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Hms Jed


marea

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Spero di non annoiarvi con un altro disegno che ho realizzato di recente...

Si tratta della fregata inglese HMS Jed, con la colorazione tipo "Western Approaches" del 1942 - 43. Insieme a un altro disegno dovrebbe venire pubblicata prossimamente sulla copertina di un allegato della "Rivista Marittima".

Vi piace?

Ciao :s55:

Marea

 

immagine1dw1.png

Modificato da marea
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Ma un disegno di una delle nostre unità delle quali esiste quasi soltanto il nome e qualche patetico dagherrotipo, quelle per cui ho raschiato tutti i fondi di barile concepibili, per primi quelli dell'Ufficio Storico, senza cavare ragni dal buco ?

Tipo Nb di fine ottocento, incrociatori protetti, incrociatori torpedinieri ? Un Affondatore, un'Italia, un Marco Polo, una Sardegna, un Fieramosca ?

Uno. uno solo, mezzo, un pezzo di plancia, un quarto di mascone......?

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Ma un disegno di una delle nostre unità delle quali esiste quasi soltanto il nome e qualche patetico dagherrotipo, quelle per cui ho raschiato tutti i fondi di barile concepibili, per primi quelli dell'Ufficio Storico, senza cavare ragni dal buco ?

Tipo Nb di fine ottocento, incrociatori protetti, incrociatori torpedinieri ? Un Affondatore, un'Italia, un Marco Polo, una Sardegna, un Fieramosca ?

Uno. uno solo, mezzo, un pezzo di plancia, un quarto di mascone......?

 

 

Ecco qui...

pirocorvetta corazzata Terribile - 1866

immagine1yz5.png

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Posso timidamente proporre di realizzare il disegno dell'Affondatore? :s35:

E' da quando ho letto della battaglia di Lissa che sono curioso di vedere come era fatto!

 

:s01:

 

Spero di poterti accontentare con le immagini e i disegni tratte dal libro "Navi d'Italia" di G. GALUPPINI edito da A. Mondadori nel 1982 (per la precisione il materiale iconografico è della MMI - UDAP)

 

affondatore186602dex7.jpg

 

affondatore187302bw5.jpg

 

e questo è un piccolo sunto della descrizione:

 

Affondatore

L'Affondatore fu l'unica nave corazzata a torri munita di vele della Marina italiana. I suoi due cannoni da 254 mm erano infatti sistemati uno a prora e uno a poppa in torri corazzate girevoli, con asse nel piano di simmetria, mentre tutte le fregate corazzate costruite negli stessi anni avevano un paio di decine di cannoni non brandeggiabili in batteria. La sua arma principale era costituita dallo sperone di ferro fucinato che sporgeva di m 2,50 oltre la prua a livello del galleggiamento: per questa caratteristica fu classificato nella categoria degli «Arieti». Fu progettato e costruito in Inghilterra sia perché doveva avere lo scafo in ferro sia perché era armato con i due cannoni in torre, cannoni che continuarono ad essere forniti dalla ditta inglese Armstrong anche per le corazzate classe Duilio del 1882 e Italia del 1885 e altre ancor più moderne. Ordinato nel 1862 non fu consegnato che nel 1866 alla vigilia della guerra contro l'Austria. Aveva due alberi con una modesta velatura costituita da due rande e un fiocco, ponte continuo senza sovrastrutture e due alti fumaioli. La corazzatura era costituita da una cintura dello spessore massimo di mm 127, che si estendeva da m 1,20 al disotto, fino a m 1,20 al disopra dei galleggiamento. Fu la prima nave ad avere la protezione orizzontale costituita dal ponte di coperta corazzato con piastre dello spessore di 50 mm. Le due torri dell'artiglieria contenevano un cannone da 254 mm ad avancarica dì costruzione Armstrong; l'apparato motore era costituito da una macchina orizzontale a due cilindri della potenza di 2682 cavalli, alimentata da 8 caldaie parallelepipede, sistemate in due gruppi di 4 ciascuna sotto i rispettivi fumaioli. Fra il 1867 e il 1873 la nave venne modificata eliminando i due alberi con le vele, sistemando un solo albero centrale e una sovrastruttura per la plancia. Negli anni fra il 1883 e 1885 subì altre trasformazioni: fu costruita una tuga centrale, ripristinati due alberi e l'armamento fu aumentato di 6 cannoni di 120 mm in postazioni singole scudate sistemate ai lati della coperta, di 8 cannoni da 57 mm e 4 da 37 mm, più 4 tubi lanciasiluri. L'apparato motore fu sostituito con uno di tipo più moderno della potenza di 3240 cavalli. Così rimodernato aveva assunto l'aspetto e la potenza bellica di uno dei contemporanei «Arieti» e rimase in servizio fino al 1907, totalizzando 41 anni di attività. L'Affondatore prese parte alla battaglia di Lissa, durante la quale vi imbarcò l'Ammiraglio Persano, trasferitovi in mare dalla Re d'Italia poco prima del combattimento. Successivamente affondò in porto ad Ancona e fu rimorchiato a Genova per i lavori di riparazione. Dopo varie attività, nel 1900 fu declassato a nave scuola torpediniere a La Spezia, e come tale restò in servizio fino all'ottobre del 1907. Per l'epoca nella quale fu costruito costituì un interessante prototipo, dal quale derivarono le unità classificate «Arieti-Torpediniere ».

(Guida alle Navi d’Italia – la marina da guerra dal 1861 a oggi. Gino Galuppini – Arnoldo Mondadori Editore – 1982)

 

magico_8°/88

 

p.s. Scusami l'intervento Marea, i tuoi lavori sono sempre di prim'ordine, ed complimenti sono fuori discussione. :s55: :s55:

Modificato da magico_8°/88
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Belle le tue tavole Marea, complimenti! Usi per caso i volumi di Alan Raven come documentazione?

 

Interessanti i disegni riportati in seguito, sono dei soggetti che costruirei volentieri per la mia collezione ammesso di trovare sufficente documentazione .

 

Ciao

 

Dino

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Posso timidamente proporre di realizzare il disegno dell'Affondatore? :s35:

E' da quando ho letto della battaglia di Lissa che sono curioso di vedere come era fatto!

 

:s01:

 

Primaditutto grazie Magico 8/88!

mentre aspettiamo che Marea ci delizi con qualche altro suo disegno (l'epoca proposta è davvero interessante...) questa è una fotografia dell'Affondatore come nave scuola torpedinieri, scattata alla Spezia nel 1901.

 

immagine2uj0.png

 

Saluti

Alagi

Modificato da Alagi
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Bellissima foto Alagi, grazie, si direbbe che l'Affondatore subi una ricostruzione abbastanza vistosa perchè nella foto e nel disegno precedenti il ponte è piatto senza quella lunga tuga a mezza nave. Tra l'altro mi sembra di intuire tre ( quindi ipotizzo 6 in totale ) postazioni scudate per armi di calibro minore.

 

Riguardo ai colori ci sono informazioni?, dalla foto di Alagi sembra che la nave sia verniciata in stile Royal Navy, scafo nero, tuga bianca e alberi e fumaioli buff.

 

Dino

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Riguardo ai colori ci sono informazioni?, dalla foto di Alagi sembra che la nave sia verniciata in stile Royal Navy, scafo nero, tuga bianca e alberi e fumaioli buff.

 

Dino

 

CONFERMO !

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Grazie per il bellissimo disegno Marea. Chissà se magari qualche volta ci manderai il profilo di qualche nostra unità del dopoguerra ?

Ciao

 

Qualcosa è in programma... e magari a breve...

Potrebbe essere un... :s68:

Ma no, per adesso non ve lo dico!

 

Ciao :s55:

Modificato da marea
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Belle le tue tavole Marea, complimenti! Usi per caso i volumi di Alan Raven come documentazione?

 

Interessanti i disegni riportati in seguito, sono dei soggetti che costruirei volentieri per la mia collezione ammesso di trovare sufficente documentazione .

 

Ciao

 

Dino

 

Si, utilizzo anche i volumi di Alan Raven; il disegno della HMS Jed è una rielaborazione informatica di un disegno di A.D. Baker pubblicato sul libro "British destroyers", di recente pubblicazione (Chatham & USNI, 2006). Mi sono permessa di informare Maurizio Brescia (com.te Alagi) della tua domanda, magari lui ti darà qualche ulteriore informazione in merito.

 

Un saluto

Marea

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Grazie per la risposta Marea, era comunque una semplice curiosità in quanto non possiedo ancora i quattro volumi del signor Raven ( già pagati probabilmente sono in volo ! ).

 

Li sto aspettando con ansia per avere un punto di partenza per cercare di definire i colori del ponte in legno dell'HMS Sheffield nel 1942 ( convogli artici ), ammesso e non concesso di riuscirci ...

 

Dino

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Visitatore Etna

Dirti : BRAVA !!! E' poco e riduttivo.

Davvero tavole bellissime. Anche Alagi non scherza.Lo seguo da tanti anni.

Ragazzi,chi mi fa un bel disegno del mio R.Smg B.BRIN ?? :s15: :s11:

Sono un tantino sfacciatello neh ?

Con stima

ETNA

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Grazie per la risposta Marea, era comunque una semplice curiosità in quanto non possiedo ancora i quattro volumi del signor Raven ( già pagati probabilmente sono in volo ! ).

 

Li sto aspettando con ansia per avere un punto di partenza per cercare di definire i colori del ponte in legno dell'HMS Sheffield nel 1942 ( convogli artici ), ammesso e non concesso di riuscirci ...

 

Dino

 

I quattro volumi di Mr. Raven sono fatti piuttosto bene e - anche se non presentano la totalità degli schemi mimetici di tutte le unità della Royal Navy (d'altra parte sarebbe un compito immane...) - sono quanto di meglio è stato pubblicato sin'ora sull'argomento. Possiedo un altro volumetto inglese degli anni Settanta (ora sono in ufficio e non ricordo il titolo e l'autore...) che come opera introduttiva alla materia è molto valido. Se ti servono delle fotocopie fammi sapere!

Oltre ai disegni di A. Raven, io e Marea utilizziamo anche quelli di John Roberts e di A.D. Baker III (con autorizzazione degli autori, naturalmente) ma moltissimi - come la maggioranza di quelli presentati nel volume La mimetizzazione delle navi italiane 1940-1945 - sono stati espressamente realizzati da noi due e da Erminio Bagnasco.

Un saluto.

Alagi

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Grazie Alagi, terrò in considerazione la tua gentile offerta. Per ora comunque sto affrontando il "problema" della mimetizazione dello Sheffield solo superficialmente, è un progetto che inizierò seriamente il prossimo inverno quindi ho davanti ancora parecchi mesi per documentarmi e in caso di fallimento posso sempre rappresentare il modello nel teatro mediterraneo ...

 

Ciao

 

Dino

 

PS scusate se ho mandato off topic il post!

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Ma un disegno di una delle nostre unità delle quali esiste quasi soltanto il nome e qualche patetico dagherrotipo, quelle per cui ho raschiato tutti i fondi di barile concepibili, per primi quelli dell'Ufficio Storico, senza cavare ragni dal buco ?

Tipo Nb di fine ottocento, incrociatori protetti, incrociatori torpedinieri ? Un Affondatore, un'Italia, un Marco Polo, una Sardegna, un Fieramosca ?

Uno. uno solo, mezzo, un pezzo di plancia, un quarto di mascone......?

 

Magari vedendo questa fotografia Marea ci disegnerà qualcosa del genere...

La corazzata Sicilia alla fonda verso il 1910, in un originale dello Studio Pucci della Spezia.

10oh0.jpg

Modificato da Alagi
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Una fra Sicilia e Sardegna, e forse anche la Re Umberto, sono certamente nei programmi prossimi di Delphis. Se i "lavori" non sono ancora iniziati è perché, se di fotografie ce n'è un discreto numero, non altrettanto -lo sai- si può dire dei disegni.

E se questo è un problema relativamente affrontabile per lo scafo (la scarsità delle sezioni disponibili può essere discretamente gestita, visto che almeno per adesso parliamo di 1/700 e di waterline) diventa una questione ben più complessa per le sistemazioni di coperta, dato che dal buon mumero e dalla buona qualità delle stesse dipende il valore del modello.

E allora la domanda é: ritieni che il modello del Sardegna che è in Arsenale alla Spezia sia ragionevolmente affidabile ? La domanda non è retorica. Considera che dalla tua ponderata risposta dipende una mia incursione in Arsenale e la posa delle prime taccate in cantiere.

 

..........En attendant......Marea.........

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E allora la domanda é: ritieni che il modello del Sardegna che è in Arsenale alla Spezia sia ragionevolmente affidabile ? La domanda non è retorica. Considera che dalla tua ponderata risposta dipende una mia incursione in Arsenale e la posa delle prime taccate in cantiere.

 

..........En attendant......Marea.........

 

A breve dovrei andare alla Spezia e sicuramente farò un salto al museo. Dopodichè riferirò... (ora non ricordo molto bene il modello, per cui preferisco rivederlo prima di dare una risposta così "vincolante"!!!!)

Ciao

Maurizio

Modificato da Alagi
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La questione è appunto questa: è affidabile il modello del Sardegna per ricavarne una riproduzione da mettere sul mercato ?

Io faccio masters per diletto e non per lucro, ma ovviamente la prospettiva non cambia: per nulla al mondo metterei in mano all'editore un modello della cui fedeltà non sono convinto sino... all'ultimo bullone.

Accetto quindi opinioni e contributi da qualsiasi volenteroso arrivino.

Grazie Steffsap.

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La questione è appunto questa: è affidabile il modello del Sardegna per ricavarne una riproduzione da mettere sul mercato ?

Io faccio masters per diletto e non per lucro, ...

 

Scusa l'ignoranza marat ma che cos'è un "masters"??

 

Poi cosa intendi per "una riproduzione da mettere sul mercato" non ti contraddici visto che dici di non farlo per lucro ma solo per diletto??

 

 

magico_8°/88

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Non, non c'è contraddizione Magico, ma credo che sia giusto darti qualche spiegazione in più: il solo fatto che ti sorgano delle perplessità lo esige.

Dunque: un master non è che il prototipo di un modello. Se non ci tiri uno stampo avrai fatto uno scratchbuilt, o se preferisci un esemplare unico, se invece lo stampo lo fai avrai fatto un master. I termini sono opinabli, ma la faccenda in generale è questa.

Detto questo: il master, cioé il prototipo da cui può ricavarsi uno stampo, puoi cederlo ad un produttore. E puoi farlo per denaro, non credo ci sia niente di male, anzi è proprio l'ipotesi normalissima.

Io i miei masters li ho ceduti a Delphis, che per l'appunto è l'editore che affronta i costi della produzione, che ha (quando ce li ha) i margini di profitto) che va per l'appunto su mercato. Non gli ho ceduto i miei masters per denaro, almeno non l'ho fatto sino ad oggi.

La ragione è che fare i masters è un gioco che mi diverte, un gioco che in buona parte è fatto di passione per la ricerca, di voglia di realizzare pezzi inediti, del peccato di orgoglio di vedere le cose che hai fatto in mano ad altri. Sono cose che ti danno largamente di più del lucro (poco) che potresti ricavarne.

Aggiungi che a Delphis c'è gente gradevole. Aggiungi che siamo in sintonia, visto che molti modelli non giustificherebbero l'impresa e che non verrebbero mai prodotti da un editore che avesse come unico obiettivo il profitto e che volesse evitare il rischio di rimetterci.

Naturalmente, tutto ciò non toglie che io masterista per piacere, non debba metterci la stessa serietà che ci metterei se quella fosse la mia unica fonte di sostentamento.

Spero di non essere stato complicato.

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Non, non c'è contraddizione Magico, ma credo che sia giusto darti qualche spiegazione in più: il solo fatto che ti sorgano delle perplessità lo esige.

 

marat non sei stato complicato ma anzi molto chiaro e ti ringrazio della spiegazione. :s01: :s01:

 

Mi sono collegato al sito della Delphis e così ho capito il discorso che fai sulla scarsa propensione al mercato dei modelli in catalogo (stupendo quello della RN Miraglia) che se non fosse per la passione dei signori della Delphis non giustificherebbero l'investimento, e per questo apprezzo ancor di più il lavoro che tu svolgi (chiamiamolo con il suo nome e non gioco come dici tu) per noi tutti. :s20: :s20:

 

Una ulteriore curiosità, come realizzi il master, intendo con quale materiale lavori e come sei arrivato a realizzarli??

 

magico_8°/88

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Io continuo a chiamarlo gioco, Magico, ma penso anche che non c'è incompatibilità fra i due termini: si può avere la fortuna (magari sono in pochi ad averla) di fare un lavoro che appassiona, e si può avere la saggezza di giocare con molta serietà (se non altro...per rispetto di quelli che giocano con te). Io, che nella vita faccio il professionista (e che mi sono riservato anche discrete fette di gioco) mi diverto a scandalizzare il prossimo affermando che i professionisti più affidabili sono...i dilettanti.

Devo aggiungere questo al tuo simpatico post. Io ho realizzato un piccolo numero di modelli per Delphis, e non certo i migliori. E non ho neanche nulla da insegnare. Ho solo da testimoniare che quello di cui parlo è un gioco (ce risemo...) possibile e molto, molto interessante.

Se vuoi provarci, il problema non sono i materiali. Visto che gli scafi (parliamo di scale piccole) sono sempre pieni, e quindi vai a "fette" sovrapposte, puoi usare il legno (qualsiasi, il meglio però è il cirmolo o il tiglio) o il plasticard (perfetta planeità, spessori da 0,15 mm. in su). Ma qualsiasi, ripeto qualsiasi cosa va bene, metallo, legno o materiali plastici, purché non troppo....biodegradabili (quando mi sono reso conto che la balsa con cui avevo realizzato lo scafo del Cadorna era troppo inconsistente, l'ho messo a mollo alla resina epossidica e ho risolto tutti i problemi).

La questione di fondo (ma anche il nocciolo del divertimento) è la documentazione. Un modello di una nave degli ultimi centotrenta anni non è un modello di trireme, e neanche di caravella. Di quelle devi dare un'idea solo plausibile, perché la documentazione non esiste, e non per niente abbiamo scritto migliaia di volumi sulla posizione che avevano i remi sulle navi romane e greche: perché non abbiamo uno straccio di fonte sicura.

Delle navi degli ultimi centotrenta anni abbiamo invece tutto. E siccome a questo punto il modellismo diventa documentazione, l'originale deve essere riprodotto con esattezza maniacale. Quindi piani, scrupolo nel controllare che quei piani non siano stati modificati in sede di realizzazione, documentazione il più possibile estesa (anche fotografica) per avere certezza delle modifiche e degli interventi successivi.

E poi lavorare di calibro, sino all'esasperazione. Riprodurre su un pezzo di plastica infame una nave (ma anche un edificio, un'automobile o un treno) è un'operazione che, per definizione, è votata all'insuccesso. Il migliore modello sarà sempre quello sul quale il modellista avrà fatto meno approssimazioni e meno errori di chiunque altro.

Quindi, non pensare mai di avere finito, non pensare mai che aggiungere o limare due decimi di millimetro sia superfluo. Se questo non ti spaventa, e anzi ti intriga, sei pronto per cominciare, o quanto meno per provare.

Intanto prova ad andare su www.modelwarships.com. Sul forum c'è una sezione dedicata allo scratchbuilding, e se ti arrangi con l'inglese c'è parecchio da imparare.

A presto.

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Bellissima spiegazione Marat, complimenti!

 

Potremmo fare un trattato dal titolo:

 

"delle verità sommerse e dei modellisti frustrati"

 

La parte migliore del gioco è la ricerca dell'esattezza, come disse poco tempo fa Mr Alan Raven: meglio un modello accurato ma eseguito mediocremente che un modello splendidamente eseguito ma che non rispecchia la verità o the real thing come dicono loro.

 

Spesso purtroppo ci si imbatte in tre tipi di ostacoli più o meno insormontabili durante la ricerca.

 

- Le fonti di informazioni sono quasi inaccessibili o troppo costose

- Le fonti di informazioni sono andate distrutte

- Le fonti ci sono ma le alterazioni e modifiche apportate sul campo giacciono sotto migliaia di metri d'acqua.

 

Io ho fatto modellismo per 20 anni circa, e faccio navi da un anno, mai trovato nulla di più intrigante che fare ricerche su una nave per poi costruirla/autocostruirla.

 

Ciao

 

Dino

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Del passato, come del futuro, non v'é certezza...

 

penso che tu lo abbia, comunque nel volume B3 della serie orizzonte mare ci sono diverse immagini della classe della RN Sardegna, alcune, principalmente prora e poppa, che consentono di vedere i dettagli del ponte. Se non ricordo male, c'é qulacosa anche ne "Le navi del Re".

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E' il ponte barche la maledizione, il ridotto centrale, che con la risoluzione del materiale fotografico dell'epoca diventa una poltiglia di ombre indistinguibili. Molte unità dell'epoca potrebbero essere riprodotte se non ci fosse quel buco nero.

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