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BUFFOLUTO

Capo di 1a classe
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About BUFFOLUTO

  • Birthday 07/02/1949

Profile Information

  • Gender
    Male
  • Location
    TARANTO

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  1. BUFFOLUTO

    Classe "Balilla" (1925)

    Il filmato è tratto dal Film "ALFA TAU!" di Francesco De Robertis, realizzato nel 1942; vedendo più volte il film mi sono reso conto che il sommegibile Balilla non è stato mai ripreso; la scena del battello in emersione è relativa ad un sommergibile della classe "Vettor Pisani"; le riprese sono state effettuate nel corso del conflitto per cui il camuffamento della bandiera forse serviva per non rivelare la nazionalità del battello ad eventuali idroricognitori. Del resto il Balilla è stato radiato nel 1941.
  2. BUFFOLUTO

    Classe Ammiragli (1939)

    Vorrei una conferma che si tratti dello stesso battello, in quanto l'immagine superiore è stata attribuita al Saint Bon in un articolo apparso sulla Rivista Marittima; non hoi altre foto del lato dritto mimetizzato del Cagni e del Saint Bon.
  3. BUFFOLUTO

    Classe Ammiragli (1939)

    Vorrei proporre una definitiva soluzione sulla corretta identificazione di alcune immagini, sulle quali fonti diverse non sono concordi. In alra fonte quest'immagine è attribuita al Caracciolo. Anche quest'immagine mette in evidenza la contraddizione. Lo schema mimetico del lato sinistro delle due foto mi sembra uguale, ma diversi sono i nomi attrubuiti al sommergibile. Il problema consiste nella circostanza che lo stesso schema mimetico venga attribuito da fonti diverse al Cagni e al Caracciolo; altrimenti mi verrebbe da pensare che i due battelli abbiano ricevuto lo stesso disegno.
  4. BUFFOLUTO

    Classe Bragadin (1927)

    nel sito www.sommergibili.com ho trovato l'immagine relativa alla medaglietta, che risale al 1935; inoltre non ci sono spiegazioni riguardo il cambio del nome ma è riportato che il sommergibile in maniera non ufficiale era chiamato "Bragadino". Poiché tutte le fonti ufficiali riportano il nome "Bragadin", con il quale è stato varato; è possibile che durante i lavori di modifica della prora sia stato concesso, almeno per un tempo limitato, a portare il nome popolare di "Bragadino". Comunque sia le immagini che ci sono in giro non sono sufficienti a spiegare il mistero.
  5. BUFFOLUTO

    Classe Bragadin (1927)

    Ho scoperto in rete quest'immagine del varo del sommergibile che porta sulla prora originale il nome "Marcantonio Bragadin". La foto è in contrasto con l'informazione riportata sull'Almanacco delle Navi Militari Italiane ediz. 1996 in cui è scritto che il nome Bragadino fu sostituito nel 1928 con Bragadin. Non riesco a comprendere con quale nome sia stato ufficialmente iscritto nei Quadri e quale sia il motivo di questo errore; potrebbe essere possibile che l'errore sia stato fatto dopo la ricostruzione della sezione prodiera? In quale anno è stata modificata?
  6. BUFFOLUTO

    Classe "600 Serie Argonauta" (1929)

    Regio sommergibile SERPENTE (fino al 1931 NAUTILUS) Insidiarum experient (Perseverante nelle insidie) Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 23 aprile 1930 Varo: 28 febbraio 1932 Consegnato : 12 novembre 1932 Affondato: 12 settembre 1943 Radiazione: 27 febbraio 1947 Attività operativa Il 20 dicembre 1940, in missione di agguato a 85 miglia a sud-est di Malta, il Serpente, al comando del tenente di vascello Antonio Dotta, avvistò una formazione di tre incrociatori leggeri ed un cacciatorpediniere britannici in linea di fila. Stando in superficie, alle ore 01.02 il tenente di vascello Dotta lanciò contro la penultima unità della formazione, ritenuta un incrociatore leggero. Effettuato il disimpegno udì, dopo due minuti dal lancio, l'esplosione delle armi, per cui il Comandante ritenne di aver colpito il bersaglio. Secondo fonti britanniche l'unità colpita fu il cacciatorpediniere Hyperion, successivamente affondato dal sezionario Janus per le gravi avarie riportate, essendo risultato difficile il suo rimorchio in acque sorvegliate dall'aviazione e dai mezzi insidiosi dell'Asse. Da altre fonti risulta, invece, che l'affondamento dell'Hyperion debba essere attribuito ad urto contro mina in quanto il Serpente avrebbe dovuto trovarsi in agguato molto lontano dal punto di affondamento dell'Hyperion. Nel 1941 l'unità fu intensamente impegnata in agguati offensivi nel Mediterraneo occidentale e lungo le coste tra Orano e Algeri. Il 29 settembre 1941, al comando del tenente di vascello Renato Ferrini, rilevò una formazione navale britannica composta da una nave battaglia scortata da quattro cacciatorpediniere in navigazione al largo delle acque spagnole. Cominciato l'attacco contro l'unità maggiore, non poté portarsi in zona favorevole al lancio per l'ostacolo frapposto dalla scorta e dalla navigazione zigzagante delle navi avversarie; lanciò, tuttavia, contro un cacciatorpediniere della scorta e si disimpegnò prontamente. Dopo 50 secondi venne udita a bordo del Serpente una forte esplosione da attribuire, probabilmente, alla intensa caccia antisommergibili cui il battello fu quasi immediatamente sottoposto, in quanto le fonti ufficiali britanniche non segnalarono perdite di unità in quella circostanza. Dal 4 maggio 1942 fino alla data dell'armistizio, l'unità rimase a disposizione di Mariscuolasom, a Pola, da dove effettuò 105 uscite addestrative con gli allievi ed alcune missioni nell'Alto Adriatico. All'armistizio, in ottemperanza agli ordini ricevuti, il battello si portò ad Ancona dove, alle ore 15.00 del giorno 12 settembre, con a rimorchio il sommergibile tascabile CB 12, salpò per raggiungere Taranto. A breve distanza dal porto di Ancona il Serpente (tenente di vascello Raffaello Allegri) mollò il rimorchio e si autoaffondò, mentre l'equipaggio trasbordò su un peschereccio di passaggio e approdò poi a Civitanova. Al termine del conflitto il tenente di vascello Allegri venne sottoposto al giudizio di un Tribunale Militare per il reato di "perdita di nave", ma il procedimento penale si concluse favorevolmente per l'Allegri in quanto venne tenuto conto del suo onorevole passato in guerra e del disorientamento provocato nel suo animo dalla confusa e gravissima contingenza armistiziale, per cui non riuscì a valutare con serenità la situazione, nonostante gli ordini chiarissimi del Comando Marina di Ancona. Durante il conflitto, il Serpente compì 17 missioni offensive-esplorative, 12 trasferimenti tra porti nazionali, 105 uscite con gli allievi di Mariscuolasom, ed alcuni agguati in Alto Adriatico. Il sommergibile Serpente mimetizzato mentre rientra in porto da una missione di guerra. da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999
  7. BUFFOLUTO

    Giada (1946)

    Sommergibile Giada (S 501) Re-immesso in servizio come sommergibile; novembre 1951 Radiazione: 1 giugno 1966 Caratteristiche generali dopo i lavori di trasformazione: Tipo: Sommergibile Dislocamento: - in superficie: 712 t - in immersione: 865 t Dimesioni: - Lunghezza: 60,18 m - Larghezza: 6,47 m - Immersione: 4,87 m Apparato motore superficie: principale 2 motori diesel FIAT, 2 eliche - Potenza: 2.460 cv - Velocita max. in superficie: 14,00 nodi - Autonomia in superficie: 2.300 miglia a 14 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CRDA - Potenza: 800 cv - Velocita max: 7,5 - Autonomia in immersione: 80 miglia a 3,0 nodi) Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 8 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 533 mm, 2 siluri da 533 mm Equipaggio: 44 tra ufficiali, sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 80 m. Generalità. Il sommergibile Giada, appartenente alla classe 800 serie “Platino”, era di tipo “Bernardis”, con scafo singolo (i doppi fondi erano inseriti nella parte resistente) e controcarene esterne; fu uno dei pochi sommergibili rimasto in servizio alla fine del secondo conflitto mondiale (vai alle caratteristiche di classe). Rifiutato dalla Francia e destinato alla demolizione insieme al resto della flotta subacquea italiana, in conformità delle clausole del trattato di pace, fu sottratto alla fiamma ossidrica grazie a sotterfugi; denominato pontone V2 nel 1950, fu camuffato insieme al Vortice e tenuto nell’ Arsenale di Taranto fino al 1952, anno in cui, con l’ingresso dell’Italia nella NATO, fu riammesso in servizio con il suo nome originale. Insieme al Vortice continuò, nonostante il divieto delle potenze vincitrici, ad operare di notte per l’ addestramento del personale, ritornando in Arsenale alle prime luci dell’alba; comunque sia per il resto della sua vita operativa ebbe prevalentemente questo compito. Nonostante fosse ormai un battello di caratteristiche superate, sbarcato il cannone prodiero ed eliminati i tubi lanciasiluri A.D., fu sottoposto a lavori nel 1952 e nel 1957, che modificarono per due volte l’ aspetto della falsa torre. Il sommergibile Giada transita in ingresso nel Canale Navigabile di Taranto. L'immagine è successiva ai lavori eseguiti nell'inverno 1953-54, il cui intervento maggiormente visibile fu una prima ricostruzione della falsatorre originaria, qui caratterizzata da una carenatura alla base che ospita la torretta allungata (Coll. M. Risolo). La camera di lancio prodiera del sommergibile Giada nel dopoguerra, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999. Il locale motori termici del sommergibile Giada nei primi anni Cinquanta. I due motori diesel a due tempi erano utilizzati per la navigazione in superficie, mentre in immersione si faceva ricorso ai motori elettrici, secondo una configurazione tradizionale che rispecchiava ancora la tecnologia subacquea disponibile in Italia prima della seconda guerra mondiale. Il Giada era inoltre sprovvisto di snorkel, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999. Una bella immagine del sommergibile Giada, dove è ben visibile la seconda modifica della falsatorre, eliminando la carenatura prodiera, ma lasciando immutato lo spigolo poppiero subverticale. E' stato aggiunto anche l'albero di sostegno per il radar di scoperta NSM-8, di produzione italiana, posizionato a proravia dei due periscopi, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999. Il sommergibile Giada in superficie, nella configurazione definitiva , con l'ultima modifica della falsatorre, effettuata dopo gli ultimi lavori del 1957 (Foto UDAP-MM). ulteriori foto e dati a questo LINK FONTI CONSULTATE Alessandro Turrini “I SOMMERGIBILI ITALIANI DI PICCOLA CROCIERA E OCEANICI DELLA II G.M.” Articolo pubblicato sulla Rivista Italiana Difesa n° 12 dicembre 1986 ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861-1995 - Roma 1996 Alessandro Turrini - ALMANACCO DEI SOMMERGIBILI - II tomo – suppl. R. M. n° 1 – gennaio 2003
  8. BUFFOLUTO

    Vortice (1946)

    Sommergibile VORTICE (S 502) Et etiam absurge vortice (E anche oggi dal vortice sorgerai) Caratteristiche generali dopo i lavori di trasformazione: (tra parentesi i dati principali di costruzione) Tipo: Sommergibile Dislocamento: - in superficie: 781 t (866,00 t) - in immersione: 901 t (1.068,00 t) Dimensioni: - Lunghezza: 63,14 m (63,15 m) - Larghezza: 6,9 m (6,98 m) - Immersione: 4,97 m (4,87 m) Apparato motore superficie: principale 2 motori diesel FIAT, 2 eliche - Potenza: 2.460 cv (2.400 cv) - Velocita max. in superficie: 15,00 nodi (16,0 nodi) - Autonomia in superficie: ?? (2.000 miglia a 16 nodi - 13.000 miglia a 8,5 nodi) Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione ?? (CRDA) - Potenza: 1.350 cv (800 cv) - Velocita max: 7,0 (8,0 nodi) - Autonomia in immersione: (7 miglia a 8,0 nodi - 74,5 miglia a 4,0 nodi) Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 8 siluri da 533 mm - (2 tls AD da 533 mm, 2 siluri da 533 mm) - (1 cannone da 100/47 mm, 149 proiettili) - (4 mitragliatrici da 13,2 mm su affusti binati a scomparsa, 10.000 proiettili) Equipaggio: 54 tra ufficiali, sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: ?? (130 m) Generalità: Rifiutata la cessione da parte della Francia, con sotterfugi fu sottratto alla demolizione (vai al link della scheda del battello); fu disarmato nel 1948 e denominato "pontone veloce per carica batterie" P.V. 1 nel 1950; nel 1952, in seguito all’ ammissione dell’ Italia al Patto Atlantico, fu rimesso in servizio e denominato nuovamente Vortice; nel periodo 1953÷1954 fu sottoposto a lavori di ammodernamento, che comportarono un diverso profilo della falsa torre e l’ abolizione dei tubi lanciasiluri AD (il cannone prodiero e le mitragliere erano state precedentemente sbarcate ed in questa occasione era stata eliminata la piattaforma prodiera). Insieme al Giada fu impiegato esclusivamente per compiti addestrativi. altri dati e fotografie a questo LINK Il sommergibile Vortice, appartenente alla classe “Tritone” 1^ serie, (vai al link della classe "Tritone") era un battello a doppio scafo su progetto dei C.R.D.A.; entrato in servizio il 21 giugno 1943, nella sua prima missione l’ 8 settembre ricevette l’ ordine di consegnarsi agli Inglesi a Malta; rientrato a Taranto fu successivamente impiegato nelle Bermuda fino al termine delle ostilità. Immagine del Vortice del 1951 a Taranto quando era ancora classificato P.V.1 (Pontone Veloce di carica) in secco per la pulizia della carena. (Foto A. Fraccaroli via E. Bagnasco da STORIA MILITARE Dossier "Sommergibili e i sottomarini italiani 1945-2016" parte 1) Il Vortice in navigazione nel Golfo di Taranto nel 1952 dopo la decadenza delle clausole armistiziali che precludevano alla nuova Marina Militare di possedere battelli sottomarini. (Coll. A. Turrini da STORIA MILITARE Dossier "Sommergibili e i sottomarini italiani 1945-2016" parte 1) Il sommergibile Vortice nella rada di Augusta nel 1956. Il battello fu il primo delle due unità superstiti della Marina italiana a essere ammodernato nell'Arsenale di Taranto, con la ricostruzione della falsatorre e l'imbarco di apparecchiature più moderne. ("Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier) La zona della camera manovra del Vortice destinata allo schermo del radar NSM-8 e alla manovra dei timoni orizzontali: nella postazione di governo sono visibili le due leve per la manovra dei timoni di prora e di poppa, i rispettivi indicatori degli angoli di barra, una "bolla" che indica l'assetto longitudinale del battello e un manometro di quota, con un fondo scala di 150 metri. In realtà, la quota massima raggiungibile dal Vortice era stata fissata in 45 metri, mentre la profondità di collaudo era di 130 metri (Coll. A. Turrini da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ). Primo piano della doppia porta stagna presente sul sommergibile Vortice sistemata fra il locale motori termici e la camera lancio addietro: nell'intercapedine così creata è visibile la scaletta per il portello poppiero d'accesso al battello, mentre la paratia stagna è invariabilmente "arredata" con strumentazione di vario tipo, fra cui un normale orologio (Foto A. Ranieri da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier) Gaeta, 2 luglio 1959: il sommergibile Vortice mentre va all'ormeggio a fianco della nave ausiliaria Stromboli con i corrimano a lato della falsatorre già montati. L'ingresso in servizio di Tazzoli e Da Vinci e il loro intenso impiego nel Mediterraneo centrale relegavano sempre più Giada e Vortice a compiti secondari, per lo più addestrativi. (Foto E. Bagnasco da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ). Il Vortice in superficie sul finire degli anni Cinquanta. A quel periodo risalgono le prime attività addestrative fra sommergibili italiani e i reparti degli incursori della Marina Militare: le esercitazioni prevedevano la posa del Vortice su un fondale di 10-15 metri nel seno del Varignano e il suo impiego quale piattaforma vettrice per gli operatori (Foto USMM da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier). Il Vortice in entrata nel porto di Messina a ottobre del 1961. (Foto L. Grazioli da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier). Il sommergibile Vortice a luglio del 1962, ripreso dalle gradinate del bacino in muratura "Benedetto Brin" dell'Arsenale di Taranto: il battello è impegnato in quello che sarà il suo ultimo turno di lavori di grande manutenzione. Visibili la struttura generale dello scafo, le alette antirollio, e la torretta originale priva delle sovrastrutture della falsatorre (Foto L. Grazioli da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier). Un'altra immagine del Vortice in bacino a Taranto all'inizio di luglio 1962. Gli operai dell'Arsenale sono impegnati in lavorazioni riguardanti impianti situati nell'intercapedine poppiera, mentre numerose manichette e cavi elettrici collegano il battello con le strutture a terra (Foto L. Grazioli da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier). Un interessante dettaglio della sezione poppiera del Vortice, in bacino a Taranto durante la lunga sosta del 1962. Si notino le ossature a sezione quasi rettangolare all'estremità della struttura leggera, l'asse e l'elica di sinistra, il retrostante timone orizzontale poppiero di sinistra e il timone verticale, esteso solamente al di sotto dello scafo. Come accade spesso in queste situazioni, la platea del bacino è ingombra di materiali vari, soprattutto taccate in legno non utilizzate (Foto L. Grazioli da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier). Il Vortice all'ormeggio ad Augusta nel giugno 1961. Oltre alle attrezzature marinaresche, in coperta si notano i cavi di alimentazione elettrica da terra, la boa d'emergenza dotata di fanale e le due carenature per i valvoloni di scarico dei motori (Coll. G. Alfano da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ). Vortice e Torricelli in banchina ad Augusta nei primi anni Sessanta. Il progressivo invecchiamento dei battelli ereditati dal conflitto e anche di quelli inizialmente ceduti dall'US Navy aveva già stimolato la Marina Militare a definire i requisiti di una nuova classe di battelli a propulsione convenzionale di dislocamento limitato, i futuri sottomarini classe "Toti" (Foto USMM da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ). Di seguito 4 belle immagini a colori del sommergibile Vortice dalla collezione di Duilio Ranieri sul sito www.sommergibili.com Due immagini del sommergibile Vortice nel 1963-65 durante una sosta in bacino per carenamento. Lo scafo mostra i segni della prima mano di pittura, con quella rossa avente funzioni antivegetative: le marche d'immersione sono sul dritto di prora, e poco a poppavia si notano gli avviamenti a scafo di due dei quattro tubi lanciasiluri in dotazione. Un ponteggio attorno all'albero del radar indica lavori in corso all'antenna (Foto A. Ranieri da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier). Il Vortice, in banchina ad Augusta nella prima metà degli anni Sessanta, in una giornata di vento molto teso che ha reso necessario il rinforzo degli ormeggi. All'epoca, il battello era prevalentemente impegnato in attività addestrative, non solo a favore delle unità di superficie e dei velivoli antisommergibili, ma anche per formare le nuove generazioni di sommergibilisti (Foto A. Ranieri da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier) Un altra serie di foto molto particolari del sommergibile Vortice, fatte da Marcello Risolo, che ritraggono il battello camuffato sia nell'aspetto che nel distintivo ottico per le riprese del film di Franco Rosi, "non faccio la guerra, faccio l'amore". FONTI CONSULTATE Alessandro Turrini “I SOMMERGIBILI ITALIANI DI PICCOLA CROCIERA E OCEANICI DELLA II G.M.” Articolo pubblicato sulla Rivista Italiana Difesa n° 12 dicembre 1986 ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861-1995 - Roma 1996 Alessandro Turrini - ALMANACCO DEI SOMMERGIBILI - II tomo – suppl. R. M. n° 1 – gennaio 2003
  9. LA MARINA MILITARE A TARANTO Sebbene l’immagine di questa moneta, coniata nel 1989 in occasione del centenario dell’inaugurazione dell’Arsenale Militare Marittimo, rappresenti un avvenimento molto importante come testimonianza del legame tra la nostra Marina e la città di Taranto, bisogna risalire al 16 maggio 1866 per registrare la prima presenza nella città ionica della neo-costituita Regia Marina, allorché l’ Ammiraglio Persano giunse a bordo dell’avviso “Esploratore” per assumere il comando della Flotta, che il 21 giugno dello stesso anno salpò le ancore ed in Adriatico s’impegnò nella battaglia di Lissa. Lo scopo di questa rassegna fotografica è quello di illustrare con immagine commentate l’impatto che la Marina ha determinato, nel bene e nel male, nell’orografia del territorio e nella vita quotidiana della popolazione che vi abitava; ed è iniziato nel momento in cui alcuni personaggi illustri sia politici che militari intravidero la possibilità di trasformare la città in una potente base navale. CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI VIII secolo a.C. Periodo in cui si ritiene sia stata fondata Taranto, unica colonia spartana della Magna Grecia. 209 a.C. In seguito alla guerra contro Roma, durante la quale intervenne Annibale, Taranto viene distrutta e saccheggiata. 927 d.C. La città viene distrutta dai Saraceni. 967 d.C. Taranto viene ricostruita ad opera dell’imperatore Niceforo Foca, che fa costruire un ponte in muratura per collegare la città alla campagna, tramite una porta (Porta Napoli); viene anche costruito il primo nucleo del castello. XV secolo Il Duca Alfonso di Calabria ordina che Taranto e Brindisi siano fortificate; verso la fine del secolo il castello è terminato. 1404 Raimondello Orsini, Principe di Taranto, fa erigere nella parte settentrionale delle mura, una torre quadrata e massiccia, detta “Cittadella”. 1480 Per la prima volta viene tagliato il canale artificiale, per isolare e rendere più sicure le difese della città, in conseguenza della presa di Otranto da parte della squadra turca. La città di Taranto diventa da questo momento un’isola, delimitata ad oriente dal canale naturale (Porta Napoli) ed occidente dal canale artificiale (Porta Lecce). 1481÷1491 Periodo di costruzione del Castello sotto Ferdinando d’Aragona; durante lo stesso periodo si provvede ad allargare il fosso. 1577÷1591 Periodo in cui, durante il regno di Filippo II di Spagna, si provvede a scavare ed ampliare ulteriormente il fosso per consentire l’ingresso delle navi in mar Piccolo. 1775 Durante il regno di Carlo III, il castello viene restaurato; si provvede a riattivare il fossato, interrato e ricettacolo di spazzatura. XIX secolo La città si stende sui 25 ettari di una piccola isola, circondata completamente dalle mura e collegata con la terraferma da due ponti: a occidente alla porta per Napoli ed a oriente alla porta per Lecce; le porte si aprono all’alba e si chiudono al tramonto. Solamente durante il breve periodo della dominazione francese la chiusura delle porte di notte era stata abolita ed erano state praticate nel Muro di Mar Piccolo otto piccole porte per comodità dei pescatori, provvedimento abolito con il ritorno della dominazione spagnola. 1801 ÷ 1815 Periodo di governo francese: direttamente fino al 1806 e successivamente tramite dei Re francesi di Napoli, Giuseppe Buonaparte e Gioacchino Murat. 9 settembre 1860 Proclamazione ufficiale dell’adesione di Taranto al governo provvisorio. 1861 Nel momento dell’unità dell’ Italia Taranto conta 28.165 abitanti; quella che diventerà la sua provincia, complessivamente 125.884 abitanti. La città si estende su 25 ettari di una piccola isola, fortificata e completamente circondata da mura; è collegata con la terraferma da due ponti: quello di porta Napoli ad Ovest e quello di porta Lecce ad Est; a causa della natura prettamente militare della città entrambe le porte si aprono all’alba e si chiudono al tramonto e agli abitanti non è consentito l’insediamento dei terreni al di fuori delle mura cittadine, per cui la città sovrappopolata può espandersi esclusivamente in altezza ed è suddivisa in quattro rioni: San Pietro, Baglio, Ponte e Turripenna. 1 settembre 1862 Un decreto reale consente l’abbattimento delle opere di difesa della città e l’insediamento della popolazione fuori le Porte per Napoli e Lecce. 1865 Giunge a Taranto una commissione ministeriale, che ha visitato anche Baia, Castellammare di Stabia, Brindisi, Augusta e Siracusa, per stabilire quali dei porti dell’Italia meridionale sia più adatto ad ospitare una nuova base navale e la sede del secondo dipartimento marittimo. Viene inaugurata la tratta ferroviaria Bari - Taranto. 25 maggio 1865 Giungono a Taranto Umberto e Amedeo di Savoia; pochi giorni prima la commissione ministeriale aveva proposto Taranto come sede di un Arsenale e del secondo dipartimento marittimo. 23 luglio 1865 Con lo scopo di effettuare scandagli in Mar Piccolo, la pirocannoniera “Vinzaglio”, nave da guerra in legno, viene fatta transitare attraverso il fossato, che collega i due mari, per mezzo di argani. Questo canale artificiale si presentava in quest’ epoca molto stretto e poco profondo, circa un metro e mezzo, divideva la città dal continente ed era stato costruito per il servizio della rocca; nel 1480 fu scavato per ordine di Ferdinando I di Aragona e di Alfonso, suo figlio; in seguito Filippo II lo rese navigabile. Riempitosi di sabbia nel 1775 fu riaperto per ordine di Carlo III. 1 settembre 1865 In questa data, con Reale Decreto, Taranto è finalmente sciolta dal vincolo delle servitù militari, che la vedevano costretta a limitare il territorio abitato entro le cinta della fortificazione, che circondava completamente la città vecchia. 16 maggio 1866 L’ammiraglio Persano giunge a Taranto a bordo dell’avviso “Esploratore” e assume il comando della Flotta, che dovrà essere impiegata in Adriatico e che sarà impegnata nella battaglia di Lissa. 21 giugno 1866 In seguito allo scoppio della guerra, dichiarata il giorno prima, nella nottata tutta la flotta riunita nel Mar Grande di Taranto salpa per raggiungere l’Adriatico. 3 dicembre 1868 Giuseppe Pisanelli chiede al Ministero di assegnare i fondi per la costruzione dell’Arsenale a Taranto. Si ravviva la polemica tra i parlamentari di Taranto e quelli di Napoli. 1869 Iniziano i lavori per l’abbattimento delle mura di cinta della città, che procederanno molto lentamente e si protrarranno per diversi anni. 1874 Vengono eseguiti progetti di dettaglio per la costruzione del canale navigabile e del ponte girevole. 27 dicembre 1880 Entra in servizio la tratta ferroviaria Taranto - Metaponto - Potenza. 1882÷1888 Periodo di realizzazione del canale navigabile. 29 giugno 1882 Approvazione della legge definitiva per i lavori dell’Arsenale, del canale navigabile e del ponte girevole. 2 settembre 1882 Arriva a Taranto da Venezia il maggiore del Genio del R. Esercito Giovanni Cugini, incaricato di impiantare la nuova “Direzione straordinaria per lavori militari marittimi della R. Marina” per la costruzione dell’Arsenale. 9 agosto 1883 La Ditta Motta di Triggiano si assicura gli appalti per i lavori in asciutto del canale navigabile per un importo di £ 5.450.675; la larghezza deve essere di 60 metri e la profondità di 12 metri. Rispetto al progetto originale si decide di spostare l’asse del canale al fine di renderlo parallelo alla fila di palazzine, che si stavano sorgendo nel Borgo; purtroppo la decisione determina la necessità di abbattere i tre torrioni: “Mater Dei”, della “Monacella” e del “Vasto”. L’ottimale ubicazione del ponte girevole, comportò purtroppo l’abbattimento del torrione “Sant’Angelo”, che aveva dato il nome allo stesso castello. 16 agosto 1883 La Ditta Brunet si assicura gli appalti per gli scavi subacquei del canale navigabile. settembre 1883 Inizio dei lavori. In questo stesso anno viene acquistata la Villa Capecelatro, poi demolita per i lavori dell’Arsenale M.M. 14 settembre 1883 Inizio dei lavori del canale navigabile. Nella notte scoppia un nubifragio e le acque pluviali, cadute nella zona di Montemesola, Grottaglie, Monteparano e San Giorgio, affluiscono in Mar Piccolo, provocando in due ore il sollevamento medio del mare di due metri; il deflusso verso il Mar Grande determina l’abbattimento del ponte in muratura di Porta Napoli e l’allagamento della parte bassa della città. 1884 Gli amministratori dell’epoca fanno demolire la torre, detta “Cittadella”. febbraio ÷ dicembre 1884 Si realizza la galleria sottomarina, che collega le due sponde del canale; esso ha lo scopo di portare acqua e gas per l’illuminazione da una parte all’altra della città; contiene inoltre una tubatura per condurre dal Castello l’acqua, che raccolta in una apposita costruzione in muratura cilindrica, eretta sul torrione “San Lorenzo”, aziona le due turbine idrauliche per permettere l’apertura dei due bracci del ponte girevole. aprile 1884 Sono ultimati i lavori delle ture, realizzate agli imbocchi del fossato, per permettere lo scavo a secco del canale. 27 agosto 1884 La Ditta Eugenio Rocca di Napoli si aggiudica i primi lavori per la costruzione dell’Arsenale per un importo di £ 3.036.456. Esso sorgerà in Mar Piccolo nella baia delimitata dalla punta di Santa Lucia a quella del Pizzone. 1 dicembre 1884 Inizio dei lavori per la costruzione del bacino “Principe di Napoli” (poi “Benedetto Brin”). La ditta Cottrau di Napoli inizia la costruzione del ponte girevole. 1885 Il ponte a tre arcate di Porta Lecce viene demolito. Viene inaugurato il nuovo ponte di pietra a tre arcate di porta Napoli, ricostruito per sostituire quello distrutto dal nubifragio del 1883. 14 aprile 1886 I lavori di scavo e rivestimento del canale sono ultimati; si apre all’estremo orientale della tura meridionale un passaggio all’acqua; il fossato è colmato dopo circa dodici ore. Tutto il canale è suddiviso in tre parti, una centrale lunga 380 metri, fiancheggiata da banchine ed alte sponde, e due subacquee una a Sud, verso il Mar Grande, lunga 280 metri e l’altra a Nord, verso il Mar Piccolo, lunga 150 metri. 22 maggio 1887 Inaugurazione del Ponte Girevole. 7 giugno 1889 Inaugurazione del bacino “Principe di Napoli” (denominato in seguito "Benedetto Brin". 21 agosto 1889 S.M. il Re Umberto I, a bordo della R.N. “Savoia”, transita attraverso il canale navigabile e visita le nuove strutture militari. 18 settembre 1889 La Regia Marina si insedia a Taranto in forma ufficiale. 14 marzo 1894 Viene impostato in Arsenale l’ariete-torpediniera “Puglia”. 22 settembre 1898 Varo della R.N. “Puglia”. 1899÷1904 Lavori al porto mercantile. Tratto dalla Rassegna Pugliese di giugno-luglio-agosto 1913. “Tali opere, approvatosi il progetto definitivo nel 1897, furono compiute dal 1899 al 1904, e consistono precipuamente in un molo rettilineo di circa 400 metri terminante con breve braccio a martello, che limita l’estremo angolo interno del Mar Grande lasciando un’imboccatura di metri 270 circa rivolta ad ostro. Il molo è parte a scogliera, parte con banchina; e s’era sperato, nello stabilirne così la costruzione, di smorzare sensibilmente sia le onde da scirocco sia quelle d’infrazione prodotte dai mari del terzo quadrante, senza però ottenerne in pratica lo scopo, poiché anzi le condizioni di tranquillità dello specchio portuale furono in effetti peggiorate, tanto che i piroscafi continuarono ad ormeggiarsi, come prima della costruzione del molo, nel tratto fra S. Eligio e la Batteria Carducci, di prua a libeccio, mentre i velieri meno di prima poterono accostare alla calata di S. Eligio, così che si dovette continuare ad effettuare le operazioni commerciali in gran parte mediante barche d’alleggio.” 1905 Inizio della costruzione del bacino “Ferrati”. 1912 Si istituisce a Taranto un quarto Dipartimento Militare Marittimo: quello dell’ Jonio e del Basso Adriatico. 1913 Viene istituito l’Ispettorato dei Sommergibili e dell’Aviazione; Taranto con la costruzione di un idroscalo, ad oriente dell’Arsenale nel secondo seno di Mar Piccolo, oltre Punta Pizzone, diventa la prima base e scuola dell’Aviazione per la Marina. 1914 Verso la fine di quest’anno la società anonima Gianfranco Tosi di Legnano, specializzata nella produzione di apparati motore, caldaie, turbine, inizia ad impiantare i Cantieri Navali sulla riva settentrionale del primo seno del Mar Piccolo. 1915 Inizio della costruzione dell’idroscalo del Pizzone. 6 giugno 1916 Inaugurazione del bacino “Ferrati” con l’ingresso del pontone semovente “Anteo”. 2 agosto 1916 Affondamento della nave da battaglia “Leonardo da Vinci”. 1919 ÷ 1921 Recupero della nave da battaglia “Leonardo da Vinci”. 16 febbraio 1922 Viene data concessione sessantennale ad una Società Inglese la “tramways Electric” per il primo servizio tranviario; nasce così la “Taranto Tramways Electric Supplay Co. Ltd.” ed in questa giornata viene inaugurato il primo servizio, la linea n° 1, che con sole due vetture collega l’Arsenale alla stazione ferroviaria. Solo in seguito, allorché furono costruite le dieci palazzine, fu istituita la linea n° 2, che percorreva tutta via Cesare Battisti, passava per piazza Ramellini, percorreva parte di via Mazzini e via Leonida e terminava davanti l’Arsenale. In seguito alla soppressione dei tram a partire dal 1949 ad oggi, il servizio viene espletato dalla linea 1/2, che collega il rione Solito con il rione Tamburi. 28 marzo 1923 Nasce la Regia Aeronautica; l’idroscalo “Bologna”, realizzato per le necessità aeronautiche della Regia Marina, passa sotto le competenze della nuova Arma Aerea. 21 aprile 1923 Varo del ferry-boat “Messina”, costruito nell’arsenale di Taranto. 2 settembre 1923 Con Decreto Reale 911 viene istituita la provincia jonica con capoluogo Taranto; il territorio provinciale ha una superficie di 2.426,25 ettari, 27 comuni e 279.000 abitanti secondo il censimento del 1921. 1927 Completata la costruzione delle case degli impiegati statali, costruite tra via Di Palma d il muro di cinta dell’Arsenale Marittimo. 1928 Taranto conta circa 121.000 abitanti. Viene istituito il Comando Aeronautico dello Jonio e del Basso Adriatico. Anni ‘30 Demolizione del bastione Carducci, facente parte di una serie di fortificazioni, realizzate dagli spagnoli alla fine del XVI secolo. 4 novembre 1930 Viene inaugurato in piazza XX settembre, denominata poi piazza della Vittoria, da S.M. Vittorio Emanuele III il monumento ai Caduti, opera dello scultore tarantino Francesco Paolo Como. L’opera è incompleta perché manca l’Aquilifero, che si erge su una trireme romana rostrata, e che dovrebbe essere dedicato ai Caduti della Marina Italiana. 1931÷1932 Costruzione della Rotonda a mare e sistemazione dell’adiacente tratto del lungomare. 1932 Lavori di rifacimento delle banchine e delle sponde del canale navigabile e sostituzione del sistema idraulico per l’apertura del ponte girevole con impianto di turbine elettriche. 14 agosto 1932 Il Re Vittorio Emanuele III a bordo della nave reale Savoia partecipa a Taranto ad un’importante rivista navale. 1934 Anno in cui, presumibilmente, viene abbattuto, perché non più necessario, il grosso serbatoio idrico, costruito sul torrione “San Lorenzo”, che permetteva per mezzo della caduta d’acqua di mettere in funzione le turbine idrauliche per permettere l’apertura dei due bracci del ponte girevole; il complesso sistema era stato sostituito dai motori elettrici. 7 settembre 1934 Il Duce inaugura il Palazzo del Governo, costato con la sistemazione della rotonda e della zona limitrofa 23 milioni di lire. Nella stessa giornata Mussolini, con un simbolico colpo di piccone, da inizio all’opera di bonifica della città vecchia, il cui programma prevedeva l’abbattimento di tutte le abitazioni tra via di Mezzo e via Garibaldi a partire dalla scesa del Vasto fino a piazza Fontana; l’operazione di risanamento fu comunque realizzata solo in parte. 1939 Inizio dei lavori in mar Grande del nuovo Arsenale Militare (attualmente è la nuova Base Navale), che avrebbe dovuto occupare una superficie di circa ottanta ettari, con un grosso bacino di carenaggio in muratura della lunghezza di 483 m; erano previste officine, magazzini, banchine, pontili e un lungo tunnel sotterraneo per permettere il trasporto su rotaie di mezzi e uomini in collegamento con il vecchio arsenale; durante la guerra i lavori furono sospesi ed il bacino rimase in minima parte realizzato. 11 novembre 1940 Affondamento della corazzata “Cavour”. 27 giugno 1941 Sono ultimati i lavori di recupero della corazzata “Cavour”. 5 ottobre 1943 Il Ministero della Marina Italiana si trasferisce a Taranto, a Palazzo Resta. 1947 I “Cantieri Tosi” diventano “Cantieri Navali di Taranto”. 1951 Le scuole CEMM si trasferiscono a San Vito e nel 1978 diventano Scuola Sottufficiali della Marina. 18 agosto 1957 Si inizia la demolizione del vecchio ponte girevole; si è statisticamente calcolato che, nella sua vita, sia stato aperto e chiuso 25.500 volte, tenendo conto che nei periodi 1915÷18 e 1940÷43 per esigenze belliche è rimasto aperto. 19 agosto 1957 Inizio del montaggio del nuovo ponte. 10 gennaio 1958 Si termina il montaggio del nuovo ponte. 9 marzo 1958 Il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi inaugura il nuovo ponte girevole. 15 marzo 1960 Termina l’attività dei Cantieri Navali Tosi; al suo posto subentra la “Società Officine di Costruzioni e Riparazioni Navali di Taranto”. 9 luglio 1960 Si posa la prima pietra per la realizzazione del IV Centro Siderurgico. 16 giugno 1974 Inauguazione del monumento ai Marinai d’Italia, donato dall’ Ammiraglio Angelo Iachino. 25 giugno 2004 Inaugurazione della nuova Base Navale, realizzata sullo stesso sito che era denominato Arsenale Nuovo. 10 marzo 2008 Per commemorare il cinquantesimo anniversario della realizzazione del nuovo ponte girevole, le fregate "Maestrale" e "Zeffiro" da Mar Grande effettuano un passaggio in Mar Piccolo per poi rientrare alla nuova Base Navale. fonti consultate: Nino Bixio Lo Martire "L' Arsenale M.M. di Taranto" "Il porto di Taranto" Consorzio Area Sviluppo Industriale 1978" "La Marina e Taranto" Centenario dell' Arsenale (1889÷1989) "Taranto e il suo Arsenale" - mostra sugli aspetti storici, urbanistici e produttivi dell'insediamento dell' Arsenale M.M. a Taranto 27 giugno÷26 luglio 1981 Roberto Cofano "Le foto di Paolo De Siati" Taranto nella prima metà del '900 Edizioni Archita - agosto 2002 per quanto mi sarà possibile cercherò di inserire le immagini fotografiche in ordine cronologico Buffoluto/Marcello Risolo
  10. BUFFOLUTO

    Corvette Classe Gabbiano

    Con la collaborazione e l'interesse del comandante OSTRO, apro un TOPIC dedicato alle corvette della classe Gabbiano, al quale invito tutti coloro che desiderino farlo di partecipare inviando commenti, notizie e fotografie. BUFFOLUTO/Marcello EDIT Alagi Come da intese con Marcello, ho inserito il file pdf in formato testo. Lascio comunque il link di Imageshack per chi voesse visualizzare il testo in formato pdf. http://img510.imageshack.us/my.php?image=0...ssegabbipy5.pdf ------------ CORVETTE ANTISOM CLASSE GABBIANO Cantieri: CERUSA - Voltri (4 unità) GABBIANO C 11 - GB - F 571 Imp.: 14 gennaio 1942, varo: 23 giugno 1942; Ls.: 3 ottobre 1942; rad.: 1971. (1° ciclo di lavori a La Spezia dall' 1 gennaio a dicembre 1951; 2° ciclo di lavori a La Spezia 1 dicembre 1954 al 26 maggio 1955). PROCELLARIA C12 Imp.: 1942; varo: 4 settembre 1942; i.s.: 29 novembre 1942; aff.: 31 gennaio 1943; rad.: 16 ottobre 1946. CORMORANO C 13 - CO - F 575 Imp.: 1942; varo: 17novembre 1942; i.s.: 6 marzo 1943; rad.: 1971. (1° ciclo di lavori a La Spezia da giugno a dicembre 1952; 2° ciclo di lavori a Taranto da aprile a settembre del 1954) PELLICANO C 14 - PE - F 574 Imp.: 15settembre 1942; varo: 20 febbraio 1943; ì.s.: 15 aprile 1943; rad.: 1gennaio 1970. (1° ciclo di lavori a Taranto da settembre 1952 a marzo 1953; 2° ciclo di lavori a La Spezia da gennaio a maggio del 1956; 3° ciclo di lavori a Taranto da aprile a settembre 1960; 4° ciclo di lavori a La Spezia da ottobre 1961 ad aprile 1962). Cantieri: ANSALDO - Genova (8 unità) CICOGNA C15 Imp.: 1942; varo: 12 ottobre 1942; i.s.: 11 gennaio 1943; aff.: 24 luglio 1943; rad.: 18 ottobre 1946. FOLAGA C 16 - FO - F 576 Imp.: 15 giugnoiçaa; varo: 13 novembre 1942; i.s, 16 febbraio 1943; dis.: 1965; rad.: 1 agosto 1965. (ciclo di lavori a La Spezia da gennaio a maggio 1950; ciclo di lavori a Taranto da maggio ad agosto 1953). IBIS C 17 - IB - F 561 Imp.: 1942; varo: 12 dicembre 1942; i.s.: 3 aprile 1943; rad.: 1972. (1° ciclo di lavori a La Spezia dal 20 maggio al a ottobre 1950; 2° ciclo di lavori a Taranto dal 16 novembre 1952 all' 1 aprile 1953; 3° ciclo di lavori a Taranto dall' 8 luglio 1954 al 12 gennaio 1955). GRU C18 - GU - F566 Imp.: 6 luglio 1942; varo: 23 dicembre 1942; ì.s.: 29 aprile 1943; dìs.: 1970; rad.: 1agosto 1971. (1° ciclo di lavori a Taranto 1951+1952; 2° ciclo di lavori a La Spezia 1953). TUFFETTO C 51 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2222) Imp.: 1943; varo: 25 agostoiçag: perd.: 9 settembre 1943; completata dai tedeschi: 1944; aff.: 24 maggio 1945; rad.: 20 dicembre 1946. MARANGONE C 52 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2223) Imp.: 1943; varo: 1943; perd.: 9 settembre 1943; completata dai tedeschi: 1944; aff.: 16 aprile 1944; rad.: 20 dicembre 1946. STROLAGA C 53 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2224) Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo il ç settembre 1943; varo: 1944; autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 1947. ARDEA C54 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2225) Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo il9 settembre 1943; varo: 1944; autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 1947. Cantieri: O. T. O. - Livorno (9 unità) ANTILOPE C19 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6082) Imp.: 20 gennaio 1942; varo: 9 maggio 1942; i.s.: 11 novembre 1942; perd.: 9 settembre 1943; rad.: 27 marzo 1947. GAZZELLA C20 Imp.: 20 gennaio 1942; varo: 9 maggio 1942; i.s.: 6 febbraio 1943 autoaff.: 5 ottobre 1943; rad.: 20 dicembre 1946. CAMOSCIO C 21 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6081) Imp.: 20 gennaio 1942; varo: 9 maggio 1942; i.s.: 18 aprile 1943; perd.: 9 settembre 1943; aff.: agosto 1944; rad.: 27 marzo 1947. CAPRIOLO C 22 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6083) Imp.: 1942; varo: 5 dicembre 1942; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi il 9 settembre 1943; comp.: 1943; autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 1947. ALCE C23 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6084) Imp.: 1942; varo: 5 dicembre 1942; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi il9 settembre 1943; comp.: 1943; autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 1947. RENNA C24 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6085) Imp.: 1942; varo: 5 dicembre 1942; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi il ç settembre 1943; comp.: 1944; autoaff.: settembre 1944; rad.: 1947. DAINO C55 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6087) Imp.: 1943; varo: ; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi il 9 settembre 1943; autoaff.: 1944; rad.: 1947. CERVO C56 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6086) Imp.: 1943; varo: ; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi ìl ç settembre 1943; autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 1947. STAMBECCO C 57 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 6088) Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo ìl ç settembre 1943; rad.: 1947. Cantieri: NAVALMECCANICA - Castellammare di Stabia (12 unità) APE C 25 - AP - F 567 - A 5328 Imp.: 4 maggio 1942; varo: 22 novembre 1942; i.s.: 15 maggio 1943; dis.: 1979; rad.: 31 luglio 1981. (i" ciclo di lavori a La Spezia dal 13 dicembre a fine maggio 1952; 2° ciclo di lavori a Taranto dal 24 marzo 1953 al 7 settembre 1953; 3° ciclo di lavori a Taranto dal io settembre 1955 al 24 marzo 1956; 4° ciclo di lavori a Taranto dal 12 maggio a settembre 1958; 5° ciclo di lavori a Taranto da agosto a dicembre 1959; 6° ciclo di lavori a La Spezia 1964/1965). LUCCIOLA C 27 Imp.: 1942; varo: 21 marzo 1943; non entrata in servizio; sabotata dall' equipaggio ihg settembre 1943; rad.: 1947. LIBELLULA C 32 Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo il 13 settembre 1943 non terminata; rad.: 1947. VESPA C26 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2221) Imp.: 1942; varo: 22 novembre 1942; i.s.: 2 settembre 1943; perd.: catturata dai tedeschi l' 11 settembre 1943i autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 20 agosto 1946. GRILLO C28 Imp.: 1942; varo: 21 maggio 1943; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi il 13 settembre 1943; rad.: 1947. CICALA. C29 Imp.: 1942; varo: 27 giugno 1943; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi il 13 settembre 1943; rad.: 1947. CALABRONE C 30 Imp.: 1942; varo: 27 giugno 1943; non ancora in servizio e catturata dai tedeschi il 13 settembre 1943; rad.: 1947. CAVALLETTA C31 Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo il 13 settembre 1943; non terminata. CRISALIDE C58 - CR - F547 Imp.: 22 aprile 1943, varo: 8 dicembre 1947; Ls.: 25 settembre 1952; rad.: 1972. (ciclo di lavori da novembre 1959 a marzo 1960). FARFALLA C 59 - F 548 Imp.: 21 aprile 1943, varo: 4 gennaio 1948; Ls.: 12 febbraio 1953; rad.: 1972. MAGGIOLINO C 60 (non impostata; costruzione annullata) COCCINIGLIA C 61 (non impostata; costruzione annullata) Cantieri: BREDA - Porto Marghera (9 unità) SCIMITARRA C 33 - SC - F 564 Imp.: 24 febbraio 1942, varo: 16 settembre 1942; i. s.: 10 maggio 1943i rad.: 1971. (cicli di lavoro: gìugno-sagosto 1949; gennaìo-saprìle 1953; agostoe-ottobre 1954; giugno--settembre 1955; da novembre 1956 a maggio 1957). BAIONETIA (ex PARTIGIANA) C 34 - BA - F 578 Imp.: 24 febbraio 1942, varo: 5 ottobre 1942; Ls.: 28 luglio 1943; rad.: 1971. COLUBRINA C 35 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 205) Imp.: 1942; varo: 7 dicembre 1942; non entrata in servizio e catturata dai tedeschi l' 11 settembre 1943; aff.: 27 marzo 1944; rad.: 1947. SPINGARDA C 36 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 208) Imp.: 1942; varo: 22 maggio 1943; non entrata in servizio e catturata dai tedeschi l' 11 settembre 1943; comp.: 1944; aff.: 1 novembre 1944; rad.: 1947. CARABINA C 37 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 207) Imp.: 1942; varo: 22 maggio 1943; non entrata in servizio e catturata dai tedeschi l' 11 settembre 1943; comp.: ; aff.: febbraio 1944; rad.: 1947. BOMBARDA C38 - BD - F549 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 206) Imp.: 21 agostorçaz; catturata dai tedeschi sullo scalo l' 11 settembre 1943; varo: 10 febbraio 1944; autoaff.: 26 aprile 1945; ricuper.: 1 settembre 1945; i.s.: 21 aprile 1951; dis.: 1975; rad.: 1 novembre 1978. SCURE C62 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 209) Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo l' 11 settembre 1943; varo: ; non terminata. CLAVA C63 Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo l' 11 settembre 1943; costruzione non continuata. ZAGAGLIA C 64 Imp.: 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo l' 11 settembre 1943; costruzione non continuata. Cantieri: C.R.D.A. - Monfalcone (10 unità) ARTEMIDE C39 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2226) Imp.: 9 marzo 1942; varo: 10 agosto 1942; i.s.: 10 ottobre 1942; perd.: 9 settembre 1943; autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 27 marzo 1947. PERSEFONE C40 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2227) Imp.: 9 marzo 1942; varo: 21 settembre 1942; i.s.: 28 novembre 1942; perd.: 9 settembre 1943; rad.: 21 marzo 1947. EUTERPE (ex VESTA) C41 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 2228) Imp.: 2 aprile 1942; varo: 22 ottobre 1942; ì.s.: 20 gennaio 1943; perd.: 9 settembre 1943; rad.: 27 marzo 1947. MINERVA C 42 - MI - F 562 Imp.: 3 aprile 1942; varo: 6 novembre 1942; i.s.: 25 febbraio 1943; rad.: 1 luglio 1969. URANIA C65 - UR - F 570 Imp.: 1 ottobre 1942; varo: 21 aprile 1943; i.s.: 7 agosto 1943; rad.: 1972. (cicli di lavori: da settembre 1946 a febbraio 1947; gennaio-rfebbraio 1948; da agosto 1951 ad aprile 1952; aprile/settembre 1956; da ottobre 1959 a marzo 1960; luglio+ottobre 1961). BERENICE C 66 Imp.: 1942; varo: 20 maggio 1943; ì.s.: 1 settembre 1943; aff.: 9 settembre 1943; rad.: 10 ottobre 1947. EGERIA C67 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 201) Imp.: 15 febbraio 1943; varo: 3 luglio 1943; non entrata in servizio e catturata dai tedeschi il 10 settembre 1943; comp.: 1944; autoaff.: 24 aprile 1945; rad.: 1947. MELPOMENE C68 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 202) Imp.: 25 marzo 1943; varo: 29 agosto 1943; non entrata in servizio e catturata dai tedeschi il 10 settembre 1943; comp.: 1944; autoaff.: 11 novembre 1944; rad.: 1947. TERSICORE C 69 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata U.J. 203) Imp.: 15 aprile 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo il 10 settembre 1943; varo: 1943; comp.: 1944; aff: 20 aprile 1944; rad.: 1947. EURIDICE C 70 (da settembre 1943 incorporata nella marina tedesca e denominata "U.J. 204") Imp.: 1 luglio 1943; catturata dai tedeschi sullo scalo il 10 settembre 1943; varo: 1943; comp.: 1944 aff: 1945; rad.: 1947. Cantieri: C. R. D. A. San Marco - Trieste (8 unità) DRIADE C 43 - DR - F 568 Imp.: 9 maggio 1942; varo: 7 ottobre 1942; i.s.: 14 gennaio 1943; rad.: 1luglio 1966. DANAIDE C 44 - DA - F 563 Imp.: 9 maggio 1942; varo: 21 ottobre 1942; i.s.: 27 febbraio 1943; dis.: 1967; rad.: 1 gennaio 1968. (cicli di lavori: Taranto agosto+dicembre 1952; Taranto da dicembre 1954 a maggio 1955; Taranto agosto/dicembre 1957; La Spezia settembre/dicembre 1958). POMONA (ex EBE) C 45 - PO - F 573 Imp.: 16 maggio 1942; varo: 18 novembre 1942; i.s.: 4 aprile 1943; rad.: 1 giugno 1965. (lavori di trasformazione 1955/1956). FLORA C 46 - FL - F 572 Imp.: 16 maggio 1942; varo: 1 dicembre 1942; i.s.: 25 aprile 1943; rad.: 1 gennaio 1970. SFINGE C 47 - SF - F 579 Imp.: 20 giugno 1942; varo: 9 gennaio 1943; i.s.: 12 maggio 1943; dis.: 1975; rad.: 1 giugno 1977. CHIMERA C 48 - CB - F 569 Imp.: 20 giugno 1942; varo: 30 gennaio 1943; i.s.: 26 maggio 1943; rad.: 1977. SIBILLA C 49 - SB - F 565 Imp.: 26 giugno 1942; varo: 10 marzo 1943; i.s.: 5 giugno 1943; rad.: 1973. FENICE C 50 - FE - F 577 Imp.: 27 giugno 1942; varo: lO marzo 1943; i.s.: 15giugno 1943; rad.: 1luglio 1965. UNITA' COSTRUITE NEI CANTIERI CERUSA - VOLTRI
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