Vi riporto questo articolo tratto dal Corriere di qualche giorno fà. E' un articolo che fàmale...
Ma non nel senso che potete immaginare, leggetelo e poi allego le conclusioni
Nove anni di missioni nel killer del Mediterraneo
«Era la mia casa in fondo al mare»
Fausto Schenardi, l'ultimo comandante parla del sommergibile. E del'amarezza per il mancato invito all'inaugurazione
Per anni il Toti è stata la sua casa «in fondo al mare». Ma domani, all’inaugurazione, Fausto Schenardi non ci sarà. L’invito non è mai arrivato. «Si saranno dimenticati», risponde serafico lui, un «pezzo vivente» del sottomarino: prima ufficiale di rotta, comandante in seconda tra il 1974 e il 1975, infine comandante. In tutto nove anni sui sommergibili della classe Toti (dal ’69 al ’78) e tante storie da raccontare. «Ci andrò a marzo, con i miei marinai», dice. Ricorderàle missioni più dure  «anche venti giorni senza tornare in superficie»  e mostreràalle nuove leve come si viveva nel killer del Mediterraneo. Storie di Guerra Fredda, con il sottomarino a caccia di unitàsovietiche tra il canale di Sicilia e di Sardegna e con base ad Augusta. Due squadre da quindici uomini che si avvicendavano ogni quattro ore.
Tanta nostalgia e un pizzico di amarezza per il mancato invito: «E sì che faccio anche parte del "cast" del film, abbiamo girato a Venezia all’interno dell’Enrico Dandolo, il gemello del Toti». Nemmeno alla prima del documentario, questa sera alle 21 al teatro Dal Verme in anteprima nazionale, il capitano Schenardi ci sarà. «Altra dimenticanza, ma comunque non potevo essere presente: in questi giorni sono impegnato a Brescia con l’addestramento della Marina pachistana. Nessuno mi poteva sostituire». Una vita in mare e il Toti nel cuore. «Un ricordo indelebile». Nonostante i disagi e la fatica, la mancanza di aria e di acqua dolce, i turni, la lontananza da casa, il cibo in scatola («si cucinavano vivande fresche solo i primi tre giorni, l’aglio era vietatissimo»). E quella cuccetta sempre calda, da dividere con l’ufficiale di rotta. «Eravamo un grande equipaggio», continua Schenardi.
Con la sua vecchia squadra  il cuoco, il sonarman, i siluristi, il capoguardia, i timonieri, l’addetto alla propulsione e il motorista  il capitano torneràa visitare il Toti. Una domenica di marzo, quando le giornate saranno più lunghe. Quando i riflettori si saranno spenti sul sommergibile e l’equipaggio potràgodersi in pace i suoi ricordi. Anche quelli più segreti, come la volta in cui il Toti, prima ancora di essere consegnato ufficialmente alla Marina, affondò nel porto di La Spezia: fu recuperato e lucidato in un giorno solo. E chissàquanti altri episodi riaffioreranno nel riconoscere le cuccette, nel ritrovare i poster delle pin-up all’interno degli armadietti, nel ritrovare il bagno (l’unico) tinteggiato di blu con tante stelle gialle, nel rivedere i soprannomi dati ai due generatori diesel: Iannuzzu e Turiddu. «Con l’associazione ex marinai di Piacenza  racconta Schenardi  stiamo organizzando la trasferta: in treno o in pullman, a seconda dei costi. E poi in metropolitana, è così comodo».
Una gita qualunque da persone qualunque. Nonostante le missioni ad alta tensione e gli attacchi sventati, le burrasche e il mal di mare. Certo, qualcuno dei «vecchi» non l’ha presa con lo stesso a plomb di Schenardi a proposito del mancato invito all’inaugurazione. «Ivano Pinelli  dice l’ex comandante  salì sul Toti che aveva appena finito il tirocinio e finì come capomotorista. Era a bordo del Toti quella notte in cui il sottomarino arrivò al porto di Cremona. Ci teneva tanto ad esserci all’inaugurazione, ma non c’è stato niente da fare. Per lui è stato un vero dispiacere». Si consoleranno, gli eroi dal Toti. «In fondo  dicono  solo noi sappiamo veramente come si viveva laggiù».
di Annachiara Sacchi
Il Comandante Schenardi è stato parte degli equipaggi in un periodo entusiasmante, sono convinto che Luciano 46 ed Edo biasutti lo conoscano e ci potranno parlare di lui ma adesso desidero esprimere il mio parere. L'amore per il proprio battello è qualcosa che conosco bene (e temo ne abbiate fatto le spese, Comandanti).
Il comandante schenardi non ha mai comandato un classe Toti, quantomeno non figura nella lista dei comandanti delle unità. Questo nulla toglie al suo servizio per la Marina ma alla cerimonia sono stati invitati solo comandanti e direttori per una precisa scelta di spazio, e allora perchè deve parlare in questo modo? o sono i giornalisti a travisarne le sue parole (e non sarebbe la prima volta). Si dichiara Comandante anche nel filmato proiettato quella notte, se ricordo bene, ma a questo punto sarebbe millantare onori non suoi.
Tutti gli equipaggi del Toti avrebbero dovuto presenziare ( facendo un calcolo veloce, parliamo di ulteriori 300 persone almeno) ma polemizzare in questo modo non mi sembra bello.