Titolo: Io Raimondo Montecuccoli Condottiero e Fantasma
Autore: Sergio NESI
Editore: DIGIGRAF S.R.L., Sasso Marconi (BO)
Anno: 2011
Pagine: 402
Dimensioni: cm 17 x 24, brossura
Prezzo: Euro 28
Reperibilità: facile
Il comandante Sergio NESI non è certo nuovo alle “fatiche letterarie”. Qui alla base sono recensiti molti dei suoi libri tra cui, ormai quasi introvabile, la trilogia dell’Alcione dalle ali spezzate (http://www.betasom.i...showtopic=17476) al cui secondo capitolo (il volo), questo romanzo è legato a filo doppio.
Tutto ruota intorno alla figura di Raimondo Montecuccoli, condottiero seicentesco ma anche moderno fantasma con la divina missione di proteggere l’incrociatore che porta il suo nome dalle mille insidie delle missioni di guerra nel Mediterraneo.
Tutto nasce da una storia vera che diviene uno degli spassosissimi aneddoti raccontati dal Nesi nel “Volo dell’Alcione”.
Allo scoppio della guerra, il T.V. Giulio Pelli, estroso Ufficiale di rotta del Montecuccoli, introdusse l’usanza di coprire con la carta di un cioccolatino la “O” del motto “Centum Oculi” che campeggiava in alto sul quadro del condottiero posto nel quadrato Ufficiali della nave. Questa semplice accortezza, nell’idea del Pelli, avrebbe procurato all'incrociatore, che secondo lui difettava di corazzatura, una discreta “scorta” di ben cento colpi di fortuna da "spendere" durante il corso della guerra.
La cosa andò ovviamente ben oltre la trovata goliardica.
Un paio di marinai di guardia in coperta svennero dallo spavento asserendo di aver visto il fantasma del condottiero comparire dal buio della notte mentre i colpi di fortuna che riguardarono l’incrociatore nelle sue navigazioni di guerra continuarono a moltiplicarsi stante la carta stagnola ben appiccicata sulla “O” del motto del condottiero.
Ma il sugello alla leggenda del fantasma di Montecuccoli si ebbe il 15 giugno 1942, durante la battaglia di Pantelleria. Il solo colpo d’artiglieria che raggiunse il Montecuccoli attraversò il quadrato ufficiali seminando nell’ambiente diversi fori di scheggia. Una di queste schegge andò proprio ad impattare sul quadro del condottiero provocando la chirurgica asportazione della famigerata “O” del motto “Centum Oculi”. La goliardica storiella del fantasma di Montecuccoli divenne pertanto storia.
Ecco quindi il filo conduttore di questo bel romanzo del Nesi. La storia della vita terrena del condottiero “rigorosamente desunta dalla vasta letteratura citata nella indicazione bibliografica desunta da padre Berardo Rossi […] nel suo bellissimo libro Raimondo Montecuccoli” e la vita ultraterrena del suo fantasma, raccontata attraverso il personaggio del giovane Ufficiale Sergio Rocca, unico nome di fantasia del romanzo, che altri non è che il Nesi stesso.
Nonostante il rigore storico che contraddistingue l'opera, il romanzo del Nesi è tutt'altro che noioso. Grazie allo stile brillante dell’autore che, come nella precedente trilogia dell’Alcione, è prodigo di aneddoti e freddure, la lettura è piacevole e scorrevole.
Per chi non fosse in possesso poi della già citata ormai introvabile trilogia, inoltre, il romanzo è anche un ottima occasione per poter leggere una buona parte delle incredibili avventure trascorse dal Nesi durante la guerra. Quelle appunto che si riferiscono al suo periodo d’imbarco sul Montecuccoli.
Da non perdere.
Post Scriptum:
per chi fosse riluttante a credere alla storia del fantasma di Montecuccoli, ecco le foto del quadro in questione che, dopo il disarmo dell’incrociatore, fu collocato nel museo navale di Venezia (per gentile concessione del C.te Navy 60):