Esatto. Domandiamoci perché, dopo la caduta dell'Unione Sovietica, c'è stata la corsa degli ex paesi satellite verso la NATO. Non certo perché volevano man forte da una organizzazione bellicosa per invadere la Russia. Al contrario, conoscendo purtroppo bene il vicino, ne volevano essere difesi, soprattutto Polonia e repubbliche baltiche.
La Russia è subentrata all'URSS come stato con diritto di seggio permanente così come la Repubblica Popolare Cinese subentrò ala Repubblica di Cina (il cui governo si ritirò a Taiwan) a suo tempo. La successione degli stati nell'ambito di un trattato internazionale pre-esistente segue delle regole. Riporto un link interessante per non andare fuori tema:
https://dirittosemplice.altervista.org/riassunti-diritto-internazionale-successione-degli-stati-nei-trattati/?doing_wp_cron=1646480561.9602680206298828125000
Si ma non così. Se gli abitanti di una regione di uno stato si sentono più affini, per ragioni etniche, linguistiche, culturali, storiche, ecc., ad un altro stato la via da seguire è la concessione di maggiore autonomia da parte dello stato agli abitanti di quella regione per tutelarne la peculiarità. La soluzione non è certo l'invasione da parte dello stato verso cui tali cittadini si sentono affini. Così noi abbiamo fatto con il Trentino Alto Adige e non certo per evitare l'invasione dell'Austria (che tra l'altro è pure una nazione neutrale). Al limite ci si può separare di comune accordo come hanno fatto Repubblica Ceca e Repubblica di Slovacchia.
In Donbass ci sono stati soprusi o violenze da parte ucraina verso i russofoni? Bene l'intervento deve mirare a far cessare quei soprusi e quelle violenze non certo a conquistare quel territorio per annetterlo.
In Kosovo (gioco d'anticipo, tanto ci saremo arrivati) la NATO è intervenuta (la liceità dell'intervento è ancora un caso di studio non essendoci stato l'avvallo del Consiglio di Sicurezza delle N.U.) per scongiurare il genocidio e la pulizia etnica, ma non ha invaso il Kosovo. Dunque, pur ammettendo che la NATO abbia agito senza completa legittimazione (ma la cosa, ripeto, è ancora discussa, perché ha agito in base a una norma cogente di diritto internazionale visto che - tanto per cambiare - il Consiglio di Sicurezza era frenato dai veti dei membri permanenti), non mi sembra la stessa cosa.
Piuttosto, un ottimo argomento di discussione è: hanno ancora senso i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza col cd "diritto di veto"? E come fare a riformare la Carta visto che chi ha questo privilegio, specie se è un Putin a caso (e non solo lui), non è certo disponibile a perderlo?