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La Fanteria Di Marina - Parte Ii°


Visitatore Perla

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Visitatore Perla

Ho cercato di raccontare qui in sintesi quelle fu la storia la storia dell’artiglieria di Marina nel periodo del Primo Conflitto Mondiale, cosa non facile poiché si trattò di un reparto operativo complesso ed attivo in settori del fronte vasti e delicati. Mi limito qui dare una traccia generale ….posterò in seguito episodi più specifici e meritevoli di maggior approfondimento che ho preferito non inserire in questo post per non appesantire e creare confusione e noia

 

Durante la Prima Guerra Mondiale il compito principale della Marina Italiana fu quello di conseguire e mantenere il dominio del mare Adriatico, ma le circostanze nonché le peculiari caratteristiche del conflitto richiesero che essa apportasse un contributo diretto alle operazioni dell'esercito sul fronte terrestre.

L’intervento dei fanti di marina in questo contesto aveva lo scopo di prendere di infilata o di rovescio le difese nemiche con i tiri dalle navi, in modo da indebolirle e rendere così più facile l’attacco alle truppe di terra; inoltre in questo modo si poteva impedire alla flotta nemica di eseguire incursioni contro località già tenute dalle nostre forze. L’azione aveva quindi il duplice scopo di attacco e di protezione. Era inoltre importante tenere aperta la strada litoranea per la marcia su Trieste, compito non facile causa la ristrettezza della zona e dei bassi fondali che caratterizzano il Golfo di Trieste, caratteristiche orogeografiche queste che non permettevano alle nostre unità rapidità di movimento, costringendole anzi a procedere a lento moto e facendosi precedere dai dragamine (a causa della presenza di campi minati nella zona), facendone quindi facile preda degli attacchi dei sommergibili nemici.

In questo contesto le alte autorità dell'esercito ritenevano più che auspicabile una stretta forma di collaborazione tra le due armi, Esercito e Marina

 

Il mattino del 7 luglio 1915, l'incrociatore corazzato “Amalfiâ€Â, uscito per appoggiare due squadriglie di cacciatorpediniere, fu silurato e da questa sciagura moralmente e materialmente gravissima ebbe origine quel primo nucleo dal quale si svilupperà successivamente quello che diverrà famoso come “il Reggimento Marina.â€Â

 

Rapidamente riordinati e riorganizzati i superstiti di nave Amalfi costituirono due compagnie di fucilieri e due batterie mobili rapidamente armate con cannoni da sbarco 76/12 e 12 giorni dopo l'affondamento della loro nave stavano combattendo al fronte, alle dipendenze del Comando di Artiglieria della III°Armata, tra difficoltà di ogni genere.

Infatti venne loro assegnato il settore fra Grado e Monfalcone, zona tra le più infelici del nostro fronte, paludosa e infestata dalla malaria, priva di strade e risorse, soggetta alle frequenti inondazioni del fiume, ed estremamente esposta alle offese del nemico che saldamente arroccato sulle balze carsiche, vigilava con facilità sulla pianura sottostante priva di ripari naturali: ad ogni minimo indizio di movimento le grosse artiglierie austroungariche scatenavano un inferno di fuoco.

Ma nonostante le difficoltà, l'infuriare dell'artiglieria nemica e l'inclemenza dell'ambiente, la Marina riuscì a portare i pesanti cannoni navali e a tenerveli per parecchie stagioni.

 

All'11 ottobre 1915 il Reggimento Marina aveva in servizio ben 97 cannoni, di cui 6 di grosso calibro, 44 di medio e 47 di piccolo: tutte queste batterie fecero la differenza nelle sanguinose battaglie combattute sul Carso!

Ma a poco a poco, con l'accentuarsi del carattere di guerriglia assunto dalle operazioni navali in Adriatico e con le nuove necessità derivanti dalla difesa del traffico e dall'avvento dei Mas si accrebbero le esigenze della guerra marittima e per poterle fronteggiare la Marina si vide costretta a richiamare quasi tutti i marinai dislocati nell'interno lungo il fronte terrestre, con l’esclusione di qualche migliaio di uomini, che rimasero a prestare servizio presso la III°Armata.

Era inoltre fondamentale assicurare la difesa di Venezia, che venne attaccata a più riprese dagli austriaci dal mare e da terra (da questo derivò poi il motto del Reggimento “Per Mare, Per Terramâ€Â).

La città lagunare era infatti una caposaldo essenziale per la continuazione delle operazioni in mare, la cui perdita sarebbe stata irreparabile: perdere Venezia infatti significava lasciare campo libero in Adriatico ai nostri avversari.

A questo scopo e con enormi sacrifici, un certo numero di marinai vennero fatti confluire nella zona, a sottraendoli ad altre piazze marittime ed agli stessi imbarchi, e con questi vennero formati i primi tre battaglioni di artiglieria denominati: Monfalcone, Grado, Caorle e successivamente con marinai provenienti da La Spezia e Messina il quarto battaglione cui fu dato il nome di Golametto, che andranno a costituire il Reggimento Marina, posto al comando del C.F.Giuseppe Sirianni. Un ulteriore quinto battaglione, nato per controbattere l’offensiva austriaca sul Piave diverrà il Battaglione Navi.

Analogamente, servendosi delle batterie che avevano combattuto a Punta Sdobba e Foce Isonzo fu costituito un ulteriore raggruppamento di artiglieria che insieme al Reggimento andò a formare la Brigata Marina. Ben presto a queste prime batterie se ne aggiunsero altre, formate con cannoni di piccolo e medio calibro tolti dalle navi maggiori ed alle altre piazze marittime.

Il battaglione Monfalcone fu il primo a prendere contatto con il nemico sul fronte del Piave e già nel 1918 cambiò nome, quando venne intitolato al TV Andrea Bafile, prima medaglia d’oro della Fanteria di Marina.

Questi battaglioni non erano composti da personale cosiddetto "scelto", perché i marinai considerati migliori stavano a bordo delle navi, ma si comportarono sin da subito in modo egregio. Nuovi alla guerra di trincea essi subirono il battesimo del fuoco con la fermezza di veterani ed il Reggimento Marina iniziò a scrivere indimenticabili pagine di storia...............

Modificato da Perla
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Visitatore Kashin

Faccio una eccezzione, anche giocando in casa , interessante gli articoli e in verita' alcuni particolari degli inizi del nostro GLORIOSO S.MARCO non li conoscevo , sono sicuro che Marcuzzo aprrezzera quanto e se non piu' di me'.....ELOGIO :s03:

Modificato da Kashin
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Non c'è niente da fare: basta spigolare un pò e vengono fuori sempre racconti interessantissimi...

 

E - altrettanto niente da fare - le ragazze sono sempre più precise e puntigliose di noi scimmioni... :s68:

 

 

Graaaaaazie Perlina! :s27: (volevo metterci un fiore, ma non l'ho trovato tra le faccine!)

 

:s01:

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