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Giarabub


Visitatore Kashin

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Giarabub, a circa 300 km dalla costa libica, formata da palme, orti e pozze d’acqua. crocevia di piste che conducono a Bir el Gobi, Bir Tengeder e alle oasi di Gialo ed Augila in Libia. A 4 km dall’oasi vi era una pista d’aviazione Italiana .

Nel 1940,uno dei settori difensivi era Giarabub; comprendeva i presidi di Uescechet el Eira, Garn ul Grein e Barra Arrascia. Il presido i era formato personale misto libico con al comando ufficiali italiani. La difesa del settore era basata sulla resistenza in posto dei presidi e sulla sorveglianza mediante pattuglie mobili. Prima dello scoppio delle ostilità venne dato notevole impulso alle fortificazioni .

 

Allo scoppio della guerra il presidio militare era aumentato , con postazioni di mitragliatrici, fossi anticarro, reticolati, , posti di osservazione ed opere campali. Erano stati rinforzati i posti di osservazione e quelli di sbarramento sulle piste. Il comandante del presidio era il colonnello Salvatore Castagna, ufficiale d’esperienza di comando di truppe libiche.

Nei primi giorni di guerra i presidi furono attaccati da autoblindo inglesi. L’oasi venne attaccata per la prima volta il 14 giugno dalla aviazione inglese che colpì le installazione del campo di aviazione e comunque pagarono un caro prezzo per la risposta dal fuoco contraereo. Il 16 giugno inizio l’attacco terrestre del settore di Giarabub ma la resistenza sul posto e i rinforzi sventarono i primi attacchi.

La conquista di alcuni posti di presidio lungo la costa tagliò i rifornimenti via terra e il 19 giugno l’oasi subì un ulteriore attacco.

Dal libro di Gli attacchi si protrarsero fino al 30 giugno, mezzi corazzati e truppe si accanirono contro la cintura difensiva perimetrale dell’oasi; ammirevole fu il comportamento dei soldati libici che, privi di armamento anticarro, attaccarono i mezzi corazzati con bombe a mano e bottiglie incendiarie, riuscendone a bloccare alcune .

Ai primi di luglio gli Inglesi si ritirarono; gli attacchi al presidio si interruppero e poterono arrivare i rifornimenti che, portarono anche 4 pezzi anticarro da 47/32. Da luglio a settembre da parte italiana si miglioraro’ le sistemazioni difensive..

Ma la situazione stava peggiorando ; il 16 dicembre venne disposto il ripiegamento del presidio di frontiera a sud di Sceferzen su Giarabub.

L’oasi aveva raccolto tutti gli italiani in un raggio di 200 km. Con il ripiegamento, la forza dell’oasi raggiunse i 1350 soldati italiani a cui si aggiungevano 800 libici. Incominciavano a i problemi viveri, acqua e munizioni, l’ultimo rifornimento via terra era giunto il 4 dicembre. Viveri e acqua subirono una riduzione nelle razioni, per le munizioni vi era una certa abbondanza.

Negli ultimi 10 giorni del dicembre 1940 furono ulteriormente rinforzate le posizioni, i sentieri , ricoveri ed i reticolati, ma l’attività inglese aumentò. In tutti i giorni, anche a Natale, truppe inglesi con autoblindo, artiglierie ed aviazione, attaccarono i posti. In alcuni casi le posizioni furono perse e riconquistate con cannoni da 47/32 e mitragliere da 20 mm. Il posto di Melfa, fu arretrato ad al Fachri mentre a Garet el Barud, punto chiave della difesa di Giarabub, furono aumentati i campi minati con bombe di aereo, essendo privo il forte di mine.

Il 1940 si chiuse per il presidio che, in oltre sei mesi di lotta contro un nemico sempre superiore per uomini e mezzi, mai era stato battuto.

In questo periodo il rifornimento fu assicurato per via aerea. Ma batterie d’artiglieria Australiane colpivano il campo e resero tale soluzione sempre più pericolosa.

L’ultimo aereo che arrivò e riparti da Giarabub fu il 9 gennaio.

Anche l’artiglieria divenne più pericolosa e solo ll’azione di un pezzo da 77/28 e di colonne celeri dotate di cannoni da 47/32 riuscì a far arretrarele artiglierie australiane.

In quel periodo, con lanci di volantini, fu intimata per la prima volta al forte la resa.

Le notizie dei combattimenti lungo la costa demoralizzava i soldati libici, preoccupati per le loro famiglie. A ben poco valsero le parole rassicuranti dei loro comandanti.

Ai problemi dei rifornimenti si aggiunse l’isolamento radio di Giarabub in quel periodo. Il 9 febbraio potè essere ristabilito un collegamento via Cufra. Questo il messagio inviato dal Comando di Tripoli a Giarabub:

"… Non abbiamo più possibilità di rifornirvi. Resistete fino a quando avrete viveri, e dopo arrendetevi chiedendo l’onore delle armi, che, dopo una sì lunga ed eroica resistenza, non potrà esservi negato. …"I

Le comunicazioni radio venivano effettuate in orari notturni con Tripoli (Cufra era caduta ai primi di marzo) e il 17 febbraio venne comunicato che si stava studiando la possibilità di rifornire il presidio. L’effetto della notizia sugli uomini che ormai vivevano con razioni dimezzate e con acqua salmastra purificata.

Il 25 febbraio erano rimasti viveri per una giornata, il 27 arrivarono via aerea viveri e posta, il che aumento non poco il morale della guarnigione.

Il 2 marzo venne rinnovata dagli Inglesi l’offerta di resa.

Il 17 marzo arrivò un messaggio di Rommel:

"Invio il mio saluto ed i sensi della mia stima e ammirazione agli eroici difensori di Giarabub. Continuate a lottare strenuamente, tra pochissime settimane saremo tra voi".

A tutti gli uomini fu richiesto, nell’ora decisiva, il supremo sforzo.

Così terminò il discorso del colonnello Castagna:

"… Non ammetto nessuna resa. Lotteremo, se sarà necessario, sino all’estremo sacrificio. A Giarabub si vince o si muore".

Ovunque gli Australiani si avvicinavano alla linea di difesa interna dell’oasi e, in un tratto, dove si era insabbiato il reticolato, enttrarono nel perimetro difensivo.

Il giorno dopo vide una intensa attività d’artiglieria ed i soldati ebbero distrutto l’unico pezzo rimasto da 65/17; rimanevano due cannoni da 77/28 con poche munizioni. Come per il giorno precedente, l’intenso vento ( ghibli) limitò l’azione con continui inceppamenti delle armi e delle opere campali.

Il 21 marzo alle 5.00 si riversò sui difensori un intenso fuoco d’artiglieria e 45 minuti dopo ebbe inizio un furioso assalto di fanteria.

Tutti i difensori lottarono aspramente sino ad opporsi agli attaccanti con la baionetta ma ad uno ad uno i capisaldi caddero.

Più volte furono lanciati contrattacchi con rinforzi ma, nonostante il valore degli uomini, la morsa non venne allentata . Tutti i difensori si comportarono ammirevolmente.

Nell’ultimo combattimento caddero complessivamente 500 soldati italiani e libici tra morti e feriti, a testimonianza dell’asprezza della lotta.

 

P.S. Il regime sfrutto questo atto eroico con pellicole e canzoni :La Sagra di Giarabub e GIARABUB film con Alberto SORDI (Tra gli altri).-

 

 

Dal libro di :Salvatore Castagna "LA DIFESA DI GIARABUB" Longanesi

Modificato da Kashin
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  • 8 months later...

Sono d'accordo. E' un libro meraviglioso, per ciò che viene narrato, e per lo stile senza troppa retorica e fronzoli con cui viene narrato.

 

Consentitemi di citarne uno stralcio: "La bandiera che da dieci mesi sventolava sulla torre della ridotta Marcucci venne abbassata e bruciata al cospetto del nemico, che concentrò le sue ultime raffiche sui soldati che avevano l'incarico di compiere questo estremo gesto. Da ogni petto uscì un grido: Viva l'ITALIA!"

 

Viva il colonnello Salvatore Castagna, Viva gli eroici combattenti di Giarabub!

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