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Una Pagina Triste: L'affondamento Delle Navi Trieste E Gorizia


topazio

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Arrivarono alti nel cielo, alle 14,45 in una giornata che sembrava estiva, cielo terso, sole caldo e mare calmissimo da sembrare uno specchio. Era il 10 aprile del 1943 e nel primissimo pomeriggio, a bordo delgli incrociatori Trieste e Gorizia, i primi barconi che trasportavano i franchi nella vicina cittadina di La Maddalena erano già con i diesel ronfanti di fianco ai barcarizzi; molti marinai si preparavano per la franchigia e dopo gli ultimi "ritocchi" di pettine e brillantina, stavano per accingersi alla libera uscita pregustando l'incontro di calcio che doveva disputarsi in quella calda giornata di aprile tra marinai delle due navi e la locale squadra di calcio.

Gli 84 quadrimotori B 17, le famose "fortezze volanti", arrivarono quasi improvvissamente, come se fino a quel momento fossero rimasti nascosti chissà dove, ed il frastuono di 248 motori irruppe nella silenziosa quiete della baia e subito il fischio assordante delle bombe da 1000 libbre, sganciate da 5000 metri, trasformò la calma giornata in un inferno dantesco.

La potente formazione si divise in tre gruppi: 24 bombardieri sgangiarono le loro bombe sul Trieste, 36 sul Gorizia ed i restanti 24 sull'Arsenale della Regia Marina dove parte del 7° gruppo sommergibili con altri battelli di altre basi quel giorno erano agli ormeggi nelle banchine dell'Arsenale, erano il Topazio, l'Aradam, il Sirena, il Dandolo ed il Mocenigo.

Il potente sistema difensivo della base, composto da fortificazioni e batterie antiaeree ed antinave armate dalla 3^ Legione Milizia Artiglieria Marittima ed elementi della stessa Regia Marina, non solo non furono in grado di avvistare per tempo l'incursione ma non riuscirono neanche a contrastarla dato che i velivoli operavano ad una quota che, per le difese antiaeree esistenti era irraggiungibili.

I B 17 operarono quindi indisturbati e riuscirono ad assestare colpi mortali al Trieste che ripetutamente centrato in più punti non riuscì a sparare neanche un colpo di cannone; alle ore 16,00, constatato il pauroso sbandamento a sinistra il suo comandante Viola, dopo aver riunito il poco personale rimasto ed avergli chiesto un "evviva il Trieste", ordinò l'abbandono della nave che, alle 16,15, dopo essersi capovolta, affondò

Miglior sorte non toccò al Gorizia che però riuscì a difendersi ed a sparare qualche inutile colpo all'indirizzo dei B 17, anch'esso fu pesantemente centrato dalle bombe ma, grazie alla maggiore resistenza del suo ponte corazzato, pur inclinato a dritta, riuscì a restare a galla. C'è da dire che anche se non affondato, il Gorizia non fu più in grado di intervenite nel conflitto in corso.

A bordo del Trieste i caduti furono 67 di cui 2 ufficiali; pochi minuti prima dell'arrivo delle bombe si era staccato dalla fiancata della nave un barcone con 120 marinai che ebbero salva la vita grazie alla famosa amichevole di calcio alla quale erano diretti!

A bordo del Gorizia i morti furono 62, di cui 4 ufficiali e 6 sottufficiali.

I seguenti, tristi cimeli dell'epoca, si tratta di targhette che venivano apposte al ferito od al caduto e che sono una piccola testimonianza del sacrificio di questi uomini che per un attimo potranno emergere dal buio della storia ed avere il riconoscimento di tutti gli amici del forum:

La prima di queste targhette è relativa ad un marinaio ignoto che come leggibile fu rinvenuto in mare

 

post-849-1182675103_thumb.jpg

 

La seconda riguarda un caduto di Nave Trieste

 

post-849-1182675207_thumb.jpg

Modificato da topazio
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Salve,

in realtà avrei voluto inseririre altre immagini ma mi viene segnalato che ho esurito il mio limite di 512K e che quindi nn è possibile...

Esiste altro sistema?

 

Grazie

Topazio

 

Con "Imageshack" puoi inserire tutte le immagini che vuoi! Fammi sapere se ti interessa, e ti mando un MP con le istruzioni.

Ciao

Maurizio

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Da qualche parte avevo letto che, sul Gorizia, un marinaio rimase con le gambe schiacciate sotto un enorme frammento di corazza staccatosi da una delle torri da 203 poppiere.

 

Alla fine, in un estremo tentativo di salvarlo, gli vennero amputate le gambe sul posto, ma il poveretto morì subito dopo... :s06:

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Da qualche parte avevo letto che, sul Gorizia, un marinaio rimase con le gambe schiacciate sotto un enorme frammento di corazza staccatosi da una delle torri da 203 poppiere.

 

Alla fine, in un estremo tentativo di salvarlo, gli vennero amputate le gambe sul posto, ma il poveretto morì subito dopo... :s06:

 

L'episodio, se non erro, è narrato dal Cap. GN Armando Traetta nel suo Vento in prora. Traetta, imbarcato sul Gorizia, descrive i terribili momenti vissuti durante e dopo il bombardamento (così come ciò che vide su altre due navi, il Bolzano e il Folgore).

 

Leggasi anche il meraviglioso articolo Ventidue anni dopo di Dino Buzzati: dopo anni dall'affondamento lo scrittore bellunese tornò coi reduci e con l'ex Comandante (CV Umberto Rouselle) sul luogo dell'affondamento, per ricordare i Caduti dell'incrociatore che lo aveva ospitato tante volte quale corrispondente di guerra.

Modificato da GM Andrea
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  • 2 weeks later...
  • 3 months later...

Salve a tutti,

mio nonno paterno era fra il personale franco appena sbarcato dal Trieste e ricordo benissimo i suoi racconti relativi a quel tragico episodio:

l'arrivo dei bombardieri, la "sparizione" delle due navi dietro alte colonne d'acqua e il loro riapparire gravemente danneggiate ed in preda alle fiamme..

poi il rovesciamento del Trieste! Quando narrava questi ricordi traspariva in lui una grande commozione per i suoi compagni Caduti e per la sua bella nave ma anche un senso di impotenza e di rabbia per non aver potuto far altro che "stare a guardare".

 

Il colpo sui due incrociatori non fu casuale, questo però mio nonno ed i suoi non potevano saperlo: le due navi di lì a poco avrebbero dovuto compiere un raid contro i porti alleati del Nord Africa Francese..

Il Trieste fu recuperato nel dopoguerra e trainato a La Spezia dove fu raddrizzato. All'interno furono recuperati numerosi corpi dei membri dell'equipaggio. Della cerimonia avvenuta al suo arrivo a La Spezia esiste un cortometraggio girato per il telegiornale dell'epoca visibile sul sito dell'Istituto Luce.

Constatato che le strutture, nonostante le bombe e il tempo passato in acqua, non avevano subito danni particolarmente seri il relitto del Trieste venne acquistato dal Governo Spagnolo per trasformare l'unità in portaerei.

Nave Trieste non ebbe però alcuna seconda vita, dati i costi proibitivi del progetto, e finì demolita qualche anno dopo all'arsenale spagnolo del Ferrol..

 

 

A breve posterò alcuni piccoli cimeli del R.Incrociatore Trieste..

 

GM Andrea: non conosco l'articolo che citi, ovvero Le voci del Trieste di Dino Buzzati.. è possibile averne una copia in qualche modo?

 

Un caro saluto,

:s02:

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Appena possibile provvedo :s02:

 

Ti ringrazio moltissimo! :s20:

 

Sotto: dalla mia collezione un'immagine di incrociatori italiani scattata con tutta probabilità a Messina nei primi mesi del 1941. L'unità al centro dovrebbe essere il Trieste (o il Trento? ). Sulla destra si scorge la prua mimetizzata dell'incrociatore Giovanni delle Bande Nere (di lì a poco verrà affondato) mentre sulla sinistra, visto da poppa e illuminato dal sole, è presente il Gorizia. In questo caso l'identificazione è abbastanza sicura data l'evidente presenza del ponte di castello, a differenza dei precedenti Trento che erano a ponte continuo..

Sulle catapulte prodiere delle due unità in primo piano sono ben visibili i due idroricognitori Ro43.

 

copiadipict1379xq8.jpg

 

Un caro saluto,

:s02:

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Arrivarono alti nel cielo, alle 14,45 in una giornata che sembrava estiva, cielo terso, sole caldo e mare calmissimo da sembrare uno specchio.

 

cut

Gli 84 quadrimotori B 17, le famose "fortezze volanti", arrivarono quasi improvvissamente, come se fino a quel momento fossero rimasti nascosti chissà dove, ed il frastuono di 248 motori irruppe

 

cut.

 

Il potente sistema difensivo della base, composto da fortificazioni e batterie antiaeree ed antinave armate dalla 3^ Legione Milizia Artiglieria Marittima ed elementi della stessa Regia Marina, non solo non furono in grado di avvistare per tempo l'incursione ma non riuscirono neanche a contrastarla dato che i velivoli operavano ad una quota che, per le difese antiaeree esistenti era irraggiungibili.

I B 17 operarono quindi indisturbati e riuscirono ad assestare colpi mortali al Trieste che ripetutamente centrato in più punti non riuscì a sparare neanche un colpo di cannone;

La seconda riguarda un caduto di Nave Trieste

 

post-849-1182675207_thumb.jpg

 

 

Bel servizio di vigilanza doveva esserci in quella base ! :s20:

Con condizioni meteo ottimali nessuno si accorse di nulla sino a quando le bombe iniziarono a cadere .. :s05:

Riguardo alla nostra antiaerea è il caso di notare che il vecchio cannone da 76 mm generalmente onnipresente come pezzo antiaereo era in grado di raggiungere la quota di 5000 metri

Modificato da Tuco
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Salve a tutti..

 

La base della Maddalena in quel frangente aveva acquistato un valore strategico non indifferente in vista di possibili "raid" contro il traffico nemico sulle rotte del Nord Africa..

 

Di qui la decisione di schierarvi i due incrociatori pesanti (gli ultimi 10mila rimasti) benchè le difese della base non garantissero loro una adeguata protezione, in particolare contro formazioni di quadrimotori.

Credo sia bene ricordare che a quella data basi ben più importanti ed attrezzate erano di fatto state già evacuate: si guardi il caso di Messina e quello di Napoli, dopo la tragica Santa Barbara del '42.

 

La difesa dell'arcipelago sardo era affidata congiuntamente alla 3° Legione Milmart ed alla Regia Marina stessa attraverso un complesso di batterie contraerei e navali abbastanza articolato che faceva capo ai Comandi Dicat RM e FAM di Maddalena.

Non esistevano in zona, benchè ne fosse stato valutato positivo l'impianto, apparati di radiolocalizzazione nè le navi ne erano dotate (Il solo Trieste era stato predisposto con opportune modifiche strutturali ad imbarcare un Ra.Ro. ma l'impianto non fu mai imbarcato).

Parimenti non esistevano in zona aeroporti da cui far intervenire celermente aeroplani da caccia.

La maglia di avvistamento aereo (di competenza sempre della Milizia/R.Marina) era inoltre carente su vasti settori a causa delle condizioni dei venti predominanti nella zona che rendevano difficoltoso il servizio delle unità della vigilanza foranea..

a questo insieme di fattori fu ovviato diradando le unità in rada (Trieste a Mezzo Schifo e Gorizia a Porto Palmas) e avvicinando gli ancoraggi protetti il più possibile alla costa a scopo mimetico.

 

Questo come si è visto non bastò, ma il fatto che l'allarme sia stato dato dal fischio delle bombe dei B17 non corrisponde al vero. Un allarme ci fu, tardivo ed inutile quanto si vuole, ma il Dicat Marina battè l'allarme aereo una manciata di minuti prima dell'arrivo, col sole alle spalle, dei velivoli memici che, al contrario, erano ben preparati sul da farsi e sul dove colpire (Maddalena era stata più e più volte fotografata dai ricognitori alleati).

 

Questo per spendere una parola nei confronti del personale della difesa, di certo non responsabile del disastro per leggerezza, incompetenza od altro.. quindi La Maddalena non fu colpita senza che nessuno si accorgesse "di nulla sino a quando le bombe iniziarono a cadere".

 

Riguardo i cannoni da 76/40 (spina dorsale della contraerea italiana, non solo alla Maddalena) Tuco affermi che essi erano in grado di contrastare le formazioni di bombardieri pesanti in volo ad alta quota?

Scusa ma non posso quotarti.. anche se l'ordinata utile del pezzo era di 6 km (teorica) è più volte stato dimostrato che tale arma era ormai del tutto superata nel 1943 e scarsamente efficace contro aerei in volo ad alta quota. Se a ciò si associa la mancanza di idonee centraline di tiro automatico, l'usura dei pezzi e conseguenti cali di prestazioni (alcuni avevano 30 anni), la leggerezza dei proietti e delle cariche, lo scarso addestramento dei militi e dei marinai richiamati addetti alle batterie e dei loro comandanti ecc ecc.. ci si rende conto che Trieste e Gorizia sono stati vittime della generale situazione italiana, non di manchevolezze degli equipaggi o del personale della base.

 

A proposito.. nota di colore.. mi risulterebbe da voce ufficiosa che qualche anno fa (non molti per la verità) personale subacqueo della MMI e dell'US Navy rinvennero delle parti del Trieste.. nello specifico fu recuperata una delle mitragliere pesanti della nave evidentemente caduta sul fondo nel rovesciamento o durante il recupero del dopoguerra.. la stessa fonte assicurava che tale cimelio, del peso di qualche tonnellata buona, "se lo sono preso gli americani".. nessuno ne sa nulla?

 

Un caro saluto

:s02:

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Riguardo i cannoni da 76/40 (spina dorsale della contraerea italiana, non solo alla Maddalena) Tuco affermi che essi erano in grado di contrastare le formazioni di bombardieri pesanti in volo ad alta quota?

Scusa ma non posso quotarti.. anche se l'ordinata utile del pezzo era di 6 km (teorica) è più volte stato dimostrato che tale arma era ormai del tutto superata nel 1943 e scarsamente efficace contro aerei in volo ad alta quota.

 

veramente ho detto che il pezzo da 76 aveva una gittata tale da giungere sino alla quota di 5000 metri .

che fosse un arma vecchia non c' è dubbio ma qualcosa poteva servire in quei frangenti mentre le moderne mitragliere da 20 non potevano nulla visto che a quella quota non ci arrivavano proprio :s68:

Un fuoco di sbarramento proprio sopra gli incrociatori pesanti pertanto sarebbe stato possibile rendendo perlomeno meno

agevole il compito ai nemici

Riguardo alla gittata del pezzo in questione devo dire che certe fonti parlano di una gittata di ben 10 km ( non so se orizzontale o verticale ) , presumo fosse stato introdotto un nuovo tipo di munizionamento

 

cannoni italiani

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Ciao Tuco,

per la precisione la gittata teorica del pezzo da 76/40 Ansaldo mod.17 (mod.35) era di 12700 metri.. ma qui si parla di ordinata, ovvero di elevazione massima del colpo.. che era, come ho detto prima, di circa 6000 metri..

il problema non era però solo di distanze, ma balistico.. celerità di tiro, spolettamento adeguato ecc..

Se ci fossero stati cannoni da 90/53 asserviti a centraline moderne e radiolocalizzatori (come le batterie della Flak tedesca) probabilmente non avrebbero organizzato un fuoco di sbarramento ma un tiro in caccia.. ma niente ci garantisce che avrebbero respinto un tale attacco, magari però avrebbero venduto più cara la pelle..

ma la storia non si fa con i se..

 

Stasera rileggerò il bell'articolo sui fatti della Maddalena che è uscito poco tempo fa su Storia Militare (mi pare a firma di Augusto de Toro) e verificherò se la contraerea, come penso, entrò in funzione.. tanto per fugare ogni dubbio!

 

Un caro saluto!

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Sotto: dalla mia collezione un'immagine di incrociatori italiani scattata con tutta probabilità a Messina nei primi mesi del 1941.

 

La nave al centro è il Trento, e la prua a destra è quella del Bande Nere (l'unico dei primi quattro Condottieri ad aver fatto in tempo a ricevere una mimetizzazione). L'unità a sinistra non è il Gorizia e non è nemmeno un incrociatore pesante. E' il Garibaldi o l'Abruzzi. come dimostra il visibile cavallino del ponte di castello (se ingrandisci l'immagine si vede pure la torre trinata bassa di poppa).

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Visitatore Mattesini

DIFESA ANTIAEREA DELLA MADDALENA

 

II) Promemoria di Supermarina compilato dopo l’attacco aereo del 10 aprile 1943, che portò all’affondamento alla Maddalena dell’incrociatore “Trieste†e al danneggiamento dell’incrociatore “Goriziaâ€.

 

_____________________________

 

1) A seguito della situazione strategica verificatasi nel dicembre scorso [1942] è stato necessario dislocare in Tirreno la F.N. per poter contrastare eventuali azioni di importanti forze navali nemiche contro le coste nazionali.

Le violenti azioni aeree nemiche contro Napoli, Messina, Palermo, Cagliari, recero necessario dislocare le nostre unità nelle sedi più arretrate di La Spezia, Genova e La Maddalena, suddividendole nelle tre località per evitare eccessivo addensamento, anche se la difesa di Genova e di La Maddalena lasciava alquanto a desiderare.

 

2) A La Maddalena i due incrociatori furono sistemati nei recinti già approntati a Mezzoschifo (ovest di Palau) e a Porto Palma (Sud di Caprera); i recinti stessi sono stati successivamente migliorati per assicurare la migliore difesa antinsidiosa.

Con tale dislocazione i due incrociatori risultavano notevolmente decentrati così da evitare che una sola salva di bombe potesse danneggiarli entrambi.

 

3) La difesa contraerea di La Maddalena comprende diciotto pezzi da 120 e 37 pezzi da 76. Tale armamento, modesto per numero e tipo di armi, doveva essere migliorato.

Sono di fatti in corso di avvio alla Maddalena 3 batterie per complessivi 18 pezzi da 90, consegnati dalle fabbriche nel marzo scorso.

Era stata esaminata anche la possibilità di sistemare a La Maddalena 4 batterie da 88 tedesche, prelevandole dal lotto di 12 batterie in corso di cessione alla Marina. La cessione di tali batterie peraltro non è ancora avvenuta; 8 batterie sistemate a Messina, Villa San Giovanni ed Elmas rimarranno in posto.

 

4) Non è stato possibile attuare alla Maddalena il dispositivo di annebbiamento, poiché le condizioni ventose della rada non consentono la formazione di cortine persistenti.

 

5) ….. omesso …..

 

6) Era stato previsto di completare la rete di avvistamento con apparati RARI (radiolocalizzatori tedeschi), e precisamente si doveva sistemare l’apparato di Aiaccio in modo da coprire il settore di ponente delle Bocche insieme all’apparato che le autorità germaniche avevano stabilito di sistemare per conto loro a Capo Caccia.

La precedenza e la distribuzione, regolata dal Comando Supremo, non hanno ancora consentito di disporre del RARI per Aiaccio. A quanto risulta lo strumento sarà prelevato da quelli della difesa di Milano quando il R. Esercito riceverà le batterie germaniche colà destinate.

 

7) Il miglioramento della difesa di La Maddalena, oltre alle generali difficoltà di approvvigionamento dei materiali, risente delle limitazioni dei trasporti marittimi di cui una percentuale minima è riservata alla R. Marina.

 

__________________

 

II) Sulla base di questo promemoria, il 12 aprile il Sottosegretario di Stato e Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Arturo Riccardi, ebbe un colloquio, a Palazzo Vidoni con il generale Vittorio Ambrosio, Capo di Stato Maggiore Generale, riferendogli:

 

- il “Gorizia†si trovava a 7 Km. di distanza dal “Triesteâ€,

- gli incursori, provenienti da nord-ovest, sono giunti senza essere stati avvistati,

- le artiglierie della difesa (57 cannoni da 102/35 e da 76/40) sono intervenute tutte, ma trattandosi di bocche da fuoco ormai superati, la loro azione non è stata efficace,

- È mancato l’intervento della caccia perché il nuovo campo di aviazione di Olbia è tutt’ora in apprestamento.

 

In sostanza:

- è mancato l’avvistamento tecnico (era prevista tra un mese l’installazione di apparati Rari),

- mancava la caccia,

- l’artiglieria c.a era di tipo ormai antiquato (era già prevista la necessità di rinforzare la difesa con batterie da 90).

 

….. omissis …..

 

Dal Promemoria di Supermarina e dal testo del colloquio tra Riccardi e Ambrosio [il discorso proseguì con argomenti che riguardavano l’intera difesa delle basi marittime] si può facilmente arguire in quali condizioni si trovasse nella primavera del 1943, non soltanto l’organizzazione della difesa della Maddalena, ma anche di altre importanti basi navali.

 

Francesco Mattesini

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Ma per sapere che alla Maddalena non era possibile montare impianti fumogeni , disporre di aerei da caccia etc etc hanno dovuto attendere l' affondamento di 2 incrociatori da 10.000 ( gli ultimi ) ?

:s06:

Non era il caso di usare la Maddalena solo per brevissime soste ( qualche ora ) per irfornirsi e basta ?

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Interessantissimo intervento quello di Francesco Mattesini che conferma quanto immaginavo, ovvero che le batterie della difesa contraerei entrarono in funzione sia pur senza alcun risultato (come prevedibile).

 

Tengo a sottolineare che il "buco" nella rete di avvistamento Ra.Ri. in quel settore dell'Alto Tirreno, in quella fase della guerra, verrà sfruttato altre volte, abilmente, dai quadrimotori americani.

A titolo di esempio appena pochi giorni dopo (26 aprile 1943) due formazioni di B17 USAAF attaccarono Grosseto provenendo dalla stessa direzione.

In quel caso il diavolo ci mise lo zampino e tutta l'operazione si trasformò in un bagno di sangue: metà dei quadrimotori "mancarono" clamorosamente la base aerea tedesca e colpirono l'abitato con bombe a frammentazione facendo una strage.

La prontissima reazione contraerea delle sole due batterie da 88 tedesche presenti in quel caso riuscì ad abbattere un incursore, nonostante non ci fosse stato a similitudine di Maddalena alcun preavviso.

 

Riguardo il fatto di poter utilizzare Maddalena per soste rapide..

Ti invito a leggere il punto 1 per le considerazioni di ordine strategico e di diradamento

1) A seguito della situazione strategica verificatasi nel dicembre scorso [1942] è stato necessario dislocare in Tirreno la F.N. per poter contrastare eventuali azioni di importanti forze navali nemiche contro le coste nazionali.

Le violenti azioni aeree nemiche contro Napoli, Messina, Palermo, Cagliari, recero necessario dislocare le nostre unità nelle sedi più arretrate di La Spezia, Genova e La Maddalena, suddividendole nelle tre località per evitare eccessivo addensamento, anche se la difesa di Genova e di La Maddalena lasciava alquanto a desiderare.

Inoltre un movimento continuo di navi avrebbe aumentato in maniera spropositata i consumi di carburante senza peraltro diminuire i rischi (si pensi al pericolo di smg in mare, aerosiluranti ecc)

 

La verità credo sia che in quel momento, in Italia, non esistesse ormai alcun luogo sicuro.

 

La nave al centro è il Trento, e la prua a destra è quella del Bande Nere (l'unico dei primi quattro Condottieri ad aver fatto in tempo a ricevere una mimetizzazione). L'unità a sinistra non è il Gorizia e non è nemmeno un incrociatore pesante. E' il Garibaldi o l'Abruzzi. come dimostra il visibile cavallino del ponte di castello (se ingrandisci l'immagine si vede pure la torre trinata bassa di poppa).

 

Riguardo la foto, grazie Marat!

Per l'incrociatore al centro, come indicato, avevo in effetti il dubbio tra Trieste e Trento. Quale particolare ti ha fatto protendere per il Trento?

 

Riguardo l'altra unità.. beh proverò a fare una scansione migliore del particolare (non mi sembrava una torre trinata) ma anche il Gorizia, a differenza dei Trento ed a similitudine dei Garibaldi, non aveva il ponte continuo..

 

Un caro saluto,

:s02:

Modificato da bacchiola
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Ecco una scansione migliore..

ottimo Marat, è davvero un incrociatore leggero classe "Garibaldi".. cenere sul mio capo ma non avevo proprio notato la torre trinata da 152, o meglio l'avevo "vista" binata!

Navi davvero stupende, non c'è che dire!

 

pict1393mx9.jpg

 

Un caro saluto

:s02:

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Quale particolare ti ha fatto protendere per il Trento?

 

anche il Gorizia, a differenza dei Trento ed a similitudine dei Garibaldi, non aveva il ponte continuo..

 

La parte alta del torrione del Trento, subito sotto alla D.T. principale, aveva una sorta di carenatura sul davanti più estesa che non sul Trieste, che gli dava un aspetto più massiccio. Anche l'unghia del fumaiolo di prua era leggermente più alta.

 

Hai ragione, i quattro Zara e lo stesso Bolzano non avevano il ponte continuo, così come i Garibaldi. Però io non mi riferivo allo scalino fra castello e ponte di coperta, ma alla linea del ponte di castello. Sugli Zara la linea del ponte di castello era praticamente orizzontale, sui Garibaldi aveva una insellatura (del cavallino, appunto) che gli dava una leggera concavità rispetto ad una linea retta tirata fra la base del torrione e l'estrema prua. Un pò la differenza fra le Veneto e la Roma, per intenderci.

L'unità della foto dovrebbe essere l'Abruzzi. Se il Bande Nere è già mimetizzato dovremmo trovarci nell'autunno del '41. Nel luglio il Garibaldi era stato silurato ed era rientrato in squadra a novembre con la sua prima mimetizzazione. Quindi dovrebbe essere l'Abruzzi, poco prima venisse a propria volta silurato.

Un caro saluto anche a te.

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Visitatore Mattesini

Sebbene la Marina conoscesse bene la scarsa difendibilità della Maddalena, dopo l'allontanamento da Messina del "Triestte" e del "Gorizia" non vi fu il tempo di completare la difesa con batterie d'artiglieria contraerea più moderne, a causa delle dfficoltà di reperirle dall'industria italiana (cannono da 90 mm) e dalle forniture tedesche (cannoni da 88 mm).

 

L'inviare i due grossi incrociatori della 3^ Divisione alla Maddalena non fu, come qualcuno sembra ritenere, un errore di Supermarina. Quest'ultima sapeva bene quali fossero le difficoltà difensive (anche se poi Ambrosio rimprroverò a de Courten di non aver provveduto per tempo ad incrementare l'artiglieria contraerea e la rete radar). Ma in quel momento, con le tre corazzate tipo "Littorio" e i tre incrociatori della 7^ Divisione a La Spezia, e i due incrociatori dell'8^ Divisione a Genova, l'unica base disponibile in Tirrreno per le due unità della 3^ Divisione - anche dal punto di vista strategico e tattico, in caso di uscita per missione della flotta- non poteva essere altra che La Maddalena.

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Sebbene la Marina conoscesse bene la scarsa difendibilità della Maddalena, dopo l'allontanamento da Messina del "Triestte" e del "Gorizia" non vi fu il tempo di completare la difesa con batterie d'artiglieria contraerea più moderne, a causa delle dfficoltà di reperirle dall'industria italiana (cannono da 90 mm) e dalle forniture tedesche (cannoni da 88 mm).

 

 

Una soluzione poteva essere questa , spostare le artiglierie contraeree da una base all altra a seconda delle necessita' in modo che fossero presidiate le basi che ospitavano le navi a discapito di quelle temporaneamente " vuote "

Se , per esempio la flotta lasciava Napoli tanto valeva portar via parte delle artiglierie cola' dislocate per difendere le navi da guerra . :s20:

Un vecchio detto militare dice " chi vuol difendere tutto finisce per non proteggere nulla "

 

Riguardo alla rete di avvistamento della Maddalena si sarebbe potuto far ricorso a dei motovelieri per creare una cintura d' avvistamento capace di rilevare ( otticamente :s34: ) i velivoli nemici provenienti dal mare

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Visitatore Mattesini

Napoli era il principale porto mercantile del Tirreno e per le rotte con la Tunisia, e sarebbe stato criminale sguarnirlo delle artiglierie contraerei, italiane e tedesche, che lo guarnivan. Quando poi ai motovelieri per esercitare il controllo aereo, non è che ce ne fossero tanti, dovendo svolgere anche imntenso servizio di catotaggio, e poi erano facili preda dei sommergibili britannici, che infestavano le acque della Sardegna e della Corsica. Vedere l'elenco degli affondamenti di motovelieri in quelle zone, per rendersene conto.

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Una soluzione poteva essere questa , spostare le artiglierie contraeree da una base all altra a seconda delle necessita' in modo che fossero presidiate le basi che ospitavano le navi a discapito di quelle temporaneamente " vuote "

Se , per esempio la flotta lasciava Napoli tanto valeva portar via parte delle artiglierie cola' dislocate per difendere le navi da guerra . :s20:

Un vecchio detto militare dice " chi vuol difendere tutto finisce per non proteggere nulla "

 

Riguardo alla rete di avvistamento della Maddalena si sarebbe potuto far ricorso a dei motovelieri per creare una cintura d' avvistamento capace di rilevare ( otticamente :s34: ) i velivoli nemici provenienti dal mare

 

Spostare le artiglierie contraerei da una base all'altra, al di là delle condivisibili motivazioni addotte da Mattesini, era semplicemente impossibile ed anacronistico.

In primis non si trattava di artiglierie a traino meccanico autocampale ma per lo più pezzi da posizione. Quindi era necessario approntare (quando possibile) degli appositi paiolati in legno, degli scavi e delle costruzioni in cemento. Mancavano del tutto o quasi i mezzi di trasporto, gli idonei trattori, collegamenti e servizi logistici per il personale che comunque non era addestrato a questo servizio essendo arruolato per lo più su base territoriale..

Di tutto quanto sopra non era materialmente possibile, date le impellenti necessità dell'Esercito al fronte, recuperare niente.

Basti pensare che per la movimentazione di due moderne batterie da 88/55 da posizione occorrevano 40 autocarri pesanti.

 

La maggior parte dei pezzi di nuova costruzione erano del tipo 90/50 e 90/53 Dicat anche se gli organi della Regia Marina addetti alla difesa delle basi avrebbero preferito il 90/53 autocampale. Inoltre la difesa contraerei delle basi era responsabilità spesso di Enti differenti (Regio Esercito, Dicat, Milmart ecc). L'unica innovazione di rilievo avvenuta durante il conflitto in grande scala fu l'approvvigionamento presso quasi tutte le batterie della centrale di tiro Gamma G1.

 

E le navi da trasporto? Come trasportare tutto celermente, in sicurezza e col dovuto riserbo?

Un esempio.. calzante. Un cannone da 152/45 appartenente ad una batteria antinave della ZonaMM Elba-Piombino fu smontato "per ordine delle superiori autorità" nel dicembre 1940 e trasferito d'urgenza a Napoli (via ferrovia) per essere inviato in Cirenaica dove era necessario provvedere alla costituzione di una nuova batteria costiera.

Qualche mese dopo, a seguito di un incidente che aveva danneggiato un secondo cannone della batteria, Supermarina provvide a restituire quello partito che ritornò via ferrovia in Toscana.. visto che da mesi giaceva a Napoli in attesa di un imbarco per l'Africa!

 

Riguardo la rete di avvistamento unità di vigilanza foranea.. la zona della Maddalena non si prestava al servizio, oltre che per indisponibilità di motovelieri e per l'azione dei sommergibili anche per le caratteristiche dei venti dominanti. Mattesini può confermare questo dato in quanto, se ben ricordo, è evidenziato nella relazione da lui già citata.

L'avvistamento comunque non avveniva otticamente ma a mezzo aerofoni imbarcati sulle unità.

 

Un caro saluto

:s02:

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In definitiva 2 incrociatori pesanti , gli ultimi rimasti , sono stati inviati in una base che

 

1) non disponeva di sistemi di avvistamento

 

2)non disponeva di protezione di caccia

 

3)artiglieria contraerea debole quantitativamente e qualitativamente

 

4) impossibile persino utilizzare cortine fumogene per occultare le navi

 

Sarebbe stato difficile trovare un posto migliore ( per il nemico ! ) per farsi affondare le navi :s05:

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Spostare le artiglierie contraerei da una base all'altra, al di là delle condivisibili motivazioni addotte da Mattesini, era semplicemente impossibile ed anacronistico.

In primis non si trattava di artiglierie a traino meccanico autocampale ma per lo più pezzi da posizione. Quindi era necessario approntare (quando possibile) degli appositi paiolati in legno, degli scavi e delle costruzioni in cemento.

 

 

Penso che questi soldati non le sapessero tutte ste' cose :s03:

 

batterieitalie127un7.th.jpg

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Penso che questi soldati non le sapessero tutte ste' cose :s03:

 

Non ho ben capito che significhi questa risposta.. :s12:

 

la fotografia che hai allegato sopra rappresenta una batteria contraerei autocampale da 75/46 mod.34 del Regio Esercito in esercitazione, di quelle che servivano in prima linea dalla Russia alla Tunisia.. non certo quelle di cui si stava discorrendo..

se poi intendevi dire che si sarebbe stato meglio sostituire le batterie obsolete con quelle moderne e motorizzate..

 

Ad ogni modo, nonostante il 75/46 fosse un pezzo moderno, nel maggio del 1943 il generale Gorlier (capo del 1°Reparto dello Stato Maggiore del Regio Esercito) su di esso si esprimeva in questi termini "sviluppare al massimo la costruzione del 90/53, trascurando quella del calibro 75, ormai insufficiente rispetto alle quote medie di sgancio utile dei moderni bombardieri". (vedi ten.Col.Cappellano, "le artiglierie del R.E. nella 2gm", pag209).

 

Il fatto che i pezzi fossero autocampali non era indice automatico di batteria motorizzata: tutte le batterie da posizione erano formate da pezzi di questo tipo privi di trattori e mezzi ruotati.

Avresti fatto meglio a presentare una foto come quella sotto, scattata a Taranto nel 1942. Sono militi della 5°Legione Milmart, impegnati nella difesa della base navale, con i loro obsoleti "foranuvoli" Ansaldo 76/40 mod.1917.

 

a49or1.jpg

 

Un caro saluto

:s02:

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Significa , molto semplicemente che questi cannoni erano tutt' altro che inamovibili oltre che facili a sistemarsi .

Mica erano cannoni da costa ....

 

Scusa, adesso ho capito..

purtroppo questi pezzi erano presenti in numero esiguo e non potevano essere usati, proprio per il loro scarso numero e la mancanza di idonei trattori, nella difesa territoriale e delle basi.

Quello della mancanza di mezzi di trasporto, carburante e trattori era un problema che vincolava purtroppo decine e decine di nuove e moderne batterie contraerei da 75, da 90 e da 88 di fornitura tedesca a compiti statici, da posizione costiera.

Questo è quanto.

 

Un caro saluto

:s02:

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  • 6 years later...

La nave di bandiera di Angelo Parona era il Gorizia.

 

Nel suo Vento in prora l'allora capitano GN Armando Traetta, testimone dei fatti sul Gorizia, racconta che quella domenica mattina l'ammiraglio era a bordo per assistere all'assemblea dell'equipaggio con rivista in sua presenza (seguita da cori poco riusciti, organizzati dal comandante, CV Melodia, che suscitarono l'ironia paroniana).

 

Traetta accenna poi al successivo pranzo seguito da partita a pinnacolo, per poi passare al drammatico bombardamento nelle prime ore del pomeriggio. Non si accenna alla presenza dell'ammiraglio in quel momento, ma è difficile che non fosse a bordo.

 

Peraltro Parona fu decorato della croce di cavaliere ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia perchè, in seguito al bombardamento della sua nave di bandiera, "riusciva con personale intervento e coraggiosa energia ad attuare efficaci misure, evitandone la perdita". Tale intervento è ricordato anche da Aldo Cocchia in Convogli (p. 386) senza che tuttavia si specifichi con esattezza, come del resto non si evince dalla motivazione, se l'ammiraglio al momento del bombardamento si trovasse a bordo.

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  • 1 month later...

se fosse sceso a terra per qualche motivo, credo che trovare una pirobarca o motolancia intatta per rientrare subito a bordo, anche nella confusione che inevitabilmente segue ad un bombardamento non potesse essere impossibile per un Ammiraglio.... e rammento che i bersagli principali del bombardamento in questione erano nella rada.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio

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se fosse sceso a terra per qualche motivo, credo che trovare una pirobarca o motolancia intatta per rientrare subito a bordo, anche nella confusione che inevitabilmente segue ad un bombardamento non potesse essere impossibile per un Ammiraglio.... e rammento che i bersagli principali del bombardamento in questione erano nella rada.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio

Un paio di miglia scarse dal centro.........

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