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Luigi Rizzo e la Santo Stefano


Marco U-78 Scirè

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Dal 5 al 15 Luglio u.s. la IANTD (International Association of Nitrox & Technical Divers) ha svolto una spedizione ufficiale sul relitto della corazzata austroungarica K.u.K. “Szent Istvàn” (Santo Stefano), affondata il 10 Giugno 1918 da parte dei Mas italiani comandati dal capitano di corvetta Luigi Rizzo.

Alle immersioni su questo relitto di enorme importanza storica hanno partecipato dodici istruttori e subacquei IANTD esperti nell’utilizzo di miscele trimix e nitrox, svolgendo un totale di 60 ore di immersione alla profondità massima di 67 mt.

Per la prima volta otto subacquei italiani hanno potuto immergersi ed esplorare il sito subacqueo del relitto della corazzata Santo Stefano, avendo ottenuto i regolari permessi rilasciati dal Governo Croato; essi sono: Fabio Ruberti, organizzatore e capo spedizione, Carla Binelli, responsabile organizzativa, Cesare Balzi, Andrea Bolzoni, Massimiliano Canossa, Raffaele Laghezza, Claudio Parisotto e Marco Valenti.

Della spedizione facevano parte inoltre quattro componenti croati, anch’essi istruttori e subacquei IANTD esperti nell’uso delle miscele: Neven Lukas, fiduciario della IANTD per la Croazia, Toni Plancich, Jurica Bezak e Jasen Mesich, quest’ultimo archeologo subacqueo del Ministero della cultura croato.

 

L’iniziativa è stata supportata dai seguenti Training Facility IANTD: Acquamarina di Marina di Pisa, Medvescak Sava di Zagabria, Nautica MareDive di Caldero Verona, Osso di Seppia di Bocca di Magra, Underwater Team di Trento.

La spedizione ha avuto luogo grazie agli accordi intercorsi da lungo tempo tra Fabio Ruberti, titolare per Italia, Slovenia e Croazia dell’agenzia di istruzione subacquea IANTD ed il Ministero della Cultura Croato che aveva utilizzato i servizi dell’agenzia per addestrare i suoi archeologi subacquei all’uso di miscele trimix per le immersioni a quote profonde; il consolidato rapporto di stima ha permesso di superare le notevoli difficoltà burocratiche e politiche per ottenere un permesso speciale di immersione su questo enorme relitto, praticamente inesplorato, visitato fino ad oggi solamente da quattro spedizioni ufficiali che avevano ottenuto il beneplacito per immergersi nelle acque a largo di Premuda. L’unica presenza italiana risale ad una fugace comparsa nel 1990, ma non portò ad alcun risultato a causa delle avverse condizioni atmosferiche.

Lo svolgimento di una serie di immersioni sul relitto, quasi completamente integro, di una nave come la Santo Stefano è un fatto eccezionale, non solo per le sue enormi dimensioni (21.254 tons. per oltre 150 mt di lunghezza), ma soprattutto per il grande valore storico che questo relitto porta con sé.

 

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Nel giugno del 1918 il Capo di Stato Maggiore della Marina austro-ungarica ammiraglio Nikolaus Horthy, futuro dittatore dell’Ungheria, pianificò un’incursione contro lo sbarramento navale di Otranto che ostruiva l’accesso al mare aperto alla Marina austro-ungarica, contemporaneamente avrebbe dovuto aver luogo un’offensiva sul fronte del Piave.

La squadra navale con le corazzate Szent Istvan e Tegetthoff salpò da Pola il 9 di Giugno 1918; all’alba del 10 Giugno il capitano di corvetta Luigi Rizzo, impegnato con i Mas 15 e 21 in un’operazione di rastrellamento di mine al largo dell’isolotto di Lutrosnjak, entrò fortuitamente in contatto con la flotta austro-ungarica.

 

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Sfruttando al meglio le caratteristiche dei veloci motoscafi anti-sommergibili, grazie ad un coraggioso ed occulto avvicinamento, a meno di 500mt. di distanza Rizzo riuscì nell’intento di affondare la corazzata Szent Istvàn (Santo Stefano), fiore all’occhiello della marina nemica. Il contraccolpo psicologico dell’azione ebbe ripercussioni morali talmente forti da impedire nel corso della Grande Guerra qualsiasi altra operazione navale alla monarchia mitteleuropea e da divenire ad oggi la data della Festa della Marina Militare Italiana.

 

Ricorrendo quest’anno l’ottantacinquesimo anniversario dell’affondamento, la spedizione aveva anche uno scopo celebrativo, oltre a ricordare l’epica azione del comandante Rizzo, in memoria dei circa cento caduti della Szent Istvàn, è stata deposta dalla IANTD e dal Ministero della Cultura Croato, una corona commemorativa, a sancire un riavvicinamento tra le due sponde dell’Adriatico auspicio di una definitiva concordia europea.

 

by: Fabio Ruberti

Marina di Pisa 27 Luglio 2003

 

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