Marco U-78 Scirè Inviato 9 Settembre, 2003 Segnala Share Inviato 9 Settembre, 2003 LA SPEZIA  Era di casa alla Spezia, in arsenale. Poi è finito in fondo al mare. E' il Velella, uno dei cento sommergibili che non sono tornati. Ebbene, dopo 60 anni quasi esatti, saràproprio grazie anche alla Spezia se il Velella, affondato da un sottomarino inglese il 7 settembre '43, il giorno prima dell'annuncio dell'armistizio, potràessere recuperato. Nel disastro morirono 51 marini. Da tempo l'Anmi di Santa Maria di Castellabate (Salerno) era alla ricerca del relitto, ma la carta vincente è stata giocata di recente, mettendo in campo la sofisticata tecnologia della ditta spezzina Co.l.mar., che ha sede alle Pianazze. Con l'impiego di mezzi navali e strumentazioni attrezzati alla ricerca di oggetti sottomarini anche in condizioni ambientali «impossibili», il Velella è stato finalmente localizzato, per cui ora può mettersi in moto la macchina che dovràportare al recupero del relitto, da trasformare poi in monumento alla memoria dell'equipaggio, progetto al quale dovrànaturalmente collaborare la marina militare. Varato il 18 dicembre del '36 nei cantieri Crda di Monfalcone, il Velella operò nella Flottiglia Sommergibili dell'A.O.I. (Africa orientale italiana) fino alla primavera del '40 quando fu trasferito alla quattordicesima squadriglia del primo gruppo sommergibili della Spezia il cui comando era ubicato in una casermetta a San Vito di Marola. Era un battello lungo 63,14 metri e largo 6,90. L'armamento era costituito da sei tubi lanciasiluri, un cannone e quattro mitragliere antiaeree. L'equipaggio era composto da 44 unità, di qui quattro ufficiali, ma nel giorno del disastro a bordo c'erano 51 marinai. Quantunque fosse un sottomarino costiero, viene trasferito alle operazioni in Atlantico sicché il 25 novembre del '40 lascia la base della Spezia per mettersi agli ordini di Betasom, la base sommergibilistica per missioni oceaniche installata a Bordeaux, dove arriva nel giorno di Natale. Nell'Atlantico effettua quattro missioni d'attacco silurando una petroliera di 7.000 tonnellate e un piroscafo di 3.200, forse affondandoli. Nell'agosto del '41 il battello viene richiamato nel Mediterraneo, dove la situazione comincia a farsi pesante, per pattugliamenti, agguati, scorte nei pressi delle coste spagnole, a sud delle Baleari, lungo le rive tunisine. La fine della guerra d'Africa con la sconfitta degli eserciti dell'Asse apre la strada all'invasione alleata della Sicilia. Il 10 luglio del '43 i primi mezzi da sbarco approdano alle spiagge dell'isola e il Velella, giàmesso in preallarme, viene immediatamente spostato nelle acque sicule. Costretto da un'avaria a fare rotta su Taranto, lungo il viaggio il sottomarino individua e recupera cinque naufraghi di un aerosilurante italiano abbattuto. Eseguite le riparazioni, il Velella il 23 luglio è di nuovo operativo, ma i suoi giorni sono ormai contati. E' il 7 settembre quando lo sfortunato sommergibile affronta il suo ultimo viaggio. Ora il fronte è a Salerno; è lì che gli alleati tenteranno di sbarcare, e undici sommergibili vanno a schierarsi nel basso Tirreno per contrastare la flotta angloamericana. Dal momento dello stacco dalla banchina del porto di Napoli del Velella si perde ogni contatto. Solo nel dopoguerra fonti inglesi faranno sapere che l'unitàitaliana venne silurata mentre navigava in superficie dal sommergibile inglese Shakespeare al largo di Punta Licosa alle 20 di quello stesso giorno. «Nessun superstite», annotava la documentazione britannica. di Gino Ragnetti :s07: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
U 73 ARCHIMEDE Inviato 9 Settembre, 2003 Segnala Share Inviato 9 Settembre, 2003 Fino all'ultimo hanno fatto il loro dovere.......con l'armistizio gia' firmato!!!!!!!! :s05: :s05: :s05: :s05: ONORI AI CADUTI Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
canarb Inviato 9 Settembre, 2003 Segnala Share Inviato 9 Settembre, 2003 Confermo quanrto sopra. Seriamo solo non rimanga un progetto. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Matteo U-458 Inviato 10 Settembre, 2003 Segnala Share Inviato 10 Settembre, 2003 Aggiungo la mia approvazione a quelle di Canarb e Archimede. Onore ai caduti! :s06: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
duval Inviato 10 Settembre, 2003 Segnala Share Inviato 10 Settembre, 2003 Grazie Marco per queste informazini. Fino all'ultimo,molto triste. :s06: :s06: Per tutti gli Ardimenti e le LiberàCitare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
angelo Inviato 13 Settembre, 2003 Segnala Share Inviato 13 Settembre, 2003 Speriamo che il progetto di recupero venga portato a termine almeno per onorare i 51 caduti del VELELLA . :s21: :s21: :s21: :s21: :s21: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ssp/e Inviato 15 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 15 Marzo, 2007 (modificato) Onori! Modificato 15 Marzo, 2007 da ssp/e Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
malaspina* Inviato 15 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 15 Marzo, 2007 Sono al corrente di questo progetto conoscendo il responsabili del gruppo AMNI che ha organizzato il comitato per il recupero, credo sinceramente che tirare in superficie questo battello spezzato in due da 120 metri, sia un impresa tutt'altro che economica e proprio in quest'ottica credo che la MM non sia il partner ideale in questo momento. Inoltre c'è anche chi si batte per far rimanere nel luogo dell'affondamento i resti di quei marinai MORTI INUTILMENTE (ricordiamoselo, qualche persona aveva gia firmato un armistizio breve il 3 settembre...). In questa vicenda quando anni fa quando iniziai a conoscere la storia di questo comitato, ho avuto il piacere e l'onore di trovare la sorella del Sc Cioni di Colle di Val d'Elsa (si), a cui ho fatto conoscere la storia e il luogo dell'affondamento di suo fratello e successivamente la signore Franca si mise in contatto con il comitato organizzatore per essere aggiornata sulla questione. Purtroppo come al solito in questi casi, la MM era stata avara di notizie con i parenti. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Pesce persico (e costruttivo...) Inviato 15 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 15 Marzo, 2007 Purtroppo come al solito in questi casi, la MM era stata avara di notizie con i parenti. Nella MM, se non c'è "qualcosa di scritto" e/o "qualcuno che si prende la responsabilità", non si starnutisce nemmeno, figuriamoci dare notizie... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
malaspina* Inviato 15 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 15 Marzo, 2007 Nella MM, se non c'è "qualcosa di scritto" e/o "qualcuno che si prende la responsabilità", non si starnutisce nemmeno, figuriamoci dare notizie... Può essere una scusante: ma in particolare io mi riferisco a notizie sulla sorte dei propri cari, caduti o dispersi in guerra, da dare alle famiglie. Almeno a fine conflitto una spiegazione più plaisibile del laconico "dalla seguente data è da considerarsi disperso per cause belliche..." Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ssp/e Inviato 16 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 16 Marzo, 2007 (modificato) Ciao, è stato fatto un video nell'estate del 2003, e nell'ottobre 2004 sono ritornati sul punto per altre due immersioni. Ci sono andato anch'io per aiutare un amico che gli ha dato appoggio con la barca. Sul sito www.velella.it ci sono alcune immagini del smg, ma non si capisce bene la posizione, poi è pieno di reti. Modificato 16 Marzo, 2007 da ssp/e Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
guglievan Inviato 21 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 21 Marzo, 2007 Mio padre me l'ha sempre ripetuto fin da quando ero bambino: una nave affondata non si tocca perchè è una tomba. Non sarebbe male se le Capianerie e le FF.OO. vigilassero su quei luoghi dove si trovano relitti accessibili e i sub della domenica si beccassero una bella denuncia penale, per vilipendio di cadavere e vandalismo. Resta però sul tappeto il discorso (che però forse non è il caso di trattare qui) sul recupero di qualche unitàdel periodo bellico, naturalmente di quelle il cui equipaggio si è salvato. La Marina ha veramente poco di storico e una motozattera e un paio di MAS sono ben poco di fronte a un sommergibile o a una torpediniera. Credo che in questo campo siamo il fanalino di coda di tutto il mondo ma, d'altra parte, la memoria storica è tralasciata in tutti i campi: basti pensare che, mentre all'estero sono in perftta efficienza locomotive di 150 anni fa, i nostri treni storici sono in gran parte trainati da macchine di pochi decenni fa... Guglielmo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ssp/e Inviato 22 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 22 Marzo, 2007 Per quanto riguarda l'immersione ed il video che hanno fatto, erano autorizzati dallo Stato Maggiore Marina. Siccome in passato il sommergibile era come un fantasma, si sapeva che fosse affondato a largo di Punta Licosa ma non si sapeva dove, molti pascatori sono incappati con le reti nel relitto. Questi sub hanno fatto una ricerca grazie alla strumentazione di una ditta di La Spezia specializzata in ricerche subacquee. Ne hanno appurato lo stato e soprattutto la presenza, una conferma e non ipotesi. Per il recupero vabbè si sa che sono parole al vento, però dare ai familiari un punto esatto di dove giaciono i propri cari è giàqualcosa. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
guglievan Inviato 22 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 22 Marzo, 2007 Naturalmente un conto è fare un'indagine scientifica alla struttura e un conto è un'operazione di sciacallaggio. Quanto all'individuazione delle navi affondate, credo che questa sia ormai molto avanzata e che fu anche pubblicata una specie di mappa: c'è qualcuno che ne sa di più? A proposito dei caduti concludo con un'opinione estremamente personale, ma penso che possa essere condivisa da qualcuno: Mi sentirei spiritualmente molto più vicino a un mio caro se lo sapessi a qualche decina di metri sotto di me nell'immensitàe nella vitalitàdel mare, in quella che in qualche modo è stata per qualche tempo la sua "casa" che dietro a una fredda lastra di marmo. Guglielmo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ssp/e Inviato 22 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 22 Marzo, 2007 Penso di saperne qualcosa visto che abito a Castellabate, ed i velella è affondato a circa 10 miglia dalla costa del mio paese. Non si è trattato di un'opera di sciacallaggio, visto che l'operazione di ricerca è stata voluta dal gruppo A.N.M.I di Santa Maria di Castellabate, e se non ricordo male c'erano alcuni parenti ad assistere alla prima immersione. Puoi saperne di più visitando il sito ufficiale dell'operazione http://www.velella.it. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
guglievan Inviato 23 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 23 Marzo, 2007 Ancora qualche pensiero in libertàsull'argomento . Mio padre (faccio sempre riferimento a lui perchè era lui il vero marinaio, io sono solo un povero "complemento") mi raccontava che, da GM o STV,in una sera di guardia (o era giorno? Bah!) scambiò quattro chiacchere con un ammiraglio vcino al congedo (un simbolico passaggio di testimone). Gli disse: "Si ricordi, Evangelista, che la Marina è una casa, una scuola, una chiesa" Lasciando perdere la scuola (credo che civiili o militari ne abbiamo fatto un'indigenstione), perchè togliere i poveri caduti dalla loro casa e dalla loro chiesa? Guglielmo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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