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Zaziki 1943


Visitatore Etna

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In memoria di Vassilis

 

 

……………………………….Dal diario personale del Cte ETNA

 

Nel buio della notte,tormentato dall’onnipresente e freddo vento greco,vedevo vagare fra le tenebre gli spiriti degli antichi guerrieri dagli alti e piumati cimieri : Ettore…..Aiace Telamonio…..Aiace Oileo……Ulisse !!

Eroici protagonisti della mitologia greca che avevano accompagnato i miei studi giovanili.

La dichiarazione di guerra contro la Grecia,mi era costata giorni infiniti di sofferenza e mi aveva ferito profondamente nell’animo. Mi sentivo da sempre,culturalmente molto vicino alla Grecia e alla sua splendida gente che avevo imparato a stimare e rispettare anni addietro.

Ma ero un militare e avevo il dovere di obbedire agli ordini con l’unica speranza nel cuore di non dover mai sparare contro un greco.

Per poco più di un anno e mezzo, a bordo di un piroscafo da carico,avevo battuto gran parte dell’Egeo ; ne conoscevo ogni tratto di costa,ognuna delle centinaia di isole e isolette, ogni porto e ancoraggio , ogni bettola di porto !!

Un giorno , mentre si era alla fonda a Skiros,avevo fatto mettere a mare la lancia e si era andati in franchigia a terra.

Avevamo tutti una gran voglia di terra !

Fu li,in una caratteristica bettola da portuali,che conobbi Vassilis Skarvelis di Kalliopi di Nissos Limnòs ,capelli sbiancati dalla salsedine e viso cotto dal sole .

L’incontro era stato alquanto singolare. Ero seduto ad uno sgangherato tavolo su un’ancor più sgangherata sedia impagliata che a dire il vero di paglia ne aveva più poca e avevo ordinato del Retzina to Aktiki nel mio greco italianizzato. E lui,a due tavoli dal mio, in un incerto miscuglio di Greco e Italiano suggerì senza guardare dalla mia parte :

- O Makedonikòs ine to kalitèros ! (Il Macedone è meglio)

E io di rimando :

- Efkaristò polì ! (Grazie mille ! )

- Endaxi.- rivolto al cameriere – Retzina to Makedonikòs ! (Va bene . Retzina di Macedonia)

- Lìgho tiràki ? (Un poco di formaggio ? ) domandò il padrone.

- Né (Si) Feta parakalò !

- Come tu parlare greco ? chiese Vassilis

- Eghò ime italikos kapetànios (Sono un capitano italiano)

- Aha !! Makaroni !

I Greci ci chiamavano così.Avevo imparato a non prendermela più di tanto,inoltre non c’era alcun senso di offesa,ma solo semplicemente una forma antiquata di fraternizzazione.

Almeno questa fu la mia impressione. Però non volevo proprio dare l’idea di starmene zitto del tutto,e visto che aveva davanti a se un insalatiera stracolma di lattuga,mi venne di chiamarlo “MARULIA†quando risposi ridendo:

- Sostòs Marulia . Italikos Makaroni ! (Giusto Lattuga ! Un italiano maccaroni)

E lui,con una gran manata sul traballante tavolo,esplose in una risata,allungandomi la mano per presentarsi….

- Eghò ime Vasillis Skarvelis , Kapetànios pàno to plìo Nissos Thera (Sono Vassilis Skarvelis,capitano della nave Isola di Thera)

E io mi presentai a mia volta,stringendo la sua mano callosa.

E fra bevute di Retzina,mangiate colossali di Moussakas (Pasticcio di melanzane simile alla parmigiana) di cui ero golosissimo,Souvlaki (Spiedini alla greca),grandi manciate di Fistikia (Pistacchi) , Riso alla ellenica con yogurt greco,

Dolmadakia (Foglie di vite ripiene) , nacque un amicizia destinata a durare per anni e anni.

Per un caso singolare del destino,ci si incontrava quasi in ogni porto,e ogni volta mangiate e bevute da apocalisse in un tripudio di spensieratezza. Così seppi anche che era sposato,sua moglie si chiamava Elèni,aveva due figli,viveva quasi sempre a Lìmnòs tranne che di inverno,quando andava a svernare al Pireo in una casa che gli aveva lasciato suo padre,uno dei più ricercati e bravi pescatori di spugne di tutto il dodecanneso.

Marulia,come ormai lo chiamavo sempre,era un uomo di mare,e come tale un uomo di cuore ; una volta mi disse :

- Se vuoi mangiare il miglior Moussakas della Grecia,devi venire sul Nissos Thera,il mio cuoco è un Dio a prepararlo.

E così fu da quella volta in poi.E ogni superlativo è riduttivo per definire quella bontà incredibile.

L’ultima volta che lo incontrai fu a Ermoupoli nell’isola di Syròs .

- Pame na parùme kati - mi disse (Andiamo a mangiare)

Il suo cuoco era sbarcato e quello che lo sostituiva non valeva una cicca !!

Ma quella volta mangiammo svogliatamente e quasi senza parlare ; una sorta di malinconia era calata non solo al nostro tavolo ma in tutta l’osteria.

Forse a casa sua c’erano dei problemi e quando glielo chiesi lasciò a mezz’aria un pezzo di Dolmadakia e mi prese a fissare con tristezza :

- Adhelfòs me akùs (Ascoltami fratello)

- Fra un mese lascio la nave e me ne torno a Limnos .Eleni mi ha mandato questo per te.

E mi porse una specie di braccialetto,che lui chiamò Kovoli,fatto di un sottile filo di lenza su cui scorrevano una serie di dischetti di legno.Era uno scacciapensieri,un passatempo, secondo quanto mi disse,una specie di rosario.

- Questo nostro mondo,fatto di amicizia,di semplicità,verrà sconvolto e stravolto fra non molti anni.

Qui sull’Egeo,se non te ne sei ancora accorto,spirano violenti venti di guerra.Non capisco perché il tuo paese

Se la prende con noi ,ma vedrai che il pelatone prima o poi ci metterà alle strette.Credimi,fratello mio,la Grecia

Costerà al tuo paese solo morti.E’ un paese povero,cosa se ne farà poi l’Italia proprio non capisco.Ma una cosa voglio che tu sappia, quando tutto sarà finito,quando il vento dell’Egeo spazzerà via questa Thìela (Tempesta)

Io ed Eleni ti aspetteremo a Limnòs con tutta la tua famiglia. Dicono tutti : I Ellas ine o Tafòs Ton Otallò ( La Grecia

È la tomba degli italiani) ma tu vedi di non finirci in quella tomba. Sei un brav’uomo,sei un uomo d’onore e soprattutto sei un uomo di mare, e questo ci pone al di sopra di queste meschinità umanane. Ricordatelo sempre :

Emìs imaste nàftis (Siamo gente di mare ) e tutto il resto non conta.

- Kàli andàmossi mu file, Kàli epithìkia (Arrivederci amico mio e buona fortuna)

- Yatsu Vassilis – (Ciao) per la prima volta lo chiamavo con il suo vero nome.

- Kalò taxidhi i Polès efchès mu file. (Buon viaggio e tanti auguri amico mio) aggiunsi commosso.

Non l’avrei mai più visto ; le parche avrebbero tagliato il filo della vita sua e quella di Eleni mentre erano al Pireo,durante un bombardamento di Stukas tedeschi.

Mentre la pioggia torrenziale,cadeva e mi inzuppava fino alle ossa.nel buio e agitato Egeo, per un attimo mi sembrò di sentire in bocca il sapore di Ouzo Metaxa bevuto l’ultima volta con Marulia.

Buona fortuna amico mio……..buona fortuna…ovunque tu sia adesso…!

Italòs….Ellinas….mia fatsa…mia ratsa…….una faccia..una razza…..!

 

Un brivido di freddo mi riportò alla realtà : la pioggia veniva giù a bugliolate inzuppando tutto il personale di guardia in plancia nonostante le pesanti cerate indossate. Ma non era soltanto la pioggia a tormentarci : il mare sembrava letteralmente impazzito,montagne d’acqua ci rotolavano addosso da ogni direzione ; un tempo davvero al limite e che metteva a dura prova la nostra capacità di resistenza.

In mezzo a tutto questo bailamme,un’ordalia di saette scaricava tutta la sua potenza distruttiva in mare,spandendo tutto intorno un a luce irreale,quasi spettrale . Ma grazie a questa pallida e fugace luce,avvistai al traverso di dritta,la punta orientale dell’isola di SHINOUSSA .Era tempo di accostare.

- Manovra da plancia Rotta 1-2-5 urlai nel portavoce

Con esasperante lentezza il Brin muoveva la sua snella prua spostando tonnellate d’acqua per mettersi sulla nuova rotta.

Le eliche uscendo dall’acqua a causa del pesante e profondo beccheggio,cavitavano follemente spingendo masse di schiuma vorticosa e fosforescente ovunque.

Il tempo,tutto sommato,sebbene fastidioso,in qualche modo ci offriva protezione.

Anche il Dandolo,in squadriglia con il Brin per quella missione,a Sud dell’isola di KEROS doveva avere il suo bel da fare per tenere testa al mare ; ma forse la sua posizione era un po’ più ridossata.Avrebbe preso parecchio mare solo dopo aver doppiato la punta occidentale dell’isola.

Il Brin,con il mare di poco a poppa del traverso di sinistra,non riusciva a governare in modo efficace ; ma non c’era altro da fare che stringere i denti.

Prima dell’accostata ,il mare ci prendeva al traverso di sinistra ,causando rollate spaventose ; ora,dal quadrante poppiero sinistro ,enormi ondate sollevavano la poppa in alto traversandoci pericolosamente.Il timoniere,abilmente,appena sentiva sollevare lo scafo,scontrava con il timone la tendenza a straorzare della poppa.

Ancora poche miglia e avremmo trovato il ridosso con l’isola di KATO KOUFONISSI leggermente di prua a sinistra,che già si cominciava a intravedere alla luce dei fulmini.

La forza da sbarco inglese che ci era stata segnalata a Nord di KEROS,non doveva stare meglio di noi e di sicuro,l’unica cosa che ci accomunasse con il nemico, quella notte , era il desiderio di essere altrove,magari in porto,al caldo e con un buon bicchiere di vino davanti.

Poco per volta,con immensa fatica lo scafo del Brin ci aveva portati a ridosso dell’isola,e infatti il mare cominciò leggermente a calare,quel tanto almeno per non rischiare di finire fuori bordo ad ogni momento.

Accostai sulla nuova rotta per 060 sollecitando le vedette a una maggior attenzione : il nemico doveva essere lì di prua da qualche parte e ce lo potevamo trovare addosso in un attimo.

Decisi di seguire la linea della costa,risalendo l’isola dal versante orientale e poi avrei rimesso la prua verso il largo,in modo da avere la presunta rotta degli inglesi dritto di prua e con il miglior angolo di tiro possibile.

Ancora un possente colpo di mare a sinistra,dopo l’accostata per Rotta 1-2-5 ,e un sordo stridio di lamiere ; una larga fetta della leggera struttura dello scafo esterno,di poppa a sinistra,era scomparsa nei gorghi !

- Prepararsi per l’immersione.Manovra passare sugli elettrici.Vedette pronte a lasciare.

- Alzare il periscopio . Abbattere timoni di prua !

Appena avvertii sotto i piedi,il cessare del ritmico pulsare dei termici feci scendere le vedette dabbasso,seguendole con cautela sul viscido carabottino fino al portello stagno.

- Immersione – Immersione !!

Fu l’ultimo ordine prima di scomparire nell’antro oscuro della torretta.

Il battello si appruò quasi subito, abilmente manovrato dal Direttore di Macchina

Lasciai il Secondo in comando di guardia,giusto il tempo per togliermi di dosso gli abiti fradici e accorgermi che avevo

Perduto il berretto mentre scendevo in camera di manovra.

Mentre ritornavo in camera di manovra , il Capo RT,dalla sala Idrofoni,avvertiva di forti segnali da sinistra.

Incollai gli occhi all’oculare del periscopio senza però riuscire a distinguere nulla.

- Ammaina periscopio

- Idrofoni ! Forza dei segnali ??

- Manovra da Idrofoni, Forza dal 2 al 3 !

Allora sono vicini ! – pensai.

- Idrofoni comunicare rilevamento

- Affermativo Manovra. Il rilevamento più a Sud del gruppo segnali è per 0-3-0 !

- Alzare periscopio. Dir ridurre al minimo dei giri,giusto per manovrare.

- Ricevuto Comandante ma sarà un’impresa mantenerlo in assetto.

Attraverso l’oculare, riuscii a intravedere alcune ombre che si agitavano come cavalli al galoppo in mezzo a una selva di pioggia.

- Manovra. Eliche veloci per rilevamento rosso 1-4-0 .

Ruotai a sinistra il periscopio ,stringendo allo spasimo le manopole.Dovevo aspettarmelo.Con il mare in quelle condizioni,le scorte dovevano per forza essere più larghe per maggior sicurezza e per non finire addosso ai trasporti.

Si intravedeva il riverbero dei baffi di prua di quello che appariva essere un CT.

- Aprire tutti i tubi

- Rilevamento…..STOP !!

- Distanza……….STOP !!

- Manovra da Prua Tubi pronti

- Manovra da poppa Tubi pronti

Nonostante il freddo intenso avevo la fronte imperlata di sudore.

- Tubi poppa pronti al lancio

- Rilevamento-…..stop ! Distanza…..stop ! PRONTI !!!

- Fuori 5 !

- Siluro fuori !

- Ammaina il periscopio

In quei momenti il tempo sembrava arrestarsi.Le lancette del cronometro parevano incollate !!

Nulla ! Non accadeva nulla !

- Alza periscopio

Mentre mettevo a fuoco,la prua del CT,che non si era ancora accorto di noi,continuava nella sua folle altalena su e giù,in mezzo alle onde che lo flagellavano senza misericordia.

- Compenso mare 2000 ! Pari avanti adagio. Tenere il battello a 14 metri.

Non si riusciva a tenere il Brin in assetto in nessun modo ; mancava solo di venire fuori davanti al caccia inglese.

- Pronti tubi 6 e 7 ! Rilevamento….distanza…..STOP ! FUORI 6 !!! FUORI 7 !!!

urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Non potevo rischiare ancora con un solo siluro.

Appena il tempo di ammainare il periscopio e udimmo una forte esplosione di poppa. Evidentemente il secondo, siluro

Doveva aver fatto cilecca anche lui.

- Alza periscopio

Ruotai freneticamente il lungo tubo d’acciaio,ma non ci fu nulla da vedere ; il caccia,un classe “J†inglese era andato a fondo immediatamente.

Di prua,molto più visibili di prima,i trasporti erano a distanza di tiro e con un eccellente angolo di mira.

Non potevo attendere oltre ; lanciai due coppie di siluri ai primi due trasporti regolandoli a 4,5 metri e sperando che il mare non giocasse brutti scherzi.

Rimasi incollato al periscopio,incapace di muovermi con le membra attanagliate dall’ansia ; con orrore vidi esplodere in sequenza tutti e quattro i siluri,prima che potessero giungere sui bersagli !! Non era possibile !! Quattro alte colonne d’acqua segnavano il mio fallimento.

Sentivo la rabbia e l’impotenza crescere dentro il mio animo ,incredulo di fronte a quello che stava succedendo .

Come in trance,ordinai di ricaricare tutti i tubi velocemente ; in camera di manovra regnava lo sgomento più totale ma ognuno era concentratissimo sul proprio compito ben sapendo di non potersi permettere cedimenti.

E ancora una volta i siluristi furono protagonisti di un autentico miracolo; non so come , ma i tubi erano di nuovo tutti carichi e già allagati.

- Aprire tutti i tubi.

Ormai i primi due trasporti erano già sulla mia dritta,mentre un terzo stava transitando davanti a noi in quel preciso istante.Un po’ discoste c’erano almeno tre corvette e altrettanti cacciatorpediniere ; ma per ora non davano segni di averci individuati.

Mentre comunicavo i dati per il lancio ,dagli idrofoni giunse la notizia che dalla presunta direzione d’attacco del Dandolo,che ormai doveva essere ben a Ovest di Keros,si udivano numerose esplosioni di cariche di profondità : il nostro sezionarlo era sotto attacco !! Ormai gli alleati avevano fatto grossi progressi in materia di caccia antisom e molti battelli avevano potuto sperimentare gli effetti devastanti delle nuove tecnologie .

A noi rimaneva soltanto l’entusiasmo ,il coraggio,l’esperienza e l’ardimento dei nostri anni.

Ancora una volta lanciai tutti i siluri disponibili contro i trasporti,ma solo uno per nave ; mi tenni un siluro di riserva nel caso qualche caccia avesse deciso di attaccarci. Anche loro avevano un bel da fare con il mare in tempesta ; governavano male e rollavano disperatamente con i trincarini eternamente in acqua.

- Tutto il timone a dritta . Scandire la rotta ogni 10 gradi !

- 140 – 150 – 160-………190……210…….220 …. 230 !

- Alla via così. Scontrare !! Pari avanti mezza.

E ancora tre esplosioni anticipate ! I trasporti proseguivano illesi sulla nuova rotta per NordOvest !!

Non c’era neanche tempo per farsi prendere dallo scoramento; era andata così e c’era poco da fare. Quei stramaledetti siluri,proprio nel momento di maggior necessità ci avevano tradito. La notte più infausta per il Brin dall’inizio di quell’anno ; ma non era solo il Brin in quella situazione !

Ancora una volta,tenacemente , mi buttavo all’inseguimento del nemico ; ma le speranze erano davvero esigue.

Dagli idrofoni giunse notizia che i lanci delle cariche di profondità sopra il Dandolo erano cessati,ma che si erano anche uditi forti schianti di lamiere,mentre almeno tre eliche veloci si allontanavano verso NordOvest,dietro la forza da sbarco illesa. Il Dandolo era stato affondato e questa notizia ci rese ancora più furibondi .

Se soltanto avessimo potuto armare il cannone e andare all’attacco in superficie !!! Avremmo venduto cara la pelle,e qualche borioso inglese avrebbe raggiunto gli antenati !

A che serviva rincorrere un irraggiungibile nemico che tracotante e altero continuava a solcare quel mare che una volta era di unico dominio italiano ??

- Rotta 1-4-5 Pari avanti Tutta. Prepararsi a dare aria per tutto.Chiudere i tubi.

L’unica cosa da fare ora,era andare a cercare eventuali superstiti del Dandolo;ma con quel mare chi avrebbe potuto resistere ??

- Comandante pronti all’emersione !

- Prua a salire 15 gradi – Poppa a scendere 10 gradi. Ordinai dopo aver controllato al periscopio per 360 gradi.

- Aria per tutto.Emergere. Guardia in torretta pronta.Raddoppiare le vedette.

Lentamente il battello sollevava la prua per ritornare nell’inferno dantesco.

- Torretta fuori !

Arrancammo tutti faticosamente sulla scaletta fino al portello,dove immancabilmente,una volta fuori,fummo accolti da una cascata d’acqua fredda. Ma nessuno vi badò più di tanto.Avevamo nel cuore solo una piccola speranza di trovare ancora vivo qualcuno del Dandolo.

- A dritta comandante.A dritta per 20 gradi dalla prua !!! Urlò una vedetta.

Nella pallidissima e incerta luce di una improbabile alba,in una bolgia di acqua e pioggia,avevamo avuto un occhio di riguardo dal PadreEterno !! I naufraghi del Dandolo erano lì,aggrappati a qualsiasi cosa galleggiasse !

Il problema ora sarebbe stato il recupero,ma neanche a dirlo e metà equipaggio era già in coperta a lanciare cime alla gente in acqua. Fu una gara di solidarietà e coraggio,fuori dal comune : il Brin non perse neanche un uomo e riuscimmo a recuperare tutti quelli che erano vicino a noi.

Continuammo a cercare i dispersi,che dalla bocca di un malconcio Ellenico,sapemmo essere tutto il gruppo dei siluristi di poppa rimasti intrappolati nello scafo che affondava velocemente.

La lista dell’infermeria era lunga e nutrita,fra contusioni,fratture,ferite varie . E il mio equipaggio si prodigò senza sosta per rifocillare e assistere quei poveri corpi offesi.

Lo stesso Cte Ellenico aveva due costole rotte e un ampio taglio sulla fronte ; gli inglesi avevano fatto bene il loro

Lavoro.

Lasciato l’interno del battello,me ne tornai in torretta per respirare di nuovo aria di mare .

Appoggiato alle camicie dei periscopi,rileggevo il rapporto provvisorio che di li a pochi avrei fatto trasmettere

Via radio.

- E’ andata bene ancora una volta,vero?Forse è l’ultima

La voce di Ellenico mi sorprese da dietro.

- Neanche così si riesce a tenerti in branda ?

- Babbiando stai ?? Ellenico sono !! rispose con una lieve smorfia di dolore il compagno di tante missioni.

Per un attimo,per un solo,brevissimo , attimo,il suo volto sembrò essere quello di Vassilis , con lo stesso sguardo intrepido,schietto,leale e fraterno.

 

AT COMANDO SQUADRA

SOMMERGIBILI

EPC MARILERO

DE R.S. BRIN

In rotta di rientro.Danni a scafo.Alt

Recuperato parte equipaggio Dandolo.Alt

Affondato in zona a ovest di Keros.Alt

Affondato nr.1 cacciatorpediniere inglese.Alt

Forza da sbarco sfuggita causa siluri difettosi-ALT

Disponesi ricoveri ospedale at arrivo.

FINE

RS BRIN

Cte ETNA

 

Note a margine:

Il Cte Vassilis,è veramente esistito,non è un personaggio virtuale.

Ho avuto il privilegio di godere della sua preziosa amicizia,ovviamente in contesti e tempi diversi

da quelli descritti.

Quasi come un fratello.

ETNA

Modificato da duval
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Visitatore Leon X

Bel racconto come sempre.

 

Guglielmo non volermene, ma forse sarebbe meglio togliere le foto della rotta del convoglio e le posizioni relative dei sub, con queste informazioni l'iniziale ricerca e la sorpresa della novità della missione svanisce.

Scusa se te lo faccio notare, almeno per me è così, ora che so già dove andare è mezza missione fatta ... :s02:

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