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In questi giorni non ho modo di proporre un nuovo quiz, quindi lascio ad altri il piacere di centrare il bersaglio
Già che si parla del bacino galleggiante di Southampton, qui c'è un bel documento che ne riassume la storia (tra l'altro, una delle foto mostra anche nave di questo quiz).
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Mi pare che non se ne fosse parlato di recente, quindi propongo qualche immagine dello USS Zumwalt in procinto di lasciare le coste del Maine per iniziare le prove in mare.
Il servizio completo, con tanto di video, si trova a: http://gcaptain.com/photos-uss-zumwalt-returns-from-snowy-sea-trials/#.VvjuBLs4wsQ.facebook
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Grazie per la bella immagine, non conoscevo questi progetti. Aspetto con interesse le altre!
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Stasera tinypic sembra non collaborare, perciò posto direttamente il link al sito da cui traggo la "notizia":
Qualcuno ne sa qualcosa in più? Anche (o forse soprattutto) riguardo alla "performance" di un nostro sottomarino, che è menzionata nell'articolo?
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ti capisco bene, io mi sono laureato a marzo...dopo la laurea la tesi sara' disponibile online giusto?
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benvenuto!!! concordo con lazer_one, qualche informazione sui tuoi lavori sarà certamente ben accolta...
tra l'altro, dato che hai detto che la tesi di magistrale la stai ancora scrivendo (una tesi sugli U-Boote? non vedo l'ora di leggerla! che argomento tratta?), tieni presente che qui potrai trovare un sacco di indicazioni utili e tante fonti!
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Questo articolo non mi convince del tutto. In pratica, l'argomento del professor Holmes si riconduce ad una singola frase:
"Big Data, non-acoustic detection, and fire-control technology will allow hostile antisubmarine (ASW) forces to detect the traces of a US stealth sub, converting this information into tracking and targeting data."
Non mi pare un'assoluta novità...se un sottomarino comunica con il mondo esterno (ad esempio per comunicazioni via satellite o per fire-control), va da se che può essere tracciato, almeno teoricamente. Forse la rivoluzione nominata più volte dal professore riguarda una migliorata capacità di intercettare questi segnali? o di localizzarne la fonte? Comunque non viene fornito nessun esempio, nessuna indicazione specifica...così come è espresso, rimango dell'idea che l'articolo sia fin troppo generico...
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Un'altra risorsa utile, oltre a quelle mandate via mail, è il documento al link http://www.uboatarchive.net/U-234A/U-234INT.htm grazie al quale - tra le altre cose - è possibile affermare che a bordo dell'U 234, durante la sua celebre missione, fosse presente un ufficiale medico.
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Non riesco a utilizzare tinypic. Black, se mi mandi in PM un tuo indirizzo e-mail, ti invio un paio di piani di U-Boot tipo XB in alta definizione e il manuale di documentazione tecnica redatto dagli americani alla fine della guerra.
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Domani vedo di postare qualche risorsa utile. Per quanto riguarda la documentazione, un must (dato l'argomento in questione) è: Hirschfeld. The secret diary of a U-Boat.
A bordo non esistevano alloggi per il personale, il solo comandante aveva un locale separato dal resto del battello da una tendina scorrevole.
Per il resto dell'equipaggio vigeva il sistema della “branda calda”; vedi in merito il video Rai girato sul U 995 di Laboe (Kiel)
Mi permetto di essere più specifico su questo punto: la branda calda non riguardava tutto l'equipaggio, ma "soltanto" sottocapi, comuni e alcuni dei sergenti. Ufficiali e marescialli, invece, disponevano - proprio come il comandante - di una branda personale.
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Il 22 febbraio, all'età di 90 anni, si è spento Horst Bredow. Come accade per ogni veterano che ci lascia, dobbiamo rattristarci per la perdita di un pezzo di storia e di memoria; tuttavia, grazie alla sua instancabile attività dedicata alla creazione e all'accrescimento del Deutsches U-Boot Museum, Horst Bredow ci ha lasciato molto più che il ricordo di sè, contribuendo in modo determinante a tramandare la memoria di un'intera generazione di sommergibilisti.
Berlinese, classe 1924, Horst Bredow scelse di diventare ufficiale di marina subito dopo aver terminato la scuola, nel 1942. Il suo periodo di addestramento durò fino al 1944, quando fu assegnato all'U 288. Su quel sommergibile completò la sua prima e unica missione operativa nelle acque norvegesi, venendo ferito nel corso di un attacco aereo. Il successivo ricovero in ospedale gli salvò la vita, dato che l'U 288 venne affondato durante la seconda missione, con la perdita dell'intero equipaggio.
Horst Bredow venne quindi riassegnato quale comandante di un'unità dragamine di stanza a Genova, dove si trovava al termine del conflitto. Ritornato in Germania, lavorò fino al 1983 come insegnante di scienze.
Se l'esperienza diretta della guerra fu soltanto una parentesi nella vita di Horst Bredow, tale non fu invece il ricordo dei suoi compagni dell'U 288, scomparsi mentre lui si trovava in ospedale. Dopo la guerra, Horst Bredow dedicò infatti tutte le sue energie e le sue risorse economiche per raccogliere informazioni su di loro e sulla loro sorte (che all'epoca era ignota). Il suo desiderio di conoscere e tramandare la storia dell'U 288 si estese ben presto fino a comprendere l'intera storia degli U-Boote e dei loro equipaggi.
Con il passare degli anni, Horst Bredow raccolse un'enorme mole di informazioni e memorabilia legate alla storia degli U-Boote, che confluirono nella fondazione - da lui diretta fino alla sua morte - denominata Deutsches U-Boot Museum (DUBM). Il DUBM (situato ad Altenbruch, nel Nord della Germania) comprende due sezioni distinte: il museo e l'archivio. Il museo contiene un gran numero di reperti - parti di sommergibili, bandiere, uniformi, medaglie, quadri, modellini - che costituiscono l'attrazione principale per la maggior parte dei visitatori; alcuni, però, ritengono che la parte più preziosa e interessante sia l'archivio. Attualmente, esso raccoglie oltre 165.000 fotografie legate alla storia degli U-Boote (la più grande collezione al mondo in questo campo) e una mole veramente notevole di documenti originali o copiati da altri archivi sparsi in tutto il mondo.
Non è esagerato affermare che, mediante la sua fondazione, Horst Bredow abbia contribuito più di chiunque altro a preservare e tramandare la storia degli U-Boote. Il suo nome compare invariabilmente nella sezione "Ringraziamenti" di tutti i più importanti libri dedicati all'argomento, e realtà oggi comunemente usate da molti ricercatori (per esempio l'insostituibile sito uboat.net) non sarebbero state possibili senza il suo lavoro di ricerca, raccolta e catalogazione dei documenti originali.
Personalmente, ricorderò sempre il mio incontro con Horst Bredow nel 2013, nel quale - ormai era quasi cieco - mi porse la mano salutandomi in italiano, e mi raccontò i suoi ricordi su Genova risalenti all'epoca della guerra.
Lo aiutai quindi a comporre alcuni numeri di telefono, dato che aveva difficoltà a leggere i tasti; nonostante l'età e i problemi alla vista, infatti, lavorava ogni giorno nel suo ufficio per gestire almeno in parte la numerosa corrispondenza con ricercatori, famiglie di veterani e semplici appassionati che, anche grazie al suo lavoro, si sono interessati alla storia degli U-Boote.
Horst Bredow (1924-2015) nel suo ufficio, all'interno dell'archivio da lui fondato e diretto.
Sito del DUBM (inglese):
http://www.dubm.de/lang1/index.html
Necrologio pubblicato dal DUBM (inglese):
http://www.dubm.de/lang1/files/nachruf_bredow__en_.pdf
Qualche foto e descrizione del DUBM:
https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=42270&hl=
https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=42275&hl=
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Andai in Nicaragua nel 2006 e nel 2008, complessivamente per un mese e mezzo, proveniendo dal Costarica e viaggiando in auto lungo tutto quel tratto di terra che separa il Pacifico dal lago di Nicaragua....già allora avevo sentito parlare del progetto cinese di aprirvi un canale.
Devo dire che per quanto ho potuto capire, la presenza cinese sul territorio è piuttosto marcata: tramite contatti con i locali, ho saputo di fabbriche e appezzamenti di terreno all'interno dei quali si applica la legge cinese (loro ne parlavano soprattutto in relazione all'impossibilità di ottenere garanzie per i lavoratori, tipo assistenza sanitaria e contratto regolare)...è come se fossero zone extraterritoriali per il Nicaragua.
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Accidenti me la sono persa...ho letto solo ora il messaggio
@diplodoco ti mando un pm
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Altre foto interessanti, grazie!
Ho una domanda: nella penultima foto, qualcuno ha idea del significato delle due ancore sull'uniforme dell'ufficiale tedesco più a destra? è la prima volta che le vedo...
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Immagini di grande valore storico e umano...grazie per questa condivisione!
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Proprio lui, camuffato ma - proprio per questo fatto inusuale - ben riconoscibile
la mano al c.te Naressi!
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Ecco dunque la mia nuova proposta: bisogna identificare nazionalità e nome della nave rappresentata nella foto.
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Il design tedesco è inconfondibile....si tratta dell'incrociatore leggero Java, olandese.
La qualità della fotografia mi ha fatto subito pensare alla collezione Allan C. Green; una rapida verifica ha dimostrato che la foto del quiz proviene proprio da lì (catalogazione: H91.325/284).
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A occhio direi Fuso o Yamashiro, ovviamente giapponese
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Sembra molto interessante...
si potrebbe pensare, sempre che il proprietario sia d'accordo, di inserirlo nella biblioteca digitale? i vincoli sui diritti dovrebbero essere trascorsi...
naturalmente la mia è una semplice proposta, che nasce dalla voglia di conoscere il contenuto di quelle pagine
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"centrato da una bomba siluro lanciata da uno stuka"....basterebbe questo per capire il livello di competenza di chi scrive.
Cernuschi è stato anche fin troppo diplomatico (parere mio)...il punto è che per capire il contenuto della sua lettera bisogna avere un minimo di conoscenza nel campo, cosa che sembra mancare all'autore della recensione.
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Mi unisco al pensiero e alla preghiera per il Capo Ghezzi
Michele
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Grazie per aver condiviso le tue immagini...avevo letto qualcosa su questo cimitero, ma le foto valgono più di molte descrizioni
Onore ai nostri Caduti
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Arrivato oggi...in una parola: magnifico
Alimentazione Negli U-Boot
in I Sommergibili
Inviato
Alex, in serata vedo di mandarti un pò di materiale. Tempo fa avevo fatto una ricerca specifica sull'alimentazione a bordo degli U-Boote e dovrei avere qualche documento che può esserti utile.
Dato che Totiano ha giustamente citato i battelli italiani, c'è qualcuno che conosce le condizioni di conservazione dei cibi a bordo dei nostri battelli? Per esempio anche noi usavamo conservare il pane in lattine per prevenire la muffa?
Inoltre, i nostri battelli (a differenza di quelli tedeschi, XXI escluso) avevano spazi espressamente dedicati a contenere generi alimentari?
@Totiano: il materiale disponibile di cui parli, dove si può trovare? L'argomento sembra molto interessante e poco trattato!