

Totiano
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Regio sommergibile Otaria (1°) Cantiere: Regio Arsenale Venezia Impostazione: 01 maggio 1905 Varo: 25 marzo 1908 Servizio: 1 luglio 1908 Radiazione: 26 settembre1918 Attività operativa Come le altre unità effettuo una intensa attività addestrativa appena entrata in servizio e nell'agosto 1914 fu riconosciuta quale più addestrata unità subacquea durante un ciclo di manovre navali. Al comando del TV Emanuele Ponzio l'unità entro in guerra dalla base di Venezia sotto la 1^ squadriglia sommergibili, svolgendo missioni difensive della base. Nel 1916 costituì un gruppo autonomo a Taranto assieme al Glauco, a disposizione del Comando dell'Armata Navale. Nel 1917 torna a Venezia passando alla 2^ squadriglia e nel dicembre viene trasferito a Porto Corsini sotto il comando del TV Alberto Marenco di Moriondo, prima di essere posto in riserva per successivo disarmo, il 30 giugno1918, avrà svolto 46 missioni di guerra in agguato difensivo.
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Regio sommergibile Narvalo (1°) Silenter sub undis victoriam parat (Sotto le onde, prepara silenziosamente la vittoria) Cantiere: Regio Arsenale Venezia Impostazione: 1904 Varo: 21 ottobre 1906 Servizio: 16 maggio 1907 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa Appena entrato in servizio svolse intensa attività addestrativa in alto Adriatico, partecipando anche alle manovre navali del 1908. Trasferita a Brindisi allo scoppio della guerra, con comandante il TV Ottavio Siccoli, effettuo diverse missioni difensive sotto la 4^ squadriglia. Nel 1916 il comando passo al TV Ernesto Baccon ed il battello fu posto alle dirette dipendenze del Comando Sommergibili. Nel 1918 l'unità fu trasferita a Porto Corsini (RA) al comando del TV Gino Bombelli ed il 3 agosto passo in riserva per successivo disarmo. Effettuo in totale 65 missioni di guerra per 268 ore in immersione e 436 in superficie.
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Regio sommergibile Squalo (1°) Coeco sub gurgite unum sidus Italia (Dal cieco gorgo vedo una solo stella, l'Italia) Cantiere: Regio Arsenale Venezia Impostazione: gennaio 1904 Varo: 10 giugno 1906 Servizio: 1 settembre 1906 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa: Appena entrato in servizio svolse intenso addestramento nel nord adriatico, partecipando anche alle manovra navali del 1906 e 1908. Allo scoppio della guerra, al comando del CC Stefano Mellana, divenne unità caposquadriglia della 4^ squadriglia sommergibili con sede a Venezia, svolgendo numerose missioni. Il 2 febbraio 1916 fu attaccato da quattro idrovolanti austriaci, le 12 bombe sganciate non colpirono il battello, che rispose invece con fuoco di fucileria. Nel 1917 il smg. Squalo, comandante il TV Guido Vianello, passo alla 1^ squadriglia con sede a Porto Corsini (RA) continuando le sue missioni di agguato difensivo davanti ai porti dell'alto adriatico fino al febbraio 1918, quando passo in disarmo per la scarsa efficienza.
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Regio sommergibile FOCA (2°) Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 15 gennaio 1936 Varo: 27 giugno 1937 Consegnato : 6 novembre 1937 Affondato : ottobre 1940 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Scoppiato il secondo conflitto mondiale, l'unità, al comando del capitano di corvetta Mario Giliberto, partì il 27 agosto 1940 da Taranto per una missione di trasporto materiali a Lero; rientrò a Taranto il 15 settembre. Il giorno 8 ottobre salpò per posare uno sbarramento di mine dinanzi al porto di Haifa. Dopo la partenza non diede più notizie. Informazioni ufficiali da parte britannica, avanzano l'ipotesi che l'unità sia affondata, presumibilmente tra il giorno 12 ed il 15 ottobre, per urto contro mine dello sbarramento difensivo posto al largo della costa palestinese. L'affondamento causò la perdita dei 60 uomini dell'equipaggio. Il sommergibile Foca di prora, poco prima del varo. da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Un bel dettaglio della poppa del sommergibile Foca poco prima del varo. Si notano oltre che le due gallerie che servivano al lancio delle mine, anche i due tubi lanciasiluri AD da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 Il sommergibile Foca al rientro a Taranto nel 1940. da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti
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Sommergibili classe " CM " da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " CM ": Tipo: Sommergibile costiero Dislocamento: - in superficie: 92,00 t - in immersione: 114,00 t Dimensioni: - Lunghezza: 32,95 m - Larghezza: 2,89 m - Immersione: 2,76 m Apparato motore superficie: 2 motori diesel FIAT, 2 eliche - Potenza: 660 cv - Velocità max. in superficie: 14,00 nodi - Autonomia in superficie: 2.000 miglia a 9,0 nodi Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione CRDA - Potenza: 120 cv - Velocita max: 7,0 nodi - Autonomia in immersione: 70 miglia a 4 nodi Armamento: - 2 tls AV da 450 mm, 2 siluri da 450 mm - 2 mitragliatrici da 13,2 mm su affusto binato (di progetto, non montato) Equipaggio: 2 ufficiale, 6 sottufficiali e/o marinai) Profondità di collaudo: 80 m da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Unità della classe " CM " : Sommergibile CM 1 (poi U.IT. 17) Cantiere: C.R.D.A. Monfalcone Impostazione: ??.??.1943, Varo: 05.09.1943 (catturato dalla Marina Tedesca dopo l'armistizio), Consegna : 05.01.1944 (alla Marina R.S.I.), Consegna : 29.04.1945 (alla Regia Marina), Radiazione: 01.02.1948 Sommergibile CM 2 (poi U.IT. 18) Cantiere: C.R.D.A. Monfalcone Impostazione: 07.06.1943 (catturato dalla Marina Tedesca), Varo: --.02.1944 (alla Marina R.S.I.), Consegna: --.--.----, Radiazione: 27.02.1947 Sommergibile CM 3 Cantiere: C.R.D.A. Monfalcone Impostazione: 02.08.1943 (catturato dalla Marina Tedesca dopo l'armistizio e sospesa la costruzione), Varo: --.--.----, Consegna: --.--.----, Radiazione: 27.02.1947 da " I sommergibili italiani tascabili e di preda bellica nella II Guerra Mondiale" di A. Turrini, da Rivista Italiana Difesa, giugno 1987, per g.c. Marcello RISOLO Generalità di classe Piccoli battelli costieri a semplice scafo con doppi fondi interni progettati dai CRDA. Concepiti per l'impiego silurante antinave in vista di azioni "a massa", avrebbero dovuto essere realizzati velocemente e in serie per l'intervento in passaggi obbligati (Canale di Sicilia, ecc.) e per la difesa contro un'eventuale flotta d'invasione. Si trattava di minisommergibili il cui progetto, che risaliva al 1937, venne aggiornato e ripresentato alla Regia Marina nell'aprile del 1943 ottenendo l'immediata ordinazione di un prototipo definito "Costiero Monfalcone" ("CM"). Lo studio prevedeva anche l'installazione in coperta di una mitragliera binata da 13,2 su affusto "a scomparsa" che, però, non venne mai imbarcata; l'apparato motore di superficie si componeva di due unità motrici diesel da carro armato (il nuovo "P 40" che nel 1943 stava per entrare finalmente in produzione) opportunamente adattate. All'ordinazione del prototipo (CM 1), al quale ne era stato affiancato un altro identico da realizzare a cura della Caproni, seguì nel maggio 1943 quella di ulteriori due unità (CM 2 e CM 3) nell'ambito dell'originaria ipotesi di estendere a breve la commessa ad altre 15 (CM 4-19). Attività di classe Varato quasi completamente allestito il 5 settembre 1943, il CM 1 si trasferì per le prove a Venezia dove, pochi giorni dopo, fu catturato dai tedeschi che, in un primo tempo, pensarono di utilizzarlo (U.IT 17), così come di proseguire la costruzione del CM 2 (U.IT 18). I due battelli, però, vennero poco dopo rimessi alla Marina Nazionale Repubblicana sotto le cui insegne il CM 1 entrò finalmente in servizio il 5 gennaio 1945 a Pola, senza tuttavia espletare attività operativa nei mesi successivi. Il gemello, varato nel febbraio 1944, fu poi danneggiato da un bombardamento aereo e, tirato in secco, non fu più completato; sezionato in tre pezzi, finì nel dopoguerra al Museo Henriquez di Trieste dove rimase una quindicina d'anni prima di essere demolito. Anche se la mancanza d'impiego operativo non ha consentito di esprimere compiuti giudizi su questi battelli, si può ritenere che le loro prestazioni, pur risultando superiori a quelle dei ben più piccoli "CB", non avrebbero potuto non risentire delle pesanti limitazioni derivanti dalle loro sempre troppo modeste dimensioni. illustrazioni dal post http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=33648 Disegna che rispecchia il precedente ma in versione...teutonica, via M. Bussolino Fotografie del sommergibile "tascabile" CM. 1 Il sommergibile CM 1 pronto al varo da uno degli scali di Monfalcone, via Museo della Cantieristica di Monfalcone Monfalcone, 5 settembre 1943. Il sommergibile CM 1 pronto al varo da uno degli scali dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico, via "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 Il sommergibile CM 1 durante le prove in mare probabilmente al largo di Trieste, via " I sommergibili italiani tascabili e di preda bellica nella II Guerra Mondiale" di A. Turrini, da Rivista Italiana Difesa, giugno 1987, archivio Marcello RISOLO Il sommergibile CM 1 mentre rientra a Monfalcone da un uscita in mare per prove alla fine del 1944, coll. F. Petronio via "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005 Trieste, Molo Legnami, gennaio 1945. Cerimonia per l'entrata in servizio di tre sommergibili "tascabili" della X Mas repubblicana. In primo piano due battelli classe "CB" e, dietro, il sommergibile CM 1, g.c. G. Pristavec via "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005 Due immagini del sommergibile "tascabile" CM 1 all'ormeggio nella base istriana dell'isola di Brioni nella primavera del 1945, coll. E. Bagnasco da "La Marina Repubblicana 1943-1945" di E. Cernuschi, via STORIA Militare n. 189 di giugno 2009, per g.c. S. Mariotti e M. Risolo (altre fonti riportano la datazione delle foto al 4 gennaio 1945, giorno nel quale l'unità venne consegnata dai tedeschi alla X^ MAS al Gruppo sommergibili "CB" con base all'isola di Brioni, presso Pola, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994) Taranto, 27 febbraio 1947. Il sommergibile CM 1 ormeggiato in Arsenale nel dopoguerra, dopo essere stato riconsegnato alla Regia Marina dagli alleati a Venezia nell'aprile 1945, coll. G Parodi via M. Risolo. Un altra immagine del sommergibile CM 1 ormeggiato in Arsenale a Taranto il 23 agosto 1947, foto A. Fraccaroli, coll. G Parodi via M. Risolo. Fotografie del sommergibile "tascabile" CM. 2 Monfalcone, 4 ottobre 1950. Lo scafo parzialmente assemblato, senza la falsatorre, del sommergibile CM. 2, coll. G. Parodi Via Marcello Risolo Le immagini successive, che ritraggono il sommergibile "tascabile" CM. 2, hanno, a secondo dei testi su cui sono state pubblicate nel tempo, diverse didascalie anche molto discordanti tra loro. Alcune riportano che la suddivisione in tre sezioni sia stata effettuata come sistema di assemblaggio prefabbricato per velocizzare la costruzione, altre didascalie invece (le più ricorrenti...) raccontano che il sistema è stato utilizzato per trasportare più facilmente il battello, presso il Museo della guerra per la pace Diego de Henriquez di Trieste. Anche le successive tre foto riportano alternativamente, nella didascalia la descrizione "dell'invio del battello alla demolizione" o la più corretta secondo me., descrizione delle varie fasi del trasporto del sommergibile CM 2 da Monfalcone a Trieste per la consegna al Museo Henriquez, dato che i tronconi, a detta di più fonti erano ancora presenti fino agli anni '70 (e poi siano, non scomparsi misteriosamente, come riportato di seguito ma molto più semplicemente venduto da Diego de Henriquez per gravi problemi economici intervenuti nella gestione dell'enorme parco mezzi del museo). Trieste 1947. Il relitto del sommergibile CM 2 al Museo Henriquez, dove resterà per circa 30 anni e da dove sparirà poi "misteriosamente", da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti.
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Sommergibili classe "CA" da I sommergibili italiani di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe "CA" 1^ serie (tra parentesi i dati dopo la modifica in mezzo d'assalto) : Tipo: Sommergibile trasportabile per ferrovia (o tascabile) Dislocamento: - in superficie: 13,50 t (12,00 t) - in immersione: 16,40 t (14,00 t) Dimensioni: - Lunghezza: 10,00 m - Larghezza: 1,96 m - Immersione: 1,60 m Apparato motore superficie: 1 motore diesel MAN, 1 elica (nessun motore termico dopo la modifica) - Potenza: 60 cv - Velocita max. in superficie: 6,25 nodi (7,0 nodi) - Autonomia in superficie: 700 miglia a 4,0 nodi Apparato motore immersione: 1 motori elettrico di propulsione Marelli - Potenza: 25 cv (21 kw) - Velocita max: 5,0 nodi (6,0 nodi) - Autonomia in immersione: 57 miglia a 3,0 nodi (70 miglia a 2 nodi) Armamento: - 2 ls AV a gabbia da 450 mm, 2 siluri da 450 mm (8 cariche da 100 kg. + 20 cariche "cimice") Equipaggio: 1 ufficiale, 1 sottufficiale (1 ufficiale, 2 sottufficiali e/o marinai) Profondità di collaudo: 55 m da I sommergibili italiani di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Caratteristiche generali della classe " CA " 2^ serie : Tipo: Sommergibile d'assalto Dislocamento: - in superficie: 12,80 t - in immersione: 14,00 t Dimensioni: - Lunghezza: 10,47 m - Larghezza: 1,90 m - Immersione: 1,83 m Apparato motore superficie: 1 elica (nessun motore termico) - Potenza: - Velocita max. in superficie: 7,0 nodi - Autonomia in superficie: Apparato motore immersione: 1 motori elettrico di propulsione Marelli - Potenza: 21 kw - Velocita max: 6,0 nodi - Autonomia in immersione: 70 miglia a 2 nodi Armamento: - 8 cariche da 100 kg. + 20 cariche "cimice" Equipaggio: 1 ufficiale, 2 sottufficiali e/o marinai Profondità di collaudo: 70 m Nota: Queste unità non furono iscritte nei Quadri del Naviglio dello Stato sia perché sperimentali, sia per le loro piccole dimensioni ma, soprattutto, per motivi di segretezza che fu rigorosamente mantenuta dopo la trasformazione per l'impiego in mezzi d'assalto. Unità della classe " CA " 1^ e 2^ serie : Regio sommergibile CA 1 Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano In servizio: 15.04.1938 Regio sommergibile CA 2 Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano In servizio: ??.04.1938 Regio sommergibile CA 3 Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano In servizio: ??.01.1943 Regio sommergibile CA 4 Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano In servizio: ??.01.1943 Generalità di classe. La ditta Caproni di Milano - Taliedo, nel 1937 elaborò un progetto di sottomarino di piccolissimo dislocamento che suscitò l'interesse della Regia Marina. Si trattava di un battello con scafo resistente con sezioni ad otto e calotte semi-sferiche estreme, doppi fondi non resistenti esterni, lanciasiluri a gabbia esterni applicati sotto le borse dei doppi fondi. La parte inferiore dello scafo resistente era esclusivamente destinata agli accumulatori i quali venivano a trovarsi praticamente in un'appendice esterna al battello, quasi un altro doppio fondo. La Regia Marina commissionò due prototipi di tali unità che furono consegnate nell'aprile del 1938 e quindi sottoposte ad una lunga serie di prove, prima a Venezia e poi a La Spezia dove i due battelli giunsero per ferrovia ai primi di febbraio del 1939. Le prove effettuate a Venezia non misero in evidenza deficienze tecniche di particolare importanza; venne però subito rilevato che i piccoli battelli tenevano mediocremente il mare e non riuscivano a mantenere la quota periscopica (periscopio fisso da m. 2,50) con mare forza tre; in tali condizioni di mare anche i movimenti di rollio e di beccheggio rendevano la vita a bordo intollerabile dopo poco tempo. Ulteriori prove effettuate a La Spezia confermarono le deficienze emerse a Venezia, anche con il nuovo periscopio di m. 4,50, e misero in particolare evidenza deficienze non facilmente eliminabili nelle sistemazioni per il lancio. Dopo numerosi tentativi di modifica ai lanciasiluri, che non portarono a risultati soddisfacenti, le due unità vennero messe a secco (autunno 1939) riconoscendo in tal modo la loro insoddisfacente riuscita. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale i risultati conseguiti dai mezzi speciali di vario genere, indussero l'Alto comando della Marina ad esaminare la possibilità d'impiegare i due " CA " non più come unità siluranti per la difesa foranea, ma - opportunamente modificati - quali mezzi speciali offensivi, vettori di "uomini rana". All'inizio del 1941 le due unità furono pertanto inviate di nuovo presso il cantiere della ditta Caproni di Montecollino (Lago d'iseo) per essere modificate secondo le indicazioni della R. Marina. Le principali modifiche consistettero nella eliminazione del motore termico per la navigazione in superficie, che venne sostituito da un motore elettrico di notevole potenza, unico mezzo di propulsione del battello sia in superficie sia in immersione; nello sbarco del periscopio, dei siluri e delle sistemazioni per il lancio: ed infine nella sistemazione di un portello in chiglia per la fuoriuscita dell'uomo rana. Al posto del periscopio fu sistemato un abitacolo con cupola a vetri; i siluri e i lanciasiluri furono invece sostituiti da speciali sistemazioni per otto cariche da 100 Kg. ubicate nella stessa posizione dei lanciasiluri. Il CA 2 fu pronto dai lavori di modifica nel novembre 1941 ed il CA 1 lo seguì nel febbraio 1942; la lunga serie di prove effettuate sul Lago d'Iseo mise in evidenza tutta la delicatezza di queste piccole unità e furono necessari continui lavori per la messa a punto delle varie apparecchiature prima che fossero raggiunti risultati discretamente soddisfacenti. La R. Marina, dopo essersi resa conto che, messi bene a punto, sarebbe stato possibile impiegare i "CA" con buone probabilità di conseguire concreti risultati, nella primavera del 1942 ordinò altri due battelli alla Caproni, battelli che, tenendo conto dei difetti della prima serie, furono costruiti su piani leggermente diversi per quanto riguardava sia le dimensioni dello scafo, sia la sistemazione dei doppi fondi esterni che, nella nuova versione, conferirono allo scafo esterno forme più razionali ed avviate. La principale modifica relativa all'armamento fu quella di portare in alto i contenitori delle otto cariche per rendere più agevole il loro maneggio: un'ulteriore innovazione consistette nella sistemazione dei timoni orizzontali prodieri, non esistenti nella prima serie, e la cui mancanza rappresentava una delle deficienze più marcate dei due battelli della prima serie. Le sistemazioni interne e quelle per la fuoriuscita del sommozzatore rimasero praticamente uguali a quelle della prima serie. Attività di classe. L'attività del CA 1 e CA 2, come battelli siluranti, fu limitata alle prove di cui già descritto nelle "Generalità; di classe"; le uscite per prove furono anche sfruttate per allenamento dei comandanti e dei secondi uomini destinati ad equipaggiare battelli similari qualora l'esito delle prove avesse consigliato la riproduzione di tale tipo di unità. Dopo i poco confortanti risultati delle prove effettuate a Venezia ed a La Spezia, il lungo periodo d'inattività dei due battelli dopo la loro conversione in "mezzi speciali" ed il lunghissimo periodo di prove effettuate sul lago d'Iseo nel corso del 1941, CA 1 e CA 2 furono pronti per l'impiego. Poiché in Mediterraneo esistevano già in relativa abbondanza altri mezzi speciali si pensò d'impiegare i " CA " per azioni contro i porti atlantici degli Stati Uniti nei pressi dei quali avrebbero dovuto essere trasportati con un sommergibile atlantico appositamente adattato allo scopo. Così, nel luglio 1942 il CA 2 fu inviato a Bordeaux dove il da Vinci, designato quale sommergibile - avvicinatore -, fu adattato per accogliere il minisommergibile in coperta a proravia della torretta. Nel settembre furono effettuate alcune prove di distacco e di ricupero del CA 2 dal da Vinci, prima con qualche difficoltà, poi con esito soddisfacente dopo aver portato le cariche in alto come fu poi fatto, già in sede di costruzione, per le due unità della seconda serie. La progettata missione da Vinci - CA 2 non venne però realizzata per necessità d'impiego del sommergibile "avvicinatore" in missioni di guerra al traffico. Il CA 2 rimase così inutilizzato a Bordeaux fino all'evacuazione della Francia da parte delle truppe tedesche; fu poi demolito dopo la fine del conflitto. Il CA 1 e le due unità della seconda serie, CA 3 e CA 4, ebbero un'attività limitata esclusivamente alle prove di collaudo e di accettazione. All'armistizio del settembre 1943 queste tre unità si trovavano a La Spezia presso la sede della " Decima MAS " e furono autoaffondate. Ricuperate in un tempo successivo vennero rimesse in efficienza ma tenute in secco; una di esse fu prelevata dalla Marina Germanica a scopo di studio per la progettazione dei sommergibili tascabili " XXVII B" (Seehund). http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=29830 link alla discussione sul CA imbarcato sul Da Vinci per missione a NewYork Il sommergibile CA 1 alle prove a Venezia nel 1938. da I sommergibili italiani di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Di seguito tre immagini del sommergibile CA 1 dopo le modifiche in mezzo d'assalto sul Lago d'Iseo. da I sommergibili italiani di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Il sommergibile CA 2 dopo le modifiche in mezzo d'assalto sul Lago d'Iseo. da I sommergibili italiani di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Ancora il sommergibile CA 2 presso l'officina della C.A.B. sul lago d'Iseo il 27 dicembre 1941 durante le prove dopo le modifiche in mezzo d'assalto (coll. E. Bagnasco). Di seguito quattro immagini del sommergibile da Vinci (vedi scheda relativa) e delle modifiche apportate al battello per il trasporto del minisommergibile d'assalto CA 2. da I sommergibili italiani 1940-1943 di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier. da Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italianidi A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010 per g.c. Marco Mascellani da Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italianidi A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010 per g.c. Marco Mascellani da I sommergibili italiani di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Di seguito due immagini del sommergibili CA 2 a Bordeaux nell'estate 1945, come venne trovato dai francesi alla fine della guerra. da Sommergibili in Guerra di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti. da Le navi da guerra italiane 1940-45 di E. Bagnasco e E. Cernuschi - Albertelli - 2005.
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Regio sommergibile Marcantonio BRAGADIN (fino ad aprile 1928 il battello era inscritto come BRAGADINO) Fino all'estremo Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 3 Febbraio 1927 Varo: 21 luglio 1929 Consegnato : 16 novembre 1931 Radiazione: 1 febbraio 1948 Attività operativa (vedi "Attività di classe") Rara immagine della prora del sommergibile Bragadin con il nome "originale" usato dal battello fino al 1928. da "I sommergibili italiani fra le due guerre" di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990 Imbarco siluri sul sommergibile Bragadin. da "I sommergibili italiani fra le due guerre" di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990
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Regio sommergibile Giovanni DA PROCIDA Numine et acumine (Ho confidenza in Dio e nel mio acume) Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 21 settembre 1925 Varo: 1 aprile 1928 Consegnato : 20 gennaio 1929 Radiazione: 1 febbraio 1948 Attività operativa Allo scoppio del secondo conflitto mondiale l'unità era dislocata a Messina nell'ambito della 31^ Squadriglia del III Gruppo. Al comando del capitano di corvetta Guido d'Alterio compì complessivamente 16 missioni offensive di agguato nel Canale di Sicilia, nelle acque maltesi, del Dodecaneso, del Canale di Otranto e in quelle liguri. Lanciò, senza esito due siluri contro un sommergibile avversario. Dall'aprile 1941 al febbraio 1942 di base alla Spezia operò per esperimenti e per l'addestramento antisommergibili di reparti aeronavali. Dal 9 febbraio 1942 a tutto l'agosto fu in bacino a Taranto, per lavori di trasformazione, dove si sostituirono anche i motori termici. All'atto dell'armistizio il da Procida era ancora ai lavori: nel settembre 1944, al comando del tenente di vascello Francesco Castracane degli Antelminelli lasciò Taranto e dal novembre fino all'ottobre 1945 operò dalle basi di Port Royal, Saint George, Guantanamo, Key West, Bermude per l'addestramento antisommergibili di reparti aeronavali: rientrò a Taranto il 3 novembre 1945. Successivamente posto in disarmo e radiato nel 1948. Il primo disegno di mimetizzazione usato dal battello, pitturato durante un ciclo di lavori a Taranto (collezione A. Turrini) Il successivo schema mimetico, definitivo, adottato alle prove effettuate a Spezia (collezione A. Turrini)
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Regio sommergibile GEMMA Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 7 settembre 1935 Varo: 21 maggio 1936 Consegnato : 8 luglio 1936 Affondato: 8 ottobre 1940 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Subito dopo la consegna alla Marina venne assegnato alla 35^ Squadriglia di Messina. Nello stesso anno il Gemma effettuò una lunga crociera addestrativa nel Dodecaneso, che venne poi ripetuta nel 1937. Durante la guerra di Spagna effettuò una missione di 9 giorni, dal 27 agosto al 5 settembre 1937. Nel 1938 fu inviato nel Mar Rosso e rientrò a Taranto l'anno successivo. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale il Gemma, al comando del capitano di corvetta Guido Lanza Cordero di Montezemolo, fu dislocato a Lero, da dove operò nelle acque settentrionali dell'Egeo, senza incontrare traffico nemico. Nell'espletamento della quarta missione di agguato, nel Canale di Scarpanto, mentre effettuava uno spostamento in una nuova zona assegnatagli dal Comando Marina dell'Egeo, fu silurato e affondato, alle prime ore dell'8 ottobre 1940, dal sommergibile italiano Tricheco, che, non avendo ricevuto comunicazione dello spostamento per l'inadeguatezza del servizio radiotelegrafico, lo aveva ritenuto un'unità nemica. Non vi furono superstiti; perdettero la vita il Comandante, 4 ufficiali, 12 sottufficiali e 27 tra sottocapi e comuni. Complessivamente il battello aveva compiuto 4 missioni di guerra e percorso 3.460 miglia.
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Regio sommergibile VORTICE (2°) (dal 1945 denominato V. 1 e dal 1952 rinominato Vortice) Et etiam absurge vortice (E anche oggi dal vortice sorgerai) Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 3 gennaio 1942 Varo: 23 febbraio 1943 Consegnato : 21 giugno 1943 Radiazione: 1 agosto 1967 Attività operativa Varato il 23 febbraio 1943 presso i C.R.D.A. di Monfalcone, fu consegnato alla Marina il 21 giugno dello stesso Anno. Al comando del tenente di vascello Marco Revedin, venne dislocato a Taranto. Il 7 settembre salpò per portarsi in agguato lungo le coste orientali della Sicilia: sopravvenuto l'armistizio, in ottemperanza agli ordini ricevuti raggiunse Augusta consegnandosi alle autorità britanniche. Dislocato a Malta, il 6 ottobre ripartì per Napoli, ove venne impiegato per rifornire di energia elettrica il porto. Al comando del tenente di vascello Giovanni Manunta fu trasferito a Taranto: dopo un breve turno di lavori di manutenzione, nel febbraio 1944 fu inviato nelle Bermude, dove svolse attività addestrativa antisom per i reparti aeronavali statunitensi. Nel 1945 il Vortice rientrò in Italia, a Taranto, dove venne disarmato, trasformato in pontone di carica e denominato V. 1. In realtà si tratta di uno stratagemma per continuare ad addestrare i sommergibilisti italiani nonostante le severe clausole del trattato di pace ed il battello effettua uscite notturne per tornare a fingersi pontone di carica durante il giorno. Nel 1952 riprese il suo primo nome e negli anni 1953-54, al comando del capitano di corvetta Aredio Galzigna, (già comandante del Giuliani a Marigammasom) effettuò importanti lavori di trasformazione e modifica (eliminazione delle artiglierie, modifica della falsatorre, installazione del radar e altre) e fu trasformato in unità addestrativa per creare la nuova generazione di sommergibilisti e per l'addestramento antisom delle navi di superficie e degli aeromobili. Fu radiato il 1° agosto 1967. sull'attività del Vortice negli Stati Uniti è stato scritto il libro "un sommergibile per giocattolo" da un elettricista imbarcato in quel periodo e qui recensito: Link per le caratteristiche tecniche ed altre informazioni sul battello nel periodo post II Guerra Mondiale vedere la scheda al LINK Il Vortice fuori Monfalcone nel luglio 1943; si noti, a poppavia della falsatorre, la mitragliera singola aggiuntiva Oerlikon da 20/70 (coll. F. Petronio da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier, via Marcello Risolo). Immagine tratta da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier, via Marcello Risolo. Base navale di Brindisi, ultimo scorcio del 1946: il sommergibile Vortice è ormeggiato a fianco della corvetta Gabbiano. All'epoca, Maricosom aveva alle sue dipendenze 38 sommergibili, compresi tre vetusti battelli classe "H" e sei unità tascabili: di conseguenza, la forza subacquea rappresentava, almeno quantitativamente, il nucleo più omogeneo della flotta (Coll A. Rastelli da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ). I sommergibili Vortice (in primo piano), Nichelio e Giada, a Taranto. La foto è stata scattata fra il giugno del 1946 e il novembre del 1947, cioè quando la bandiera della neo-costituita Marina Militare era un semplice Tricolore, visibile a riva sulle falsetorri. La presenza delle bandiere indica che i tre battelli sono ancora in armamento e iscritti al Quadro del Naviglio Militare dello Stato (Foto A. Fraccaroli da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ). Il sommergibile Vortice ormeggiato di poppa a Taranto assieme a un altro battello, probabilmente il Nichelio: anche questa immagine risale al periodo del Tricolore usato come bandiera navale, mentre le condizioni esterne dell'unità appaiono sostanzialmente soddisfacenti. Il "pontone veloce per carica batterie" P.V. 1 (ex-Vortice), ormeggiato a Taranto, il 30 giugno 1951: il battello è equipaggiato con due sovrastrutture in corrispondenza dei portelli di accesso, collegate con tendaletti alla falsatorre. Dopo aver adempiuto alle clausole armistiziali relative ai sommergibili, per la Marina Militare ebbe inizio una stagione "occulta" di attività addestrative incentrata sull'impiego notturno degli unici due battelli - Giada e Vortice - rimasti in Italia e scampati alla demolizione (Foto A. Fraccaroli da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ). Un'altra immagine (datata 2 agosto 1951) del P.V. 1 (Vortice), in secco in uno dei bacini galleggianti in dotazione all'Arsenale di Taranto. I lunghi periodi trascorsi in acqua nei primi anni del secondo dopoguerra imponevano, anche per i "pontoni carica batterie", periodiche seppur rare permanenze in bacino per procedere alla necessaria pulizia della carena. L'immagine consente di apprezzare le controcarene laterali tipiche dei sommergibili a suo tempo concepiti dal colonnello del Genio Navale Curio Bernardis (Foto A. Fraccaroli, via E. Bagnasco da "Sommergibili e sottomarini italiani 1945-2016" di M. Cosentino - 2016-2017 - Storia Militare Dossier ).
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Regio sommergibile VOLFRAMIO (fino al 09.11.1941 STRONZIO) Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 16 dicembre 1940 Varo: 9 novembre 1941 Consegnato : 15 febbraio 1942 Affondato: 8 settembre 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Impostato il 16 dicembre 1940 nei Cantieri Tosi di Taranto con il nominativo di Stronzio fu varato il 9 novembre 1941 con il nome di Volframio. Dopo un addestramento preliminare, il 15 febbraio 1942 passò in forza a Maricosom ed effettuò la sua prima missione il 7 agosto con un agguato offensivo. Durante lo svolgimento dell'operazione britannica "Pedestal" che culminò nella battaglia di Mezzo Agosto, rilevò agli idrofoni il passaggio delle forze avversarie ma non riuscì a entrare in contatto visivo con le stesse. Trasferito nella sede di Cagliari, il 2 febbraio 1943, al comando del tenente di vascello Giovanni Manunta, effettuò una missione di trasporto incursori. Salpato da Cagliari con a bordo una pattuglia di arditi guastatori (un ufficiale e dieci militari), da sbarcare nel tratto di costa algerina compreso fra Capo Carbon e Capo Sigli, e giunto nella zona nella notte del 6, fu costretto, a causa delle avverse condizioni meteo, a rinviare le operazioni di sbarco. L'operazione, ritentata il giorno 8, venne nuovamente sospesa perché il Volframio fu intercettato e sottoposto a violenta caccia da parte di unità britanniche, per cui dovette rientrare alla base. Una nuova missione venne tentata il 30 maggio, quando l'unità, salpata dalla Maddalena, ebbe il compito di sbarcare, tra il 5 e l'8 aprile, una pattuglia di guastatori; ma anche questa missione, a causa delle avverse condizioni del mare, non venne portata a compimento. Il 9 settembre 1943 l'unità, ai lavori alla Spezia, fu autoaffondata dall'equipaggio. Successivamente recuperata dai Tedeschi, affondò in porto alla Spezia nel 1944, durante un attacco aereo anglo-americano. Complessivamente l'unità compì 8 missioni offensive, 2 di trasporto reparti incursori e 7 di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo 13.040 miglia in guerra. Taranto, dicembre 1941. I sommergibili Volframio (a sinistra) e Bronzo (a destra) pochi giorni prima della consegna alla Regia Marina, che avverrà rispettivamente il 2 gennaio ed il 15 febbraio 1942. Insieme all'Argento, sono gli unici sommergibili della classe "600" serie "Platino" in costruzione presso i Cantieri Tosi. Collezione A. Fraccaroli da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti Archivio Marcello Risolo da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Un particolare della zona centrale del sommergibile Volframio alla fonda in un sorgitore dell'Italia meridionale all'inizio dell'estate del 1942. Entrato in servizio nel maggio precedente, il battello sta completando l'addestramento; inizierà la sua prima missione di guerra nell'agosto 1942 nel le acque del Mediterraneo centrale. Sino alla data dell'armistizio effettuerà 8 missioni offensive-esplorative tra cui due, nel febbraio e nel marzo 1943. di trasporto incursori sulla costa algerina occupata dagli anglo-americani. Al comando del T.V. Giovanni Manunta, il Volframio tenterà a più riprese il rilascio degli operatori in prossimità dei loro obiettivi sempre impedito dalle avverse condizioni del mare. "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti Archivio Marcello Risolo da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier ll Volframio rientra a Cagliari da una missione nel Mediterraneo centrale il 19 agosto 1943, Museo Storico Navale di Venezia da 2005-"Le navi da guerra italiane 1940-45" E. Bagnasco, E. Cernuschi - 2005. La Spezia, inverno 1943/44, marinai e sommozzatori della Xa Mas della Repubblica Sociale Italiana sul sommergibile Volframio. appena recuperato dalle acque dell'arsenale dove era stato autoaffondato nel settembre 1943. La R.S.I. e i Tedeschi cercano di recuperare quanti più battelli è possibile: tornarono così a galla, oltre al Volframio, l’Ambra, l'Aradam, lo Sparide e il Murena, nessuno però riprenderà servizio e verranno tutti affondati di nuovo nel corso di bombardamenti aerei sui porti di Genova e La Spezia. "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti
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Regio sommergibile BRONZO Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 2 dicembre 1940 Varo: 28 settembre 1941 Consegnato : 2 gennaio 1942 Catturato: 12 luglio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Bronzo Varato nei Cantieri Tosi di Taranto il 28 novembre 1941, fu consegnato alla Regia Marina il 21 gennaio 1942. Dislocato a Cagliari, partì per la sua prima missione di guerra, al comando del tenente di vascello Cesare Buldrini, il 13 giugno dello stesso anno. Durante la navigazione fu attaccato da un aereo dal quale riuscì a disimpegnarsi con rapida immersione. Durante la battaglia di Mezzo Agosto, in missione nel Canale di Sicilia, avvistò, il 12 agosto, un grande piroscafo navigante a lento moto e con un principio d'incendio a poppa: lanciò in rapida successione tre siluri, uno dei quali colpì il bersaglio al centro, affondandolo. Si trattava del piroscafo Empire Hope, già colpito da offesa aerea nell'attacco avvenuto alle ore 20.30 dello stesso giorno. Durante la navigazione notturna del 18 agosto per il rientro alla base, il Bronzo, mentre navigava in superficie al largo di Capo Spartivento diretto a Cagliari, fu fatto segno al lancio di un siluro da parte di un sommergibile avversario, che tuttavia non lo colpì. Con rapida manovra il Bronzo diresse a tutta forza sul punto dal quale era stato lanciato il siluro ed urtò violentemente contro un corpo immerso, probabilmente lo stesso sommergibile attaccante, riportando una bugna, senza poter rilevare i danni inflitti all'avversario. La sera del 10 settembre 1942, al largo delle coste algerine, avvistò una formazione di incrociatori scortati da due caccia. Portatosi prontamente all'attacco eseguì il lancio di quattro siluri, di cui non poté accertare il risultato, in quanto fu costretto ad immergersi; furono udite due forti esplosioni. L'11 luglio 1943 l'unità, al comando del tenente di vascello Antonio Gherardi, in trasferimento a Pozzuoli e diretta verso lo Stretto di Messina per portarsi nelle acque antistanti Siracusa, fu fatta segno all'attacco di un sommergibile avversario, all'altezza di Capo Vaticano; i quattro siluri lanciati furono evitati. Proseguì la sua navigazione ed alle ore 06.00 del giorno 12, trovandosi nella zona di agguato in immersione, percepì rumori di motori; a bordo si ritenne che fossero unità nazionali perché non era nota l'avvenuta occupazione di Siracusa da parte degli Anglo-Americani. Alle ore 13.00 l'unità si portò a quota periscopica e si trovò in mezzo ad una formazione navale; ritenendola nazionale emerse in vicinanza dei dragamine britannici Boston, Cromarty, Poole e Seabam. Fu accolto da un nutrito fuoco di artiglieria e di mitragliera sotto il quale caddero gli ufficiali e gli uomini saliti in coperta; l'unità rimase perciò senza comando ed il dragamine Seaham poté catturarla. Nell'azione perdettero la vita il Comandante TV Gherardi, l'ufficiale in seconda STV Giuseppe Pellegrini, i sergenti Mario Borgoforti e Renato Paoletti, il sottocapo Vincenzo Di Candia e i comuni Cosimo Albano, Luciano Frezi e Ciro Tuccillo; evidentemente, ci si apprestava al combattimento (da "Storie di sommergibili" di T. Marcon - STORIA Militare N. 90 marzo 2001). Nel 1944 l'unità fu consegnata alla Francia, che la denominò Narval, e rimase in servizio nella Marina francese fino al 1948. Radiata, fu in seguito demolita. L'attività bellica del Bronzo fu di 10 missioni offensive e 3 operative di trasferimento tra porti nazionali; furono percorse complessivamente 10.963 miglia in guerra. Le fasi concitate della cattura del sommergibile Bronzo, sono anche state riportate su video nelle teche dell'Imperial War Musem: SUPPORT FORCE EAST COVERS THE LANDINGS NEAR SYRACUSE AND AUGUSTA IS BOMBARDED dal minuto 6.11 VARIOUS SHOTS AT SYRACUSE; CREW OF ITALIAN SUBMARINE dal minuto 1.00 THE NAVY CAPTURE AN ITALIAN SUBMARINE; PRISONERS IN SYRACUSE; ITALIAN COAST DEFENCE GUNS dal minuto .015 Taranto, dicembre 1941. I sommergibili Volframio (a sinistra) e Bronzo (a destra) pochi giorni prima della consegna alla Regia Marina, che avverrà rispettivamente il 2 gennaio ed il 15 febbraio 1942. Insieme all'Argento, sono gli unici sommergibili della classe "600" serie "Platino" in costruzione presso i Cantieri Tosi. Una bella immagine della falsa torre del Bronzo in cui si riconosce, al centro con il binocolo al collo, il comandante dell'unità T.V. Cesare Buldrini, scattata in navigazione nell’agosto 1942. Il battello sfoggia un bel guidone nero con la scritta «13.000» per l'affondamento del piroscafo inglese Empire Hope (12.688 t.s.l.) effettuato intorno alla mezzanotte del 12 agosto nelle acque del Canale di Sicilia nel corso delle operazioni connesse con la Battaglia di Mezzo Agosto. (foto 1° gruppo A.N.M.I. Milano via "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994) La falsa torre del Bronzo (T.V. Cesare Buldrini) su cui appare «Cucciolo» il portafortuna del battello. ("Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994) (Archivio Marcello Risolo) Acque di Siracusa, mattino del 12 luglio 1943. Il Bronzo affiancato al dragamine britannico Seaham, poco dopo la sua cattura. (via M. Risolo da "Storie di sommergibili" di T. Marcon - STORIA Militare N. 90 marzo 2001) Il sommergibile Bronzo al rimorchio del dragamine britannico Seaham, che dirige verso il porto di Siracusa dopo la cattura (foto Imperial War Museum via "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994). Foto Imperial War Museum IWM A 18094 Porto Grande di Siracusa, 12 luglio 1943. Il posa-reti HMS Barhill rimorchia il Bronzo verso l'ormeggio. (foto IWM via M. Risolo da "Storie di sommergibili" di T. Marcon - STORIA Militare N. 90 marzo 2001) Foto Imperial War Museum IWM NA 4590 La didascalia originale del tempo di guerra riporta: "Il sottomarino catturato viene portato nel porto di Siracusa". Foto Imperial War Museum IWM NA 4590 La didascalia originale del tempo di guerra riporta: "Il sottomarino catturato viene portato nel porto di Siracusa". A bordo del Bronzo, appena ormeggiato, un marinaio inglese monta la guardia accanto al corpo di uno dei Caduti del battello (foto IWM via "Storie di sommergibili" di T. Marcon - STORIA Militare N. 90 marzo 2001). Foto Imperial War Museum IWM NA 4596 Il sommergibile Bronzo ormeggiato in banchina a Siracusa, dopo essere stato catturato da unità alleate il 12 luglio 1943. (foto Imperial War Museum via "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994) Foto Imperial War Museum IWM NA 4476 La didascalia originale del tempo di guerra riporta: "Questo è il sottomarino catturato dalla Royal Navy e portato nel porto di Siracusa con il suo equipaggio". Foto Imperial War Museum IWM NA 4477 La didascalia originale del tempo di guerra riporta: "La falsatorre del sommergibile italiano catturato, che mostra i colpi ricevuti durante il breve scontro contro la Royal Navy". Di seguito due ulteriori immagini del Bronzo ormeggiato nel porto di Siracusa nel luglio 1943 dagli archivi Harry S. Truman Library & Museum. https://www.trumanlibrary.gov/ Number 63-1398-09 https://www.trumanlibrary.gov/ Number 63-1398-33 Il sommergibile francese Narval (ex Bronzo) in una foto del 1946; catturato da unità inglesi dopo un combattimento, venne dapprima incorporato nella marina britannica come P-714 e successivamente ceduto alla Marine Nationale, che lo mantenne in servizio fino al 1948 come unità addestrativa, foto ECPA-D via W. Leotta da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier.
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Regio sommergibile ALABASTRO Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 12 marzo 1941 Varo: 18 dicembre 1941 Consegnato : 9 maggio 1942 Affondato: 14 settembre 1942 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Varato nei C.R.D.A. di Monfalcone il 18 dicembre 1941, il 9 maggio 1942 venne consegnato alla Regia Marina ed il 13 settembre dello stesso anno salpò da Cagliari per la sua missione di guerra, per sostituire altra unità in agguato fra Maiorca ed Algeri. Dopo la partenza non diede più sue notizie. Dalla documentazione britannica si è appreso che l'unità fu affondata alle ore 16.20 del giorno 14 settembre 1942, nella zona di mare a nord di Bougie, da un aereo del 202° Stormo della RAF. Non vi furono superstiti. (Archivio Marcello Risolo) Il sommergibile Alabastro in navigazione, lungo la costa sorrentina nell'estate 1942 da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti
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Regio sommergibile Zoea (1°) Cantiere: Orlando, Livorno Impostazione: 18 ottobre 1910 Varo: 02 marzo 1913 Servizio: 10 luglio 1913 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa Svolgerà attività addestrativa nell'alto Tirreno fino al 1914, quando sarà trasferito a Messina, assieme allo Jalea, e successivamente a Venezia dove entrò a far parte della 1^ squadriglia. All’inizio della guerra lo Zoea al comando del TV Renato Senigaglia operò in missioni prettamente offensive. Passata alle dipendenze della 2^ squadriglia con base ad Ancona, nel 1916 ne assumerà la funzione di Capo Squadriglia. Da questa base effettuerà missioni difensive tra Ancona-Porto Corsini (RA) al comando del TV Gaetano Sansone fino al disarmo. Effettuerà un totale di 32 missioni difensive e 8 offensive.
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Regio sommergibile Jantina (1°) Cantiere: C.N.R. – Muggiano, Spezia Impostazione: 18 agosto 1910 Varo: 20 novembre 1912 Servizio: 14 maggio 1913 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa All’entrato in servizio l’unità, come del resto tutti i battelli della classe, effettuerà missioni e crociere addestrative nell'alto Tirreno al comando del TV Colombo Tarò. Durante la guerra verrà impiegato in missioni difensive foranee, e nel gennaio 1917 assumerà l’incarico di unità Capo Squadriglia, fino a quando non sarà posto in disarmo, nel dicembre dello stesso anno.
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Regio sommergibile AVORIO Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 9 settembre 1940 Varo: 6 settembre 1941 Consegnato : 25 marzo 1942 Affondato: 9 febbraio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Varato il 6 settembre 1941 nei C.R.D.A. di Monfalcone, fu consegnato alla Marina il 25 marzo 1942 ed effettuò la sua prima missione di guerra durante la battaglia di Mezzo Agosto, senza tuttavia poter effettuare lanci contro il nemico. In tale circostanza l'unita, al comando del tenente di vascello Mario Priggione, salpò da Cagliari il giorno 6 agosto per portarsi in una zona di mare e 20 miglia dalle coste tunisine ed il giorno 12 avvistò un convoglio che non poté attaccare perché fu sottoposto a caccia. Il 24 novembre, in missione nelle acque di Capo Carbon, l'Avorio avvistò una unita leggera; manovrando opportunamente si portò ad una distanza inferiore agli 800 metri, lanciò tre siluri e si disimpegnò con rapida immersione. Circa 40 secondi dopo il lancio furono udite chiaramente le esplosioni delle armi ma non fu possibile accertare il risultato dell'attacco di cui non vi è cenno nella documentazione britannica. Nella notte del 9 gennaio 1943, alle ore 23.47, fu costretto, per sottrarsi all'offesa di un aereo ad una rapida manovra di immersione nel corso della quale, per la non tempestiva chiusura del trombino di aerazione dei motori termici, imbarcò una notevole quantità d'acqua. Costretto a riemergere, ingaggiò combattimento con l'aereo attaccante che, colpito dal fuoco delle armi di bordo, dovette allontanarsi visibilmente colpito in parti vitali. Anche l'Avorio fu costretto ad interrompere la missione e a rientrare alla base. Il 24 gennaio l'unità, mentre dirigeva verso la rada di Bougie, avvistò alle 01.16, nelle vicinanze di Capo Carbone, e affondò coi siluri, il trawler britannico Stronsav di 545 t. Salpato da Cagliari il 6 febbraio 1943, al comando del tenente di vascello Leone Fiorentini, per una missione di agguato sottocosta fra Bona e Philippeville, insieme con altre unità, avvistò a distanza ravvicinata una piccola nave nemica apparentemente isolata e in perlustrazione antisom. Nonostante l'immediata immersione, l'Avorio fu inquadrato da una scarica di bombe che, per le avarie prodotte, lo costrinsero a riemergere ed a combattere con il cannone, subito controbattuto dal preciso fuoco dell'unità avversaria che uccise vari membri dell'equipaggio, tra cui il Comandante, l'ufficiale in seconda e l'ufficiale di rotta. Si provvide allora all'autoaffondamento, che avvenne nei pressi di Capo Bougaroni così lentamente che una imbarcazione dell'unità nemica poté attraccare al battello con l'intenzione di catturarlo; ma non poté, in quanto l'Avorio, subito dopo essere stato preso a rimorchio, affondò. Nell'azione perirono 20 componenti dell'equipaggio e 26 vennero recuperati dalla nave nemica, la corvetta canadese Regina. L'Avorio compì complessivamente 7 missioni offensive e 6 operative di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo 5.676 miglia. (Archivio Marcello Risolo) Il sommergibili Avorio pronto al varo, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 I sommergibili Porfido (a sinistra) e Avorio(a destra) fotografati il 25 ottobre 1941 in allestimento presso i C.R.D.A. di Monfalcone, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 (Archivio Marcello Risolo) (Archivio Marcello Risolo) Il sommergibili Avorio fotografato poco dopo la sua entrata in servizio nel marzo 1942, collezione F. Petronio da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005. (Archivio Marcello Risolo)
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Regio sommergibile Fisalia (1°) Cantiere: Orlando, Livorno Impostazione: 3 ottobre 1910 Varo: 25 febbraio 1912 Servizio: 13 settembre 1912 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa: Appena entrato in servizio effettuerà intense campagne addestrative in Alto Tirreno e Sardegna. All’entrata in guerra dell’Italia, l’unità, al comando del TV Virgilio Goj verrà destinata a Venezia in carico alla 2^ squadriglia, dove effettuerà negli anni 1916 e 1917, missioni di carattere prettamente offensive lungo le coste nemiche. Nel dicembre 1917 al comando del TV Mario Menini, il battello sarà trasferito a Porto Corsini (RA), in forza alla 1^ squadriglia con compiti difensivi ed ivi rimarrà fino al disarmo. ------------------------------
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Regio sommergibile PORFIDO Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 9 settembre 1940 Varo: 23 agosto 1941 Consegnato : 24 gennaio 1942 Affondato: 6 dicembre 1942 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Dopo la consegna, il battello, al comando del tenente di vascello Giovanni Lorenzotti venne dislocato a Cagliari, e passato un periodo di addestramento effettuò la sua prima missione di guerra durante la battaglia di Mezzo Agosto, senza tuttavia poter entrare in contatto con unità nemiche. Partito da Cagliari la sera del 2 dicembre 1942 per una missione di agguato al largo di Bona, alle ore 01.50 del giorno 6, trovandosi in superficie, avvistò un sommergibile, risultato poi essere il britannico Tigris; quasi contemporaneamente vide le scie di due siluri dei quali uno poté essere evitato ma l'altro colpì nei locali motori. In 20 secondi il Porfido scomparve in mare e solo 4 dei 48 componenti dell'equipaggio poterono salvarsi. L'unità aveva compiuto 5 missioni offensive e 8 operative di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo complessivamente 4.549 miglia. I sommergibili Porfido (a sinistra) e Avorio (a destra) fotografati il 25 ottobre 1941 in allestimento presso i C.R.D.A. di Monfalcone. Questi cantieri, assieme agli O.T.O. del Muggiano, saranno anche durante il conflitto tra i maggiori produttori di sommergibili. (coll. A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999) Sommergibile Porfido alla banchina lavori del cantiere di Monfalcone, da "I sommergibili di Monfalcone" di A. Turrini, supplemento Rivista Marittima n. 11 novembre 1998 Monfalcone, primavera 1942. I sommergibili Granito, a sinistra, e Porfido in allestimento presso i C.R.D.A. accanto al Tritone, affiancato alla banchina. I due battelli inalberano già la bandiera di bompresso essendo stati ufficialmente consegnati alla Marina nel gennaio precedente, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti Sommergibile Porfido alla banchina, già consegnato alla Regia Marina: all'esterno un altro sommergibile della stessa classe, da "I sommergibili di Monfalcone" di A. Turrini, supplemento Rivista Marittima n. 11 novembre 1998, via Marcello Risolo Il 100/47 mod. OTO 1938 qui a bordo del sommergibile Porfido dell'ultima serie dei "600 t". Sostituì il 102/35 sui battelli costieri italiani, e anche su alcuni degli oceanici, a partire dal 1933. La velocità iniziale era di 840 m/sec, la gittata superava i 12.600 metri e il ritmo di fuoco poteva raggiungere gli 8 colpi al 1', da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier (Archivio Marcello Risolo) Il Porfido in addestramento nelle acque di Pola nei primi mesi del 1942, collezione F. Petronio da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Il Porfido a Monfalcone nell' estate 1942, per effettuare gli ultimi piccoli lavori prima di raggiungere la sua dislocazione operativa a Cagliari, collezione F. Petronio da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005
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Regio sommergibile Salpa (1°) Sub aquis latens prodigia ausurum (Nascosto sotto le onde ma pronto ad ardimenti prodigiosi) Cantiere: C.N.R. Muggiano, Spezia Impostazione: 25 agosto 1910 Varo:14 maggio 1912 Servizio:10 settembre 1912 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa: Come le altre unità della classe svolse intensa attività addestrativa nell'alto Tirreno fino al trasferimento alla base di Venezia nell'agosto 1914 con il comandante TV Paolini. Eseguirà missioni a carattere offensivo, preminentemente agli accessi di Trieste e Pola. Al comando del TV Ugo Perriconi, il 2 agosto 1915 venne inviato a distruggere il sommergibile Pullino, arenatosi sullo scoglio della Galiola, per impedire che cadesse in mano nemica, nell'operazione di avvicinamento riuscirà a silurare il cacciatorpediniere Magnet, che si salverà dall'affondamento (asportazione completa della zona poppiera) solo grazie all'intervento delle unità vicine che lo rimorchiarono velocemente in porto. Prima di passare in disarmo, nel 1917, il Salpa avrà compiuto 40 missioni offensive e 15 difensive.
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Regio sommergibile GRANITO Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 9 settembre 1940 Varo: 7 agosto 1941 Consegnato : 3 gennaio 1942 Affondato: 9 novembre 1942 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Compì la sua prima missione di guerra dal 6 al 14 agosto 1942, nella zona a levante dell'Isola La Galite, durante la battaglia di Mezzo Agosto. All'alba del giorno 14 l'unità, al comando del tenente di vascello Leo Sposito, mentre si trovava in agguato nelle acque degli Scogli Fratelli, avvistò una formazione nemica contro la quale lanciò cinque siluri, con esito non accertato. L'8 novembre salpò da Augusta per raggiungere, passando per lo Stretto di Messina, le acque algerine, col compito di contrastare lo sbarco delle forze anglo-americane in Algeria, in collaborazione con altre unità. Dopo le ore 10.15 del giorno 9 non si ebbero più sue notizie. Dalla documentazione britannica risulta che l'unità fu affondata alle ore 15.00 del 9 novembre dai siluri lanciati dal sommergibile Saracen. Nell'affondamento perì l'intero equipaggio, composto da 5 ufficiali, 13 sottufficiali e 29 sottocapi e comuni. Il Granito compì 4 missioni offensive e operative di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo complessivamente 3.839 miglia. In evidenza l'ossatura dello scafo resistente del Granito in costruzione nel febbraio 1941, collezione A. Turrini da "Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italiani" di A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010 Il sommergibile Granito, pronto al varo sugli scali dei C.R.D.A. di Monfalcone il 7 agosto 1941, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti Monfalcone, 7 agosto 1941. Il sommergibile Granito, appena sceso in mare dagli scali dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico, viene rimorchiato alla banchina allestimento, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 (Archivio Marcello Risolo) Il sommergibile Granito, in bacino il 6 novembre 1941 da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Monfalcone, primavera 1942. I sommergibili Granito, a sinistra, e Porfido in allestimento presso i C.R.D.A. accanto al Tritone, affiancato alla banchina. I due battelli inalberano già la bandiera di bompresso essendo stati ufficialmente consegnati alla Marina nel gennaio precedente, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti (Archivio Marcello Risolo) (Archivio Marcello Risolo) Cagliari 15 agosto 1942. Rientro da un operazione in Mediterraneo del sommergibile Granito, accolto dal personale della base, collezione F. Petronio da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005
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Regio sommergibile Argo (1°) Subsum et praesum (Sottostante ma pur prevalente) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 26 settembre 1910 Varo: 14 gennaio 1912 Servizio: 06 settembre 1912 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa All'entrata in servizio, il battello entra a far parte della 2^ squadriglia con sede a Spezia e svolgendo addestramento nell'alto Tirreno. Al comando del Tv Guido del Greco il battello entra in guerra sotto la 2^ squadriglia della 1 flottiglia con sede a Venezia, svolgendo missioni offensivi nelle acque nemiche dei porti di Trieste e Pola. Al comando del TV Mario Falangola, il 26 Agosto 1916 fu inviato a contrastare l'attività nemica tesa la recupero del sommergibile Pullino, arenatosi sullo scoglio della Galiola, lanciando 2 siluri e sfuggendo poi all'accanita caccia avversaria. Nel dicembre 1916 il battello passerà in disarmo. altre notizie, link, ecc l'episodio della missione a contrastare la cattura del Pullino da parte degli austroungarici è raccontata dal Falangola nel suo libro "Il sommergibile F7" recensito a questo link: LINK ALLA RECENSIONE DE "IL SOMMERGIBILE F7" Il sommergibile Argo a Venezia probabilmente nel 1914 (USMM via "Navi e marinai italiani nella Grande Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli -1997)
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Regio sommergibile GIADA Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 16 ottobre 1940 Varo: 10 luglio 1941 Consegnato : 6 dicembre 1941 Radiazione: 1 giugno 1966 Attività operativa Dislocato a Cagliari, dopo un lungo periodo addestrativo compì la prima missione di guerra nella prima metà del giugno 1942, operando dal 5 al 18 nella zona di mare compresa tra le Baleari e la costa algerina, per contrastare l'operazione "Vigorous" intesa a far giungere rifornimenti all'Isola di Malta. Al comando del tenente di vascello Gaspare Cavallina, il giorno 14 avvistò un convoglio composto da diciotto navi tra militari e mercantili. Avendo riconosciuto tra le unità una portaerei del tipo "Eagle" diresse in superficie all'attacco di questa lanciando alle ore 05.05, da 2.500 metri, una salva di quattro siluri che non colpirono il bersaglio. Sottoposto subito a dura caccia, riuscì a sganciarsi in immersione. Nell'agosto, durante la battaglia di Mezzo Agosto, volta a contrastare l'operazione "Pedestal", l'Alto Comando dei sommergibili predispose uno schieramento di cinque battelli nelle acque a sud delle Baleari. All'alba del 12 agosto, il Giada rilevò agli idrofoni unità dirette verso ponente. Mentre dirigeva verso di esse navigando in superficie, venne individuato da un aereo North American che bombardò il sommergibile mentre questi stava rapidamente immergendosi. Lo scoppio di due bombe provocò alcuni danni alle apparecchiature interne ed una via d'acqua nella zona poppiera dello scafo, costringendo il Giada ad interrompere l'immersione e ad affrontare in superficie l'aereo, che fu costretto a desistere dall'azione essendo stato probabilmente danneggiato. Impossibilitato ad immergersi, il Giada fu, poco tempo dopo, nuovamente attaccato da un aereo "Sunderland" con lancio di bombe e mitragliamento: la pronta e precisa reazione di fuoco valse ad abbattere l'aereo. Nell'azione trovò la morte il sottocapo cannoniere Francesco Nacca; altri membri dell'equipaggio riportarono ferite. Per le gravi avarie, il Giada fu costretto a riparare temporaneamente a Valencia, sia per sbarcare la salma del caduto, sia per riparare macchinari indispensabili per la navigazione, come il timone verticale, rimasto danneggiato durante il combattimento; dopo sette ore di permanenza in quel porto, riparate sommariamente le avarie più gravi, l'unità riprese il mare per il rientro alla base. Il 23 gennaio 1943, nelle acque a ponente di Capo Bougaroni, il Giada avvistò un grande piroscafo, probabilmente un trasporto truppe, scortato da due caccia britannici; portatosi all'attacco lanciò una salva di quattro siluri e si disimpegnò con rapida immersione. L'esito della azione non è noto. L'unità subì poi un attacco aereo, riportando solo qualche danno allo scafo. All'atto dell'armistizio, il Giada, in ottemperanza agli ordini ricevuti, diresse su Bona, dove giunse il giorno 11, e successivamente si trasferì a Malta. Il 6 ottobre partì per Taranto, dove effettuò un turno di lavori e nell'aprile 1944 fu inviato a Colombo per l'addestramento di reparti aeronavali degli Alleati. Nell'ottobre 1944 rientrò a Taranto dove rimase inattivo fino al termine del conflitto. Dopo la firma del trattato di pace fu posto in disarmo e trasformato in un pontone di carica con la denominazione di V. 2. Nel periodo 1952-1953 fu sottoposto a grandi lavori, che comportarono l'installazione di un radar, l'eliminazione delle artiglierie e dei tubi lanciasiluri poppieri, la modifica della torretta, la sostituzione dei periscopi con altri di maggior lunghezza; vennero anche migliorate le prestazioni in immersione. Il battello fu così reso particolarmente idoneo alla caccia dei sommergibili e all'addestramento delle nuove generazioni di sommergibilisti. Venne radiato il 1° giugno 1966. Durante il conflitto compì 15 missioni offensive e 16 operative di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo complessivamente 15.656 miglia. Monfalcone, 10 luglio 1941. Il sommergibile Giada, appena sceso in mare dagli scali dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico, viene rimorchiato alla banchina allestimento, collezione F. Petronio da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005 Immagine tratta da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier, via M. Risolo. Collezione A. Turrini, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999, via M. Risolo. Fiume, 19 maggio 1942. Battelli in addestramento alla Scuola Sommergibili: il Giada in manovra e all'ormeggio il Topazio (a sinistra) e lo Jalea, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier. Taranto, probabilmente estate del 1945. Assemblea dell'equipaggio a poppa del sommergibile Giada. Il battello è uno dei pochi ancora in armamento, la maggior parte è passata in disarmo con la fine delle ostilità e, sullo sfondo, se ne distinguono alcuni (tra cui l'Onice il Diaspro ed altri), ammassati nella darsena Farinati. Collezione F. Petronio da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005. NOTA: il battello subirà radicali trasformazioni nel dopoguerra, tali da trasformarlo in un battello differente a cui è stato dedicato un nuovo post reperibile a questo LINK
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Regio sommergibile Velella (1°) Strenue descendes victor ascendes (Ardimentosamente scendo, vittoriosamente risalgo) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 06 giugno 1910 Varo: 25 maggio 1911 Servizio: 10 luglio 1912 Radiazione: 26 settembre 1918 Attività operativa: Assegnato da subito alla 2^ squadriglia con sede a Spezia, effettuerà intensa attività addestrativa nelle acque liguri e sarde. Al comando del TV De Feo nel 1915 fu inserito nella 3^ squadriglia della 2^ flottiglia sommergibili con sede a Taranto, partecipando alla prima missione di guerra compiuta da unità subacquee italiane e svoltasi nelle acque di Cattaro nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1915. L'11 Agosto 1915 partecipa alle operazioni per l'occupazione dell'isola di Pelagosa fornendo copertura alle unità impegnate nello sbarco. Nella missione compiuta tra il 16 e il 19 agosto dello stesso anno nelle acque di Cattaro, l'unità prima urta una mina che non esplode, successivamente evita un siluro di torpediniera austro-ungarica ed infine entra in collisione con il cacciatorpediniere Dardo nelle acque di Brindisi, riportando gravi danni che lo obbligheranno a entrare in bacino. Nel 1916 al comando del TV Pietro Tacchini, diviene unità capo squadriglia continuando a svolgere missioni offensive lungo le coste nemiche fino al 1917 quando viene trasferito a Taranto per il successivo disarmo. Durante il conflitto svolgerà 39 missioni offensive in acque nemiche e 34 missioni difensive totalizzando 1127 ore di moto in immersione e 1456 in superficie.
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Regio sommergibile Medusa (1°) Terret hostem medusa (Medusa spaventi il nemico) Cantiere: FIAT-San Giorgio, Spezia Impostazione: 25 maggio 1910 Varo: 30 luglio 1911 Consegnato: 1 giugno 1912 Affondato: 10 giugno 1915 Radiazione: 10 giugno 1915 attività operativa Dopo un lungo collaudo a Spezia, il Medusa entrerà a far parte della 1^ squadriglia nel 1913, operando dalla Maddalena dove svolgerà intensa attività addestrativa IL 1° Luglio 1914 tornò a Spezia dove venne adibita a difesa della base. Al comando del TV Alessandro Vitturi, nel Marzo 1915 il battello fu assegnato alla 1^ squadriglia con sede a Venezia. Durante il trasferimento si arenò a 200 m dallo scoglio di S. Clemente (AN) e disincagliato dalla stessa nave Liguria che lo aveva a rimorchio. Inviato ad operare in missioni offensive lungo le rotte commerciali dell'Austria - Ungheria e presso i canali di accesso dei porti nemici, il 10 giugno 1915 fu silurato dal sommergibile U11 (ex tedesco UB13) mentre stava rientrando a Venezia. Persero la vita 15 membri dell'equipaggio, compreso il comandante TV Vitturi, mentre si salvarono in 6 tra cui l'ufficiale in 2^ TV Giobatta Carnaglia. Il 19 Agosto 1956 il relitto è stato recuperato, i resti dei Caduti riposano al Sacrario Militare di Redipuglia mentre parte del relitto è esposta al museo storico navale di Venezia. Vedi anche i post al: LINK del C.te Red LINK del C.te Argo75 Bella e nitida immagine di un battello classe "Medusa" nel Cantiere FIAT-San Giorgio del Muggiano (da www.cittadellaspezia.com)
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Regio sommergibile Giacinto PULLINO Cantiere: Regio Arsenale, Spezia Impostazione: 02 giugno 1912 Varo: 21 luglio 1913 Servizio: 12 dicembre 1913 Affondato: 01 agosto 1916 Radiazione: 04 gennaio 1917 Attività operativa: Entrò in servizio al comando del TV A. Bonini ed in pace effettuò attività addestrativa alla Spezia e a Taranto. Durante la prima guerra mondiale fu dislocato a Venezia ed effettuò intensa attività offensiva nell'alto Adriatico al comando del TV C. De Donato e poi del TV Ubaldo degli Uberti. Il 4 luglio 1917 danneggiò il mercantile austriaco San Marco. Durante la sua 32^ missione, il 29 luglio 1916 mentre si trovava nelle acque del Quarnaro, andò ad incagliarsi sull'isolotto della Galiola. Risultati vani i tentativi di disincaglio, l'equipaggio tentò di allontanarsi su una lancia, ma fu catturato. A bordo del Pullino era imbarcato, con l'incarico di pilota l'irredentista istriano Nazario Sauro che riconosciuto fu condannato a morte mediante impiccagione. Il Pullino fu disincagliato dagli austriaci, ma durante il tentativo di rimorchio a Pola, affondò presso Capo Promontore. Fu quindi recuperato nel 1929 e demolito nel 1931. La perdita del Pullino (Estratto da: Franco Favre, LA MARINA NELLA GRANDE GUERRA, Udine, Gaspari Editore, 2008 - pagg.165-167) Il 4 luglio, una missione simile [penetrare più profondamente nel Quartarolo dove si era potuto accertare con la missione precedente del smg. Atropo (TV. Giotto Maraghini) la presenza di un traffico abbastanza intenso di unità mercantili] venne assegnata al Pullino (T.V. Ubaldo degli Uberti) che avrebbe dovuto penetrare nel Quarnaro e insidiare il traffico che si svolgeva all'interno delle isole. Partito da Venezia a mezzanotte giunse nella zona assegnata e verso le 08.00, a poche miglia dai moli di Fiume scorse un piroscafo a 2000 metri. Si portò all'attacco ma, probabilmente scoperto, non poté portarsi al lancio per il veloce allontanamento della nave. Proseguendo per Fiume incontrò il Nasazio, un piroscafo da 300 tonn., che attaccò senza fortuna per la contromanovra della nave. A poche centinaia di metri dell'imboccatura del porto attaccò una terza unità, il San Mauro, che colpì, asportandogli un'elica ma suscitando allo stesso tempo la reazione armata da bordo. Interruppe quindi l'azione, mentre 6 torpediniere e 3 idrovolanti si misero al suo inseguimento. Un'unità gli passò molto vicina, mentre immerso tentava il disimpegno, senza localizzarlo, ma la caccia continuò e solo dopo 18 ore in immersione poté finalmente emergere in prossimità di alcune unità amiche, inviate nell'area a soccorso. Il 30 luglio il Pullino si ripresentò, con a bordo il pilota Nazario Sauro, in prossimità delle coste nemiche col compito di attaccare i piroscafi nel porto di Fiume. Nell'attraversamento del canale tra lo scoglio di Galiola e l'isola di Unie alle 00.25 del 31 "ero sulla plancia e con me il sig. Coraggio, il pilota sig. Sauro e il marinaio Russo in vedetta attaccato al periscopio: eravamo tutti intenti a guardare di prora quando io ho creduto di vedere sulla dritta un'ombra biancastra come una cresta d'onda lontana o una scia di nave veloce. Senz'altro ho dato il comando di "ferma" mentre dicevo al sig. Coraggio: "Cosa sarà quella striscia bianca? La vedi? Subito dopo, mentre cercavo di accostare a sinistra manovrando personalmente il timone con la ruota di coperta che tenevo sempre ingranata per ogni evenienza, avveniva l'incaglio". Il battello aveva urtato lo scoglio che si trovava alla sua dritta. "Sono convinto che uno scarto di 100 metri ancora a ponente mi avrebbe evitato l'incaglio e lo scoglio non sarebbe stato neppure avvistato... ho cercato di disincagliarmi".: Quando ha cominciato a far giorno ho potuto convincermi che la mia situazione era tale da non dare alcuna speranza di poter disincagliare il battello con propri mezzi... Ho poi potuto vedere che sullo scoglio vi era una barca a vela e degli uomini dal lato di levante...allora ho visto un battello che si allontanava verso Unie. Tutti i documenti e le bandiere nazionali vennero distrutti. Mentre il personale cominciava a sbarcare sullo scoglio "il compianto sig. Sauro aveva deciso di allontanarsi da solo con il battello a remi. Troppo delicata era la sua posizione per non lasciargli ampia facoltà di regolarsi come meglio credeva, e mi sono limitato a dirgli francamente più volte la mia opinione contraria. Si è infatti allontanato dicendo: "in ogni modo qualunque cosa succeda non è certo la mia morte quella che potrà recar danno all'Italia; viva l'Italia". Eravamo d'accordo che in caso di cattura si sarebbe detto che egli era il signor Sambo Nicolò, ufficiale di passaggio a bordo per prendere pratica dei sommergibili". Il Comandante tentò col cannone da 57 di arrecare gravi danni al sommergibile [su nessuna pubblicazione conosciuta risulta presente un pezzo da 57 mm sul battello] prima di abbandonarlo, ma non riuscì nell'intento. Alle 07.30 dalla barca a vela su cui era salito col suo equipaggio avvistò un'unità nemica in prossimità di Capo Promotore, mentre da Sud-Est giunse un colpo di cannone partito da una torpediniera austriaca che li trasse in prigionia. "Mentre eravamo in navigazione mi è stato domandato dal Comandante della torpediniera se avevo a bordo altri ufficiali. Dal modo come è stata formulata la domanda ho potuto capire che il pilota era stato catturato ". Così era. Il pilota Sauro era stato catturato e imprigionato. Portato per un riconoscimento davanti alla madre e alla sorella che finsero di non riconoscerlo, ma ciò non bastò a salvargli la vita, venne infatti giustiziato alle ore 19.45 del 10 agosto 1916. Nazario Sauro è nel Pantheon dei Martiri per la causa italiana" Il primo agosto, subito dopo aver avuto notizie della sorte del Pullino da una intercettazione di un radiotelegramma austriaco, partì il sommergibile Salpa (T.V. Perricone) col compito di completare la distruzione del battello. Al suo arrivo nei pressi del luogo dell'incidente non trovò segni dell'unità in quanto la sera precedente tramite due pontoni gli austriaci l'avevano sollevata e, sostenuta da un'imbragatura, avevano tentato di trasportarla a Pola, cosa che non riuscì in quanto le cime del sostegno si ruppero e il Pullino affondò nuovamente. Di scorta ai pontoni erano state designate due torpediniere, la Magnet e la TB4, che, dopo l'insuccesso dell'operazione avevano lasciato i pontoni e, nella loro via verso Lussino si imbatterono sul Salpa. Immediatamente il sommergibile attaccò, lanciando contro il Magnet, che colpì, squarciandogli la poppa e causando 24 tra morti e dispersi e alcuni feriti. Sotto l'attacco del TB4 il sommergibile dovette immergersi e lasciare la zona. Il giorno successivo riuscì a raggiungere Venezia. Non certi della sorte del Pullino, sulla base di un' intercettazione di un radiogramma nemico, a fine mese (il 27) venne eseguita una ulteriore missione dal sommergibile Argo (T.V. Falangola). Giunto in zona, in effetti, trovò due pontoni in attività di recupero del relitto, pro-tetti da una torpediniera con la quale ingaggiò un combattimento che, per avaria ad un motore termico dovette interrompere e dirigere per il rientro. Dopo questo tentativo gli austriaci abbandonarono l'idea di recuperare il sommergibile. Link ad una interessante discussione sugli avvenimenti precedenti e successivi la cattura dell'eroe Nazaio Sauro http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=36898&p=364715 da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti