La risposta "di pancia" vorrebbe che fosse giusto, anzi giustissimo, lasciarli alla deriva con poca acqua come nel XVIII secolo.
La risposta "di testa" vorrebbe che fosse sufficiente risolvere i problemi che stanno alla radice del loro essere pirati.
A mio avviso il problema non può essere sdoganato nè in un modo, nè nell'altro. Il rasoio di Ockham non funziona nelle cose spicciole della vita di tutti i giorni, figuriamoci quando si vogliono affrontare problemi di questa caratura!
La soluzione di pancia non è certo risolutiva: morto un pirata se ne fa - solitamente - un altro (e forse anche due o tre).
Tuttavia metterli in una prigione occidentale per qualche mese e poi rispedirli al mittente non è metodo più efficace: vedono da lontano il benessere dell'occidente (a volte mi chiederei anche quale) senza poterne attingere a piene mani. Così ne aumenti l'astio e il risentimento, in sostanza produci dei pirati ancora più in*****ti...
Il problema ha certamente una forte componente di base da ricercarsi nella povertà: molti (ma non tutti) si danno alla pirateria perchè la considerano una via breve ed efficace per risolvere la propria situazione di miseria.
Tuttavia come si fa a risolvere la povertà del terzo mondo? Personalmente non ho la risposta in tasca e mi sembra che sia una discussione che va avanti da molti anni senza una soluzione definitiva (e questa mia idea è suffragata dal fatto che non si riesce a risolvere il problema dei poveri nemmeno nel "primo" mondo...).
Tutte le soluzioni adottate fino ad oggi non sembrano essere molto efficaci, ma non credo si possa dare la colpa solo ed unicamente all'occidente che non fa, fa poco, fa troppo...
Alla fine, pensiamoci: dare i soldi ai governi con i fantastici piani del Fondo Monetario Internazionale significa permettere a dei trogloditi con velleità dittatoriali di armarsi fino ai denti mentre la loro gente muore di fame, mentre sfamare la gente con i vari programmi di aiuti significa alimentare solo delle forme di "parassitismo" (passatemi il termine...) che non daranno mai la possibilità a questa gente di crescere economicamente, umanamente e professionalmente (oltre al fatto che spesso i convogli di aiuti alimentari vengono depredati da pirati - di mare o di terra non fa differenza). Le forme di finanziamento diretto o di microcredito portano con sè l'effetto collaterale di esporre i singoli individui (quelli con voglia di sbattersi, inventiva e buona volontà) al taglieggiamento da parte di chi, tutto sommato, con il crimine ci campa a meraviglia.
Forse si potrebbe trovare una soluzione a metà strada tra pancia e testa, punendo con durezza chi tira le fila della pirateria (mercanti di armi, trafficanti di varia natura ecc...), penalizzando economicamente chi alla pirateria si dedica e commissariando (sì, penso ad un commissariamento simile a quello che adotta il Governo con le amministrazioni comunali che non riescono a funzionare) i governi che non utilizzano correttamente gli aiuti economici.
Ma temo che neppure questo sarà risolutivo...
Ciao
Silvio