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Regio sommergibile R 5 Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 25 marzo 1943 Varo: Attività operativa Costruzione sospesa dopo l'armistizio con il battello pronto al 58%. Demolito sullo scalo nel 1944.
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Regio sommergibile R 4 Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 1 marzo 1943 Varo: 30 settembre 1946 Attività operativa Costruzione sospesa dopo l'armistizio con il battello pronto al 77%. Varato nel 1946 dalla Marina per liberare lo scalo e recuperare il materiale di costruzione.
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Regio sommergibile R 3 Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 1 marzo 1943 Varo: 7 settembre 1946 Attività operativa Costruzione sospesa dopo l'armistizio con il battello pronto al 77%. Varato nel 1946 dalla Marina per liberare lo scalo e recuperare il materiale di costruzione. Il relitto del sommergibile R. 3 a Taranto il 20 agosto 1947, coll. G. Parodi via www.naviearmatori.net
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Regio sommergibile REMO Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 5 settembre 1942 Varo: 28 marzo 1943 Consegnato: 19 giugno 1943 Affondato: 15 luglio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Al comando del tenente di vascello Salvatore Vassallo, verso mezzogiorno del 15 luglio salpò da Taranto per trasferirsi a Napoli. Alle ore 18.00, in navigazione circa 25 miglia a levante di Punta Alice (Golfo di Taranto), fu silurato ed affondato dal sommergibile britannico United. Perirono 55 dei 59 uomini d'equipaggio. altre informazioni a questi LINK1 LINK2 Taranto 28 marzo 1943. Due immagini successive, con dettaglio, dei momenti prima del varo, del sommergibile da trasporto Remo, dagli scali dei Cantieri Tosi (foto collezione di E. Bagnasco dall'articolo "Sommergibili da carico" di F. Prosperini da STORIA Militare n. 148 gennaio 2006). Il sommergibile Remo, durante il varo (foto collezione di E. Bagnasco dall'articolo "Sommergibili da carico" di F. Prosperini da STORIA Militare n. 148 gennaio 2006). Il sommergibile Remo, durante il varo (collezione E. Bagnasco via "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005). Il sommergibile Remo, subito dopo il varo (collezione di A. Turrini).
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Regio sommergibile ROMOLO Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 21 luglio 1942 Varo: 21 marzo 1943 Consegnato: 19 giugno 1943 Affondato: 18 luglio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Al comando del capitano di corvetta Alberto Crepas, lasciò Taranto il pomeriggio del giorno 17 luglio 1943 per trasferirsi a Napoli. Dopo la sua partenza non diede più sue notizie. Da fonte ufficiale si è appreso che alle ore 03,20 del 18 luglio l'unità fu attaccata da un aereo che la colpì a poppavia della torretta. Rimasto momentaneamente immobilizzato per circa una ventina di minuti, fu visto mentre navigava in superficie, a lento moto, lasciando dietro di sé una scia di nafta. Si presume che il Romolo sia in seguito affondato al largo della costa calabra dello Ionio non solo per le avarie riportate dall'attacco aereo ma per lo scoppio delle batterie o del deposito di munizioni. Non vi furono superstiti. La prora del Romolo sullo scalo, poco prima del varo (collezione A. Turrini da "Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italiani" di A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010). Di seguito immagini successive del varo del sommergibile Romolo a Taranto il 21 marzo 1943 (Foto A. Fraccaroli, collezione A. Turrini da "Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italiani" di A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010) (collezione A. Turrini da "Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italiani" di A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010)
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Regio sommergibile N 1 In undis per undas (Fra le onde, per i mari) Cantiere: Ansaldo, Sestri Ponente - Genova Impostazione: 1 marzo 1916 Varo: 6 settembre 1917 Consegnato : 20 luglio 1918 Radiazione: 1 ottobre 1930 Attività operativa Ultimati i collaudi il 20 luglio 1918 a Spezia, il giorno 27 raggiunse la base di Brindisi dove, al comando del tenente di vascello Francesco Cugia, l'unita effettuò due missioni offensive nelle acque di Durazzo. Dislocata a Valona, effettuò 11 uscite per agguati notturni alla boa di San Giovanni o fuori degli sbarramenti foranei, ed al termine del conflitto raggiunse la sede di Taranto. Nel 1921 l'uniti venne trasferita a Spezia dove operò in brevi crociere addestrative nel Tirreno ed alle manovre navali del 1925-1926. Nel gennaio-febbraio 1927 al comando del tenente di vascello Leone Riccardo Di Cela, operò a disposizione dell'Accademia Navale di Livorno per uscite con gli allievi. Il 1° ottobre 1930 l'unità fu posta in disarmo e radiata. Contributo fotografico del Com.te Alagi Due immagini dell'N1 che raffigurano il battello al varo. Coll. M. Brescia Coll. M. Brescia Il sommergibile N. 1 defila a lento moto, foto del 1918 (collezione. M. Brescia)
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Regio sommergibile LAFOLE' Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 30 giugno 1937 Varo: 10 aprile 1938 Consegnato : 13 agosto 1938 Affondato: 20 ottobre 1940 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Varato alla Spezia il 10 aprile 1938, dal 12 dicembre dello stesso anno passò alle dipendenze di Maricosom per il V Gruppo Sommergibili con base a Lero. All'inizio del conflitto l'unità, trasferita nel maggio 1940 a Tobruk, diede inizio all'attività bellica con una missione d'agguato al largo di Sollum e nelle acque prospicienti Tobruk. Rientrò in porto il 20 giugno senza aver avuto contatti col nemico. Dal 3 al 14 luglio operò, in collaborazione con altre unita subacquee, nel pattugliamento delle acque al centro della congiungente Gaudo-Derna, senza conseguire successi od avvistamenti ma rilevando, nei giorni 7 e 8, intensa caccia antisom da mettere in relazione con la presenza in mare delle forze britanniche per la protezione di un convoglio in partenza da Malta per Alessandria. Nel settembre l'unità, venne prevalentemente impiegata per agguati protettivi antisom nelle acque del Golfo cli Taranto. Il 10 ottobre, al comando del tenente di vascello Pietro Riccomini, si portò ad operare lungo la costa marocchina, nel tratto delimitato dai meridiani di Capo Quillames e di Capo Agua. Alle ore 11.00 del giorno 20 ottobre, stando in agguato 12 miglia a nord di Capo Tres Forcas, attaccò un cacciatorpediniere nemico facente parte di un gruppo di unità impiegate in ricerca sistematica antisom; individuato dopo il lancio, fu sottoposto ad una lunga caccia con lancio di bombe, l'esplosione delle quali determinò gravissime avarie a bordo tra cui la deformazione degli assi portaeliche, l'inutilizzazione dei motori elettrici e delle pompe di assetto ed alcune vie d'acqua che pregiudicarono l'assetto in immersione del battello il quale, nelle sette ore di caccia, si trovò più volte costretto ad affiorare. Alle ore 17.30 non poté più rimanere immerso. Durante l'affioramento, mentre l'ufficiale in seconda tenente di vascello Giuseppe Accardi, tentava di aprire lo sportello della torretta, il Lafolé venne speronato ed affondato, con la perdita di quasi tutto l'equipaggio Comandante compreso. L'ufficiale in seconda e 8 membri dell'equipaggio poterono salvarsi in quanto furono proiettati fuori al momento dell'impatto e vennero recuperati in mare dai cacciatorpediniere Gallant, Hotspur e Griffin, che concorsero all'affondamento del Lafolé. Complessivamente l'attività bellica del battello fu di 5 missioni operative per un totale di 3.343 miglia. Il sommergibile Lafolé in navigazione poco prima del conflitto, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999
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Regio sommergibile TEMBIEN Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 6 febbraio 1937 Varo: 6 febbraio 1938 Consegnato : 1 luglio 1938 Affondato: 2 agosto 1941 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Il battello passò dal 10 agosto 1938 alle dipendenze di Maricosom che lo dislocò a Lero nell'ambito del V Gruppo. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale l'unità venne impiegata in missioni offensive nel Mediterraneo centrale, prevalentemente in acque maltesi. Il 27 novembre 1940, al comando del tenente di vascello (poi capitano di corvetta) Guido Gozzi, mentre pattugliava le acque a ponente di Malta, avvistò a distanza ravvicinata una formazione navale britannica composta da tre unità militari di elevato dislocamento. Prontamente si portò all'attacco e, approfittando dell'oscurità, lanciò da una distanza cli circa 500 metri una coppiola di siluri, che non raggiunse il bersaglio. Si portò nuovamente all'attacco, lanciò da 1000 metri una seconda coppiola e si disimpegnò con rapida immersione. Dopo 45 secondi dal lancio, si udì da bordo una violenta esplosione attribuita allo scoppio di un'arma della seconda coppiola, ma il risultato non poté essere accertato. Da fonte britannica non risultano essere state colpite unità navali. L'8 gennaio 1941, al largo di Bardia, il Tembien avvistò un grande piroscafo contro il quale lanciò in successione tre coppiole di siluri, che non colpirono il bersaglio per l'irregolare corsa delle armi. Nella notte del 29 giugno 1941 avvistò un cacciatorpediniere che navigava a lento moto, contro il quale lanciò, da una distanza inferiore ai 600 metri, due siluri con i tubi poppieri. Avvistato da un altro cacciatorpediniere, fu fatto oggetto di un tentativo di speronamento, sventato dalla rapida manovra di immersione. Dalla documentazione britannica si è potuto apprendere che la sera del 29 giugno, 100 miglia ad est di Tobruch, il cacciatorpediniere australiano Waterhen, di 1100 t, venne gravemente danneggiato da una bomba d'aereo e quindi abbandonato dal suo equipaggio. Il cacciatorpediniere britannico Defender, che aveva preso a bordo l'equipaggio del Waterhen, tentò il rimorchio dell'unità sezionaria e mentre si apprestava ad effettuare l'operazione avvistò un sommergibile contro il quale aprì il fuoco e diresse per speronarlo. La causa dell'affondamento del Waterhen fu attribuita all'allagamento dei locali caldaie e non si può escludere che tale allagamento, che determinò prima il capovolgimento e poi l'affondamento, possa essere attribuito proprio ad un siluro del Tembien. Partito da Augusta il 31 luglio 1941 per una missione di agguato, in catena con altre unità subacquee, a ponente di Malta per l'intercettazione di forze navali nemiche in transito nel Canale di Sicilia, il Tembien non diede più sue notizie. Da fonte ufficiale britannica si è appreso che nelle prime ore del 2 agosto l'incrociatore britannico Hermione, navigando alla velocità di 28 nodi, speronò ed affondò un sommergibile, che lo aveva attaccato, nelle acque ad ovest di Malta. Nell'azione l'incrociatore rimase leggermente danneggiato a prora. Non è stato possibile ricostruire più particolareggiatamente l'azione condotta dal Tembien in quanto nessuno dei 42 membri dell'equipaggio è sopravvissuto. Complessivamente l'attività in guerra fu di 10 missioni offensive e 6 di trasferimento tra porti nazionali: furono percorse complessivamente 11.687 miglia. Il sommergibile Tembien nel 1941, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999
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Regio sommergibile Alessandro MALASPINA Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 1 marzo 1939 Varo: 18 febbraio 1940 Consegnato : 20 giugno 1940 Affondato : (??) settembre 1941 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Al comando del capitano di fregata Mario Leoni, salpò dalla Spezia per Bordeaux, ed il giorno 3 agosto 1940 attraversò lo Stretto di Gibilterra con navigazione in superficie. Avvistato da un cacciatorpediniere britannico e costretto a rapida immersione, a causa di un'avaria ai timoni orizzontali prodieri precipitò ad una quota di 152 metri (lo scafo era stato collaudato per una profondità massima di 100 metri). Riuscita la manovra di stabilizzazione e riportata in assetto, l'unita proseguì la navigazione portandosi ad operare nelle acque delle Azzorre, dove il 12 agosto affondò la petroliera britannica British Fame, di 9.406 tonnellate, e il 19 attaccò un mercantile, con esito incerto. Il 9 ottobre, da Bordeaux, il Malaspina operò delle acque a ponente della Scozia e nella notte fra il 20 ed il 21 ottobre attaccò con siluro e cannone un grande piroscafo, danneggiandolo e perdendolo poi di vista per la superiore velocità tenuta dallo stesso. Dopo aver effettuato altri tre tentativi di attacco a unità diverse, rientrò alla base nel pomeriggio del 9 novembre. Il 23 aprile 1941 il Malaspina raggiunse la zona di operazioni al comando del tenente di vascello Giuliano Prini; poco prima del tramonto del 3 maggio avvistò il piroscafo passeggeri britannico Lycaon, contro il quale lanciò un siluro, senza colpire il bersaglio. Il 15 maggio, mentre si portava all'attacco di un convoglio costituito da una ventina di navi fortemente scortate, fu fatto oggetto di un attacco aereo che lo costrinse ad immergersi, e quindi della caccia di tre cacciatorpediniere, che lanciarono vari gruppi di bombe e che per ben nove ore sottoposero l'unità ad una dura prova. Il 19 maggio, in navigazione di rientro alla base, a circa 100 miglia dall'imboccatura della Gironda, venne nuovamente attaccato da quattro aerei, con il lancio di cinque bombe, tutte fortunatamente esplose lontano dal battello. In una missione di attacco a convogli avvistati dalla ricognizione aerea tedesca a ponente di Gibilterra, il Malaspina, salpato il 27 giugno da Bordeaux, nella notte fra il 14 e il 15 luglio affondò col siluro il piroscafo da carico greco Nicoklis di 3.576 tonnellate, e nella notte del 17 affondò col siluro la nave britannica Guelma, di 4.402 tsl. Il 24 attaccò tre unità del convoglio, senza colpirle. Il Malaspina rientrò alla base il 30 luglio 1941. Nuovamente in mare il 7 settembre, diresse per la zona a ponente dello Stretto di Gibilterra, lungo le coste iberiche. Dopo la partenza non diede più notizie. Fu avanzata l'ipotesi che l'unità sia stata affondata dal cacciatorpediniere Vimy alle ore 21.15 del 21 settembre, in una posizione che, secondo gli ordini emanati da Betasom al Malaspina, non corrisponde con quella in cui esso avrebbe dovuto trovarsi (cioè 180 miglia più a levante). Non vi furono superstiti. Il Malaspina in navigazione con il Gran Pavese a riva, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 Il sommergibile Malaspina ormeggiato ad una delle banchine di Betasom poco dopo il suo arrivo a Bordeaux il 4 settembre 1940, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier
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Regio sommergibile DURBO Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 8 marzo 1937 Varo: 6 marzo 1938 Consegnato : 1 luglio 1938 Affondato: 18 ottobre 1940 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Il 10 agosto 1938 l'unità passò alle dipendenze di Maricosom e, dopo una crociera addestrativa, fu dislocata a Lero. All'inizio delle ostilità il Durbo fu inviato in esplorazione offensiva nel Golfo di Hammamet ed il mattino del 16 giugno 1940 l'unità, al comando del tenente di vascello Armando Acanfora, avvistò 44 miglia a sudovest di Pantelleria un'unità leggera contro la quale lanciò una coppiola di siluri. Fu udita una forte esplosione, ma le condizioni del mare non permisero di accertare l'esito dell'azione. Dopo altri agguati nelle acque di Pantelleria, il 9 ottobre 1940 il Durbo salpò da Messina per una missione di agguato a levante di Gibilterra, in una zona di mare delimitata dai meridiani di Malaga e di Almeria. Il mattino del 18, alle ore 10 circa, il sommergibile fu localizzato da un ricognitore e segnalato ad una unità di pattugliamento antisom. Fu sottoposto a dura caccia con lancio di bombe il cui scoppio provocò alcune avarie. Nel pomeriggio intervenne nell'azione una seconda unità di superficie e la precisione e la violenza degli attacchi determinarono ulteriori gravi avarie, per cui alle ore 21.30 circa, dopo oltre 11 ore di continui attacchi, esaurita ogni riserva d'aria, il Durbo fu costretto ad emergere. Impossibilitato ad usare il cannone, reso inefficiente dagli scoppi delle bombe di profondità, il sommergibile venne autoaffondato ed i cacciatorpediniere britannici Firedrake e Wrestler provvidero al recupero dei 46 membri dell'equipaggio. L'attività bellica del Durbo fu di 5 missioni offensive e di una di trasferimento per un totale di miglia percorse pari a 3.574.
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Regio sommergibile Luigi TORELLI (poi tedesco U.IT. 25 e giapponese I 504) Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 15 febbraio 1939 Varo: 6 gennaio 1940 Consegnato : 15 maggio 1940 Affondato : (??) maggio 1945 Radiazione: 27 febbraio 1947 Attività operativa In servizio dal 22 luglio 1940, fu assegnato al II Gruppo Sommergibili (Napoli); rimase, tuttavia alla Spezia, da dove, il 31 agosto salpò, al comando del capitano di fregata Aldo Cocchia, per la base atlantica di Bordeaux. L'8 settembre violò lo Stretto di Gibilterra ed il 5 ottobre attraccò a Bordeaux, dopo essere rimasto in agguato per 19 giorni nelle acque delle Azzorre, e aver attaccato, senza esito, due navi mercantili, una delle quali neutrali. Agli ordini del capitano di fregata Primo Longobardo, il Torelli si portò ad operare, dal 12 al 21 novembre, nelle acque a nord dell'Irlanda, ma fu costretto ad interrompere la missione per gravi inconvenienti ai motori elettrici. Rientrò alla base il giorno 26. Ripreso il mare il 9 gennaio 1941, il giorno 15 affondò il piroscafo greco Nemea 5.101 tsl e il norvegese Brask 4.079 tsl: il 16, il greco Nicolaos Filinis 3.111 tsl: il 28, il britannico Urla 5.198 tls. Rientrò a Bordeaux il 4 febbraio, dopo aver subìto caccia, con il lancio di 18 bombe di profondità, da parte di tre cacciatorpediniere britannici. Durante una sosta a Betasom, le dimensioni della torretta del battello furono ridotte. Al comando del tenente di vascello Antonio De Giacomo, il Torelli partecipò, con altri sommergibili, a operazioni contro i convogli del nord Atlantico e a est di Gibilterra; il 21 luglio mandò a fondo la petroliera norvegese Ida Knudsen, di 8.913 tsl. Nel settembre, mentre seguiva un convoglio, fu attaccato da un cacciasommergibili e dal cacciatorpediniere Vimy. Venne sottoposto a fuoco d'artiglieria e al lancio di una trentina di bombe, che lo danneggiarono in modo grave, così da costringerlo a rientrare. Ancora al comando di De Giacomo, promosso capitano di corvetta, affondò il piroscafo Scottish Star 7.224 tsl e la cisterna Esso Copenhagen di 9.245 tsl (20 e 25 febbraio 1942). L'11 marzo il Torelli attaccò col siluro, ma senza successo, la petroliera britannica Dran. Dopo un lungo periodo di lavori, il 2 giugno 1942 l'unità salpò da La Pallice, al comando del tenente di vascello Augusto Migliorini, per portarsi ad operare al largo di San Salvador (Bahamas). Mentre, di notte, navigava nel Golfo di Biscaglia, fu attaccata da un aereo provvisto di radar. L'attaccante era un "Wellington" che illuminò l'unità con il proiettore, ne mitragliò la torretta e la colpì con bombe. Fu questo il primo attacco aereo notturno subito da un battello di Betasom. Per evitarne l'affondamento, il comandante portò il Torelli ad incagliarsi sulla costa spagnola; quindi, con l'ausilio di rimorchiatori spagnoli, entrò nel porto di Aviles, dove fu sottoposto a sommarie riparazioni che lo misero in condizione di poter riprendere il mare e navigare solo in superficie. Ripresa la rotta per il rientro a Bordeaux, l'unità, giunta all'altezza di San Vincenzo, fu attaccata da due aerei "Sunderland"; non potendo sfuggire all'attacco con l'immersione, reagì con le armi di bordo danneggiando un aereo ma subendo ulteriori gravi danni, tanto da dover essere portata nuovamente ad arenarsi nella baia spagnola di Santander. Rimesso in condizioni di riprendere il mare, il Torelli poté rientrare alla base dove, posto immediatamente in bacino, dopo un lungo periodo di lavori venne rimesso in piena efficienza. Il 16 marzo 1943, nel corso di un attacco aereo, furono feriti il Comandante (di nuovo De Giacomo) e altri ufficiali, e uccisi due graduati; un aereo fu abbattuto e un altro incendiato dal tiro di bordo. Nella primavera del 1943 il Torelli fu trasformato in sommergibile da trasporto per materiali pregiati. Il 16 giugno lasciò Betasom, al comando del tenente di vascello Enrico Gropallo, con un carico di mercurio, acciaio speciale, armi e munizioni, e arrivò a Sabang il 16 agosto, e il 31 a Singapore, dove, il 10 settembre, fu catturato dai Giapponesi. Ceduto alla Marina tedesca e denominato U.IT. 25, fu ripreso dai Giapponesi il 10 maggio 1945 e chiamato I 504. Era a Kobe quando il Giappone si arrese; fu demolito nel 1946. Collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Due immagini del sommergibile Luigi TORELLI a La Spezia subito dopo il varo, collezione M. Risolo Il Torelli al suo arrivo a Bordeaux il 5 ottobre 1940, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Bordeaux il 5 ottobre 1940, dettaglio a centronave del Torelli, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Il Torelli, all'ormeggio nel bacino a livello costante di Betasom, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier 7 giugno 1942, il sommergibile Torelli in secco su un bassofondo della rada di Santander, in Spagna, dove è stato costretto a dirigersi per evitare l'affondamento dopo essere stato pesantemente danneggiato da diversi attacchi aerei nel Golfo di Guascogna, foto I.W.M. da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Dettaglio delle fasi successive di soccorso del battello da parte delle autorità spagnole, dopo l'azione di cui all'immagine precedente, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Un particolare dello scafo del Torelli in bacino di carenaggio a Santander l'8 giugno 1942 con i danni subiti nell'attacco e successivo incaglio del battello, foto S. Rizzo da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Naufraghi della nave corsara tedesca Atlantis sul ponte del Torelli al rientro dalla missione di salvataggio
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Regio sommergibile SCIRE' Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 30 gennaio 1937 Varo: 6 gennaio 1938 Consegnato : 25 aprile 1938 Affondato: 10 agosto 1942 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Il battello fino all'inizio del secondo conflitto mondiale operò in crociere addestrative nel Mediterraneo. Anche questo battello, come tutti quelli della serie, venne immediatamente impiegato allo scoppio della seconda guerra mondiale. La sera del 10 luglio 1940, al largo dell'Asinara, l'unità, al comando del tenente di vascello Adriano Pini, avvistò un piroscafo armato contro il quale lanciò un siluro che colpì il bersaglio al centro, provocandone l'immediato affondamento. Si trattava del piroscafo francese Cheik lo Sciré trasse in salvo i superstiti. Nell'estate del 1940 il battello venne modificato in modo da poter trasportare mezzi d'assalto ed il 24 settembre, al comando del capitano di corvetta Junio Valerio Borghese, salpò dalla Spezia per la sua prima missione speciale, da compiere a Gibilterra. La sera del 29, giunto nello stretto, lo Sciré ricevette ordine da Supermarina di sospendere la missione e di rientrare alla base in quanto le unità maggiori della Forza "H" di Gibilterra avevano lasciato il Mediterraneo per operare in Atlantico. L'azione venne ripetuta nell'ottobre del 1940. Il mattino del 21, con a bordo gli operatori e tre S.L.C., l'unità salpò dalla Spezia e diresse sullo stretto, giungendovi nelle prime ore del giorno 27. Nei giorni 27, 28 e 29 lo Sciré, per sfuggire alla ricerca sistematica da parte di unità siluranti di superficie britanniche, manovrò cautamente nelle acque dello stretto fra Punta Almina, Punta Tarifa e Punta Europa e si portò nella baia di Tolmo da dove, navigando a quota periscopica, si portò ad Algeciras, posandosi sul fondo a circa 350 metri dalla costa e dando inizio alla operazione di fuoriuscita dei mezzi e degli operatori, che si concluse alle ore 02.39. Alle ore 03.01 del 30 cominciò ad allontanarsi dalla rada dirigendo per il rientro alla base, dove arrivò il 3 novembre. Immessa in bacino per un turno di lavori di normale manutenzione, l'unità rientrò in attività il 26 gennaio ed operò, nei giorni 3 e 4 febbraio, in una missione di pattugliamento nel Golfo di Genova. La sera del 15 maggio 1941 lasciò La Spezia per effettuare la sua terza missione di trasporto incursori subacquei. Il 23, nella serata, entrò nel porto di Cadice, dopo aver attraversato nella giornata del 22 lo Stretto, e si affiancò alla motocisterna Fulgor, internata in quel porto dall'inizio del confitto e funzionante con la benevole copertura delle autorità spagnole come nave di appoggio per i sommergibili italiani operanti in Atlantico. Compiuta nella notte sul 24 l'operazione di trasbordo di operatori e mezzi, lo Sciré diresse su Gibilterra, riattraversando sempre in immersione lo stretto nella giornata del 26, penetrando nella rada di Algeciras e posandosi sul fondo a circa 300 metri dalla costa. Alle 23.20 dello stesso giorno diede inizio alla fuoriuscita degli operatori ed alle ore 00.37 alla navigazione di rientro. Nel pomeriggio del giorno 31 l'unità attraccò alla Spezia. Al comando del capitano di corvetta Borghese lo Sciré, la sera del 10 settembre 1941, partì dalla Spezia per una nuova missione su Gibilterra, la quarta condotta dall'unità, e diresse nuovamente su Cadice dove, nella notte del 17, imbarcò gli operatori dalla motocisterna Fulgor. Nella notte sul 18 diresse per il riattraversamento dello stretto, compiuto senza incidenti nella giornata del 19, e giunse la sera all'ingresso della baia di Algeciras. Il punto di fuoriuscita degli operatori fu ancora quello della precedente missione. Alle ore 01.10 del 20, terminate le operazioni di messa a mare dei mezzi, lo Sciré diresse per la base di partenza, dove giunse nella notte del 6 settembre 1941. Anche l'azione dei mezzi ebbe esito favorevole e culminò con l'affondamento della cisterna Fiona Shell, della motonave Durham e della cisterna militare Derbydale, per complessive 30.000 tsl. La quinta missione di trasporto operatori iniziò il 3 dicembre 1941 e fu diretta contro la base di Alessandria. Nella notte tra il 18 e il 19 dicembre l'unità, dopo una navigazione occulta, si posò su un fondale a soli 750 metri da un campo minato posto a protezione del porto. I tre equipaggi, composti dal tenente di vascello Luigi Durand de la Penne con il palombaro Bianchi, dal capitano del Genio Navale Antonio Marceglia con il palombaro Spartaco Schergat, e dal capitano delle Armi Navali Vincenzo Martellotta con il palombaro Mario Marino, lasciarono il sommergibile ed attaccarono le navi. La storia di questa missione è nota: vennero affondate le navi da battaglia Valiant e Queen Elizabeth e la cisterna Sagona, e venne gravemente danneggiato il cacciatorpediniere Jervis. Il 27 luglio 1942, al comando del capitano di corvetta Bruno Zelick, lo Sciré partì dalla Spezia diretto a Lero, dove giunse il 2 agosto. Imbarcati gli incursori, il mattino del 6 agosto lasciò la base per trasportare i mezzi d'assalto che dovevano effettuare un'azione di forzamento del porto di Haifa, previsto per la notte sull'11. A tale scopo aveva a bordo dieci incursori. Il sommergibile, data la particolare segretezza della sua missione, non doveva dare sue notizie se non sulla via del ritorno; siccome lo Sciré non rientrò alla base non si ebbero precise informazioni sulla sua fine. Risultò soltanto che, verso le ore 10.15 del 10, un sommergibile fu avvistato da unità britanniche nel punto di latitudine 33°11' N e longitudine 34°55' E e fu stimato che dovesse trattarsi dello Sciré. Dopo l'armistizio, da fonte ufficiale britannica è stato appreso che il sommergibile fu affondato dalla vedetta antisom Islay, dopo che fu costretto a venire in superficie per il lancio di bombe avvenuto sul punto di individuazione con l'ecogoniometro. Nell'affondamento perirono tutti i membri dell'equipaggio, composto da 7 ufficiali, 15 sottufficiali e 27 tra sottocapi e comuni, nonché 11 operatori della X Flottiglia M.A.S. imbarcati per l'operazione. Lo Sciré aveva compiuto 14 missioni di guerra e percorso 15.865 miglia. Allo stendardo del sommergibile venne concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare. il relitto link all'immersione sullo Scirè (immagini del relitto) LINK alla storia e al recupero i cimeli riportati in Italia la mitragliera a Pistoia curiosità e testimonianze i cimeli del nonno del nostro c.te Gladiatore LINK Sergio Nesi ha scritto un ottimo libro sullo Scirè :LINK Marino PERISSINOTTO ha invece curato il diario di una persona imbarcata LINK Il momento del varo del sommergibile Sciré, da "I sommergibili classe 600 serie ADUA" di A. Turrini - RID-Rivista Italiana Difesa marzo 1986 Nel mese di Agosto del 1995 il Notiziario della Marina dedicava un'articolo commemorativo sulla scomparsa del sommergibile Scirè, avvenuto il 10 agosto 1942; si riportano integralmente il breve articolo sull'affondamento e l'elenco del personale che si è immolato.
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Regio sommergibile Michele BIANCHI Cantiere: O.T.O., La Spezia Impostazione: 15 febbraio 1939 Varo: 3 dicembre 1939 Consegnato : 15 aprile 1940 Affondato : 5 luglio 1941 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Al comando del capitano di corvetta Adalberto Giovannini, l'unità salpò dalla Spezia il 27 ottobre 1940, diretta in Atlantico; giunta nella notte del 3 novembre a poche miglia a levante di Punta Almina, entrò in immersione nello Stretto di Gibilterra. Nella fase di attraversamento fu sottoposta a caccia, con il lancio di cinque bombe, la cui esplosione non provocò danni; a causa della violenza della corrente ebbe difficoltà di assetto, precipitando più volte a quote variabili, fino anche a 142 metri, finché riemerse, alle ore 15.55. Vistosi scoperto da unità antisom britanniche e con diverse avarie a bordo il comandante Giovannini si vide costretto a rifugiarsi nel porto neutrale di Tangeri. Riparate le avarie più importanti, nella notte fra il 12 e il 13 dicembre, eluse la vigilanza nemica e diresse su Bordeaux, dove giunse il 18 dicembre. Il Bianchi salpò da Bordeaux il 5 febbraio 1941 ed arrivò nella zona assegnata il giorno 14; poco dopo avvistò nell'oscurità notturna il piroscafo britannico Belcrest, di 4.517 tonnellate, e lo affondò con due siluri. Il 23 silurò, danneggiandolo, il piroscafo Manistee, requisito dalla Royal Navy, che fu affondato il giorno successivo dal sommergibile tedesco U 107. Il giorno 24 lanciò tre siluri contro il piroscafo britannico Linaria, da 3.885 tsl, con esito negativo. Nella navigazione di rientro a Bordeaux nelle prime ore del giorno 27 attaccò il piroscafo britannico Empire Ability, con esito incerto e quindi affondò il piroscafo britannico Boltiston, di 6.803 tsl, e si disimpegnò dalla caccia di un incrociatore ausiliario. Rientrò a Bordeaux il 4 marzo. Nell'aprile, al comando del capitano di corvetta Franco Tosoni Pittoni, effettuò un'altra missione, conclusasi con l'avvistamento di un convoglio che fu poi attaccato da altre unità, in quanto il battello fu sottoposto a serrata caccia con il lancio di 80 bombe di profondità, le cui esplosioni causarono solo lievi avarie a bordo. Rientrò alla base il 30 maggio 1941. Il 4 luglio riprese il mare per una nuova missione contro il traffico nemico al largo di Gibilterra e delle Canarie. Non diede più sue notizie. Da fonte britannica risulta che l'unità fu affondata il 5 luglio 1941 dal sommergibile Tigris, sulla rotta di uscita da Bordeaux. Il sommergibile Bianchi subito dopo il varo, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Il sommergibile Michele Bianchi durante l'allestimento, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999 Il Bianchi all'ormeggio a Tangeri nel novembre 1940. Il battello durante l'attraversamento dello stretto di Gibilterra era stato costretto a rifugiarsi in quel porto per sfuggire alla caccia di unità antisom britanniche. Dopo aver riparato le diverse avarie, riuscirà a sfuggire alla vigilanza delle navi inglesi ed a raggiungere Bordeaux il 18 dicembre 1940, Fototeca USMM da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Il comandante Giovannini dal Bianchi saluta l'ammiraglio Parona ed il comandante Cocchia a BETASOM il 4 marzo 1941, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier Il Bianchi lascia Bordeaux il 4 luglio 1941, andrà perduto senza superstiti il 7 agosto successivo per siluramento da parte del sommergibile britannico Severn, Fototeca USMM da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier
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Regio sommergibile ASCIANGHI Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 20 gennaio 1937 Varo: 5 dicembre 1937 Consegnato : 25 marzo 1938 Affondato: 23 luglio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Il 28 marzo 1938, passò alle dipendenze di Maricosom, assegnato alla base di Lero. All'inizio del conflitto l'unità, al comando del tenente di vascello Ugo Gelli si trovava dislocata a Cagliari. Nella terza decade di giugno fu inviata ad operare nella zona di mare compresa tra Capo Sant'Antonio e l'Isola di Formentera. Nella notte del 22 avvistò un grande piroscafo armato contro il quale lanciò quattro siluri, con esito negativo a causa delle proibitive condizioni del mare. Proseguì l'attacco col cannone, mettendo a segno alcuni colpi; ma l'azione dovette essere interrotta per la violenta e precisa reazione del piroscafo (ultime info in merito all'attaco del 22 giugno 1940 reperite tramite GMAndrea al link di seguito http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=46096&p=498916 ) Il 21 settembre 1941, al largo di Beirut, al comando del tenente di vascello Olinto Di Serio, intercettò la petroliera Antar di 309 tonnellate, contro la quale lanciò tre coppiole di siluri; dopo aver dato tempo all'equipaggio di porsi in salvo sulle scialuppe, la finì col cannone. Il 15 novembre 1942, mentre l'unità si trovava in missione nella baia di Bougie, al comando del tenente di vascello Rino Erler, avvistò alle ore 03.39, in uscita dal porto, una formazione di tre unità da guerra che, apprezzò essere un incrociatore scortato da due cacciatorpediniere. Il primo lancio di due siluri non andò a segno, mentre il lancio di altri due siluri colpì il bersaglio, che risultò poi essere il dragamine veloce di squadra Algerine, di 1040 t. Questa nave, colpita a proravia della plancia, rapidamente affondò. L'Ascianghi si disimpegnò in immersione. Nel novembre 1942 trasportò a Tobruk 18 t di munizioni. Partita da Napoli il 18 luglio 1943 per portarsi ad operare in agguato circa 30 miglia a sudest di Augusta, il 23 luglio, l'unità, al comando del sottotenente di vascello Mario Fiorini, avvistò una formazione navale nemica composta da incrociatori e cacciatorpediniere. Da distanza ravvicinata lanciò due siluri in rapida successione, ma venne immediatamente sottoposto a violenta caccia col lancio di numerose bombe da getto la cui esplosione determinò gravi avarie allo scafo con infiltrazioni d'acqua nella zona poppiera. L'Ascianghi fu costretto ad emergere, deciso però a proseguire il combattimento in superficie; ma appena emerso fu subito centrato dalle artiglierie dei cacciatorpediniere britannici Laforey ed Eclipse che provocarono gravi perdite fra l'equipaggio ed ulteriori avarie al sommergibile, che affondò di poppa circa 10 miglia al largo di Augusta. Nell'azione trovarono la morte 23 uomini; i superstiti furono raccolti dai cacciatorpediniere. L'attacco condotto dall'Ascianghi fu diretto contro l'incrociatore britannico Newfoundland di 8.000 t, che fu gravemente danneggiato. Complessivamente il battello aveva compiuto 25 missioni offensive, 24 operative di trasferimento tra porti ed una di trasporto munizioni a Tobruk, e percorso 28.923 miglia. Dicembre 1942. La falsa torre del sommergibile Ascianghi, con un'ironica scritta che fa riferimento alla missione appena eseguita nella baia di Bougiee. Al comando del T.V. Rino Erler, il 15 novembre 1942 I'Ascianghi attacca una formazione navale e affonda il dragamine d'altura HMS Algerine. da "Sommergibili in guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - 1994
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Regio sommergibile Leonardo DA VINCI (1°) Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 19 settembre 1938 Varo: 16 settembre 1939 Consegnato : 8 marzo 1940 Affondato : 23 maggio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Entrato in servizio viene assegnato alla 22^ squadriglia del 2° Gruppo, di base a Napoli, da dove salperà per le prime missioni di guerra. All'inizio del secondo conflitto mondiale, dopo breve attività in Mediterraneo, venne approntato per il trasferimento a Bordeaux; salpato da Napoli il 22 settembre, attraversò in immersione lo Stretto di Gibilterra il giorno 27 ed in Atlantico operò poi per circa un mese durante il quale, pur effettuando avvistamenti ed attacchi ad unità militari e mercantili, subendo anche dura caccia, non conseguì risultati positivi. Il 31 ottobre l'unità attraccò a Bordeaux. Nel dicembre 1940 e nell'aprile 1941 il da Vinci effettuò due missioni, della durata di circa un mese ciascuna, senza conseguire affondamenti. Il primo successo fu colto dal capitano di corvetta Ferdinando Calda il 18 giugno 1941, con l'affondamento della petroliera britannica Auris 8.030 tsl; nella restante parte dell'anno le missioni risultarono infruttuose. Dal febbraio al novembre 1942 l'unità svolse la propria attività prevalentemente al largo delle coste americane, dove l'azione delle tre missioni svolte dal da Vinci (capitano di corvetta Luigi Longanesi Cattani fino al 10 agosto 1942; poi tenente di vascello Gianfranco Gazzana Priaroggia) comportarono l'affondamento di nove unità mercantili per 49.683 tsl, ed il sicuro danneggiamento di altre due, per ulteriori 18.000 tsl. Il giorno 25 febbraio, infatti nella zona delle Antille, il battello silurò, affondandolo, il piroscafo brasiliano Cabedelo, di 8.000 tsl, navigante senza bandiera. Il 28 febbraio, alle ore 01.43, attaccò il piroscafo estone Everasina, di 3.644 tsl e, dopo quattro lanci nulli per difettoso funzionamento dei siluri, alle ore 10.40 circa, impiegando i siluri di riserva, effettuò un nuovo duplice lancio; le due armi colpirono il bersaglio, una sotto la plancia e l'altra in corrispondenza del fumaiolo. Seguì un tiro centrato col cannone. Alle ore 11.30, un nuovo lancio di siluro provocò l'affondamento del piroscafo. Durante la crociera dal 9 maggio al 1° luglio, operando al largo della costa liberiana, il da Vinci, alle ore 06.55 del 2 giugno, affondò, con due siluri, lo schooner panamense Reine Marie Stewart, di 1.087 tsl, dopo averlo prima sottoposto a visita. Il giorno 7, con il lancio di quattro siluri affondò la motonave britannica (già danese) Chile, di 6.956 tsl, isolata, ed il giorno 10, al tramonto, attaccò ed affondò con siluro e col cannone la motonave armata statunitense Alioth, di 5.483 tsl. L'azione del da Vinci, che si concretizzò con l'affondamento di questa unità, fu particolarmente travagliata e consistette inizialmente nel lancio di un primo siluro, che non colpì per l'accostata del bersaglio: l'attacco venne ripetuto con il lancio di una coppiola di siluri, che passarono di prora alla motonave. Alle ore 01.49 dell'11 il da Vinci ripeté l'attacco e l'arma colpì a poppa, ma solo al quinto lancio di siluro riuscì a fermare l'unita, che venne definitivamente affondata col cannone. Il mattino del 13 giugno il da Vinci attaccò il piroscafo da carico britannico Clan Mac Quarrie, di 6.471 tsl che, colpito da un siluro, venne affondato a colpi di cannone. Il giorno 20 l'unità rifornì con 11 t di nafta il Finzi, ed il 1° luglio entrò a Bordeaux. Nuovamente in missione dal 7 ottobre al 10 dicembre 1942, al comando del tenente di vascello Gianfranco Gazzana Priaroggia, l'unità, operando prima a circa 400 miglia da Capo San Rocco e poi a levante di Recife, conseguì l'affondamento di quattro mercantili ed il danneggiamento di un quinto. Il 2 novembre il da Vinci silurò ed affondò il piroscafo britannico Empire Zeal, di 7.009 tsl; il giorno successivo attaccò il piroscafo armato statunitense Franz Hals, di 7.176 tsl, che reagì all'attacco col nutrito fuoco delle sue armi di bordo, colpendo il da Vinci e riuscendo ad allontanarsi, apparentemente senza danni. Il giorno 4 novembre attaccò il piroscafo greco Andreas, di 6.566 tsl. il quale, ripetutamente colpito dalle artiglierie e da due siluri, affondò alle ore 00.17 del giorno 5. Nell'azione il da Vinci sparò dodici colpi di cannone e 90 di mitragliera. Il 10 affondò, nelle acque del Brasile, la motonave armata britannica Marcus Whitman, di 7176 tsl, mentre il giorno 13 attaccò il piroscafo olandese Veerbaven, di 5.291 tsl, che venne affondato a cannonate essendo esaurita la scorta dei siluri. L'unità rientrò a Bordeaux il 6 dicembre, dopo una crociera di 60 giorni, durante la quale percorse 9.442 miglia e affondò 26.042 t di naviglio avversario. Ultimata positivamente a Bordeaux una fase sperimentale per il trasporto ed il recupero del sommergibile tascabile CA 2, destinato ad operare nel porto di New York, il 20 febbraio 1943 il da Vinci diede corso alla sua dodicesima ed ultima missione atlantica, che gli avrebbe assicurato, alla fine, tre primati nell'ambito dell'arma subacquea italiana: maggior tonnellaggio affondato in una singola missione (58.973 tsl): maggior tonnellaggio mercantile complessivamente affondato (116.686 tsl); unità mercantile di maggior tonnellaggio affondata (cioè il piroscafo passeggeri britannico Empress of Canada). In questa dodicesima missione, che si svolse prevalentemente nelle acque dell'Oceano Indiano, al largo di Durban (Sud Africa), il da Vinci affondò sei unità mercantili: il 14 marzo, il già citato Empress of Canada: il 19, il piroscafo britannico Lulworth Hill, affondato con due siluri circa 700 miglia ad occidente di Benguela (Angola); il 17 aprile, a circa 170 miglia da Durban, il piroscafo armato olandese Senbilan, di 6.566 tsl; il 18 il piroscafo britannico Manaar, di 8.007 tsl, proveniente dall'India e diretto a Durban; il giorno 21, la motonave statunitense John Drayton, di 7.177 tsl; il 25 aprile, 180 miglia a sud di Port Elizabeth, la petroliera britannica Doryssa, di 8078 tsl. Per tali successi, il tenente di vascello Gianfranco Gazzana Priaroggia, Comandante del da Vinci venne promosso capitano di corvetta per merito di guerra. Ma sulla via di ritorno, quando l'unità si trovava circa 300 miglia a ponente di Vigo, prossima ormai alla base, venutasi a trovare improvvisamente a contatto con i convogli "WS. 30" e "KMF. 15", fu immediatamente attaccata dal cacciatorpediniere Active e dalla fregata Ness. Sottoposta ad intenso lancio di b.t.g., alle ore 12.12 del 23 maggio 1943 scomparve in mare con l'intero equipaggio. Alla memoria del capitano di corvetta Gazzana Priaroggia venne conferita la M.O.V.M. link ad Articolo su Gazzana Priaroggia link ad Articolo su Gazzana Priaroggia Il C.te Gianfranco Gazzana Priaroggia in Atlantico a bordo del sommergibile da Vinci. (g.c. Fam. Gazzana Piaroggia, via Maurizio Brescia - STORIA Militare). I sommergibili da Vinci, in primo piano, e Marconi subito dietro, in allestimento a Monfalcone, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999. Un picchetto di marinai del "San Marco" rende gli onori al sommergibile da Vinci, che entra nella chiusa di BETASOM il 31 ottobre 1940, al termine della sua prima missione in Atlantico proveniente dal porto nazionale di Napoli, da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005. Il sommergibile da Vinci in navigazione lungo la Garonne nel novembre 1940, collezione A. Rastelli da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier. Il da Vinci entra nelle chiuse del bacino a livello costante di BETASOM sul finire del 1941, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier. Bordeaux, inverno 1941-1942, il sommergibile da Vinci, con in plancia il comandante C.C. Lugi Longanesi Cattani, in manovra nel bacino interno di BETASOM, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti. Il comandante Lugi Longanesi Cattani sulla controplancia del da Vinci, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier. Oceano Atlantico, 20 giugno 1942, il battello fotografato da bordo del Finzi è il da Vinci. Il Finzi si sta rifornendo di 11 tonnellate di nafta dal da Vinci che sta rientrando a BETASOM senza siluri, ma con ancora buona disponibilità di nafta, dopo una fruttuosa missione nelle acque africane intorno a Freetown al comando di Longanesi Cattani, da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti. Immagine famosa del Leonardo da Vinci, scattata a Bordeaux alla fine del 1942 con riportata sulla falsatorre la cifra di 38.866, tonnellaggio sino ad allora presumibilmente affondato dal battello in Atlantico, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier. Dettaglio della falsatorre del da Vinci con riportati gli estremi del tonnellaggio presumibilmente affondato in un immagine originale del post di BETASOM pubblicato da Totiano grazie alla disponibilità di Manù Battisti figlia del direttore macchina del da Vinci. Il da Vinci con il piccolo sommergibile d'assalto CA 2 sistemato in coperta per una serie di prove di trasporto, rilascio e recupero svolte a Bordeaux nel settembre 1942, foto USMM da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier. La foto precedente del da Vinci e del sommergibile d'assalto CA 2 è anche in originale sul post di BETASOM pubblicato da Totiano grazie alla disponibilità di Manù Battisti figlia del direttore macchina del da Vinci. Bordeaux settembre 1942. Particolare delle modifiche apportate alla coperta del sommergibile da Vinci per poter sistemare il sommergibile d'assalto CA 2, adattato a svolgere i compiti di "vettore" di nuotatori della 10^ Flottiglia MAS, da "Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italiani" di A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010. Vista della zona a proravia della falsatorre del da vinci dov'era predisposta la collocazione del sommergibile d'assalto CA 2, da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti Nello scafo leggero è stato ricavato un "invaso" per ricevere lo scafo del CA 2, trattenuto da 2 morse mobili e collegato al "battello-madre" da tubolature per aria compressa e cavi elettrici per la ricarica delle batterie, da "Sommergibili e mezzi d'assalto subacquei italiani" di A. Turrini, O. Miozzi, M. Minuto - USMM - 2010. Sempre in riferimento all'immagini precedenti una foto originale dal post di BETASOM pubblicato da Totiano relativamente al pezzo di artiglieria da 100/47 del da Vinci sbarcato per fare posto alle modifiche per ospitare il sommergibile "tascabile" CA 2. link a foto e disegni della trasformazione a trasportatore per l'attacco a New York Profilo del sommergibile Leonardo da Vinci all'inizio del conflitto nel 1940 Il da Vinci nel settembre 1942 durante i test per il trasporto del sommergibile d'assalto CA 2 Il sommergibile da Vinci nell'ultima versione del 1943
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Regio sommergibile NEGHELLI Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 25 febbraio 1937 Varo: 7 novembre 1937 Consegnato : 28 febbraio 1938 Affondato: ?? gennaio 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Dopo la consegna ufficiale, l'unità il 3 marzo 1938 venne posto alle dipendenze di Maricosom. Dopo una crociera addestrativa di resistenza nel Dodecaneso, il Neghelli fu assegnato alla base di Lero; rientrò nella sede della Spezia nel maggio 1940. Allo scoppio delle ostilità operò subito in una missione esplorativa nelle acque a ponente del Golfo di Genova e rientrò il giorno 14 senza aver incontrato traffico navale avversario. In missione dal 1° agosto 1940 nelle acque a nord di Capo Bougaroni con il compito di intercettare la Forza ""H" britannica, il Neghelli (tenente di vascello Carlo Ferracuti), alle 18.50 circa del 5 agosto, fu fatto segno, a ponente di Punta Asinara, al lancio, da parte di una unità subacquea avversaria, di una coppiola di siluri che furono evitati con la manovra. Il 13 dicembre, in missione di agguato a sud di Marsa Matruh, avvistò, alle ore 20.22, un incrociatore riconosciuto come tipo "Southampton", contro il quale lanciò tre siluri, che centrarono il bersaglio. L'unità, gravemente danneggiata, risultò essere l'incrociatore britannico Coventry, di 4.290 t standard, che riuscì però a rientrare ad Alessandria. Il 14 gennaio 1941 il Neghelli riprese il mare da Lero per una missione di agguato offensivo fra le isole dell'Egeo. Dopo la partenza non si ebbero più sue notizie. Dalla documentazione britannica risulterebbe che il 19 gennaio, alle ore 11.25, l'unità fu affondata, con l'intero equipaggio, dal cacciatorpediniere Greyhound, subito dopo che il Neghelli aveva silurato, danneggiandolo, il piroscafo Clan Cunning, di 7264 tsl. L'attività bellica del Neghelli fu di 5 missioni esplorative-offensive e 4 di trasferimento tra porti nazionali, con 5.940 miglia percorse in guerra. Il sommergibile Neghelli al momento del varo a La Spezia il 7 novembre 1937, da Fototeca USMM via M. Risolo
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Regio sommergibile Guglielmo MARCONI (1°) Ex imis ad astra (Dalle profondita' alle stelle) Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 19 settembre 1938 Varo: 30 luglio 1939 Consegnato : 20 febbraio 1940 Affondato : .probabilmente il 28 ottobre 1941 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Al comando del capitano di corvetta Giulio Chialamberto, il Marconi effettuò la sua prima ed unica missione in Mediterraneo dal 1° al 13 luglio 1940, portandosi ad operare nelle acque comprese tra il parallelo di Alboran e la costa spagnola. La sera del 2 luglio, alle ore 23.30 circa avvistò, stando in superficie, una formazione britannica composta da sei cacciatorpediniere, diretta a levante, contro la quale lanciò, dalla distanza di 1.000 metri, due siluri, uno dei quali danneggiò il cacciatorpediniere Vartigern. Sottoposto a caccia, il Marconi si disimpegnò senza subire danni. L'11 luglio, alle ore 03.00 circa, avvistò una sezione di due unità leggere, contro la quale iniziò la manovra d'attacco. Lanciò contro la prima unità della formazione, disimpegnandosi subito in immersione per non venire speronato dal secondo cacciatorpediniere e subendo poi violenta caccia che non provocò danni gravi. L'unità, colpita e successivamente affondata, risultò essere il cacciatorpediniere Escort di 1.350 t, che, assieme al cacciatorpediniere Forester, stava dirigendo per Gibilterra. Salpato da Napoli il 6 settembre 1940, il Marconi attraversò lo Stretto di Gibilterra l'11 dello stesso mese, con navigazione in immersione. Il 15 settembre giunse nella zona di operazioni nell'Atlantico centrale mantenendosi in navigazione fino al 25 settembre, nel corso della quale affondò il piroscafo Almirante José De Carranza, di 330 tsl. Giunse a Bordeaux il 23 settembre. La prima missione in Atlantico con partenza da Bordeaux venne effettuata dal 27 ottobre al 28 novembre 1940. Nella notte fra il 6 ed il 7 novembre raggiunse la zona operativa a ponente della Scozia, ed il giorno 8 in fase di attacco al piroscafo britannico Cornish City, fu sottoposto a durissima caccia con lancio di quattordici bombe, che costrinse il battello a portarsi rapidamente a quota di oltre 125 metri, il che ridusse l'entità dei danni provocati dagli scoppi. La sera del 9, il Marconi, avvistato il piroscafo Vingaland 2.734 tsl, già danneggiato da una bomba di aereo tedesco e con un incendio a poppa, affondò il mercantile con un siluro. Nella successiva missione, compiuta dal 16 gennaio al 17 febbraio 1941, il Marconi operò nelle acque a ponente di Oporto, poi all'imboccatura del Tago; a causa di un'avaria alle casse cli nafta, il 10 febbraio iniziò la navigazione di rientro. Al comando del tenente di vascello Mario Paolo Pollina, dal 13 maggio al 20 giugno 1941 effettuò una missione nelle acque a ponente di Gibilterra. Il 30 maggio lanciò, in successione, due coppiole contro la petroliera Cairndale, della Royal Navy, che affondò, mentre due cacciatorpediniere di scorta effettuarono una violenta caccia con il lancio di numerose bombe, la cui esplosione causò lievi danni al Marconi. Il 1° giugno affondò con il cannone un piccolo trasporto non identificato in quanto sprovvisto di distintivi di nazionalità, che risultò poi essere la motocisterna portoghese Exportador Primeiro, da 318 tsl. Il giorno 6, alle ore 04.22 lanciò una coppiola di siluri contro una petroliera del tipo "Daghestan", di 5.742 t, che ritenne di aver affondato, ed una seconda coppiola contro il piroscafo britannico Baron Lovat, di 3395 t, che affondò. Dall'esame della documentazione storica postbellica non è stato possibile accertare l'affondamento della petroliera tipo "Daghestan" la quale, benché colpita, poté probabilmente raggiungere un porto alleato. Nello stesso giorno il Marconi affondò, con due siluri, il piroscafo da carico svedese Taberg, da 1.392 tsl, ed un piroscafo da carico da circa 3.400 t. Sottoposto a violenta caccia si disimpegnò a quota profonda e diresse su Bordeaux avendo esaurito la dotazione dei siluri. Nell'agosto 1941 il Marconi operò nella zona di Gibilterra, per l'intercettazione di tre convogli diretti in quella base, preventivamente segnalati dalla ricognizione aerea tedesca. L'11 agosto avvistò, alle ore 03.45, la cannoniera Deptford e la corvetta Convolvulus, di scorta ad una formazione navale. Il Marconi attaccò con due siluri la cannoniera, riportando la netta sensazione di aver colpito. Secondo fonti ufficiali britannici la Deptord non fu colpita. Il giorno 14, alle ore 19.00, il sommergibile attaccò, colpendolo ed immobilizzandolo, il piroscafo da carico jugoslavo Sud di 2.598 tsl. Questa nave fu poi affondata, con il cannone, dal sommergibile tedesco U 126. Al comando del capitano di corvetta Livio Piomarta, nell'ottobre 1941 l'unità operò a nordest delle Azzorre; il 28 comunicò a Betasom di trovarsi circa 30 miglia a sud di un convoglio in posizione 42° 55' N, 21° 55' O. Da una ricerca di Francesco Mattesini, il sommergibile Guglielmo Marconi risulta , con molta probabilità, affondato alle ore 12.33-12.40 del 28 ottobre 1941, con bombe di profondità, dopo avvistamento e contatto all'asdic, dal cacciatorpediniere britannico HMS Duncan a 300 miglia a nord-est delle Azzorre, in lat. 41°57’N, long. 21°56’W. Confermato da anche dal sito uboat.net. La documentazione relativa è stata portato in visione all'Ufficio Storico della Marina Militare ed alla Rivista Marittima. Altre info su https://www.academia.edu/ e su https://uboat.net/forums Sul testo "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti, viene riportata tra parentesi la data della foto, il 10 gennaio 1939. Il sommergibile Guglielmo Marconi viene approntato per il varo, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999. Il varo del Marconi visto da altra angolazione, da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti Il sommergibile Guglielmo Marconi in allestimento a Monfalcone, collezione A. Turrini da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999. Il Marconi in partenza da Napoli per Bordeaux il 6 settembre 1940, affianco probabilmente il sommergibile Nani, da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005. Il Marconi al rientro nel porto di Bordeaux da una missione in atlantico nella primavera del 1941, riceve gli onori da un picchetto del "San Marco", da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013-2014 - Storia Militare Dossier.
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Regio sommergibile GONDAR Usque ad finem (Fino alla meta) Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 15 gennaio 1937 Varo: 3 ottobre 1937 Consegnato : 28 febbraio 1938 Affondato: 30 settembre 1940 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Dal 10 marzo del 1938 anno l'unità fu alle dipendenze di Maricosom, assegnata alla 14^ Squadriglia con sede alla Spezia. Nell'agosto 1938, al termine della crociera addestrativa, passò alle dipendenze del III Gruppo Sommergibili di Messina, con sede a Lero, da dove, nel 1939, effettuò una lunga crociera nelle acque del Dodecaneso. Nel febbraio 1940 l'unità entrò a Messina e nel maggio passò in forza al I Gruppo della Spezia. All'inizio delle ostilità l'unità, inviata ad operare lungo le coste francesi e sulle direttrici d'accesso al Golfo di Genova, non ebbe contatti col nemico. Rientrò alla base il 14 giugno 1940. Dopo aver portato a compimento ancora due missioni offensive-esplorative nello specchio di mare a 20 miglia per levante da Cap d'Antibes e nelle acque prospicienti lo Stretto di Gibilterra, effettuate rispettivamente dal 18 al 25 giugno e dal 5 al 16 agosto, nel settembre 1940 l'unità fu avviata in arsenale alla Spezia per l'esecuzione di lavori di modifica atti a renderla idonea al trasporto di mezzi d'assalto tipo S.L.C. ("maiali"). Al battello vennero applicati tre cilindri contenitori, posti in coperta (due, affiancati, a poppa e uno a prora) con relativi impianti di allagamento e di esaurimento. Il 21 settembre l'unità, al comando del tenente di vascello Francesco Brunetti, salpò dalla Spezia col compito di ritentare l'incursione contro la base navale di Alessandria, fallita nel primo tentativo condotto dal sommergibile Iride. La sera del 23 l'unità giunse a Messina, dove imbarcò un gruppo di operatori dei mezzi speciali (sei ufficiali, un sottufficiale e tre palombari), ed il giorno 25 diresse, con navigazione occulta, su Alessandria. Il giorno 29 Supermarina ordinò al Gondar di dirigere su Tobruk, dato che la squadra di Alessanclria era uscita in mare, e di attendere in quel porto una nuova favorevole occasione. Durante la navigazione verso Tobruk, alle ore 20.30 dello stesso giorno 29 il Gondar avvistò di prora, a circa 1500 metri di distanza, due unità nemiche dalle quali tentò di disimpegnarsi immergendosi a quota profonda (80 metri). Fatto segno ad immediata caccia, che si protrasse per oltre 14 ore, centrato dallo scoppio di numerose bombe di profondità che provocarono gravi avarie a bordo e vie d'acqua, specie dagli astucci degli assi portaeliche, nonché il parziale allagamento dei tre cilindri stagni contenenti i mezzi speciali, il battello fu costretto ad emergere e ad autoaffondarsi, il 30 settembre 1940, nella posizione 110 miglia per 300° dal faro di Alessandria. L'equipaggio venne recuperato dai cacciatorpediniere britannici Stuart e Diamond, autori, assieme ad una corvetta e ad un aereo, dell'attacco al Gondar Si ebbe a lamentare la perdita di un solo componente dell'equipaggio, l'elettricista Luigi Longobardi, deceduto in seguito all'esplosione di una bomba del velivolo. Complessivamente il Gondar aveva compiuto 4 missioni di guerra, percorrendo 3.974 miglia. Il sommergibile Gondar a La Spezia nel settembre 1940 subito dopo la trasformazione in unità per trasporto "SLC" affiancato al sommergibile Argo "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994 30 settembre 1940, sommergibile Gondar. Sequenza ripresa da un velivolo alleato delle fasi di combattimento ed affondamento del sommergibile Gondar da parte del cacciatorpediniere inglese Stuart ed altre unità (foto Imperial War Museum via "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994) Di seguito le stesse immagini di cui sopra messe in diversa sequenza, rispettando il numero di archiviazione (chiaramente invertito...), della fototeca dell'Australian War Memorial. La descrizione delle immagini riportano che le unità coinvolte, erano il cacciatorpediniere australiano HMAS Stuart ed il trawler britannico HMS Sindonis con l'appoggio aereo di un idrovolante della RAF Sunderland. https://www.awm.gov.au/collection/C25409 https://www.awm.gov.au/collection/C25410 https://www.awm.gov.au/collection/C25411 https://www.awm.gov.au/collection/C25412 https://www.awm.gov.au/collection/C25413 Quest'ultima foto che proviene da Wikipedia, NON ritrae il momento del salvataggio dell'equipaggio del Gondar prima dell'autoaffondamento, come si potrebbe pensare dalla scritta del nome dell'unità australiana, ma il salvataggio dell'equipaggio dell Uebi Scebeli da parte delle unità britanniche, HMS Dainty, HMS Defender, HMS Decoy, HMS Ilex e australiana HMAS Voyager (coll Odisseo)
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Regio Sommergibili X 3 Cantiere: Ansaldo-Sestri, Genova Impostazione: 22 agosto 1916 Varo: 29 dicembre 1917 Servizio: 27 agosto 1918 Disarmato: 16 settembre 1940 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa All'atto della consegna alla Regia Marina, il sommergibile X 3, al comando del TV Guglielmo Bernucci veniva assegnato alla 1^ Squadriglia con base a Spezia, dove trascorrerà le fasi finali del conflitto, senza partecipare a missioni di guerra. Nel 1926-27 parteciperà alle grandi manovre navali al comando del TV Massimo Girosi, ed effettuerà numerose esercitazioni a favore degli allievi dell’Accademia Navale. Dopo il 1935 passerà dalla base di La Spezia a quella di Taranto nel 1936 e successivamente a quella di Pola dove resterà a disposizione del Gruppo Scuole. Nel Secondo conflitto Mondiale effettuerà una sola missione di trasporto materiali nel mese di ottobre, e poi verrà messo in disarmo, fino alla successiva radiazione nel 1946. Il sommergibile X 3 nel dopoguerra successivamente all'installazione di due lanciasiluri a gabbia subito davanti all'intercapedine della falsatorre angolati verso l'esterno. (Fototeca USMM via "Sommergibili italiani" di A. Turrini, O.O. Miozzi e M.M. Minuto - 2010)
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Regio sommergibile MACALLE' Cantiere: O.T.O. - La Spezia Impostazione: 1 marzo 1936 Varo: 29 ottobre 1936 Consegnato : 1 marzo 1937 Affondato: 15 giugno 1940 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Il 20 aprile 1937 l'unità passò alle dipendenze di Maricosom per la 23^ Squadriglia di Napoli. Dopo una breve crociera addestrativa, effettuò, tra il 27 agosto e il 3 settembre 1937, una missione speciale nell'ambito delle operazioni relative alla guerra di Spagna. Nel 1938 fu destinata nella sede della Spezia e nel 1940, in considerazione delle sue limitate prestazioni operative, fu dislocata a Massaua. Allo scoppio del conflitto il Macallé, al comando del tenente di vascello Dante Morrone, salpò da Massaua per portarsi ad operare in una zona di mare posta circa 8 miglia a levante di Porto Sudan, rimanendo in agguato a circa 30 miglia da tale porto. Il giorno 12 iniziarono a manifestarsi, a bordo, sintomi di avvelenamento da cloruro di metile fra il personale destinato in camera di lancio di prora. Effettuata una ispezione e non constatandosi perdite di gas all'impianto di condizionamento, i sintomi vennero attribuiti a cibi guasti ingeriti, oppure ad altre cause di non rilevante importanza ma non individuate. Vennero comunque accuratamente ventilati i locali e tenuti sotto controllo gli uomini intossicati. Tuttavia la situazione andò peggiorando e anche il Comandante e gli ufficiali rimasero vittime dalla intossicazione. Nella notte tra il 14 ed il 15 giugno, a causa delle correnti e dell'incertezza della posizione, mai perfettamente determinata a causa dello stato confusionale dovuto all'intossicazione, l'unità si incagliò sui frangenti dell'isolotto di Bar Musa Chebir (a sudest di Porto Sudan). Impennata di prora e sbandata di circa 60° sulla sinistra, l'unità rimase per alcune ore sugli scogli e ciò permise all'equipaggio di trasportare sull'isolotto materiali e viveri. Cifrari e documenti segreti vennero distrutti. Purtroppo, da bordo del Maccallé non fu comunicato a Massaua l'accaduto, probabilmente perché l'avvelenamento da cloruro di metile aveva molto ridotto le capacità di percezione di molti uomini e dello stesso Comandante (come ebbe ad accertare la Commissione d'inchiesta). Successivamente, il Comandante decise di inviare un gruppo di marinai, al comando del guardiamarina Elio Sandroni, in cerca di soccorsi, utilizzando un battellino di salvataggio. Dopo varie peripezie, il pomeriggio del 20 giugno il gruppo riuscì a mettersi in contatto con Massaua. I naufraghi furono poi raccolti, il giorno 22, dal sommergibile Guglielmotti. Al guardiamarina Sandroni fu conferita, sul campo, la M.A.V.M. La storia dell'affondamento del Macallè e del salvataggio dei superstiti dall'amm. Sandroni (uff.le di rotta del battello) nel libro di Rapalino-Schivardi Odissea di un sommergibilista ed anche il ritrovamento dei resti dell'unico caduto di quello sfortunato episodio il Sottocapo Carlo Acefalo nel post dell'amico Danilo43 Il sommergibile Macallè in uscita dal porto di Taranto, da "I sommergibili italiani 1940-1943" di E. Bagnasco e M. Brescia - 2013
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Regio sommergibile ALAGI Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 19 febbraio 1936 Varo: 15 novembre 1936 Consegnato : 6 marzo 1937 Radiazione: 1 febbraio 1948 Attività operativa L'unita dopo la consegna ufficiale venne posta dall'11 maggio 1937 a disposizione di Maricosom e assegnata alla 23^ Squadriglia di Napoli, nell'ambito della quale effettuò crociere addestrative nel Dodecaneso. Durante la guerra di Spagna, tra il 27 agosto e il 4 settembre 1937, effettuò una missione speciale. Nel 1939 fu assegnata per qualche tempo alla base di Cagliari e poi a Messina. Il 10 giugno del 1940, allo scoppio delle ostilità, l'unità si trovava in agguato offensivo nelle acque di Capo Zebib (Biserta). Rimase in agguato fino al giorno 20 senza riuscire ad intercettare traffico navale avversario. Passata ad operare dalla base di Cagliari, dal 5 all11 giugno 1941 l'unità, al comando del tenente di vascello Giulio Contreas, fu in agguato 20 miglia a nordest di Ras Azzaz dove avvistò una piccola unità contro la quale tentò invano l'attacco, che fu impedito dalla presenza di una seconda unità che, contromanovrando, diresse sul battello, costringendolo al disimpegno. Alle ore 10.47 del giorno 12, in navigazione per Messina, fu attaccata, al largo di Bengasi, da un aereo britannico "Sunderland", col lancio di due bombe e col fuoco delle mitragliatrici. La pronta reazione dalle armi di bordo costrinse l'aereo a desistere dall'attacco, probabilmente perché colpito. L'8 giugno 1942 l'Alagi, al comando del tenente di vascello Sergio Puccini, al largo di Capo Blanc, avvistò un convoglio scortato nazionale, del quale il battello non era stato informato. Cominciato l'attacco, l'Alagi lanciò alle ore 21.19, una salva di tre siluri contro il bersaglio più vicino, risultato poi essere il cacciatorpediniere Usodimare di scorta alla motonave Pisani, colpendolo con un siluro sul fianco destro e determinando il suo rapido affondamento. Il 14 gennaio 1942, nel tardo pomeriggio, nel canale di Sicilia, in rientro dalla missione iniziatasi il 6, avvistò una formazione di unità appartenenti alla forza navale di Gibilterra, ed alle ore 21.05 lanciò contro una portaerei due siluri, che non colpirono il bersaglio. Il 9 luglio 1942, al largo di Tripoli di Siria, intercettò una petroliera contro la quale effettuò il lancio di due siluri, che colpirono il bersaglio. L'Antares, così si chiamava la petroliera (3.723 tsl), affondò rapidamente. Durante la battaglia navale di Mezzo Agosto, l'Alagi, alle ore 21.05 del 12 agosto, lanciò una salva di quattro siluri contro un incrociatore ed un piroscafo, disimpegnandosi con rapida immersione. Risultarono colpiti l'incrociatore britannico Kenya, di 8.000 t, che poté tuttavia continuare la navigazione anche se con gravi avarie a bordo, e il piroscafo Clan Ferguson, di 7.347 tsl, che affondò. Il giorno 8 novembre 1942, in missione al largo delle coste tunisine, l'Alagi, navigando in immersione, venne in collisione con il sommergibile nazionale Diaspro, riportando serie avarie, specie sul lato sinistro della torretta, per cui fu costretto a rientrare a Napoli. Il 16 luglio 1943 l'unità, in pattugliamento al largo di Augusta, intercettò una formazione di cacciatorpediniere contro i quali lanciò tre siluri, disimpegnandosi in quota. Dopo 1 minuto e 45 secondi venne udita una violenta esplosione, ma nessuna notizia di questa azione viene riportata nella documentazione ufficiale avversaria. All'atto dell'armistizio, l'Alagi si trasferì, secondo gli ordini ricevuti, a Malta. Nell'ottobre l'unità fu trasferita ad Haifa nell'ambito di Grupsom Levante, ed operò per l'addestramento antisom di reparti aeronavali britannici e per il trasporto di rifornimenti nelle isole dell'Egeo. Nel dicembre 1944 rientrò a Taranto, dove rimase inattiva fino alla fine del conflitto, allorché venne radiata e demolita. Durante il conflitto l'Alagi compì 36 missioni esplorative e di agguato e 19 di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo ben 36.729 miglia, risultando l'unità con maggior numero di missioni compiute e l'unica superstite della serie "africana". In ottemperanza al trattato di pace, l'unità avrebbe dovuto essere consegnata alla Gran Bretagna in conto riparazioni spese di guerra; ma, a seguito della rinuncia da parte del governo di Londra, fu demolita. Ricevo dal C.te Malaparte la seguente precisazione: "Da un testo di Pietro Caporilli, L'Ombra di Giuda, che sto leggendo ora, risulta che l'Alagi a fine estate 1942 era ai lavori alla Navalmeccanica di Napoli per sostituzione delle batterie e per praticare nello scafo esterno nuovi fori per accelerare l'immersione rapida. All'epoca, lo comandava Sergio Puccini, il 2° era il TV Fiaschi di Volterra." Monfalcone 15 novembre 1936 - varo del sommergibile Alagi, da "I sommergibili classe 600 serie ADUA" di A. Turrini su RID marzo 1986 I sommergibili Aradam e Alagi in allestimento a Monfalcone. da "I sommergibili classe 600 serie ADUA" di A. Turrini su RID marzo 1986 Monfalcone 6 marzo 1937 - consegna alla Regia Marina del sommergibile Alagi. Pola estate del 1941, dettaglio della nuova torretta del sommergibile Alagi dopo dopo i lavori effettuati a Monfalcone nella primavera del 1941, per g.c. G. Contreas via "Sommergibili in guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - 1994 Il sommergibile Alagi durante le prove di immersione statiche, dopo i lavori effettuati a Monfalcone nella primavera del 1941, per g.c. G. Contreas via "Sommergibili in guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - 1994 (questa immagine è molto simile ad altra postata nella scheda dell Axum ed a questo battello riferita...) I sequenza tre immagini del sommergibile Alagi in bacino a Messina nel giugno del 1941, per g.c. G. Contreas via STORIA Militare Particolare della falsa torre del sommergibile Alagi, di nuovo ridotta nelle dimensioni nel luglio 1942. La scritta «VISITATE IL LEVANTE» è riferita alla missione nelle acque del Mediterraneo orientale durante la quale, la sera del 7 luglio ha affondato al largo di Tripoli di Siria la petroliera turca Antares noleggiata dagli inglesi. "Sommergibili in guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - 1994
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Regio sommergibile ARADAM Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 14 febbraio 1936 Varo: 18 ottobre 1936 Consegnato : 16 gennaio 1937 Affondato: 9 settembre 1943 Radiazione: 27 febbraio 1947 Attività operativa Negli anni che precedettero il secondo conflitto mondiale, l'unità effettuò crociere addestrative nel Dodecaneso e nei porti di Tobruch e Bengasi. Allo scoppio delle ostilità, stando di base a Cagliari, fu inviata in agguato offensivo nelle acque a sud della Sardegna; rientrò in porto il 14 giugno senza essere venuta in contatto con l'avversario. Nella successiva missione, compiuta nel Golfo del Leone al comando del capitano di corvetta Giuseppe Bianchini, l'Aradam avvistò una unità leggera, probabilmente francese, che navigava ad alta velocità, contro la quale effettuò il lancio di un siluro, senza colpire. Il 6 aprile 1942, a levante di Kelibia, l'unità, al comando del tenente di vascello Oscar Gran, avvistò un cacciatorpediniere contro il quale lanciò un siluro, da una distanza inferiore ai 500 metri. L'unità britannica, colpita, risultò essere il cacciatorpediniere Havock che lasciata Malta la sera del 5 aprile, stava dirigendo su Gibilterra. Sul cacciatorpediniere portato ad incagliare in costa, si verificò successivamente l'esplosione del deposito di munizioni, che lo spezzò in due tronconi. Nella notte sul 16 novembre l'Aradam, al comando del tenente di vascello Carlo Forni, eseguì una ricognizione offensiva nella rada di Bona; avvistato un convoglio di tre piroscafi fortemente scortato, lanciò in successione due coppiole di siluri, che tuttavia fallirono il bersaglio per la pronta manovra delle unità attaccate. Emerso e constatato l'esito negativo del lancio, il Comandante fece aprire il fuoco contro il piroscafo più vicino, mettendo a segno un colpo tra la plancia ed il fumaiolo e disimpegnandosi poi verso il largo, in immersione. L'8 settembre 1943 l'unità si trovava a Genova per un periodo di lavori, immobilizzata. Fu autoaffondata dall'equipaggio. Successivamente recuperata dai Tedeschi, fu nuovamente affondata (4 settembre 1944) durante un bombardamento aereo alleato su Genova. I sommergibili Alagi e Aradam in allestimento a Monfalcone, da RID 198.03 "Sommergibili 600 serie Adua" di A. Turrini Festeggiamenti a bordo del sommergibile Aradam per la consegna della bandiera di combattimento, da RID 198.03 "Sommergibili 600 serie Adua" di A. Turrini
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Regio sommergibile AXUM Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 8 febbraio 1936 Varo: 29 settembre 1936 Consegnato : 2 dicembre 1936 Affondato: 28 dicembre 1943 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Il 20 maggio 1937 passò alle dipendenze di Maricosom e fu dato in forza alla 23^ Squadriglia con sede a Napoli. Durante la guerra civile spagnola compì, dal 27 agosto al 5 settembre 1937, una missione speciale. Rimase poi a Napoli fino al 1940 e partecipò all'intensa attività addestrativa svolta in Mediterraneo in quel periodo. All'inizio delle ostilità l'Axum, al comando del capitano di corvetta Emilio Goriazzo, intercettò una unità nemica contro la quale lanciò, da una distanza di 600 metri, un siluro, che passò pochi metri a poppavia del bersaglio. Si disimpegnò dalla caccia antisom con rapida immersione. Il 15 luglio 1942, al comando del tenente di vascello Renato Ferrini, a levante dell'Isola dei Cani avvistò il posamine britannico Welshman, in navigazione verso Malta. Portatosi all'attacco, lanciò tre siluri elettrici che fallirono il bersaglio a causa dell'irregolare corsa dovuta al mare fortemente agitato. Il 14 agosto 1942, durante la battaglia di Mezzo Agosto, l'Axum lanciò una salva di quattro siluri contro un gruppo composto da due grandi unità da guerra e da un piroscafo. Disimpegnatosi prontamente in immersione, udì un primo scoppio dopo 63 secondi di corsa delle armi ed altri due, quasi contemporanei, dopo 90 secondi. Risultarono colpiti l'incrociatore antiaereo britannico Cairo, di 4.200 t, l'incrociatore Nigeria, di 8000 t, battente l'insegna dell'Ammiraglio Comandante della "Forza X" britannica, e la petroliera Ohio di 9.514 t. Dalla documentazione britannica si è poi appreso che il Cairo, gravemente danneggiato, fu affondato da unità navali inglesi che recuperarono i superstiti, che il Nigeria, anch'esso gravemente danneggiato, riuscì a rientrare a Gibilterra e che la petroliera Ohio, anch'essa gravemente danneggiata, diresse a lento moto verso est e, benché fatta oggetto di attacchi aerei e ripetutamente colpita, riuscì a raggiungere a rimorchio Malta. Dall'inizio del conflitto l'unità compì 27 missioni offensive e di agguato e 22 operative di trasferimento tra porti nazionali, percorrendo complessivamente 26 302 miglia. L'8 settembre 1943 l'Axum era a Pozzuoli per riparare un motore termico. In ottemperanza agli ordini, l'unità salpò per Malta dove giunse il giorno 10; il 9 ottobre rientrò a Taranto, destinata a missioni speciali. Al comando del tenente di vascello Giovanni Sorrentino compì una prima missione sulle coste della Morea, dal 20 novembre al 7 dicembre 1943, per sbarco di operatori-informatori. La seconda missione, con partenza da Brindisi il 19 dicembre e diretta sulle coste greche per il recupero di operatori, non poté essere portata a compimento per avaria ad un motore termico. La terza missione ebbe inizio da Taranto il giorno 25 dicembre 1943, diretta al recupero di informatori nel Golfo di Arcadia (a sud del Canale fra Zante e Morea); la sera del 27 l'unità si incagliò su una secca non indicata nella carta nautica. Vani furono tutti i tentativi di disincaglio, ed il battello, dopo che l'equipaggio si era messo in salvo nella vicina spiaggia, nella notte del 28 fu autoaffondato e distrutto con cariche esplosive. L'equipaggio e gli informatori, che avrebbero dovuti essere condotti in Italia dall'Axum, furono recuperati, nella notte del 29 gennaio 1944, dalla torpediniera Ardimentoso. Sommergibile Axum durante il conflitto con la mimetizzazione del periodo di guerra, da "I sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi (questa immagine è molto simile ad altra postata nella scheda dell'Alagi ed a questo battello attribuita...) Sommergibile Axum in navigazione nell'estate del 1942, da "Sommergibili in guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - 1994
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Regio sommergibile ADUA Cantiere: Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Monfalcone Impostazione: 1 febbraio 1936 Varo: 13 settembre 1936 Consegnato : 14 novembre 1936 Affondato: 30 settembre 1941 Radiazione: 18 ottobre 1946 Attività operativa Dopo la crociera addestrativa della primavera del 1937, nella quale operò intensamente nelle acque del Dodecaneso, della Grecia e della Libia, fu aggregato alla 23^ Squadriglia di Napoli, rimanendo in quella sede fino all'inizio del secondo conflitto mondiale. Il 10 giugno 1940 l'unità era già in agguato nelle acque a sud della Sardegna al comando del tenente di vascello Giuseppe Roselli Lorenzini; portatosi ad operare a ponente di Maiorca, nel Canale di Ibiza, avvistò, nella notte del 17 giugno, un cacciatorpediniere avversario che non poté attaccare a causa delle sfavorevoli condizioni cinematiche. Il mattino successivo avvistò un convoglio scortato composto da cinque mercantili, tra cui un trasporto truppe. Secondo la documentazione francese, l'attacco non ebbe esito positivo. Destinata nella sede di Taranto, l'unità, al comando del tenente di vascello Luigi Riccardi, operò in agguato dal 24 maggio lungo la congiungente Alessandria-Canale di Caso, ed il 28 maggio lungo la costa meridionale di Creta, dove, 20 miglia a sud di Capo Litinos, avvistò una forte formazione navale britannica, che non poté attaccare per l'alta velocità con cui procedeva. Alle ore 01.30 del giorno 3 giugno 1941, intercettò una grande bettolina a motore con a bordo 72 militari britannici, tra cui 8 ufficiali, che tentavano di raggiungere la costa egiziana. Tratti prigionieri gli ufficiali, scortò la petroliera sino a Creta dove anche gli altri militari vennero fatti prigionieri. Il giorno 4 diresse per il rientro a Taranto. Salpato da Cagliari il 23 settembre 1941 per concorrere con altri sommergibili all'intercettazione di formazioni navali nemiche provenienti da Gibilterra, all'alba del 30 settembre avvistò una formazione di undici cacciatorpediniere in una zona tra Capo Palos e Capo Caxine. L'Adua si portò all'attacco e lanciò una salva di quattro siluri; alle ore 05.20 trasmise il segnale di scoperta e dell'attacco effettuato. Dopo di allora nessuna altra notizia pervenne a Maricosom. Da fonte britannica si è avuto notizia che l'Adua fu affondato dai cacciatorpediniere britannici Gurkha e Legion alle ore 10.30 circa. Nell'affondamento peri l'intero equipaggio composto da 5 ufficiali, 8 sottufficiali e 34 tra sottocapi e comuni. L'Adua effettuò 8 missioni di agguato esplorativo, 8 missioni di trasferimento tra porti nazionali e, dal 22 ottobre 1940 al 12 marzo 1941, distaccato presso Mariscuolasom (Pola), 46 uscite addestrative, percorrendo complessivamente 11 659 miglia. Il sommergibile Adua durante il periodo bellico con la mimetizzazione di guerra e la falsa torre modificata, da "I sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi
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Regio sommergibile ZOEA (2°) Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 3 febbraio 1936 Varo: 5 dicembre 1937 Consegnato : 12 febbraio 1938 Radiazione: 1 febbraio 1948 Attività operativa Al comando del capitano di corvetta Giorgio Bernabò lo Zoea effettuò la sua prima missione di guerra trasportando 49 t di munizionamento a Tobruch, con partenza da Napoli il 18 giugno e rientro a Taranto il 24 successivo. Il 29 giugno salpò da Taranto per posare uno sbarramento di mine lungo la costa egiziana, circa 100 miglia a ponente di Alessandria. Durante l'operazione di posa, due armi esplosero in mare per difettoso funzionamento, non provocando danni all'unità. L'operazione venne sospesa e l'unità fu inviata in missione di agguato 35 miglia a sud di Creta; subì un attacco aereo con lancio di bombe, il cui scoppio provocò leggere avarie allo scafo, per cui dovette rientrare alla base. Partita da Taranto il 10 ottobre 1940, l'unità, portatasi nelle acque palestinesi, effettuò, nella notte del 14, la posa di venti armi nel tratto di mare a 10 miglia dal faro di Giaffa; il giorno 22 rientrò alla base. Al comando del tenente di vascello Enrico Lambertini, poi del tenente di vascello Alberto Campanella, quindi del tenente di vascello Rino Erler, compì numerose missioni di trasporto di materiale bellico a Lero e a Tobruk. Il 24 giugno 1942 l'unità, al comando del tenente di vascello Rino Erler, salpò da Taranto per Derna con 57 t ,di benzina e viveri. Durante la navigazione di rientro subì l'attacco di un aereo Bristol "Blenheim": la precisa reazione di fuoco danneggiò l'attaccante, che si allontanò visibilmente colpito. All'armistizio, in ottemperanza agli ordini ricevuti, l'unità, al comando del tenente di vascello Rodolfo Bombig, raggiunse Augusta, e si consegnò alle autorità britanniche che la inviarono a Malta. Nell'ottobre raggiunse Haifa, entrò a far parte di Grupsom Levante e fu impiegata per addestramento delle corvette britanniche nella zona di Alessandria e per 7 missioni di trasporto di rifornimenti nelle isole dell'Egeo, dove ancora si combatteva. Nell'autunno 1944 rientrò a Taranto per un periodo di grandi lavori, che si protrassero oltre il termine del conflitto. Fu radiata il 1° febbraio 1948 e demolita. L'attività dello Zoea fu di 29 missioni di agguato offensivo, due di posa campi minati, tre di trasferimento tra porti nazionali e ventuno di trasporto materiali per complessive 1112,3 t di cui 214,6 t di benzina in lattine, 818,4 t di munizionamento, 71,6 t di viveri e 7,7 t di materiale vario. Alcune belle foto del sommergibile Zoea e del suo equipaggio al post di Luca Berardi Il sommergibile Zoea nel suo aspetto originale da "Sommergibili italiani" di A. Turrini, O.O. Miozzi - 1999 da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti da "In Guerra sul mare" di E. Bagnasco - Albertelli - 2005 Le due immagini sopra riportano la disavventura del sommergibile Zoea a Taranto nella tarda estate del 1941. Il battello dopo il rientro da una missione, per cause imprecisate è affondato sul fondale del suo posto d'ormeggio. Questo incidente costringerà il battello a rimanere fermo circa dieci mesi per i lavori di recupero. Lo stato maggiore del battello ripreso in una foto probabilmente del 1941, per g.c. Marcello Risolo Il sommergibile Zoea, nell'autunno 1941, manovra per lasciare gli ormeggi da "Sommergibili italiani" di A. Turrini, O.O. Miozzi - 1999 Il sommergibile Zoea nel 1941, durante un esercitazione in appoggio a un reparto del Genio pontieri, (collezione J. Malinoeski via STORIA Militare)