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10 Agosto 1916: Il Sacrificio Di Nazario Sauro


Argo75

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Con colpevole ed imperdonabile ritardo, un ricordo in occasione del 90 anniversario del martirio di Nazario Sauro avvenuto il 10 Agosto 1916

 

nazariosaurocopyls5.jpg

 

Breve biografia dal sito della Marina Militare

 

 

Nazario SAURO

Tenente di Vascello

 

Nacque a Capodistria (Pola) il 20 settembre 1880. Irredentista dalmata, ancora in giovane eta  ebbe il comando di piccoli piroscafi con i quali percorse tutto l'Adriatico, impratichendosi particolarmente delle coste dalmate, delle rotte in stretti canali, sulle condizioni idrografiche e sulle vicissitudini meteorologiche di questo tratto di mare. Di origine italiana, allo scoppio del 1° conflitto mondiale si porto subito a Venezia, arruolandosi volontario nella Regia Marina dove ottenne il grado di Tenente di Vascello di complemento.

 

Nell'incarico di pilota imbarco subito su Unita siluranti di superficie e subacquee ed in 14 mesi di intensa attivita  porto a compimento 60 missioni di guerra, delle quali alcune sono rimaste memorabili e leggendarie per il modo mirabile con il quale egli coadiuvo i comandanti delle varie unita  partecipanti.

 

Il 30 luglio 1916 imbarco sul sommergibile Pullino con il quale avrebbe dovuto effettuare una incursione su Fiume, ma l'unita, a causa della forte corrente e della fitta nebbia esistente nella zona, ando ad incagliarsi sullo scoglio dell'isolotto della Galiola.

 

Risultati vani tutti i tentativi di disincaglio, distrutti i cifrari di bordo e le apparecchiature e predisposta per l'autoaffondamento, l'unita  fu abbandonata dall'equipaggio e Nazario Sauro, allontanatosi volontariamente da solo su un battellino, fu in seguito catturato dal cacciatorpediniere Satellit.

 

Tradotto a Pola e processato, fu condannato a morte mediante impiccagione. Alle ore 17.45 del 10 agosto 1916 egli sali il patibolo con sulle labbra il nome dell'Italia.

 

 

 

 

Un pensiero commosso a lui e a tutti gli altri Eroi, noti e non, di ogni tempo che hanno sacrificato la vita per il bene del nostro Paese.

 

ONORI!!!

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e pensare che i "soliti" albionici ne hanno scritte di tutti i colori...

secondo loro Sauro sarebbe stato menato dal suo stesso equipaggio per averli portati alla rovina...

 

trovate tutto nel libro di Kemp "mediterranean submarine" , purtroppo in inglese

 

 

Onori a nazario Sauro, ancora piu profondi per uno spirito di Patria che è sempre piu difficile da trovare se non si vincono i mondiali di calcio... :s06:

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Onore a lui! :s06:

 

 

Onori a nazario Sauro, ancora piu profondi per uno spirito di Patria che è sempre piu difficile da trovare se non si vincono i mondiali di calcio... :s06:

Infatti ci vorrebbero piu iniziative... è che non ricordiamo mai cosa siamo...

 

Ciao

Gil

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Occorrerebbe che ci venissero ricordati piu sovente i successi Italiani piuttosto che i fiaschi e i disservizi. Ma ovviamente i fiaschi e i disservizi fanno piu audience rispetto ad un servizio dove si parla dei centri di ricerca farmacologica in Italia che attraggono ricercatori da tutt'europa (ce n'è uno vicino a casa mia).

 

Siamo cosi abituati a pensare che tutto cio che viene fatto in Italia abbia comunque delle pecche, che prima o poi si faranno vedere, che ormai le storie che piu atraggono la nostra attenzione sono queste.

 

D'altro canto siamo pronti a credere ciecamente che tutto quello che proviene da nazioni estere sia migliore, piu accurato, piu affidabile e frutto di studi piu rigorosi.

 

Paradossalmente si arrivera  al punto in cui la Storia d'Italia la si vorra  leggere sull'Enciclopedia Britannica, perche, in quanto Britannica, sicuramente piu autorevole per definizione.

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  • 3 weeks later...
Visitatore Kashin

Occorrerebbe che ci venissero ricordati piu sovente i successi Italiani piuttosto che i fiaschi e i disservizi...

 

a volte ricordare i fiaschi e i disservizi e' dare valore agli uomini che nonostante tutti e tutto riuscivano ad ottenere i successi .....

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  • 2 years later...

Il Ministero della Marina per onorare la memoria del martire gli assegnò la medaglia d'oro con la seguente motivazione:

 

"Dichiarata la guerra all'Austria venne subito ad arruolarsi sotto le nostre bandiere per dare il contributo del suo entusiasmo, della sua audacia ed abilità alla conquista della terra nella quale era nato e che anelava congiungersi all'Italia. Incurante del rischio al quale si esponeva, prese parte a numeroso ardite e difficili missioni navali di guerra, alla cui riuscita contribuì sempre efficacemente con la conoscenza pratica dei luoghi e dimostrando sempre coraggio animo intrepido e disprezzo dei pericoli. Fatto prigioniero, conscio della sorte che ormai lo attendeva, serbò fino all'ultimo contegno meravigliosamente sereno e col grido forte e ripetuto più volte dinanzi al carnefice di Viva l'Italia esalò l'anima nobilissima, dando impareggiabile esempio del più puro amore di Patria.

Alto Adriatico

24 Maggio 1915- 10 agosto 1916"

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come l'Italiano medio non conosca quasi nulla della storia del proprio Paese

 

Ehm...recente esperienza...a Malpensa, quattro parole con una coppia di italiani sui trent'anni che andavano in Thailandia...:

 

- Ah, bene, e lei, dove va?

- Tappa al Cairo, ma destinazione Addis Abeba

 

(pausa perplessa) Poi, lei:

 

- Aahh...Ehm...e dov'è Addis Abeba?

 

(sorriso stirato, molto stirato, mio):

- in Etiopia. L'Etiopia è stata anche italiana

 

(pausa e silenzio ancora più perplessi) Poi, lui, per scusarla:

- Sa, lei è mezza francese...(forse qualche lontano avolo, a giudicare da pronuncia, postura, aspetto, ecc...)

 

Io, che davanti a queste scuse del cavolo -poteva dire "ah, già ",- divento ancora più carogna:

- I Francesi furono infatti consiglieri militari in Etiopia...anti-italiani ...l'Etiopia è anche storia francese...

l

(Perplessità totale e provvido intervento del bus per l'imbarco)

 

E nn erano adolescenti di periferia sub-culturale, ma adulti, gente che viaggia, che ha risorse economiche, quindi probabilmente medio o medio-alto retroterra culturale, ecc....

Modificato da malaparte
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  • 2 weeks later...
Ehm...recente esperienza...a Malpensa, quattro parole con una coppia di italiani sui trent'anni che andavano in Thailandia...:

 

C' è poco da stupirsi .

Del resto se ti chiedessero la capitale del Mali' tu sapresti rispondere ? :s03:

senza sbirciare , ovviamente :s20:

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da base artica, marco.

tempo fa dicevo a "qualcuno" dei ns, chiaccherando sull´intelletto umano(cosa se qualcuno non ne ee provvisto , di non sua colpa, poiche non tutti nascono ...tondi, ) e di senso civico nei confronti di altri e del proprio paese, (percio anche nei propri confronti), che troppi non hanno un senso di dovere e rispetto x il prossimo e per il paese proprio, figurarsi se poi a parte vedere trasmissioni TV o riviste...cui intelletto e cosa sgadita, abbiano anche solo la curiosita di informarsi su questioni inerenti alla propria cultura e paese, se poi si parla di cose del ns passato (e a volte di cose del presente) allora notiamo che ignoranza e stupidita sono due cose differenti, la prima non possiamo avere colpe ma rimediarci di volta in volta :s59: , mentre la seconda e una cosetta che alcuni aquisiscono con tempo ed esperienze proprie :s43: ..

Forse, fortuna x noi, che ci siano tanti stup...ti poiche come x le pecore ci vuole sempre un pastore.

unico problema ee che non possiamo fermare il tempo e suoi eventi, ma possiamo esserene partecipi qualora meritevoli e onesti, cercando di dare una mano a piu possibili. :s43:

saluti marco

Ps. onori e riconoscimento a chi diede tutto per il Paese.

Modificato da bussolino
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  • 2 weeks later...
Onori a nazario Sauro, ancora piu profondi per uno spirito di Patria che è sempre piu difficile da trovare se non si vincono i mondiali di calcio... :s06:

 

questa mia frase è targata agosto 2006. ma forse un giorno saro obbligato a ricredermi. ho acquistato un mensile dedicato alla mia terra, "il Romagnolo"

romagnolo1.jpg

 

sfogliando tra strozzapreti alla bietola e John Wayne romagnoli mi imbatto in un articolo che nulla ha a che vedere (apparentemente) con questa mia terra cosi orgogliosa ma, dal dopoguerra, altrettanto avara di patriottismi:

Memorie Locali di un martire Giuliano

NAZARIO SAURO E RAVENNA

 

per un attimo ho pensato di avere in mano un'altro giornale e sono tornato a rivedere la copertina: si, era proprio quel giornale che di certe cose non aveva mai parlato!

L'articolo è di Matteo Casadio e, ad essere pignoli, non è precisissimo. fa apparire sauro come ufficiali sommergibilista e sembra perfino fosse al coamndo del Pullino quando si arenò.

 

ma non è su questo che mi voglio soffermare bensi sui grandi meriti dell'articolo! l'autore parla di Patria, di Sacrificio di Ideali. è quasi una piccola rivoluzione che deve farmi rimangiare l'affermazione che ho citato all'inizio e, spero, me ne fara rimangiare tante altre!

eccovi le pagine...

 

romagnolo2i.jpg

 

romagnolo3.jpg

 

romagnolo4.jpg

 

romagnolo5.jpg

Modificato da Totiano
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  • 7 years later...

a cento anni dalla morte un doveroso tributo

http://www.cefalunews.net/cn/news/?id=50823

 

 

Nazario Sauro.

Un marinaio, un Eroe, una Leggenda.

Nazario Sauro nasce a Capodistria il 20 settembre 1880, da genitori di origini romane, il padre Giacomo era un marittimo, la madre Anna Defangher si curava della casa e della famiglia. Prima dell’anno di vita la famiglia si trasferisce a Cette in Francia, dove il padre si dedica all’attività dei recuperi marittimi. Qui durante il gioco Nazario si procura una ferita all’occhio sinistro che anche se di poco conto gli procurerà una lesione permanente che sarà determinante per il suo riconoscimento anni dopo. All’età di 6 anni, a causa di un epidemia di colera, la famiglia torna a Capodistria, dove il padre costituì un impresa specializzata nel recupero di navi naufragate e impiantò uno stabilimento balneare. Nazario cresceva in un mondo prettamente marinaro, vivace e esuberante preferiva passare le giornate sulle barche invece che sui banchi di scuola. Su volontà del padre intraprese studi classici, non ottenendo buoni risultati, così che nel 1895 abbandono il secondo ginnasio ed il padre lo prese con sé sul proprio bastimento. Nel 1904 si inscrisse all’Accademia Nautica di Trieste, dove ottenne la patente di Capitano di Grande Cabotaggio. Fin da piccolo Sauro dichiara la propria italianità, scontrandosi spesso con i residenti austriaci e slavi di Capodistria, cresciuto inizia a frequentare circoli irredentisti e a formarsi leggendo le opere del risorgimento. Inizialmente si avvicina al socialismo, ma poi si orienta vero gli ideali mazziniani. A 21 anni si sposò con Nina Steffé da cui ebbe 8 figli a cui diede nomi ispirati al Risorgimento ad alla Libertà.

Divenuto capitano Sauro operò al servizio di diverse compagnie, iniziando da quella dei fratelli Consuich, la Società Istria-Trieste, il Loyd Austriaco ed infine alla Società Cittadina di Navigazione a Vapore Capodistria comandò navi da carico e passeggeri, fra cui ricordiamo la Vettor Pisani, la Cassiopea, la carpaccio ed il piroscafo San giusto, che dopo la guerra in suo onore venne battezzato Nazario Sauro. Fra il 1908 e il 1913 Sauro in linea con i suoi principi di indipendenza dei popoli, operò diverse missioni di contrabbando per rifornire a favore degli albanesi che volevano affrancarsi dal dominio Ottomano e dall’ingerenza austriaca.

Durante le navigazioni lungo la coste istriane e dalmate, Sauro studiò le coste, le correnti , i fondali ed i punti principali, fino a realizzare un personale portalo, su cui annotava anche le opere di difesa austriache.

D’indole socievole e sempre di buon umore, durante le soste a Capodistria frequentava il Caffè della Loggia, dove ogni volte aumentava il numero dei sui conoscenti.

Allo scoppio della guerra nel 1914, non avendo l’intenzione di indossare la divisa austriaca e combattere contro l’Italia, il 2 settembre, si spostò a Venezia con la scusa di inscrivere il figlio Nino in collegio, qui giunto entro in contatto con gli esuli Istriani e spesso compì viaggi clandestini verso i porti austriaci per mantenere i contatti con gli irredentisti li rimasti, nel frattempo fu raggiunto dalla moglie e da tre figli, il figlio Italo rimase con i nonni per evitare di alimentare sospetti. All’inizio del 1915, in occasione del terremoto che colpi la Marsica distruggendo Avezzano, Sauro ed altri irredentisti furono fra i primi ad accorrere in aiuto della popolazione. Per la sua conoscenza della costa austriaca, fu chiamato a Roma dallo stato maggiore Marina per fornire notizie sulle sue difese. Nel maggio 1915, l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, lo nomino tenente di vascello di complemento, fornendogli documenti con l’identità di Nicolo Sambo e lo assegnò alla piazza di Venezia con l’incarico di pilota. Il 24 maggio 1915, poche ore prima dell’entrata in guerra, Sauro consegnò all’amico Silvio Stringati due lettere, una per la moglie ed una per il figlio Nino da consegnare in caso delle sua morte. La sua conoscenza della costa, lo portò a poche ore dall’entrata in guerra a bordo dei caccia che forzarono il porto di Monfalcone. I suoi compiti furono vari, dalripristinare le segnalazioni marittime rimosse dagli austriaci in ritirata, al controllo degli scavi di nuovi canali ed all’interrogatorio dei prigionieri, ma il suo compito primario fu quello di pilotare le navi impiegate in azioni in prossimità della costa nemica per un totale di 62 in 14 mesi, fra queste ricordiamo il recupero del piroscafo Timavo bloccato dagli austriaci sull’Isonzo, il forzamento dei proti di Sistino, Trieste, Parenzo e Pirano a bordo di unità di superficie e delle missioni di attacco al traffico nemico a bordo dei sommergibili Jalea, Antropo e Pullino. Proprio nella seconda missione a bordo del Pullino a causa dell’incaglio sulla secca della Galiola, mentre tentava di raggiungere la costa su un battellino a remi, fu catturato dal Satellit.

Sottoposto ad interrogatorio, a causa del suo accento, gli austriaci iniziarono a sospettare che non fosse veneto ma istriano, pertanto lo misero a confronto con marittimi istriani, Sauro fu riconosciuto dal I.R. aggiunto del porto di Pola Giuseppe Zachevich e dal pilota di porto Antonio Pozzetto. L’equipaggio del Pullino sottoposto ad interrogatorio sull’identità del prigioniero, disse che si trattava di Nicolo Sambo di Venezia, ma altri 26 testimoni istriani lo riconobbero come Nazario Sauro di Capodistria. Si apre il processo contro di lui ed il giorno 8 agosto vengono convocate la madre e la sorella, la madre emotivamente turbata, afferma che l’imputato non è il figlio, così come non viene riconosciuto dalla sorella, lo riconosce invece il cognato Arturo Steffé, sottufficiale della guardia di finanza austriaca e porta a conoscenza della corte dell’imperfezione all’occhio sinistro, che viene subito accertata da visita medica. Il 10 agosto alle 17.00, la corte legge la sentenza di condanna a morte per l’imputato che viene riportato in cella, qui rifiuta l’abito civile, chiede invece di avere il suo berretto da ufficiale di marina. Alle 19.45 viene condotto ammanettato nel cortile delle carceri dove è pronto il patibolo, Sauro cammina a testa alta, urlando a squarciagola “ Viva l’Italia” tanto che uno dei carcerieri cercò di tappargli la bocca con la mano ma Sauro gliela morsico ferocemente, tanto fa farlo ricorrere alle cure mediche. Sauro fu sepolto avvolto solo in un lenzuolo in una fossa fuori dal recinto del cimitero di Pola, ma dal giorno successivo iniziarono ad apparire sulla fossa mazzi di fiori, nonostante il divieto austriaco.

Finita la guerra, il 19 gennaio 1919 la salma fu riesumata e seppellita con tutti gli onori il 26 gennaio successivo nel cimitero militare di Pola ed alla madre fu consegnata la medaglia d’oro alla memoria. Dopo il secondo conflitto mondiale, con l’assegnazione della penisola Istriana alla Jugoslavia, il feretro dell’eroe avvolto nel tricolore, assieme a migliaia di profughi lasciò Pola sulla motonave Toscana per Venezia, dove dal 9 marzo del 1947 riposa nel tempio Votivo del Lido di Venezia.

Bibliografia:

Notiziario della Marina Aprile 2015: Nazario Sauro, primo forzatore dei porti, di Desirè Tommasselli.

Navi e marinai d’Italia: volume II, Compagnia Generale Editoriale S.p.A.

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