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Sommergibili classe " 600 " serie "Platino" (o anche "Acciaio") da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "600" serie "Platino" (o anche "Acciaio"): Tipo: Sommergibile di piccola crociera Dislocamento: - in superficie: 710,00 t (piccole differenze nel tonnellaggio fra le unità costruite da cantieri diversi) - in immersione: 870,00 t Dimensioni: - Lunghezza: 60,18 m - Larghezza: 6,45 m - Immersione: 4,75 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel FIAT (per i sommergibili costruiti dal Cantiere Tosi MM.TT. Tosi), 2 eliche - Potenza: 1.400 cv (1.500 cv per le unità costruite dalla Tosi con motorizzazione "Tosi") - Velocità max. in superficie: 14,0 nodi (lievi variazioni in velocità ed autonomia fra i sommergibili dotati di motori diversi) - Autonomia in superficie: 2.300 miglia a 14 nodi - 5.000 miglia a 8,5 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione C.R.D.A. (per i sommergibili dal Cantiere Tosi MEP Ansaldo) - Potenza: 800 cv - Velocità max: 7,7 nodi - Autonomia in immersione: 7 miglia a 7 nodi - 80 miglia a 3 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 4 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 533 mm, 2 siluri da 533 mm (le unità costruite dalla Tosi ebbero 4 tls da 533 mm con 4 armi) - 1 cannone da 100/47 mm - 4 mitragliatrici 13.2 binate Equipaggio: 4 ufficiali, 40 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 80 m da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Unità della classe "600" serie "Platino" (o "Acciaio"): Regio sommergibile PLATINO Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 20.11.1940, Varo: 01.06.1941, Consegna: 02.10.1941, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile ACCIAIO Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 21.11.1940, Varo: 22.06.1941, Consegna: 30.10.1941, Affondato: 13 luglio 1943, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile COBALTO Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 26.11.1940, Varo: 20.08.1941, Consegna: 30.10.1941, Affondato: 12 luglio 1942, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile NICHELIO Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 01.07.1941, Varo: 12.04.1942, Consegna: 30.07.1942, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile ASTERIA Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 16.10.1940, Varo: 25.06.1941, Consegna: 08.11.1941, Affondato: 17 febbraio 1943, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile GIADA Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 16.10.1940, Varo: 10.07.1941, Consegna: 06.12.1941, Radiazione: 01.06.1966 Regio sommergibile GRANITO Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 09.11.1940*, Varo: 07.08.1941, Consegna: 03.01.1942, Affondato: 9 novembre 1942, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile PORFIDO Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 09.11.1940*, Varo: 23.08.1941, Consegna: 24.01.1942, Affondato: 6 dicembre 1942, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile AVORIO Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 09.11.1940*, Varo: 06.09.1941, Consegna: 25.03.1942, Affondato: 9 febbraio 1943, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile ALABASTRO Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 12.03.1941, Varo: 18.12.1941, Consegna: 09.05.1942, Affondato: 14 settembre 1942, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile BRONZO Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 02.12.1940, Varo: 28.09.1941, Consegna: 02.01.1942, Affondato: 12 luglio 1943, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile VOLFRAMIO Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 16.12.1940, Varo: 09.11.1941, Consegna: 15.02.1942, Affondato: 8 settembre 1943, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile ARGENTO Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 30.04.1941, Varo: 22.02.1942, Consegna: 16.05.1942, Affondato: 3 agosto 1943, Radiazione: 27.02.1947 * Ho riportato la data che mi sembra la più corretta presa da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1990, mentre sul testo "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, come anche su "Sommergibili italiani fra le due G.M." dello stesso A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, viene riportata come data d'impostazione 09.09.1940. Generalità di classe Questa serie di sommergibili della classe "600", di dislocamento leggermente superiore alle serie precedenti, fu ordinata e costruita durante il secondo conflitto mondiale per rimpiazzare le unità similari perdute in misura elevata. A questi sommergibili vennero apportate rispetto ai precedenti, alcune modifiche che l'esperienza di guerra aveva dimostrato molto utili; in particolare fu adottata una torretta di minori dimensioni e più funzionale, sul modello di quella dei sommergibili tedeschi tipo "VII" che aveva dato ottima prova; l'armamento antiaereo fu migliorato e potenziato con la sistemazione di mitragliere binate su affusti a scomparsa; le sistemazioni per l'assetto silenzioso furono realizzate già in sede di costruzione e risultarono pertanto più sicure ed efficienti delle precedenti. Anche il settore delle apparecchiature ausiliarie segnò un miglioramento dovuto al perfezionamento degli impianti preesistenti e all'introduzione di nuove apparecchiature per il lancio e contro la localizzazione radar. D'altra parte la crescente penuria di metalli speciali impose soluzioni di ripiego in alcuni servizi importanti per cui frequentemente si verificarono su questi battelli inconvenienti di una certa importanza dovuti a deficienza di materiali. La quasi totalità dell'unità della serie ebbe vita brevissima e pertanto il loro rendimento in servizio non può essere paragonato nel tempo a quello delle serie precedenti. Il Giada, unica unità efficiente rimasta in possesso della Marina Italiana dopo la firma del trattato di pace, nel 1952-53 effettuò importanti lavori di rimodernamento che ne alterarono notevolmente la sagoma. Le modifiche apportate furono in gran parte intese a migliorare le prestazioni in immersione poiché il battello doveva essere prevalentemente adibito all'addestramento di unità di superficie alla caccia antisommergibile; così venne abolito il cannone, la falsa torre fu sostituita con altra di nuovo tipo e il ponte di coperta fu abbassato e liberato da ogni sporgenza. Inoltre furono aboliti i lanciasiluri poppieri, sostituiti i periscopi con altri di maggior lunghezza e sistemato un radar rientrabile di tipo americano. Attività di classe Le unità di questa serie entrarono in servizio, con il ritmo medio di due sommergibili al mese, fra l'ottobre 1941 ed il maggio 1942; dopo un periodo di serrato addestramento furono man mano inviate alle basi d'impiego che furono prevalentemente Cagliari ed, in misura minore, Trapani e Messina. Quando i bombardamenti aerei sulle basi suddette aumentarono di frequenza e d'intensità, i sommergibili furono spesso decentrati in porti minori e sorgitori vari sia della Sardegna che della Sicilia. Il loro impiego bellico ebbe esclusivamente carattere offensivo, inteso prevalentemente alla formazione di linee o zone di sbarramento contro forze navali e convogli avversari diretti al rifornimento di Malta. Disegni di Aldo Cherini da https://www.cherini.eu/mmi/index.html I sommergibili Volframio e Bronzo nella primavera del 1942, collezione A. Fraccaroli via M. Brescia.
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Sommergibili classe " Glauco " (2°) da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "Glauco" (2°): Tipo: Sommergibile di grande crociera (poi "Oceanici") Dislocamento: - in superficie: 1.055,00 t - in immersione: 1.325,00 t Dimensioni: - Lunghezza: 73,00 m - Larghezza: 7,20 m - Immersione: 5,30 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel FIAT, 2 eliche - Potenza: 3.000 cv - Velocità max. in superficie: 17,1 nodi - Autonomia in superficie: 2.825 miglia a 17 nodi - 9.670 miglia a 8,0 nodi (in sovraccarico) Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CRDA - Potenza: 1.100 cv - Velocità max: 8,0 nodi - Autonomia in immersione: 8 miglia a 8,0 nodi - 110 miglia a 3 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 4 tls AD da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 2 cannoni da 100/47 mm (300 colpi per i cannoni) - 2 mitragliatrici 13.2 singole (3.000 proiettili) Equipaggio: 7 ufficiali, 50 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Unità della classe "Glauco" (2°): Regio sommergibile GLAUCO (2°) Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 12.10.1932, Varo: 05.01.1935, Consegna: 20.09.1935, Affondato: 27 giugno 1941, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile OTARIA (2°) Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 19.11.1932, Varo: 20.03.1935, Consegna: 20.10.1935, Radiazione: 01.02.1948 da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Generalità di classe La Classe "Glauco" è l'evoluzione in battelli oceanici dei battelli classe "Squalo" elaborati dal generale del genio navale Bernardis. Si rivelarono veramente validi, robusti, manovrieri e equilibrati in tutte le loro componenti che erano allo stato dell'arte dell'epoca. Del tipo a semplice scafo con doppifondi centrali, al centro vi erano applicate due controcarene per circa un terzo della lunghezza. L'interno era suddiviso in sette compartimenti con 2 delle 6 paratie stagne di tipo ondulato con colonna centrale di fuoriuscita (sistema Girolami Arata) completato dalle tutte le sistemazioni previste per il soccorso all'epoca. Questi battelli dettero subito dimostrazione delle buone qualità intrinseche nel progetto già nella Guerra di Spagna, tanto da far decidere alla Marina di riprodurli nella classe "Marcello" in ben 11 esemplari. Nel corso della 2 Guerra Mondiale, come già per altri battelli "oceanici", anche per i "Glauco" venne decisa la modifica della torretta riducendone sensibilmente le dimensioni. da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Attività di classe Ultimate le prove e l'addestramento in Alto Adriatico, i due battelli, all'inizio del 1936, vennero assegnati al Quarto Gruppo Sommergibili di Taranto ove effettuarono esercitazioni d'insieme con altre unità subacquee; nell'estate del 1936 passarono al Gruppo Sommergibili di Napoli. Durante la guerra di Spagna, fra il dicembre 1936 e l'agosto 1937, Glauco e Otaria effettuarono rispettivamente due e tre missioni speciali della durata complessiva di 68 giorni: da una di queste missioni il Glauco rientrò con parte del personale affetto da sintomi di avvelenamento dovuto a perdite di cloruro di metile dall'impianto di condizionamento. Nel 1938 le due unità furono inviate in Mar Rosso alle dipendenze della flottiglia sommergibili di Massaua; l'Otaria effettuò una crociera sperimentale nell'Oceano Indiano durante il periodo del monsone traendo utile esperienza circa le possibilità d'impiego delle armi con mare grosso. Alla fine del 1939, il Glauco, e nei primi mesi del 1940, l'Otaria, fecero rientro in porti metropolitani per lavori. Allo scoppio del conflitto mondiale i due battelli furono impiegati inizialmente per agguati nel Mediterraneo occidentale. Le immagini che seguono propongono fasi successive della costruzione del sommergibile Glauco (2°) a Monfalcone al: 30 giugno 1933, e al 31 agosto 1933, da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Immagine relativa ad un'avanzata fase di costruzione del sommergibile Otaria (2°) con il particolare del basamento del cannone di poppa e della parte resistente della torretta, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999.
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Sommergibili classe " 600 " serie " Agonauta " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "600" serie "Argonauta": Tipo: Sommergibile di piccola crociera Dislocamento: - in superficie: 666,56 t - in immersione: 810,43 t Dimensioni: - Lunghezza: 61,50 m - Larghezza: 5,65 m - Immersione: 4,64 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel FIAT (Tosi per le unità costruite dai cantieri di Taranto e 1 FIAT e 1 CRDA per il solo Medusa), 2 eliche - Potenza: 1.500 cv - Velocità max. in superficie: 14,0 nodi - Autonomia in superficie: 2.300 miglia a 14 nodi - 4.900 miglia a 9,5 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CRDA (Marelli per le unità costruite dai cantieri di Taranto) - Potenza: 800 cv - Velocita max: 8,0 nodi - Autonomia in immersione: 7 miglia a 8,0 nodi - 110 miglia a 3 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 4 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 533 mm, 2 siluri da 533 mm - 1 cannone da 102/35 mm - 2 mitragliatrici 13.2 singole Equipaggio: 4 ufficiali, 32 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 80 m da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Unità della classe "600" serie "Argonauta": Regio sommergibile ARGONAUTA (2°) Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 09.11.1929, Varo: 19.01.1931, Consegna: 01.01.1932, Affondato: 27 giugno 1940, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile FISALIA (2°)[/b] Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 20.11.1929, Varo: 02.05.1931, Consegna: 05.06.1932, Affondato: 28 settembre 1941, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile MEDUSA (2°) Cantiere: C.R.D.A., Monfalcone Impostazione: 30.11.1929, Varo: 10.12.1931, Consegna: 08.10.1932, Affondato: 30 gennaio 1942, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile SERPENTE Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 23.04.1930, Varo: 28.02.1932, Consegna: 12.11.1932, Affondato: 12 settembre 1943, Radiazione: 27.02.1947 Regio sommergibile SALPA (2°) Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 23.04.1930, Varo: 08.05.1932, Consegna: 12.12.1932, Affondato: 27 giugno 1941, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile JANTINA (2°) Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 20.01.1930, Varo: 16.05.1932, Consegna: 01.03.1933, Affondato: 5 luglio 1941, Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile JALEA (2°) Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 20.01.1930, Varo: 15.06.1932, Consegna: 16.03.1933, Radiazione: 1.02.1948[/b] da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Generalità di classe La progettazione di questi sommergibili, che furono chiamati di "piccola crociera" e successivamente "costieri", fu anch'essa opera del Bernardis che si attenne al criterio da lui propugnato del semplice scafo con doppi fondi centrali resistenti. L'esperienza fatta con la classe "Pisani" consigliò però di prevedere le controcarene, già in sede di progetto, per garantire una buona stabilità in superficie; pertanto queste unità nacquero senza deficienze sostanziali e si dimostrarono subito indovinate. Come è già stato accennato, questi sommergibili erano a semplice scafo con controcarene all'altezza del galleggiamento; nei doppi fondi resistenti interni erano ricavate anche le casse emersione, rapida e compenso; le controcarene contenevano combustibile nelle estremità lunate e doppi fondi leggeri nelle parti centrali. Le unità dettero ottime prestazioni in servizio; ben suddivise internamente, robuste, di ottime qualità nautiche, manovriere sia in superficie sia in immersione; avrebbero forse potuto essere un po' più veloci in superficie, ma il tipo d'impiego per il quale erano state costruite non richiedeva elevate caratteristiche di mobilità. La classe "600" venne pertanto riprodotta in numerose serie alle quali vennero apportate successive piccole migliorie ed ammodernamenti, ma che sostanzialmente non cambiarono le caratteristiche della prima serie della classe. Per la sola Marina italiana i cantieri costruirono 49 unità di questa classe; molti altri esemplari ne furono poi ordinati da Marine estere che apprezzarono subito sia la bontà del progetto sia l'ottima qualità della costruzione. I sommergibili Fisalia e Medusa a Monfalcone (31.10.1932) da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Attività di classe Queste unità non furono mai organicamente riunite in reparti omogenei, ma fecero sempre parte di squadriglie miste principalmente nelle basi di La Spezia (quelle OTO), di Taranto (quelle TOSI) e di Messina (quelle CRDA). Nel 1933 Argonauta, Fisalia e Salpa compirono una crociera addestrativa nel Dodecaneso toccando durante il ritorno i porti della Libia. Dal 1934 in poi gli "Argonauta" fecero sempre parte di squadriglie composte da unità della classe « 600 » delle serie che man mano entravano in servizio. Anche nel corso del 1934 quattro unità effettuarono una lunga crociera addestrativa, in Grecia, Dodecaneso, Palestina, Egitto: il Serpente visitò invece le Baleari ed alcuni porti spagnoli; l'Argonauta rimase in acque nazionali. Verso la fine del 1935 Medusa e Jantina furono avviati in Egeo alle dipendenze del Gruppo Sommergibili di Lero e vi rimasero circa un anno. Salpa e Serpente nel 1936 furono dislocati in Mar Rosso per alcuni mesi per vagliare l'attitudine dei "600" a permanere ed operare in quei mari. L'Argonauta, sempre nel 1936, rimase molti mesi fuori delle acque metropolitane: fu per qualche tempo dislocato a Tobruk ed effettuò crociere addestrative toccando sia i porti del Dodecaneso sia le basi dell'Africa Settentrionale. Durante la guerra di Spagna Fisalia (1), Jalea (2), Jantina (2) e Serpente (1) effettuarono sei missioni speciali per la durata complessiva di 82 giorni. Nei successivi anni, che precedettero l'inizio del secondo conflitto mondiale, le unità CRDA rimasero prevalentemente in porti metropolitani: Salpa e Serpente furono dislocati, prima in Egeo e poi a Tobruk: Jantina e Jalea prevalentemente nel Dodecaneso. Allo scoppio delle ostilità Salpa e Serpente facevano parte del gruppo sommergibili di Tobruk: Jalea e Jantina di quello di Lero e le rimanenti unità erano dislocate fra Taranto (2) e Cagliari (1). I sommergibili Jantina e Jalea in allestimento a Monfalcone, da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti
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Regio sommergibile Ettore FIERAMOSCA Nunc saltem pateat quid possit itala virtus (Si veda almeno ora quanto possa l'italico valore) da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali: Tipo: sommergibile di grande crociera Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 17 Luglio 1926 Varo: 14 Aprile 1929 Consegna: 5 Dicembre 1931 In disarmo: 10 Aprile 1941 Radiazione: 18 Ottobre 1946 Dislocamento - in superficie: 1556 t - in immersione: 1965 t Dimensioni - Lunghezza: 82,38 m - Larghezza: 8,04 m - Immersione: 5,30 m Apparato motore in superficie: 2 motori Diesel Tosi, 2 eliche - Potenza complessiva: 5.500 cv - Velocità max. in superficie: 15,5 nodi - Autonomia in superficie: 5.300 miglia a 8 nodi - 1.675 miglia a 15,5 nodi Apparato motore in immersione: 2 motori elettrici di propulsione Marelli - Potenza complessiva: 2.000 cv - Velocità : 9,0 nodi - Autonomia in immersione: 90 miglia a 3 nodi - 8,0 miglia a 9 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 7 siluri da 533 mm - 4 tls AD da 533 mm, 7 siluri da 533 mm - 1 cannone da 120/45 mm - 4 mitragliatrici 13.2 binate Equipaggio: 7 ufficiali, 71 sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m Rielaborazione grafica di una tabella tratta da "Sommergibili italiani fra le due Guerre Mondiali" di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Generalità Nel quadro del programma di sviluppo dei sommergibili di grande dislocamento, atti all'impiego oceanico, la Regia Marina decise di sperimentare un altro tipo di sommergibile con caratteristiche di scafo diverse da quelle dei battelli classe "Balilla" e, nel 1925, ne affidò la progettazione al generale g.n. Bernardis. Nel 1926, dopo l'approvazione di massima del progetto, venne ordinata la realizzazione di un prototipo ai cantieri Tosi di Taranto. La novità nella progettazione, e continui cambi nelle specifiche tecniche portarono ad un prolungamento della fase costruttiva, e fra il varo (1929) e l'accettazione da parte della R. Marina (1931), passarono piu di due anni e mezzo. Questo battello aveva lo scafo resistente cilindrico raccordato a tronchi di cono chiusi alle due estremità da calotte semisferiche; nella parte centrale dello scafo un altro cilindro resistente interno al principale, creava un'intercapedine nella quale trovavano posto i doppi fondi centrali resistenti e le casse emersione, rapida e compenso; esternamente allo scafo resistente, per circa i due terzi della sua lunghezza, erano applicate due controcarene, non resistenti, in parte adibite a compartimenti allagabili ed in parte a depositi combustibile; lo scafo resistente si raccordava opportunamente alle estremità con le strutture leggere di avviamento contenenti le casse zavorra AV e AD. Nei riguardi dell'armamento si era inizialmente pensato di dotare l'unità di cannoni di calibro non inferiore al 203; tale idea fu però scartata prima della stesura del progetto definitivo. Tale progetto definitivo assegnava al Fieramosca un armamento da unita posamine-silurante; esso prevedeva infatti la sistemazione di due tubi lancia mine poppieri interni con una dotazione di 24 armi da 1000 Kg., due lanciasiluri esterni fissi stagni, quattro lanciasiluri interni prodieri ed un cannone scudato simile, anche come sistemazione, a quello dei "Balilla"; per il Fieramosca era inoltre prevista una rimessa stagna a poppavia della torretta per un piccolo idrovolante. Durante la costruzione l'armamento venne però sensibilmente modificato: furono eliminati i tubi lancia mine e i due lanciasiluri esterni, in loro vece furono sistemati quattro lanciasiluri interni poppieri, il cannone fu portato più a proravia e separato dalla torretta. La rimessa stagna per aereo fu costruita e sistemata a bordo, ma venne eliminata nel 1931, prima della definitiva consegna dell'unita alla Marina, principalmente per difficolta relative all'adozione del tipo di aereo da imbarcare. Il Fieramosca, risulto quindi un'unità subacquea sovradimensionata in relazione all'armamento che effettivamente ebbe; le varie modifiche apportate influenzarono negativamente il progetto iniziale e la prevista velocità di 20 nodi non fu mai raggiunta; a questo bisogna aggiungere che il battello prendeva l'immersione con lentezza e difficoltà ed era poco manovriero sia in superficie sia in immersione. Il Fieramosca ebbe inoltre, durante la sua vita, numerosi incidenti dipendenti dalle cause più svariate; molti di tali incidenti produssero anche ferimenti e danni all'equipaggio. Il prototipo non venne pertanto più riprodotto e, per quanto riguarda i sommergibili di grande dislocamento, si rese necessario mettere allo studio altri progetti. Disegno del battello nel 1941 tratto da "I sommergibili della II Guerra Mondiale" di E. Bagnasco - 1973 Attività operativa Ultimato il lungo periodo di prove di collaudo a Taranto, che imposero l’eliminazione di numerosi inconvenienti, l'unità, nel 1932, raggiunse La Spezia, sede della Prima Squadriglia della Prima Flottiglia alla quale il Fieramosca era stato assegnato. L'attività del battello fu molto inferiore alla media fino al 1935, epoca in cui si rese necessario un lungo periodo di lavori presso i cantieri di costruzione. ll sommergibile venne quindi assegnato alla Seconda Squadriglia e, negli anni che precedettero il secondo conflitto mondiale, oltre al normale addestramento, effettuo anche due missioni speciali durante la guerra di Spagna della durata complessiva di 32 giomi, una crociera a Tripoli (1937) e una a Barcellona (1939). Dopo lo scoppio della guerra compì nel giugno 1940, due missioni di cinque giomi ciascuna in Alto Tirreno; la seconda di esse venne interrotta in seguito ad esplosione intema che demolì le sistemazioni di alcuni locali e provocò il ferimento di dieci persone. Rimesso in efficienza, venne escluso dal nucleo dei sommergibili operanti e nell'ottobre 1940 fu inviato alla costituenda Scuola Sommergibili di Pola ove rimase in attività per pochi mesi. Piccola annotazione, nel libro del C.te Antonio De Giacomo " Sommergibili italiani nell'Atlantico" (vedi http://www.betasom.it/forum/index.php?s=&a...st&p=121275 ) parlando della scuola sommergibili tedesca di Gotenhafen (oggi Gdynia) al cap. V pag. 62 si parla del sommergibile Fieramosca il quale veniva definito "... il sempre claudicante Fieramosca detto Fieroguaio" a riprova della conosciute problematiche del battello. Fu posto in disarmo nel marzo 1941. Il sommergibile Fieramosca durante le prime uscite in mare tratto da "Sommergibili italiani fra le due Guerre Mondiali" di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti ... dall'Almanacco navale del 1942.
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Sommergibili classe " Bragadin " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " Bragadin ": Tipo: sommergibile posamine silurante Dislocamento: - in superficie: 981 t - in immersione: 1167 t Dimensioni: - Lunghezza: 68,00 m - Larghezza: 7,20 m - Immersione: 4,32 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel Tosi, 2 eliche - Potenza: 1.500 cv - Velocita max. in superficie: 11,5 nodi - Autonomia in superficie: 2.290 miglia a 11,5 nodi - 4.180 miglia a 6,5 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Marelli - Potenza: 1.000 cv - Velocità max: 7,0 nodi - Autonomia in immersione: 10,0 miglia a 7,0 nodi - 86 miglia a 2,2 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 2 tubi lanciamine con 16 o 24 mine - 1 cannone da 102/35 mm - 2 mitragliatrici 13.2 singole Equipaggio: 5 ufficiali, 50 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m Disegno con le varie modifiche di classe effettuate durante la Seconda Guerra Mondiale da "Sommergibili in guerra " di E. Bagnasco, Albetelli Editore - 1994 Unità della classe " Bragadin ": Regio sommergibile Marcantonio BRAGADIN Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 03.02.1927, Varo: 21.07.1929, Consegna: 16.11.1931, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile Filippo CORRIDONI Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 04.07.1927, Varo: 30.03.1930, Consegna: 17.11.1931, Radiazione: 01.02.1948 Generalità di classe Con questa classe la Marina italiana effettuò la sua prima esperienza nella costruzione di sommergibili posamine di elevato tonnellaggio. Il progetto fu studiato ed elaborato dal generale g.n. Bernardis contemporaneamente a quello di altro tipo di unità che in fase di costruzione perse però ogni caratteristica di posamine (Smg. Fieramosca). Come per la classe " Pisani " il progetto iniziale prevedeva unità a semplice scafo con doppi fondi centrali resistenti: le prime prove eseguite imposero però subito l'applicazione di controcarene al galleggiamento per migliorare la stabilità trasversale. Così i "Bragadin" dovettero subire importanti modiche che portarono ad adattamenti di vario genere delle sistemazioni costruttive. Nelle controcarene esterne, che in gran parte erano resistenti, furono ricavate due casse di rapida immersione e quattro doppi fondi compensatori mine; le parti lunate di avviamento verso le estremità prodiere e poppiere, non resistenti, furono adibite a casse combustibile. Anche i " Bragadin " manifestarono la tendenza ad infilarsi con mare in prora per cui venne deciso di modificarne la prora com'era stato già fatto per la classe « Bandiera »; nella nuova struttura prodiera venne ricavata una cassa autoallagabile che smorzava e addolciva il beccheggio delle unità. Altra notevole deficienza di questi battelli venne subito riscontrata, in sede di collaudo, sia nelle apparecchiature per la traslazione interna delle torpedini dalla camera mine ai tubi di lancio, sia nelle sistemazioni per il lancio delle armi. La Marina formulò pertanto una riserva nell'accettazione delle unità; di conseguenza la ditta costruttrice fu obbligata ad apportare numerose e non sempre indovinate modifiche alle sistemazioni di bordo. Solo nell'estate del 1935, dopo una radicale trasformazione della estremità poppiera, e dopo una soddisfacente prova di posamine la riserva poté essere tolta: in seguito però alcuni inconvenienti riaffiorarono per cui, almeno come unità posamine, il tipo non poté considerarsi molto riuscito. In considerazione di deficienze di vario genere insite nel progetto o manifestatesi durante l'esercizio, questo tipo di unità non venne più riprodotto. Attività di classe Dopo la consegna alla R. Marina il Bragadin fu assegnato alla Seconda Squadriglia di La Spezia nella quale rimase fino al 1934; il Corridoni venne invece incorporato nell'Ottava Squadriglia di Taranto e nel 1933 fu posto alle dipendenze della Scuola Comando. Le due unità nel 1934 vennero definitivamente assegnate alla sede di Taranto e fecero parte di squadriglie miste (8^, 9^ e 11^) finché nel 1938 fu formata la 45^ Squadriglia composta di tutte unità posamine. Il Bragadin, nel 1939, fu assegnato ad una sessione della Scuola Comando. Le due unità prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale effettuarono solo normali uscite di allenamento e qualche breve crociera esclusivamente in acque metropolitane: il solo Corridoni, nel 1936, sostò a Tripoli per breve tempo. L'attività bellica dei due battelli iniziò con una missione di trasporto di materiali speciali a Tobruk: il Bragadin nell'ottobre 1940 posò uno sbarramento di mine sotto costa presso Navarrino e fu poi assegnato alla Scuola Sommergibili ove rimase per circa un anno; il Corridoni proseguì invece con le missioni di trasporto di materiali, munizioni e successivamente anche benzina in Africa Settentrionale. Il Bragadin alla fine del 1941, venne nuovamente adibito a trasporto materiali, come il Corridoni, fino all'armistizio del settembre 1943. Le due unità non parteciparono ad avvenimenti bellici degni di rilievo. Dopo l'armistizio i due sommergibili raggiunsero Malta; il Bragadin a fine ottobre fu inviato a Haifa per addestramento di unità di superficie britanniche ma, per irreparabile avaria occorsa, fu fatto rientrare a rimorchio a Taranto ove rimase inattivo fino alla sua radiazione; il Corridoni raggiunse Haifa come il Bragadin ed effettuò una missione di rifornimento per Lero: rientrato a Taranto fu sottoposto a lavori di manutenzione e nell'aprile 1944 fu inviato ad Aden per addestramento antisommergibile di reparti aeronavali degli Alleati; vi rimase fino ad oltre la fine del conflitto rientrando a Taranto nell'agosto 1945 ove rimase inattivo fino alla radiazione.
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Sommergibili classe " F " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " F ": Tipo: sommergibile di piccola crociera Dislocamento: · in superficie: 260 t · in immersione: 320 t Dimensioni: · Lunghezza: 46,63 m · Larghezza: 4,22 m · Immersione: 2,62 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel tipo FIAT mod.2C 216, 2 eliche · Potenza: 650 cv · Velocità max. in superficie: 12,3 nodi · Autonomia in superficie: 912 miglia a 12 nodi - 1200 miglia a 9,3 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Savigliano · Potenza: 500 cv · Velocità max: 8,0 nodi · Autonomia in immersione: 9 miglia a 8 nodi - 139 miglia a 1,5 nodi Armamento: 2 tls AV da 450 mm, 4 siluri da 450 mm · 2 tls AV da 450 mm, 4 siluri da 450 mm · 1 cannone da 76/30 a.a. · 1 mitragliatrice Colt da 6,5 mm Equipaggio: 2 ufficiali, 24 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 40 m Unità della classe " F ": Regio sommergibile F 1 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 27.05.1915, Varo: 02.04.1916, Consegnato: 20.10.1916, Radiazione: 02.06.1930 Regio Sommergibile F 2 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 03.06.1915, Varo: 04.06.1916, Consegnato: 08.09.1916, Radiazione: 01.02.1929 Regio Sommergibile F 3 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 27.05.1915, Varo: 06.07.1916, Consegnato: 19.10.1916, Radiazione: 01.09.1919 Regio Sommergibile F 4 Cantiere: Orlando- Livorno Impostazione: 08.06.1915, Varo: 19.11.1916, Consegnato: 18.01.1917, Radiazione: 01.09.1919 Regio Sommergibile F 5 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 23.05.1915, Varo: 12.08.1916, Consegnato: 26.11.1916, Radiazione: 20.07.1929 Regio Sommergibile F 6 Cantiere: Orlando- Livorno Impostazione: 16.06.1915, Varo: 04.03.1917, Consegnato: 01.05.1917, Radiazione: 01.08.1935 Regio Sommergibile F 7 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 01.07.1915, Varo: 23.12.1916, Consegnato: 19.03.1917, Radiazione: 01.02.1929 Regio Sommergibile F 8 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 12.06.1915, Varo: 13.11.1916, Consegnato: 02.02.1917, Radiazione: 01.09.1919 Regio Sommergibile F 9 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 03.06.1915, Varo: 24.09.1916, Consegnato: 29.12.1917, Radiazione: 01.08.1928 Regio Sommergibile F 10 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 31.08.1915, Varo: 19.10.1916, Consegnato: 29.12.1916, Radiazione: 02.06.1930 Regio Sommergibile F 11 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 17.07.1915, Varo: 17.09.1916, Consegnato: 29.12.1916, Radiazione: 01.09.1919 Regio Sommergibile F 12 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 29.07.1915, Varo: 30.11.1916, Consegnato: 26.02.1917, Radiazione: 20.07.1929 Regio Sommergibile F 13 Cantiere: Orlando - Livorno Impostazione: 30.09.1915, Varo: 20.05.1917, Consegnato: 05.08.1917, Radiazione: 01.08.1935 Regio Sommergibile F 14 Cantiere: Odero - Sestri Impostazione: 02.10.1915, Varo: 23.01.1917, Consegnato: 18.03.1917, Affondato: 06 agosto 1928, Radiazione: 29.11.1928 Regio Sommergibile F 15 Cantiere: Orlando - Livorno Impostazione: 07.10.1915, Varo: 27.05.1917, Consegnato: 13.08.1917, Radiazione: 28.05.1929 Regio Sommergibile F 16 Cantiere: Odero - Sestri Impostazione: 04.10.1915, Varo: 19.03.1917, Consegnato: 30.04.1917, Radiazione: 01.05.1928 Regio Sommergibile F 17 Cantiere: Orlando - Livorno Impostazione: 14.10.1915, Varo: 03.06.1917, Consegnato: 17.08.1917, Radiazione: 01.11.1929 Regio Sommergibile F 18 Cantiere: Odero - Sestri Impostazione: 07.10.1915, Varo: 15.05.1917, Consegnato: 27.07.1917, Radiazione: 01.10.1930 Regio Sommergibile F 19 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 23.09.1915, Varo: 10.03.1918, Consegnato: 24.04.1918, Radiazione: 02.06.1930 Regio Sommergibile F 20 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 10.09.1915, Varo: 17.03.1918, Consegnato: 07.06.1918, Radiazione: 01.07.1935 Regio Sommergibile F 21 Cantiere: FIAT-San Giorgio, La Spezia Impostazione: 31.08.1915, Varo: 19.05.1918, Consegnato: 31.08.1918, Radiazione: 01.10.1930 Generalità: La classe "F" è stata la più progredita versione dei battelli tipo Laurenti e derivano direttamente dai "Medusa" di cui mantengono dimensioni e forme dello scafo. Con questa classe si raggiunse l'affidabilità che si cercava di ottenere già dai battelli precedenti, e al contempo, si rivelarono unità poco costose a livello di costruzione e mantenimento. Agili e manovrieri, qualità essenziali in un bacino ristretto come l'Adriatico, rivelarono l'unico limite nella contenuta quota massima operativa. Il successo di questi battelli fu sancito anche dagli acquisti in serie da parte di marine estere, tra cui Portogallo, Spagna, Brasile (che acquisì anche una nave appoggio), Svezia, Russia. Caratteristica di tutti i battelli tipo Laurenti era il doppio scafo totale, con scafo resistente interno a sezioni di forma variabile. Il vantaggio di adeguare le forme dello scafo ai macchinari con ottimizzazione degli spazi aveva come contraltare spessori cospicui all'aumentare delle quote di collasso, motivo del tramonto di questo tipo di torpediniera sommergibile dopo la prima G.M. Da rimarcare la presenza a bordo di una stazione radio e un impianto idrofonico tipo Fessenden. Dall'F 13 in poi i timoni orizzontali poppieri furono portati sotto al galleggiamento e resi fissi. Alcune delle ultime unità della classe furono dotate di un paragambe metallico in torretta che ne alterava sensibilmente la sagoma. Oltre alle ventuno unità entrate in servizio, altre tre unità dello stesso tipo erano state commissionate dalla R. Marina (F 22. 23, 24): ma al termine del primo conflitto mondiale, prima che fossero prese in consegna, vennero vendute alla Marina spagnola, che le rinominò in successione A 1, A 2 e A 3 (vai al LINK) Altre notizie, link, ecc delle belle foto degli anni '20 dei Sommergibile Classe F modello di classe F (centro Allende, La Spezia - foto Bussolino) modello di classe F modificato con lanciasiluri esterno (politecnico di Genova-foto Bussolino) FOTO COLLEZIONE ARGO 75
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Classe Bajamonti (1941) (ex Jugoslavi Classe Smeli 1927)
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Sommergibili classe " Bajamonti " (ex juogoslavi classe "Smeli") da "I sommergibili della Seconda Guerra Mondiale" di E. Bagnasco - Albertelli - 1973 Caratteristiche generali della classe " Bajamonti " (ex jugoslavi classe "Smeli"): Tipo: Sommergibile di piccola crociera Dislocamento: - in superficie: 665,00 t - in immersione: 822,00 t Dimensioni: - Lunghezza: 66,50 m - Larghezza: 5,40 m - Immersione: 9,90 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel MAN, 2 eliche - Potenza: 1.480 cv - Velocita max. in superficie: 14,5 nodi - Autonomia in superficie: 2.100 miglia a 14,5 nodi - 5.000 miglia a 9,0 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CGE - Potenza: 1.100 cv - Velocita max: 9,2 nodi - Autonomia in immersione: 12 miglia a 9,0 nodi - 120 miglia a 3 nodi Armamento: - 4 tls AV da 550 mm, 4 siluri da 533 mm - 2 tls AD da 550 mm, 4 siluri da 533 mm - 1 cannone da 100/35 mm - 2 mitragliatrici 13.2 singole Equipaggio: 4 ufficiali, 39 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 80 m Unità della classe " Bajamonti " (ex jugoslavi classe "Smeli"): Regio sommergibile Antonio BAJAMONTI (ex jugoslavo Smeli poi N 2) Cantiere: Atéliers et Chantiers de la Loire - Nantes, Francia Impostazione: 1927, Varo: 01.12.1928, Consegna: 02.12.1928, Incorporato nella Regia Marina: 25.04.1941, Affondato: 9 settembre 1943, Radiazione: 1947 Regio sommergibile Francesco RISMONDO (ex jugoslavo Osvetnik poi N 1) Cantiere: Atéliers et Chantiers de la Loire - Nantes, Francia Impostazione: 1927, Varo: 14.01.1929, Consegna: 14.02.1929, Incorporato nella Regia Marina: 25.04.1941, Affondato: 18 settembre 1943, Radiazione: 1947 Generalità di classe Le due unità di questa classe furono ordinate nel 1926 dalla Jugoslavia a cantieri francesi; la progettazione fu opera del Simonot che riprese, in parte, le caratteristiche della classe "Naiade" già costruita per la Marina Francese dagli Atéliers et Chantiers de la Loire. Il maggior dislocamento di queste unità rispetto ai "Naiade" permise la istallazione di motori più potenti, una maggiore autonomia sia in superficie che in immersione ed una migliore distribuzione delle apparecchiature interne. II 25 aprile 1941 i due sommergibili, i cui nomi jugoslavi erano Smeli (Ardimentoso) e Osvetnik (Vendicatore), furono catturati dalla Marina Italiana nel porto di Cattaro in conseguenza dell'occupazione della Jugoslavia da parte delle Potenze dell'Asse. Dopo la cattura, le due unità furono inviate a Pola per essere sottoposte a controlli e lavori: in tale occasione la torretta fu modificata ed alcune apparecchiature vennero sostituite con altre più moderne di produzione nazionale. In servizio questi battelli fornirono ottime prestazioni pur non essendo stati immessi nel gruppo dei sommergibili operanti a causa della limitata profondità di collaudo dello scafo. Molto stabili in quota, veramente rapidi nel prenda re l'immersione (35 secondi) se si considera l'epoca della costruzione, erano dotati di motori robusti e di sicuro funzionamento. Attività di classe Dopo i lavori effettuati i due sommergibili furono posti alle dipendenze della Scuola Sommergibili di Pola e nel luglio 1941 iniziarono la loro attività di addestramento che durò fino alla fine dell'anno. All'inizio del 1942 furono inviati a La Spezia ed impiegati principalmente per addestramento delle unità cacciasommergibili della locale Scuola Antisom. Le due unità effettuarono anche qualche breve missione di guerra nell'Alto Tirreno con compito esplorativo e di agguato ravvicinato senza peraltro partecipare ad azioni belliche di alcun genere. I due battelli furono impiegati per la esecuzione di importanti esperimenti radio con antenna periscopica (sistemata al posto di uno dei tre periscopi di cui le unità erano fornite) e per lanci sperimentali con speciali apparecchiature di nuova ideazione. Immagini dei batteli Jugoslavi negli anni trenta: I sommergibili SMELI e OSVETNIK in costruzione presso i Chantiers de la Loire, da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Notare che la data del varo in questa cartolina per il sommergibile OSVETNIK è del 14 febbraio 1929 mentre su "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 viene riportata come data del varo 14.01.1929 e consegna 14.02.1929. Varo del sommergibile OSVETNIK, da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Immagini dei battelli Jugoslavi dopo la cattura da parte della Regia Marina Contributo fotografico del C.te Marco U-78 Scire Contributo fotografico del C.te ALAGI (coll. Fraccaroli) Cattaro, fine aprile 1941. Due immagini di tre sommergibili già appartenenti alla Marina jugoslava catturati intatti dalle forze italiane che il 17 aprile hanno occupato la località. Nella foto sopra si riconoscono l'Hrabri, in primo piano, quindi l'Ostvenik e lo Smeli; nell'altra (sotto) i battelli, da destra a sinistra, sono l'Ostvenik, lo Smeli e l'Hrabri con bandiera e marinai di guardia italiani a bordo. Delle quattro unità subacquee in servizio nella Marina jugoslava nel 1941 solo il sommergibile Nebojsa, gemello dell'Hrabri, è riuscito a sottrarsi alla cattura rifugiandosi in un porto controllato dagli inglesi. L'Hrabri, costruito in Gran Bretagna nel 1926/28, è un'unità da 975/1.164 tonnellate; verrà denominata provvisoriamente N.3 dalla Regia Marina ma, in ragione della sua età e del notevole stato di usura in cui è stata ritrovata, sarà avviata alla demolizione nello stesso 1941. Gli altri due battelli, costruiti in Francia nel 1927/1929 sono invece in migliori condizioni e ne verrà deciso il ripristino. Smeli e Ostvenik, che il 17 aprile hanno assunto le caratteristiche provvisorie N. 2 ed N. 1 rispettivamente, il 24 aprile assumeranno i nomi di Antonio Bajamonti e Francesco Rismondo. Poco dopo verranno trasferiti a Pola dove saranno sottoposti ad una prima revisione generale che sarà poi completata, assieme ad alcuni lavori di modifica, alla Spezia. (Coll. A. Fraccaroli da da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti) Cattaro aprile 1941, da sinistra N 3 (ex jugoslavo Hrabri), Antonio Bajamonti (ex jugoslavo Smeli), Francesco Rismondo (ex jugoslavo Ostvenik), via M. Brescia. -
Sommergibili classe " Settembrini " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " Settembrini ": Tipo: sommergibile di media crociera Dislocamento: - in superficie: 953,5 t - in immersione: 1.153,3 t Dimensioni: - Lunghezza: 67,50 m - Larghezza: 6,60 m - Immersione: 4,00 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel Tosi, 2 eliche - Potenza: 3.000 cv - Velocita max. in superficie: 18,0 nodi - Autonomia in superficie: 3.700 miglia a 12,5 nodi - 5.500 miglia a 8,0 nodi - 9.000 miglia a 8,0 nodi(in sovraccarico) Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Ansaldo - Potenza: 1.300 cv - Velocità max: 8,0 nodi - Autonomia in immersione: 7,0 miglia a 8,0 nodi - 100 miglia a 3,0 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 4 tls AD da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 1 cannone da 102/35 mm (200 proiettili) - 2 mitragliatrici 13.2 singole (6000 colpi) Equipaggio: 6 ufficiali, 50 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m Unità della classe " Settembrini ": Regio sommergibile Luigi SETTEMBRINI Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 16.04.1928, Varo: 28.09.1930, Consegna: 25.01.1932, Affondato: 15 novembre 1944,Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile Ruggiero SETTIMO Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 16.04.1928, Varo: 29.03.1931, Consegna: 25.04.1932, Radiazione: 01.02.1948 "Sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Generalità di classe Queste unità derivarono dalla classe "Mameli" (vedi classe "Mameli") della quale mantennero le caratteristiche di scafo del tipo "Cavallini". Un sensibile aumento del dislocamento e delle dimensioni principali inserì questa classe al confine fra le unità "Cavallini" di medio dislocamento e quelle che seguirono nel tempo e che appartennero tutte a quella del massimo tonnellaggio. Rispetto alla classe "Mameli" i "Settembrini" ebbero forme di scafo più affinate; poterono così superare la velocità delle unità precedenti nonostante l'aumento del dislocamento, e senza che fosse necessario aumentare la loro potenza motrice. Nel campo dell'armamento, i "Settembrini" furono dotati di quattro tubi lanciasiluri poppieri anziché di due, e di un numero di mitragliere maggiore dei tipi "Mameli". Anche l'autonomia segnò un sensibile incremento e, in determinati limiti, poteva essere anche considerata sufficiente all'impiego delle unità fuori degli Stretti. Se queste unità non furono inviate in Oceano durante la guerra lo si dovette alla loro età ormai avanzata più che alla non buona attitudine a sostenere il mare in prora riscontrata durante i primi anni di esercizio. Durante la loro dislocazione in Mar Rosso i "Settembrini" fornirono buona prova svolgendo una intensa attività nella stagione che imponeva il maggior rischio agli uomini ed ai materiali. "I sommergibili della Seconda Guerra Mondiale" di E. Bagnasco, Albertelli Editore - 1973 Attività di classe Le unità entrarono nel 1933 a far parte dell'Ottava Squadriglia insieme con Salpa e Serpente; nel febbraio Settimo e Settembrini iniziarono una lunga crociera di resistenza in Mar Rosso spingendosi fino ad Aden e rientrando a Taranto nell'aprile dopo aver fornito ottima prova delle loro qualità. Nel 1934 furono aggregati alla squadriglia due unità posamine di nuova costruzione; il Settimo effettuò in quell'anno una crociera addestrativi nel Mediterraneo occidentale toccando le Baleari e alcuni porti della Spagna. Nell'estate del 1935 Settembrini e Settimo furono nuovamente inviati in Mar Rosso ove rimasero circa un anno disimpegnando logorante servizio riconosciuto meritevole di specifico elogio ministeriale al loro rientro in Patria. Durante la guerra di Spagna, nel 1936-37, le due unità effettuarono ciascuna due missioni speciali della durata complessiva di 37 giorni. Nel 1937 le unità furono per sei mesi dislocate fuori dalle acque metropolitane suddividendo mediamente la loro permanenza fra Tobruk e Lero. Nel quadro della generale riorganizzazione dei sommergibili, nel 1938 le due unità furono assegnate alla 41^ (poi 42^) Squadriglia, costituita con tutte unità del tipo "Cavallini" sempre con base a Taranto. Settimo e Settembrini nel 1939 furono destinati alla Scuola Comando (Augusta) ove rimasero fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale; dopo i tre primi mesi di guerra entrarono a far parte del Gruppo sommergibili di Messina.
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Sommergibili classe " Squalo " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " Squalo ": Tipo: sommergibile di media crociera Dislocamento: - in superficie: 933,00 t - in immersione: 1142,00 t Dimensioni: - Lunghezza: 69,80 m - Larghezza: 7,18 m - Immersione: 5,20 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel FIAT, 2 eliche - Potenza: 3.000 cv - Velocità max. in superficie: 15,0 nodi - Autonomia in superficie: 1.820 miglia a 15,5 nodi - 5.650 miglia a 8,0 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CRDA - Potenza: 1.300 cv - Velocita max: 8,0 nodi - Autonomia in immersione: 7,0 miglia a 8,0 nodi - 100 miglia a 3,0 nodi Armamento: - 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 4 tls AD da 533 mm, 6 siluri da 533 mm - 1 cannone da 102/35 mm, 150 proiettili - 2 mitragliatrici 13.2 singole, 3000 proiettili Equipaggio: 5 ufficiali, 47 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 100 m Unità della classe " Squalo ": Regio sommergibile SQUALO (2°) Cantiere: C.R.D.A. - Monfalcone Impostazione: 16.10.1928, Varo: 15.01.1930, Consegna: 10.10.1930, Radiazione: 01.02.1948 Regio sommergibile NARVALO (2°) Cantiere: C.R.D.A. - Monfalcone Impostazione: 17.10.1928, Varo: 15.03.1930, Consegna: 06.12.1930, Affondato: 14 gennaio 1943 , Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile DELFINO (2°) Cantiere: C.R.D.A. - Monfalcone Impostazione: 27.10.1928, Varo: 27.04.1930, Consegna: 19.06.1931, Affondato: 23 marzo 1943 , Radiazione: 18.10.1946 Regio sommergibile TRICHECO (2°) Cantiere: C.R.D.A. - Monfalcone Impostazione: 10.11.1928, Varo: 11.09.1930, Consegna: 25.06.1931, Affondato: 18 marzo 1942 , Radiazione: 18.10.1946 Generalità di classe Questa classe può essere considerata una seconda serie della classe "Bandiera" (vedi classe "Bandiera")poiché le lievi modifiche apportate in sede di costruzione non furono tali da differenziare sensibilmente le due classi. Si riscontrarono infatti solo minime differenze nel dislocamento e nelle dimensioni principali e qualche diversa sistemazione (mitragliere — torretta). L'esperienza fatta con i "Pisani" e con i "Bandiera" fu sapientemente sfruttata per avere migliori particolari di allestimento e tutti i vantaggi relativi alla riproduzione in serie. Le unità dettero in complesso buone prestazioni e superarono brillantemente la prova di una lunga permanenza in Mar Rosso ove alcune di esse prestarono servizio in condizioni particolarmente gravose mantenendosi sempre in ottimo stato di efficienza. Disegno con le varie modifiche di classe effettuate durante la Seconda Guerra Mondiale da "Sommergibili in guerra " di E. Bagnasco, A. Rastelli, Albertelli Editore - 1994 Attività di classe Le unità furono riunite nella 2^ Squadriglia di media crociera di La Spezia alla quale furono temporaneamente aggregate anche altre unità di classi diverse. La loro attività addestrativa ebbe praticamente inizio nel 1932 con crociere in acque nazionali oltre le normali uscite periodiche di allenamento. Nel 1933 Delfino e Tricheco compirono una lunga e proficua crociera fino al Mar Nero, via Dodecaneso, toccando Batum, Costanza, Varna ed Istambul sulla via del ritorno. Nel 1934 le unità furono trasferite a Napoli ove costituirono la 4^ Squadriglia; Tricheco e Delfino effettuarono una seconda lunga crociera all'estero toccando porti della Grecia, del Dodecaneso e del Medio Oriente. Fra il 1935 e il 1938 le unità restarono in gran parte fuori dalle acque metropolitane; Narvalo e Tricheco furono inviati in Mar Rosso ove disimpegnarono un ottimo servizio che valse loro, al rientro, un particolare elogio ministeriale; Squalo e Delfino alternarono la permanenza nelle acque metropolitane con lunghi periodi trascorsi a Tobruk; poi, a loro volta, si trasferirono in Mar Rosso, nel 1937, per dare il cambio a Narvalo e Tricheco. Durante la guerra di Spagna Delfino e Tricheco, che si trovavano dislocati in acque metropolitane, effettuarono ciascuno una missione speciale per una durata complessiva di un mese. Nel 1938 gli "Squalo" si riunirono nuovamente nella 33^ Squadriglia del Gruppo di Messina alternando la loro permanenza in quella sede con dislocazioni in Alto Adriatico per lavori presso i cantieri e controlli presso il silurificio di Fiume. Nel 1940 tutt'e quattro le unità furono poste alle dipendenze del Quinto Gruppo Sommergibili di Lero da dove ebbe inizio la loro attività bellica con missioni di agguato nel Mediterraneo Orientale. I sommergibili Squalo (2°) e Narvalo (2°) alla Rivista Navale di Napoli nel 1938 da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti
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Sommergibili classe "Medusa" da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Catteristiche generali della classe "Medusa": Tipo: sommergibile di piccola crociera Dislocamento: · in superficie: 250 t · in immersione: 305 t Dimesioni: · Lunghezza: 45,15 m · Larghezza: 4,20 m · Immersione: 3,00 m Apparato motore superficie: 2 motori Diesel tipo FIAT, 2 eliche · Potenza: 650 cv · Velocita max. in superficie: 12,5 nodi · Autonomia in superficie: 670 miglia a 12 nodi - 1200 miglia a 8 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Savigliano · Potenza: 300 cv · Velocita max: 8,2 nodi · Autonomia in immersione: 24 miglia a 8 nodi - 54 miglia a 6 nodi Armamento: 2 tls AV da 450 mm, 4 siluri da 450 mm Equipaggio: 2 ufficiali, 19 tra sottufficiali e marinai Profondità di collaudo: 40 m Unità della classe "Medusa" Regio smg. Medusa (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 25.05.1910, Varo: 30.07.1911, Consegnato: 01.06.1912, Affondato: 10 giugno 1915, Radiazione: 10.06.1915 Regio smg. Velella (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 06.06.1910, Varo: 25.05.1911, Servizio: 10.07.1912, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. Argo (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 26.09.1910, Varo: 14.01.1912, Servizio: 06.09.1912, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. Salpa (1°) Cantiere: C.N.R. – Muggiano, Spezia Impostazione: 25.08.1910, Varo: 14.05.1912, Servizio: 10.09.1912, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. Fisalia (1°) Cantiere: Orlando, Livorno Impostazione: 03.10.1910, Varo: 25.02.1912, Servizio: 13.09.1912, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. Jantina (1°) Cantiere: C.N.R. – Muggiano, Spezia Impostazione: 18.08.1910, Varo: 20.11.1912, Servizio: 14.05.1913, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. Zoea (1°) Cantiere: Orlando, Livorno Impostazione: 18.10.1910, Varo: 02.03.1913, Servizio: 10.07.1913, Radiazione: 26.09.1918 Regio smg. Jalea (1°) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 10.03.1911, Varo: 03.08.1913, Servizio: 01.09.1913, Affondato: 17 agosto 1915, Radiazione: 29.08.1915 Generalità di classe: Questi sommergibili rappresentano il primo esperimento di produzione in serie di sommergibili per la Marina Italiana da parte di cantieri nazionali. La loro costruzione, con la consulenza da parte della R. Marina del magg. g.n. Laurenti, venne affidata nel 1910 alla Fiat-S. Giorgio di La Spezia che passò la subfornitura ai Cantieri Orlando di Livorno e ai Cantieri Navali Riuniti di Genova, filiale del Muggiano, per quattro di essi. Il progetto si dimostrò così valido, che anche Marine estere quali Gran Bretagna, Russia e Portogallo, ordinarono unità similari. Su questi battelli vennero adottati per la prima volta i motori diesel i quali, peraltro, imposero lunghe e laboriose prove preliminari, dense di incidenti, che furono causa di notevole ritardo nella consegna delle unità alla Marina. La struttura dello scafo di questi battelli era del tipo a doppio involucro, con le ossature comprese fra i due fasciami, entrambi capaci di sostenere la pressione esterna. Come nel tipo "Glauco". Lo scafo esterno era profilato per dare al sommergibile buone qualità nautiche in superficie; i doppi fondi, le casse assetto, i depositi combustibile e le casse compenso erano tutte ricavate nell'intercapedine fra i due scafi. Questi sommergibili dimostrarono di possedere ottime caratteristiche per la navigazione in immersione; avevano particolarmente eccellenti la manovrabilità e la stabilità in quota. Con questi sommergibili finì per la Regia Marina il periodo sperimentale, e iniziò con le successive costruzioni, a disporre di unità bellicamente valide.
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Regio sommergibile SQUALO (2°) Coeco sub gurgite unum sidus Italia (Dal cieco gorgo vedo una sola stella, L'Italia) Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 16 ottobre 1928 Varo: 15 gennaio 1930 Consegna: 10 ottobre 1930 Radiazione: 1 febbraio 1948 Attività operativa Dopo numerose missioni infruttuose, nella notte del 24 luglio 1941, al comando del T.V. Grion, avvistò al largo della costa cirenaica una grossa petroliera contro la quale lanciò due siluri da una distanza inferiore ai 1.000 metri. L'unità venne colpita, ma, agevolata dalla foschia e dall'oscurità, riuscì a disimpegnarsi. All'inizio del 1942 lo Squalo fu assegnato alla scuola sommergibili di Pola dove svolse attività addestrativa intervallata da numerose missioni protettive antisom nell'Alto Adriatico. L'8 settembre 1943 si recò a Malta. Successivamente, fino alla fine del conflitto, fu impiegato quale unità addestrativa per le navi antisom alleate. Al rientro in patria lo Squalo fu radiato e demolito.
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Regio Sommergibile Foca (1°) da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali: Tipo: Sommergibile piccola crociera Cantiere: FIAT-San Giorgio, Muggiano – Spezia Impostazione: Aprile 1907 Varo: 8 Settembre 1908 Consegnato: 15 Febbraio 1909 Radiazione: 16 Settembre 1918 Dislocamento: - in superficie: 185 t - in immersione: 280 t Dimesioni: - Lunghezza: 42,5 m - Larghezza: 4,30 m - Immersione: 2,58 m Apparato motore di superficie: 4 motori a benzina tipo FIAT, tre eliche (due dopo il 1909) - Potenza: 600 cv - Velocità max. in superficie: 12,8 nodi - Autonomia in superficie: 190 miglia a12,5 nodi - 350 miglia a 10 nodi Apparato motore in immersione: 2 motori elettrici di propulsione Siemens - Potenza: 160 cv - Velocità max. in immersione: 6,5 nodi - Autonomia in immersione: 12 miglia a 6 nodi - 45 miglia a 4 nodi Armamento: 2 tls AV da 450 mm, 4 siluri da 450 mm Equipaggio: 2 ufficiali, 15 sottufficiali e marinai Profondità di sicurezza: 35 m Generalità Rielaborazione del progetto "Glauco" a cura dello stesso progettista ovvero l'ing. Laurenti che congedatosi dai ranghi della Regia Marina, aveva assunto la direzione progettuale del Cantiere FIAT-San Giorgio del Muggiano. Talune soluzioni, innovative per l'epoca, si rivelarono valide come ad esempio la propulsione, ove i motori esterni potevano trascinare le dinamo o l'elica mentre il motore centrale era connesso al solo propulsore, o le pompe assetto e i compressori connessi agli assi delle eliche per economizzare sui pesi. Il progetto si dimostro subito molto interessante, ed un battello gemello del Foca fu ordinato dalla Reale Marina Svedese (lo Hvalen) che confermò la propria affidabilità percorrendo l'intero percorso dall'Italia alla Svezia senza alcuna assistenza mentre un'altro battello più piccolo (il Dykkeren) dotato solo di propulsione elettrica venne ordinato dalla Marina Danese. Queste nuove realizzazioni portarono alla ribalta il nome di Laurenti come progettista e la fabbrica FIAT-San Giorgio del Muggiano come uno dei cantieri più importanti al mondo per la costruzione dei sommergibili definiti tipo "Laurenti". A seguito di un incidente nel porto di Napoli, dove l'esplosione delle batterie obbligo ad allagare il battello per spegnere l'incendio, il Foca tornò a Spezia dove fu sottoposto a grandi lavori che eliminarono, tra l'altro, la linea d'asse centrale. Attività operativa Destinata da subito ad operare nella sede di Venezia, nel corso del trasferimento fu vittima a Napoli, dell'esplosione delle batterie che causarono la morte di 14 membri dell'equipaggio, ivi compreso l'ufficiale in seconda TV Angelo Bertolotto che ottenne la MOVM alla memoria. Dopo i lavori raggiunse , nel 1910 la 4^ squadriglia con sede a Venezia svolgendo intensa attività addestrativa. Al comando del TV Piero Ponzio l'unità entro in guerra, svolgendo principalmente missioni di agguato protettivo ravvicinato. Nel 1916 l'unità fu prima trasferita a Taranto sotto il comando del TV Luigi Nayrone e successivamente a Spezia ove fu aggregata alla Scuola Sommergibili che aveva sede a bordo di Nave Vespucci ove rimase fino al disarmo. (foto coll. Odisseo)
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