Giovedi 23 novembre 2006, Milano.
Aggiungerei anche "Esterno, giorno", dal momento che è effettivamente una bella giornata di sole. Una di quelle giornate di cui la mia Milano è troppo parca in questa stagione.
Qualche giorno fa ho ricevuto l'invito a partecipare ad un convegno sulla "business strategy" nell'Information Technology, organizzato da un noto service provider con la collaborazione di una enorme software house di fama internazionale e un centro studi altrettanto famoso.
Giornata "casual": niente clienti, niente formalismi. Oggi il cliente sono io, quindi mi vesto comodo, mi godo la location (l'ex convento degli Olivetani a Milano) e mi godo anche il pranzo a buffet.
Ma c'è qualcosa che mi fa scalpitare...
Le quattro ore del convegno filano via piacevolmente, gli argomenti (poco tecnici e molto marketing, pure troppo...) sono interessanti e forniscono un paio di spunti interessanti per capire in quale direzione si muoveràil mercato. E questo non guasta mai.
Ma c'è sempre quel "qualcosa" che mi fa scalpitare...
12:30 termina il seminario. Un paio di domande (una in veritàparecchio fuori rotta, ma pace!) e poi il pranzo.
Non crediate che sia venuto qui per mangiare a scrocco!
Finalmente ecco il mio turno... Una graziosa signorina si avvicina ed educatamente: "Signore.." - mi guardo in giro... sì, vuole proprio me - "stiamo facendo il gruppo, mancano dieci persone... Se vuole seguirmi..."
Tracanno il calice di rosso (ehm... non SOLO per mangiare a scrocco) e la seguo assieme ad altre 19 persone attraverso i chiostri del vecchio convento del 1500.
Sì, perchè quelle mura, dal 1953, ospitano il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
E quindi l'Enrico Toti, S506, IGTO, E.T. :s15:
Credevate davvero che vi tediassi con la semplice cronaca di una mattinata di lavoro!?!?!?! :s11: :s11: :s11:
Arriviamo al padiglione aeronavale e firmiamo le liberatorie.
Totiano, lo sapevi che il "tuo" ET non è a norma 626, per colpa di tutti quei tubi che ci sono sul soffitto?
Disordinati, voi sommergibilisti siete tutti disordinati!!!!
La fanciulla è una guida del Museo, di quelle "esterne" (che non spiegano l'interno del battello) e non spreca nemmeno una parola, ma neanche una congiunzione e un punto e virgola, sul Siluro San Bartolomeo.
Solo un fugace accenno alla Nave Ebe (confermato che non è proprio concesso salire a bordo... vacca boia, e io che volevo sentirmi tanto Master&Commander!) e poi via di fretta verso il battello.
Dall'esterno avrebbe bisogno di una riverniciata, l'elica è rivestita di una patina di ossido (strano che sia successo, proprio a Milano...). Lo stesso vale per gli anodi sacrificali.
Le condizioni esterne sono, nel complesso, molto buone, se si esclude l'orripilante compressore dell'impianto di condizionamento che bivacca appena dietro la sella di prua e, col suo colore "bianco ospedale", è un cazzotto nello stomaco sotto la panciona blu-nero-mimetico di ET.
Nell'attesa, all'esterno, spiego ad un paio di persone il perchè dell'anodo sacrificale, racconto la sciagurata vicenda del misuratore passivo, poi, finalmente, si entra.
La visita è divisa in tre: per ogni comparto c'è una guida che ti racconta qualcosina della zona di battello in cui ti trovi.
Si parte dalla sala macchine dove una fanciulla ci racconta in modo un po' "sentimental-patetico" che questo locale era chiamato "Inferno"... Apprezzo lo sforzo di voler rendere un po' più viva la spiegazione e per educazione tralascio di precisare (pignolo e bastardo...) che i motori elettrici sono due, non uno.
Ha smarcato bene Ianuzzu e Turiddu ed elegantemente si è districata con i bomboloni aria AP (su cui ho tirato una craniata, colpa del caschetto obbligatorio...).
Respiro a pieni polmoni quel poco di puzzo di "vernice-con-residuo-di-nafta" e passo in manovra.
Visto che nessuno ne parla, apro la porta del bagno e mostro il cielo stellato ai miei compagni di visita, affascinati dalle dimensioni extra-compatte dell'unico bagno di bordo.
La visita in manovra scorre via in pochissimo tempo: ci fanno vedere il tavolo di carteggio, i TTOO e TTVV, il periscopio, la CCRG e poi la luce rossa.
E qui accade il primo misfatto: la luce rossa era usata per segnalare all'equipaggio che fuori era notte (e così chi montava di guardia poteva schiacciare una pennica...). Timidamente mi faccio avanti e spiego che effettivamente la luce rossa permetteva anche di annullare l'effetto "abbagliamento" per chi doveva guardare fuori dal periscopio...
Si passa a prora dove una ragazza ci racconta come fosse comoda la vita del comandante, con l'unica cabina singola... Sai che c**o dormire sopra ai convertitori, sotto al condizionatore e in coabitazione con quel b@*t@%do del cuoco!
Lanciafumate: questo illustre sconosciuto...
Poi la spiegazione del funzionamento dei TTLLSS.
Si mette il siluro nel tubo, poi il tubo si riempie d'acqua e il siluro è sparato fuori con l'aria compressa (ma non era swim out?).
Attaccato al siluro c'è un filo che dopo 300 metri si strappa e fa attivare il siluro (non ho capito se il principio è quello dei motori fuoribordo o piuttosto quello della sicura delle granate...), "altrimenti il siluro ci esplode addosso...". :s14:
Esco, raccontando a due o tre persone come funziona la garitta di fuoriuscita e le tute MK7 e MK8...
Nel complesso, devo dire che non hanno sparato troppe bestiate, ma hanno anche parlato troppo poco del battello...
Non sarebbe male se le guide avessero una scheda comprensiva di qualche aneddoto (quando il Toti ha affondato la Roosvelt, o la pesca al palombo di Luciano) che renda più vivace e meno "leziosa" la spiegazione.