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Storia Sbarco Anzio


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Girando girandop ho trovato questo sito in inglese

 

http://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA-A-Anzio/

 

vi troverete il resoconto dello sbarco ad Anzio da parte americana, contiene testo e foto.

 

Sempre sul soggetto Anzio un altro interessante sito, questa volta in spagnolo...

 

http://www.jpopulos.addr.com/apoyodigital/...do_en_Anzio.htm

 

 

Per una panoramica generale sulla Seconda Guerra Mondiale ecco l'index da dove ho trovato Anzio in spagnolo

 

http://www.jpopulos.addr.com/apoyodigital/...daria/iiguerra/

 

spero che tutto questo sia di vostro gradimento e non fuori soggetto

 

fly37

Modificato da fly37
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  • 3 months later...

Non ho dato un'occhiata approfondita ai link (quindi magari questa cosa è scritta anche lì) ma vorrei aggiungere una considerazione di Albert Kesselring riguardo allo sbarco di Anzio. Egli disse dopo la guerra che, se gli Alleati non avessero fatto esperienza con quello sbarco vedendo quanto i Tedeschi erano caparbi, sarebbero facilmente stati ricacciati in mare, in Normandia, cinque mesi e mezzo dopo.

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  • 1 year later...
Visitatore Salvatore Todaro
Nel giugno del 1918 la situazione della guerra in Adriatico vedeva il Canale d’Otranto praticamente chiuso al nemico. Infatti si era finalmente riusciti a stabilire un sistema di sbarramento mobile veramente efficiente ed inoltre si lavorava senza posa all’installazione di uno sbarramento fisso: il passaggio ai sommergibili nemici si poteva dire chiuso. Prova ne era che nel mese di aprile cinque, e nel mese di maggio ben otto sommergibili nemici che avevano tentato l’ingresso erano stati attaccati dai nostri.

Ciò turbava profondamente gli austroungarici e dal loro stato maggiore venne concepito un piano in grande stile per tentare una rivincita, con obiettivo di distruggere le nostre forze in crociera nel canale e di demolire i tratti già sistemati dello sbarramento.

Il piano era stato tenuto gelosamente segreto, affinché niente potesse trapelare ed acuire la nostra già attiva vigilanza.ed era stato minuziosamente studiato dallo stesso comandante in capo Amm. Horty. Esso poteva dirsi perfetto in ogni particolare: tutti i sommergibili austriaci disponibili dovevano dislocarsi in agguato davanti alle nostre basi e banchi di mine dovevano essere seminati davanti alle uscite dei porti; un forte nucleo di esploratori e cacciatorpediniere avrebbe attaccato lo sbarramento mobile e le unità di protezione mentre altre unità avevano il compito di distruggere lo sbarramento fisso.

La protezione di questi nuclei sarebbe stata affidata alle grandi corazzate monocalibro (le “dreadnoughtsâ€Â) che durante l’azione dovevano restare in riserva all’altezza di Antivari pronte per intervenire, qualora le nostre unità avessero tentato di tagliare la ritirata delle forze leggere austriache.

L’attuazione di questo piano era stata fissata per il giorno 11 giugno ed era previsto che le “dreadnoughts†si dislocassero nella base di Cattaro, in modo da poter chiudere fra due fuochi le nostre forze che sarebbero accorse da Brindisi. Inoltre per evitare ogni possibilità di eventuali avvistamenti da parte dei nostri aerei in esplorazione, la notte del 10 giugno le corazzate uscirono da Pola, suddivise in sezioni, ognuna di queste opportunamente scortata da numerose unità leggere.

 

In quella stessa notte due MAS erano in agguato nel mare dalmata, al largo dell’isoletta di Premùda. Li comandavano il CC Luigi Rizzo (MAS 15) ed il GM Aonzo (MAS 21)

Essi avrebbero dovuto restare due ore sul loro punto di agguato e poi prendere la via del ritorno ed andarsi a ricongiungere alle torpediniere da cui erano stati rimorchiati attraverso l’Adriatico. Invece, a causa di un piccolo inconveniente, Rizzo invece rimase sul posto di agguato due ore e mezzo in più. Erano le h.3,15, ormai iniziava ad albeggiare, i problemi del suo mezzo erano finalmente risolti ed egli si trovava già sulla via del ritorno, quando riuscì ad intravedere nel primo schiarire del cielo le dense nuvole di fumo di una sezione nemica: si trattava della Szent Istvan (Santo Stefano) e della Tegethoff, che con le siluranti di scorta dirigevano verso sud.

Il gruppo era partito da Pola alle h.23.00 del giorno precedente, con un ritardo di mezz’ora dovuto a mancata apertura delle ostruzioni in tempo debito. Inoltre le navi erano state costrette a ridurre la velocità a causa di alcuni problemi tecnici della Szent Istvan e solo dopo qualche ora aveva potuto riprendere la sua normale velocità di crociera.

Questi ritardi avevano fatto si che la squadra navale nemica si trovasse ad attraversare il punto in cui stavano in agguato i nostri MAS verso le h.3.00.

Escludendo subito l’ipotesi che potesse trattarsi delle nostre torpediniere di scorta, Rizzo credette di essere stato scoperto, e di essere quindi sotto caccia nemica.

Rizzo non esitò un momento tra la ritirata e l’attacco, anche perchè essendo già l’alba le cacciatorpediniere avrebbero potuto scoprirli. Invertì la rotta e seguito dal MAS 21 diresse sulle unità nemiche alla minima velocità per non far rumore ed evitare i baffi a prua che avrebbero tradito la sua presenza. Avvicinatosi alle unità nemiche potè constatare come si trattasse di ma di due grosse corazzate scortate da numeroso naviglio silurante. La scoperta, invece di rimuoverlo dal proponimento di attaccare, ebbe l’effetto di aumentare il suo ardire: quasi non credeva alla sua insperata fortuna, e decise di eseguire un lancio alla minima distanza possibile; quindi diresse in modo da portarsi all’attacco passando fra i due caccia che fiancheggiavano la prima nave ed in questo modo riuscì a lanciare i due siluri ad una distanza di non oltre 300 metri.

I sue siluri colpirono la prima nave ed esplosero: quello di dritta tra il primo ed il secondo fumaiolo, quello di sinistra fra il fumaiolo poppiero e la poppa sollevando due grandi nuvole d’acqua e fumo nerastro. La nave era stata colta di sorpresa e non fece alcuna manovra per evitare i siluri .

Il cacciatorpediniere sulla sinistra, accortosi del lancio diresse per tagliare la ritirata al MAS e riuscì a mettersi sulla sua scia aprendo il fuoco, ma senza esito. Il C.te Rizzo lanciò una bomba che però non esplose, la nave tentò un’ultima accostata ma il MAS riuscì comunque a portarsi fuori vista ed a segnalare la notizia dell’attacco per la comunicazione radiotelegrafica alle autorità superiori.

Intanto il MAS 21 tentava l’attacco anche contro la Teghetoff, ma il primo siluro esplose a poppavia delle ciminiere senza fare danni, ed il secondo, mancò il bersaglio per un’avaria alla tenaglia di lancio.

La Szent Istvan, affondò nel giro di tre ore, nonostante i ripetuti tentativi di rimorchio da parte della Teghetoff.

…….Rizzo, sfuggito all’inseguimento delle siluranti austriache, dirigeva velocemente verso Ancona e l’Amm.Horty, subito informato del disastro, ordinò l’immediata cessazione della progettata incursione….questo fu l’ultimo tentativo dell’Austria di contenderci il dominio dell’Adriatico…… :s67: :s67:

 

rizzo01on2.jpg

Luigi Rizzo

 

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immagine003sq8.jpg

quattro momenti dell'affondamento della Santo Stefano

 

 

l'operazione shingle fu uno dei tanti falliti salti di rana americani

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