Vai al contenuto

Missione: Red-sea-1941 (22.12.2006)


Visitatore Ellenico

Messaggi raccomandati

Visitatore Ellenico

Missione: Red-Sea-1941 (22.12.2006)

 

Cti: Ellenico, Etna

 

Ellenico surv/ 0 merc / 2 guerra/2 ob. primario/1 ob. secondari/0 neutrali/0 aerei

Etna surv/0 merc /4 guerra/2 ob. primario/ 1 ob. secondari/ 0 neutrali/ 0 aerei

 

Ciao Fabio.

 

PS:racconto al Cte Etna.

Link al commento
Condividi su altri siti

PROLOGO

Forse a causa della mia formazione essenzialmente marinara talvolta sono indotto a pensare che forse,in un’altra vita,abbia potuto vivere realmente le esperienze oggetto di queste mie rapide comparsate nel mondo letterario pur non avendone alcuna legittimità.

Parafrasando il Gen.Patton mi verrebbe da dire : IO C’ERO ! Ma di sicuro c’è solo la ferma volontà di conservare la memoria di quegli uomini le cui gesta hanno dominato la mia vita da bambino e quindi da adolescente,quando ancora non c’era la televisione giunta in casa mia nel 1956,i telefonini cellulari e i personal computers e tantissime altre cose,………forse troppe……..! Ma nel cambio forse ci guadagna la mia generazione,che aveva qualcosa in cui credere e confrontarsi .C’erano dei miti da preservare

e degli ideali da far crescere e tramandare nella loro completa purezza.

Con l’assopirsi delle velleità e dei sogni giovanili ,è giunta l’età nella quale si cerca di capire gli uomini e di tentare di rispondere a qualcuno dei tanti perché della vita.

Etna

 

---------------------------------------------------Dal diario personale del Com.te Etna

 

DA COMANDO SUPERIORE MARINA

AFRICA ORIENTALE

IND.TELEGR. MARISUPAO

AT RR SS BRIN .et DANDOLO.

P.A.P.A

Abbandonare zone di agguato attuali

ALT

Provvedere salvataggio e recupero equipaggio

R.SMG Galvani affondato da cannoniere inglesi

ALT

Ricognizione aerea conferma presenza unità sottili nemiche in acque

ALT

Non assicurato per ora copertura aerea

ALT

ASSICURARE - FINE CIFRATO

Rep.Operazioni Massaua

……………………………………………………………………

Ancora una missione di salvataggio ! Il malandato BRIN,che non era riuscito a completare la serie di lavori richiesti,era stato ricacciato in mare così com’era.

Con la perdita di quasi la metà delle nostre forze subacquee presenti nel Mar Rosso,quelli rimanenti dovevano fare di necessità virtù e fare gli straordinari !

I nostri amici e camerati del Macallè,del Galilei (risultato successivamente catturato con tutto l’equipaggio) del Torricelli,avevano dovuto cedere le armi di fronte ad un nemico la cui forza cresceva di giorno in giorno.

Il RS Galvani era stato cannoneggiato e martoriato come i suoi fratelli,prima dal cloruro di metile e poi dalle armi nemiche.

Radio poppa,solitamente bene informata,ci aveva portato notizie dei superstiti e dell’eroica fine di Capo Venuti nella camera siluri di poppa. Era luogo comune considerare i battelli di Massaua, come battelli per “puniti†. Questo per il solo fatto di essere mandati in uno dei peggiori posti della terra : torrido,malsano,inutile !

L’unica cosa piacevole ,ma solo da guardare, erano i fondali marini e le acque eccezionalmente trasparenti.

Ma solo da guardare ! Le acque infatti erano infestate da pescecani di ogni razza e taglia,e questi erano particolarmente affamati.

Mentre le acque trasparenti costituivano un pericolo mortale per i nostri sommergibili.E per ultimo le migliaia di isole e isolette costellate di secche rocciose tutto intorno. Un mare “difficile†anche per marinai “navigati†!

Scafi e uomini portavano sulla propria pelle i segni di un clima impossibile. A bordo di un sommergibile,tutto ciò si traduceva in un inferno che serviva solo per misurare il limite di sopportazione del corpo e dello spirito degli uomini.

Caldo torrido,puzzo dei motori,puzzo del disfacimento fisico e morale dei uomini,puzzo di marciume e muffa,puzza di rancido,puzza di spazzatura,puzza di cibo avariato e su tutti l’onnipresente puzzo della nafta !. Una miscela esplosiva che solo la collaudata disciplina e la dedizione di uomini eccezionali poteva essere di aiuto ,in qualche modo, per poterla affrontare quasi con ascetica e consapevole rassegnazione in nome del DOVERE di uomini a marinai d’Italia.

Per prevenire gli ormai consueti problemi di intossicazione avevo dato ordine di spegnere l’impianto di condizionamento dell’aria.

A titolo di risarcimento e compensazione,avevo autorizzato la costruzione di maniche a vento,ammesso che si potessero definire così,poste su ogni portello in coperta per ottenere un minimo di ricambio d’aria,alla sola condizione che vi fosse sempre un marinaio di guardia pronto a chiudere in caso di allarme. A turno gli uomini salivano in coperta,trascinando con se un bugliolo di tela impermeabilizzata,in breve diventato un pezzo di valore incommensurabile con il quale si inondavano di acqua di mare,unico refrigerio al tormento del caldo insopportabile. Al contrario di notte,quando la temperatura cadeva a picco,c’era sì un po’ di sollievo ma forse anche troppo. Lunghe permanenze in queste zone,significava malattie varie assicurate.

Ad onta di tutto ciò ,saremmo scesi nel più profondo degli inferi pur di portare soccorso ai fratelli del Galvani.

A marce forzate giungemmo all’imboccatura della baia dove l’unità si era battuta contro il nemico pur rimanendone sopraffatta.

Il Brin a Levante e il Dandolo a Ponente,procedevano al massimo dei giri in superficie fino a quando si avvidero della presenza di una coppia di armed trawler che sorvegliavano l’accesso.Il Cte Ellenico propendeva per affrontarli con il cannone ma a conti fatti

Fra l’urgenza del recupero dei nostri naufraghi e l’incombente pericolo dei CT inglesi che la nostra ricognizione aveva avvistato,

valutai più conveniente tentare di affondare i trawler al siluro.Ordinata l’immersione,e con gli elettrici spinti al massimo,cominciai a rilevare il nemico al periscopio e a regolare i siluri di prua.Con i tubi avanti,tutti aperti,si serrarono in breve le distanze.

Il lancio iniziale del Dandolo mancò per un soffio il bersaglio e il Brin non fu da meno. Il fondale era estremamente basso e rendeva quindi problematici i lanci.Anche il secondo siluro di Ellenico fece la barba al timone dell’unità più vicina a lui.

Con determinazione porto il Brin quanto più vicino al trawler e a distanza limite per l’armamento dei siluri lancio il nr.2.

Un rapido giro di periscopio per osservare l’altra unità e rendermi conto che mi aveva messo la prua addosso.

Il tempo era dannatamente tiranno.Senza perdere ulteriore tempo lancio anche al secondo trawler.

Una prima esplosione ,seguita dopo qualche minuto da un'altra,e i trawler che mantenevano il blocco alla baia erano andati.

Entrambi distrutti.Di nuovo in superficie per sfruttare la maggiore velocità dei termici,si rinunciava alla ricarica delle batterie.

E simultaneamente,avvistammo al binocolo l’equipaggio del Galvani che per quanto malconcio manifestava tutta l’esultanza possibile per il nostro arrivo e per i nemici affondati.

Mentre il Dandolo effettua l’avvicinamento per passare di poppa al relitto del Galvani, il Brin procede dall’altra parte.

A circa 150 metri dal relitto fermai i motori per andare avanti solo con l’abbrivo.

Un colpetto indietro adagio,fermò del tutto il battello.Effettuato il trasbordo sul Dandolo, accostatosi alla sinistra del Galvani,e sul Brin,passando sulla nostra prua,misi i motori indietro e appena messa un po’ d’acqua fra il Brin e il Galvani,ordinai l’avanti tutta

E con tutta la barra a sinistra,il tutto in perfetto sincronismo ed armonia con il Dandolo,ci lasciammo di poppa il povero relitto cercando di dare una sistemazione ai superstiti,che sfortunati,non facevano che aggravare una situazione già grave e precaria.

Prua a Sud a tutta velocità.In sala radio perviene un avviso da parte dei ricognitori sui movimenti delle navi inglesi.

Dobbiamo forzare e coordinare con il Dandolo l’uscita dalla baia che a causa del basso fondale ci mette in grave posizione per affrontare le unità inglesi che stanno arrivando.

Il messaggio recitava di quattro CT che in formazione si apprestavano a doppiare il capo meridionale dell’isola.

Con i battelli leggermente riavvicinati cominciamo ad avvistare del fumo dietro la sottile striscia di sabbia.

Armo il cannone e con molte poche speranze apro il fuoco a circa 6500 metri. Difatti ,dopo alcune salve,faccio interrompere

Il fuoco che si rivela inutile.A parte che un colpo è finito per sbaglio sul Dandolo senza tuttavia arrecare troppi danni.Penso che il Cte Ellenico chiederà il risarcimento dei danni.

Nonostante che ormai la nostra presenza sia ampiamente svelata,i CT inglesi sembrano apparentemente procedere per levante e in linea di fila,abbandonando la formazione a cuneo.

Ma giunti al centro dell’imboccatura,accostano ad un tempo a sinistra e si presentano su una linea di fronte,che sotto certi aspetti

Per noi è meglio.Possiamo quindi pensare di attaccarli,dividendoci i bersagli.

Purtroppo non siamo riusciti a portarci per tempo su fondali un po’ più tranquilli,ma faremo di necessità….virtù.

Il primo CT della formazione,quello di sinistra,si porta da solo a distanza ravvicinata,puntando decisamente sul Brin.

Effettuo un primo lancio a 1100 metri,ma senza fortuna.Il siluro fa la barba al timone del CT.Attendo che la distanza diminuisca e alla prossima virata gli tiro il secondo siluro. A 400 mtr fuori 2 ! E stavolta il bersaglio è centrato in pieno che affonda fra fiamme e nuvole di fumo. Nel frattempo gli altri CT hanno messo la prua decisamente per entrare nella baia.Il Cte Ellenico,riesce anche lui a piazzare un buon primo colpo,mentre siamo costretti a muoverci con cautela nelle acque ormai invase dai relitti.

Il secondo CT ,sembra incerto sul da farsi ; inizialmente decide di puntare sul Dandolo,poi ci ripensa e punta sul Brin.

Questo colpo dovrà essere unico e mortale.Continue ma brevi puntate al periscopio mi consentono un quasi sicuro lancio.

A 350 mtr fuori il 3 !

Mancato ! Accosto tutto a sinistra sia per evitare la collisione con il CT sia per manovrare in sicurezza dagli altri relitti.

Appena il CT si porta di poppa e a distanza utile,fuori dalla poppa ! E stavolta il CT non ha scampo ; anche lui affonda fra fumo e fiamme.

L’ultimo CT rimasto cade ben presto vittima dei siluri del Dandolo,che nel marasma generale mi ha anche sfiorato con un siluro.

E’ ora di emergere ! Nemici fatti fuori tutti e missione compiuta.

Ora ci attende la navigazione di rientro a Massaua. Informiamo velocemente MARISUPAO via radio in cifrato sperando che la RA

Riesca a fornire copertura aerea.I battelli sono veramente al limite e già effettuare l’attacco contro la formazione inglese

È stata una scommessa.Il Brin,come il Dandolo,con l’eccedenza di persone imbarcate e le difficoltà idrografiche hanno veramente superati se stessi.

A parte il rientro alla base,con le sue difficoltà,c’era anche tanta ansia per le notizie poco confortanti dal fronte di terra.

Radio poppa vociferava di un probabile abbandono della base.

Per ora pensiamo a rientrare…..per le altre cose ci sarà tempo.

Da RRSS BRIN et DANDOLO

AT MARISUPAO – MASSAUA

Cifrato.

Battelli in fase di rientro.ALT

Missioni completate.ALT

Nessun danno da segnalare.ALT

FINE

RS Brin Cte Etna

 

Modificato da Etna
Link al commento
Condividi su altri siti

Carissimo C.te Etna, hai colto nel segno!!! Ho letto il tuo resoconto due volte. Il tuo report ha ricordato le condizioni in cui operarono i nostri battelli, e le estreme fatiche e sofferenze che dovettero sopportare i nostri marinai, nelle acque dell'A.O.

 

 

 

Hai interpretato e saputo fondere insieme, con perfetta alchimia, la fantasia e un momento ludico con la Storia!

 

 

 

Questo report dovrebbe essere reso STICKY!

 

 

 

Con ammirazione

 

 

 

Keltos

Link al commento
Condividi su altri siti

Grazie Keltos.

La tua replica mi dice che ci sono riuscito.Era proprio quello che volevo fare ma fondere fantasia e realtà storica è piuttosto complicato. Difatti nè il Brin nè il Dandolo sono mai stati in Mar Rosso,e per di più la missione prevedeva il Perla e l'altro che ora mi sfugge.

Un conflittto non facile da connubiare :s03:

Adoro Betasom,e mi piace anche pensare che i ragazzi che vi approdano sappiano cogliere questi significati che io e tanti altri cerchiamo di trasmettere.

Con stima

ETNA

Link al commento
Condividi su altri siti

La fantasia giustifica l'utilizzo di battelli non assegnati alla zona, si chiama licenza poetica no?!?! :s01: :s01:

 

 

 

E comunque hai riportato alla luce le tremende condizioni con cui dovevano confrontarsi i nostri marinai: caldo torrido e i conseguenti miasmi, il cloruro di metile, le inevitabili malattie dovute alla scarsa igiene e al deterioramento fisico ecc. ecc.

 

Questo è il fatto fondamentale Etna, il fine giustifica i mezzi......cosa importa se mai uno dei RRSS da te menzionati è stato lì? Ma quanti marinai italiani hanno invece vissuto quella esperienza realmente?

 

Quindi, mi ripeto, hai colto nel segno, questo è il fine ultimo di questa sezione!! :s01: :s01:

 

Fare divertire leggendo, fare conoscere nuove pagine di Storia!

 

 

 

Keltos

Modificato da Keltos
Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,7k
×
×
  • Crea Nuovo...