Buonasera signori e Buon Ferragosto!
Mi permetto di aggiungere qualche osservazione sul suddetto libro.
SI tratta dell'edizione in lingua inglese del lavoro in lingua tedesca "Die japanischen Kriegsschiffe 1869-1945" di Hansgeorg Jentschura, Dieter Jung, Peter Mickel, pubblicato dalla J h Lehmanns di Monaco di Baviera.
Fin qui nulla di nuovo, direte Voi. Ebbene, chi erano mai questi tre signori?
Questi signori e in particolare Dieter Jung, erano nietemeno che tre "studiosi di cose navali" collaboratori di Erich Groener, il famoso storico navale cui dobbiamo tanti "reference books" sulle Marine da Guerra tedesche.
Il libro infatti nasce dalla rielaborazione del materiale raccolto in tanti anni di studi, ricerche e scambi epistolari da Erich Groener. Ricordiamo che il Groener era in contatto diretto, tra gli altri, con Shizuo Fukui.
Si aggiunga che all'epoca (erano gli anni '60) anche alcuni celebri ship lovers italiani che erano occasionalmente in contatto con entrambi questi "mostri sacri" della storiografia navale erano in trepidante attesa per l'uscita del libro... volume che come dicevo verrà pubblicato postumo grazie al paziente lavoro dei collaboratori del Groener nel 1970.
SI tratta dunque di un lavoro imponente, scritto con precisione tutta tedesca sulla base di tutte le informazioni e le fonti allora disponibili in occidente e accessibili per gli occidentali.
Il libro entrò nel novero dei "reference book" sulla Marina Imperiale Giapponese grazie all'edizione in lingua inglese pubblicata nel 1977 nel "classico formato 25x25" dalla A&AP inglese e dal Naval Institute americano.
Dal punto di vista "commerciale" questo lavoro rappresentava il contraltare della A&AP e del NIP ai lavori di Anthony J Watts "Japanese Warships of World War II" pubblicato da Ian Allan nel 1966 (l'edizione americana venne pubblicata dalla Doubleday) e "The Imperial Japanese Navy" di Anthony J Watts e Brian G Gordon pubblicato dalla MacDonald (UK) / Doubleday (USA) nel 1971.
Il lavoro di Hansgeorg Jentschura, Dieter Jung, Peter Mickel si caratterizza per dei disegni al tratto di piccole dimensioni ma di buona fattura, per delle tabelle e delle descrizioni delle varie unità sintetiche ma molto precise. Gli errori sono molto pochi e sono dovuti essenzialmente al fatto che all'epoca non tutte le fonti che oggi conosciamo erano disponibili. Uno dei punti dolenti del libro sono le fotografie, di qualità non eccelsa. D'altra parte si tratta di un manuale stracolmo di informazioni e non di un volumetto fotografico.
I libri di Watts e Gordon da parte loro presentano qualche imprecisione in più, ma contengono descrizioni più complete delle varie unità, fotografie di migliore qualità....e tra i disegni oltre a quelli di Watts (non molto belli in verità) e Gordon (certamente migliori dei precedenti) vi sono anche quelli di Augusto Nani.
Si tratta degli stessi profili di Augusto Nani apparsi in precedenza sulle riviste "Le Vie del Mare" e "Interconair Aviazione e Marina" tra fine anni '50 e circa metà anni '60, profili che talvolta presentano alcune imprecisioni (ad esempio nei disegni delle Soryu manca il terzo elevatore) dovute alla carenza di informazioni precise ma dal tratto bellissimo... quasi impareggiabile a mio avviso.
In tutti e tre i casi si tratta quindi di studi molto validi ma datati. Da allora infatti molte cose sono cambiate, molte altre fonti sono divenute accessibili e nuove generazioni di studiosi si sono dedicati alla Nihon Kaigun.
Fatte queste premesse, i tre libri sono ancora oggi delle validissime introduzioni a tutti coloro che vogliono avvicinarsi allo studio della Marina Imperiale Giapponese.
Personalmente per qualità e precisione delle informazioni considero questi tre lavori di gran lunga superiori ai recenti volumetti di Mark E Stille pubblicati dalla Osprey.
Chiaramente, limitandoci agli studi pubblicati in lingue occidentali, i tre volumi citati sono superati in precisione e completezza dai vari studi di Hans Lengerer (negli ultimi tempi coadiuvato da Lars Ahlberg), apparsi su Marine Rundschau, Interconair Aviazione e Marina, Warship (Conway) o pubblicati da Nimble Books, Waldemar Trojca e AJ Press, così come non possono reggere il paragone con il monumentale lavoro di Eric Lacroix & Linton Wells sugli incrociatori giapponesi nella Guerra del Pacifico.
Per tacere dei numerosi recenti studi sulla Marina Imperiale Giapponese pubblicati in lingua russa o polacca, assai ben fatti: dasti pensare ad esempio ai lavori di Eugene Pinak.