

Ursus Atlanticus
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About Ursus Atlanticus

- Birthday 10/20/1967
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Gender
Male
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Campo san Martino (PD)
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Sommergibili classe " Balilla " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " Balilla " 2°: Tipo: sommergibile di grande crociera Dislocamento: - in superficie: 1.450 t - in immersione: 1.904 t Dimensioni: - Lunghezza: 86,75 m - Larghezza: 7,80 m - Immersione: 4,78 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel FIAT più 1 motore ausiliario, 2 eliche - Potenza: 4.000 cv motori principali, 425 cv motore ausiliario - Velocità max. in superficie: 17,5 nodi (7,0 nodi con motore ausiliario) - Autonomia in superficie: 3.000 miglia a 17,0 nodi - 7.050 miglia a 8,5 nodi (12.000 miglia a 7 nodi con motore ausiliario) Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Savigliano - Potenza: 2.000 cv - Velocità max: 8,9 nodi - Autonomia in immersione: 8 miglia a 8,9 nodi - 110 miglia a 3,0 nodi Armamento: - 6 tls AV da 533 mm, 8 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 533 mm, 4 siluri da 533 mm - 1 cannone da 120/27 mm (dopo il 1934 sostituito con 120/45 mm) - 4 mitragliatrici 13.2 binate - 1 tubo lanciamine, 4 mine Equipaggio: 7 ufficiali, 70 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m Schema compartimentazione e sezione ordinate principali da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Unità della classe " Balilla " 2°: Regio sommergibile BALILLA 2° Cantiere: Odero-Terni, La Spezia Impostazione: 12.01.1925, Varo: 20.02.1927, Consegna: 21.07.1928, In disarmo: 28.04.1941, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile Domenico MILLELIRE Cantiere: Odero-Terni, La Spezia Impostazione: 19.01.1925, Varo: 19.09.1927, Consegna: 11.08.1928, In disarmo: 15.04.1941, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile Enrico TOTI Cantiere: Odero-Terni, La Spezia Impostazione: 26.01.1925, Varo: 14.04.1928, Consegna: 20.09.1928, In disarmo: 01.04.1943, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile Antonio SCIESA Cantiere: Odero-Terni, La Spezia Impostazione: 20.10.1925, Varo: 18.08.1928, Consegna: 12.04.1929, Affondato: 12 novembre 1942, Radiazione: 18.10.1946 Vista laterale da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Generalità di classe Agli inizi degli anni 20 gli accenni di ripresa dell'economia italiana permisero di iniziare il rinnovamento della flotta e, in particolare, della componente subacquea. L'esperienza della Grande Guerra insegnava che il sommergibile poteva portare l'offesa al traffico in mari lontani e dominati dal nemico. Fu così decisa la costruzione di battelli di elevato dislocamento, in grado di operare fuori dal Mediterraneo per lunghi periodi, e assegnata la realizzazione al cantiere Ansaldo - S. Giorgio del Muggiano (dal 1925 divenuto Odero-Terni). Nello stesso periodo, il 1925, anche la Marina Brasiliana evidenzio la stessa necessità e aggiunse un battello ai 4 gia ordinati al cantiere spezzino e i cui nomi saranno: Balilla, Millelire, Toti, Sciesa e il brasiliano Humaità, Si rivelo un buon progetto, tanto che l'Humaità resto in servizio fino agli anni '50, e la Marina Italiana li testo con lunghe e impegnative crociere e applicando diverse modifiche nel tempo che consentirono, successivamente, di sviluppare la classe "Calvi". I "Balilla" erano a doppio scafo totale: quello interno, resistente a 100 metri, era costituito da un fuso di forma cilindrica terminante in due tronchi di cono; quello esterno era formato da una struttura leggera comprendente i compartimenti allagabili e l'intercapedine a libera circolazione. Le casse emersione, rapida, assetto ed i depositi dei lubrificanti erano interni allo scafo resistente mentre la dotazione del combustibile era promiscuamente suddivisa all'interno e fra i doppi fondi. Oltre ai motori termici principali di propulsione le unità disponevano di un gruppo elettrogeno tipo Fiat Q 304, da 425 HP, per la carica delle batterie accumulatori, l'erogazione di energia per i servizi ausiliari ed anche per la propulsione fornendo energia ai due motori elettrici principali. Il cannone che inizialmente era un 120/27 scudato e sistemato immediatamente a proravia della torretta, con la quale formava un blocco apparentemente unico, fu sostituito nel 1934 da un 120/45 che venne spostato più a proravia; all'incirca nella stessa epoca furono aboliti gli alberetti delle antenne radio a seguito dell'adozione ormai generalizzata dell'aereo a draglia; con tali modifiche la sagoma delle unità della classe cambiò sensibilmente. Nel progetto iniziale era previsto un tubo lanciamine fissato sullo scafo resistente all'estremità poppiera atto a contenere quattro mine lanciabili dall'interno del sommergibile; tale sistemazione venne però utilizzata tecnicamente, soltanto sullo Sciesa. Esisteva inoltre un telemetro periscopico formato da due parti ben distinte: un telemetro ed un periscopio. Il telemetro era sostanzialmente un classico telemetro mono-statico a coincidenza e l'apparato poteva essere usato come un periscopio di esplorazione. Il telemetro periscopico poteva essere alzato e ammainato mediante un sistema di sollevamento a fune azionato da un motore elettrico. Caratteristiche principali del telemetro periscopio: Lunghezza periscopica: m 8,50 Base del telemetro: m 1,50 Ingrandimenti: 22 Movimento di brandeggio: illimitato Movimento di elevazione: ± 15 In queste due immagini successive che ritraggono il sommergibile Balilla, possiamo notare il particolare "periscopio-telemetro", di cui sopra il disegno, in posizione di massima elevazione ed in posizione ritratta. da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti I "Balilla" dettero buoni risultati, se commisurati alle tecniche del tempo, nei primi anni d'impiego; la loro efficienza bellica scadde però ben presto per il rapido deterioramento del materiale; allo scoppio della seconda guerra mondiale i "Balilla" erano pochissimo efficienti ed abbisognavano di lunghi periodi di lavori dopo ogni sia pur breve missione. Disegno delle modifiche apportate ai battelli durante la II Guerra Mondiale da "I sommergibili della II Guerra Mondiale" di E. Bagnasco - Albertelli editore - 1973 Attività di classe Le quattro unità furono assegnate alla 1^ squadriglia, detta di "grande crociera" della flottiglia di base a Spezia e già nel 1929 effettuarono una crociera fino a Lisbona. Fra il marzo e l'ottobre 1933 Balilla e Millelire, in concorso con le vedette Biglleri e Matteucci, compirono una lunga missione nell'Atlantico del Nord per assistenza alla trasvolata atlantica della 2^ Squadra aerea, che fu detta del "decennale"; in tale occasione i sommergibili toccarono Madera, le Bermude e tutti i maggiori porti atlantici del Canadà e degli Stati Uniti. Questa crociera fu particolarmente impegnativa per la sua lunga durata e per le difficoltà nautiche e meteorologiche incontrate e felicemente superate; l'assistenza al volo, specie per i collegamenti radio, fu efficiente al punto da meritare specifico elogio ai comandanti delle quattro unità italiane in mare. Dal settembre 1933 al febbraio 1934 Sciesa e Toti effettuarono il periplo dell'Africa via Suez-Capetown-Gibilterra toccando oltre venti porti africani; come la crociera nel Nord Atlantico collaudò favorevolmente i "Balilla" all'impiego oceanico incondizionato, quella del periplo dell'Africa ne dimostrò l'attitudine a lunghe permanenze in mari tropicali. Anche il felice esito di questo periplo fu motivo di elogio ai comandanti ed agli equipaggi delle unità che vi furono impegnati. Negli anni che seguirono le unità, oltre al normale addestramento, effettuarono piccole crociere in Mediterraneo fra le quali la più lunga fu quella compiuta da Balilla e Millelire nel 1934 fino ad Alessandria via Pireo toccando, durante il ritorno, i porti italiani del Nord Africa. Durante la guerra di Spagna, fra il dicembre 1936 e il settembre 1937, i quattro battelli effettuarono complessivamente sette missioni speciali per un totale di cento giorni di mare. I battelli Sciesa, Humaytà e Balilla in allestimento al Muggiano. da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti
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Sommergibili classe " Pisani " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " Pisani ": Tipo: sommergibile di media crociera Dislocamento: - in superficie: 880 t - in immersione: 1058 t Dimensioni: - Lunghezza: 68,20 m - Larghezza: 6,09 m - Immersione: 4,93 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel TOSI, 2 eliche - Potenza: 3.000 cv - Velocita max. in superficie: 17,3 nodi iniziali e 15,0 nodi effettivi dopo l'applicazione delle controcarene - Autonomia in superficie: 1.600 miglia a 17 nodi - 4.230 miglia a 9,3 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione C.G.E. - Potenza: 1.100 cv - Velocita max: 9,2 nodi iniziali e 8,2 nodi effettivi dopo l'applicazione delle controcarene - Autonomia in immersione: 8 miglia a 9,2 nodi - 70 miglia a 4 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 533 mm, 3 siluri da 533 mm - 1 cannone da 102/35 mm - 2 mitragliatrici 13.2 singole Equipaggio: 5 ufficiali, 44 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Unità della classe " Pisani ": Regio sommergibile Vettor PISANI Cantiere: Cantiere Navale Triestino, Monfalcone Impostazione: 08.12.1925, Varo: 24.09.1927, Consegna: 16.06.1929, Radiazione: 01.02.1946 Regio sommergibile Marcantonio COLONNA Cantiere: Cantiere Navale Triestino, Monfalcone Impostazione: 03.12.1925, Varo: 26.12.1927, Consegna: 10.07.1929, In disarmo: 01.06.1942, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile Giovanni BAUSAN Cantiere: Cantiere Navale Triestino, Monfalcone Impostazione: 27.01.1926, Varo: 24.03.1928, Consegna: 15.09.1929, In disarmo: 18.05.1942, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile DES GENEYS Cantiere: Cantiere Navale Triestino, Monfalcone Impostazione: 01.02.1926, Varo: 14.11.1928, Consegna: 31.10.1929, In disarmo: 28.05.1942, Radiazione: 18.10.1946 Vista di profilo del sommergibile Vettor PISANI da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Generalità di classe Quasi contemporaneamente alla progettazione delle unità tipo "Mameli" da parte dell'ing. Cavallini, la Marina affidò al generale g.n. Bernardis l'incarico di progettare un altro tipo di sommergibile di medio tonnellaggio. Nacque così il tipo detto a semplice scafo, anch'esso tutto a sezioni circolari con calotte semisferiche estreme, che si differenziava dallo scafo tipo "Cavallini" perché aveva i doppi fondi principali, resistenti e centrali, nell'interno dello scafo. Lo sviluppo che ebbero in seguito le unità di tipo "Bernardis" portò a modifiche del progetto iniziale; nella Marina Italiana furono comunque denominati tipo "Bernardis" i sommergibili succeduti ai "Pisani" e tipo "Cavallini" quelli che derivarono dai "Mameli". Come già accennato lo scafo di queste unità, cilindrico nella sua parte centrale, era raccordato con due tronchi di cono che terminavano con calotte semisferiche dalle quali partivano gli avviamenti leggeri esterni. I doppi fondi principali erano contenuti fra lo scafo e un cilindro interno resistente interessante la sola parte centrale del sommergibile; nell'interno dei doppi fondi erano ricavate le casse emersione, rapida e compenso; anche i depositi combustibili erano tutti interni allo scafo resistente. La particolare struttura centrale di questo tipo di sommergibile ne accresceva sensibilmente la robustezza longitudinale aumentando altresì la sicurezza della camera manovra contro gli investimenti, gli urti e gli scoppi di bombe subacquee. Ma dalle prove effettuate emerse subito che questi battelli avevano una deficiente stabilità trasversale; deficienza che non poté essere eliminata con variazioni di pesi e di sistemazioni interne: fu perciò necessario rivedere e modificare radicalmente il progetto iniziale. Le modificazioni implicarono la sistemazione di due controcarene esterne all'altezza del bagnasciuga così da aumentare decisamente l'area di galleggiamento nella parte centrale del sommergibile; l'interno delle controcarene venne adibito a doppi fondi laterali resistenti e, in parte, a depositi leggeri di combustibile; conseguentemente furono modificate molte sistemazioni di bordo e lo stesso dosaggio del sommergibile dovette essere completamente riveduto. Nei progetti "Bernardis" che seguirono quello dei "Pisani" le contro-carene furono poi sempre mantenute: divennero anzi una delle caratteristiche di questo tipo di sommergibile. I "Pisani", oltre alla deficienza già segnalata, non fornirono prestazioni molto soddisfacenti; la loro attività fu spesso limitata da avarie di vario genere, proprie dei prototipi non perfettamente indovinati; allo scoppio del secondo conflitto mondiale la loro efficienza bellica era molto ridotta; furono perciò ben presto tolti dal nucleo delle unità operanti. Lo sviluppo dei sommergibili tipo "Bernardis" imponeva quindi di ap portare sensibili migliorie al progetto dei "Pisani" fruendo sia della esperienza acquisita che di quelle migliori apparecchiature che l'industria andava perfezionando. Disegno con le modifiche delle torrette effettuate durante la Seconda Guerra Mondiale da "Sommergibili in guerra " di E. Bagnasco, Albertelli Editore - 1994 Attività di classe Le unità formarono la 5^ Squadriglia di Media Crociera con base Napoli ove ultimarono le prove ed iniziarono il normale addestramento. Nel 1930 il Pisani effettuò una crociera di prova in Atlantico toccando Las Palmas ed alcuni porti spagnoli sulle rotte di rientro. Tutta la squadriglia, sempre nel 1930, compì un lungo giro in Mediterraneo, toccando porti della Grecia e le isole del Dodecaneso; il Colonna si spinse fino a Porto Said rientrando poi via Tripoli. Nel 1935 la squadriglia venne trasferita a La Spezia alle dipendenze del 1° Gruppo Sommergibili e nel 1936 fu destinata a Lero ove formò la 2^ Squadriglia del Sesto Gruppo Sommergibili. Durante la guerra di Spagna Colonna, Des Geneys e Pisani effettuarono ciascuno una missione speciale per la durata complessiva di 41 giorni. Nel 1938 i " Pisani " passarono alle dipendenze del 3° Gruppo Sommergibili (Messina) costituendo la 31^ Squadriglia. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale le unità effettuarono alcune brevi missioni di guerra senza partecipare ad azioni belliche; essendo la loro efficienza molto scaduta furono però quasi subito tolte dal nucleo dei sommergibili operanti e inviate a Pola per la Scuola sommergibili, ad eccezione del Colonna che venne destinato a missioni di agguato protettivo, prima nel Golfo di Napoli e poi in quello di Genova, finché nel giugno 1942 fu posto in disarmo e adibito a pontone di carica nel porto di Genova. Le unità destinate alla Scuola Sommergibili disimpegnarono notevole attività addestrativa che incise ulteriormente sulla loro efficienza tanto che nella primavera del 1942 Bausan e Des Geneys vennero posti in disarmo e adibiti, il primo a deposito combustibile (con sigla G.R. 251) ed il secondo a pontone di carica. Il Pisani, in migliori condizioni generali d'efficienza, continuò invece a prestare utile servizio fra Pola e Fiume per la Scuola Sommergibili; all'armistizio del settembre 1943 raggiunse Taranto, effettuò importanti lavori a Napoli e poi tornò a Taranto nel marzo 1944 per essere impiegato in esercitazioni eco-goniometriche, principalmente con unità italiane di superficie, ed effettuare uscite per gli allievi delle Scuole fino alla fine del conflitto. L'unità non fu quindi più impiegata. Una foto "invernale" di Monfalcone nel 1928, che ritrae i battelli classe "Pisani" in banchina nel periodo delle prove di collaudo e accettazione dei sommergibili da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti
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Sommergibili classe " Mameli " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Catteristiche generali della classe " Mameli ": Tipo: sommergibile di media crociera Dislocamento: - in superficie: 842,5 t - in immersione: 1010 t Dimensioni: - Lunghezza: 64,64 m - Larghezza: 6,52 m - Immersione: 4,31 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel Tosi, 2 eliche - Potenza: 3.000 cv - Velocità max. in superficie: 17,2 nodi - Autonomia in superficie: 1.703 miglia a 17,2 nodi - 7.100 miglia a 6,9 nodi (in sovraccarico) Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione C.G.E. - Potenza: 1.100 cv - Velocita max: 7,7 nodi - Autonomia in immersione: 7,5 miglia a 7,7 nodi - 80 miglia a 4,0 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 533 mm, 4 siluri da 533 mm - 1 cannone da 102/35 mm (150 proiettili) - 2 mitragliatrici 13.2 singole (6000 colpi) Equipaggio: 5 ufficiali, 44 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Unità della classe " Mameli ": Regio sommergibile Goffredo MAMELI Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 17.08.1925, Varo: 09.12.1926, Consegna: 20.01.1929, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile Pier CAPPONI Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 27.08.1925, Varo: 19.06.1927, Consegna: 20.01.1929, Affondato: 31 marzo 1941, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile Giovanni DA PROCIDA Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 21.09.1925, Varo: 01.06.1928, Consegna: 20.01.1929, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile Tito SPERI Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 28.09.1925, Varo: 25.05.1928, Consegna: 20.08.1929, Radiazione: 01.02.1948 Generalità di classe Dopo la stasi nelle costruzioni navali, verificatasi negli anni successivi alla fine del primo conflitto mondiale, i sommergibili di questa classe segnarono, per primi, la ripresa dell'attività costruttiva di unità subacquee, ripresa che si sviluppò poi con ritmo serrato negli anni che seguirono. I " Mameli " furono progettati dall'ing. Cavallini in collaborazione con i cantieri Tosi di Taranto ai quali la Regia Marina affidò, nel 1924, la costruzione delle quattro unità subacquee del tipo. Il nuovo concetto introdotto nel progetto fu quello — nuovo per l'Italia — dello scafo resistente tutto a sezioni circolari, chiuso agli estremi da calotte semisferiche; ciò permise di conseguire una elevata robustezza dello scafo e di raddoppiare, conseguentemente, la quota massima d'immersione rispetto ai battelli di precedente costruzione. I doppi fondi (4) e i depositi combustibili erano tutti esterni in due specie di borse applicate sui fianchi dello scafo resistente ed interessanti circa i 2/3 della sua lunghezza. Questo tipo di costruzione fu detto a doppio scafo parziale nella Marina Italiana o anche tipo Cavallini; la Marina Germanica lo chiamò con "Satteltank" (con doppi fondi a sella), felice espressione figurativa della sezione trasversale maestra di questo tipo di scafo. Sezione all'ordinata n.78 di un battello classe "Mameli", che mette in risalto la tipologia di costruzione "Cavallini" o a doppio scafo parziale. "Sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" - A. Turrini - USMM (1990) Nelle unità della classe " Mameli " vennero, per la prima volta, adottate le casse emersione e rapida immersione, ambedue resistenti, ubicate nell'interno dello scafo nella parte inferiore della camera di manovra divisa circa a metà da un ponte orizzontale resistente. I " Mameli " furono sommergibili particolarmente ben riusciti; robusti, veloci e manovrieri, stabili in quota, spaziosi, comodi. Nel 1942 la robustezza dello scafo era ancora talmente soddisfacente che venne deciso di " svuotare " le tre unità superstiti, di dotarle di nuovi motori di maggior potenza (2.000 HP), delle più recenti apparecchiature e di aggiornare le sistemazioni che l'esperienza bellica aveva ormai reso necessarie. I lavori furono ultimati nell'estate del 1943 e le unità dettero ulteriore buona prova fino alla loro radiazione. In evidenza le modifiche alle torrette effettuate durante la II Guerra Mondiale.da "Sommergibili in guerra" di E. Bagnasco - Albertelli Editore - 1994, per g.c. Sergio Mariotti Attività di classe Le unità vennero riunite nel 1929 nella Squadriglia di Media Crociera, della Flottiglia di Taranto, che poi divenne 4^ Squadriglia nel 1930. Nel 1929 la squadriglia, eccettuato lo Speri, dislocato per breve tempo a Tripoli, effettuò una lunga crociera toccando i porti mediterranei della Spagna e spingendosi in Atlantico ove toccò Cadice e Lisbona. Lo Speri, nel febbraio-marzo 1930, fu inviato in Atlantico ove rimase per 19 giorni toccando Las Palmas; questa, e la lunga crociera del 1929, dimostrarono le buone attitudini dei "Mameli" a battere gli oceani e a permanere a lungo sia in mare sia lontani dalle basi. Sempre nel 1930 la squadriglia, escluso il Da Procida, effettuò una crociera in Grecia e nel Dodecaneso; il Mameli raggiunse Porto Said e, prima di rientrare in Italia, toccò Tripoli. Nel 1931 la squadriglia venne destinata a Napoli ove rimase fino al 1934: in questo periodo, nel maggio 1933, effettuò una crociera addestrativa di circa venti giorni toccando Salonicco, Lero e Rodi con risultati molti soddisfacenti. Nel 1934 la squadriglia tornò a Taranto e divenne la 9^ Squadriglia della Terza Flottiglia continuando il normale addestramento e compiendo brevi crociere in porti italiani e del Dodecaneso. Durante la guerra di Spagna il Capponi (2), il Da Procida (2) e lo Speri ( 1) effettuarono cinque missioni speciali della durata complessiva di trentotto giorni. La squadriglia rimase a Taranto fino al 1939 assumendo la denominazione, prima di 12^(1935), poi di 41^ (1938); venne poi dislocata a Messina alle dipendenze del Terzo gruppo sommergibili come 31^' Squadriglia. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale le unità iniziarono la loro attività bellica effettuando missioni di agguato secondo le allora vigenti disposizioni d'impiego. Il sommergibile Goffredo MAMELI attraversa il canale navigabile di Taranto, nei primi anni di attività (collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999)
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Regio sommergibile Pietro MICCA Fino al sacrificio da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali: Tipo: Sommergibile posamine Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 15 ottobre 1931 Varo: 31 marzo 1935 Consegna: 1 ottobre 1935 Affondato: 29 luglio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Dislocamento - in superficie: 1.567 t - in immersione: 1.967 t Dimensioni - Lunghezza: 90,30 m - Larghezza: 7,70 m - Immersione: 5,30 m Apparato motore in superficie: 2 motori Diesel Tosi, 2 eliche - Potenza complessiva: 3.000 cv - Velocità max. in superficie: 15,5 nodi - Autonomia in superficie: 2.600 miglia a 14,5 nodi - 6.400 miglia a 9,0 nodi Apparato motore in immersione: 2 motori elettrici di propulsione Marelli - Potenza complessiva: 1.500 cv - Velocità : 8,5 nodi - Autonomia in immersione: 7 miglia a 8,5 nodi - 60 miglia a 3,0 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 533 mm, 4 siluri da 533 mm - 2 cannoni da 120/45 mm - 4 mitragliatrici 13.2 binate - 20 mine Equipaggio: 7 ufficiali, 65 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m Sezione longitudinale e piano di copertino, tratto dai piani generali dell'A.N.B. Generalità L'idea di disporre di un tipo di sommergibile posamine e silurante, che non fu realizzata con le unità delle classi "Balilla" e "Fieramosca", portò allo studio di un tipo di unità subacquea che avesse una dotazione di mine sufficiente a costituire ovunque uno sbarramento di modesta entità e potesse anche essere impiegata incondizionatamente come silurante su tutti i mari. Il progetto fu elaborato dal Cavallini e l'ordinazione fu passata ai cantieri Tosi che impostarono il sommergibile nell'ottobre 1931; la costruzione durò quattro anni. Il sommergibile era a doppio scafo parziale; quello interno, resistente a 100 metri, nella sua parte centrale conteneva due cilindri eccentrici, pure resistenti, uniti a forma di 8 e destinati, il superiore a camera di manovra e l'inferiore a camera mine: nell'interspazio fra le due strutture resistenti trovavano posto le casse emersione, rapida, assetto e compenso mine; lo scafo leggero esterno delimitava i doppi fondi (4) nella sua parte centrale e, agli estremi, i depositi combustibile. L'armamento dell'unità risultò ben distribuito e adeguato al dislocamento; il sommergibile dette prova di buone qualità nautiche, ebbe confortevoli sistemazioni per il personale e risultò abbastanza manovriero. Anche questa unità, come il "Fieramosca", non venne riprodotta in altri esemplari, ma non perché nel corso dell'esercizio avesse palesato delle deficienze, bensì a causa del suo elevato costo e perché era già in corso la progettazione di altri tipi di posamine siluranti che, con un dislocamento sensibilmente inferiore, avrebbero potuto avere un armamento simile a quello del Micca. tratto da "Sommergibili italiani fra le due Guerre Mondiali" di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Attività operativa Assegnato al Gruppo Sommergibili di Taranto, nell'ottobre del 1935 iniziò il normale addestramento sia come unità singola sia, successivamente, in collaborazione con altri sommergibili per sperimentare un sistema di sbarramento mobile. Nell'ottobre del 1936 compì una crociera a Tripoli toccando porti della Sicilia e Pantelleria. Durante la guerra di Spagna effettuò tre missioni speciali rispettivamente della durata di dodici, ventitré e diciotto giorni. Il 5 maggio 1938, in occasione della rivista navale in onore di Hitler a Napoli, il Micca alzò l'insegna di unità ammiraglia dei sommergibili italiani. Dalla fine del 1938 all'inizio della seconda guerra mondiale fu distaccato presso il Gruppo di La Spezia per lavori e a Livorno a disposizione dell'Accademia Navale. Il Micca iniziò la propria attività bellica con la posa di due sbarramenti presso Alessandria, effettuati nel giugno e nell'agosto 1940; nel corso della missione di agosto lanciò contro un cacciatorpediniere avversario senza poter accertare l'esito del lancio. Dopo un lungo periodo di lavori e di modifiche il Micca, dal marzo del 1941, fu principalmente adibito al trasporto di benzina e materiali alle basi oltremare. Durante le prime due missioni di trasporto a Lero ebbe occasione di attaccare navi avversarie senza possibilità di accertare l'esito dei lanci; fu a sua volta attaccato e colpito da siluro da unità subacquea avversaria il 5 aprile 1941 nei pressi di Lero: le avarie riportate permisero tuttavia al Micca di entrare in porto e di raggiungere in seguito Taranto per le riparazioni. Durante ulteriori undici missioni di trasporto non effettuò azioni contro forze avversarie; fu invece attaccato due volte da aerei senza peraltro riportare avarie. Complessivamente, in tredici missioni di trasporto, fra il marzo 1941 e il maggio 1943, trasportò benzina e munizioni per 2.163 tonnellate con destinazione Lero (2), Bengasi (8) e Tripoli (3). II 29 luglio 1943, mentre rientrava a Taranto in seguito ad avaria, il Micca fu silurato presso S. Maria di Leuca dal sommergibile britannico Trooper; colpita al centro, l'unità affondò rapidamente e solo diciotto persone, fra le quali il comandante, sopravvissero. Video sul ritrovamento del sommergibile Pietro MICCA (2°) Taranto 31 marzo 1935, foto ufficiale del varo del sommergibile Pietro MICCA da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 Il sommergibile MICCA 2° in fase di emersione, tratto da "Sommergibili italiani fra le due Guerre Mondiali" di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Il sommergibile MICCA 2° durante la guerra con livrea mimetica, tratto da "Sommergibili italiani fra le due Guerre Mondiali" di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Dettaglio del cannone prodiero del sommergibile Pietro MICCA da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 Il sommergibile Pietro MICCA a Taranto l'8 febbraio 1941, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999
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Classe Barbarigo (1915)
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Regio sommergibile Agostino BARBARIGO (1°) Par animo gloria (Pari all'animo la gloria) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 22 ottobre 1915 Varo: 18 novembre 1917 Consegnato: 10 settembe 1918 Radiazione: 1 maggio 1928 attività operativa Entrato in linea operativa già dal 23 luglio del 1918 il battello, al comando del CC Carlo De Donato, non fece in tempo a partecipare a nessuna missione bellica prima della fine del conflitto mondiale. All'atto dell'armistizio passò in forza alla Flottiglia Sommergibili di grosso tonnellaggio, con base a Spezia. Partecipò, nel settembre 1923, all'occupazione di Corfù e nel 1925 passò alle dipendenza operative del Comando Divisione Sommergibili. Al comando del CC Raffaele De Courten, partecipò alle grandi manovre dell'agosto 1924 e 1925. Dal 18 dicembre dello stesso anno l'unità passo a disposizione dell'Accademia Navale di Livorno per l'istruzione degli allievi. Il 18 marzo 1928, al comando del CC Edoardo Somigli, passo alle dipendenze della 1^ Flottiglia Sommergibili e successivamente radiato. -
Sommergibili classe " N " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " N ": Tipo: sommergibile di piccola crociera Dislocamento: · in superficie: 277 t · in immersione: 363 t Dimensioni: · Lunghezza: 45,90 m · Larghezza: 4,28 m · Immersione: 3,17 m Apparato motore in superficie: N 1 - N 4 2 motori Diesel Sulzer, N 5 - N 6 2 motori Diesel Tosi, due eliche Potenza: N 1 - N 4 650 CV, N 5 - N 6 700 CV Velocità max. in superficie: N 1 - N 4 12,5 nodi, N 5 - N 6 13,5 nodi Autonomia in superficie: N 1 - N 4 1300 miglia marine a 8 nodi, N 5 - N 6 1485 miglia marine a 8,5 nodi Apparato motore in immersione: 2 motori elettrici Ansaldo - Potenza: 400 CV - Velocità in immersione: 7,70 nodi - Autonomia in immersione: N 1 - N 4 45 miglia marine a 2 nodi, N 5 - N 6 50 miglia marine a 2 nodi Armamento: - 2 tls AV da 450 mm, 4 siluri - 1 cannone da 76/30 a.a. Equipaggio: 2 ufficiali, 21 sottufficiali e marinai Profondità di sicurezza: 40 m Unità della classe " N ": Regio sommergibile N 1 Cantiere: Ansaldo, Sestri Ponente - Genova Impostazione: 01.03.1916, Varo: 06.09.1917, Consegna: 20.07.1918, Radiazione: 01.10.1930 Regio sommergibile N 2 Cantiere: Ansaldo, Sestri Ponente - Genova Impostazione: 01.03.1916, Varo: 26.01.1918, Consegna: 15.12.1918, Radiazione: 01.05.1928 Regio sommergibile N 3 Cantiere: Ansaldo, Sestri Ponente - Genova Impostazione: 02.03.1916, Varo: 27.04.1918, Consegna: 13.10.1918 (1919*), Radiazione: 01.08.1935 Regio sommergibile N 4 Cantiere: Ansaldo, Sestri Ponente - Genova Impostazione: 02.03.1916, Varo: 06.10.1918, Consegna: 06.04.1919, Radiazione: 01.08.1935 Regio sommergibile N 5 Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 24.08.1916, Varo: 18.11.1917, Consegna: 12.01.1919, Radiazione: 10.07.1929 Regio sommergibile N 6 Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 24.08.1916, Varo: 20.09.1918, Consegna: 06.06.1919, Radiazione: 01.08.1935 * TUTTE LE NAVI MILITARI D'ITALIA 1861 - 2011 di Franco Bargoni Camera di manovra in allestimento di un sommergibile classe " N ". (collezione A. Turrini) Generalità di classe Queste unità furono progettate dal ten. colonnello g.n. Bernardis; la costruzione delle prime quattro venne ordinata alla Ditta Ansaldo, mentre per le altre due ci si affidò alla ditta Tosi di Taranto. I battelli erano a semplice scafo, resistente a 40 metri, con doppi fondi e depositi combustibili interni; la forma dello scafo ripeteva quella dei sommergibili classe "Nautilus" con sensibile aumento del dislocamento. Oltre all'ammodernamento degli impianti e delle varie apparecchiature di bordo, questi sommergibili furono dotati di un cannone da 76/30 antiaereo non esistente sul Nautilus. Le due unità costruite dai cantieri Tosi (e con motori Tosi) alle prove conseguirono risultati, in velocità ed autonomia, sensibilmente superiori a quelli delle similari costruite dall'Ansaldo. Alla torretta di alcuni battelli di questa classe fu adattato un paragambe metallico che ne modificò sensibilmente la sagoma. Attività di classe Il solo N 1 partecipa al primo conflitto mondiale con dislocazione fra Brindisi e Valona negli ultimi due mesi di guerra, ma senza partecipare ad azioni belliche. Al termine del conflitto fu dislocato a Taranto ove rimase fino al giugno 1921 insieme con N 5 ed N 6, costruiti nei cantieri Tosi. Nel giugno 1921 i tre battelli si trasferirono a La Spezia, ove erano sempre rimasti N 2, N 3, ed N 4, e furono riuniti nella squadriglia "N" . Oltre alle normali uscite per esercitazioni gli "N" parteciparono a manovre della flotta e a brevi crociere nel Tirreno; a turno furono dislocati temporaneamente a La Maddalena e Livorno, in quest'ultima sede por uscite con gli allievi dell'Accademia Navale. Di seguito due immagini della costruzione dei sommergibili N 1, N 2, N 3 ed N 4 a Sestri ponente negli scali della Ansaldo. (collezione A.Turrini)
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Sommergibili classe "Micca" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "Micca": Tipo: sommergibile di grande crociera Dislocamento: - Dislocamento in superficie: 842 t - Dislocamento in immersione: 1.244 t Dimensioni: - Lunghezza: 63.2 m - Larghezza: 6,20 m - Immersione: 4,6 m Apparato motore superficie: due motori Diesel FIAT (solo per il Torricelli motori Diesel della Tosi), due eliche - Potenza: 2.600 cv - Velocità max. in emersione: 14,5 nodi - Autonomia in emersione: 945 miglia a 14,4 nodi - 2.100 miglia a 10 nodi Apparato motore in immersione: due motori elettrici di propulsione Ansaldo - Potenza: 1.300 cv - Velocità : 11 nodi - Autonomia in immersione: 12 miglia a 10 nodi - 180 miglia a 3 nodi Armamento: - 4 tls AV da 450 mm - 2 tls AD da 450 mm - 8 siluri - 2 cannoni da 76/30 mm a.a. Equipaggio: 4 ufficiali, 36 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 50 m Unità della classe "Micca": Regio sommergibile Pietro MICCA (1°) Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 20/09/1915, Varo: 03/06/1917, Servizio: 28/09/1917, Radiazione: 02/06/1930 Regio sommergibile Luigi GALVANI (1°) Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 20/09/1915, Varo: 26/01/1918, Servizio: 16/06/1918, Radiazione: 01/01/1938 Regio sommergibile TORRICELLI (1°) Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 02/09/1915, Varo: 16/06/1918, Servizio: ??/09/1918, Radiazione: 01/10/1930 Regio sommergibile Angelo EMO (1°) Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: ??/02/1916, Varo: 23/02/1919, Servizio: ??/??/1919, Radiazione: 01/10/1930 Regio sommergibile Lorenzo MARCELLO (1°) Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: ??/02/1916, Varo: 29/09/1918, Servizio: ??/??/1918, Radiazione: 21/01/1928 Regio sommergibile Lazzaro MOCENIGO (1°) Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: ??/02/1916, Varo: 26/07/1919, Servizio: ??/??/1919, Radiazione: 10/04/1937 Generalità di classe Questi sommergibili costituirono un tipo a sé e furono costruiti nel Regio Arsenale di La Spezia su disegni del Comitato per l'esame dei progetti navi, con la cooperazione del capitano g.n. Cavallini. Rappresentarono il primo esperimento della Marina Italiana nel campo dei sommergibili di elevato tonnellaggio con sistemazioni logistiche atte a permettere lunghe permanenze in mare. Le unità erano a doppio scafo totale; lo scafo esterno aveva forma di torpediniera, quello interno era a sezioni molto diverse fra di loro in dipendenza della sistemazione data agli accumulatori sotto un ponte longitudinale che interessava più della metà del sommergibile. Le velocità in superficie, e specialmente in immersione, furono, per quel tempo, decisamente elevate; in caso di impiego per lunghe crociere anche l'autonomia in superficie avrebbe potuto essere di molto maggiorata poiché l'elevatissima riserva di spinta di questi battelli (oltre 32% ) avrebbe permesso un sovraccarico notevole di combustibile sistemato in alcuni dei compartimenti allagabili. La forma della prora, mentre si dimostrò atta a raggiungere elevate velocità in immersione, non si prestava molto alla tenuta al mare nei settori prodieri e pertanto, a cominciare dal 1923, i battelli furono radicalmente modificati nelle sovrastrutture prodiere. Anche la torretta venne modificata con l'adozione di un paragambe fisso; con le modifiche apportate, le unità cambiarono pertanto decisamente il loro aspetto esterno. Questa classe di sommergibili non fu molto indovinata, i battelli risultarono complicati nelle sistemazioni interne, poco manovrieri e soggetti a frequenti avarie ai motori (specie quelli dotati di motori Fiat). Attività di classe Nessuna unità della classe fu pronta in tempo utile per poter partecipare effettivamente ad azioni belliche. I sei battelli della classe fecero sempre parte della Squadriglia sommergibili di La Spezia che, fino al 1921, fu alle dirette dipendenze del Comando delle Forze Navali ed, in seguito, fu suddivisa in squadriglia di pronto impiego, mantenendo la predetta dipendenza, e in squadriglia di riserva dipendente dal Comando di Dipartimento Alto Tirreno. A turno una delle unità di pronto impiego fu messa a disposizione dell'Accademia Navale per esercitazioni degli allievi. Questi sommergibili effettuarono principalmente uscite di allenamento e qualche breve crociera. Il Micca fu dislocato a Taranto nel giugno 1918, ma rientrò a La Spezia alla fine del primo conflitto mondiale.
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Sommergibili classe "Barbarigo" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "Barbarigo": Tipo: sommergibile di media crociera Dislocamento: - Dislocamento in superficie: 796,6 t - Dislocamento in immersione: 926,5 t Dimensioni: - Lunghezza: 67 m - Larghezza: 5,90 m - Immersione: 3,81 m Apparato motore superficie: due motori Diesel FIAT, due eliche - Potenza: 2.600 cv - Velocità max. in emersione: 16,8 nodi - Autonomia in emersione: 690 miglia a 16,8 nodi - 1.850 miglia a 9,3 nodi Apparato motore in immersione: due motori elettrici di propulsione Ansaldo - Potenza: 1.300 cv - Velocità : 9,3 nodi - Autonomia in immersione: 7 miglia a 9,3 nodi - 160 miglia a 1,6 nodi Armamento: - 4 tls AV da 450 mm - 2 tls AD da 450 mm - 10 siluri - 2 cannoni da 76/40 mm a.a. Equipaggio: 4 ufficiali, 36 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 50 m Unità della classe "Barbarigo": Regio sommergibile Agostino BARBARIGO (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 22/10/1915, Varo: 18/11/1917, Servizio: 10/09/1918, Radiazione: 01/05/1928 Regio sommergibile Andrea PROVANA (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 16/10/1915, Varo: 27/01/1918, Servizio: 10/09/1918, Radiazione: 21/01/1928 Regio sommergibile Sebastiano VENIERO (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 21/10/1915, Varo: 07/07/1918, Servizio: 29/04/1919, Affondato: 26/08/1925, Radiazione: 03/04/1926 Regio sommergibile Giacomo NANI (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 27/10/1915, Varo: 08/09/1918, Servizio: 10/08/1919, Radiazione: 01/08/1935 Generalità di classe: Questi sommergibili furono progettati dall'ing. Laurenti, coadiuvato dal maggiore g.n. Cavallini per la parte relativa alla sistemazione degli accumulatori. Di dimensioni alquanto maggiori, lo scafo di queste unità riprende le forme esterne, la sistemazione centrale dei doppi fondi e quella dei depositi combustibili dei sommergibili classe "F". L'innovazione più importante fu apportata alla sistemazione degli accumulatori che vennero allogati in quattro compartimenti stagni al disotto di un ponte orizzontale che interessava buona parte del sommergibile escluse le due camere di lancio. La potenza dei motori sia a combustione sia elettrici installati su questi sommergibili fu piuttosto forte; in tal modo i battelli di questo tipo poterono sviluppare velocità elevate tanto in superficie quanto in immersione. Per quanto alcune migliorie costruttive fossero state introdotte, questi battelli non misero in evidenza nessuna nuova idea di progetto; pur essendo veloci e manovrieri sia in superficie sia in immersione, la forma dello scafo non era atta a sopportare forti pressioni, specialmente nelle parti affinate; la profondità massima raggiungibile fu pertanto limitata a valori che già nel corso del primo conflitto mondiale si erano dimostrati insufficienti. Questi battelli non furono pertanto riprodotti in seguito e quando la R. Marina ordinò la costruzione delle prime unità subacquee del dopoguerra, nuovi concetti si erano affermati nel campo costruttivo e l'idea della torpediniera-sommergibile, che aveva resistito per più di vent'anni, venne definitivamente abbandonata.
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Sommergibili classe "B" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " B ": Tipo: sommergibile trasportabile su ferrovia (tascabile) Dislocamento: · in superficie: 40 t · in immersione: 46 t Dimensioni: · Lunghezza: 15,12 m · Larghezza: 2,32 m · Immersione: 2,56 m Apparato motore di superficie: 1 motore a scoppio Itala tipo Avalve, una elica - Potenza: 85 cv - Velocità max. in superficie: 6,9 nodi - Autonomia in superficie: 128 miglia a 6,9 nodi - 225 miglia a 5 nodi Apparato motore in immersione: 1 motore elettrico di propulsione Savigliano - Potenza: 50 cv - Velocità : 5 nodi - Autonomia in immersione: 9 miglia a 5 nodi - 48 miglia a 3 nodi Armamento: 2 tls AV da 450 mm - 2 siluri Equipaggio: 1 ufficiale, 4 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 50 m Unità della classe " B ": Regio smg. B 1 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 16.07.1915, Varo: 08.07.1916, Servizio: 08.07.1916, In disarmo: 21.12.1918, Radiazione: 23.01.1919 Regio smg. B 2 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 16.07.1915, Varo: 01.10.1916, Servizio: 01.10.1916, In disarmo: 21.12.1918, Radiazione: 23.01.1919 Regio smg. B 3 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 16.07.1915, Varo: 25.11.1916, Servizio: 25.11.1916, In disarmo: 23.06.1918, Radiazione: 23.01.1919 Generalità di classe: Anche questi battelli, che avrebbero dovuto essere riprodotti in sei esemplari, furono progettati dal generale g.n. Edgardo Ferrati e costruiti nel R. Arsenale di La Spezia quasi contemporaneamente agli « A »; ma a causa di più urgenti lavori il loro approntamento fu dapprima rallentato e poi sospeso per le tre ultime unità (B 4 - B 6). Differirono dalla classe " A " perché ebbero, dimensioni sensibilmente maggiori e lanciasiluri interni e perché furono dotati di un motore a scoppio che ne aumentò decisamente l'autonomia in superficie. A parte le differenze indicate, questa classe può ritenersi equivalente alla classe precedente per le sistemazioni generali, per l'armamento, per i meccanismi ausiliari e per le apparecchiature. Attività L'impiego delle unità di questa classe fu limitato al B 1 e al B 2 che, all'inizio del 1917, furono inviati a Bari a sostituirvi A 2 ed A 4 che erano stati posti in temporaneo disarmo per necessità di grandi lavori. Essi disimpegnarono intenso servizio di agguato foraneo e di vigilanza costiera ravvicinata senza peraltro partecipare ad azioni belliche; dopo il termine del conflitto furono subito posti in disarmo. Il B 3 giunse a Venezia alla fine del 1917 e non effettuò alcuna missione di guerra; ebbe continue noie al motore e piccole avarie che ne consigliarono la radiazione nel giugno 1918. Da alcuni disegni e foto poi reperiti su STORIA MILITARE il sommergibile B 3 è stato modificato come mezzo insidioso per superare le difese portuali, ma da quanto sappiamo non è mai stato utilizzato in questa veste.
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Sommergibili classe "Pacinotti" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "Pacinotti": Tipo: sommergibile di media crociera Dislocamento: - Dislocamento in superficie: 710 t - Dislocamento in immersione: 869 t Dimensioni: - Lunghezza: 65 m - Larghezza: 6,05 m - Immersione: 4,12 m Apparato motore superficie: due motori Diesel FIAT, due eliche - Potenza: 2.000 cv - Velocità max. in emersione: 14,6 nodi - Autonomia in emersione: 1.600 miglia a 14,5 nodi - 3.500 miglia a 10 nodi Apparato motore in immersione: due motori elettrici di propulsione Savigliano - Potenza: 900 cv - Velocità : 9 nodi - Autonomia in immersione: 12 miglia a 9 nodi - 90 miglia a 3 nodi Armamento: - 3 tls AV da 450 mm - 2 tls AD da 450 mm - 5 siluri - 2 cannoni da 76/30 mm a.a. Equipaggio: 4 ufficiali, 35 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 38 m Unità della classe "Pacinotti": Regio sommergibile Antonio PACINOTTI Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 07/06/1914, Varo: 13/03/1916, Servizio: 07/12/1916, Radiazione: 15/05/1921 Regio sommergibile Alberto GUGLIELMOTTI (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 07/06/1914, Varo: 04/06/1916, Servizio: 19/12/1916,Affondato: 10/03/1917, Radiazione: 09/08/1917 Generalità di classe: Questi sommergibili furono progettati dalla Fiat - S. Giorgio di Spezia, e rappresentarono il primo esperimento nel campo delle unità subacquee di medio dislocamento, anche dette di media crociera. La R. Marina passò l'ordinazione di due esemplari nel 1913 quando la Marina Imperiale Germanica aveva già in costruzione un'unità dello stesso tipo presso i Cantieri di La Spezia (Smg. Balilla 1°). Lo scafo di queste unità era del noto tipo Fiat, tutto a semplice fasciame, di spessore variabile in relazione ai diametri massimi delle sezioni trasversali, con forme avviate tipo torpediniera, atte alla navigazione in superficie. Si trattò quindi di una riproduzione, in dimensioni maggiori, delle unità di piccolo dislocamento tipo Fiat-S. Giorgio senza importanti innovazioni del campo costruttivo. I compartimenti allagabili erano ricavati nell'interno della parte centrale dello scafo mentre i depositi combustibili erano alcuni ubicati all'esterno alle due estremità dello scafo ed altri in una cassa interna centrale. Una particolarità nell'armamento di questi sommergibili, fu la sistemazione di tre lanciasiluri a prora, innovazione che non ebbe poi seguito nelle unità subacquee che entrarono successivamente in servizio. I due sommergibili classe "Pacinotti" prestarono servizio per breve tempo e gli elementi di valutazione derivanti dalle prestazioni da essi fornite non ne consigliarono la riproduzione. (da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti)
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Sommergibili classe "A" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " A ": Tipo: sommergibile trasportabile su ferrovia (tascabile) Dislocamento: · in superficie: 31 t · in immersione: 37 t Dimensioni: · Lunghezza: 13,50 m · Larghezza: 2,22 m · Immersione: 2,27 m Apparato motore: 1 motore elettrico di propulsione · Potenza: 40 - 60 cv · Velocita max in superficie: 6,8 nodi · Velocita max in immersione: 5,0 nodi · Autonomia in superficie: 12 miglia a 6 nodi · Autonomia in immersione: 8,5 miglia a 4 nodi Armamento: 2 ls esterni a gabbia da 450 mm, 2 siluri da 450 mm Equipaggio: 1 ufficiale, 3 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 50 m Unità della classe " A ": Regio smg. A 1 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 07.1915, Varo: 17.10.1915, Servizio: 05.12.1915, In disarmo: 20.08.1917, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. A 2 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 07.1915, Varo: 15.12.1915, Servizio: 10.01.1916, In disarmo: 26.01.1918, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. A 3 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 07.1915, Varo: 29.12.1915, Servizio: 15.02.1916, In disarmo: 26.01.1918, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. A 4 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 07.1915, Varo: 31.12.1915, Servizio: 28.01.1916, In disarmo: 26.01.1918, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. A 5 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 07.1915, Varo: 15.01.1916, Servizio: 02.03.1916, In disarmo: 26.01.1918, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. A 6 Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 07.1915, Varo: 11.02.1916, Servizio: 03.03.1916, In disarmo: 26.01.1918, Radiazione: 26.09.1918 Generalità di classe: Furono realizzati allo scopo di effettuare la vigilanza nei pressi di alcuni porti dell'Adriatico, con gli stessi compiti delle torpediniere realizzate alla fine del XIX° secolo. Si trattava di battelli a scafo semplice, con torretta e periscopio non rientrante. La profondità di immersione massima era di 50 metri, l'apparato motore era elettrico e le batterie venivano ricaricate in porto. Per la limitata autonomia e le modeste prestazioni tali battelli furono un sostanziale fallimento e vennero messi in disarmo già dal 1917 e radiati prima ancor prima della fine della guerra. Nell'estate del 1917, per ordine di Paolo Thaon di Revel l'A1 venne modificato presso l'Arsenale di La Spezia per essere trasformato in vettore di palombari che avrebbero dovuto attaccare le navi Austro-Ungariche ancorate a Pola. Venne modificata la falsa torre e in seguito la parte prodiera, in modo da permettere la fuoriuscita degli operatori. Questi erano dotati di un respiratore inventato dal Tenente di Vascello Angelo Belloni, poiché l'uso dei classici tubi per l'aria sarebbe stato troppo pericoloso. Dopo alcuni esperimenti incoraggianti si decise di trasformare per lo stesso scopo il sommergibile Galileo Ferrarsi, classe "Pullino" e il Belloni vi venne trasferito come comandante dello stesso. Attività I battelli classe " A " avrebbero dovuto essere dislocati a Brindisi e Valona per mantenere agguati ravvicinati all'entrata di quelle basi. Però, in dipendenza della distanza da percorrere per portarsi in zona di agguato e della scarsa autonomia di tali sottomarini, fu necessario dare loro altre dislocazioni. Così A 2 ed A 4 furono inviati per ferrovia a Bari mentre A 3, A 5 ed A 6 vennero mandati a Venezia per essere utilizzati per la difesa ravvicinata di quei due porti. L'A 1 rimase a La Spezia, ove fu adibito all'addestramento degli equipaggi per unità similari in corso di costruzione. Il Comando del Dipartimento di Venezia esaminò anche la possibilità di distaccare i sottomarini a Grado per eventuali azioni nel Golfo di Panzano, ma dovette rinunziare al progetto perché gli scavi nel porto canale di Grado non erano ancora ultimati: gli " A " dell'Alto Adriatico furono invece inviati nell'aprile 1917 ad Ancona a rimorchio di cacciatorpediniere. All'inizio del 1917 A 2 ed A 4 furono posti in temporaneo disarmo e sostituiti a Bari da B 1 e B 2 di nuova costruzione: nel novembre anche questi furono trasferiti ad Ancona ove si trovavano le rimanenti tre unità operative. L'attività bellica degli " A " non registrò nessun avvenimento degno di menzione ed ebbe termine a fine gennaio 1918, epoca in cui tutte le unità furono inviate a Venezia e disarmate. La foto di un modello dal sito: Modello classe "A" Pontone di carico solleva sommergibile tipo " A " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti I cinque battelli classe " A " tirati in secco ad Ancona (presumibilmente 1917) ed in primo piano una squadriglia di smmgg. classe " F ". da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti
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Sommergibili classe "X" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Catteristiche generali classe “X”: Tipo: sommergibile posamine Dislocamento: - in superficie: 410 t - in immersione: 468 t Dimesioni: - Lunghezza: 47 m - Larghezza: 5 m - Immersione: 3,15 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel Sulzer, 2 eliche - Potenza: 660cv - Velocita max. in superficie: 8,2 nodi - Autonomia in superficie: 1.200 miglia a 8 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Ansaldo - Potenza: 320 cv - Velocita max: 8,0 nodi - Autonomia in immersione: 6,3 miglia a 6,3 nodi, 70 miglia a 3 nodi Armamento: - 9 tlm, 18 mine - 1 cannone da 76/30 mm a.a. (poi sostituito da mitragliera singola da 13,2 mm) - installati successivamente 2 tls esterni da 450 mm, 2 siluri da 450 mm Equipaggio: 2 ufficiali, 23 sottufficiali e marinai Profondità di sicurezza: 53 m Unità della classe “X”: Regio smg. X 2 Cantiere: Ansaldo-Sestri, Genova Impostazione: 22.08.1916, Varo: 25.04.1917, Consegna: 01.02.1918, In disarmo dal 16.09.1940, Radiazione: 18.10.1940 Regio smg. X 3 Cantiere: Ansaldo-Sestri, Genova Impostazione: 22.08.1916, Varo: 29.12.1917, Consegna: 27.08.1918, In disarmo dal 16.09.1940, Radiazione: 18.10.1940 Generalità Durante la ricostruzione del sommergibile X 1 la Regia Marina dispose la costruzione presso la ditta Ansaldo di Genova di due nuovi battelli posamine. La progettazione venne curata dal colonnello del Genio Navale Curio Bernardis, che si era già occupato anche della realizzazione dell’ X 1 . Questo nuovo progetto si discostava molto dal primo, ed anche se tutti e tre formavano la classe “X” le differenza tra il primo ed i due successivi erano evidenti (vai al link dell'X 1) Lo scafo a sezioni circolari con doppi fondi laterali leggeri esterni, permetteva una profondità di 50 m con cassa di emersione (resistente) e depositi combustibile interni. Il dislocamento più che doppio di quello del battello X 1 permetteva la sistemazione di nove pozzi per le mine ubicati però nella zona poppiera del sommergibile, e la sistemazione di un cannone da 76/30 mm a.a. Successivamente alla fine del primo conflitto mondiale, le due unità furono dotate di due lanciasiluri esterni da 450 mm sistemati nell’intercapedine a proravia della torretta, divergenti dall’asse longitudinale di 5° gradi per parte. Queste unità, lente e poco manovriere, non si dimostrarono sommergibili ben riusciti, ma lo stesso prestarono servizio per un lungo periodo soprattutto come unità d’addestramento riuscendo a superare indenni anche il secondo conflitto mondiale.
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Sommergibili classe " W " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "W": Tipo: sommergibile di piccola crociera Dislocamento: - Dislocamento in superficie: 330 t (W 1 e 2) - 322 t (W 3 e 4) - Dislocamento in immersione: 500 t (W 1 e 2) - 480 t (W 3 e 4) Dimensioni: - Lunghezza: 52,45 m (W 1 e 2) - 45,7 m (W 3 e 4)) - Larghezza: 4,70 m (W 1 e 2) - 5,18 m (W 3 e 4) - Immersione: 2,76 (W 1 e 2) - m 2,88 m (W 3 e 4) Apparato motore superficie: due motori Diesel Schneider, due eliche - Potenza: 760 cv - Velocità max. in superficie: 13,0 nodi - Autonomia in superficie: 880 miglia a 11,5 nodi (W 1 e 2) - 1000 miglia a 11,5 nodi (W 3 e 4) Apparato motore in immersione: due motori elettrici di propulsione CGE - Potenza: 480 cv - Velocità : 8 nodi - Autonomia in immersione: ? - ? Armamento: - 2 tls AV da 450 mm - 2 siluri - 1 cannone da 76/30 mm a.a. tipo Armstrong Equipaggio: 2 ufficiali, 34 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 30 m Unità della classe "W": Regio sommergibile W 1 Cantiere: Armstrong Whitworth (Gran Bretagna) Impostazione: 19/10/1913, Varo: 19/11/1914, In servizio (nella marina britannica): 06/01/1915, Consegnato alla R.M. : 23/08/1916, Radiazione: 14/09/1919 Regio sommergibile W 2 Cantiere: Armstrong Whitworth (Gran Bretagna) Impostazione: 04/12/1913, Varo: 15/02/1915, In servizio (nella marina britannica): 09/05/1915, Consegnato alla R.M. : 23/08/1916, Radiazione: 14/09/1919 Regio sommergibile W 3 Cantiere: Armstrong Whitworth (Gran Bretagna) Impostazione: 07/03/1914, Varo: 29/07/1915, In servizio (nella marina britannica): ??/02/1916, Consegnato alla R.M. : 23/08/1916, Radiazione: 14/09/1919 Regio sommergibile W 4 Cantiere: Armstrong Whitworth (Gran Bretagna) Impostazione: 20/03/1914, Varo: 11/09/1915, In servizio (nella marina britannica): ??/06/1916, Consegnato alla R.M. : 07/08/1916, Affondato: 04 agosto 1917, Radiazione: 05/01/1919 Generalità di classe I sommergibili W 1 ÷ W 4 furono ceduti a pagamento alla R. Marina dall’Ammiragliato britannico nel 1916 per potenziare l’arma subacquea italiana in attesa che venissero immessi in servizio numerose unita tipo “F “ allora in costruzione. Sommergibili a doppio scafo con involucro interno resistente di sezione circolare leggermente schiacciata ed involucro esterno leggero con forme avviate meglio atte alla navigazione in superficie. I quattro sommergibili formavano due coppie di dimensioni sensibilmente diverse pur conservando nell’insieme delle varie sistemazioni di bordo un’equivalenza praticamente completa. All’atto della presa di possesso da parte della R. Marina il solo W 4 era di nuova costruzione avendo i rimanenti tre già svolto diversi mesi di servizio nella Marina britannica. Dopo il loro trasferimento in Italia, la R. Marina completo l'armamento dei classe " W " con un cannone antiaereo. Queste unita non dettero buoni risultati; difficoltose a manovrarsi e spesso soggette ad avarie ai motori termici; non ebbero in definitiva grande valore bellico.
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Sommergibili classe " H " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " H ": Tipo: sommergibile di piccola crociera Dislocamento: · in superficie: 360 t · in immersione: 474 t Dimnesioni: - Lunghezza: 45,15 m - Larghezza: 4,20 m - Immersione: 3,00 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel tipo NLSECO, 2 eliche - Potenza: 490 cv - Velocità max. in superficie: 12,0 nodi - Autonomia in superficie: 3.300 miglia a 7 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Dinamic-Electric - Potenza: 600 cv - Velocità max: 11,0 nodi - Autonomia in immersione: 120 miglia a 3,5 nodi Armamento: - 4 tls AV da 450 mm, 6 siluri da 450 mm - 1 cannone da 76/30 mm a.a. Equipaggio: 2 ufficiali, 25 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 80 m Unità della classe " H ": Regio sommergibile H 1 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 31.05.1916, Varo: 16.10.1916, Consegna: 16.10.1916, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile H 2 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 31.05.1916, Varo: 18.10.1916, Consegna: 18.10.1916, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile H 3 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 12.08.1916, Varo: 26.04.1917, Consegna: 26.04.1917, Radiazione: 10.04.1937 Regio sommergibile H 4 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 12.08.1916, Varo: 24.04.1917, Consegna: 24.04.1917, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile H 5 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 12.08.1916, Varo: 25.04.1917, Consegna: 25.04.1917, Affondato: 16 aprile 1918 Radiazione: 12.12.1918 Regio sommergibile H 6 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 24.11.1916, Varo: 23.04.1917, Consegna: 23.04.1917, Affondato: 14 settembre 1943 Radiazione: 27.02.1947 Regio sommergibile H 7 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 24.11.1916, Varo: 24.05.1917, Consegna: 24.05.1917, Radiazione: 01.10.1930 Regio sommergibile H 8 Cantiere: Electric Boat Company (Canada) Impostazione: 24.11.1916, Varo: 24.05.1917, Consegna: 24.05.1917, Affondato: 5 giugno 1943 Radiazione: 27.02.1947 Generalità di classe Questi sommergibili appartengono al tipo " Holland ", costruito in numerosissimi esemplari per conto di molte marine estere dalla Electric Boat Co. di Montreal (Canadà). Essi erano a semplice scafo, a sezioni circolari e con calotte semisferiche estreme. Furono collaudati a 80 metri; avevano i doppi fondi, resistenti a 55 metri, ricavati, come i depositi del combustibile, nell'interno dello scafo principale. Questi battelli si dimostrarono molto razionali, di semplice costruzione, di buona abitabilità, di elevata velocità e di notevole autonomia in immersione; buoni sommergibili, insomma, che dettero ottime prestazioni in servizio e che ebbero una vita eccezionalmente lunga. Una particolarità dei sommergibili tipo " H " era la chiusura esterna dei quattro tubi di lancio, costituita da un unico solido cappello girevole fornito di quattro guarnizioni di gomma per la tenuta dei tubi e di due fori per l'uscita dei siluri. Ruotando e spostando opportunamente il cappello si otteneva la tenuta stagna dei quattro tubi o l'apertura di due di essi con la possibilità di lanciare una coppiola di siluri cui poteva seguire la successiva coppiola dopo circa cinque secondi (i cosiddetti "lanciasiluri a revolver"). Dettaglio della zona prodiera di un sommergibile classe "H" con in evidenza la particolarità dei TLS tipo "revolver" Museo Navale di Venezia via M. Mascellani Sezione del sistema di lancio dei siluri tipo "revolver" Un articolo su questo argomento al LINK Aggiungo altri due link tratti dal sito "WWI - the war at sea" che trattano specificatamente dei battelli classe Holland costruiti in Canada: il primo evidenzia i periodi e l'ordine delle costruzioni : LINK il secondo è una galleria delle foto degli stessi battelli prodotti, in cui troviamo delle nitidissime immagine interne dei nostri "H": LINK Altro link relativo ad un testo che parla delle ultime avventure dei battelli H 1, H 2, e H 4 ad Ajaccio 1943 Attività di classe Le otto unita acquistate in Canada, ultimati i collaudi e l'addestramento degli equipaggi, intrapresero il trasferimento in Italia, interrotto da uno scalo tecnico, per il rifornimento, alle Bermude. Navigarono suddivise in tre gruppi, che vennero scortati da navi mercantili fino a Gibilterra e da navi militari sino ai porti nazionali. Il primo gruppo, costituito dai battelli H 1 e H 2, arrivò a Messina nel marzo 1917 ed, il 26 maggio raggiunse la sede di Brindisi, dove costituì la 1^ Squadriglia Sommergibili "H". Il secondo gruppo, composto dalle unità H 3, H 4 e H 5, il 1 ° agosto dello stesso anno raggiunse Cagliari e nel novembre Brindisi, dove le due prime unità completarono la 1^ Squadriglia e l'H 5 fu la prima unita della 2^ Squadriglia. L'H 6, l'H 7 e l'H 8, costituenti il terzo gruppo, nella fase del passaggio dello Stretto di Gibilterra, scambiate per nemiche, furono oggetto di attacco da parte della nave pattuglia statunitense Nahma, che provocò vittime e danni sul sommergibile H 6 . Le tre unità arrivarono a Cagliari alla fine di ottobre. da "I sommergibili della II Guerra Mondiale" di E. Bagnasco - 1994 di seguito due immagini ufficiali di battelli classe "H" presumibilmente degli anni '30
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Sommergibili classe "S (1^)" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "S" (1^): Tipo: sommergibile di piccola crociera Dislocamento: - Dislocamento in superficie: 254 t - Dislocamento in immersione: 303 t Dimensioni: - Lunghezza: 45,17 m - Larghezza: 4,22 m - Immersione: 3,06 m Apparato motore superficie:due motori Diesel FIAT, due eliche - Potenza: 650 cv - Velocità max. in emersione: 13,3 nodi - Autonomia in emersione: 1.700 miglia a 8 nodi Apparato motore in immersione: due motori elettrici di propulsione Scott - Potenza: 360 cv - Velocità : 9 nodi - Autonomia in immersione: 60 miglia a 4 nodi Armamento: - 2 tls AV da 450 mm - 2 tls AD da 450 mm - 4 siluri Equipaggio: 2 ufficiali, 24 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 40 m Unità della classe "S" (1^): Regio sommergibile S (1°) Cantiere: Scott -Greenock (Gran Bretagna) Impostazione: 23/08/1912, Varo: 28/02/1914, In servizio (nella marina britannica): 05/08/1914, Consegnato alla R.M. : 15/09/1915, Radiazione: 23/11/1919 Regio sommergibile S (2°) Cantiere: Scott -Greenock (Gran Bretagna) Impostazione: 20/10/1913, Varo: 14/04/1915, In servizio (nella marina britannica): 29/05/1915, Consegnato alla R.M. : 20/09/1915, Radiazione: 01/12/1919 Regio sommergibile S (3°) Cantiere: Scott -Greenock (Gran Bretagna) Impostazione: 04/03/1914, Varo: 16/06/1915, In servizio (nella marina britannica): 25/09/1915, Consegnato alla R.M. : 26/09/1915, Radiazione: 01/05/1919 Generalità di classe: Il cantiere britannico Scott nel 1910 instaurò un'interessante collaborazione con il Cantiere del Muggiano per la costruzione dei sommergibili tipo "Laurenti" di cui aveva acquistato la licenza dato anche l'interessamento dell'Ammiragliato britannico, che ordinò nel 1912 una piccola serie di tre battelli denominati classe "S", progettualmente molto vicini al Smg. Argonauta. Allo scoppio del conflitto la RM, dovendo rafforzare con urgenza la propria flotta subacquea, ottenne dalla Royal Navy la disponibilità di tutti i tre battelli, considerati, a ragione, molto simili a quelli italiani già in attività. S 1 ed S 2 furono acquistati dalla Marina italiana quando già si trovavano in servizio nella Marina britannica mentre per l'S 3 erano in corso le prove di accettazione presso i cantieri di costruzione. Tra la metà di settembre ed i primi giorni di novembre 1915 i tre sommergibili vennero trasferiti dai porti britannici a quello di Spezia e successivamente impiegati in Basso Adriatico alle dipendenze della 3^ Squadriglia con i sommergibili classe "Medusa" fino all'entrata dei più validi battelli classe "F". Questi battelli si dimostrarono di scarso valore bellico per grossi problemi ai propulsori e dopo un brevissimo periodo di attività vennero tutti radiati alla fine del conflitto.