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Progetto Di Una Portaerei Modulare


Visitatore Marcuzzo

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Visitatore Marcuzzo

Navigando per la rete mi sono imbattuto in questo progetto di portaerei modulare tuttoponte:

 

Carriers-2.jpg

 

Image10.jpg

 

portaerei-2.jpg

 

portaerei-3.jpg

 

portaerei-4.jpg

 

Ecco la descrizione del progettista:

 

NAVE MODULARE “TUTTOPONTE†PER PORTAEREI

ED ALTRI UTILIZZI MILITARI

 

Disegni e progetto di: Carlo Macrì

 

ILLUSTRAZIONE DEL PROGETTO

 

L’idea di base che mi ha spinto alla progettazione di questo nuovo tipo di nave militare è quella di poter disporre in breve tempo, pressochè in qualsiasi punto del globo, di una grande e funzionale base aereonavale adatta anche per l’atterraggio ed il decollo dei più capienti e potenti aerei da trasporto, ciò per consentire, in caso di gravi crisi politiche in aree particolarmente importanti dal punto di vista strategico, economico e sociale, nonchè per l’equilibrio e la sicurezza dei rapporti internazionali, interventi militari rapidi, efficaci e di grande portata senza dover prima risolvere i numerosi e complessi problemi logistici ed attendere lunghi tempi diplomatici necessari per poter giungere all’attivazione di

porti ed aereoporti adeguati sul territorio di Paesi amici.

 

Qualora si realizzassero tutte le condizioni che rendessero inevitabile la necessità di interventi di vasta portata e ad ampio raggio, la possibilità di utilizzare, una volta giunti nell’area di mare prefissata, come un’unica pista di atterraggio, tutta una serie di navi, concepite originariamente per diverse funzioni, quali quelle che di solito sono svolte dalle navi che accompagnano le portaerei che guidano una “Task Forceâ€Â, potrebbe essere l’elemento fondante di una futura possibile strategia vincente, grazie alle sue doti di speditezza nell’approntamento dei dispositivi militari e di grande incisività operativa, .

 

Una tale base aereonavale rapidamente trasferibile nonchè facilmente e velocemente componibile potrebbe venire formata, come già accennato, oltre cha da una o più portaerei “tuttoponte†con funzioni tradizionali, da una sequela di navi ausiliarie o appoggio, anch’esse “tuttoponteâ€Â, dei seguenti tipi:

 

a) - nave d’assalto per trasporto truppe, mezzi blindati e mezzi anfibi;

b) - nave portaelicotteri da ricognizione, da battaglia e antisommergibili, unitamente al trasporto truppe e corpi speciali munite di specifiche dotazioni di mezzi per le più svariate esigenze operative, nonchè fornita sia di alcuni piccoli sommergibili adatti per azioni militari di ridotta entità sia di altri utilizzabili come robot-sottomarini per operazioni d’ispezione, manutenzione e piccole riparazioni eventualmente necessarie sia alle navi maggiori che a quelle minori;

c) - navi da carico per rifornimenti vari quali: armamenti di vario tipo, vettovaglie, combustibili, acqua minerale di riserva, come pure altre predisposte per il trasporto delle particolari barriere metalliche antisiluro semisommerse e delle relative "boe motorizzate" per il loro trasporto e collegamento, più

avanti meglio descritte, utili per la difesa e la protezione a distanza della base aereonavale, staticamente posizionata come un unico “Grande Convoglioâ€Â, dopo l’avvenuto congiungimento dei vari scafi che la compongono;

d) - nave officina attrezzata con hangars coperti smontabili, dotata di appropriate gru ed elevatori che rendano possibile la riparazione di aerei piccoli e grandi, ed altresì fornita di un adeguato magazzino ricambi per le più svariate e probabili necessità;

e) - nave ospedale ben attrezzata ed idonea a fronteggiare anche le più gravi, difficili e numerose emergenze ed esigenze sanitarie che dovessero verificarsi

 

Naturalmente, oltre alle portaerei sopradescritte, una “task force†o “squadra navale†di questo genere dovrebbe essere accompagnata, come di norma già avviene, da un sufficiente numero di navi di scorta tradizionali come, solo per esempio: incrociatori, cacciatorpediniere o fregate lanciamissili, sottomarini nucleari, dragamine di vario tipo per le più divesificate esigenze ed almeno una “nave darsena†di adeguate imensioni per poter riparare “in loco†possibili danni al naviglio di piccola e media stazza.

 

Per una migliore difesa della base aereonavale formatasi adottando uno dei numerosi schemi possibili per la congiunzione dei vari scafi “tuttoponteâ€Â, la cui scelta dipenderà anche dal genere di prestazione ad essa richiesto, sarebbe opportuno stendere perimetralmente, a sua maggiore protezione da possibili attacchi da parte di mezzi di superficie o sottomarini nemici, ad una distanza di circa 800-1000 metri,

una robusta ed efficace barriera metallica antisiluro semisommersa.

 

Tale particolare barriera, trasportata in zona dalle grandi navi appoggio su accennate, sarebbe costituita da una serie di tubi d’acciaio di ampio diametro e chiusi alle estremità, con funzione di corpo galleggiante al quale sono saldamente agganciati dei “pannelli†quadrati misuranti all’incirca 20 metri di lato, formati da una robusta cornice, anch’essa d’acciaio, che racchiude un tenace reticolato metallico a maglia quadrata larga circa 12 centimetri.

 

Detti pannelli, immersi verticalmentenel mare e sostenuti a pelo d’acqua dai suddetti tubi di galleggiamento, sono naturalmente collegabili l’un l’altro mediante appositi occhielli e ganci snodati, meglio evidenziati nelle tavole dei disegni che li riguardano, vengono posizionati e mantenuti alla prevista distanza dal convoglio per mezzo delle suddette speciali boe motorizzate autoancoranti.

 

Ciascuna di tali particolari boe, munita di un armamento leggero, sarebbe dotata, al centro delle fiancate relative agli scafi sottostanti, di agganci simili a quelli che uniscono i vari pannelli ed i rispettivi tubi di sostegno, e dovrebbe svolgere sia la funzione di vedetta esterna sia quella di elemento di congiunzione di una serie di 10/12 segmenti di barriera galleggiante, sia, in alcuni punti, quella di componente mobile adatta ad aprire, all’occorrenza, un varco nella stessa per consentire il passaggio delle altre navi che per le più varie necessità strategiche e logistiche devono poter accedere al convoglio aereoportuale al centro della zona protetta.

 

In prossimità di una coppia delle suddette boe aventi anche, come detto, funzione di apertura dei varchi di transito, ad una distanza sufficiente a consentire il passaggio delle navi, verrebberro posizionati, internamente all’area protetta, ulteriori segmenti di barriera mantenuti fermi da tre delle predette boe allo scopo di non creare un’area scoperta dal riparo della barriera nel periodo di tempo intercorrente fra

l’apertura e la chiusura dei varchi.

 

 

 

DESCRIZIONE DI ALCUNI DEGLI ELEMENTI ESTERIORI

COMUNI ALLE VARIE NAVI “TUTTOPONTEâ€Â

 

Solo indicativamente, le dimensioni complessive di ognuna di queste navi dovrebbero essere le seguenti: lunghezza 350 metri, larghezza dello scafo 35 metri, larghezza del ponte di volo 70 metri, altezza totale dalla chiglia al ponte di volo 40 metri.

 

1) - La sezione superiore della nave, nella configurazione proposta, alla cui sommità si trova il ponte di volo, è quella che viene utilizzata anche per una salda e rapida congiunzione delle varie unità navali.

 

L’altezza interna ipotizzata per questo settore è di circa 12/13 metri e consente di poter disporre, intervallate agli elementi specifici utili per il collegamento, di una serie di piattaforme retrattili ed elevabili che possono essere movimentate mediante lo scorrimento su speciali binari e possono servire per usi diversi come, ad esempio:

a) - postazione per radar ed antenne per le trasmissioni;

b) - piazzole per lancio di missili e relative antenne paraboliche per la loro guida a distanza;

c) - piazzole per cannoni e mitragliatrici antiaeree;

d) - piazzole per avvistamento, segnalazioni luminose e rilevamenti.

 

Verticalmente, lungo tutto il perimetro del livello superiore della nave, ad intervalli regolari inframmezzati dalla presenza delle suddette piattaforme retrattili o delle plance di comando di prua e di poppa, sono situate le strutture che consentono l’unione dei vari scafi allo scopo non solo di creare un’unica lunga pista di atterraggio, ma pure, ove prestabilito, degli indispensabili ed adeguati piazzali per la sosta, la manutenzione e le eventuali riparazioni anche dei più grandi aereomobili da trasporto.

 

Queste strutture sono costituite essenzialmente da tre elementi:

a) - bordature orizzontali e verticali rivestite di uno spessore di gomma per attutire l’impatto fra le cornici esterne dei diversi settori di collegamento;

b) - orifizi per segmenti di tubi d’acciaio a sezione esagonale posti nei pressi dei quattro angoli dei suddetti settori, dotati sull’estremità esterna di una bordatura in gomma, i quali servono per il blocco iniziale e l’unione precisa di due settori di collegamento appartenenti a navi diverse;

c) - cornici poste al centro dei settori di collegamento a forma rettangolare ma con angoli smussati, ricoperte esse pure con uno strato di gomma, lungo il perimetro delle quali è prevista una serie di orifizi filettati per l’inserimento di adeguati bulloni che daranno, unitamente ai tubi esagonali di cui sopra, stabilità e robustezza alla congiunzione di due navi fra di loro ed al “grande convoglio†nel suo insieme.

 

2) - Nella parte alta delle fiancate dello scafo, sotto il livello superiore, sono poste alcune piazzole fisse e sporgenti utilizzabili come di consuetudine per: carico e scarico di vettovaglie e di armamenti; calata delle scialuppe di servizio ed, eventualmente, di salvataggio; lancio di torpedini e di bombe di profondità; ponticello di aggancio delle scale per l’accesso a bordo e la discesa dalla nave del personale imbarcato

e degli ospiti;

 

3) - La grande altana o terrazzo di poppa può servire, solo ad esempio, oltre che per le prove connesse alla revisione dei motori degli aerei, per il carico e scarico più pratico e veloce di alcuni generi di rifornimenti onde evitare lunghi e disagevoli trasferimenti dei medesimi nei corridoi interni o come postazione di direzione e controllo nelle operazioni di collegamento fra unità navali diverse.

 

4) - La plancia supplementare di prua sottostante il livello superiore, ha anch’essa la funzione di controllo nelle operazioni di congiunzione fra due navi nonchè quella di ispezione ottica dello specchio d’acqua che si viene a creare tra gli scafi di due unità già collegate.

 

5) - il grande portellone di poppa può servire per: a) la messa in mare ed il recupero di mezzi anfibi o dei particolari battelli utilizzabili per operazioni speciali a corto o medio raggio; b) messa in mare e recupero delle peculiari lance comando a cabina chiusa di norma utilizzate per gli spostamenti dei Comandanti e per le visite a bordo effettuate da varie Autorità o Delegazioni Diplomatiche.

 

6) - a seconda del tipo di nave e funzionalità prevista, cioè portaerei vere e proprie o navi appoggio e ausiliarie di genere diverso, mentre il livello superiore che funge da base per la pista di atterraggio sarà impostato secondo uno schema pressochè unico, le fiancate invece saranno impostate in modo diversificato allo scopo di poter meglio assolvere le varie operazioni per le quali sono state concepite.

 

7) - Una volta che le portaerei fossero congiunte secondo lo schema prestabilito per formare l'aereoporto mobile galleggiante, quest'ultimo, qualora dovesse essere situato su acque profonde oltre 300 metri, al fine di assicurare una sua facile reperibilità da parte degli aerei al rientro dalle varie missioni, dovrebbe naturalmente utilizzare un sistema di posizionamento geostazionario (G.P.S.). Va specificato che esso

comunque, anche in caso di mare mosso, potrebbe essere sempre utilizzabile grazie alla sua grande stabilità e resistenza al moto ondoso consentita, oltre che dal tenace collegamento fra una nave e l'altra, sia sopra la superficie del mare che sotto, da un inedito sistema di pannelli di resistenza idrodinamica retrattili, che fuoriescono dalle chiglie e possono essere immersi fino ad una profondità di circa 35-40 metri.

Per quel che riguarda l'appontaggio, anche in presenza di vento non troppo forte, esso potrebbe essere certamente molto agevolato dalla disponibilità di una pista larga circa 70 metri e completamente sgombra da ostacoli di qualsiasi tipo.

 

Altre informazioni relative ad ulteriori elementi specifici di questa innovativa costruzione navale previsti sia al suo interno che all’esterno potranno essere fornite a coloro che fossero seriamente interessati alla sua relizzazione e ne facessero esplicita richiesta

 

CONCLUSIONI

 

Un dispositivo militare formato da una serie di questo tipo di portaerei dovrebbe essere costituito da almeno 6 navi, onde poter disporre di una pista d'atterraggio lunga circa 1.400 metri e di adeguati piazzali per la sosta e le operazioni di armamento e di manutenzione degli aerei più grandi; mentre, nel caso si volesse approntare una vera isola artificiale galleggiante con area portuale riparata, doppia pista d'atterraggio, ciascuna delle quali lunga 1.400 metri e doppia ampiezza dei piazzali sarebbe necessario utilizzarne 12.

 

Considerato che ciascuna di queste "portaerei modulari" dovrebbe costare circa come una delle ultime della classe "Nimitz" attualmente in costruzione, il costo totale ipotizzabile per una struttura del genere sarebbe di circa 30/Miliardi/Euro nel caso della pista singola e di circa 55/ Miliardi/Euro nel caso dell'isola galleggiante con area portuale protetta e pista doppia.

 

Inoltre, la realizzazione di questo genere di portaerei potrebbe costituire una risposta positiva più realistica agli ideatori ed ai sostenitori dell'ormai abbandonato progetto di una Base Aerea Mobile (Mobile offshore Base).

 

Tali costi appaiono certamente molto elevati ma comunque di molto inferiori a quelli che dovrebbero essere sostenuti per la realizzazione dell'ormai famoso "Scudo Spaziale", inoltre va considerato che ciascuna di tali nuove unità navali potrebbe svolgere pressochè la stessa funzione delle attuali singole unità e, nel tempo, sostituirle completamente, offrendo in più la propria speciale prerogativa di poter essere congiunta con le sue consimili per venire utilizzata come un unico grande aereoporto mobile.

 

 

 

ULTIMI AGGIORNAMENTI ED APPROFONDIMENTI

 

Considerati i tempi attualmente necessari per la realizzazione di un nuovo progetto di portaerei, dopo che siano state espletate le necessarie verifiche di validità e di fattibilità del medesimo, cioè partendo dalla prima autorizzazione di spesa per il progetto preliminare per arrivare all' erogazione finale dellle somme previste per il completamento del primo esemplare e quindi al varo della nuova nave, che sono di almeno 10-12 anni, sarebbe bene che, chi fosse ad esso interessato iniziasse fin da adesso ad operare per impostare la progettazione dei suoi principali e più innovativi elementi costitutivi.

 

In particolare, pensando agli Stati uniti che al momento potrebbero essere gli unici ad avere un concreto interesse a portare a termine un progetto del genere, nonostante anch'essi abbiano dei problemi di tipo economico visti i recenti e crescenti elevati deficit di bilancio, e facendo riferimento al loro prevedibile turnover nel settore delle portaerei, il primo esemplare di questo nuovo tipo di portaerei potrebbe ottenere i primi consistenti finanziamenti a partire dal 2008 e divenire operativo attorno al 2020, cioè circa 3-4 anni dopo la consegna dell'attuale ultimo modello in programma: il CVX 79 (CVX-2).

Naturalmente tutti i miglioramenti già previsti per questa portaerei rispetto a quelle che la precedono - CVN 77 e CVN 78 (CVX 1) - cioè "Commercial Ship Technologies/Solid State Controls" "Integrated New Island" - "Electrical Generation and Distribution" - "New Propulsion Plant" - "Improved Flight Deck" and "Improved Hull" dovrebbero essere trasferiti anche alla proposta "portaerei modulare".

 

PROBLEMI RELATIVI ALL'APPONTAGGIO ED AL DECOLLO DEGLI AEREOPLANI

 

Questa futura generazione di portaerei oltre ad essere dotata di almeno un paio di catapulte a vapore come le attuali, dovrebbe anche essere equipaggiata con i nuovi e,sembra, più funzionali modelli di catapulte elettromagnetiche che sono ad uno stato avanzato di realizzazione. Qualora questo nuovo sistema di lancio grazie ad adeguate schermature si dimostrasse veramente efficace e senza controindicazioni per quanto riguarda il buon funzionamento dei vari apparati elettronici della nave, a causa del potente campo magnetico che si viene a creare attorno alla zona della catapulta durante il suo funzionamento, ecco che si potrebbe pensare di utilizzarlo, opportunamente dimensionato, anche per il lancio di aerei di maggior grandezza e peso.

 

Pur ipotizzando di aver a disposizione una catapulta magnetica lunga circa 200 metri, cioè il doppio di lunghezza rispetto a quelle attualmente allo studio, essa, da sola, molto probabilmente non sarebbe sufficiente a far spiccare il volo agli aerei più pesanti, perciò si è pensato che sarebbe comunque necessario avere a disposizione una pista molto più lunga affinchè l'aereopossa raggiungere la velocità sufficiente per il decollo.

 

Indubbiamente, se oltre alla catapulta lunga 200 metri si avesse a disposizione una pista lunga altri 1.000 metri, ecco che la probabilità di poter iniziare il volo grazie alla maggiore accelerazione che i motori dell'aereo potrebbero imprimere al velivolo nel tragitto aggiuntivo diventerebbe molto più elevata. Se poi , in aggiunta a questa maggior lunghezza della pista di decollo di potesse disporre di nuovi

grandi aerei dotati, nella zona della coda, di uno o due motori supplementari da utilizzare anche solo per breve tempo nella fase di decollo, ecco che potremmo avere la certezza di riuscire a prendere il volo utilizzando piste molto più corte di quelle ora indispensabili.

 

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Per quanto riguarda invece la possibilità di un appontaggio sicuro su questo tipo di piste formate

4 (quattro) portaerei collegate, si è pensato all'utilizzo di almeno due strumenti in aggiunta a quello costituito dal tradizionale meccanismo d'arresto costituito da funi elastiche tese a pochi centimetri d'altezza sopra la pista alle quali si aggancia il braccio metallico uncinato pendente dal ventre dell'aereo. Escludendo per varie ragioni l'uso di "paracadute di coda", gli elementi utilizzabili per accorciare la distanza necessaria per l'arresto durante l'appontaggio potrebbero essere i seguenti:

a) - due o più "retrorazzi" che, con un opportuno e modulabile dosaggio producano una spinta contraria alla direzione di marcia dell'aereo subito dopo che questo ha raggiunto la pista d'atterraggio sulle navi;

b) - costruire una nuova generazione di grandi aereoplani muniti di una serie di "F.O.B.Flaps" (Fuselage Opening Braking Flaps) che esplicherebbero una notevole resistenza aereodinamica all'avanzamento dell'aereo il quale potrebbe quindi arrestarsi, utilizzando anche gli altri strumenti tradizionali, nel ridotto spazio disponibile.

 

Questi nuovi modelli di aerei sia da trasporto che da bombardamento, grazie alle caratteristiche sopra indicate potrebbero essere utilizzati agevolmente sia con le "portaerei collegate" (Floating Airport) sia sulla terraferma ove si potrebbero servire di piste d'atterraggio molto più corte di quelle attuali.

 

E' possibile ritenere che un tale genere d'aereo dovrebbe essere interessante non solo per la "Navy" ma anche per il "Marine Corps" e per l' "Air Force" che dovrebbero partecipare alla sua realizzazione accollandosi una parte dei costi economici necessari allo studio ed alla messa a punto dei prototipi.

 

 

Idealmente l'idea non sarebbe male, ma mi sembra un pò utopistica.

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Interessante articolo Marcuzzo. Mi fa venire in mente il libro di Wilbur Smith "Come il mare", bellissimo romanzo, dove si parla di una VLCC (petroliera) modulare. Purtroppo nel libro fa' una brutta fine!

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Molto interessante davvero.

 

In assenza di dettagli tecnici, mi viene comunque una perplessità di tipo "strategico".

L'utilizzo della soluzione "combinata" prevederebbe la presenza contemporanea in un solo posto dei gruppi da battaglia di 4-6 portaerei, lasciando conseguentemente "sguarniti" altri settori. In altre parole si verrebbe a perdere il vantaggio di avere più nuclei da battaglia forti e opportunamente dislocati: il quantitativo di cacciabombardieri imbarcati su una carrier è comunque sufficiente ad avere un elevato potenziale di attacco (le recenti guerre del Golfo lo hanno dimostrato), mentre per i bombardieri a lungo raggio verrebbero comunque utilizzate le basi a terra. Non so... mi sembra che per sfruttare appieno i vantaggi, sempre che ci siano, di una soluzione come quella illustrata, un Paese dovrebbe quadruplicare il numero delle sue portaerei, e non mi sembra che con i tempi che corrono le varie amministrazioni, una su tutte quella USA, siano tanto propense a spendere e spandere...qualche C.te ha opinioni in merito?

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Secondo me la questione è che noi pensiamo CISC e non RISC

 

Cioè è vero che unire 4 navi tipo nimitz per fare un gigante del genere sia un'errore sia per i costi sia per l'ingestibilità del tutto, tanto vale varare un mostro da 400.000 tn, però se magari pensiamo a unità più "semplici" magari viene fuori qualcosa di interessante.

 

Esempio:

 

Due unità tipo la San Marco che potessero agganciarsi creerebbero un ponte di volo di ben 200mt, più lungo di quello della Garibaldi.

 

 

Il dubbio che mi viene forse è nelle modalità di aggancio, le forze in mare sono enormi e bisognerbbe ideare un sistema di aggancio che renda solidali le due unità (che potrebbero avere carico differente).

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  • 2 weeks later...
Visitatore Perla

Secondo me .....è veramente uno di quei progetti che gli ingegneri creano per diletto e che non verranno mai realizzati perchè troppo costosi ed alla fin fine ingestibili....

....perdonatemi il paragone poco militare, ma è un po' come certi capi di "haute coture": opere d'arte.....ma chi si sognerebbe mai di indossarli??????????

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  • 2 weeks later...

Mhà

 

Oltre che rischiosa anche poco utile secondo me!

 

I nuovi caccia multiruolo come l' F-35:

 

AIR_F-35_JSF_lg.jpg

F-35.jpg

 

 

Che sono a decollo verticale non hanno certo bisogno di grandi ponti di volo!

 

Per quanto riguarda invece i bombardieri strategici tipo B-52 e B-2 data la loro enorme autonomia e la possibilità di essere riforniti in volo non hanno certo bisogno di una poraerei per essere impiegati in teatri di operazioni distanti da basi aeree attrezzate a permetterne il decollo e l'atterraggio!

 

Magari avrebbe potuto avere un'applicazione durante la guerra fredda ma dubito anche di questa possibilità visto che un B-52 riesce tranquillamente coprire una tratta dagli USA a Mosca in andata e ritorno senza scalo e a pieno carico!

In piu oggigiorno i grandi bombardieri strategici vengono usati sempre meno!

 

b52-bombs.jpg

B-52

 

B-2_small2.jpg

B-2

Modificato da Flanker
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Appunto! E poi la vera utilità delle portaerei non è tanto che sono GROSSE, ma che sono MOBILIIII!!!!

QUEL PACHIDERMA PIAZZATO IN MEZZO AL MARE SAREBBE LE PIU' GROSSA E SUCCULENTA FETTA DI TORTA AL CIOCCOLATO PER STORMI DI BOMBARDIERI, SOMMERGIBILI, MISSILI CRUISE E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA. ANZI AL LIMITE BASTEREBBE UNA SOLA MINI NUKE BEN PIAZZATA...

GIUDIZIO: VAI A LAVORARE! :s03:

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L'autore ha probabilmente rivisto Gig robot d'acciaio e si sta proponendo di lanciare componenti per l'oceano.

Ammesso e non concesso che tutto funzioni come dice lui, vorrei un pochino sapere come aggancia i moduli, le guarnizioni tubolari e i bulloncioni con un mare forza sette. :s54:

 

Aspettano magari di avere bonaccia... chissà :s43:

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  • 4 years later...
Entro breve tempo fornirò risposte, chiarimenti ed integrazioni a quanti sono intervenuti sull'argomento "portaerei modulare".

Mi scuso per il ritardo ma solo da poco ho appreso che si era aperta una discossione in merito. carletto19

 

 

sei tu l'ideatore?!?

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PORTAEREI MODULARE – APPROFONDIMENTI ED INTEGRAZIONI

 

 

Premessa: con questo mio intervento intendo dare risposta, aggiungendo opportuni chiarimenti ed integrazioni, ad alcuni precedenti commenti postati da vari ospiti nella discussione sviluppatasi in questo “forum” a seguito dell’inserimento, da parte di “Guest_Marcuzzo_*”, del testo relativo alla mia proposta di costruzione di un nuovo modello di “portaerei modulare” da me pubblicata alcuni anni fa su di un mio sito internet che, adesso dopo averlo aggiornato in più parti, è visibile all’indirizzo http://carlomacriprojects.it insieme ad altri progetti da me ideati in un momento successivo.

 

Inizio con n.4 puntualizzazioni che ritengo utili a preparare il terreno per capire meglio quanto viene esposto in seguito.

 

1) – come già accennato nel “Testo Illustrativo”, una portaerei classe “Nimitz” non viaggia mai da sola, essa infatti è di norma scortata da un cosiddetto “Carrier Battle Group” che è costituito da:

n.2 incrociatori – n.2 cacciatorpediniere – n.1 fregata – n.1 nave appoggio e n.2 sottomarini.

In considerazione di quanto precede, dunque, un aereoporto mobile formato da 5 o 6 portaerei congiunte avrebbe a propria disposizione non solo il proprio armamento ed i propri aerei ma un enorme apparato difensivo composto da 5 o 6 “C.B.G.” sufficiente a prevenire e respingere qualsiasi attacco proditorio potesse essere messo in atto da qualunque nemico.

 

2) – gli aerei da trasporto che potrebbero utilizzare la “Base Aerea Mobile” da me ipotizzata non sono certamente quelli giganteschi come Lookeed-Galaxy o Antonov-22 ma bensì quelli medio-grandi come Airbus A-400 M, Lookeed C-130 od altri modelli simili in corso di approntamento da parte di diversi Stati. Questi aerei hanno delle dimensioni che vanno dai 30 ai 45 metri di lunghezza ed una larghezza dai 40 ai 45 m. circa. Essi possono trasportare dei carichi di armi, bombe ed automezzi di vario tipo per un peso utile che può andare dalle 45 alle 55 tonnellate, hanno una autonomia di volo media, a pieno carico, attorno ai 5.000 chilometri e possono raggiungere una velocità di circa 650 - 750 Km./ora a seconda del modello, mentre il loro costo va dai 100 ai 200/Mil. di $ USA.

Tali aerei, opportunamente modificati con le variazioni necessarie per consentire loro un sicuro appontaggio, vedi gli accennati “F.O.B. Flaps”, i retrorazzi e le aste d’acciaio uncinate che vengono fatte pendere dalla coda della fusoliera per l’aggancio delle funi elastiche di trattenuta, potrebbero essere in grado di “atterrare”, dopo le dovute varie e necessarie sperimentazioni di calibratura dei vari nuovi componenti, anche su di una pista lunga solo 1.100-1.200 metri.

Detta minima lunghezza sarebbe raggiungibile con l’unione di tre o quattro Portaerei Modulari.

Se dalle prove effettuate con gli aerei modificati risultasse che un piccolo aumento nella lunghezza di dette navi sarebbe sufficiente per diminuire di una unità il loro numero indispensabile, si potrebbe pensare a provvedere di conseguenza; lo stesso discorso di un piccolo incremento vale per la larghezza con il pensiero rivolto alla possibilità di poter disporre di una più ampia area per la sosta, i rifornimenti e la manutenzione dei velivoli, posizionabili su doppia fila anziché in fila indiana sui ponti delle unità navali aggiuntive a questo scopo dedicate.

 

3) – le operazioni di congiungimento e di separazione dei vari scafi non possono di certo avvenire con un mare “forza 7” come qualcuno ha ironicamente accennato, ma non è sicuramente necessario attendere la “calma piatta” per procedere ad un tal genere di operazioni considerate la grandezza e la stazza di questo genere di navi e tenuto conto di quanto aggiungerò più avanti.

 

4) – la soluzione della B.A.M. non è ovviamente ripetibile contemporaneamente in altri luoghi durante lo svolgimento di più conflitti ma potrebbe essere molto utile averne la disponibilità in casi del tutto eccezionali allo scopo di prevenire una guerra nucleare dagli esiti disastrosi.

Pertanto, perché privarsi di questo “PLUS” quando, in prospettiva, la realizzazione di questo nuovo modello di portaerei, con le medesime potenzialità e caratteristiche tattiche di quelle attuali, ma più funzionale poiché consentirebbe anche l’utilizzo di aerei militari da trasporto e da bombardamento più grandi dei caccia-bombardieri di cui essa è normalmente dotata e volendo, entro certi limiti, di aerei civili di ridotte dimensioni, non comporta un notevole aumento dei costi??

 

- Risposta per: Ulan – Guest_Kashin_* - Conte Mascetti – GFGPriaroggia

Oltre a quanto segnalato alla puntualizzazione n.1), le misure di difesa approntate per un tale apparato offensivo vanno esaminate attentamente prima di formulare frasi di scetticismo sulla sua vulnerabilità o pensare a possibili attacchi che possano essere portati con missili o con siluri a testata nucleare e quindi arrecare danni enormi ed irreparabili.

Per quanto riguarda una sicura difesa aerea ci sono oltre agli aerei da caccia imbarcati, gli aerei-radar “AWACS” che sono in grado di seguire contemporaneamente circa 200 oggetti volanti, gli aerei e gli elicotteri dotati anche di caratteristiche antisommergibile oltre a vari tipi di missili terra-aria e tutte le postazioni missilistiche presenti sulle navi di scorta che si tengono ad una certa distanza dal convoglio dell’aereoporto mobile.

Per la difesa di superficie oltre a tutte le navi del seguito ci sono le numerose “Boe Motorizzate” che reggono le “barriere metalliche antisiluro” le quali possono essere dotate di un armamento leggero e di ordigni antisommergibile di vario tipo.

Per la difesa subacquea oltre alle suddette barriere antisiluro che forniscono una difesa passiva,

c’è una prima linea di difesa, ad una certa distanza dal convoglio della Base Aerea Mobile, che è costituita dai vari sottomarini nucleari di scorta, e c’è una seconda linea di difesa, anch’essa esterna al perimetro della barriera antisiluro, formata da un gran numero di “sommergibili tascabili”, ne sarebbero previsti almeno 4 a bordo di ogni portaerei, lunghi circa 20-25 metri, provvisti dei velocissimi siluri a “supercavitazione” tipo “Shkval” o “Barracuda” che possono essere impiegati nel contrasto ad eventuali siluri nemici sfuggiti alla prima linea e da questa segnalati in arrivo in tempo utile.

 

Per inciso, mi sento di dover far presente che a tuttoggi esiste una regola di guerra non scritta ma che finora è stata rispettata e sulla quale in passato si è retto il cosiddetto “Equilibrio del Terrore” ,

secondo cui ad un attacco con armi convenzionali si risponde con armi dello stesso genere, nel caso invece che un attacco fosse portato con armi nucleari, chimiche o batteriologiche, la nazione che lo subisce, se le possiede può, a buon diritto, rispondere allo stesso modo o altrimenti come meglio crede, vedi grandi attentati terroristici, con conseguenze facilmente immaginabili, quindi ci andrei cauto a formulare ipotesi azzardate.

 

- Risposta per: Von Skion

Prima di arrivare a forza 7 il mare ha molti altri livelli di maggior tranquillità. Ciò non elimina il problema eventuale ma se teniamo conto della mole di una portaerei, mi riferisco alla sua stazza, lunghezza ed altezza del ponte sul livello del mare ecco che anche con un mare forza 4 o più dette manovre per la congiunzione di due o più scafi diventano sicuramente possibili.

In aggiunta, queste divengono ancora più fattibili grazie all’inedito sistema di “pinne di resistenza idrodinamica retrattili a forma di castelletto” previsto nella parte inferiore dello scafo. Esso infatti, mediante l’apertura di portelloni scorrevoli consente la fuoriuscita dalla carena di dette particolari “pinne” che possono svolgere la loro funzione di stabilizzatore inerziale, in realtà esse penetrando nel mare per una profondità aggiuntiva di circa 20 – 25 metri e imbrigliando, senza occluderla, una notevole quantità d’acqua conferiscono alla struttura sovrastante una grande stabilità che qualcuno ha definito come “ancoraggio a mezz’acqua” per il loro effetto di resistenza al moto ondoso.

Tali congegni sono visibili in forma sintetica nell’immagine denominata “schema di alcuni elementi interni alla base dello scafo”

Con questi presupposti ecco che diventa più realistico pensare di poter unire senza grossi rischi le suddette navi anche con mare molto mosso ma non agitato.

 

- Risposta per: gilbyit

Non mi risulta che a tuttoggi esista una tecnica che consenta di costruire un “mostro” da 400.000 tonnellate; in ogni caso, parlando di uno scafo unico, i rischi di una scarsa funzionalità e di una immane perdita dovuta sia al numero di vite umane addette al suo funzionamento sia ai capitali spesi per la sua realizzazione sarebbero certamente superiori a quelli riferibili a più unità collegate. Contemporaneamente però, si verrebbe a perdere la possibilità del normale utilizzo disgiunto di ogni singola unità.

Per quanto riguarda le modalità di unione delle diverse portaerei, oltre a quanto descritto nel “Testo Illustrativo”, allo scopo di fornire alla B.A.M. una robusta solidarietà in caso di mare molto agitato è previsto un sistema aggiuntivo di collegamento subacqueo fra gli scafi, realizzabile tramite l’utilizzo di grandi travi d’acciaio che vanno a congiungersi con quelle mobili in senso verticale, già presenti sulle fiancate di ciascuna portaerei modulare ed aventi una testata quadrata con orifizi “femmina”, dotata di particolari elementi di aggancio e tenuta, nella quale vanno ad incastrarsi le travi di congiungimento con testata “maschio”. Tali elementi, che per essere messi correttamente in esercizio necessitano anche dell’opera di una squadra di sommozzatori, sono abbastanza chiaramente visibili sulle fiancate del modello presentato nel sito nelle immagini denominate: “schema della poppa” e “schema della prua”.

 

- Risposta per: Flanker

Come accennato al punto 2 delle puntualizzazioni i grandi bombardieri strategici non sono certamente adatti ad essere utilizzati su questo tipo di B.A.M. ed inoltre, dovendo normalmente partire da basi aeree molto lontane, hanno dei consumi di carburante esagerati e quindi dei tempi di volo molto lunghi. In particolare il più moderno B-2 Spirit, a parte il fatto che ha già un costo di sola fabbricazione elevatissimo, pari ad 1/Miliardo di USA $, se consideriamo anche quello complessivo per il suo funzionamento, manutenzione e parti di ricambio si giunge a più che raddoppiare tale importo.

Se poi si tiene conto anche degli estesissimi tempi necessari per provvedere alla sua manutenzione che richiede di essere eseguita in hangar con aria condizionata per ragioni connesse al mantenimento della sua efficienza “stealth” cioè la bassa tracciabilità radar, a mio modesto parere questo aereonon può essere considerato il massimo dell’efficienza operativa per un impiego in caso di guerra. Infatti, si può leggere in proposito su “Wikipedia” che tale aereo richiede circa 120 ore di manutenzione per ogni ora di volo effettuata, mentre a confronto un B-52 ne richiede circa la metà.

Pertanto, solo ad esempio, facendo un po’ di calcoli, ipotizzando un viaggio di andata e ritorno della lunghezza di 15.000 Km. che comporterebbe una durata del volo di circa 20 ore, si deduce che, una volta rientrato alla base l’aereo non può più essere riutilizzato per almeno 12-13 giorni. Infatti 120 ore x 20 = 2400 ore di manutenzione; se poniamo che 8 persone per 24 ore continuative divise su tre turni possono lavorare giornalmente al massimo 192 ore abbiamo che 2400:192 = 12,5 giornate di sosta.

Per quanto riguarda il più piccolo e nuovo aereo F-35 JSF non considerando anche qui il costo elevato che è indicato solo provvisoriamente in 100/Mil. di $ e pur apprezzandone alcuni pregi, risulta anch’esso avere elevate spese di manutenzione, risulta inoltre avere una scarsa manovrabilità in caso di combattimento aereo rispetto ad altri caccia-bombardieri anche di altri Stati, ha sicuramente una limitata capacità di carico di armamenti se confrontata con quella di un bombardiere medio-grande, ha una ridotta autonomia di volo ed ha un solo motore che, se mai dovesse guastarsi, sarebbe un grosso guaio per il pilota ed un notevole danno economico per i capitali spesi nella sua costruzione.

 

Altre considerazioni utili per una più approfondita valutazione della “Portaerei Modulare”

 

A favore della Base Aerea Mobile dunque ci sarebbero almeno tre elementi:

1) – i bombardieri medio-grandi hanno una capacità di trasporto di ordigni e materiale bellico almeno di tre o quattro volte superiore a quella dei più piccoli e moderni caccia-bombardieri;

2) – hanno una autonomia di volo perlomeno doppia per cui non necessitano di frequenti rifornimenti in volo e quindi consentono di operare da una zona più distante dall’area in cui sono situati gli obiettivi delle operazioni, il che significa anche una maggiore sicurezza per la B.A.M..

3) – Le spese da sostenere per questo genere di impiego bellico non sarebbero di molto superiori a quelli che comporta il tradizionale utilizzo delle attuali portaerei, anzi è prevedibile una loro consistente diminuzione se teniamo conto di un minore spreco di carburanti e di un minor numero di ore da dedicare alla manutenzione dei velivoli.

4) – un notevole incremento nella capacità offensiva che consentirebbe di abbreviare la durata di un eventuale conflitto.

 

Una precisazione va fatta su di una delle caratteristiche delle “Portaerei Modulari” che dalle immagini inserite nel sito non appare ben evidenziata; è quella costituita dalle due “Torrette estraibili e sopraelevabili contenenti ciascuna una aggiuntiva Plancia di Comando”, una verso la poppa, visibile alla base della scritta “85” ed una verso la prua dove appaiono delle figure rettangolari smussate. Queste “Plance estraibili” sono utilizzabili sia durante la normale navigazione in mare aperto sia quando sono in porto per le normali necessità di controllo delle varie attività e per la maggiore possibilità di avvistamento dei movimenti e degli avvenimenti nelle vicinanze della unità navale ormeggiata.

 

Da ultimo, se teniamo presente che gli U.S.A. negli ultimi decenni, facendo parte della N.A.T.O., nei loro interventi militari all’estero si sono quasi sempre mossi con il preventivo accordo degli Alleati, salvo rare eccezioni di limitata entità, non si capisce perché in futuro, “Rebus sic stantibus”, non potrebbero avvalersi della loro cooperazione in caso di gravi minacce agli appartenenti all’Alleanza Atlantica da qualsiasi parte provenissero.

Per questa ragione non è fuori dalla possibile realtà pensare che anche ciascuno dei più grandi Paesi della NATO quali: Francia – Gran Bretagna – Italia – Spagna e Canada possa procedere alla costruzione di una o più “portaerei modulari” da utilizzare, in caso di necessità, anche assieme al più potente Alleato americano.

In tal modo perderebbe di peso anche il discorso della ipotetica possibile grandissima tragedia e perdita tutta a carico di un solo Stato.

 

Cordiali saluti. Carletto19

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come avrai notato, Carlo, il post è datato e molti di coloro che hanno scritto non frequentano piu il forum.

è un progetto che puo essere suscettibile di sviluppi e forse interessare una grande marina. è dai sogni che sono nate le piu grandi relizzazioni odierne, in fin dei conti!

 

se hai ancora le vecchie immagini potrei reiserirle nel post iniziale...

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Egregio Totiano,

come da tua richiesta vorrei allegarti la maggior parte delle immagini inserite nel mio sito http://carlomacriprojects.it con riferimento al progetto della Portaerei Modulare, ma poichè non sono pratico del vostro metodo di inserimento delle stesse, non riesco nè ad allegarle nè ad incollarle ti invito a prelevarle dal suddetto sito oppure a darmi un indirizzo E-mail al quale spedirle oppure a spiegarmi come fare altrimenti.

Sono a vostra disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Carletto19

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Mah! che dirti Carlo...

E' bello pensare che sei dalla nostra parte....

 

Mi ricordi un pò Leonardo Da Vinci, quando illustrava a Ludovico il Moro, il suo "carro armato... " carri potenti, et inoffensibili..."

Ludovico non se lo "calò" nemmeno, preferendo l'estro di Leonardo alle rappresentazioni teatrali...

 

Forse è un pò troppo presto.... per noi.... oh! bada che non dico che non si possa realizzare..... però non adesso...

 

Invece, una cosa simile... (lo dico a rigor di logica),.. la vedrei più a livello turistico... se invece che portaerei, realizzare vere e propri villaggi vacanze galleggianti.... oggi qua,.. domani là...

 

D'altronde anche Giulio Verne... fantasticava....

 

e poi....

 

ciaooooo

marco

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Egregio Lefa, ho visto che sei riuscito in poco tempo ad inserire alcune delle immagini presenti sul mio sito internet, ebbene se non ti arreca troppo disturbo ti chiederei di spiegarmi per filo e per segno come hai fatto perchè io con il mio computer non ci sono riuscito. Può darsi che qualche passaggio mi sfugga durante i miei tentativi. Ti ringrazio comunque per l'attenzione dimostrata.

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grazie per i tentativi Carlo!

ho cancellato i primi messaggi per fare spazio e, adesso, provo con le istruzioni per postare le foto. tieni però presente che non risulta niente all'indirizzo che hai postato.

 

1° punto: seleziona la foto che interessa con il tasto destro del mouse e seleziona proprietà

incollafoto1.jpg

 

2° punto copia il link della fotografia che è sul web

incollafoto2.jpg

 

3° punto incollalo sul post premettendo img tra parentesi quadre e facendolo seguire da /img tra parentesi quadre

incollafoto3.jpg

 

e questo sarà il risultato

PORTAERE-rid-A4-bis.jpg

Modificato da Totiano
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Egregio Lefa, ho visto che sei riuscito in poco tempo ad inserire alcune delle immagini presenti sul mio sito internet, ebbene se non ti arreca troppo disturbo ti chiederei di spiegarmi per filo e per segno come hai fatto perchè io con il mio computer non ci sono riuscito. Può darsi che qualche passaggio mi sfugga durante i miei tentativi. Ti ringrazio comunque per l'attenzione dimostrata.

 

Chiedo scusa, arrivo tardi!

Totiano ha riepilogato tutti i passi necessari, basta copiare l'indirizzo dell'immagine (URL) e inserirlo fra queste parentesi: tag.jpg

In alternativa, puoi schiacciare il secondo pulsante dopo le faccine nel pannello delle opzioni del post che stai scrivendo, e incollare lì l'indirizzo copiato, il sistema provvederà ad inserirlo fra le 'parentesi'.

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POPPA-PORTAEREI.jpg

PRUA-PORTAEREI.jpg

Carriers-2.jpg

 

Io credo di aver seguito per bene le istruzioni ma le immagini per adesso non appaiono, comunque spedisco per vedere cosa succede.

OK!!! l'anteprima ha dato esito positivo!!! GRAZIE tante a tutti.

col prossimo messaggio inserirò quelle richiamate nel testo aggiuntivo alla illustrazione del progetto.

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ancora a proposito della Portaerei Modulare vado ad inserire alcuni disegni utili a comprenderne meglio le caratteristiche

 

1) schema di alcuni elementi interni alla base dello scafo

ZONA-SCAFO-PORTAEREI.jpg

 

2) esempio di un aereoporto gallaggiante composto da sei portaerei modulari e circondato dalla barriera di protezione antisiluro

MINI-SIX-CARRIERS.jpg

 

3) esempio di boa motorizzata con sottostante relativo pannello di barriera di protezione antisiluro

BOA-MOTORIZZATA.jpg

 

In verità ci sarebbero altri disegni di carattere più "tecnico" che non ho inserito nel sito per motivi di riservatezza dato che potrebbero essere oggetto di future richieste di BREVETTO. Se sarà opportuno ne riparleremo con chi potrà essere effettivamente interessato alla realizzazione di questa nave.

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  • 2 weeks later...
In verità ci sarebbero altri disegni di carattere più "tecnico" che non ho inserito nel sito per motivi di riservatezza dato che potrebbero essere oggetto di future richieste di BREVETTO. Se sarà opportuno ne riparleremo con chi potrà essere effettivamente interessato alla realizzazione di questa nave.

 

ci farai la cortesia di passarci gli estremi della domanda di brevetto ?

 

e, colla massima stima, ti faccio notare che se scrivi qua "future richieste di brevetto" e sul sito "brevettato", non sono un avvocato, per carità, ma mi sembra sia irregolare asserire diritti non ancora acquisiti; forse non sarebbe una cattiva idea cambiare nell' equivalente italiano di "patent pending"....

 

Per il resto, mi associo alle critiche di natura operativa e tecnica poste dagli altri; La modularita' in generale pero' non e' una cattiva idea, se pensiamo ai problemi di progettazione nella marina del commercio posti dai limiti fisici di Panama, Suez ecc, anche se causerebbe grattacapi in sede di diritto della navigazione (sono da considerarsi una o quattro navi ? chi e' al comando (e ne e' responsabile) quando sono unite ?)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Egregio dott.Piergiorgio,

 

visto che sei molto attento nella lettura di ciò che trovi su internet dovrei convenire che non hai del tutto torto quando noti una incongruenza fra quanto da me scritto nel forum e quanto appare in ciascuna delle numerose pagine che formano il mio sito, sono circa 60 fra italiano ed inglese.

In effetti uno dei progetti per il quale non sarebbe giusto scrivere “brevettato” è proprio quello della “Portaerei Modulare” anche se in realtà almeno un paio dei suoi componenti possono essere riferibili ad elementi simili compresi in altri brevetti da me gia ottenuti.

Se tu fossi pratico del settore capiresti quanto sarebbe complicato, costoso, irrealistico ed addirittura impossibile, perché non consentito dalle regole della brevettazione, avanzare una richiesta in tal senso. Qua non si tratta di una semplice barchetta o di un giocattolo o di un singolo macchinario, sarebbe come chiedere di voler brevettare un’astronave o il Ponte sullo Stretto.

Per una costruzione così mastodontica e complessa come una portaerei la scritta ”Brevettato” va quindi intesa come avviso di protezione per alcune delle sue parti, non per l’intera struttura, aggiungo che ciò dovrebbe anche essere abbastanza intuitivo ma non è detto che lo sia per tutti. Inoltre, come piccola scusante per la possibile ambiguità, per qualcuno, avrei quella di aver utilizzato, per motivi di praticità e di tempo, un unico modello/schema preimpostato per tutte le pagine “html” dei vari progetti da me presentati, esse sono circa 60.

Per quanto riguarda gli altri brevetti già concessimi dal Ministero dell’Industria negli anni passati puoi fare una ricerca per il mio nome sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico dalla quale potrai ottenere utili risposte in merito.

In riferimento alla tua ultima osservazione/domanda mi pareva abbastanza chiaro che, per varie ragioni tecnico-tattiche, quando navigano, queste portaerei viaggiano ognuna per conto proprio accompagnate dalle navi della propria scorta. Solo quando devono fungere da Base Aerea Mobile vengono collegate l’un l’altra e, dopo aver assunto una posizione stabile con l’ausilio dei sistemi GPS, vengono protette dai diversi apparati di difesa meglio descritti nel mio precedente intervento.

 

Spero di essere stato chiaro ed esauriente. Cordiali saluti. carletto19

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