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Tavola I


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L’idea di un battello capace di navigare in immersione è molto antica. Leonardo da Vinci (affascinato dagli esperimenti di Cesare Cesariano nel fossato perimetrale del castello di Milano) ci ha tramandato una serie di studi, progetti e disegni di una nuova macchina bellica, che egli stesso ritiene sleale nell’impiego per le battaglie in mare e di cui non vorrebbe divulgare il progetto "E questo non pubblico o divolgo per le male nature delli omini, li quali userebono le assassinamenti nel fondo de’ mari col rompere i navili in fondo e sommergeli insieme con li omini che vi sono dentro"*

Dai progetti di Leonardo alla prima macchina capace di navigare in immersione passeranno diversi secoli, bisognerà aspettare la guerra civile americana per vedere il sommergibile operativo e pronto ed immergersi. Sebbene questo battello avesse una struttura molto semplice e una autonomia operativa fortemente limitata, dovuta anche al propulsore di natura "umana", può essere senza dubbio considerato il padre del moderno sommergibile.

L’avventura italiana nei confronti della nuova arma subacquea nasce dall’impulso avuto dalla ricerca e sperimentazione francese, quando nel 1888, si venne a conoscenza dei risultati riportati dalle prove del "Gymnote", il sommergibile progettato da Gustave Zédé e venne incaricato l’ing. Giacinto Pullino , ufficiale del genio navale, di progettare un battello subacqueo. Così nei primi mesi del 1890 il sommergibile "Pullino", poi denominato Delfino, venne impostato nell’arsenale di La Spezia.

Le prime prove del nuovo battello, costato alla Marina italiana circa 300.000 Lire, iniziarono nel 1892 e furono definite eccellenti nell’anno successivo in un articolo della "Rivista Nautica" , ma nonostante questi primi successi ottenuti la maggior parte dell’opinione pubblica ignorava se la produzione e la ricerca del sommergibile continuasse.

In realtà questo primo esperimento rimase unico per molto tempo, tant’è che nel 1895 il Delfino fu posto in disarmo e, per vari anni, dimenticato.

L’approcio dello Stato Maggiore della Marina con il nuovo mezzo subacqueo e la decisione di iniziarne la costruzione non fu dei migliori a causa dello scetticismo verso l’innovazione di questo progetto, ma soprattutto per la scarsa prospettiva d’impiego in eventuali scenari bellici.

La situazione italiana iniziò a cambiare agli inizi del nuovo secolo quando nel giugno 1905, grazie ad un progetto di legge presentato alla Camera dall’Ammiraglio Mirabello, venne prevista la costruzione di sette nuovi sommergibili, oltre i cinque della classe "Glauco" (1903/1905) che stavano iniziando il loro servizio in Marina.

I nuovi sette sommergibili facenti parte della classe "Medusa" furono impostati a partire dal 1910, dopo la costruzione di alcuni esemplari della classe "Foca".

Nel 1915, dopo nove mesi dall’inizio della Grande Guerra, l’Italia fece il suo ingresso nel teatro delle ostilità con un modesto numero di sommergibili dislocati ed impiegati maggiormente nel bacino adriatico.

A determinare l’andamento e la condotta dei battelli italiani, oltre le manchevolezze tecniche dei materiali e l’inadeguata preparazione del personale ad uno scenario di guerra, fu la scarsa (se non completamente assente) dottrina d’impiego della nuova arma subacquea, al contrario delle marine Germanica e Austro-Ungarica che riportarono notevoli successi legati alle offensive dei battelli, nonostante il bilancio finale delle ostilità.

 

 

 

Bibliografia:

• Giorgerini G, Uomini sul fondo – ed. Oscar Mondadori

• Marzo Magno A. (a cura di), Rapidi ed invisibili – ed. il Saggiatore

• Wikipedia – enciclopedia online

 

 

 

_______________________________

* Leonardo da Vinci – Il Codice Hammer c. 15°, f, 22v

 

 

post-743-1181736368_thumb.jpg Studi per carene di navi inaffondabili

 

post-743-1181736538_thumb.jpg Particolare

 

post-743-1182196477_thumb.jpg Il Delfino in navigazione

Modificato da antonio
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Sottopongo una serie di cinque fotografie del Delfino che, apparentemente, dovrebbero essere succcessive al ciclo di lavori cui l'unità fu sottoposta tra il 1902 e il 1904. E' presumibile che queste immagini (non ancora restaurate informaticamente) siano state scattate tra il 1905 e il 1906.

Desidero ringraziare l'ammiraglio Vignati, vice-direttore della "Rivista Marittima", che ha gentilmente messo le cinque fotografie a disposizione del sottoscritto: il "copyright" delle fotografie è quindi da ascrivere allo stesso all'amm. Vignati, che ne detiene la proprietà e i diritti.

 

delfino1ly6.jpg

Foto di gruppo vicino al periscopio

 

delfino2kn4.jpg

In navigazione

 

delfino3oo4.jpg

Si notino le ridotte dimensioni del battello…

 

delfino4zf2.jpg

Arsenale di Venezia: il Delfino in affioramento…

 

delfino5gb5.jpg

… e in manovra per andare all’ormeggio.

Modificato da Alagi
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Sommergibili dell'Ansaldo - 1915/18

 

Nel corso della “Grande Guerraâ€Â, la soc. Ansaldo di Genova Sestri Ponente realizzò un certo numero di sommergibili per la Regia Marina.

 

I due posamine tipo “Xâ€Â, in particolare, avevano queste caratteristiche:

 

Dimensioni: Lunghezza 42.6 m Larghezza 5.52 m Pescaggio 3.15 m

Dislocamento: Carico normale 403 tonn, Pieno carico 468 tonn

Velocità max in emersione (motori diesel): 8.2 nodi

Autonomia in emersione: 1200 miglia a 8 nodi

Velocità max in immersione (motori elettrici): 6.3

Autonomia in immersione: 70 miglia a 3 nodi

Armamento: 1 da 76/30, 2 tubi lanciasiluri da 450 mm., 9 tubi lanciamine, 18 mine

Equipaggio: 25

 

x21nt4.jpg

Qui vediamo l’X2 al momento del varo, il 25 aprile del 1917…

 

x22lm3.jpg

… durante le prove di immersione nel porto di Genova all’inizio del 1918

 

x23dt9.jpg

… e in navigazione a marzo del 1918. Il successivo 8 aprile l’X2 avrà modo di distinguersi durante la posa di uno sbarramento minato nel canale di Meleda, in Dalmazia

 

I sommergibili classe “N†vennero costruiti dall’Ansaldo tra il 1916 e il 1917

 

n11vx8.jpg

 

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Due immagini dell’N1 al varo sul finire del 1916…

 

n13gv3.jpg

… e lo stesso battello in uscita dal porto di Genova all’inizio del 1917

 

Tutte queste immagini provengono dall’Archivio Storico della Soc. Ansaldo di Genova

(link: http://www.fondazioneansaldo.it/archivi%20e%20raccolte.htm e http://www.fondazioneansaldo.it/fondazione%20cronologia.htm)

 

Fonti:

- E. Bagnasco e A. Rastelli, Navi e Marinai italiani nella Grande Guerra, Parma, Albertelli, 1997

- A. Turrini, O. Miozzi, Sommergibili italiani, (2 voll.), Roma, USMM, 1999

Modificato da marea
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Visitatore Kashin

In Italia fino al 1890 non vi furono progetti degni di nota . La Regia Marina aveva valenti Ufficiali G.N. che stavano portando la piccola marina ai vertici , vivendo un periodo particolarmente prolifico di progetti e costruzioni navali d’avanguardia .L’epoca di CUNIMBERTI, di MESDEA.

La Regia Marina non sfuggi la validita’ del mezzo subacqueo e alla fine del 1880 , decise di dedicarsi al sommergibile ,sfruttando come sempre , le poche risorse economiche a disposizione.

Il Generale del G.N. G. Pullino venne incaricato di progettare un battello sperimentale derivato

Dal Gymnote .Il Generale si avvalse del giovane Ufficiale G.N. C.Laurenti , mettendo a punto

Il progetto di un mezzo classificato:â€ÂBattello Sottomarinoâ€Â, al quale venne assegnato il nome

di DELFINO. Costruito nel piu’ assoluto riserbo a La Spezia , il Delfino entro’ in servizio nel 1896

e si rivelo’ da subito un buon battello. Dalle prove in mare si evinse che non poteva avere un impiego in combattimento , e la R.M. per soliti problemi di bilancio mise da parte il primo mezzo subacque in attesa di nuovi progressi tecnici.- Nel 1900 inizio’ un periodo fondamentale nella storia

della evoluzione del battello subacqueo , quello del sommergibile, che durera’ 50 anni.

Con l’entrata in linea del NARVAL comincio’ l’evoluzione del sommergibile. Agli inizi del secolo il mezzo subacqueo cominciava ad essere un arma efficace , in grado di colpire con efficacia. Tuttavia cominciarono anche i problemi di avarie gravi che portarono anche alla perdita di battelli e equipaggi.. I migliori progettisti si dedicarono con impegno allo studio della sicurezza progettando scafi sempre piu’ robusti e studiati sistemi di allagamento ed esaurimento piu’ affidabili. In questo campo l’Italiano C. LAURENTI occupo’ un posto di grande prestigio. Infatti i tipi “LAURENTIâ€Â

Erano in sintesi con : Doppio scafo resistente, Elevata riserva di spinta, Compartimentazione interna.. Di contro non erano pero’ idonei a navigare ad elevate quote operative.-

Allo scoppio della Grande Guerra la R. M. aveva una componente subacquea insufficiente per i compiti che sarebbe stata chiamata a svolgere. Gia stremata dalla guerra contro i Turchi 1911-1913

Aveva potuto destinare pochi fondi ai mezzi immersi. Non aveva alcun battello posamine , utile in Adriatico, e neppure sommergibili di elevato dislocamento , tanto voluti dall’Amm Thaon Di Revel

La spina dorsale della componente subacquea era composta dagli otto SSMMGG classe Medusa

Dai due classe NAUTILUS ,dai due classe PULLINO e dall’ATROPO.-

In Italia lo sviluppo del sommergibile durante la I WW venne in funzione delle esigenze operative che erano quelle di bloccare la flotta Austro-Ungarica nelle sue basi in Alto Adriatico. Per questo servivano SSMMGG di piccolo dislocamento in gradi di operare in acque ristrette .Per queste esigenze risposero benissimo i SSMMGG classe “F†da 262/319 Tonn. Che a partire dalla metta del conflitto costituirono le unita maggiori. La Regia Marina mise a punto anche piccoli sommergibili

Dalle dimensioni minime per la difesa dei porti : La classe “A†31/37 t e la classe “B†40/46 t.

In complesso la componente Italiana termino’ il conflitto rinnovata e potenziata.-

 

Delfino

delfinoum2.jpg

 

F10

f10yh5.jpg

 

Foca

focanq8.jpg

 

Glauco

glaucoqx1.jpg

 

Nautilus

nautilus3ct4.jpg

 

Squalo

squalo2ct7.jpg

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