards. In an envelope was a note requesting that an enclosed signal be sent to Japan. The German captain did not comply with this request.

 

 

After its surrender, U-234 is closely escorted to Portsmouth, New Hampshire

Captured

On 12 May, U-234 radioed the authorities in Halifax, Nova Scotia that it was headed north-west, towards Halifax, at 8 knots. The Canadians were obviously suspicious since, late that evening, they ordered the U-boat to report its position and speed hourly. However, in reality, U-234 was barrelling across the Atlantic at 16 knots on a more or less south-west course, making for the port of Newport News, Virginia, submerging during the daytime and surfacing only at night.

 

The discrepancy between Fehler's reported and actual course was soon recognised, however. The Americans dispatched two destroyers to intercept U- 234, wherever it was. At 11pm on 14 May, south of the Grand Banks off Newfoundland, the U-boat was contacted by USS Sutton and a prize crew boarded it and took charge.

 

During an attempt to confiscate all small arms on board, an American sailor was accidentally shot in the buttock by another member of the boarding party. He was transferred to the USS Forsyth, along with U-234's medical officer, who assisted during the emergency surgery on the sailor. Although the latter was stabilised and later transferred to a US Navy dispensary, he died a week later from internal bleeding.

 

The U-234's 41 crew members, six officers and nine passengers were transferred to a US Coast Guard vessel at sea. The American crew on the German submarine redirected it to the naval shipyard at Portsmouth, New Hampshire, where three other U-boats – U-805, U-873 and U-1228 – had already surrendered.

 

Gangsters

News of the giant submarine with its high-ranking Luftwaffe passengers turned this surrender into a major news event. Reporters swarmed over the navy yard and went to sea in a small boat for an early view of the prize.

 

Coming ashore on 19 May, Kapitanleutnant Fehler objected to being forced to sit with his men and keep his arms folded. According to a radio reporter, 'He compared the tactics of US naval personnel to that of gangsters, whereupon an American officer retorted, "That's just what you are."'

 

Among U-234's passengers was the arrogant Luftwaffe Lieutenant General Ulrich Kessler, former commander of special bombing and attack wings based in Norway, who had passed his time aboard the U-boat reading. On arrival at Portsmouth, the monocled German surrendered with a smart salute to the highest-ranking US officer on hand.

 

The men of U-234 joined the officers and crews of the other three U-boats as prisoners in the custody of the US Navy. While at the Charles Street Jail in Boston, Massachusetts, where they were being held while in transit to more permanent quarters, the commander of the U-873 fatally slashed his wrists.

 

Interrogation

The U-234 officers were then taken to Washington, DC for interrogation. Lieutenant General Kessler admitted during questioning that he had always intended to get off the submarine when it reached Argentina. Whether he knew of the uranium in the cargo is unknown. However, most researchers believe that Kessler, realising that the war was about to be lost, had boarded the U-boat simply as a means of escape.

 

Second Officer Karl Ernst Pfaff was taken to what he believed to be a top-secret Navy installation in Virginia and into a room in which U-234's cargo was being stored. There he was ordered to oversee the opening of a metal container.

 

The military watchdogs stood back, out of harm's way. The reluctant American with the cutting torch pleaded with Pfaff: 'He begged me not to let both of us get blown up, and I assured him that I too did not want to die young. Why would these boxes be booby-trapped? They were on their way to our ally Japan. Why would we want to blow them up?'

 

When the big container had been opened and they saw that it was safe, the military came out of hiding. Pfaff was then asked to open the little cigar box-shaped containers that held the uranium oxide.

 

The only civilian in the room supervised this. 'Who is that?' Pfaff asked. 'Oppenheimer,' somebody said. Later, when Pfaff was in a detention centre in Louisiana, he read news reports about physicist J Robert Oppenheimer, director of the Los Alamos laboratory where the design and building of the first atomic bomb had been carried out.

 

Major John Lansdale, a Manhattan Project official, has since claimed to have confiscated the uranium for the United States' bomb-building programme.

 

The big story – that more than half a ton of uranium oxide had been on board U-234 – was immediately hushed up. According to the historian Robert K Wilcox, the U-boat's manifest listed 560 kilograms of uranium oxide for the 'Jap Army'. This concerned the US War Department so much that this fact was kept from the public and subsequently the manifest became a classified document.

 

The cargo was never officially revealed. But even if it had been, few Americans would have understood its significance. This was three months before the US dropped the world's first two atomic bombs, unveiling the secrets of atomic fission to an amazed world.

 

Wilcox cites the story of the U-234 as evidence that the Japanese may have been close to developing their own atomic bomb and would not have hesitated to use it. Major John Lansdale and others argue persuasively that U-234's uranium shipment, intended by Germany for its Japanese ally, was ultimately delivered by the US ... in the bombs that were dropped on Hiroshima and Nagasaki.

 

Top

 

Find out more

Germany's Last Mission to Japan: The sinister voyage of U-234 by Joseph Mark Scalia (Chatham, 2000) £20

After extensive research in US, European and Japanese archives, Joseph Scalia tells the full story of Germany's last mission to Japan. He evaluates the significance of the cargo carried, which included an Me 262 jet fighter and 560 kilograms of uranium oxide. He argues that the passengers aboard were of even greater value, including as they did an air-defence expert, a top naval construction engineer, a radar expert and an aircraft designer who later became a key figure in the post-war American fast jet programme.

 

Japan's Secret War: Japan's race against time to build its own atomic bomb by Robert K Wilcox (Marlowe, 1995) £8.99

Wilcox argues that had Germany not surrendered, ordering its ships and submarines to turn themselves in to the Allies, the first cities to be destroyed by atomic bombs could have been American rather than Hiroshima and Nagasaki in Japan.

Modificato da bussolino
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...... Anche le storie (Documentate a quanto pare) del libro che io ho letto e non so voi, di salinas, Sono frutto di sfrenata fantasia?? :s12: :s12: :s14:

 

Bè allora l'autore deve avere una Fantasia...... molto, ma molto, ma molto Viva!!! :s03: :s03:

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