Non lo conoscevo, grazie per la segnalazione.
Sull'atomica di Hitler: ho letto l'edizione inglese del libro e quell'accenno alle cariche cave mi era sfuggito, ma bisognerebbe avere sottomano l'edizione originale per vedere cosa c'era esattamente scritto, vista la quantità allucinante di svarioni tecnici prodotta dai traduttori.
Rimangono comunque diversi dati di fatto: le prove dell'esistenza di questa bomba non ci stanno, continuare a ripresentarla serve solo a buttar benzina sul fuoco di quello che minaccia diventare un flame. La Germania non aveva la capacità scientifica, umana, economica, finanziaria, industriale, per costruire la bomba, che fu uno sforzo immane perfino per gli USA. Con buona pace di qualche studente di Harvard, una bomba atomica non si costruisce nella cantina di casa, fra l'altro la distruzione degli impianti dell'acqua pesante in Norvegia, e il sostanziale sabotaggio (da parte del direttore) di quello di Merano, rendevano impossibile la costruzione di un reattore moderato.
A questo potremmo aggiungere altre considerazioni, quali l'eccessiva dispersione del programma nucleare fra enti (perfino le poste!), ministeri e forze armate, la dispersione dei laboratori di ricerca per sfuggire all'offensiva aerea alleata, l'assenza quasi totale di appoggio governativo al progetto.
Il Manhattan Project non soffrì di nessuna di queste carenze strutturali, fu un unico progetto, un gruppo di scienziati che vi lavoravano collegati fra loro, non dipendenti di diversi ministeri che si fregavano la sedia da sotto per mostrare al Fuhrer quanto erano più bravi, godette di un forte appoggio governativo, di ingenti e, praticamente, illimitate risorse finanziarie e di manodopera, beneficiò dell'immenso potenziale industriale americano intoccato, vorrei ricordare, da ogni offensiva aerea.
Linko un articolo uscito quasi in contemporanea a Hitler's Bomb: Hiroshima lasciò increduli i fisici tedeschi